Oggetto: Piano Nazionale Influenza Aviaria applicazione nella Regione Lazio

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Ufficio di staff Osservatorio Epidemiologico Alla c.a Dr.ssa Valeria Ficarelli Regione Lazio Direzione Regionale Salute e Politiche Sociali Area Sanità Veterinaria inviato per e-mail Oggetto: Piano Nazionale Influenza Aviaria 2017 - applicazione nella Regione Lazio 1. PREMESSA Ai sensi del Decreto Ministeriale del 13 novembre 2013 tutte le aziende commerciali che detengono volatili da cortile devono essere registrate presso i Servizi Veterinari delle ASL all interno della Banca Dati Nazionale dell Anagrafe zootecnica (BDN). Sono esclusi dalla registrazione in BDN gli allevamenti rurali, intesi come luoghi privati in cui vengono allevati un numero di capi non superiore a 250, destinati esclusivamente all autoconsumo. Le categorie di volatili da campionare secondo il Piano Nazionale redatto dal Centro di Referenza sono state individuate dallo scrivente Osservatorio in quanto non sempre direttamente riconducibili a quanto presente in BDN, per l uso di criteri di classificazione diversi tra i due enti. Si sottolinea l importanza dell aggiornamento delle caratteristiche degli allevamenti avicoli in BDN da parte delle ASL. Il possibile disallineamento tra BDN e reale numero di allevamenti potrebbe esitare in una sovrastima di animali da campionare, con conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano Influenza Aviaria per la Regione Lazio. 1

2. PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA 2.1 ANIMALI DOMESTICI Il Piano Nazionale 2017 prevede attività diversificate per le province laziali: - Roma e Viterbo, a rischio medio, devono effettuare la sorveglianza sugli animali domestici (tutti gli allevamenti presenti di, galline ovaiole free-range, tacchini da carne, selvaggina allevata e un campione stratificato di galline ovaiole), in analogia a quanto previsto negli anni passati. Inoltre devono campionare tutte le aziende presenti di svezzatori; - Frosinone, Latina e Rieti, a rischio basso, non devono effettuare a differenza di quanto previsto nei Piani fino al 2014 - campionamenti nelle seguenti specie di animali domestici: ovaiole, tacchini, selvaggina allevata, anatre, polli. Devono invece campionare tutte le aziende presenti di svezzatori. Le attività previste dal Piano Nazionale IA sono schematizzate nella tabella seguente: Tabella 1: categorie e modalità di campionamento per IA nel Lazio nel 2017 PROVINCIA CATEGORIA NUM. CAMPIONI PERIODICITA RM e VT FR, LT, RI, RM, VT galline ovaiole al chiuso galline ovaiole free-range tacchini da carne selvaggina allevata (gallinacei) riproduttori e adulti rurali all aperto svezzatori accreditati per il commercio extra regionale o autorizzati a partecipare a fiere/mercati svezzatori restanti 10-20 per allevamento* 10 per allevamento 5 animali per unità, Minimo 10 Massimo 20** 1 volta/anno sierologico 2 volte/anno (primavera e autunno) mensile trimestrale TIPO DI CAMPIONAMENTO virologico (tampone) sierologico e, se presenti anatidi, virologico (tampone) ** * cit Piano IA 2017: In ogni allevamento (omissis) saranno sottoposti a prelievo di sangue almeno 10 volatili, selezionati casualmente fra gli animali presenti nelle diverse unità produttive. Se l azienda è costituita da più di un capannone, è necessario effettuare almeno 5 campioni per ogni capannone fino ad un massimo di 20. ** cit D.M 25/06/2010: Gli allevamenti di svezzamento sono sottoposti a prelievo sierologico, almeno 5 animali per unità produttiva, con un minimo di 10 animali per azienda ed un massimo di 20; nel caso siano presenti anatidi, questi devono essere sottoposti a prelievi per l esame virologico (tamponi cloacali sui singoli soggetti e pool di feci fresche) con la stessa numerosità sopra indicata. Per ogni categoria di produzione avicola sopra riportata, il numero di aziende da sottoporre a campionamento è indicato nella tabella 2, seguendo le istruzioni del Piano Nazionale. Il numero totale di prelievi da effettuare nei volatili domestici è riportato nella tabella 3. 2

Qualora il numero di allevamenti da campionare previsto dal presente documento non corrisponda a quanto effettivamente presente sul territorio, si prega di darne tempestiva comunicazione per mail allo scrivente Osservatorio (oevr@izslt.it) che lo comunicherà al Centro di Referenza al fine di non incorrere nel mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano. Svezzatori Il campionamento dovrà essere effettuato secondo le specie allevate e le caratteristiche dei flussi commerciali (cfr Tabella 1), in base a quanto stabilito dal Ministero della Salute nel provvedimento D.M. 25/06/2010. Il numero atteso di allevamenti da sottoporre a campionamento è 26 aziende in tutto il Lazio. Tabella 2: numero di allevamenti di volatili domestici da prelevare per IA nel Lazio RM RM RM RM RM RM SPECIE VT RI LT FR TOTALE 1 2 3 4 5 6 Tacchini da carne 0 0 0 0 0 0 9 0 0 0 9 Ovaiole al chiuso* 4 1 1 1 4 4 27 0 0 0 42 Ovaiole free-range 1 0 3 0 3 0 13 0 0 0 20 Selvaggina allevata ripr. e adulti 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 Rurali all aperto 0 0 0 4 4 4 12 0 0 0 24 Svezzatori 26 26 * campionamento stratificato in base al numero di allevamenti presenti 2.2 ANIMALI SELVATICI Nella regione Lazio sarà attuata solo la sorveglianza passiva. Devono essere sottoposti ad analisi i campioni provenienti dai volatili selvatici trovati morti o abbattuti con sintomatologia in tutto il territorio regionale. Verrà posta maggiore attenzione alle positività rilevate in animali rinvenuti morti in zone umide con particolare riferimento a quelle maggiormente interessate sia dai flussi migratori sia dall'allevamento intensivo del pollame. La popolazione target è prevalentemente rappresentata dalle specie acquatiche. In particolare la Commissione Europea ha fornito una lista di specie definite bersaglio che devono essere oggetto di controllo mirato (Allegato II, Parte 2 della Decisione 2010/367/UE). Nel caso di mortalità anomala, volatili di specie bersaglio con sintomatologia (o agonizzanti), le carcasse devono essere inviate con le modalità previste dal manuale operativo all'izs competente per territorio per le successive analisi. Il numero di campioni attesi è di circa 800 in tutta Italia e quindi circa 40 nella Regione Lazio. 3

