Allegato 2 - Indice di rischio per i Comuni della Provincia di Modena Dal Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi 2012 2016 è possibile identificare quali Comuni della Provincia di Modena sono soggetti a rischio Moderato, quali a rischio Debole e quali a rischio Trascurabile (che non vuole dire assente!). Nessun Comune in Provincia ricade nella classificazione di rischio Marcato. Comune Indice di rischio Superficie territorial e (ha) Valutazione pericolosità potenziale per gli incendi calcolata sulla base delle caratteristiche territoriali di uso del suolo e fitoclimatiche Valutazione vulnerabilit à potenziale calcolata sull'uso del suolo nell'intorn o delle aree incendiate e dei punti di innesco Numero incendi nel periodo di osservazione Superfici (ha) percorse da incendio nel periodo di osservazione N annate con eventi nel periodo di osservazione Rischio "MODERATO" MARANO SUL PANARO 2,20 4515 1,462 2,193 4 44,49 3 ZOCCA 2,02 6914 1,184 1,307 16 51,83 7 POLINAGO 2,00 5380 1,237 0,655 13 33,3 8 Rischio "DEBOLE" PRIGNANO SULLA SECCHIA 1,99 8016 1,453 0,520 19 19,34 6 PAVULLO NEL FRIGNANO 1,99 14405 1,150 0,445 39 39,16 13 LAMA MOCOGNO 1,95 6373 1,060 0,451 25 13,98 10 SERRAMAZZONI 1,76 9333 1,256 0,900 18 18,27 6 MONTEFIORINO 1,62 4538 1,145 0,420 13 4,18 6 MONTESE 1,55 8074 1,184 0,685 9 9,6 8 PIEVEPELAGO 1,45 7637 1,090 0,218 9 33,99 5 PALAGANO 1,44 6040 1,046 0,170 11 4,0 8 SESTOLA 1,40 5244 1,139 0,870 4 7,34 4 MONTECRETO 1,39 3115 1,097 0,00 5 2,50 3 FRASSINORO 1,30 9595 1,078 0,210 11 3,29 5 FIUMALBO 1,09 3930 1,083 0,00 0 0,0 0 Rischio "TRASCURABILE" FIORANO MODENESE 0,93 2639 0,70 0,00 2 5,50 2 MARANELLO 0,76 3272 0,749 0,00 0 0,0 0 SASSUOLO 0,78 3872 0,711 0,273 1 1,53 1 SAVIGNANO SUL PANARO 0,75 2544 0,66 0,308 1 1,10 1 CASTELVETRO DI MODENA 0,51 4972 0,479 0,005 1 0,10 1 SAN CESARIO SUL PANARO 0,15 2735 0,157 0,00 0 0,0 0 SPILAMBERTO 0,14 2966 0,142 0,00 0 0,0 0 MODENA 0,12 18345 0,104 0,028 2 0,61 1 FORMIGINE 0,11 4703 0,07 0,084 1 0,01 1 CAVEZZO 0,07 2683 0,077 0,00 0 0,0 0 SAN POSSIDONIO 0,07 1704 0,075 0,00 0 0,0 0 CASTELNUOVO RANGONE 0,06 2237 0,06 0,00 0 0,0 0 CAMPOSANTO 0,06 2265 0,06 0,00 0 0,0 0 SAN PROSPERO 0,06 3448 0,06 0,00 0 0,0 0 CASTELFRANCO EMILIA 0,06 10246 0,03 0,077 1 1,61 1 MEDOLLA 0,05 2680 0,05 0,00 0 0,0 0 CAMPOGALLIANO 0,05 3514 0,05 0,00 0 0,0 0 CARPI 0,05 13147 0,05 0,00 0 0,0 0 SOLIERA 0,05 5139 0,05 0,00 0 0,0 0 NONANTOLA 0,04 5536 0,04 0,00 0 0,0 0 MIRANDOLA 0,04 13706 0,04 0,00 0 0,0 0 CONCORDIA SULLA SECCHIA 0,04 4119 0,04 0,00 0 0,0 0 BASTIGLIA 0,04 1052 0,04 0,00 0 0,0 0 BOMPORTO 0,04 3912 0,04 0,00 0 0,0 0 NOVI DI MODENA 0,03 5186 0,03 0,00 0 0,0 0 FINALE EMILIA 0,03 10474 0,03 0,00 0 0,0 0 SAN FELICE SUL PANARO 0,02 5158 0,02 0,00 0 0,0 Per ogni Comune è stato calcolato un indice che corrisponde alla media ponderata per superficie di tutti i valori di suscettività attribuiti ai poligoni costituenti carta analitica della pericolosità potenziale, costruita sovrapponendo l uso del suolo e la carta di analisi fitoclimatiche. Su base
comunale, sono stati quindi analizzati i punti di innesco degli incendi fino al 2005. Sono stati infine analizzati i dati statistici su base comunale relativi a numerosità ed estensione degli incendi utilizzando le banche dati alfanumeriche del Corpo Forestale dello Stato (complete e disponibili su tutto il territorio regionale già per il 1994 e dal 1996 al 2010). Il modello previsionale adottato, dunque, combinando il rischio potenziale intrinseco nei soprassuoli con la statistica degli eventi, produce un ipotesi di maggiore o minore rischio per gli incendi, secondo il ragionamento in base al quale la presenza di formazioni infiammabili induce una situazione di potenziale rischio anche là dove mai si è verificato un incendio; là invece dove si sono già verificati incendi, c'è sempre il rischio che il fenomeno si ripeta.
