ADA-SCID: le storie dei bambini salvati all HSR-TIGET con la terapia genica



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Conferenza stampa Telethon alla Rai Roma, 10 dicembre 2008 ADA-SCID: le storie dei bambini salvati all HSR-TIGET con la terapia genica Sono passati più di 8 anni da quando la prima bambina palestinese affetta da immunodeficienza combinata grave (SCID) da deficit di adenosin deaminasi (ADA) è stata curata con la terapia genica. Oggi si può finalmente dire che il trattamento è efficace dopo molti anni: i primi nove bambini che vivevano isolati dal resto del mondo sono cresciuti, vanno a scuola, fanno una vita normale e hanno ormai dimenticato di essere stati malati. Di recente altri tre bambini hanno ricevuto la terapia genica all HSR-TIGET e anche per loro la cura si avvia ad essere un successo. La sperimentazione e la vittoria del protocollo di terapia genica per la cura dell ADA-SCID è anche la storia di tanti viaggi della speranza da tutto il mondo verso l Italia. Bambini arrivati dall Europa, dal Medio Oriente e dall America. Quattro dei bambini salvati sono arrivati all HSR-TIGET dagli USA, dopo che le cure effettuate lì o in Canada non avevano funzionato. Ora il centro di Milano è diventato il riferimento mondiale per la cura di questa grave malattia genetica; ecco, in ordine cronologico, i nomi dei bambini che qui hanno trovato la loro salvezza 2000 - Salsabil (Palestina) 2001 - Valentina (Colombia) 2002 - Rafael Enrique (Venezuela) 2002 - May (Arabia Saudita) 2004 - Aleyna (Belgio) 2004 - Valerio (Italia) 2005 - Nicholas (Svizzera) 2006 - Lucas (Germania) 2006 - Azuz (Arabia Saudita) 2007 - Enrico (Brasile) 2007 - Parker (Canada) 2007 - Abdul Rahim (Pakistan) Le loro storie Salsabil è una bambina palestinese di una famiglia di Gerusalemme est. È nata nel febbraio del 2000, affetta, come altri suoi fratelli, dall ADA-SCID. La sua famiglia aveva già perso un bambino a causa di un immunodeficienza congenita. I genitori vengono subito informati che anche lei è malata: sanno che andrà incontro a pericolose infezioni che cominciano a manifestarsi all età di due mesi con una polmonite gravissima. Non può essere sottoposta a trapianto di midollo per mancanza di un donatore compatibile. I medici israeliani che seguono la famiglia, il dottor Slavin e il dottor Aker, contattano il l HSR-TIGET di Milano per chiedere la possibilità di avviare Salsabil alla procedura di terapia genica con le cellule staminali che l Istituto di recente ha messo a punto. Ma Salsabil non è trasportabile in Italia e l intervento di terapia genica viene programmato il più in fretta possibile a Gerusalemme. All inizio di settembre 2000 un equipe di medici del TIGET si reca a Gerusalemme portando tutto il materiale necessario per eseguire l intervento nell ospedale dove la bimba è ancora ricoverata. In sala operatoria viene raccolto il midollo osseo, che viene subito trasportato nel laboratorio dove il team di

ricercatori italiani e israeliani inizia la procedura. Il gene ADA sano viene inserito nelle cellule staminali malate del midollo osseo, permettendo così di riparare il difetto genetico. Le cellule staminali corrette vengono trapiantate nella piccola tramite un iniezione endovena. Le prime settimane sono di attesa e la bambina continua a vivere in ospedale, in isolamento. Dopo un mese, il primo campione di sangue viene trasportato a Milano per le analisi e i risultati sono incoraggianti: le cellule sane cominciano a crescere. I controlli continuano, i campioni viaggiano tra Gerusalemme e Milano, dove vengono studiate dai ricercatori dell Istituto Telethon. A tre mesi di distanza dalla terapia arriva la prima conferma che le difese immunitarie iniziano a funzionare normalmente. Da quel momento Salsabil non ha più avuto problemi né infezioni e non deve più prendere medicine. Oggi vive con i suoi fratelli a Gerusalemme, cresce bene, gioca con gli altri bambini e va a scuola. Valentina nasce in Colombia nel 1998: oggi a ha 10 anni e mezzo. I genitori avevano perso il primo figlio all età di 5 mesi per una polmonite e solo dopo era arrivata