ANDREA MUGIONE Arcivescovo Metropolita di Benevento GESÙ, IL VOLTO DELL UOMO NUOVO

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Transcript:

ANDREA MUGIONE Arcivescovo Metropolita di Benevento GESÙ, IL VOLTO DELL UOMO NUOVO Messaggio alla Chiesa Beneventana per il Santo Natale 2014

Carissimi, in questo tempo di Natale Gesù ci chiama a ricominciare con Lui, che non è mai indifferente ma sempre pronto a cercarci quando lo lasciamo, a curare le nostre ferite e a riportarci al suo cuore. L Evangelista Giovanni lapidariamente focalizza il mistero del Natale dicendo: Il Verbo - la Parola di Dio - si fece carne ed abitò tra noi. Nel Verbo incarnato si unifica la divinità e l'umanità, la natura e la sopranatura, la vita umana e la vita divina, il cielo e la terra, il tempo e l'eternità. Lui vero Dio è diventato un perfetto uomo ed è vissuto in mezzo agli uomini. È proprio nell'incarnazione di Gesù che Dio è presente con tutta la sua divinità: Pose la sua tenda in mezzo agli uomini (Gv 1, 14). Ma la presenza di Dio tra gli uomini non è stata passeggera, occasionale, storicamente circoscritta, ma stabile, definitiva, continua e quotidiana. Natale è Cristo che nasce per rimanere sempre in noi, entra e rimane nella nostra famiglia umana, nella storia delle nostre vicende umane: Io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione del mondo (Mt 28, 20). Gesù rimane nella Parola divina: Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno (Lc 21, 33); rimane nell'eucarestia: Questo è il mio corpo questo è il mio sangue (Mt 26, 26 ss.); rimane nella Chiesa: Chi ascolta voi, ascolta me (Lc 10, 16); rimane nei fratelli: Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me (Mt 25, 45). I IL NATALE È L'INVITO A CONTEMPLARE DIO Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini, si fece figlio dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere Dio. Il Natale è, quindi, l'invito a contemplare il Figlio di Dio, a riempirsi della sua presenza. È presente, è l'emmanuele, il Dio con noi. Chiediamo la grazia di una cono-

scenza più intima del Figlio di Dio che per noi si è fatto uomo, per poterlo amare più intensamente e seguirlo con più generosità. Occorre riscoprire questa grande verità! Questo è il grande evento della storia: l'entrata di Dio nella realtà umana, la pienezza di Dio nell'umanità. È un evento che non interessa solo la Chiesa e i cristiani. Cristo è venuto per tutta l'umanità e nessuno può dire di non essere interessato. Grazie a questo evento divino l'uomo è costituito nella sua vera pienezza, nella sua totale dignità umana e divina. Dio si umanizza e l'uomo si divinizza. Nel Natale, Dio ci offre il suo grande dono: ha tanto amato gli uomini da mandare il Figlio suo nel mondo. Questo è il tempo in cui sembra dominare l'agnosticismo, l'ateismo teorico e pratico, il materialismo di massa. Il Concilio Vaticano II, parlando delle varie forme e cause dell'ateismo, afferma che alcuni negano esplicitamente Dio, altri ritengono che l'uomo non possa dire niente di Lui. Alcuni sono più inclini ad affermare l'uomo e non si pongono il problema di Dio e non sembrano sentire alcuna inquietudine religiosa (cfr. Gaudium et Spes, 19). L'umanità, e tanta parte della cristianità, deve ritornare a Dio in Cristo Gesù. Questa è la primavera che ci aspettiamo. La ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio. Non esiste, infatti, se non perché creato per amare Dio e conservato da Lui nell'amore. L'uomo non vive pienamente se non riconosce Dio liberamente. II UN UOMO PENSATO SENZA DIO Il male oscuro è l'agnosticismo nei riguardi di Dio e dell'uomo. Cerchiamo di non strumentalizzare né Dio né l'uomo. A partire da quell'avvenimento e da quel momento storico della venuta del Figlio di Dio, non è più possi-

