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COMUNE DI SAN MARCO IN LAMIS PROVINCIA DI FOGGIA (AGGIORNAMENTO) Piano di prevenzione della corruzione 2016-2018 APPROVATO CON DELIBERAZIONE DI GIUNTA COMUNALE N. 8 IN DATA 29.01.2016

INDICE INTRODUZIONE PARTE PRIMA - PREMESSE Art. 1 - Oggetto del piano Art. 2 - Norme penali in materia di corruzione, di omessa astensione e di obbligo di denuncia dell illecito Art. 3 - Organizzazione Art. 4 - Il Responsabile della prevenzione della corruzione Struttura di supporto Referenti Art. 5 - Procedure di formazione e adozione del piano PARTE SECONDA - MISURE DI PREVENZIONE Art. 6 - Individuazione delle attività a rischio. Mappatura Art 7 - Principi per la gestione del rischio Art. 8 - Misure di prevenzione comuni a tutte learee a rischio Art. 9 - Personale impiegato nelle Aree a rischio Art.10 - Misure di prevenzione riguardanti tutto il personale Art. 11 - Sanzioni PARTE TERZA NORME TRANSITORIE E FINALI Art. 12 - Entrata in vigore 2

INTRODUZIONE Il 6 novembre 2012 il legislatore nazionale ha approvato la legge n. 190 recante le disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione. Con determinazione n. 72 in data 11.09.2013 l A.N.AC. ha approvato il piano nazionale anti corruzione ove vengono prescritti i criteri e i contenuti minimi che dovrà avere il piano triennale comunale di prevenzione della corruzione, che deve essere proposto dal responsabile della prevenzione della corruzione e approvato dalla Giunta Comunale. Con determinazione n. 12 in data 28.10.2015 l A.N.AC. ha approvato l Aggiornamento al piano nazionale anti corruzione. Ai fini della redazione del presente piano occorre tenere presente anche i seguenti e successivi atti normativi: D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni ; D.Lgs. 8 aprile 2013, n. 39 Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell articolo 1, commi 49 e 50 della legge 6 novembre 2012, n. 190 ; d.p.r. 16 aprile 2013, n. 62 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. La Giunta Comunale con proprio provvedimento n. 28 in data 22/02/2013, individuava nel Segretario Generale dell Ente il responsabile della prevenzione della corruzione. Il Sindaco del Comune di San Marco in Lamis, con proprio provvedimento n. 17 in data 31/10/2013, individuava nel Segretario Generale dell Ente il responsabile della trasparenza. La Giunta Comunale con propria delibera n. 52 del 11/03/2014 approvava il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016, ai sensi dell'art.1, commi 8 e 9, della L. 6 novembre 2012, n.190, contenente il Programma triennale per l'integrità e la trasparenza, ai sensi dell'art.10 del D. Lgs. n. 33/2013. La Giunta Comunale con propria delibera n. 13 del 20/01/2014 approvava il Codice di comportamento dei dipendenti del Comune di San Marco in Lamis. 3

PARTE PRIMA PREMESSE Articolo 1 OGGETTO DEL PIANO 1. Il presente piano triennale dà attuazione alle disposizioni di cui alla L. 190 del 6 novembre 2012, attraverso l'individuazione di misure finalizzate a prevenire la corruzione nell'ambito dell'attività amministrativa del Comune. 2. Il piano realizza tale finalità attraverso: a. l'individuazione delle attività dell'ente nell ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione; b. la previsione, per le attività individuate ai sensi della lett. a), di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni, idonei a prevenire il rischio di corruzione; c. la previsione di obblighi di comunicazione nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, chiamato a vigilare sul funzionamento del piano, avvalendosi di una apposita struttura; d. il monitoraggio, in particolare, del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; e. il monitoraggio dei rapporti tra l'amministrazione Comunale e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci, i dipendenti degli stessi soggetti ed i Responsabili di Settore ed i dipendenti del Comune; f. l individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. 3. Destinatari del piano, ovvero soggetti chiamati a darvi attuazione, sono: a. amministratori; b. dipendenti; c. concessionari e incaricati di pubblici servizi e i soggetti di cui all art. 1, comma 1- ter, della L. 241/90. Articolo 2 NORME PENALI IN MATERIA DI CORRUZIONE, DI OMESSA ASTENSIONE E DI OBBLIGO DI DENUNCIA DELL ILLECITO 1. In ambito penale le norme che puniscono la corruzione sono: - l articolo 318 che punisce colui il quale per l esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa. Tale reato è punito con la reclusione da uno a sei anni. - l articolo 319 che punisce colui il quale per ritardare o addirittura omettere un atto del proprio ufficio riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa. Tale reato è punito con la reclusione da sei a 10 anni. 4

