CONVEGNO ASSORETI Il contributo delle reti dei promotori finanziari allo sviluppo della previdenza complementare



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CONVEGNO ASSORETI Il contributo delle reti dei promotori finanziari allo sviluppo della previdenza complementare Intervento di Antonio Finocchiaro Presidente della COVIP C è ancora spazio per la previdenza complementare? Torino 13 ottobre 2012 Centro congressi dell Unione industriale 1

Ringrazio Assoreti per aver offerto alla COVIP la possibilità di intrattenervi su taluni temi relativi alla previdenza complementare. Considero, quella odierna, un occasione importante per un dialogo diretto con i promotori finanziari, il cui ruolo nell offerta di prodotti previdenziali può risultare di assoluto rilievo. * * * 1. Il documento di presentazione del Convegno odierno, fornitomi dall avv. Spallanzani, sintetizza così le ragioni del nostro incontro: a) anche a seguito della recente riforma previdenziale sta aumentando la preoccupazione dei cittadini per il proprio futuro pensionistico; b) tale condizione può favorire a una maggiore diffusione e a una più veloce crescita della cultura e dell educazione previdenziale; con particolare riferimento all esigenza di previdenza complementare; c) le reti di promotori finanziari possono fornire un contributo di rilievo a tale crescita. Nel mio intervento riprenderò tali motivazioni; farò anche riferimento a considerazioni sviluppate nella Relazione sull attività della COVIP nel 2011 presentata il 23 maggio scorso. A monte delle stesse mi pongo una domanda: è ancora necessario un sistema pensionistico complementare? 2

2. Negli ultimi decenni il nostro Paese è intervenuto più volte sul sistema pensionistico, assegnando un ruolo importante allo sviluppo delle pensioni complementari su base volontaria. L ultima riforma della previdenza di base, non certo popolare, ha inteso fornire un ulteriore risposta in termini di sostanziale stabilizzazione del sistema nel lungo periodo- ai problemi derivanti dal tendenziale invecchiamento della popolazione italiana e dal conseguente incremento della spesa pensionistica. Oltre all adozione, per tutti i lavoratori, del metodo contributivo per il calcolo della pensione e ad altre misure di rilievo, la riforma ha rafforzato la correlazione fra età di pensionamento e aspettativa di vita. A parità di altre condizioni ciò comporta un aumento del periodo di contribuzione, con un duplice effetto sulla pensione: da un lato, positivo, per la crescita del montante contributivo dovuto all allungamento della vita lavorativa; dall altro, negativo, per effetto della periodica revisione dei coefficienti di trasformazione che dipendono dalla longevità stimata in aumento. Nel complesso il sistema dovrebbe migliorare in termini di adeguatezza ed equità intergenerazionale; l effetto netto sulla rata pensionistica annuale, sempre a parità di altre condizioni, dovrebbe risultare positivo. 3

Siffatta conclusione ha fatto emergere talune perplessità sull assetto multi pilastro del nostro sistema pensionistico. Si è affermato che dopo la riforma di fine 2011 il tasso di sostituzione generato dal primo pilastro sarebbe sufficiente a garantire l adeguatezza dei trattamenti ai bisogni dei futuri pensionati, rendendo di fatto superfluo, oltreché costoso per il Paese, lo sviluppo di un sistema di previdenza complementare. Nel valutare la validità di tale affermazione sotto il profilo dell adeguatezza della prestazione non solo al momento del ritiro dell attività lavorativa ma anche durante il periodo di quiescenza, prescindo, da un lato, dall effetto positivo che la riforma Monti-Fornero dovrebbe avere, nel tempo, sulla spesa pensionistica pubblica e, dall altro, dalla maggiore presenza sul mercato di lavoratori anziani, mancati pensionati, che, in assenza di una forte crescita dell economia, non riuscirebbero a trovare un impiego 1. Non desidero annoiarvi con una elencazione dei fattori e degli scenari economici e comportamentali - incluse le condizioni, anche evolutive, del mercato del lavoro che incidono o possono incidere negativamente sulla pensione obbligatoria. La COVIP li ha approfonditi nel primo capitolo della Relazione per il 2011. Ad esso faccio rinvio. Sintetizzo soltanto alcune indicazioni che è possibile ricavare da siffatte analisi: 1 Per maggiori dettagli, anche quantitativi, si veda il cap. 7 del Rapporto sul mercato del lavoro 2011-2012 curato dalla Ragioneria generale dello Stato. 4

