17 gennaio 2010 seconda domenica dopo l Epifania h. 18.00 h. 11.30 (Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la processione all altare) Celebriamo la Messa vigiliare della seconda domenica dopo l Epifania. In questa aula santa, invochiamo lo Spirito Santo perché accenda i nostri cuori del desiderio di incontrare ancora il Signore Gesù nella sua Parola che ascolteremo, nella sua Eucaristia che sarà consacrata per noi, nella assemblea dei nostri fratelli, che anche oggi ritroviamo attorno all altare del Signore. Seguendo l antica disciplina dell oriente cristiano, la Chiesa milanese valorizza, accanto alla domenica, giorno di festa per eccellenza, il carattere festivo che Dio ha assegnato al sabato. La Messa del sabato sera inizia con la celebrazione dei vesperi primi della domenica: vesperi che anche noi celebreremo tra poco. Vi invitiamo a prendere tutti il foglietto con i testi della Messa e il foglietto dei canti. Accogliamo la processione in piedi. 1
17 gennaio 2010 seconda domenica dopo l Epifania h. 18.00 h. 11.30 Prima del segno di croce: Buona domenica e buona santa Messa. Anche oggi, fratelli miei, siamo a Messa perché vogliamo ricevere Gesù; speriamo che Gesù ci dica qualcosa che ci faccia innamorare di Lui; vogliamo diventare cristiani innamorati di Gesù. Questo è il desiderio del Padre: ascoltate Gesù. Nel nome del Padre 2
17 gennaio 2010 seconda domenica dopo l Epifania h. 18.00 h. 11.30 Omelia Beati coloro che sperano in te Lui deve crescere e io diminuire. Sia lodato Gesù Cristo! Prima di lasciarci incantare dalla pagina di Vangelo, che abbiamo appena ascoltato, oggi desidero accompagnarvi nella contemplazione del messaggio che san Paolo ci ha consegnato nella seconda lettura. Siate buoni: seguitemi sul foglietto, mentre io la rileggo: in questo pagina della lettera alla comunità dei cristiani di Efeso Paolo parla di noi, di noi e di Gesù, della nostra vita, del nostro destino. Dice Paolo: Fratelli, benediciamo lodiamo ringraziamo Dio, il papà di Gesù, perché ha riempito anche noi della sua benedizione e la nostra vita, come la vita di ogni uomo, è benedetta, solo benedetta, benedetta come la vita di Gesù. Dio, il papà di Gesù, ci benedice sempre perché sa e vede che noi assomigliamo a Gesù. Pensate, prima ancora della creazione, Dio ha scelto ciascuno di noi e ci ha assegnato un posto nel suo cuore e nel cuore di Gesù, così che noi possiamo essere santi e puri, come Gesù, se ci amiamo come ci ha amati e ci ama Gesù. Noi abitiamo il cuore di Dio e il cuore di Gesù. Questo è l unico destino che ci tocca e che ci riguarda: noi siamo nati destinati a vivere come Gesù perché noi siamo figli suoi come Gesù, grazie a Gesù, grazie all amicizia di Gesù con noi (ci ha chiamati amici miei ). E allora il nostro Dio papà ci ha riempiti della sua Grazia: grazia che per noi è perdono, riconciliazione. Dio è in pace con noi, è solo in pace: si è rappacificato con noi grazie a Gesù. Poiché siamo figli, siamo anche eredi: tutto quello che il Dio nostro Papà ha riservato per Gesù, l ha riservato anche per noi: tutti i diritti di Gesù, il suo amatissimo Figlio, sono anche nostri diritti. Noi siamo figli che hanno ascoltato la parola del Vangelo, che ripongono ogni loro fiducia in Lui, che crediamo in Lui perché abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, che ci garantisce che tutto 3
questo è la nostra verità: noi siamo così, figli perché Figlio Gesù, fratelli perché Gesù è nostro fratello. Fratelli miei, quanta luce nella nostra vita: le tenebre, il buio, la paura, lo scoraggiamento non hanno più posto nella nostra vita. Diamo uno sguardo anche al Vangelo. Tra i protagonisti del miracolo di Cana c è anche Maria, la madre di Gesù. È lei che provoca il miracolo. È lei che dice ai camerieri di quel pranzo di nozze che cosa devono fare: Qualunque cosa vi dica, fatela! Fate quello che vi dirà Lui, Gesù. Sono le stesse parole che il Padre gridò dal cielo aperto il giorno del Battesimo di Gesù al Giordano: Questi è il mio figlio prediletto: ascoltatelo! Ascoltate Lui!. Questo è il nostro destino: siamo figli come Gesù, fratelli come Gesù. Non perdiamo più la gioia di questa nostra identità. Non ci poteva capitare niente di più bello nella nostra vita. 4