- l articolo 319-quater che punisce colui il quale abusando della sua qualità o dei suoi poteri induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità. Tale reato è punito con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi. - l articolo 322 che punisce colui il quale sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri o per ritardare o omettere un atto del suo ufficio. Tale reato è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni o da due anni a tre anni e tre mesi. 2. Costituiscono circostanze aggravanti (con possibili aumenti fino ad un terzo della pena da infliggere) i casi di corruzione di cui all articolo 319 relativi al conferimento di pubblici impieghi o stipendi, la stipulazione di contratti, il pagamento o il rimborso di tributi. 3. La norma che punisce l omessa astensione è l articolo 323 che punisce l omessa astensione in presenza di un conflitto di interessi. Tale reato è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità. 4. E obbligatorio sporgere denuncia qualora nell esercizio delle proprie funzioni si abbia notizia di reato (art. 331 C.P.P.) e che l omessa denuncia costituisce reato (art. 361 C.P.). 1) Corruzione per l'esercizio della funzione: Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sè o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a sei anni. 2) Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio: Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei a dieci anni. 3) Induzione indebita a dare o promettere utilità: Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni. 4) Istigazione alla corruzione: Il pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri. 5) Istigazione alla corruzione: Il pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per ritardare od omettere un atto del suo ufficio. 6) Abuso d'ufficio: Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità. 7) Denuncia da parte di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio: I pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito. 8) Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale: Il pubblico ufficiale il quale omette o ritarda di denunciare all'autorità giudiziaria, o ad un'altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni è punito con la multa da euro 30 a euro 516. La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria che ha avuto comunque notizia di un reato del quale 5

doveva fare rapporto. Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa (art. 357 C.P.) Nozione di pubblico ufficiale. Agli effetti della Legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. (art. 358 C.P.) Nozione della persona incaricata di un pubblico servizio. Agli effetti della Legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Articolo 3 ORGANIZZAZIONE Il Comune di San Marco in Lamis, che conta n. 13850 abitanti alla data del 31/12/2015, è organizzato in quattro Settori e precisamente: Settore Affari Generali Settore Economico-Finanziario; Settore LL.PP. Manutenzione e Urbanistica; Settore Attività e Politiche Sociali. I dipendenti del Comune di San Marco in Lamis sono attualmente n. 53, di cui: n. 4 inquadrati nella cat. D/3 n. 1 inquadrato in cat. D/1 n. 21 inquadrati in cat. C n. 1 inquadrato in cat. B/3 n. 22 inquadrati in cat. B/1 n. 4 inquadrati in cat. A. 6

Sono stati conferiti n. 4 incarichi ex art. 50, comma 10, del D. Lgs. 267/2000 per la copertura dei seguenti posti: - Specialista in attività amministrativa cat. D/3 - Specialista in attività economico finanziario cat. D/3 - Specialista in attività tecniche cat. D/3; - Specialista in attività socio assistenziale cat. D/3. Ai Settori di cui sopra sono attribuite le seguenti risorse di personale: - Settore Affari Generali: n. 20, di cui n. 1 inquadrato in cat. D/3, n. 1 inquadrato in cat. D/1, n. 10 inquadrate in cat. C, n. 7 inquadrati in cat. B e n. 1 inquadrato in cat. A; - Settore Economico Finanziario: n. 7, di cui n. 1 inquadrato in cat. D/3, n. 3 inquadrati in cat. C e n. 3 inquadrati in cat. B/1; - Settore LL.PP. Manutenzione e Urbanistica: n. 19, di cui n. 1 inquadrato in cat. D/3, n. 6 inquadrati in cat. C, n. 10 inquadrati in cat. B/1 e n. 2 inquadrati in cat.a; - Settore Attività Politiche Sociali: n. 7, di cui n. 1 inquadrato in cat. D/3, n. 2 inquadrati in cat. C, n. 1 inquadrata in cat. B/3, n. 2 inquadrati in cat. B/1 e n. 1 inquadrato in cat. A. Articolo 4 IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE STRUTTURA DI SUPPORTO REFERENTI 1. Il Responsabile della prevenzione della corruzione (in seguito solo Responsabile) nel Comune di San Marco in Lamis è il Segretario Generale dell'ente, che è anche Responsabile della Trasparenza. Ai sensi dell articolo 1, comma 7, della L. 6 novembre 2012, n. 190, il Sindaco può disporre diversamente, motivandone le ragioni, nella determinazione di individuazione. 2. Il Responsabile esercita i compiti attribuiti dalla legge e dal presente piano, in particolare: a. elabora la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione ed i successivi aggiornamenti, da sottoporre al Sindaco ed alla Giunta Comunale, ai fini della successiva adozione, secondo le procedure di cui al successivo art.3; b. verifica l'efficace attuazione del piano e la sua idoneità e ne propone l eventuale modifica quando siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti rilevanti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione; c. verifica, d'intesa con il relativo Responsabile di Settore, l attuazione del piano di rotazione degli incarichi, di cui al successivo art. 8, negli uffici cui è ricondotto, dal vigente assetto funzionale, lo svolgimento di attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; d. definisce le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori individuati quali particolarmente esposti alla corruzione; 7

