ATTI DEL CONVEGNO IL LAICO DOMENICANO



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Transcript:

ATTI DEL CONVEGNO IL LAICO DOMENICANO E L AMBITO FAMILIARE FIRENZE, 30 MAGGIO 2015 CONVENTO SANTA MARIA NOVELLA

INDICE Lettera di Invito... 4 Programma del Convegno... 5 Saluto di S. Em. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze... 6 Saluto di Paola Bedini, Presidente della Fraternita di Firenze... 7 Saluto di p. Aldo Tarquini op, padre provinciale... 8 Saluto di p. Daniele Cara op, priore del convento di Santa Maria Novella... 10 Intervento del Dott. Gianni Pinna, consigliere provinciale... 11 Le basi tomiste della famiglia moderna... 11 Intervento del prof. Giulio Alfano, Pontificia Università Lateranense... 12 Il concetto di PERSONA per la famiglia, nucleo della società... 12 Intervento di p. Alberto Viganò op, promotore provinciale... 16 Spiritualità familiare... 16 Presupposti teologici... 17 Compiti spirituali della Famiglia... 18 La grazia sacramentale del matrimonio.... 23 Intervento di Edoardo Mattei, consigliere provinciale... 24 La FAMIGLIA DIGITALE: i nuovi rapporti familiari... 24 Introduzione... 24 Famiglia come Gruppo Coeso in Dissoluzione... 25 Da Gruppo Sociale a Individui Interconnessi... 25 Rapporti Malati... 26 Alcuni effetti... 27 Cosa possiamo fare... 27

Lettera di Invito

Programma del Convegno

Saluto di S. Em. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze

Saluto di Paola Bedini, Presidente della Fraternita di Firenze Benvenuti a tutti a Firenze, in questa bellissima basilica che avremo modo anche di visitarla. Io sono la nuova presidente della Fraternita del «Beato Angelico» che racchiude due fraternite insieme perché qui a Firenze abbiamo due presenze domenicane importanti. Questa di Santa Maria Novella è addirittura del 1219 dove dodici frati domenicani giunsero da Bologna, come i dodici apostoli, per fondare il convento dei Frati Predicatori. Abbiamo così la basilica che vedete e poi San Marco, dove fu priore sant Antonino, teologo, arcivescovo e letterato. Spero che passerete una bella giornata con noi. Il tema è attualissimo e possiamo trarre beneficio dallo sviluppo che ne faranno i relatori. Non ci resta che cominciare. Buon lavoro a tutti.

Saluto di p. Aldo Tarquini op, padre provinciale Buongiorno e benvenuti. Mentre vi rivolgo questo mio saluto e vi faccio gli auguri di buon lavoro per questo Convegno, di cui mi rallegro anche per la scelta del tema e per il programma. Credo che quello familiare sia l ambito più tormentato e travagliato della nostra società. Chi meglio di voi laici può avvertirne la drammaticità e la complessità e chi più di voi è chiamato a dare un contributo per capire le cause di questa crisi e trovare una soluzione, un superamento. La crisi dell istituto familiare è sotto l occhio di tutti e non da poco tempo. Di fronte a questo fenomeno ci possono essere vari atteggiamenti: c è quello di chi si dispera perché vede crollare valori e certezze oppure quello di chi si rassegna quasi non ci fosse nulla da fare se non assistere a questa deriva. Poi c è quello di chi lancia anatemi appellandosi ad una realtà ideale che nella vita non esiste. Nessuno di questi atteggiamenti si addice a un cristiano. La nostra posizione è di chi è inserito nel mondo, un mondo da evangelizzare, un mondo che consideriamo in modo gratuito cristiano ed invece è un mondo profano che ha i suoi percorsi, le sue regole. In questo mondo siamo chiamati a vivere e a testimoniare che è possibile vivere le relazioni familiari in un altro modo. Se questo è vero per i cristiani in genere lo è ancora di più per i cristiani che appartengono ad una famiglia, quella domenicana, che ha per missione l evangelizzazione, la predicazione. Sappiamo che evangelizzare significa portare una buona notizie. A questo proposito papa Francesco qualche tempo fa ha detto: La "buona notizia" della famiglia è una parte molto importante dell evangelizzazione, che i cristiani possono comunicare a tutti, con la testimonianza della vita; e già lo fanno, questo è evidente nelle società secolarizzate: le famiglie veramente cristiane si riconoscono dalla fedeltà, dalla pazienza, dall apertura alla vita, dal rispetto degli anziani Il segreto di tutto questo è la presenza di Gesù nella famiglia. Proponiamo dunque a tutti, con rispetto e coraggio, la bellezza del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo! 1 Vorrei concludere leggendo un brano abbastanza noto della Lettera a Diogneto che parla dei cristiani nel mondo. 1 Messaggio ai partecipanti alla XXI Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 25 Ottobre 2013

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 2 Questo è il messaggio che ci viene incontro in questa occasione in cui siamo chiamati a riflettere su «Il laico domenicano e l ambito familiare». Purtroppo non mi posso trattenere per precedenti impegni, vi auguro buon lavoro e speriamo che questo incontro sia fruttuoso. 2 Lettera a Diogneto, V,1-9

Saluto di p. Daniele Cara op, priore del convento di Santa Maria Novella Il mio Benvenuto ve l ho dato con questo opuscolo di Santa Maria Novella che vi servirà per la visita che faremo nel pomeriggio dove vedrete la bellezza riscoperta dai recenti lavori di restauro e manutenzione. Riguardo al nostro incontro, ho solo una breve riflessione: l importanza della formazione ai diversi ambiti e il tema oggi è quello della famiglia. Nel passato ho già insisto che i laici domenicani nell ambito della conoscenza della Parola di Dio e della conoscenza della situazione del mondo in cui viviamo, dovevano essere dei laici preparati o attenti a vivere nella società odierna. Se la Chiesa lo chiede a tutti i laici, soprattutto con Giovanni Paolo II, che siano capaci di testimoniare e di esprimere e spiegare i fondamenti della loro fede e della loro speranza. Credo, a maggior ragione, questo compito spetti ai laici domenicani pur nelle povertà e fragilità che ci possono essere come in tutte le parti del mondo fra i frati, le suore e le monache. Incontrarsi nelle singole fraternite e approfondire la Parola di Dio e mettersi in confronto, un confronto di serenità e di annuncio al mondo in cui siamo chiamati a vivere. Io, senza voler offendere nessuno, ho spesso detto che le Fraternite Laiche Domenicane non sono i Gruppi di Padre Pio. Non per disprezzare le cose sante, ma le Fraternite sono altre cose. L Ordine si caratterizza nel riconoscere la Verità, nel cercare la Verità, di non averla sempre in tasca pronta di fronte ai problemi che tratterete anche oggi perché non abbiamo risposte sempre per tutte le cose e non possiamo neanche chiuderci nella sicurezza che nascono da posizioni consolidate perché la vita le mette in discussione. Vi saluto ma avremo occasioni di vederci.