1. CARTA DELLA PERCOLOSITA PER GLI INCENDI DI INTERFACCIA E VALUTAZIONE VULNERABILITA Con il termine INCENDIO DI INTERFACCIA si intende un fuoco di vegetazione che si diffonde o può diffondersi su linee, superfici o zone ove costruzioni o altre strutture create dall uomo si incontrano o si compenetrano con aree vegetate creando condizioni di pericolosità particolari. Ai fini della rappresentazione del rischio si ritiene utile suddividere le aree a rischio di incendio di interfaccia in due sottoaree rappresentabili distintamente in cartografia: 1. La fascia di interfaccia vera e propria che sarà individuata all interno delle aree antropizzate (abitati, infrastrutture, strutture ricettive, ecc.), di larghezza variabile in funzione della tipologia delle strutture e di altri parametri ambientali. 2. La fascia perimetrale ovvero una superficie esterna alla precedente e individuata sul territorio non antropizzato avente una larghezza indicativa di 100-200 metri. A scopo cautelativo, al livello provinciale, alla fascia di interfaccia è stata assegnata un ampiezza di 50 metri, alla fascia perimetrale di 200 metri. La metodologia per la redazione della carta in oggetto trae spunto dalle indicazioni del Manuale Operativo allegato all ordinanza n. 3624/2007, tenendo conto delle caratteristiche del territorio regionale; essa è basata sull analisi comparata di tre fattori, cui è stato attribuito un peso diverso a seconda dell incidenza che ognuno di questi ha sulla dinamica dell incendio. Tali fattori sono: 1 Morfologia 2 Tipologia di vegetazione 3 - Esposizione prevalente Per quanto riguarda la morfologia si fa notare che, a livello provinciale, ci si è limitati a utilizzare il parametro della pendenza indipendentemente dalla ubicazione delle strutture antropiche, mentre in sede di predisposizione dei Piani di livello locale (a grande scala), oltre al parametro della pendenza, verrà tenuta in considerazione anche la direzione ascendente o discendente rispetto alle aree urbane.
Criteri per la valutazione della vulnerabilità A livello di realizzazione di Piani locali, verranno effettuati ulteriori approfondimenti per valutare la vulnerabilità del territorio antropizzato. Prendendo in considerazione la fascia di interfaccia si dovranno considerare tutti gli esposti presenti in tale fascia che potrebbero essere interessati direttamente dal fronte del fuoco. A tal fine tale fascia potrà essere suddivisa nel suo sviluppo longitudinale in tratti sul cui perimetro esterno insiste una pericolosità omogenea. Effettuata tale individuazione si provvederà a valutarne all'interno di ciascun tratto la vulnerabilità procedendo in modo speditivo (valutando un peso complessivo sulla base del numero di esposti) o analitico (valutando anche l incendiabilità dell esposto e la disponibilità di vie di fuga). Per l individuazione e la perimetrazione degli insediamenti, delle infrastrutture e degli elementi esposti in genere, si rimanda alle informazioni contenute nei sistemi informativi territoriali locali, ai dati detenuti a livello locale (catasto, grafo stradale, anagrafe, servizi sociali), nonché ai censimenti degli elementi vulnerabili condotti nell ambito della pianificazione locale di protezione civile. Tra i dati cartografici regionali che possono essere utili all individuazione delle aree esposte al rischio in questione, si segnalano in particolare:
- Database topografico regionale - Ortofoto satellitari - Carta dell uso del suolo Il metodo proposto dal manuale operativo, prevede di considerare gli esposti presenti nell area di interfaccia, che potrebbero essere interessati direttamente dal fronte del fuoco. Tra i diversi esposti particolare attenzione andrà rivolta alle seguenti tipologie: - Ospedali; - Scuole; - insediamenti produttivi ed impianti industriali particolarmente critici; - luoghi di ritrovo (stadi, teatri, aree picnic, luoghi di balneazione); - infrastrutture ed opere relative alla viabilità ed ai servizi essenziali e strategici; La valutazione della sensibilità degli elementi esposti trae spunto dalla specifica tabella contenuta nel manuale; ad integrazione della medesima, si indicano di seguito una serie di elementi significativi (sia in termini di sensibilità che di incendiabilità) che caratterizzano le realtà soggette a questo tipo di rischio sul territorio regionale, cui rivolgere particolare attenzione in fase di pianificazione locale: - case di cura, strutture sociosanitarie; - campeggi, colonie, altre strutture turistiche; - parchi divertimento; - depositi carburante, serbatoi GPL; La valutazione del rischio si effettuerà incrociando il valore di pericolosità in prossimità del perimetro esterno ai tratti con la vulnerabilità di ciascun tratto; il risultato finale è il rischio presente all'interno e lungo tutta la fascia di interfaccia.
2. CARTA DEGLI OBIETTIVI PRIORITARI DA DIFENDERE In fase di predisposizione, adeguamento e aggiornamento dei programmi e piani provinciali, sulla base dei parametri sottoelencati sono state individuate le aree prioritarie ed eventualmente ulteriori aree sensibili per le quali definire priorità operative locali e modalità di intervento specifiche. 1- Aree forestali e naturali comprese nelle aree protette adiacenti la costa adriatica soggette ad elevata pressione turistica e con presenza di un considerevole numero di infrastrutture. 2- Complessi forestali costituiti prevalentemente da boschi di conifere adiacenti le aree urbane o con presenza diffusa di costruzioni ad uso abitativo o produttivo. 3- Aree forestali e naturali che ospitano habitat di interesse comunitario e altre aree di rilevante importanza ecologica ed ambientale come le zone A di protezione integrale dei parchi. 4- Eventuali altre aree forestali il cui accesso risulti precluso ai mezzi terrestri A.I.B..