2.3 AREE A RISCHIO E SORVEGLIANZA BASATA SUL RISCHIO Nel Lazio sono presenti aree considerate a rischio (da non confondere con le aree a rischio per gli allevamenti industriali indicate nel Piano IA), in quanto aree di svernamento del germano reale (Allegato 1 del Piano Nazionale). In tali aree (Figura 1) deve essere intensificata la sorveglianza sugli episodi di mortalità nelle specie selvatiche e devono essere applicate con particolare attenzione le misure di biosicurezza per la prevenzione della diffusione dell Influenza aviaria. L elenco indicativo dei Comuni ricadenti in tali aree è compreso nella tabella 4. In questi Comuni devono essere scelti in modo prioritario gli allevamenti rurali in cui effettuare i prelievi ai fini del monitoraggio con periodicità semestrale (ASL di RM 4, 5, 6 e VT). 3. SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA NEL LAZIO In Europa ed in Italia nel corso del 2016 e dei primi mesi del 2017 si è propagata un epidemia di HPAI dovuta al virus H5N8. Nel Lazio al momento attuale non ci sono evidenze di circolazione virale, anche a seguito dei controlli straordinari richiesti dal Ministero della Salute. L ultimo focolaio notificato di IA nella regione è dovuto a un virus LPAI H5 nel Comune di Genazzano (RM), risalente al 2012. Figura n. 1: aree a rischio per Influenza Aviaria nella Regione Lazio 4

Tabella 3: e distribuzione dei prelievi per il Piano di Sorveglianza Nazionale Influenza Aviaria 2017 per avicoli domestici ASL SPECIE / ORIENTAMENTO PRODUTTIVO Num allevamenti da campionare MINIMO campioni per allevamento per ingresso MASSIMO campioni per ingressi TIPO PRELIEVO allevamento per ingresso minimo di test sierologici da effettuare (H5 + H7) massimo di test sierologici da effettuare (H5 + H7) totale di test virologici da effettuare TUTTE Svezzatori LE ASL 26 10 20 4-12 S+(T) 2080 12480 40 RM 1 Ovaiole al chiuso 4 10 20 1 S 80 160 Ovaiole all'aperto 1 10 20 1 S 20 40 RM 2 Ovaiole al chiuso 1 10 20 1 S 20 40 RM 3 Ovaiole al chiuso 1 10 20 1 S 20 40 Ovaiole all'aperto 3 10 20 1 S 60 120 RM 4 Ovaiole al chiuso 1 10 20 1 S 20 40 Rurali 4 10 10 2 T 80 Ovaiole al chiuso 4 10 20 1 S 80 160 RM 5 Ovaiole all'aperto 3 10 20 1 S 60 120 Rurali 4 10 10 2 T 80 RM 6 Ovaiole al chiuso 4 10 20 1 S 80 160 Rurali 4 10 10 2 T 80 Tacchini da carne 9 10 20 1 S 180 360 Ovaiole al chiuso 27 10 20 1 S 540 1080 VT Ovaiole all'aperto 13 10 20 1 S 260 520 Rurali 12 10 10 2 T 240 Selvaggina riproduttori 1 10 20 1 S 20 40 TOTALE 3520 15360 520 * S: sierologico; T. tampone. 5

Tabella 4. Elenco Comuni ricadenti nelle aree a rischio PROVINCIA COMUNE PROVINCIA COMUNE Amaseno Acquapendente Arnara Bagnoregio Boville Ernica Barbarano Romano Castelliri Bassano in Teverina Castro dei Volsci Blera Ceccano Bolsena Ceprano Bomarzo Frosinone Calcata Giuliano di Roma Canepina FR Isola del Liri Capodimonte Monte San Giovanni Campano Castiglione in Teverina Paliano Celleno Pofi Civita Castellana Ripi Civitella d'agliano Sora Faleria Strangolagalli Gradoli Torrice Graffignano Veroli Grotte di Castro Villa Santo Stefano VT Lubriano LT Latina Montalto di Castro Colli sul Velino Monte Romano Contigliano Montefiascone RI Greccio Onano Labro Oriolo Romano Rieti Orte Albano Laziale Proceno Allumiere San Lorenzo Nuovo Ariccia Soriano nel Cimino Canale Monterano Tarquinia Cerveteri Vallerano Civitavecchia Vasanello Colleferro Vejano Fiumicino Vetralla Genazzano Vignanello RM Ladispoli Villa San Giovanni in Tuscia Magliano Romano Viterbo Mazzano Romano Vitorchiano Nettuno Olevano Romano Rignano Flaminio Roma Santa Marinella Sant'Oreste Tolfa Valmontone Il responsabile del procedimento Dr. Andrea Carvelli andrea.carvelli@izslt.it tel 06/79099473 Il Dirigente (F.to Dr.ssa Paola Scaramozzino) 6