1) le pensioni di primo pilastro destinate alle nuove generazioni, interamente calcolate col metodo contributivo, saranno certamente meno generose, in alcuni casi in misura significativa, rispetto a quelle di cui hanno potuto usufruire le generazioni precedenti; 2) anche coloro che andranno in quiescenza con la rendita pensionistica calcolata col sistema misto godranno di trattamenti pensionistici di base variamente ridotti rispetto a quelli oggi conseguibili; 3) senza interventi integrativi, pur in presenza di una ripresa dell economia, la partecipazione alla previdenza complementare rischia di non andare oltre le fasce di lavoratori che già oggi vi aderiscono. Tutto ciò mi sembra giustifichi la diffusa preoccupazione accentuata dalla crisi economica degli ultimi anni circa le difficoltà che i più recenti interventi di riforma pensionistica potranno incontrare nel conseguire gli obiettivi ipotizzati. Da quanto detto ritengo possano scaturire tre importanti corollari: a) un sistema pensionistico a più pilastri, diversificando i rischi derivanti dall investimento delle risorse accumulate, risulta più solido e affidabile di uno costituito dalla sola previdenza di base. Su tale condizione concordano esperti previdenziali e istituzioni internazionali; b) la previdenza complementare, realizzata senza meccanismi di protezione a carico della collettività, può rendere socialmente più sostenibile il sistema pensionistico nel suo complesso; 5

c) il patrimonio delle forme pensionistiche disponibile per gli investimenti oggi pari a circa 97 miliardi di euro ai quali potrebbero aggiungersi i 45 miliardi di euro dalle Casse professionali di previdenza contribuendo alla stabilità e alla crescita dei mercati finanziari, potrebbe sostenere le politiche di sviluppo del Paese. Un sostegno che diventerebbe sempre più robusto ove ci fosse una forte ripresa delle adesioni. E allora, perché la previdenza complementare, che pure riveste a pieno titolo rilevanza strategica per il Paese, è in una condizione di sostanziale stallo quanto ad adesioni? E ancora: perché i fondi pensione, quelli negoziali in particolare, mostrano difficoltà a raggiungere la platea dei potenziali aderenti per porli in condizione di effettuare una valutazione adeguata e consapevole delle proprie prospettive pensionistiche e la connessa opportunità, se del caso, di ricorrere alla previdenza complementare? Una situazione accentuata nei fondi di categoria riferiti a bacini di lavoratori dipendenti da aziende di piccole e medie dimensioni, pressoché irraggiungibili. 3. Al 31 agosto u.s. solo un lavoratore su quattro aveva ritenuto necessario o almeno opportuno aderire a una forma di previdenza complementare. Le distribuzioni per sesso, età, area geografica di residenza e altre caratteristiche socio-demografiche mettono in luce forti differenze. La 6

partecipazione dei giovani risulta ancora più limitata. Praticamente assenti i lavoratori del settore pubblico, per i quali sarebbe opportuno programmare gli interventi necessari per incoraggiare le loro scelte pensionistiche. Tenendo conto della mancata e/o limitatissima alimentazione di un milione di posizioni individuali, il rapporto aderenti/occupati si riduce a un quinto. Siffatta condizione è insoddisfacente. Ho ricordato l esistenza nel Paese di un diffuso pessimismo rispetto al futuro; in particolare da parte di coloro che, già oggi con un reddito insufficiente, temono che siffatta condizione persista o si accentui in futuro, in particolare al momento del pensionamento 2. Eppure tale preoccupazione cui sovente si accompagna una condizione di rassegnazione per un futuro diverso da quello atteso- non si traduce in una marcata adesione a schemi pensionistici su base volontaria. Perdura una forte sottovalutazione dell utilità del secondo pilastro previdenziale. È vero che l odierno quadro di contesto, che tende a prolungarsi nel tempo, non si presta a decisioni di accumulo di quote di reddito non destinate al consumo. Ma se si considera che la mancata adesione 2 Una recente indagine campionaria sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani curata dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, in collaborazione con il Servizio Studi e Ricerche del Gruppo Intesa-San Paolo offre un interessante analisi, anche quantitativa, in merito alle valutazioni, ai timori e alle aspettative delle famiglie italiane nell attuale fase della vita del nostro Paese. Si veda in particolare il capitolo 2 dedicato al risparmio di natura previdenziale e alla riforma delle pensioni. 7

