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Transcript:

mercoledì 25 ottobre XXIX settimana del tempo ordinario - I settimana del salterio Introduzione la preghiera O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio che è che era e che viene, per i secoli dei secoli, amen. Alleluia. Inno (Liturgia delle Ore) Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo Spirito, noi t invochiamo: salvaci, Signore! Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il popolo che crede nel tuo nome. Sia lode e onore a te, pastore buono, luce radiosa dell eterna luce, che vivi con il Padre e il Santo Spirito nei secoli dei secoli glorioso. Salmo cf. Sal 120 (121) Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. Non lascerà vacillare il tuo piede, 260

mercoledì 25 ottobre non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Ripresa della Parola di Dio del giorno Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati (Sal 123[124],7). Cantico di Zaccaria o di Maria o di Simeone (vedi bandella) Lode e intercessione Rit.: Donaci, o Padre, la libertà dei figli di Dio! Liberaci dalla schiavitù di presumere di appartenere soltanto a noi stessi. Liberaci dalla cecità di chi non sa riconoscere il tempo debito della cura e del servizio. Liberaci dalla smemoratezza di chi non sa vigilare nell attesa, o di chi non sa attendere alle proprie responsabilità. Padre nostro Orazione (vedi Colletta) 261

la messa antifona d ingresso Sal 16 (17),6.8 Io ti invoco, mio Dio: dammi risposta, rivolgi a me l orecchio e ascolta la mia preghiera. Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi, proteggimi all ombra delle tue ali. colletta Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo... prima lettura Rm 6,12-18 Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, 12 il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. 13 Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. 14 Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia. 262

mercoledì 25 ottobre 15 Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! 16 Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell obbedienza che conduce alla giustizia? 17 Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. 18 Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia. Parola di Dio. salmo responsoriale 123 (124) Rit. Il nostro aiuto è nel nome del Signore. 1 Se il Signore non fosse stato per noi lo dica Israele, 2 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, 3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Rit. 4 Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; 5 allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. 263

6 Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Rit. 7 Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. 8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra. Rit. Rit. Il nostro aiuto è nel nome del Signore. canto al vangelo Alleluia, alleluia. Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell ora che non immaginate, viene il Figlio dell uomo. Alleluia, alleluia. Mt 24,42a.44 vangelo Lc 12,39-48 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 39 «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti perché, nell ora che non immaginate, viene il Figlio dell uomo». 264

mercoledì 25 ottobre 41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Chi è dunque l amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44 Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l aspetta e a un ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore. preghiera sulle offerte Donaci, o Padre, di accostarci degnamente al tuo altare perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio sia per noi principio di vita nuova. Per Cristo nostro Signore. 265

antifona alla comunione Sal 32 (33),18-19 Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono, su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte, per farli sopravvivere in tempo di fame. preghiera dopo la comunione O Signore, questa celebrazione eucaristica, che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo, ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente e ci confermi nella speranza dei beni futuri. Per Cristo nostro Signore. per la riflessione Liberi per servire «Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori» (Sal 123[124],7). Con questa immagine molto efficace il salmista ci parla del modo in cui Dio si rende presente nella nostra vita, liberandola da ogni minaccia. Sono molteplici, infatti, i pericoli ai quali il salmo allude con il suo linguaggio poetico. Ricorre all immagine del fuoco che divampa per parlare della collera degli uomini, ma subito dopo allude ad acque impetuose. Ci sono i denti di bestie feroci, ma anche le trappole che i cacciatori tendono per catturare le loro prede. Immagini molteplici, dunque, quasi 266

mercoledì 25 ottobre a suggerire che i pericoli che incombono sulla nostra esistenza sono numerosi e diversificati tra di loro. Provengono da realtà differenti: ci sono il fuoco e l acqua, elementi naturali e cosmici; ci sono le bestie feroci; ci sono anche le insidie tese dai cacciatori, quindi da altri uomini come noi. I pericoli sono molteplici; bisogna perciò vigilare attentamente per guardarsi su più fronti. Ciò che più importa, tuttavia, è che Dio interviene come liberatore; lui è più forte e si manifesta vittorioso in ogni situazione. Intorno a questa liberazione ragiona Paolo con i romani, nel brano della lettera loro indirizzata che oggi la liturgia propone al nostro ascolto. «Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati» (Rm 6,17). Forse Paolo, utilizzando queste espressioni, ha in mente l idea biblica della Torah come insegnamento più che come legge. Un insegnamento per la libertà, un istruzione su come camminare per custodire nella propria vita quella liberazione che Dio ci ha gratuitamente donato. «Il laccio si è spezzato», afferma il salmista, ma più esattamente dovremmo rispettare la forma passiva del verbo e tradurre «è stato spezzato». Ed è evidente che dietro questo passivo si rivela l agire di Dio. È lui che lo ha spezzato, come sempre è lui a liberare dal fuoco e dall acqua. In ciò che Paolo scrive c è però un elemento paradossale, cui fare attenzione. Afferma che, «liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia» (6,18). È provocatorio, ma anche illumi- 267

nante, l utilizzo del termine «schiavi» in un contesto in cui si parla di libertà. Si è liberati da una schiavitù, quella del peccato, per divenire schiavi di un altra sfera di appartenenza, quella della giustizia. Per Paolo la libertà non è un concetto autoreferenziale, ma relazionale. Non si è liberi davanti a se stessi, né la liberazione ci consegna nelle nostre mani, in un autonomia assoluta, sciolta da ogni legame. Ci consegna piuttosto a una relazione, a un appartenenza. La parabola dell Esodo, che è il fondamento della fede biblica, descrive infatti questo passaggio: dalla schiavitù del faraone al servizio di Dio. Allo stesso modo, dice Paolo, dalla schiavitù del peccato occorre passare al servizio della giustizia. O meglio, al servizio di colui che è giusto e giustifica la nostra vita, rendendola libera proprio in quanto capace di compiere atti di giustizia. Dio ci libera come un passero dal laccio del cacciatore per consentirci di vivere nella fedeltà, nella giustizia, in quel dono di sé che vivifica chi sa compiere il bene. «A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più» (Lc 12,48). Il «molto» che Dio ci dona è la libertà, e il «molto di più» che ci chiede è che impariamo, nella sua grazia, a far fruttificare questa libertà nei gesti di responsabilità con cui ci prendiamo cura del bisogno di altri. Libero davvero è il servo della parabola che trasforma il dono di fiducia accordatagli dal suo signore per dare ai suoi compagni «la razione di cibo a tempo debito» (12,42). Il tempo maturo della nostra libertà è il tempo debito per offrire agli altri il bene di 268

mercoledì 25 ottobre cui la loro vita ha bisogno. Non conosciamo l ora in cui il Figlio dell uomo viene, ma dobbiamo conoscere il «tempo debito» della cura e del servizio. Padre, il nostro aiuto è nel tuo nome, la nostra fiducia è nel tuo amore che ci libera. Insegnaci a non dilapidare questo dono di libertà, che riceviamo dalle tue mani, nella ricerca esclusiva di noi stessi e del nostro utile. Fa che le nostre mani, come le tue, siano capaci di liberare e di fare il bene, di compiere la giustizia e di servire il bisogno dei più piccoli. Cattolici Beato Carlo Gnocchi, sacerdote (1956). Ortodossi e greco-cattolici Memoria dei santi martiri Marciano e Martirio di Costantinopoli (351). Copti ed etiopici Panteleimone di Nicomedia, martire (305). Anglicani Crispino e Crispiniano, martiri a Roma (287). Luterani Philipp Nicolai, poeta (1608). 269