e. entro il mese di dicembre di ogni anno pubblica, sul sito web istituzionale dell'ente, una relazione recante i risultati dell'attività svolta e la trasmette al Sindaco ed alla Giunta Comunale, alla quale riferisce in ordine all'attività espletata, su richiesta di quest ultima o di propria iniziativa. 3. Il Responsabile della prevenzione della corruzione, per l espletamento della propria attività, si avvale di una Struttura con funzioni di supporto, composta, di norma, dal Responsabile del Settore Amministrativo e da un congruo numero di dipendenti, alla quale sono attribuite responsabilità procedimentali. 4. L individuazione dei soggetti della Struttura di supporto spetta, comunque, al Responsabile della prevenzione della corruzione, che la esercita autonomamente, su base fiduciaria, previa verifica della insussistenza di cause di incompatibilità. 5. Il Responsabile della prevenzione della corruzione nomina ogni anno, entro 15 giorni dell'approvazione del piano, per ciascun Settore in cui si articola l'organizzazione dell'ente, un Referente. I Referenti curano, tra l altro, la tempestiva comunicazione delle informazioni nei confronti del Responsabile, secondo quanto stabilito nel piano anticorruzione dell'ente, esercitano, altresì, attività propositiva e di controllo ed hanno obblighi di collaborazione, di monitoraggio e di azione diretta per la prevenzione della corruzione. I Referenti coincidono, di norma, con i Responsabili dei Settori in cui è articolato l Ente. Il Responsabile può discostarsi da tale indicazione, motivandone le ragioni nel provvedimento di individuazione. 6. Lo sviluppo e l applicazione delle misure di prevenzione della corruzione sono il risultato di un azione sinergica e combinata dei Referenti, della Struttura di supporto e del Responsabile della prevenzione della corruzione. 7. Il personale individuato, quale Referente o componente la Struttura di supporto, non può rifiutare la nomina ed è vincolato al segreto in relazione a tutte le notizie ed i dati conosciuti in ragione dell espletamento dell incarico. Esso deve prestare piena collaborazione al Responsabile della prevenzione della corruzione. Articolo 5 PROCEDURE DI FORMAZIONE E ADOZIONE DEL PIANO 1. Entro il mese di ottobre di ogni anno ciascun Responsabile di Settore (Referente), trasmette al Responsabile della prevenzione le proprie proposte aventi ad oggetto l'individuazione delle attività nelle quali è più elevato il rischio di corruzione, indicando, altresì, le concrete misure organizzative da adottare, dirette a contrastare il rischio rilevato. Qualora tali misure comportino degli oneri economici per l'ente, le proposte dovranno indicare la stima delle risorse finanziarie occorrenti ed i mezzi per farvi fronte. 2. Entro il mese di dicembre, il Responsabile della Prevenzione, elabora il Piano di prevenzione della corruzione, recante l'indicazione delle risorse finanziarie e strumentali occorrenti per la relativa attuazione e lo trasmette al Sindaco ed alla Giunta. Detto termine è ordinatorio ma funzionale a quello fissato per l approvazione del Piano da parte della Giunta Comunale. 3. La Giunta Comunale approva il Piano triennale entro il 31 gennaio di ciascun anno, salvo diverso altro termine fissato dalla legge. 8