comporta la rinuncia a non irrilevanti benefici fiscali e si accompagna sovente, per i lavoratori dipendenti, alla perdita del contributo del datore di lavoro, fattore determinante nella previdenza di 2 pilastro, si comprende come occorra interrogarsi sul perché di tale comportamento e sul da farsi. 4. Le cause della stagnazione sono molteplici, in larga misura esogene al settore, in parte riconducibili allo stesso. Nelle Relazioni annuali e in taluni interventi pubblici dei suoi esponenti, la COVIP ha avuto modo, più volte, di evidenziare le problematiche esistenti, formulando anche possibili ipotesi di intervento. Alcuni mesi or sono anche la Federazione delle banche, delle assicurazioni e della finanza (FeBaF) ha predisposto un documento presentato in occasione della Giornata Nazionale della previdenza 2012 con proposte volte a migliorare alcune regole in tema di previdenza complementare per favorirne la diffusione 3. Senza ritornare sui dettagli dei suggerimenti della COVIP e di quelli provenienti da più parti ricordo che essi prevedono, tra l altro, l affinamento dell attuale normativa di settore per tener conto dell esperienza fin qui fatta, un rinnovato impegno delle parti sociali anche 3 Cfr. Proposta per un miglior accesso e una migliore regolamentazione della previdenza complementare position paper curato da un gruppo di lavoro formato da ABI, ANIA, Assogestioni e FeBaF. 8

sul piano contrattuale, la richiesta di nuovi modelli di gestione delle risorse previdenziali finalizzati a migliorarne l efficienza allocativa, la razionalizzazione della governance delle forme pensionistiche anche per elevarne la reputazione, un articolata azione di informazione e di sviluppo della cultura previdenziale, un ulteriore impegno della COVIP nella direzione della semplificazione della documentazione d offerta e delle procedure per la raccolta delle adesioni. Tenendo conto della difficoltà a destinare ulteriori risorse alle future pensioni, si è affacciata anche l ipotesi del trasferimento al sistema complementare di una parte dei contributi versati al sistema pensionistico di base. Con l obiettivo di determinare i più rilevanti bisogni informativi dei cittadini in tema di previdenza complementare, di recente la Commissione si è fatta carico di una ricerca, curata dal CENSIS e ancora in corso. Un passaggio necessario per individuare le misure utili a incrementare il tasso di adesione alle forme pensionistiche. Dai primi risultati disponibili emergono, oltre alla conferma di profili già noti, due aspetti che si aggiungono a quanto già detto circa l atteggiamento dei lavoratori sul proprio futuro pensionistico: l incertezza che caratterizza le regole per la previdenza obbligatoria, nella percezione prevalente destinate a cambiare ancora; 9

lo scarso riconoscimento della previdenza complementare quale pilastro essenziale di integrazione della pensione pubblica; un ruolo che viene attribuito soprattutto a strumenti di autotutela, dalle diverse forme del risparmio all investimento in immobili. Diffusa fra i giovani il cui tasso di disoccupazione è ormai superiore al 34 per cento - è la logica del ci penserò domani, secondo la quale la pensione è qualcosa che riguarda una fase di vita successiva e di cui non ci si deve preoccupare nel presente. In generale emerge che sulla previdenza complementare c è un bisogno assoluto di informazioni corrette e complete, in grado di spiegarne ruolo, contenuti, finalità; un informazione capace di eliminare confusioni, timori, incertezze e, in molti casi, errate illusioni su ciò che la pensione di base potrà assicurare. Se si vuole evitare la convinzione, pure diffusa, che si tratta di un iniziativa costosa e/o a rischio troppo elevato, occorre avviare un articolato esercizio di rasserenamento, di comunicazione su cosa e come opera la previdenza complementare, su cosa richiede e cosa può dare. Strutture indipendenti incaricate di questo compito potrebbero risultare utili. 10