Intervento del Dott. Gianni Pinna, consigliere provinciale Le basi tomiste della famiglia moderna

Intervento del prof. Giulio Alfano, Pontificia Università Lateranense Il concetto di PERSONA per la famiglia, nucleo della società Nell attuale situazione politica e sociale parlare di famiglia significa toccare inevitabilmente i caratteri fondamentali non solo del nostro vivere civile ma ricordare i valori essenziali su cui poggia la nostra realtà politica e culturale. Va detto, infatti, che la famiglia costituisce il primo nucleo della società, come anche recita la nostra Costituzione Repubblicana; infatti essa è l essenza di quello che in politica si definiscono corpi intermedi dello stato e quindi va anche precisato cosa si intende per stato. Esso oggi viene considerato un momento unitario di consapevolezza giuridica dell azione, a conferma che gli stati moderni e democratici non assorbono l intera totalità della vita dell uomo- cittadino, ma ne costituiscono il momento determinate del vivere civile senza ledere l intangibilità della vita privata. L uomo contemporaneo non vive per lo stato, come veniva considerato nelle istituzioni politiche ancora per buona parte del XX secolo, ma semmai è lo stato a vivere per il cittadino che ne è il fondamento non solo politico ma gnoseologico. In questo senso quindi è la persona ad essere e a dover essere al centro e a fondamento dello stato stesso, in quanto luogo dove l essere si fa parola ovvero centro della relazionalità sociale e base per qualsiasi progetto culturale. Lo stato quindi non è un assoluto sine nomine che precede ed opprime l uomo in quanto non ha niente fuori, contro o addirittura sopra di sé, ma è il motivo stesso della presenza politica relazionale dell uomo e questo emerge ancora di più all indomani del crollo del muro di Berlino che oltre vent anno or sono ha sancito non solo la fine del cosiddetto secolo breve, ma anche e soprattutto l esaurimento dello stato- nazione nato con la pace di Westafalia. Collocare il ruolo della famiglia in questo rinnovato contesto politico vuol dire anche interrogarsi sul ruolo della scuola e con essa dell educazione nel XXI secolo; essa è per statuto anche ontologico una comunità educativa dove il ruolo della famiglia risulta fondamentale anche in relazione allo sviluppo delle tecniche di comunicazione sociale che spesso fanno vivere i nostri giovani avvolti in una pluralità di messaggi che non sono in grado di decodificare. Certamente le nuove tecnologie rendono proprio la scuola ancora più protagonista di scelte fondamentali concorrendo a realizzare quello che chiamiamo oggi più che mai democrazia della partecipazione che prende sempre più il posto della democrazia del consenso nata con la rivoluzione francese, che ha posto il consenso ossia il voto come fondamento e giustificazione della democrazia stessa mentre oggi risulta la partecipazione l elemento determinante per

costruire un contesto radicato e responsabile di società democratica. La sinergia con la scuola è importante nella misura in cui si vuole costruire un senso di responsabilità condivisa, dei valori di condivisione di esperienze ma soprattutto si vuole concorrere a realizzare i radicati elementi di consapevolezza del futuro cittadino. Dal rapporto tra persona umana, società ed economia nasce uno dei processi canonici fondanti del sistema politico nel quale si concentra la relazionalità conflittuale tra i diritti fondamentali della persona umana e la sua dignità e le dinamiche necessarie alla competizione capitalistica del mercato, con il conseguente profitto che a sua volta vuole rivendicare la propria centralità. Oggi, sovente, lo sviluppo dell uomo viene identificato con la completa espansione economica ed anche con un generalizzato benessere che sarebbe la ricaduta automatica dell incremento del volume della ricchezza e dello sviluppo mondiale, viceversa la situazione odierna ne dimostra l esatto contrario con un riflesso non indifferente proprio sul rapporto tra famiglia e scuola. La famiglia è la principale agenzia educativa a cui è oggi assegnato il compito di educare i figli, allevarli e far loro conoscere e vivere i valori fondamentali del vivere sociale. L assenza di un ruolo formativo della famiglia è oggi perseguito attraverso non una infrazione ma un vero e proprio reato, culpa in vigilando. Mentre la scuola è una comunità educativa non soltanto un luogo di socializzazione bensì di formazione e di incremento delle possibilità che l uomo ha in nuce. Non è peregrino parlare di riflessi politici del rapporto tra scuola e società soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo e che numerosi studiosi già definiscono postglobalizzazione! la contrapposizione tra liberalismo, individualismo mercato sfrenato ed umanesimo ha avuto i suoi contraccolpi anche sulla famiglia che resta il centro del diritto oltre che dell azione politica, è nella dottrina sociale cristiana che troviamo il sostegno e il percorso da compiete per valorizzare ed esprimere quanto importante sia il rapporto tra scuola e famiglia nell ambito della costruzione dell uomo. La concezione della famiglia, la sua centralità ed il suo primato sui processi dell economia, costituiscono i fattori che caratterizzano e qualificano l approccio cristiano all elaborazione delle politiche sociali ed economiche e proprio in questi ultimi tempi si è accentuato lo scontro tra il mercato e la famiglia perché il liberismo capitalistico ha intensificato gli attacchi all istituzione familiare tentando in tutti i modi di fiaccarne i legami interni ed assoggettarne le esigenze al profitto ed al mercato. Possiamo affermare che i principali attacchi all istituzione familiare si sono concentrati su: 1. l affermazione della prevalenza del sistema economico sui sistemi culturali, politici e sociali, sanitari ed educativi, in modo da fare assumere alla razionalità economica la posizione preminente da cui trarre senso anche in termini funzionali di tutte le altre dimensioni umane e collocando tutti gli elementi sociali ed in primis la famiglia, in un rapporto funzionale all economia; 2. l affermazione del primato delle leggi del mercato sulla società di cui la famiglia è il pilastro fondamentale e fondante e sullo stesso stato in un rapporto ideologico di totale e libera finalizzazione dei processi economici, volti all esclusiva massimalizzazione del profitto svincolata dal primato del bene comune che diventa così u effetto secondario della stessa produzione del profitto; 3. l affermazione del primato delle dinamiche della competizione di mercato su quelle sociali, facendo assurgere la lotta neodarwinista di mercato come fulcro delle relazioni umane e sociali, eliminando la solidarietà sociale dalle dinamiche interne del sistema