4. Il Piano, una volta approvato, viene trasmesso, ovvero comunicata l avvenuta pubblicazione, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica ed alla Regione Puglia, trasmesso ai responsabili di Settore, anche per la trasmissione ai propri collaboratori, nonché pubblicato in forma permanente sul sito internet istituzionale dell'ente, in apposita sottosezione all'interno di quella denominata Amministrazione Trasparente. 5. Nella medesima sottosezione del sito viene pubblicata, entro il mese di dicembre di ciascun anno, la relazione del Responsabile, recante i risultati dell attività svolta. 6. Il Piano può essere modificato anche in corso d'anno, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione, allorché siano state accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano rilevanti mutamenti organizzativi o modifiche in ordine all'attività dell'amministrazione. 9

PARTE SECONDA MISURE DI PREVENZIONE Articolo 6 INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITÀ A RISCHIO. MAPPATURA. 1. Tenuto conto del Piano Nazionale Anticorruzione, della Determinazione ANAC n. 12 del 28/10/2015 vengono mappate, in via generale, le seguenti attività ritenute a maggior rischio di corruzione: a. erogazione di benefici e vantaggi economici da parte dell'ente; b. rilascio di concessioni o autorizzazioni e atti similari; c. procedure di impiego e/o di utilizzo di personale; progressioni in carriera; incarichi nomine e consulenze; d. affidamento di commesse pubbliche, specie quelle con più elevato livello di discrezionalità; e. gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Fondi PAC Infanzia Anziani; f. controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni; g. affari legali e contenzioso. 2. In particolare il piano individua le aree di attività maggiormente a rischio, così come indicate nelle allegate schede, recanti, per ciascuno di esse: a. i singoli procedimenti e attività a rischio; b. il livello di valutazione del rischio ( alto, medio, basso); c. le specifiche misure organizzative di contrasto da attuare. 3. La mappatura posta in essere, in questa fase di aggiornamento del Piano, segue una metodologia semplificata e diretta dove l elemento fondante è il riscontro delle conoscenze dei processi a cura dei soggetti referenti, in possesso delle informazioni riguardanti il contesto esterno ed interno all Ente. La stessa ricomprende le c.d. aree generali di rischio individuate dall ANAC nella determinazione n. 12/2015. 4. L indice di valutazione del rischio è riferito al grado di esposizione del processo alla corruzione ed è suddiviso in alto, medio, basso. Lo stesso, come la mappatura dei processi, andrà perfezionato, con l introduzione di eventuali correttivi, alla luce dei risultati conseguiti dal sistema di prevenzione. Articolo 7 PRINCIPI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO l. Il rischio costituisce la capacità potenziale di un azione e/o di un comportamento di creare conseguenze illegali a danno della Pubblica Amministrazione. 2. Il rischio richiede un attenzione dedicata quale fattispecie da scongiurare, in termini assoluti, a tutela dell integrità delle azioni e delle condotte amministrative. 3. La gestione del rischio, a tutti i livelli, deve essere: - efficace; - sistematica; 10

