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3 - L ascesa della famiglia Pedicini Le grandi calamità avevano gettato Benevento nell abisso, ma, come spesso accade, da grandi sventure a volte nascono grandi fortune. Si tratta, in buona sostanza, di privati che come creditori dell Universitas di Benevento e come gruppo sociale costituirono il fulcro di quella aristocrazia filoromana che aveva progressivamente esautorato l antica nobiltà filonapoletana. Un nome in particolare, sembra incarnare questa tumultuosa renovatio nobilium, ed è quello della famiglia Pedicini. La vicenda genealogica dei Pedicini è alquanto complessa, come dimostra lo stesso albero genealogico, poiché nel corso del secolo XVII la famiglia si divide in due linee, quella di Pietro e quella di Giovanni, entrambi figli, insieme a Giacomo e a Marsilio, del capostipite Manfredino Pedicini 1. Questi fu capo console nel 1484 e di lui abbiamo notizie quando il papa Sisto IV ingiunge al castellano di Benevento, appunto Manfredi Pedicini, di non trascurare, per sicurezza della città e per il mantenimento dell ordine, di far visitare l Arce al tesoriere, e questi esegue quanto a lui commesso (21 dicembre 1481) 2. Pietro fu console nel 1509 e nel 1517. Il figlio Virgilio fu governatore dell Annunziata nel 1540. Nell altra linea, Giovanni, fratello di Pietro, fu governatore dell Annunziata nel 1521 e nel 1535 fu inviato come ambasciatore presso Carlo V. Suo fratello Giacomo ebbe da Carlo V, imperatore d Asburgo, il privilegio dello stemma 3. 1 Le notizie circa l albero genealogico, nonché gli incarichi pubblici, sono in una relazione presentata, a favore del marchese Pedicini, nel 1757 all Assemblea del priorato di Capua dell ordine di Malta, in occasione del processo per la nomina a cavaliere di giustizia. Copia di tale relazione sta in MdS, ASBN, Arch. Nobili-Comunità, vol. XIII ed è riprodotta fedelmente in E. RICCA, La nobiltà delle due Sicilie, Napoli 1862, pp. 490-512. 2 A. ZAZO, Il castello di Benevento (1954), nota 171, pag. 38; ARCHIVIO STORICO PROVINCIALE BENEVENTO, Fondo Civico, Brevia Summa Pontificia. 3 ASBN, Fondo Pedicini, vol. XIII, f. 3. Lo stemma di casa Pedicini raffigura un aquila bicipite coronata ed al centro una quercia con una vipera avviticchiata e coronata

Il figlio di Giovanni, Francesco, nel 1567, eletto governatore dell Annunziata, rinunciò. Nel 1598 Orazio, figlio di Marco della linea di Pietro, fu conservatore degli statuti. Suo fratello Virgilio fu canonico metropolitano dal 1626 al 1627. Egli nacque, a detta di qualche suo biografo, nei primi del Seicento a Foglianise 4. Dopo un vuoto di poco più di trent anni, nel 1631, Marco II figlio di Orazio, fu bussolato, ma non eletto, a governatore dell Annunziata e si candidò con esito negativo nel 1632. Sempre Marco nel 1639 fu proposto a deputato delle fiere, e nel successivo settembre, a capitano di Montorso, senza tuttavia essere eletto, forse perché non in sintonia con gli interessi dei baroni napoletani e dei loro alleati locali 5. Il figlio di Marco II, Marsilio, nel 1655 fu nominato revisore dei conti dell Annunziata, mentre si candidò, con esito negativo, a consigliere nel 1657 e nel 1659 6. Della linea di Giovanni non si hanno notizie circa la partecipazione alla vita politica del primo Seicento, sicuramente Francesco II lasciò la città sannita, tant è che suo figlio Domizio nel 1664 dovette intentare il processo di reintegra al seggio nobile. Se dunque nel Cinquecento l attività dei Pedicini all interno dell Universitas beneventana è visibile, ancorché non eccelsa, nel corso del primo Seicento e fino agli anni Settanta, si evince una loro sostanziale esclusione dal potere, a seguito della formazione e della serrata del Seggio anch essa. Sotto l effigie vi è una iscrizione in latino, in cui si dice che è privilegio donato da Carlo V Imperatore Massimo al suo duca Giacomo Pedicini. 4 A. ZAZO, Dizionario bio-bibliografico del Sannio, pag. 315; MONSIGNOR FRANCESCO PEDICINI, San Menna solitario, pag. 26-27. 5 MdS, ASBN, Arch. Nobili-Comunità, vol. VI, ff. 81 e ss., 127-131, 337, 340, 379 e 381; ASBN, Fondo Pedicini, vol. XIII, f. 357; ASBN, Notaio Sebastiano Piperno, Atti Notai, anno1666 n. 2525. Marco Pedicini acquista da Marco Gallo una casa palaziata in Benevento, che era sita nella parrocchia di San Giovanni della Fragola, oggi San Donato, attaccata alla porta di San Lorenzo. 6 Mds, ASBN, Arch. Nobili-Comunità, vol. VII, ff. 23 e 40-46.

