CORSO DI ESPRESSIONE FOTOGRAFICA LA FOTOGRAFIA D'ARCHITETTURA Fotografare chiese, monumenti, palazzi e simili presenta, per il fotografo dilettante, qualche difficoltà. Ci saremo spesso incontrati con risultati sbilenchi, forme... deformate o improbabili, molto dissimili dalla nostra percezione. Tutto questo risale alle terribilmente note (per il dilettante) "linee cadenti". Ci troviamo, cioè, a dover fronteggiare nella nostra foto (stampata o proiettata poco importa) la presenza di linee oblique, non solo, diciamo così, "orizzontali", che vanno verso un punto di fuga, il che non ci angustia più di tanto perché siamo abituati a vedere linee di fuga "orizzontali" e punti di fuga (la prospettiva), ma ci troviamo tra i piedi anche linee oblique "verticali" che ci danno un poco fastidio, così: Ora, possiamo ipotizzare che qui il fotografo abbia voluto darci un messaggio attraverso questa visione deformata della realtà che percepiamo, oppure più semplicemente che non abbia saputo controllare le linee cadenti. Ma come nasce questa visione? Molto semplice: l'obiettivo della nostra macchina, come abbiamo altrove sottolineato, fotografa impietosamente tutto quello che gli capita a tiro.
Ora, come in orizzontale c'è una tendenza delle linee a riunirsi in un punto di fuga che noi ben percepiamo (basti pensare ad una strada dritta e lunga), così lo stesso fenomeno avviene per le linee verticali. Per i nostri codici estetici acquisiti, mentre la convergenza orizzontale non ci disturba, quella verticale sì. Qualunque sw di post-produzione, anche il più scabercio, ha una funzione "raddrizza" o "apri linee cadenti", quindi chi se ne frega? Beh, non è proprio così. Chi si è cimentato nel raddrizzare, sa bene che con questa operazione si perdono parti anche significative del fotogramma. Quindi sarebbe opportuno, fotografando edifici o simili, cercare di limitare, già in fase di scatto, la presenza di linee cadenti. Ci sono diversi modi, alcuni che vengono quasi gratis ed altri molto costosi. Il modo più semplice è quello di cercare di elevare il punto di ripresa. Che vuol dire? Vuol dire alzare anche di poco il livello della nostra macchina rispetto al soggetto. Così facendo si riesce a rendere più parallelo al soggetto il piano di ripresa dell'obiettivo o, meglio, il piano del sensore. Le foto scattate dal basso e troppo vicine al soggetto evidenzieranno sempre linee cadenti importanti. Se non posso accedere per es. ad un edificio o ad una scalinata di fronte alla chiesa che voglio riprendere, basterà alzare al massimo il cavalletto o magari salire su una sedia o un muretto: d'incanto vedrete che nell'inquadratura le linee cadenti si raddrizzano, più o meno a seconda di quanto mi alzo. Certo, a volte non c'è modo di "alzare" il nostro punto di ripresa, però se è possibile va fatto. Nell'esempio seguente, il punto di ripresa del tempio è di poco sopra il terreno, probabilmente il fotografo è semplicemente salito su un masso, ma è quanto basta.
Un altro modo è quello di allontanarsi dal soggetto (se si può) e/o usare un tele per la ripresa. Qui il fotografo si è allontanato dal soggetto e ha alzato il punto di ripresa.
Negli esempi seguenti il fotografo si è portato ad un livello "centrale" rispetto alla inquadratura, ottenendo così un perfetto parallelismo tra soggetto e piano del sensore, che è la condizione essenziale per evitare le linee cadenti. Naturalmente qualche aggiustamento in post-produzione migliora il risultato... Ma quando la post-prod non esisteva, gli accorgimenti di cui abbiamo parlato funzionavano benissimo, come si può evincere dagli esempi che seguono.
Un sistema molto più costoso consiste nel dotarsi di obiettivi decentrabili. Sono, questi, obiettivi per uso professionale che permettono di effettuare correzioni prospettiche delle foto in fase di ripresa spostando fisicamente il centro del gruppo ottico. Per un approfondimento di quello che si può fare con gli obiettivi decentrabili o basculanti, rimandiamo ai molti siti che ne parlano, per esempio il seguente: http://www.marcotogni.it/obiettivi-architettura Ovviamente nulla vieta di privilegiare invece le linee cadenti quando esse servono per il messaggio da comunicare, come nei casi seguenti:
Questo dipende dalle scelte e dalla creatività del fotografo. Ancora una volta, le "regole" valgono per quello che sono: suggerimenti.
Attrezzatura - un grandangolo possibilmente di buona qualità per evitare distorsioni ai bordi (già dobbiamo combattere con le linee cadenti...) - un tele o un medio-tele - se possibile usare focali fisse, non gli zoom che sono spesso di qualità non eccellente (dal punto di vista della foto di architettura) - un cavalletto stabile: infatti le foto di architettura richiedono, per essere apprezzate nel vissuto collettivo, una grande qualità/precisione dell'immagine, quindi bassi ISO e scattare a mano a volte diventa ben difficile... In fine Tornando alla considerazione di cui sopra, ovviamente io posso fare delle foto di edifici o monumenti sfocate e/o mosse, purché questo sia funzionale alla mia foto e fatto coscientemente.