stesso, perché relegata a livello assistenziale e filantropico come sostegno ai soggetti espulsi dal funzionamento del sistema e subordinandola alle disponibilità ulteriori dell assetto economico che è possibile sottrarre alla fondamentale e centrale esigenza di competizione del mercato; In questo senso viene legittimata la prevalenza del mercato sulla persona umana, attraverso un imposizione ideologica della teoria e della pratica della mobilità assoluta del lavoratore che devasta il vincolo stesso della famiglia. Si legittima ad esempio ad un tempo la prevalenza del capitale e delle tecnologie sul lavoro dell uomo, ma si indebolisce la forza contrattuale dei lavoratori e il restringimento delle possibilità di accesso al lavoro da parte dei disoccupati e sottooccupati elidendo la possibilità di sopravvivere alle famiglie di cui quei soggetti lavorativi fanno parte. È l affermazione selvaggia del primato dell individualismo egoistico sul solidarismo sociale e politico di matrice cristiana, eliminando dalle fondamenta lo stato sociale e rendendo l uomo drammaticamente solo rispetto ai sistemi sociali di cui fa parte come appunto la famiglia, al chiaro scopo di assorbirlo nelle dinamiche della competizione liberista del mercato ed accentuando la soglia di povertà dei gruppi sociali, lasciandolo fluttuare alle capricciose esigenze del mercato, legittimando un illegittima libertà etica dell economia. Ci si affida in tal modo ad una sorta di fede nella superiorità del modello liberista, permettendo lo smantellamento dello stato sociale che è il cuore della presenza civica dei cattolici in politica. Al contrario si renderebbe precaria la coesione familiare attraverso l accentuazione del livello di povertà delle fasce sociali più svantaggiate; il matrimonio è certamente un istituzione giuridica e come tale può subire evoluzioni nel corso della storia del diritto, ma la famiglia è un istituzione sociale e pertanto non può eticamente subire l attacco sistematico condotto da u assetto economico privo di regole e principi perché si renderebbe il modello di famiglia estremamente labile, fondato non sull amore ma sul mutare delle passioni, sul fascino della ricchezza e della potenza economica secondo le esigenze del mercato capitalistico. Ecco dispone, come sistema, di potentissimi mezzi massmediatici, come accade anche nelle trasmissioni televisive di massimo ascolto, durante le quali vengono proposti modelli di famiglia plurale, lontane da quella naturale, con un ideologia fondamentalmente amorale, come reference family. In tal senso l attacco alla famiglia come illiberale viene condotto anche manovrando i limiti della crisi economica, anche quelle fisiologiche agli sviluppi finanziari del sistema capitalistico, annullando le conquiste dei lavoratori per rimettere al centro, come sta accadendo da anni con le cosiddette riforme di privatizzazioni, del sistema di mercato finanziario e le sue leggi spietate. La famiglia sta per essere definitivamente schiacciata dal sistema liberista ormai fuori controllo e da una feroce legge di economia selvaggia che ammanta i pur nobili ideali di un Europa unita, con le esigenze dello spread, parola incomprensibile ai padri di famiglia ma sinonimo di ingiustizia e di miseria!. Solo col sistema schiavista che pur l Italia ha contribuito a debellare quando conquistò l Etiopia, si potevano trovare ingiustizie che colpiscono il nucleo familiare oggi! L accumulazione del capitale e l indicizzazione del profitto sta riducendo la persona e il suo valore ontologico a pura merce e la famiglia è trattata dai governi come sistema riproduttivo della forza lavoro con attività regolata dalle alterne esigenze del mercato, attraverso vincoli regolati secondo le loro funzioni. Certamente fino a qualche anno fa l azione politica dei cattolici, che è stata quella più attenta dal dopoguerra in poi con il Magistero ai rapporti tra famiglia società e scuola, si è orientata soprattutto ad arginare la proposta marxista collettivista, quantunque in primo luogo in Italia, non si sia mai dimenticato il ruolo e l azione del giusto mezzo economico delle partecipazioni statali

attraverso la politica dell intervento dello stato in economia che ha permesso a intere generazioni di oggi adulti di studiare e realizzare nella scuola quella fucina di coesione sociale prima inesistente. In questo senso l economia guidata dal senso della cittadinanza ha consentito di utilizzare la scuola come elemento di crescita e di partecipazione, rendendo la famiglia una vera comunità ontologica. Oggi si parla molto di ontologia degli enti istituzionali come la scuola e la famiglia stessa proprio perche da queste due fondamentali componenti sociali nasce il tessuto connettivo si cui feconda il dialogo, il confronto e la democrazia partecipativa. Nel sistema marxista la famiglia veniva schiacciata dal primato delle idee e sacrificata alla dittatura politica come ente riproduttivo di privilegi, basterebbe vedere quello che è successo nella Cina maoista che ha annullato fi fatto tutto in un assoluto sine nomine in nome del quale i valori morali hanno poi lasciato il posto al profitto e alla violenza. Nondimeno i pericoli di un economia neoliberista sono in agguato e rendono la scuola sofferente e carica di compiti che le scarse risorse accordatele non le consentono di assolvere. Famiglia e scuola sono due realtà fondamentali del vivere civile e contribuiscono a fare capire che per vivere la vera ed autentica libertà, che offre la possibilità all uomo di vivere l autentica felicità, occorre riconoscere l esistenza di u Dio trascendente, creatore del mondo e dell uomo, vincendo la tentazione di far credere ai giovani di essere detentori di una libertà infinita rispetto ai limiti della natura umana, perché l uomo non può non orientare il suo pensiero ad un assoluto che è certamente Dio che vuole essere scelto liberamente dall uomo. Ma se l uomo si nega alla Grazia allora si rifiuta a Dio e si avvolge solo nelle proprie colpe e Dio non può, né vuole impedire le conseguenze delle libere scelte dell uomo perché Egli è la radice della vera libertà. Ogni uomo tramite la ragione può anche governarsi da solo ma S. Tommaso d Aquino osserva che solo apparentemente l uomo può sottrarsi al governo di Dio, il quale si compiace di governare l uomo proprio accentuando la sua indipendenza perché l uomo più si governa e più è governato da Dio. Questa autonomia rende più difficile, soprattutto ai giovani del nostro tecnologico secolo, accorgersi della dipendenza da Dio, mentre nelle creature non ragionevoli tale dipendenza è cosa assai evidente; anche in politica la ragione svolge un ruolo fondamentale nel legittimare l uso della libertà. E la più remota ma, nel contempo, la più ardua regola della convivenza civile, l alleanza tra governanti e governati che si deve innescare dove l anello del potere tiene unite economia e politica, scuola e società, sostituendo il potere con l autorità dei migliori in un percorso di incivilimento di tutta la società e dei suoi processi decisionali:solo in questo modo si potrà realizzare una visione etica del processo educativo dell uomo e del cittadino sin dai banchi della scuola, per costruire una società dove la ragione e la libertà siano realmente il fondamento delle scelte consapevoli dei cittadini mentre, come ammoniva S. Caterina da Siena ai Signori della sua città (Lett.367): Spesso vengono messi a governare uomini miserevoli che non sanno governare neppure sé stesso, chiudono gli occhi al punto di far subire il torto a chi ha ragione e a dare ragione a chi ha torto!. Prof. Giulio ALFANO (Pontificia Università Lateranense)