- strutturata; - tempestiva; - dinamica, - trasparente. 4. La gestione del rischio deve essere destinata a: - creare e proteggere il valore delle azioni e dei comportamenti; - essere parte integrante di tutti i processi organizzativi; - essere parte di ogni processo decisionale; - fondarsi sulle migliori informazioni disponibili; - considerare i fattori umani e culturali; - favorire il miglioramento continuo dell organizzazione e dei procedimenti. Articolo 8 MISURE DI PREVENZIONE COMUNI A TUTTI LE AREE A RISCHIO 1. Oltre alle specifiche misure indicate nelle allegate schede, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente piano, si individuano, in via generale, per il triennio 2016-2018, le seguenti attività, finalizzate a contrastare il rischio di corruzione, nei settori di cui all art. 6: a. Meccanismi di controllo delle decisioni e di monitoraggio dei termini di conclusione dei procedimenti I Referenti, con cadenza semestrale, comunicano al Responsabile della prevenzione della corruzione un report indicante, per le attività a rischio, afferenti il Settore di competenza: - il numero dei procedimenti per i quali non sono stati rispettati i tempi di conclusione degli stessi e la percentuale rispetto al totale dei procedimenti istruiti nel periodo di riferimento; - la segnalazione dei procedimenti per i quali non è stato rispettato l'ordine cronologico di trattazione. Il Responsabile della prevenzione e della corruzione, entro un mese dall'acquisizione dei reports da parte dei Referenti di ciascun Settore, pubblica, sul sito istituzionale dell'ente, avvalendosi della Struttura di supporto, i risultati del monitoraggio effettuato. b. Monitoraggio dei rapporti, in particolare quelli afferenti i settori di cui al precedente art. 6, tra l'amministrazione comunale e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere. Con cadenza semestrale i Referenti comunicano al Responsabile della prevenzione un report circa il monitoraggio delle attività e dei procedimenti a rischio, del Settore di appartenenza, verificando, anche sulla scorta dei dati ricavabili dai questionari di cui al successivo art.10, comma 4, eventuali relazioni di parentela o affinità fino al secondo grado, sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti dei soggetti che con l'ente stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere ed i Responsabili di Settore ed i dipendenti del Comune che hanno parte, a qualunque titolo, in detti procedimenti. c. Monitoraggio sul rispetto protocolli di legalità e atti di integrità. Con cadenza semestrale i Referenti comunicano al Responsabile della prevenzione un report circa il monitoraggio sull inserimento negli avvisi, bandi di gara, lettere d invito, che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità, costituisce causa di esclusione della gara. 11

d. Individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. Nelle schede allegate vengono individuati, per ciascun procedimento e/o attività a rischio, gli obblighi di trasparenza aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dalla legge. e. Archiviazione informatica e comunicazione. Gli atti ed i documenti relativi alle attività ed ai procedimenti di cui al precedente art. 6, vanno archiviati in modalità informatica, anche, mediante scannerizzazione. Articolo 9 PERSONALE IMPIEGATO NELLE AREE A RISCHIO 1. La scelta del personale da assegnare ai Settori individuati a rischio, ai sensi dell art. 6, deve prioritariamente ricadere su quello appositamente selezionato e formato. 2. A tal fine, entro il mese di ottobre di ogni anno, i Responsabili di Settore propongono al Responsabile della Prevenzione della Corruzione i nominativi del personale da inserire nei programmi di formazione da svolgere nell'anno successivo, ai fini dell'assegnazione nei Settori a rischio. 3. Entro il mese di dicembre il Responsabile della Prevenzione, sentiti i Responsabili di Settore, redige l'elenco del personale da inserire prioritariamente nel programma annuale di formazione e ne dà comunicazione, tramite la struttura di supporto, ai diretti interessati. 4. La partecipazione al piano di formazione da parte del personale selezionato rappresenta un'attività obbligatoria. 5. Entro il mese di dicembre di ogni anno il Responsabile della prevenzione della corruzione definisce, sentiti i Responsabili di Settore ed avvalendosi della Struttura di supporto, il programma annuale della formazione da svolgersi nell'anno successivo. 6. Il Responsabile della prevenzione può richiedere supporto tecnico ed informativo al Prefetto, anche al fine di garantire che il piano comunale sia formulato ed adottato nel rispetto delle linee guida contenute nel Piano nazionale. 7. Il personale impiegato nelle aree a rischio deve, ove possibile, essere sottoposto a rotazione periodica, secondo un intervallo compreso tra tre e cinque anni, salvaguardando comunque l efficienza e la funzionalità degli uffici. 8. A tal fine, ogni Responsabile di Settore comunica al Responsabile della prevenzione della corruzione, entro il mese di ottobre di ogni anno, il piano di rotazione relativo al Settore di competenza. 9. Nel piano devono essere indicati per ciascun dipendente interessato, il tempo di permanenza nello specifico ruolo/funzione considerati a rischio. La maggior durata dell'incarico ricoperto rappresenta un criterio di priorità nell'individuazione del personale da sottoporre a rotazione. 12