la diagnosi di immunodeficienza severa combinata da carenza dell enzima ADA. Valentina soffre sin dai primi mesi di vita di infezioni respiratorie e diarrea, non cresce e anche a lei viene diagnosticata l ADA-SCID. Ha un fratello, ma non è compatibile per il trapianto. Allora i genitori decidono di portarla negli USA, a Miami, per effettuare un trapianto di midollo osseo dal padre. È un trapianto difficile, perché la compatibilità è bassa: il trapianto non riesce e Valentina continua ad ammalarsi. Viene proposta loro un ultima possibilità: un nuovo trapianto di midollo con chemioterapia, che però lei difficilmente potrebbe sopportare. I medici di Miami parlano con i genitori di una nuova possibilità in Italia: parte il viaggio della speranza al contrario, dagli USA a Milano. Nel 2001 Valentina riceve il trattamento con la terapia genica e dopo pochi mesi può far ritorno a casa, in Colombia. Grazie al trattamento Valentina ha ripreso a crescere, va a scuola, in piscina, e non soffre più di gravi infezioni. Rafael Enrique ha 7 anni e mezzo e vive in Venezuela. I suoi genitori, Virginia e Rafael, avevano aspettato a lungo un figlio. Nel 2001, poco dopo la nascita di Rafael Enrique, inizia il dramma della famiglia: il bambino si ammala spesso per gravi infezioni, che lo costringono a ricoverarsi in ospedale. I primi esami del sangue evidenziano che il bimbo non ha né le cellule né gli anticorpi che dovrebbero difenderlo dalle infezioni. Le infezioni continuano e i medici venezuelani decidono di inviare il paziente negli USA alla Duke University (Durham), dalla professoressa Rebecca Buckley, presso il più importante centro di trapianti specializzato nel trattamento di questi bambini. La famiglia si trasferisce quindi in America con il piccolo. La diagnosi di immunodeficienza viene confermata: si tratta di un ADA-SCID. La professoressa Buckley propone alla famiglia un trapianto di midollo. Il bimbo non ha fratelli e allora i medici americani decidono di trapiantargli le cellule staminali del midollo del papà. Il trapianto però non riesce, le cellule del padre non attecchiscono e il bambino continua ad ammalarsi. La professoressa Buckley viene a conoscenza dei primi risultati della terapia genica presentati a un congresso dal professor Alessandro Aiuti e contatta subito i medici dell HSR-TIGET di Milano per proporre il caso di Rafael Enrique. Ne parla con i genitori, che accettano con entusiasmo di tentare questa nuova strada. Nel 2002 Rafael Enrique viene trattato con la terapia genica. Dopo 5 mesi trascorsi in Italia, il bimbo può tornare a casa. Gli esami effettuati nel suo Paese e i prelievi inviati a Milano per gli studi più sofisticati confermano che la terapia genica sta funzionando: le cellule corrette con il gene sano hanno preso il sopravvento su quelle malate. Oggi il bambino cresce normalmente, non prende medicine, va a scuola e fa una vita normale. May è una bambina di otto anni, dell Arabia Saudita. Compiuti i 4 mesi di età comincia ad ammalarsi, sempre più frequentemente, di infezioni e i genitori la portano in ospedale. I medici sospettano un immunodeficienza e anche loro la indirizzano negli USA dalla professoressa Buckley (Duke University), la quale conferma la diagnosi di ADA-SCID e tenta un trapianto di midollo. May ha una sorella sana, il cui midollo non è però

compatibile: è la mamma quindi a donare il midollo osseo per cercare di salvare la figlia. Purtroppo il trapianto fallisce e May si ritrova al punto di partenza: continua ad avere infezioni e si ammala di tubercolosi. A questo punto i medici americani contattano l HSR- TIGET di Milano, dove la bimba arriva nell estate del 2002 con la sua famiglia. Rimane ricoverata in isolamento e in una camera sterile dell Unità di Ricerca Clinica Pediatrica del TIGET, unità appositamente costituita da Telethon presso il San Raffaele per la cura di questi pazienti. Nell ottobre 2002 inizia la cura. Le cellule staminali del midollo vengono raccolte e dopo aver riparato il difetto con la terapia genica - reimpiantate nella bambina. La mamma, instancabile, ha trascorso tutte le giornate