Intervento di p. Alberto Viganò op, promotore provinciale Spiritualità familiare Una nozione di famiglia deve esprimere solamente l essenziale, cioè quello che sussiste (durare nel tempo) nel variare delle trasformazioni sociali ed economiche (Oggi parrebbe che anche questa tesi sia invalida). Comunque, ridotta alle sue dimensioni più semplici, essa abbraccia padre, madre e figli. Nella sua situazione normale, la Famiglia riposa sia sull impegno personale (matrimonio) che sui legami del sangue (filiazione). Cfr. San Tommaso: scopo della famiglia a) generare b) educare. Ogni cristiano (laico e religioso) è chiamato alla perfezione (Mt 5, 48). La santità è la medesima per tutti e sta essenzialmente nella CARITÀ. Unica è la santità (è la medesima per tutti), ma varie sono le spiritualità o vie per giungere a questa santità. Si danno spiritualità proprie a ogni sotto, le quali attuano in modo multiplo, l unico viso di Cristo. I laici accedono alla santità, non a dispetto o nonostante il loro stato ma grazie a esso. Nonostante che la perfezione stia essenzialmente nell unione caritativa dell anima con il Signore, lo stato coniugale conferisce una propria modalità caritativa a quest unione, ossia offre una particolare presenza dei coniugi nel Corpo mistico (Chiesa). La missione degli sposi è di andare a Cristo, l uno e l altro, l uno con l altro, l uno per l altro (Integrazione spirituale). Ma la vita coniugale, non è l unica, né la principale sorgente santificativa, né assorbe tutte le forze spirituali della persona coniugata. La perfezione cristiana è l union caritativa dell anima col Signore, unione che acquista una propria modalità comunitaria nello sposato. Di conseguenza, ogni sposato deve favorire una spiritualità comunitaria col proprio congiunto e, nello stesso tempo, essere perfettamente deciso a rispondere, anche da solo, al minimo appello di Dio. Saprà adempiere gli atti religiosi, cui si sente particolarmente chiamato, senza forzare l altro, ma senza che questi ignori nulla, allo scopo che possa congiungersi qualora lo voglia.

Questa santificazione comunitaria dei coniugi si allarga accogliendo la presenza dei figli, onde insieme ai genitori questi pure s incamminino verso il Cristo. Educando i figli, i genitori santificano se stessi e realizzano una determinata spiritualità uniformemente accolta e vissuta presso i membri di tutta la famiglia. Mentre l unione spirituale dei coniugi permane strettamente intima, anzi lodevolmente va approfondendosi con lo scorrere degli anni, quella familiare normalmente va indebolendosi così da accogliere spiritualità nettamente autonome nei figli. Nella misura in cui il figlio diventa capace di discernere e assicurare la propria vita innanzi a Dio, la guida spirituale dei genitori si rallenta e si trasforma in semplice amicizia e collaborazione. I genitori vengono indotti a rinunciare a legami già legittimi, ad abbandonare un possesso sul figlio, giacché in questi è tenuto a seguire la sua vocazione spirituale, anche se singolare (Lc 14, 26; SANT AMBROGIO Ev. secundum Lucam, 7, 136; PL 15, 1735). In conclusione, la TEOLOGIA SPIRITUALE della Famiglia ha il compito di convincere che la santità è doverosa per tutti i membri raccolti entro la comunità familiare e in modalità propria al singolo stato. Risvegliando la speranza di questa perfezione fra coniugi e figli, essa viene seminata e diffusa nella vasta comunità dei fedeli, i quali arricchiranno la Chiesa di splendidi valori virtuosi (SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, PG 62, 147). Il Concilio Vaticano II ha parlato a lungo della santità della famiglia (GS 48.52). Giovanni Paolo II nell esortazione apostolica Familiaris Consortio del 22 novembre 1982 tratta dell esistenza coniugale e familiare da cui «nascono la grazia e l esigenza di un autentica e profonda spiritualità coniugale e familiare, che s ispiri ai motivi della creazione, dell alleanza, della croce, della risurrezione e del segno matrimoniale» (n. 56), e traccia le linee direttive per la crescita e lo sviluppo di questa spiritualità nell esercizio stesso della vita cristiana con i sacramenti e con la preghiera (cf. nn. 57.63). Presupposti teologici Gli sposi cristiani, obbedendo alla logica interna della loro fede, cercano innanzi tutto di meglio conoscere il dogma del matrimonio, nei suoi fondamenti biblici e teologici, giacché da esso hanno origine tutte le leggi morali e spirituali che ispirano la loro vita. È quindi opportuno richiamare sinteticamente i presupposti teologici sul Matrimonio e la famiglia. Bisogna quindi «risalire al gesto creativo di Dio se la famiglia vuole conoscersi e realizzarsi secondo l interiore verità non solo del suo essere ma anche del suo agire storico» (Familiaris Consortio, n. 17). Dio, dall eternità, ha deliberato di condurre tutti gli esseri sotto un solo capo, il Cristo risuscitato e glorioso, onde in lui appaia raccolta la lode universale che sale al Padre. Il Cristo sarà come il capo del corpo immenso dell umanità salvata. Per l azione dei diversi sacramenti, il Cristo in virtù dello Spirito Santo a poco a poco imprime, nei suoi discepoli, i differenti tratti del suo viso, li associa agli aspetti vari del suo ministero, fanno di essi un immagine di sé sempre più rassomigliante, così come lo vuole il Padre suo (Rm 8, 29). Difatti per il Battesimo ogni fedele appartiene a Cristo (1 Cor 6, 19); gli appartiene in senso biologico- giuridico nel corpo e nell anima. Quando due battezzati intendono sposarsi, data questa loro appartenenza al Cristo, non possono realizzare il matrimonio se non nel nome di lui. Il Cristo li dà l un l altro, in modo che formino una sola carne. E l essere nuovo, formato da due battezzati sposati «nel Signore», è esso pure «nel Signore», (1Cor 7, 39); una nuova creatura legata intimamente e organicamente con Cristo. Questo legame speciale con Cristo significa avere acquisito una presenza reale del Corpo mistico. Difatti il sacramento del matrimonio rende gli sposi organi permanenti dell attuazione del