beneventano, invaso da nobili regnicoli. Un blocco di forze, quest ultimo, che era riuscito ad isolare molti altri nobili filoromani. Il ramo di Giovanni Pedicini l altro quello di Pietro, nel secondo Seicento non aveva più eredi maschi 7 - prese a rinverdire negli anni successivi alla peste ed ebbe il definitivo decollo alla fine del secolo, a seguito di un preciso evento: il matrimonio, nel 1668, di Domizio Pedicini 8 con la sorella di Vito Antonio Colle, uomo dei Chigi nonché leader della fazione filoromana 9. Con quel matrimonio, in pratica, si era creato il nocciolo intorno al quale si sarebbe enucleata la renovatio nobilium. Il resto è del tutto scontato: nel 1669 Giacomo Pedicini, fratello di Domizio, fu nominato vescovo di Guardialfiera 10. Nel 1673 Domizio fu, d autorità, reintegrato fra i nobili 11, che, dal canto loro, nello stesso anno, gli negarono la nomina a consigliere. 7 Faustina Pedicini, figlia di Marsilio, della linea di Pietro, è, alla fine del Seicento, l ultima erede e sposa Orazio Pacca, marchese di Matrice. Faustina fu madre del celeberrimo arcivescovo di Benevento mons. Francesco Pacca, nato il 30 gennaio 1692. 8 ASBN, Fondo Pedicini, fasc. 15.b, ff. 18, Notizie sui beni in Vitulano della famiglia Pedicini, le notizie riportate si riferiscono ad atti rogati tra il 1624 e il 1717; ASBN, Notaio Maccario Ricci, vol. 2429. Domizio Pedicini acquista da sua cugina Faustina una parte della casa palaziata sita nel casale di Foglianise, in Principato Ultra, detto Palazzo, di cui Domizio stesso possiede l altra parte. 9 ASBN, Notaio Maccario Ricci, vol. 2414, ff. 188 e ss., 12 aprile 1668. Il rito matrimoniale fu celebrato nella chiesa di San Donato in Benevento. Antonia Colle ebbe in dote liquidi, beni immobili e corredali, sia da parte della madre che dei fratelli della madre. In tutto la dote ammontò a 1.100 ducati così ripartiti: a) ducati 100 in beni corredali; b) un apoteca sita et posta nel luogo dove si dice il Pontile redditizia a San Marco de Savariani e alla strada Canarella per prezzo di ducati 100 ; c) una casa di più e diversi membri et giardinette et altre commodità sita e posta nella parrocchia di Santa Lucia per ducati 300 franca e libera da ogni peso ; d) un capitale di 400 ducati in moneta contante, da pagarsi in quattro rate al 5% di interesse annuo; e) una casa di più e diversi membri sita nel luogo dove si dice l Olivola redditizia alla strada Camarella in annui carlini dieci, e ciò per prezzo di ducati 200 quale prezzo di stabili. 10 E. RICCA, La nobiltà, cit., p. 506. 11 MdS, ASBN, Arch. Nobili-Comunità, vol. VII, f. 131. Ecco la lettera del cardinale scritta il 17 febbraio e letta in Consiglio il 26 seguente: Illustre e Molto Reverendo Signore come Fratello. Avendo rappresentato a N. S. la di lei informazione, che Domizio Pedicini sia originario nobile beneventano consanguineo di Marco e Marsilio Pedicini, si è degnato la Santità Sua ordinare che V. S. faccia godere a detto Domizio le prerogative stesse dei