con la figlia, dormendo in un letto accanto alla camera sterile che protegge la bimba dai microbi. Il papà ha fatto la spola tra l ospedale e l albergo dove alloggiava con l altra figlia. Gli infermieri e i medici, che l hanno seguita durante tutto questo periodo, hanno cercato di rendere l isolamento meno gravoso possibile. May dopo alcuni mesi trascorsi a Milano può tornare a casa. Sono passati cinque anni dalla terapia genica e May non si ammala più. Vive in Arabia Saudita con la sua famiglia, va a scuola e torna una volta all anno in Italia per i controlli. Aleyna nasce in Belgio nel 2002; nelle prime settimane sembra essere una bambina normale, ma pochi mesi dopo sviluppa problemi respiratori che la portano al ricovero nell ospedale pediatrico di Bruxelles. La bambina non cresce e nelle settimane successive viene colpita da polmonite e meningite. È necessario un secondo ricovero, durante il quale le viene diagnosticata l ADA-SCID: la bambina ha tre mesi di vita e le sue difese immunitarie sono bassissime. Si decide di somministrarle antibiotici per proteggerla dalle infezioni ricorrenti e di tentare la somministrazione dell enzima ADA bovino. La terapia ha un effetto positivo e Aleyna, dopo molti mesi di ricovero, viene dimessa per continuare a casa la cura con iniezioni settimanali dell enzima. Presto però i medici di Bruxelles si rendono conto che il sistema immunitario di Aleyna non si sviluppa adeguatamente. La dottoressa Ferster, che l ha in cura, è a conoscenza dei protocolli messi a punto dai medici dell HSR-TIGET e dei risultati ottenuti con altri bambini; si mette subito in contatto con loro affinché la bimba possa essere inserita nel protocollo di terapia genica. Nel marzo 2004 Aleyna viene sottoposta all intervento presso l Ospedale San Raffaele di Milano. L equipe, coordinata da Maria Grazia Roncarolo e Alessandro Aiuti, dirige l operazione: dapprima viene prelevato il midollo osseo della bimba e da esso vengono isolate le cellule staminali. Poi in laboratorio queste cellule, mancanti del gene ADA funzionante, vengono corrette geneticamente con l introduzione del gene sano. Nel frattempo, alla bambina viene somministrato un particolare farmaco chemioterapico, la cui funzione è di eliminare in parte le cellule malate per far posto alle cellule sane. A questo punto Aleyna riceve le sue cellule staminali corrette con una semplice iniezione endovena. Aleyna resta ricoverata presso il San Raffaele e si aspetta di sapere l esito dell intervento. I controlli periodici fanno sperare e nel giro di pochi mesi la bimba recupera: il suo sistema immunitario comincia a svilupparsi a partire da quelle cellule sane geneticamente corrette che le erano state iniettate mesi prima. Aleyna viene dimessa e in giugno può tornare a casa, senza bisogno delle iniezioni dell enzima. Adesso sta bene, non ha più avuto infezioni e sta crescendo normalmente. Valerio è un bambino italiano di 9 anni e mezzo. Già dopo una settimana di vita inizia a manifestare i sintomi dell ADA-SCID: respira male e viene ricoverato presso l ospedale di Terni per una polmonite. I suoi genitori, giostrai, si trasferiscono a Roma quando il bambino continua a peggiorare e viene ricoverato all Ospedale Bambin Gesù di Roma: qui l equipe del professor Paolo Rossi scopre che il bimbo non ha i globuli bianchi (linfociti) e gli anticorpi che dovrebbero difenderlo dalle infezioni, così identifica la causa della malattia nella mancanza dell enzima ADA. Valerio non ha fratelli o sorelle compatibili per il trapianto e inizia una terapia con antibiotici, immunoglobuline e l enzima mancante. Nonostante le cure intraprese, però, non cresce bene, si ammala spesso perché le sue difese immunitarie si sono di nuovo indebolite. Il professor Rossi parla con i genitori della possibilità della terapia genica all HSR-TIGET e loro accettano di tentarla: si trasferiscono