corpo mistico, nella sua realtà interiore e nella sua realtà visibile: essi si comunicano la grazia sacramentale, s integrano nell educazione soprannaturale di se stessi e dei figli, e il loro amore assurge a essere segno visibile dell amore di Cristo Chiesa. La coppia coniugale è permeata, penetrata e santificata dalla vita del corpo mistico. «Il matrimonio cristiano riceve la sua fisionomia dal ministero dell unione di Cristo con la Chiesa, in cui secondo San Paolo è l immagine vivente, una copia, una riproduzione germogliata da quell unione, impregnata della medesima essenza, che non solo raffigura, ma riproduce, attivo ed efficiente dentro di sé, il mistero dei rapporti di Cristo con la Chiesa.» (M. J. SCHEEBEN, I misteri del cristianesimo, Brescia 1943, 445). È attraverso l amore dei coniugi è il Cristo che ama; ma attraverso tale amore, è pure il Cristo che è amato. Il marito aiuta la sua donna a progredire incessantemente nella scoperta di Cristo e la donna aiuta suo marito in quella della Chiesa e, tramite questa, del Cristo. Non vi è nulla che avvicini di più gli sposi l uno all altro, e che nel medesimo tempo possa unirli più strettamente a Cristo (1Pt 3, 7). Parimenti, attraverso il sacramento del matrimonio, il Cristo s impossessa del potere generatore, consacrandolo, così che questo potere passa dal servizio della specie umana al servizio del regno di Dio, moltiplicando i figli di Dio. Il sacramento del matrimonio introduce i coniugi a modo di coppia nel corpo mistico, ma non definitivamente; né li abilita in modo completo a una vita caritativa coniugale familiare. Il sacramento è realtà mistica di grazia, che s introduce nel dinamismo progressivo salvifico dei singoli e delle comunità (gradualità dell amore). Risveglia e, insieme, presuppone la situazione spirituale dei coniugi per effondervi la forza sacramentale. Proprio per questo fatto la carità coniugale ha una dimensione pasquale: purificare sopraelevare l esperienza matrimoniale in divenire. Compiti spirituali della Famiglia Lo stato coniugale, inserito mediante il sacramento del matrimonio entro il corpo mistico, è fonte di compiti ecclesiali e di grazie ad essi corrispondenti. a) Funzione caritativa La famiglia nasce e si costituisce nell amore. «il principio interiore, la forza permanente e la meta ultima del compito della famiglia è l amore: come, senza l amore, la famiglia non è comunità di persone, così senza l amore, la famiglia non può vivere, crescere e perfezionarsi come comunità di persone» (Familiaris Consortio, n18). Nel giorno delle nozze l amore, votato nel matrimonio, viene posto nello stato soprannaturale di carità coniugale. Questa carità non distrugge il volto umano dell amore. Anzi l aspetto soprannaturale rende più ricca, più intima e più profonda la stessa gioia di amare e di essere amati. CLEMENTE DI ALESSANDRIA parla della «grazia paradisiaca» del matrimonio: questo consente di vivere ancora sulla terra qualcosa della gioia dell eden. Il paradiso terrestre era tale anche per l amore dei progenitori. Successivamente però si trova la disillusione, magari inconfessata o inconscia, va sempre attiva. Anche l amore coniugale si svela ferito per il peccato originale: il coniuge non è come si era pensato, né il matrimonio reca tutto quanto da esso si attendeva. La vita comune fa tosto apparire sottili disaccordi, gusti differenti, tendenze opposte. Un esistenza totalmente condivisa cancella ogni apparenza. Vengono richiesti concessioni e sacrifici, ai quali non si era per nulla preparati. Allo stesso modo e coniugi scoprono l esistenza del peccato nel cuore stesso della loro unione. Ove si credeva di trovare la comunione, si