5. Nell ambito dell esercizio di comunicazione, elemento di rilievo per il possibile aderente a un fondo pensione è la conoscenza della propria posizione pensionistica di base. Più volte la COVIP ha ricordato che la previdenza complementare trova un freno al suo decollo anche nella circostanza che il cittadino non conosce la stima del suo assegno pensionistico obbligatorio; un assegno che potrebbe risultare (e uso il condizionale soltanto per prudenza) insufficiente a finanziare il proprio tenore di vita nella terza età. In particolare per quei lavoratori il cui percorso professionale è caratterizzato da numerose interruzioni del rapporto di impiego con conseguente contrazione dei versamenti contributivi. Più volte la COVIP ha fatto presente che, a questo fine, è necessario disporre sia di informazioni personalizzate e analitiche sui contributi versati sia di simulazioni, sulla base di predeterminate ipotesi, della futura rendita pensionistica. Informazioni che le forme pensionistiche complementari già forniscono agli interessati utilizzando il cosiddetto Progetto esemplificativo personalizzato. E recente la notizia, fornita dal Presidente dell INPS, che, avendo messo a punto i necessari archivi, il maggior ente previdenziale italiano fornirà i dati indicati a partire dal prossimo gennaio. La stampa riporta questa sua affermazione: i cittadini hanno diritto di sapere quello che lo Stato non ha detto loro per anni. 11

L annuncio costituisce un passo importante, direi indispensabile, nella direzione della sensibilizzazione dei cittadini, giovani in particolare, per la progettazione del proprio futuro pensionistico. Conclusioni La previdenza è materia in continuo divenire. A livello di Paese, una delle maggiori sfide da affrontare è quella di generare benessere anche per coloro che lasciano il lavoro. Con riferimento alla previdenza complementare la COVIP ha il compito, cui si applica con impegno, di far sì che, una volta realizzato, siffatto benessere venga gestito in modo sano e prudente. Da parte delle forme pensionistiche, ancora troppo numerose, è necessaria un attenta riflessione sulla capacità di perseguire la propria missione, con innovazioni sul piano organizzativo e tecnico- produttivo. Occorrono interventi tesi ad aumentare l efficienza dei processi e l economicità della gestione. Quanto a Voi, desidero richiamare la Vostra attenzione sull importanza di presidiare il sistema di collocamento dei fondi, che rientra nell ambito delle Vostre attività, con criteri, metodologie e comportamenti appropriati. 12

Negli ultimi anni, pur nel ricordato quadro complessivo di sostanziale stagnazione delle adesioni, l unica crescita si è registrata dove esistono reti di vendita, motivate nel raggiungimento di tale obiettivo anche attraverso una correlata remunerazione. Peraltro, pur costituendo, nella situazione odierna, la sola concreta modalità di espansione del settore, siffatto risultato non sempre si è collegato a effettivi profili di convenienza per l aderente rispetto ad altre possibili opzioni. Va in ogni caso evitata l associazione dell adesione a operazioni aventi natura prevalentemente commerciale. Sono certo che non Vi sfugge la rilevanza sociale della previdenza complementare e il nocumento che può determinare una sottovalutazione dell importanza del primo rapporto con il futuro aderente. Non basta investire risorse nella fase del collocamento per accrescere la partecipazione e fidelizzare gli iscritti. Trasparenza, correttezza, lealtà dei comportamenti sono essenziali; coloro che operano nel sistema della previdenza complementare devono essere consci della responsabilità sociale che comporta l agire in questo settore. Le ragioni alla base del nostro incontro, citate all inizio del mio intervento, rassicurano in proposito la COVIP. 13