Domizio dovette accontentarsi della speciale delegazione per la costruzione della nuova sede del Seggio. Solo nel maggio del 1686 fu eletto deputato delle strade. Una carriera politica difficile, intralciata dalle resistenze del vecchio patriziato filonapoletano. Ma, evidentemente, il vento di Roma soffiava impetuoso ed irresistibile. Il figlio Giovan Battista non trovò ostacoli di sorta e percorse un incredibile cursus honorum 12 : consigliere nel 1689, deputato dei ponti nel 90, consigliere nel 95, nel 99, nel 1709 e nel 1719. Nel 1710 sposò Vittoria De Simone 13, la cui famiglia vantava ascendenze illustri tra la nobiltà di toga regnicola e che possedeva, tra l altro, Ginestra degli Schiavoni, feudo situato tra Reino e Casalbore, in una zona cioè di comunicazione tra Molise, Capitanata Settentrionale e Principato Ultra 14. In questa, come in molte altre famiglie nobili dell epoca, vigeva la regola del maggiorascato, per cui il figlio maschio maggiore ereditava proprietà e titoli ed assicurava la discendenza. I fratelli minori si dedicavano alla carriera ecclesiastica o militare. I fratelli di Giovan Battista, Imperiale e Carlo, conseguirono dal canto loro altrettanti successi nella gerarchia ecclesiale. Imperiale, nato nel 1675, fu canonico diacono del Capitolo metropolitano a partire dal 1701 15, 12 suoi antenati e consanguinei, tanto si contenterà di eseguire, e Iddio la prosperi. Roma 17 febbraio 1673. Di V. S. come Fratello G. Cardinale Altieri. MdS, ASBN, Arch. Nobili-Comunità, vol. VII, ff. 165-278 e 302-346 13 ASBN, Fondo Pedicini, vol. 13, Libro maestro o sia registro generale di tutti li beni e rendite che possiede la famiglia Pedicini, 1746. 14 I De Simone furono aggregati al patriziato beneventano, per ordine pontificio, nel 1695. Venuta a Napoli con gli Angioini, questa famiglia, tra Cinque e Seicento, faceva parte della nobiltà di toga ed era inserita perciò nelle istituzioni amministrative e magistraturali del Regno: Tommaso Aniello De Simone fu razionale della Sommaria dal 1571 fino al 1590. Ottavio dal 1643 fino al 1663 fu presidente della stessa Camera della Sommaria. Tommaso fu uditore di Calabria Citra nel biennio 1668-9 e di Principato Citra nel 1672-3. B. G. INTORCIA, Magistrature, cit. Così come per i Pedicini, anche per i De Simone l amicizia con il cardinale Orsini fu determinante, non solo in campo politico, ma soprattutto ecclesiastico. 15 ASBN, Fondo Pedicini, vol. 6, ff. 291 Broliardo di diverse scritture per l esecuzioni delle visite urbane 1704-1716. Scandagli e misure di lavori fatti e da farsi dopo i

ritrovandosi assieme ad altri congiunti, ossia Girolamo, Giuseppe e Niccolò Colle, rispettivamente suocero e cognati del padre Domizio Pedicini 16. Tesoriere del Capitolo fino al 1713, Imperiale fu nominato vescovo di Volturara e Montecorvino nel 1718. L altro fratello di Giovan Battista, Carlo, fu anche egli canonico a partire dal 1710 e tesoriere del Capitolo dal 1723 17. 16 17 terremoti del 1688 e del 1702, raccolti dall Abate Imperiale Pedicini, Canonico e Tesoriere della Chiesa Metropolitana, Prefetto deputato dal Cardinale Orsini sopra le fabbriche di più chiese di questa città. Effemeridi della solenne funzione della benedizione delle Mitre, fatta ai 24 Dicembre 1701 all Ill. Capitolo Metropolitano di Benevento; BCBN, Gesta Ill.mi Capituli Beneventani, voll. 501-506. BCBN, Gesta ill.mi Capituli Beneventani, voll. 501-506. Di lui A. Zazo dice che, nato a Benevento nella seconda metà del XVII secolo, dottore in Diritto civile e canonico, fu arciprete ed esaminatore sinodale di quella Chiesa. Per incarico dell arcivescovo Vincenzo Maria Orsini poi Papa Benedetto XIII, compilò nel 1713 un Index generalis voluminum et monimentorum quae servantur in Biblioteca Reverendi Capituli Ecclesiae Metropolitanae di sicuro interesse storico-archivistico e non solo locale (A. ZAZO, Dizionario, cit., p. 313).