riscontra l opacità; oltre la complementarietà, l incompatibilità; ove il dono, l egoismo; ove la purezza, l insorgere dell istinto ribelle. I coniugi si avvedono che il loro stesso amore è una realtà incapace a salvarli. Sul piano umano si sogliono offrire ai coniugi raccomandazioni preziose, onde ridonare ad essi un amore serenamente fiducioso. I loro disaccordi non sono necessariamente degli accidenti lamentevoli, o il segno che essi sono mal accordarti mancano vicendevolmente di riguardi; servono a ricordare che il loro matrimonio è un processo vitale, una continua trasformazione, un passaggio incessante dai loro esseri individuali a un essere coniugale. Se gli sposi non maturano in questo senso, la frattura è inevitabile. Le esigenze di evolversi, presente nell amore coniugale, è pure richiesto dal suo stesso simbolismo soprannaturale: la carità coniugale deve camminare verso la perfezione onde diventare sempre più simile all amore esistente fra Cristo- Chiesa. Le molteplici situazioni dolorose, se disorientano gli aspetti prettamente umane dell amore, sono provvidenziali nel purificare l animo dei coniugi e aprirlo verso un amore del tutto nuovo nel Signore. Mentre il contratto sacramentale trova fin dall inizio e immediatamente tutta la sua realtà, l amore invece principia allora a offrirsi al lento lavoro e agli arricchimenti della carità. All inizio apparirà dominante l amore umano nella sua realtà sensibile e attiva; ma più gli anni passano, maggiormente la carità va purificando, schiarendo, guidando ed elevando l amore umano. Per ogni coniuge rimane il dovere di perfezionare il suo amore caritativo coniugale. Anche perché questo non è solamente un dono e un tesoro per gli sposi cristiani, ma per tutta la Chiesa e per tutto il Corpo mistico. Difatti la carità coniugale rende presente e visibile nella chiesa l amore di Cristo per l umanità e per ogni singolo uomo, in una forma e in una misura che, senza di essa, non si attuerebbe mai. Il coniuge, che percepisci nell altro una corrispondenza gioiosa e generosa alla chiamata a un amore totale verso il Cristo, può essere sottoposto a un insidiosa tentazione di gelosia: l amore coniugale ambisce comunicare tutto a due, e constata che Dio s introduce fra loro dividendoli, quel Dio che inizialmente era apparso come chi li aveva uniti. Invero, sul piano personale- umano l amore verso il coniuge deve apparire come dominante e coordinatore di tutti gli altri amori. Ma questo principio non vale in rapporto al Cristo. L anima sposata si deve donare al Cristo in modo tale da amare tutto anche lo sposo nel Cristo stesso: e la carità, partecipando dello stesso amore del Cristo, non divide ma unisce gli sposi nel piano superiore del Corpo mistico. b) Funzione vitale. I genitori sono indispensabili collaboratori di Dio nell opera della creazione. Suscitare la vita e scopo irrinunciabile e specifico del matrimonio. (cfr San Tommaso). «il compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita, il realizzare lungo la storia, la benedizione originaria del creatore, trasmettendo nella generazione l immagine divina da uomo a uomo. La fecondità è il segno e il frutto dell amore coniugale, la testimonianza viva della piena dedizione reciproca degli sposi.» (Familiarsi Consortio, n. 28). Le scoperte ginecologiche moderne permettono agli sposi un pieno dominio delle leggi della fecondità. Mediante una decisione sempre più libera che gli sposi susciteranno la vita: si avrà sempre più una procreazione cosciente, riflessa, assunta in piena lucidità. Tale libertà non deve porsi a servizio del piacere egoistico, ma del dovere di ora generosa fecondità, confidando nella provvidenza.

I genitori, non solamente si pongono a cooperare all opera creativa, ma, nella procreazione, agiscono come membri efficienti del corpo mistico: in quanto partecipi della carità che corre tra Cristo e la Chiesa, s impegnano a procreare e a educare i figli per l estinzione del corpo mistico. Essi sono organi dell edificazione corpo mistico, sia riproducendo in sé un immagine dell unione di Cristo con la Chiesa, sia trasmettendo la vita, che poi s impegnano a far crescere per Cristo. Per cui l unione carnale deve essere vissuta in una visione soprannaturale. Essa simbolizza pure l intimità perfetta del Cristo e della Chiesa; intimità che ha avuto inizio dall Incarnazione, quando il Figlio di Dio ha assunto una natura umana completa; intimità che si è compiuta sulla croce, quando il Cristo ha abbandonato il suo corpo attraverso l amore per la Chiesa; che si rinnova ancora fisicamente per ogni cristiano, quando si comunica mediante l eucarestia alla carne stessa del Signore. Ogni volta che gli sposi cristiani si uniscono coniugalmente secondo lo spirito del Cristo, commemorano questa triplice alleanza carnale del Cristo con l umanità. Il problema spirituale non è quello di sapere ciò che è permesso o proibito nella vita coniugale, quanto di rendere docile la carne e trasparente simultaneamente all amore e alla grazia. I coniugi devono ambire di consacrare lo stesso loro corpo al servizio di Dio. È necessario che essi sorpassino la fede dell istinto e lentamente si educhino al gusto della bontà di una carità verginale (SANT AGOSTINO, De bono coniugali; PL 40, 375ss). Sant Agostino, facendo della verginità una dote della chiesa, veniva a proclamare che essa è una dote per tutti i fedeli, ivi compresi gli sposati, giacché anch essi membri del Corpo mistico. Ma, propriamente, che cosa significa carità verginale nel matrimonio? Indica una, anche se provvisoria, comunione dei due una volontaria continenza per unirsi intimamente e immediatamente a Dio. La continenza forzata, o attuata per motivi umani, pur essendo buona, non soddisferebbe l esigenza verginale. Deve essere la carità coniugale che si apre il terminalmente in teologale carità verginale (1Cor 7, 5ss). c) Funzione cultuale Come ogni realtà consacrata nella Chiesa, e ancor più in quanto fondata su un sacramento, la famiglia è deputata al culto di Dio (cf. S. GIOVANNI CRISOSTOMO, in epis. Ad Ehesios: PG 62,135ss). Mediante il sacramento del matrimonio, cristo unisce uomo e donna, onde esprimere attraverso questa coppia di culto filiale di loro, di adorazione, e d intercessione presso il padre. La preghiera coniugale è il mezzo privilegiato per attingere dal sacramento del matrimonio le grazie che questo tiene in riserva per gli sposi; è il gran fattore che va forgiando negli sposi come un anima comune, così che una certa unione intima e soprannaturale è possibile solo presso quelli che assieme pregano. Affinché la preghiera coniugale sia veramente culto del Cristo, negli sposi sono richieste talune disposizioni: Che siano veramente puniti anche spiritualmente; che rinnovino la loro fede nel Cristo presente nella loro carità coniugale; Che insieme ascoltino e meditino la parola del Cristo. Allora potranno pregare anche senza un formulario, o magari mutuando la loro preghiera da quella liturgica. Quando la coppia coniugale diventa famiglia la preghiera coniugale si apri in quella familiare. Il grande obiettivo della fecondità, in una famiglia cristiana, è quello di suscitare e formare «adoratori in spirito e verità», affinché sulla terra persista il culto del vero Dio: i

