LA FESTA DEL 4 NOVEMBRE (classe I sez. A Scuola Media Appignano) La festa del 4 Novembre commemora il giorno in cui, nel 1918, avvenne la firma dell armistizio con l Austria e in pratica la fine della Prima Guerra mondiale. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell'unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a moltissimi italiani: ragazzi provenienti dalle più diverse aree geografiche d'italia. Da diversi anni, in tutta Italia, questo è il giorno in cui si ricordano anche gli altri conflitti e perciò la giornata viene definita Festa delle forze armate e Festa dell unità nazionale. Anche noi alunni della Scuola Media di Appignano del Tronto B. Carosi abbiamo partecipato alla commemorazione dei nostri caduti: abbiamo raggiunto Piazza Umberto I, che ospita il monumento dedicato alle vittime di guerra, accompagnati dal nostro Dirigente scolastico e dalla Banda cittadina e lì, ad aspettarci, abbiamo trovato il Sindaco, il Maresciallo dei Carabinieri e la Protezione Civile. Alcuni di noi hanno letto delle poesie mentre altri delle riflessioni sul nostro Tricolore. Il sindaco Maria Nazzarena Agostini ha voluto condividere con noi il ricordo personale del suo bisnonno, anch egli morto in guerra. Congedandosi da tutti noi inoltre, il Sindaco, ha sottolineato l importanza di questa ricorrenza e, salutando i parenti delle vittime intervenuti, si è impegnato nel voler tener viva ogni anno la collaborazione tra la nostra scuola e il Comune. Uno dei momenti più emozionanti è stato quando abbiamo cantato tutti quanti insieme l Inno nazionale. In questa giornata abbiamo colto un grande senso di appartenenza e, quando ci ritroveremo a passare davanti al monumento dei nostri caduti, ricorderemo sempre che chi ha combattuto l ha fatto per tutti quanti noi e per il nostro Paese. Noi ragazzi della prima media di Appignano vogliamo condividere con i lettori del nostro giornalino le poesie che abbiamo scelto di leggere in quell occasione. A un compagno 1 / 7
Se dovrai scrivere alla mia casa, Dio salvi mia madre e mio padre, la tua lettera sarà creduta mia e sarà benvenuta. Così la morte entrerà e il fratellino la festeggerà. Non dire alla povera mamma che io sia morto solo. Dille che il suo figliolo più grande, è morto con tanta carne cristiana intorno. 2 / 7
Se dovrai scrivere alla mia casa, Dio salvi mia madre e mio padre, non vorranno sapere se sono morto da forte. Vorranno sapere se la morte sia scesa improvvisamente. Dì loro che la mia fronte è stata bruciata là dove mi baciavano, e che fu lieve il colpo, che mi parve fosse il bacio di tutte le sere. 3 / 7
Dì loro che avevo goduto tanto prima di partire, che non c'era segreto sconosciuto che mi restasse a scoprire; che avevo bevuto, bevuto tanta acqua limpida, tanta, e che avevo mangiato con letizia, che andavo incontro al mio fato quasi a cogliere una primizia per addolcire il palato. Dì loro che c'era gran sole pel campo, e tanto grano 4 / 7
che mi pareva il mio piano; che c'era tante cicale che cantavano; e a mezzo giorno pareva che noi stessimo a falciare, con gioia, gli uomini intorno. Dì loro che dopo la morte è passato un gran carro tutto quanto per me; che un uomo, alzando il mio forte petto, avea detto: Non c'è uomo più bello preso dalla morte. 5 / 7
Che mi seppellirono con tanta tanta carne di madri in compagnia sotto un bosco d'ulivi che non intristiscono mai; che c'è vicina una via ove passano i vivi cantando con allegria. Se dovrai scrivere alla mia casa, Dio salvi mia madre e mio padre, la tua lettera sarà creduta mia e sarà benvenuta. Così la morte entrerà 6 / 7
e il fratellino la festeggerà. (Corrado Alvaro) SAN MARTINO SUL CARSO Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca È il mio cuore Il paese più straziato (Giuseppe Ungaretti) 7 / 7