Il filo delle Batterie. Dalle interviste a Carlo Mortola e Nicolò Nicco Maggiolo abitanti di San Rocco di Camogli

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Transcript:

Il filo delle Batterie Dalle interviste a Carlo Mortola e Nicolò Nicco Maggiolo abitanti di San Rocco di Camogli Qui a San Rocco, durante la guerra, non è mai successo niente. Solo una volta, nella Mesana, che è la zona più o meno a metà tra la località Mortola e le Batterie, qualcuno tagliò i fili di collegamento del telegrafo che collegavano le Batterie a Ruta. Ma, secondo me, non era gente di qui. Il comandante tedesco, durante la Messa nella Chiesa di San Rocco, andò all altare e fece lui la predica alla gente radunata in chiesa. Disse che per quella volta non sarebbe successo niente, ma che se succedeva un altra volta, avrebbe fatto fucilare dieci persone di San Rocco. Non successe più niente, ma i tedeschi, per sicurezza, pagarono dei civili, abitanti nelle zone vicine, perché di notte facessero la guardia ai fili del telegrafo. Ognuno di loro aveva un fischietto e quando notava qualcosa di sospetto doveva fischiare avvisando in questo modo i soldati tedeschi che accorrevano armati.

Soldato in Francia Intervista ad Antonio Causi, abitante di San Rocco di Camogli Io sono stato soldato in Francia. Ci sono stato quaranta mesi. Tra Mentone e Carnolès. Ero lì l 8 settembre e sono scappato. Ricordo che siamo scappati di corsa. Io mi sono infilato solo una manica della camicia. Se ci prendevano i tedeschi finivamo in Germania, a lavorare. Ma mica tutti andavano a lavorare

I bombardamenti Intervista a Natalina Mortola, abitante di San Nicolò di Capodimonte Passavano sempre aerei. Noi abitavamo a San Nicolò e andavamo a ripararci alla Chiesa Vecchia. Gli aerei bombardavano Recco. L'hanno bombardata tante volte! Io avevo paura. Ci nascondevamo alla Chiesa Vecchia, in un buco sotto un dirupo. Una volta, Lino, mentre andava in questo rifugio, è stato beccato sul collo da un uccello che si era spaventato. Era un uccello grosso che forse aveva i piccoli e allora lo ha assalito.

Il Comando Tedesco in casa Intervista a Vittorio Bozzo, abitante a San Rocco di Camogli La nostra casa, la Villa Mortola-Bozzo a San Rocco di Camogli, è stata la sede per un certo periodo del Comando Tedesco. Da lì potevano avere una buona visuale d insieme: Camogli, Punta Chiappa, il mare. Mi ricordo che mio padre mi ha detto che quando i tedeschi sono andati via hanno lasciato una lista molto completa delle cose che avevano trovato in casa, come mobili, letti, materassi e altro. Si sono dimenticati un oggetto loro, un binocolo militare con le lenti graduate e con i numeri per le coordinate. Ci è rimasto questo ricordo.

La fine della guerra alle Batterie Intervista a Carlo Mortola, abitante di San Rocco di Camogli I tedeschi sono usciti in colonna dalle Batterie. Davanti c erano due muli con la bandiera della Croce Rossa sulla schiena. Dietro, i tedeschi, in fila e armati. Sono arrivati sulla piazza di San Rocco e ci hanno detto che se noi non li attaccavamo, loro non sparavano. Hanno proseguito per Ruta e poi sono andati a Recco dove si sono radunati. A Recco comandavano gli alpini della Monterosa e quelli eseguivano gli ordini. Come i tedeschi. I cannoni delle Batterie sono rimasti lì, ma di armi ne hanno prese tutti. Anche noi ragazzi siamo andati alle Batterie. Quelli che comandavano ci avevano dato un moschetto a testa e giravamo armati, ma solo lì a San Rocco. Poi i moschetti li abbiamo buttati via.

San Lorenzo della Costa 24 aprile 1945 Intervista a Elio Massone, abitante di Ruta di Camogli Quando i carri armati degli Alleati sono arrivati a San Lorenzo, dopo la curva, appena si sono affacciati, hanno sparato al primo carro armato e hanno ucciso un soldato americano. Era il 24 aprile 1945. E poi è finito tutto. I tedeschi se ne sono andati via. Ma avevano minato la Galleria di Ruta e l hanno fatta saltare. I carri armati americani, per aggirarla, sono dovuti tonare indietro, sono andati a Rapallo, Santa Maria del Campo, San Martino di Noceto, poi sono arrivati a Ruta e hanno ripreso la Via Aurelia. Il Comando degli Alleati aveva la sede nell Albergo Italia. Durante la guerra, certo, era brutto, però eravamo più uniti, uno aiutava un altro che aveva bisogno. C era la guerra e non c era niente. Oggi, invece, che abbiamo tutto

Ragazzini alle Batterie Intervista a Nicolò Maggiolo, abitante di San Rocco di Camogli Nella foto d epoca, uno dei tre cannoni antinave Dopo che i soldati tedeschi sono andati via, alle Batterie sono subentrati alcuni del Comitato di Liberazione e ci sono stati una ventina di giorni, prima che venissero gli Americani. Dato che nel comitato c erano anche mio zio e mio fratello, e noi ragazzini gli portavamo la focaccia e il pane, ci lasciavano entrare dentro i bunker e così ho potuto guardare bene cosa c era. Mi ricordo che guardavo dal telemetro e vedevo la gente per la strada a Genova. Si potevano distinguere le persone, gli uomini, le donne e i bambini. Tutta la parte alta sopra i due bunker era recintata da filo spinato e pali di ferro. Nella parte di sotto, verso il mare, c erano le mine antiuomo. Nei bunker c erano ancora i tre cannoni. C erano delle mitragliatrici e mi ricordo la mitragliera antiaerea sulla quale salivo e che si poteva manovrare. Una volta sono andato di sotto a vedere la Santabarbara dove c erano le munizioni. Dopo un po di tempo, sono arrivati degli specialisti da Genova che hanno tagliati i cannoni con la fiamma ossidrica e i pezzi li hanno portati con la guidovia a Punta Chiappa e poi li hanno portati via.

La smobilitazione delle Batterie Intervista a Prospero Mortola, abitante di San Rocco di Camogli Mi era stato affidato il lavoro di smobilitare gli armamenti delle Batterie. Quando sono arrivato io, nell agosto-settembre del 1945, sia a Portofino Vetta che alle Batterie, tutti i cannoni erano già stati portati via e io ho preso in consegna tutto il munizionamento che c era nelle gallerie. Per quanto riguarda le Batterie, la cosa è stata più complessa in quanto le gallerie erano zeppe di munizioni. La quantità era maggiore di quella di Portofino Vetta. Si è dovuto fare il trasferimento del materiale per mezzo del carrello sulla rotaia fino al mare, dove veniva imbarcato e portato a Camogli e poi sui camion fino a Sturla e quindi veniva trasferito ai vari centri per lo scarico. C era da fare anche tutto lo sminamento Nella foto, Prospero Mortola, a sinistra, mentre riceve l onorificenza a Cavaliere Tutti i brani sono tratti dalle interviste raccolte nel volume La voce delle radici AA.VV. Feguagiskia' studios Edizioni, Genova 2004 e dalle video-interviste realizzate negli anni 2010-2014 dall Ente parco. Tutti questi materiali e altri ancora sono visibili nel Centro Visite delle Batterie.