Articolo 10 MISURE DI PREVENZIONE RIGUARDANTI TUTTO IL PERSONALE 1. Ai sensi dell art. 35-bis del d.lgs. 165/2001, così come introdotto dall art. 46 della L. 190/2012, coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale: a. non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi; b. non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati; c. non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere. 2. Il dipendente, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, è tenuto a comunicare non appena ne viene a conoscenza al Responsabile della prevenzione, di essere stato sottoposto a procedimento di prevenzione ovvero a procedimento penale per reati di previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale. Ai sensi dell art. 6-bis della L. n. 241/90, così come introdotto dall art. l, comma 4-1, della L. 190/2012, il responsabile del procedimento e i soggetti competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale, devono astenersi in caso di conflitti di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale, ai loro superiori gerarchici. Il Responsabile di Settore dovrà verificare in concreto l'esistenza del conflitto di interesse e tenerne conto nell'assegnazione dei carichi di lavoro, non assegnando detta pratica al dipendente. I Responsabili di Settore dovranno effettuare tale comunicazione al Responsabile della Prevenzione ed al Sindaco. Il Responsabile della Prevenzione effettuata la valutazione del caso concreto, farà assumere gli opportuni provvedimenti volti a far cessare i conflitti d'interessi (assegnazione della pratica ad altro Responsabile di Settore, ovvero ad altro dipendente con attribuzione dei poteri di firma verso l esterno e di assunzione del provvedimento finale). 3. Ai sensi dell'art. 54-bis del d.lgs. 165/2001, cosi come introdotto dall art. 1, comma 51, della L. 190/2012, fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il dipendente che denuncia all'autorità Giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell incolpato. La denuncia è sottratta all accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. 4. A tutti i dipendenti in servizio presso il Comune è sottoposto, con cadenza annuale, un questionario, ove dovranno essere indicati e attestati ai sensi e per gli effetti di cui al D.P.R. 445/00: 13

a. i rapporti di collaborazione, sia retribuiti che a titolo gratuito, svolti nell ultimo quinquennio e se sussistono ancora rapporti di natura finanziaria o patrimoniale con il soggetto per il quale la collaborazione e stata prestata; b. se e quali attività professionali o economiche svolgono le persone con loro conviventi, gli ascendenti e i discendenti e i parenti e gli affini entro il secondo grado; c. eventuali relazioni di parentela o affinità fino al secondo grado, sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti dei soggetti che con l'ente stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, limitatamente agli ambiti di lavoro di competenza. I dati acquisiti dai questionari avranno in ogni caso carattere riservato, nel rispetto di quanto previsto in materia di tutela della privacy. Sarà cura del Responsabile di Settore dell ufficio di appartenenza, adottare, nel caso in cui si ravvisino possibili conflitti d interessi, le opportune iniziative in sede di assegnazione dei compiti d ufficio, ai sensi dell art. 53, comma 5, del d.lgs. n. 165/2001, così come modificato dall art. 1, comma 42, della L. 190/2012. I questionari compilati dai Responsabili di Settore sono trasmessi al Responsabile della Prevenzione e al Sindaco ai fini delle valutazioni di cui sopra. 5. Restano ferme le disposizioni previste dal D.lgs. 165/2001 in merito alle incompatibilità dei dipendenti pubblici, e in particolare l articolo 53, comma 1 bis, relativo al divieto di conferimento di incarichi di direzione di strutture organizzative deputate alla gestione del personale (cioè competenti in materia di reclutamento, trattamento e sviluppo delle risorse umane) a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici ovvero in movimenti sindacali oppure che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni. Ai sensi dell articolo 53, comma 3-bis, del d.lgs. 165/2001 è altresì vietato ai dipendenti comunali svolgere anche a titolo gratuito i seguenti incarichi: a. attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti ai quali abbiano, nel biennio precedente, aggiudicato ovvero concorso ad aggiudicare, per conto dell Ente, appalti di lavori, forniture o servizi; b. attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti con i quali l Ente ha in corso di definizione qualsiasi controversia civile, amministrativa o tributaria; c. attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti pubblici o privati con i quali l Ente ha instaurato o è in procinto di instaurare un rapporto di partenariato. 6. A tutto il personale del Comune, indipendentemente dalla categoria e dal profilo professionale, si applica il Codice integrativo di comportamento dei dipendenti, predisposto ai sensi dell art. 54 del D. L.vo 165/01 e s.m.i. 7. Tutti i dipendenti dell Ente, all atto dell assunzione e, per quelli in servizio, con cadenza annuale, sono tenuti a dichiarare, mediante specifica attestazione da trasmettersi al Responsabile della prevenzione, la conoscenza e presa d atto del piano di prevenzione della corruzione in vigore, pubblicato sul sito istituzionale dell Ente. I Responsabili di Settore dovranno dichiarare di avere applicato il Piano e di avere vigilato per la puntuale applicazione da parte del personale assegnato al proprio Settore. 8. Le misure di prevenzione di cui al presente piano costituiscono obiettivi strategici, anche ai fini della redazione del piano delle performance o analoghi strumenti di programmazione. La corresponsione della retribuzione di risultato è collegata all attuazione del Piano, per cui le attività poste in essere ed i comportamenti tenuti dai Responsabili di Settore acquisiscono rilevanza ai fini della valutazione della performance. 14