con tutta la famiglia a Milano, dove inizia così il trattamento nel novembre del 2004. Le cellule staminali del midollo osseo di Valerio vengono prelevate e curate in laboratorio. Dopo due mesi il bambino può uscire dall ospedale; passa ancora qualche settimana e fa ritorno a casa. Ora sono passati 4 anni dalla terapia genica e Valerio sta bene: i suoi linfociti adesso funzionano normalmente e lo proteggono dalle infezioni, frequenta la scuola elementare e fa una vita normale. Nel frattempo la famiglia si è accresciuta e Valerio ora ha tre fratelli. Nicholas viene da un piccolo paese della Svizzera tedesca, è un bimbo di 4 anni e mezzo i cui problemi iniziano praticamente sin dalla nascita. A due settimane di vita il piccolo ha già problemi di alimentazione, di conseguenza non prende peso. Ricoverato in ospedale, viene assalito da infezioni respiratorie e gastro-intestinali. Inesorabile arriva la diagnosi: immunodeficienza severa combinata. Le analisi del sangue riveleranno che tra i più di cento tipi di immunodeficienze esistenti si tratta della forma che dipende dalla carenza dell enzima ADA, importante per la maturazione e il funzionamento dei linfociti. Nicholas non ha fratelli o sorelle compatibili e non può essere sottoposto al trapianto di midollo osseo. All inizio si ricorre a iniezioni settimanali della terapia enzimatica sostitutiva, che però non lo guariscono dalla malattia. È a questo punto che uno dei suoi medici, la dottoressa Duppenthaler, contatta l equipe dell HSR-TIGET di Milano, dopo aver saputo i risultati della terapia genica negli altri bambini affetti da ADA-SCID. Nell ottobre 2005 il bambino viene sottoposto alla terapia genica e dopo appena alcuni mesi fa ritorno a casa. Dopo il trattamento, le sue difese immunitarie progressivamente migliorano e Nicholas ora non si ammala più di infezioni. Lucas nasce in Germania nel 2005. Dopo i primi cinque mesi di vita, in cui tutto sembra andare bene, sviluppa una grave forma di polmonite. Viene ricoverato nell ospedale del suo paese di origine e trasferito a Monaco, dove gli viene diagnosticata l ADA-SCID. Inizia una terapia continua, con iniezioni dell'enzima mancante che gli consente un miglioramento temporaneo. Lucas non ha fratelli e non ha donatori compatibili. Il responsabile del centro tedesco, il dottor Wintergerst, si rivolge allora all HSR-TIGET di Milano, dove già da alcuni anni si curano bambini affetti da questa malattia. Nel settembre del 2006 Lucas arriva così a Milano per sottoporsi al trattamento di terapia genica. Le cellule del midollo sono prelevate, ingegnerizzate e reinfuse. Dopo sei settimane, Lucas esce dalla stanza del reparto: il periodo più difficile è superato e, dopo qualche settimana, fa ritorno a casa. Adesso cresce bene e ha ricominciato a fare una vita normale: i giorni passati in ospedale sono ormai un ricordo lontano. Azuz nasce in Arabia Saudita nel 2005. La diagnosi di ADA-SCID arriva nei primi mesi quando il piccolo si ammala ripetutamente di infezioni a carico dei polmoni, in particolare di una grave forma di tubercolosi, e non si sviluppa come gli altri bambini. Viene sottoposto a trapianto di midollo osseo prelevando le cellule staminali della mamma ma il trapianto non ha buon esito. Così il dottor Al Mousa e il dottor Al Ghonaim dell Ospedale di Rijhad consigliano di il ricovero all HSR-TIGET per effettuare la terapia genica. Azuz arriva a Milano in condizioni gravi, non cresce e si continua ad ammalare di infezioni batteriche. Sono necessari alcuni mesi di intense cure a base di antibiotici; poi il bimbo è pronto ad affrontare la terapia genica. Nel novembre del 2006 è sottoposto al trattamento con le sue stesse cellule staminali del midollo in cui il difetto genetico è stato riparato. Dopo alcuni mesi trascorsi a Milano, Azuz fa ritorno a casa e le sue condizioni cliniche migliorano: ricomincia a crescere e finalmente non si ammala più. Enrico è nato nel 2005 a Ribeira Prieto, vicino a San Paolo, in Brasile. I suoi genitori erano molto giovani quando è venuto al mondo e non hanno altri figli. La mamma è di origine italiana e parla un buon italiano. Il padre è un fotografo Enrico inizia a contrarre frequenti bronchiti già dall età di un mese. La presenza di infezioni a carico dei polmoni e della pelle e la mancanza di linfociti emersa dalle analisi del sangue insospettiscono i