figli devono essere associati alla preghiera coniugale, e devono passare da una presenza a una partecipazione attiva. Sarà una preghiera che saprà raccogliersi nella meditazione silenziosa sulla parola scritturistica di Dio, che si snoderà lenta, con ispirazione liturgica, in un tempo breve, in forma semplice, viva e variata. È questa preghiera che il minuto di verità alla casa, in cui tutti I membri della famiglia si sentono affratellati nel chiedere perdono a Dio delle proprie mancanze, in cui s instaura la vera pace degli animi. La preghiera familiare permette che sussista in forma distinta la preghiera coniugale, giacché questa esprime l entità coniugale a se stante, su cui germoglia la preghiera familiare: «la preghiera familiare ha sue caratteristiche. È una preghiera fatta in comune, marito e moglie insieme, genitori e figli insieme. La comunione nella preghiera è frutto ed esigenza di quella comunione che viene donata dai sacramenti del battesimo e del matrimonio ha come contenuto originale la stessa vita di famiglia, che in tutte le sue circostanze viene interpretata come vocazione di Dio e attuata come risposta filiale al suo appello» (Familiaris Consortio, n. 59). d) Funzione apostolica Il matrimonio non suscita per sé, il dovere dell apostolato, ma in quanto si aggiunge al battesimo cresima: la fondazione remota dell apostolato coniugale s innesta sul sacerdozio dei fedeli. E tuttavia, il matrimonio non offre solamente nuovi campi o nuove modalità nella attuare il dovere battesimale dell apostolato; esso esprime realmente un nuovo fondamento di tale dovere, un suo carattere proprio. Apostoli giacché sposati. Difatti il matrimonio impone ai cristiani il dovere di testimoniare la santità del proprio stato; crea l apostolato della coppia; per esso l amore coniugale diventa progressivamente il segno sensibile della carità Cristo- Chiesa; coopera a verificare e a espandere il Corpo mistico di Cristo. «compito della famiglia è pure quello di formare gli uomini all amore e di praticare l amore in ogni rapporto con altri, cosicché essa non si chiude in se stesse, bensì rimanga aperta alla comunità, mossa dal senso della giustizia e della sollecitudine verso gli altri, nonché dal dovere della propria responsabilità verso la comunità intera» (Familiaris Consortio, n 64). Il sacramento del matrimonio offre alla coppia, in quanto tale, un officium missionario insostituibile nella chiesa, E insieme impone che la missione apostolica si esprima in forma coniugale e familiare, ossia in modo comunitario: non tanto nel compimento materiale di uno stesso atto d apostolato, quanto invece nel suo principio ispiratore, nel senso che l azione apostolica sia la concreta espressione di una carità comune. L apostolato coniugale può svolgersi all interno o all esterno della famiglia. All interno di essa il primo doveroso apostolato sta nell aiuto fra i due sposi nella santificazione reciproca. Per il sacramento del matrimonio ogni sposo è costituito responsabile della santificazione dell altro.(fine del matrimonio) due sposi, verso il regno dei cieli, non camminano l uno di fianco all altro, ma insieme, l uno con l altro, ormai responsabili uno dell altro. Per l attuazione di un simile compito gli sposi ricevono la partecipazione all amore sponsale di Cristo, il quale amore è essenzialmente redentivo e santificante: partecipato agli sposi cristiani, in essi imprime la stessa grazia e la stessa mansione redentiva.

Quest apostolato può avere la sua nota dolorosa quando l altro coniuge è incredulo e non praticante. Il coniuge deve usare discrezione, rispettando la libertà di coscienza dell altro, onde non allontanarlo maggiormente dalla Chiesa mediante pressioni indiscrete. Dio stesso attende la libera adesione delle anime. - iil coniuge credente non deve farsi dimissionario, ma testimoniare il Cristo nella casa mediante la preghiera e l esempio; Deve tener al corrente, nei modi e momenti opportuni, il coniuge sulla propria evoluzione spirituale; Deve creare unione spirituale reale con il coniuge, ma in modo da conservare la necessaria solitudine al dialogo intimo e solitario con Dio; impegnare i figli nella preghiera in favore del genitore incredulo, richiamando però la loro attenzione sui valori cristiani, che in lui appaia, e non già sulla sua incredulità. L apostolato dei coniugi deve svolgersi in forma armonizzata sui figli: voluti questi per l accrescimento del Corpo mistico, sono il primo oggetto della loro cura apostolica e educativa, onde far degli eletti del cielo. All esterno. L apostolato familiare non si da quell extra familiare, anche se questo deve rimanere subordinato a quello. Questo nuovo apostolato può essere esercitato anche individualmente dai singoli sposi (per esperienze le laiche domenicane in fraternità non sono accompagnate dai mariti!); Essi hanno professioni singolari, personalità differenti. Il primo e fondamentale apostolato degli sposi cristiani è essenzialmente verso le altre famiglie. Le famiglie sono salvate e santificate mediante l apostolato delle famiglie stesse. Simile apostolato viene esercitandosi in modalità varie: con l esempio, la parola, l aiuto, la benevolenza; partecipando agli incontri spirituali fra gruppi familiari o frequentando ritiri spirituali coniugali, aiutando i giovani fidanzati nel prepararsi a formare famiglie cristiane. Una forma particolare di apostolato familiare viene attuata da quei coniugi che vivono intensamente e profondamente la loro carica coniugale, da indurre coloro che non hanno la fede o che l hanno perduta a intravedere, intuire e a desiderare di conoscere l autore di quest amore, oltre alla fine credere in lui (Gv 17, 21). Essi daranno testimonianza al Cristo quando, offrendo agli altri ospitalità nella propria famiglia, faranno sperimentare la diffusa soavità che promana dall amore coniugale inserito nell amore di Cristo Chiesa. La funzione apostolica della famiglia è messa in risalto dai documenti del Vaticano II: Apostolicam Actuositatme, nn. 11.16; Gaudium et spes, n.52. e) Funzione regale e profetica La famiglia cristiana partecipa della funzione regale della Chiesa. L uomo manifesta l autorità del Cristo capo, e la donna il cuore materno della Chiesa: funzioni simmetriche, che non sono fra loro antagonisti ma s integrano. Nella famiglia i genitori funzionano da pastori con il compito di favorirvi l ordine caritativo, per cui sant Agostino testimoniava che i padri di famiglia adempiono in qualche modo una funzione episcopale. È bene, comunque, favorire fra genitori e figli il dialogo anche sul piano spirituale; conviene che fra loro si pongano in comune esperienze, apprezzamenti, Intuizioni, attività apostolica. È questo un buon mezzo per conservare la confidenza reciproca e la cui missione spirituale della famiglia. La famiglia cristiana partecipa alla funzione profetica della Chiesa. Missione dei padri delle madri di annunciare ai propri figli la buona novella della salvezza e del disegno di Dio e di condurli attraverso l educazione a conformare il loro pensiero, la loro volontà e la loro vita al messaggio divino (cf. Familiaris Consortio, 53). Questa duplice funzione (regale e profetica) costituisce l essenza dell educazione cristiana, il compito primario dei genitori. Essi devono amare e educare i figli non