Articolo 11 SANZIONI 1. Il Responsabile della prevenzione della corruzione risponde ai sensi dell'art. 1, commi 12, 13 e 14 primo periodo, della L. 190/2012. 2. Ai sensi dell'art. 1, comma 14, secondo periodo, della L. 190/2012, la violazione, da parte dei dipendenti dell'ente, delle misure di prevenzione previste dal presente piano costituisce illecito disciplinare. 15

PARTE TERZA NORME TRANSITORIE E FINALI Articolo 12 ENTRATA IN VIGORE 1. Il presente piano entra in vigore a seguito della esecutività della relativa delibera di approvazione da parte della Giunta Comunale. 16

SCHEDE ALLEGATE PIANO ANTICORRUZIONE 2016 2018 SCHEDA N. 1: APPALTI Livello di rischio Misure di prevenzione Lavori eseguiti in somma urgenza Alto l) Registro delle somme urgenze, recante le seguenti informazioni: Estremi provvedimento di affidamento Oggetto della fornitura Operatore economico affidatario Importo impegnato e liquidato 2) Pubblicazione del registro sul sito web istituzionale dell ente nella sezione Trasparenza Affidamenti diretti (ex art. 56 e 125 del d. lgs 163/2006) Alto 1) Registro degli affidamenti diretti, recante le seguenti informazioni: - Estremi provvedimento di affidamento - Oggetto della fornitura - Operatore economico affidatario - Importo impegnato e liquidato 2) Pubblicazione del registro sul sito web istituzionale dell'ente nella sezione Trasparenza Transazioni, accordi bonari e arbitrati Alto Elenco, da pubblicarsi sul sito istituzionale dell ente, delle transazioni, degli accordi bonari e degli arbitrati di cui agli artt. 239, 240 e 241 del d.lgs. 163/2006, contenenti le seguenti informazioni: - oggetto - importo - soggetto beneficiario - responsabile del procedimento -estremi del provvedimento di definizione della procedimento di affidamento di appalti Medio Espressa indicazione negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità, costituisce causa di esclusione dalla gara. Opere pubbliche Medio Scheda opere pubbliche, da pubblicarsi sul sito internet dell'ente e da aggiornarsi periodicamente, recante le seguenti informazioni: 1) Progettista dell'opera e Direttore dei lavori 17

2) Fonte di finanziamento 3) Importo dei lavori aggiudicati e data di agg. 4) Ditta aggiudicataria 5) Inizio lavori 6) Eventuali varianti e relativo importo 7) Data fine lavori 8) Collaudo 9) Eventuali accordi bonari 10) Costo finale dell'opera SCHEDA N. 2: URBANISTICA Livello di rischio Misure di prevenzione Pianificazione Urbanistica Alto Pubblicazione sul sito web istituzionale dei relativi dati ed informazioni Lottizzazioni edilizie Alto 1) Valutazione analitica dei costi delle opere di urbanizzazione proposte a scomputo 2) Predisposizione ed utilizzo di schemi standard di convenzioni di lottizzazione 3) Archiviazione informatica di tutti i procedimenti di lottizzazione SCHEDA N. 3: ATTIVITA' PRODUTTIVE IN VARIANTE ALLO STRUMENTO URBANISTICO Livello di rischio Misure di prevenzione Attività produttive in variante Alto l) Tempestiva trasmissione al Consiglio, a allo strumento urbanistico (art. 8 cura del Responsabile in ogni caso almeno D.P.R. n. 160/2010 - ex art. 5 20 giorni prima dell eventuale attivazione D.P.R. n 447/1998) della conferenza di servizi, di una relazione istruttoria indicante la verifica effettuata circa la ricorrenza dei presupposti per l attivazione del procedimento di variante semplificata richiesta dal privato. 2) Elenco delle iniziative produttive approvate in variante, da pubblicarsi sul sito internet dell ente con l indicazione: - Tipologia dell intervento e ditta proponente - Data di presentazione dell istanza - Data di attivazione della conferenza di servizi - Estremi di pubblicazione e deposito 18