medici. In una struttura specializzata i genitori di Enrico ricevono la diagnosi: si tratta di ADA-SCID. Enrico viene ricoverato per mesi sotto ossigeno; non avendo fratelli non può ricevere un trapianto di midollo. Nel frattempo la struttura ospedaliera si attiva per contattare l HSR-TIGET. Enrico può partire per l Italia solo a settembre del 2006, quando i medici sono riusciti a stabilizzare la sua situazione. Il viaggio aereo è piuttosto avventuroso a causa della necessità di avere il visto e per le sue condizioni fisiche: dovrà infatti affrontare il viaggio sotto ossigeno. All arrivo a Milano le sue condizioni sono drammatiche: il bimbo respira a fatica, non cresce e le infezioni non si risolvono. Una volta arrivato all Ospedale San Raffaele, i medici lavorano per stabilizzarlo e per trattare le infezioni che lo affliggono; nel marzo 2007 riceve la terapia genica nella Unità di Ricerca Clinica Pediatrica dell HSR-TIGET. Enrico è un caso più difficile rispetto ad altri bambini trattati e fino al mese di settembre del 2008 rimane in Italia, dove i parenti brasiliani che ha nel nostro Paese aiutano la famiglia ad affrontare questi due anni di permanenza. Il recupero di Enrico è lento ma progressivo: risponde bene alla terapia genica e ora cresce bene senza ammalarsi più. Parker è canadese è ha quasi tre anni: è nato a Toronto nel gennaio 2006, affetto dalla nascita da ADA-SCID. È figlio unico e questo esclude la possibilità di un trapianto di midollo. I suoi genitori, entrambi insegnanti, per accudire il proprio figlio devono lasciare il loro lavoro; poi vengono a conoscenza del lavoro dell equipe del professor Alessandro Aiuti dell HSR-TIGET di Milano che ormai da anni si occupa di questo tipo di immunodeficienze. Il padre di Parker, allora, si inventa un blog sul web in cui comincia a raccontare la storia di suo figlio: attraverso internet chiede aiuto ad amici e parenti per poter andare a Milano e provare la terapia che ha già salvato altri bambini. Grazie al supporto di Air Canada, che mette a disposizione i biglietti aerei, e di Telethon, che si occupa dell ospitalità in Italia, Parker e la sua famiglia arrivano all HSR-TIGET. Telethon copre anche tutti i costi dell intervento, che viene effettuato nel maggio del 2007. A un anno e mezzo di distanza, la terapia genica si è rivelata efficace anche in questo caso. Parker sta bene e può condurre una vita normale per un bambino della sua età. Abdul Rahim è di origine pakistana, ma è nato nel dicembre del 2006 in Qatar, dove lavorano i genitori. I genitori avevano già perduto tre figli a causa di gravi infezioni, conseguenza dell ADA-SCID di cui erano affetti; per il terzo di questi i medici che seguono la famiglia avevano già contattato l HSR-TIGET con la speranza di poterlo sottoporre alla terapia genica, ma per via delle condizioni disperate non era stato possibile trasportare in tempo il bambino in Italia. Il caso di Abdul è più fortunato: dopo la nascita i medici sono in grado di diagnosticare subito la sua malattia e riescono a trattare la polmonite che sviluppa nei primi giorni di vita. Anche per Abdul non ci sono però possibilità di cura mediante il trapianto, poiché il fratello maggiore, sano e di circa 4 anni, non è compatibile. Contattano così subito l HSR-TIGET e avviano le pratiche per il visto in Italia e il trasporto del bimbo. Abdul arriva a Milano a soli 3 mesi e nel giugno 2007 viene sottoposto alla terapia genica. Durante la permanenza in Italia la mamma (casalinga) è stata spesso da sola con il fratellino maggiore di Abdul e lo zio perché il padre (autista) deve lavorare in patria. La famiglia è rientrata in Qatar a luglio 2008 e tornerà in Italia nell estate del 2009. È passato poco più di un anno dalla terapia genica e il piccolo Abdul sta bene, il suo sistema immunitario sta riprendendo a funzionare normalmente. Come spesso succede con i casi provenienti dai paesi più lontani, sarà Miriam, l infermiera di ricerca dell HSR- TIGET, a recarsi dalla famiglia in Qatar per raccogliere alcuni campioni di sangue per eseguire le normali analisi del follow up.