Ma noi non ci meravigliamo tanto di queste cose grandi che sono stati capaci di fare tanti discepoli di Gesù, nostri fratelli e sorelle: non ci meravigliamo anche perché non li conosciamo, non facciamo nulla per conoscerle. Al contrario, noi saremmo molto sorpresi se Gesù desse a me il potere di cambiare l acqua in vino. Perché? Perché l acqua cambiata in vino sollecita la nostra fantasia, la nostra immaginazione, i nostri sogni di onnipotenza... Perché l acqua mutata in vino non cambia la nostra vita: abbiamo le cantine piene di fiumi di vino. Noi non abbiamo bisogno di acqua trasformata in vino. Ci sono stati tanti discepoli di Gesù che hanno moltiplicato il pane, le patate, le castagne e tante altre cose per i poveri e per la loro gioia. E questo, dicevo, non ci sorprende più di tanto: sapete perché? Perché per essere capaci di fare queste cose, bisogna cambiare vita: bisogna credere che la nostra vita è un dono di Dio e i doni di Dio sono per la nostra gioia e per la gioia degli altri. Perché bisogna credere che c è più gioia nel dare che nel ricevere. Se vedessimo l acqua di questa giara mutarsi in vino a una mia parola, rimarremmo esterefatti. Ma non ci tocca più di tanto che un nostro fratello o sorella decidano di consegnare la loro vita al servizio dei nostri fratelli più poveri: non ci tocca più di tanto anche perché non ce ne sono più di giovani e non solo giovani disposti a fare questa scelta. Sapete perché? Perché non abbiamo ancora capito che la fede è per la nostra gioia; se la nostra fede non ci dà gioia, non è fede cristiana; non c è la fede che porta a consegnare la nostra vita al servizio, alla cura, alla 5
attenzione dei nostri fratelli più poveri. Senza andare lontano: sapete perché non c è più molta gioia nella vita di tante nostre famiglie, di tanti sposi? Perché hanno dimenticato che la vita è per la gioia, la fede è per la gioia: se nella vita di una coppia viene a mancare la gioia, vuol dire che è venuta a mancare ogni ragione per condividere la vita. Ma la gioia, che ha promesso Gesù a coloro che credono in Lui, è frutto del cuore purificato, umile, mite... la gioia, nella vita famigliare, coniugale, si costruisce e si conserva con la fatica del cuore purificato, umile, paziente, attento, compassionevole, tenero: la gioia è la capacità di custodire per sempre ciò che hai costruito per anni nella vostra vita di coppia e di famiglia. Il miracolo è questo: saper custodire: questa è la forza della fede e la forza della gioia di chi crede in Gesù. Molti sposi non hanno bisogno di acqua mutata in vino, ma hanno bisogno di credere che c è molta gioia nel custodire unità fedeltà perdono sacrificio. A Cana Gesù ha trasformato l acqua in vino per la gioia dei suoi amici sposi e per la nostra gioia: ha voluto dirci che il Padre vuole che i suoi figli siano nella gioia, per questo ci ha mandato Gesù. La fede è per la nostra gioia. Il Vangelo è per la nostra gioia. Questa Messa è per la nostra gioia. Di questo noi abbiamo bisogno: di credere che Gesù è per la nostra gioia. Noi non abbiamo bisogno di vedere l acqua trasformata in vino buono per credere a Gesù: noi abbiamo il vino buono, è proprio Gesù. Abbiamo molto di più di un vino buono: abbiamo Lui, la sua Parola, il suo Pane, il suo perdono, la sua comunità... Sapete perché noi viviamo poco nella gioia? Perché a Gesù chiediamo il pane, il vino, la salute, il lavoro... ma non gli chiediamo quasi mai il suo perdono, la sua Parola, il suo Vangelo, la sua Eucaristia. Questo miracolo delle nozze di Cana ci riguarda. Il vino, nella Bibbia, è simbolo di gioia, di festa. Gesù ci dice che Lui è capace di cambiare la nostra vita. Noi gli diciamo: cambia la nostra vita in gioia, dona alla nostra vita la gioia. Ricordaci che 6
noi siamo fortunati: se Ti ascoltiamo, la nostra vita diventa più bella, come il vino della festa sulla tavola delle tue nozze con noi, tuoi discepoli, tuoi figli. 7