progetto approvato in conferenza - Estremi deliberazione del Consiglio Comunale di approvazione - Convenzione sottoscritta SCHEDA N. 4: EDILIZIA Livello di rischio Misure di prevenzione Concessioni edilizie Medio 1) Archiviazione informatica di tutti i procedimenti, sin dalla fase di avvio, con la scannerizzazione della relativa documentazione. 2) Report semestrale da trasmettersi, a cura del Responsabile del settore al Responsabile della prevenzione su: nr. casi di mancato rispetto dell'ordine cronologico nell'esame delle istanze, sul totale di quelle presentate. -nr casi di mancato rispetto dei termini di conclusione del procedimento sul totale di quelli avviati Repressione abusi edilizi Alto Idem Concessioni edilizie in sanatoria Medio Idem SCHEDA N. 5: ATTIVITA IN CAMPO ECOLOGICO ED AMBIENTALE Livello di rischio Misure di prevenzione Smaltimento dei rifiuti Alto l)registro recante le seguenti informazioni: - Estremi provvedimento di affidamento - Oggetto del servizio affidato - Operatore economico affidatario - Importo impegnato e liquidato 2) Pubblicazione del registro sul sito web istituzionale dell'ente nella sezione Trasparenza 19

SCHEDA N. 6: GESTIONE PATRIMONIO Livello di rischio Misure di prevenzione Concessione in uso beni immobili Medio Pubblicazione sul sito internet dell ente dell elenco dei beni immobili di proprietà comunale, concessi in uso a terzi, indicante le seguenti informazioni. - Descrizione del bene concesso - Estremi del provvedimento di concessione - Soggetto beneficiario - Oneri a carico del beneficiario - Durata della concessione SCHEDA N. 7: CONTRIBUTI Livello di rischio Misure di prevenzione Concessione contributi, Alto Pubblicazione sul sito internet dell Ente sovvenzioni, sussidi e dei dati previsti dagli articoli 26 e 27 del attribuzione di vantaggi D.Lgs. n. 33/2013 economici a persone fisiche ed enti pubblici e privati SCHEDA N. 8: GESTIONE DELLE ENTRATE Livello di rischio Misure di prevenzione Tributi comunali in autoliquidazione (IMU, TASI) Medio Report su: -Accertamento coerenza della base impositiva - Accertamento tempestivo dei pagamenti ed emissione ruoli coattivi Tributi con ruoli emessi dall Ente (TARI) Medio Report su: -Emissione dei ruoli ed attività di bollettazione. -Accertamento coerenza della base impositiva; - Accertamento tempestivo dei pagamenti ed emissione ruoli coattivi 20

SCHEDA N. 9: GESTIONE DELLE SPESE Livello di rischio Misure di prevenzione Acquisizione beni e servizi Medio Report su: - metodo di scelta del contraente -verifica del fabbisogno e dell efficiente ed economica gestione delle risorse - rispetto principi contabili Fondi PAC servizi di cura all infanzia e agli anziani Medio Report sul rispetto delle norme di settore nell affidamento e nella gestione dei contratti Concorsi per il reclutamento a qualsiasi titolo del personale e per le progressioni in carriera Rilevazione elettronica delle presenze SCHEDA N. 10: PERSONALE Livello di rischio Misure di prevenzione Medio Pubblicazione bandi ai sensi dell art. 19 del D. Lgs. n. 33/2013. Pubblicazione graduatorie Medio Report sugli accertamenti della regolarità della timbratura SCHEDA N. 11: NOMINA INCARICHI -CONSULENZE Livello di rischio Misure di prevenzione Conferimento incarichi e Medio Affidamento ai sensi delle vigenti consulenze disposizioni e relativa procedura; pubblicazione dei dati previsti dall art. 15 del D. Lgs. n. 33/2013 Affari legali e contenzioso Medio Affidamento ai sensi delle vigenti disposizioni e relativa procedura; pubblicazione dei dati previsti dall art. 15 del D. Lgs. n. 33/2013 SCHEDA N. 12: ATTIVITA PRODUTTIVE - SUAP Livello di rischio Misure di prevenzione Istanze di inizio, cessazione, Medio Report su: variazioni e fine attività - Data di presentazione dell istanza - Verifica della regolarità - Esito del procedimento ed osservanza tempistica 21