Il clown. Sangue al circo

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Transcript:

Il clown Sangue al circo

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Mauro Cartei IL CLOWN Sangue al circo Romanzo

www.booksprintedizioni.it

Copyright 2014 Mauro Cartei Tutti i diritti riservati

Dedico questo racconto a quelli che come me sono costretti a vivere una vita di handicap, affinché possano trovare nella lettura quel po di svago che possa attutire o far loro dimenticare per qualche minuto la via crucis della loro condizione nella speranza e con l augurio di un futuro migliore.

Il clown Del psichiatra celebre allo studio un dì ridente venne un bel signore elegante vestito e all aria serio che parlava distinto e con vigore. Dopo qualche domanda rituale il medico capì che quel signore con la mente ci stava molto male, malinconico, solo e senza amore. Finì che fu il colloquio coscienzioso il medico propose al suo paziente: «Perché non va al circo che è arrivato alla città di Roma immantinente: c è un clown che si esibisce ed è rinato chi l ha visto esibirsi fra la gente. Tutti parlan di lui con grande affetto, le farà bene a superar la crisi e le procurerà tanto diletto.» In lacrime scoppiò quel bel signore e alzando gli occhi in alto, forse a Dio, «È bene che lei sappia mio dottore, quel clown che salta e ride sono io.» 9

1 La morte di Sebastiano Tutte le mattine alle 9.00 in punto Guendalina bussava alla porta della roulotte dove dormiva Sebastiano per richiamarlo dal sonno alla vita dei poveri mortali, portando nell altra mano una tazza di caffè bollente. Sebastiano apriva un occhio, realizzava lentamente che era mattino e che, purtroppo, come tutti i poveri cristi, doveva alzarsi per guadagnarsi da vivere. Apriva la porta della roulotte a Guendalina, prendeva in mano quella tazza di caffè, sospirata come fosse un dono di Dio, dava una bacio alla sua donna sfiorandole le labbra e quello era per entrambi il miglior augurio di buona giornata. In quella mattina uggiosa di dicembre, quando il sole non aveva ancora deciso se uscire o meno da dietro le nuvole grigie, il circo Re Duras, dove Sebastiano e Guendalina lavoravano, era attendato, ormai da alcuni giorni, nella piazzetta antistante il Palaghiaccio di S. Maria delle Mole, a Marino, a pochi chilometri dal grande raccordo anulare di Roma: il tendone principale era montato in mezzo alla piazzetta e perimetrato da spalliere metalliche amovibili che dalla strada arrivavano fino alla biglietteria-ingresso; nel retro del tendone erano parcheggiati una ventina di au- 11

tomezzi, compresi quelli delle scuderie degli animali, e, ancora, disposte a semicerchio come in un film western, le roulotte dei lavoranti e la Himmer gigante del padrone del circo; la tendopoli era una macchia di colori, rumori e sapori che dava allegria al grigiume della piazza e delle case circostanti. Quel mattino, come al solito, Guendalina ripeté il rito del caffè, ma Sebastiano non venne ad aprirle la porta della roulotte. Guendalina bussò più volte, poi vedendo che non otteneva risposta tornò sui suoi passi, pensando che Sebastiano si fosse alzato prima del solito e se ne fosse andato in giro da qualche parte. Guendalina e Sebastiano non erano sposati, né convivevano, avevano però una relazione affettiva molto forte certo nata e favorita dal fatto che, come detto, lavoravano nello stesso circo, il Re Duras, dove si esibivano in spettacoli diversi, lui a fare l addetto alle scuderie e il clown, lei la trapezista. Si volevano quindi un gran bene e trascorrevano assieme molto tempo, compatibilmente con gli impegni di lavoro di entrambi, vivevano il loro rapporto alla giornata, senza complicarsi la vita cercando, come invece fanno tante coppie, di costruire un progetto comune per il loro futuro assieme: spesso Sebastiano passava la notte nella roulotte di Guendalina e viceversa e quando questo accadeva (più spesso di quanto non si pensi), organizzavano al meglio la serata nella semplicità, l uno cucinava per l altro, una fiaschetta di vino sul tavolo, e parlando e ridendo finivano per fare l amore con la forza e la maturità dell età (facevano ottant anni in due) e con la fantasia e lo slancio di due adolescenti: questo è il vantaggio del rapporto libero, vissuto alla giornata, rispetto ai legacci del matrimonio convenzionale che, rincorrendo i problemi del quotidiano, 12