solamente come il proprio frutto, ma come figli di Dio: devono prendere il posto di Cristo e della Chiesa presso di essi; li devono condurre fino alla misura delle età perfetta di Cristo. Sotto questo aspetto la famiglia è detta «utero spirituale» (san Tommaso), giacché essa inoltre la fede dei figli suoi. I genitori aiuteranno i fanciulli a considerare tutti i grandi misteri della salvezza alla luce della realtà battesimale; cercheranno di ottenere da essi un obbedienza non puramente esteriore: la realtà della cresima esige che gli adolescenti siano educati alla libertà dei figli di Dio, che siano condotti alla vera età adulta sotto la legge della grazia (cf. Familiaris Consortio, n. 54). I genitori, per poter svolgere questo compito, ameranno in modo particolare realizzare ambiente familiare impregnato d amore cristiano, utilizzando insieme con intelligenza i mezzi pedagogici di cui la famiglia può disporre. Se all inizio (nella prima infanzia) I genitori attendono da soli alla formazione spirituale dei figli, successivamente la famiglia deve collaborare con altri ambienti educativi, in particolare con la Chiesa e la scuola. Il senso paterno e materna dei genitori ha come corrispettivo nel figlio il senso filiale. Il senso filiale stima della vita ricevuta, considerata come un dono: è rispetto e riconoscenza imperitura verso i genitori; è impegno di prolungare la vita e l immagine visibile dei genitori (l uomo, che lascia in vita un figlio, sembra persistere in una propria viva immagine del mondo); è sentirsi facilitato a comprendere la grande paternità di Dio. La funzione profetica della famiglia è ricordata nella costituzione conciliare sulla Chiesa. La grazia sacramentale del matrimonio. Nello svolgere i propri compiti e coniugi sono favoriti dalla grazia sacramentale. Quando viene ricevuto il sacramento del matrimonio, esso opera nei coniugi una specie di consacrazione sacramentale. Gli atti successivi d amore, che intercorrono fra i coniugi, non sono pii conservatori, ma continuano a partecipare dell amore Chiesa Cristo, e quindi a essere soprannaturali e santificati. Attraverso cui quest amore caritativo coniugale s infonde sulla famiglia la grazia sacramentale, la quale non è tanto un aiuto per adempiere i doveri propri dello stato matrimoniale, quanto una forza soprannaturale che purifica e trasfigura amore e funzioni che s intrecciano nella comunità familiare. Difatti la grazia sacramentale conferisce a ogni amore familiare un approfondimento d intimità, un interiorità purificativa, un intimità soprannaturale e una fecondità spirituale. Per questa grazie l amore di Gesù si dona e si sposa con quello di ogni membro familiare. Nessun dettaglio della vita familiare può sfuggire al beneficio della grazia sacramentale (cf Familiaris Consortio, n 56)-. La grazia sacramentale rende i genitori capaci di attuare il loro compito di educatori cristiani dei figli. L amore dei genitori per i figli diviene un immagine, un incarnazione visibile dell amore di Cristo; la propria famiglia, vivificata dalla grazia di questo duplice amore soprannaturale, diventa per essi la prima chiesa, la ecclesia domestica (SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, Expositio in PSalm, 41.2: PG 55, 158), la prima e insostituibile comunione dei santi (cf LG 11). Se la grazia sacramentale del matrimonio è una comunicazione dell amore del Cristo e della Chiesa, gli sposi ne assumono piena coscienza quando partecipano alla messa si comunicano. Giacché l eucarestia, Sacrificio e sacramento, è l atto commemorativo del matrimonio fra il Cristo e la Chiesa, Sorgente di ioni che vita coniugale sacramentale,«e della fonte stessa del matrimonio cristiano» (Familiaris consortio n 57).

Intervento di Edoardo Mattei, consigliere provinciale La FAMIGLIA DIGITALE: i nuovi rapporti familiari Il tema proposto copre un vasto campo di studi impossibile da trattare nel breve tempo concesso e deve essere operata una scelta. Abbiamo un problema di linguaggio. La sociologia dei nuovi media è una sorta di ibrido che incrocia i linguaggi della scienza informativa con quelli della sociologia. La difficoltà è duplice: tradurre la terminologia tecnica in parole semplici e la comprensione che siamo davanti all evoluzione della stessa evoluzione, che registra l abbandono dell orizzonte della natura per mettere a fuoco la dimensione della cultura. Non più l evoluzione secondo criteri naturali ma in base a valori socialmente condivisi: fecondazione artificiale, unioni di fatto, LGBT, gender. Sono tutti nuovi stati evolutivi non secondo natura ma secondo cultura. Questa tendenza è promossa dalla relativamente nuova filosofia del postumano che ha generato, oltreoceano, una teologia d avanguardia dove i progressi tecnologici sono considerati strumenti per agevolare la realizzazione del Regno di Dio. Affronteremo la comunicazione digitale nella famiglia dal punto di vista della trasmissione della fede, uno dei compiti principali della famiglia cristiana. Introduzione Prima di tutto spieghiamo il titolo di questo intervento. FAMIGLIA DIGITALE. È la famiglia in cui ogni componente possiede un dispositivo digitale e fa uso regolare della Rete. NUOVI RAPPORTI. Non s intende l apparire di nuove forme di rapporti ma della trasformazione di quelli esistente come conseguenza dello spostamento della comunicazione dal fisico al digitale. Che cosa è una FAMIGLIA DIGITALE? Quante volte abbiamo visto un gruppo familiare ad un tavolo (bar, ristorante, fast food ) dove tutti i componenti erano intenti ad usare il cellulare anziché a parlare fra loro? A cose avete pensato? Magari «che tristezza!» o «che solitudine!». Vi propongo un interpretazione differente. La famiglia ha appena deciso di andare al cinema e ognuno averte i propri amici. I genitori, attraverso un gruppo su Whatsapp li stanno