bile pensare all'uomo senza pensare a Dio, senza far riferimento a Dio. E invece dobbiamo costatare che sull'uomo, oggi, si misurano in maniera spesso contraddittoria tante proposte e messaggi dominanti nella cultura e nella società che trovano addirittura sbocchi imprevedibili nelle stesse legislazioni che le codificano secondo scelte politiche o ideologiche. Il nuovo umanesimo cristiano che ha il suo centro in Gesù Cristo deve fare i conti con questi altri umanesimi atei o privi di radicamento nello stesso tessuto naturale, prima ancora che rivelato della persona. Siamo in un momento decisivo, di svolta, per l'umanità intera. Il tipo di progresso che viviamo, pur carico per un verso di grandi suggestioni stimolanti, dall'altro rischia di intaccare quel quadro di riferimento insostituibile al bene personale, iniziale e comunitario della società (cfr. Documento preparatorio al V Convegno Ecclesiale Nazionale). E con la tematica ideologica del genere (gender), che elimina le diversità nell'identità dell'uomo e della donna, si diffonde la convinzione che non si possa neppure dire cosa significhi essere uomo e donna. III IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO La Chiesa che è in Italia si sta preparando al V Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015 dal tema: In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. È un'occasione propizia per pensare insieme, confrontarsi con franchezza, per riflettere sull'umanesimo e sull'antropologia, per riscoprire l'umanesimo cristiano. La disgrazia vera, come sembra estendersi in buona parte dell'occidente, e speriamo non tra noi, è diventare una società, una gran parte di popolo dell'incredulità e della lontananza da Dio e dall'umanità. Sembriamo, a volte, stanchi della nostra fede in Gesù Cristo e annoiati della storia e della cultura che ci accomuna. Come credenti in Cristo affrontiamo questa stagione della storia senza timori o chiusure o rifiuti, ma in spirito di dialogo e di confronto aperto. Siamo chiamati a una testimo-

nianza concreta che mostri come la verità sull'uomo in Cristo non è opprimente o nemica della libertà ma, al contrario, liberante (cfr. Documento preparatorio al V Convegno Ecclesiale Nazionale). E questo nel contesto della modernità, con antropologie pervase da volontà di potenza ed individualismo esasperato, produce più solitudine e abbandono. È tempo di affrontare la crisi antropologica con la proposta dell'umanesimo cristiano, dell'origine creaturale dell'uomo e della sua destinazione finale divina. È tempo per conoscere, riflettere e superare i tanti, molti, gravi fraintendimenti. Guardiamo al Dio incarnato e ripensiamo il rapporto tra Dio e gli uomini e degli uomini tra di loro. Non svalutiamo la grandezza, la dignità, la nobiltà di essere figli di Dio e fratelli tra di noi. Chi segue Cristo, uomo perfetto, diventa anche lui più uomo (cfr. Gaudium et Spes, 41): uomo solidale con Lui. Nell'umanesimo cristiano si affronta tutta la tematica sociale e antropologica perché sono interessati i temi della famiglia, della convivenza sociale, della politica, della custodia del creato e della pace. Tutto l'umano viene raggiunto. CONCLUSIONE Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo (cfr. Gaudium et Spes, 22), per cui la vita umana ha per noi una dignità umanodivina. Non perdiamo la bussola nel disorientamento culturale e etico. Gesù, dono di Dio, da Maria è nato per noi, per ogni uomo. È il Signore e Salvatore. Grazie alla Sua venuta, il più grande dono di Dio all'umanità, gli uomini possono conoscere e comprendere il mistero di Dio e apprezzare e valorizzare l'uomo nella sua dignità e missione. L'uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio. L'uomo è chiamato ed è realmente, grazie a Gesù, figlio di Dio e fratello tra fratelli. È questa la sua nobiltà e la sua grandezza. La fede in Gesù Cristo illumina l'umano e aiuta a crescere l'umanità. Gesù

Signore illumini la nostra coscienza di fratelli, di fedeli cristiani e quella di uomini di buona volontà perché si comprenda la dignità della persona umana. La celebrazione del Natale ci tocca nelle radici più profonde della nostra umanità e ci richiama ad essere costruttori di una storia promozionale dell'uomo. C'è in me e nella Chiesa il desiderio della condivisione, con tutti, dei problemi, delle molteplici difficoltà, delle non poche sofferenze, delle preoccupazioni al presente e le incertezze del futuro, delle tante tensioni nelle nostre comunità. Con questo messaggio di incoraggiamento, con pensieri e parole di speranza, con tanta fiducia, auguro a tutti un buon Natale. Non perdiamoci d'animo e con l'aiuto di Dio continuiamo a sperare in un futuro migliore. Nella persona del Signore Gesù, unico Salvatore del mondo, è possibile trovare soluzioni ai problemi e, soprattutto, salvezza. Il Signore ci conceda di trascorrere i prossimi giorni nella serenità e nella pace. Vi benedico con affetto paterno, Andrea MUGIONE Arcivescovo Metropolita di Benevento Dal Palazzo Episcopale, 8 dicembre 2014 * Solennità dell Immacolata Concezione della B. Vergine Maria In copertina: M. I. Rupnik, Betlemme e i Magi, 2006, Capiano (CO), Cappella della Casa incontri cristiani.