DA CASTELLO IN CASTELLO



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DA CASTELLO IN CASTELLO INTRODUZIONE Dopo tutto, ben altro è stato il mio intendimento: questo, cioè, che lo studio della storia valga un bel nulla, quale che sia il suo campo, se essa non serva a farci ritrovare nel passato e apprendervi la ragione del presente.(g. Fortunato) L attento studio sul Medioevo porta Giustino Fortunato a esaminare la figura di Federico II,l imperatore che scelse come sede del suo impero il mezzogiorno (Palermo) ma che amava spostarsi sul suo territorio e per questo fece edificare vari castelli di cui rimangono tracce,più o meno ben conservate in tutto il meridione come quello di Lagopesole,Castel del Monte, Siamo pienamente d accordo con lo storico quando scrive: La storia del mezzogiorno, nei tanti così ineguali suoi rapporti con la storia generale d Italia è inintelligibile per poco si prescinda dalla geografia che sola può risolvere i molti dubbi intorno ai fatti più caratteristici di casa nostra. Conoscere la storia e la geografia in cui si svolsero i fatti serve a conoscerci meglio a trovare punti di contatto e confronto. Grazie non solo alla sua cultura, ma anche alla sua diretta esperienza, Fortunato individuò ben presto i pericoli maggiori che grazie non solo alla sua cultura, ma anche alla sua diretta esperienza, gravavano sull Italia: da una parte, la mancanza di coscienza nazionale, e dall altra, l esistenza di notevoli differenze fra le due parti della penisola che costituivano una perenne minaccia allo sviluppo unitario della nostra nazione. I suoi obiettivi principali furono, da un lato, il rinnovamento morale della popolazione italiana (in primis delle sue classi dirigenti) e, dall altro, quello di superare nel nuovo sistema il divario dei punti di partenza delle due Italie e di affermare un modello di sviluppo coerente all unità raggiunta. Ci sembra,quindi che l opera di Giustino Fortunato sia molto attuale ;il divario fra nord e sud non è stato colmato,la classe dirigente,anche se gli uomini cambiano,offre un quadro non certo di edificante moralità. Allora dovremmo concludere con una visione pessimistica della storia e con la rassegnazione ma, anche in questo caso, ci vengono in aiuto le parole che Fortunato disse a Benedetto Croce che lo accusava di pessimismo: Pessimista non è chi sente profondamente il male, ma colui che di fronte ad esso depone ogni arma. Quello del Fortunato è un pessimismo realistico e non un quietismo fatalistico; un pessimismo pratico di chi, di fronte alla visione del vero,si sofferma e si ribella all idea che il male sia irredimibile. La salvezza è negli stessi meridionali, nel loro spirito di opposizione e di solidarietà. Le ragioni di una scelta Partendo dalle ricerche storiche sul medioevo e sulla figura di Federico II di Svevia di Giustino Fortunato,il nostro percorso si snoderà lungo i territori dove sono sorti i castelli federiciani,ma anche sulla base di alcune ricerche fatte dalla nostra classe,proporre un confronto con altri castelli sia immaginari che storicamente più vicini a noi 1

CAPITOLO I I CASTELLI Dove è costruito, come è fatto un castello medievale? Il termine castello deriva dal volgare castellum, a sua volta dal latino castrum, insediamento militare. Furono infatti i Romani a sviluppare un accampamento organizzato con diverse strutture di difesa. L'arrivo dei Barbari comportò uno studio da parte degli ingegneri romani di nuove fortificazioni, come le Mura Aureliane. Tuttavia è con la caduta dell'impero e il conseguente annullamento del potere centrale che si cominciò a sviluppare l'idea di un edificio fortificato adatto a difendere un territorio. Durante tutto il Medioevo ogni territorio, ogni comunità venne dotata di castelli e fortificazioni, grazie all'avvento del feudalesimo: ogni proprietario terriero, dal vassallo al valvassino si dotò quindi di un castello, usato come abitazione della sua famiglia e come ricovero della guarnigione di soldati alle sue dipendenze. Sono i secoli cosiddetti dell' incastellamento. Molti castelli in principio erano solo delle torri di guardia isolate, solitamente di legno, adatte a proteggere appezzamenti di terreno e a controllare passaggi obbligati. Con il passare degli anni si assiste a un progressivo processo evolutivo dove il castello diventa un complesso di edifici fortificati, a volte comprendenti un intero borgo, abitato dal popolo che serve il Signore e i suoi bisogni e che, all'occorrenza, si rifugia all'interno del complesso fortificato sopportando assedi. Sede del signore, rimase per tutto il Medioevo, il centro amministrativo e giuridico. Nel tardo Medioevo si assiste all edificazione di castelli nelle grandi città, allo scopo di controllarla e per far fronte alle insubordinazioni cittadine. Il castello assolve le funzioni protettive fino al XVII secolo, quando la polvere da sparo e le nuove armi da fuoco rendono obsolete le protezioni medieval-rinascimentali. Nascono quindi le fortificazioni alla moderna e le cittadelle, mentre i castelli vengono ristrutturati come residenze signorili per le famiglie nobili. Questa trasformazione è stata particolarmente forte in Francia, dove i numerosi castelli reali della Loira sono stati trasformati in splendidi palazzi. Ancora oggi oltralpe si usa distinguere questi château con le fortezze che mantengono aspetto medievale, chiamate château-fort. Altri castelli diventeranno delle prigioni Caratteristiche strutturali A - Residenza fortificata, comprensiva del mastio, la vera e propria abitazione della famiglia feudale e della corte B e C - Torri difensive D - Mastio o Donjon la torre più grossa, residenza dei feudatari ed estrema difesa in caso di invasione della corte E - Cappella G e H - Torri difensive minori K - Accesso laterale M e N - Torrette del mastio collegate con scale a chiocciola alle torri esterne difensive O - Garitte a strapiombo, camere delle sentinelle e torrette di guardia P - Merlatura Q - Cammino di ronda S - Barbacane 2

Ci sono due tipi di castelli: il primo tipo non ha un mastio e ha un grande cortile centrale e le stanze del signore e la cappella o sono nel cortile o nelle mura. Il secondo è composto dal mastio al centro con una o più mura intorno. Mura La cinta di mura difensive era costituita da muri continui (cortine) interrotte da torri angolari a più piani, dove erano concentrate la maggioranza dei mezzi difensivi. Le cortine sono sormontate dai cammini di ronda protetti dai merli. Dopo la conquista di Costantinopoli nella quarta crociata, i crociati copiarono l'idea di costruire cinte multiple. A volte, le mura più esterne proteggevano i borghi vicini. Il Fossato Spesso i Castelli erano circondati da fossati, che potevano essere o colmi d'acqua (celebre è il Castello degli Este a Ferrara, alimentato dall'acqua del Po) oppure semplici fossi. Il fossato impediva al nemico di attaccare le torri dal basso cercando di farle crollare e permetteva di mantenerlo ad una distanza tale da essere colpito con frecce. Il fossato poteva essere superato tramite ponti fissi in muratura o ponti levatoi in legno, i quali venivano sollevati in caso di attacco impedendo alla fanteria di colpire direttamente gli ingressi e anche di raggiungerli. Merlature I castelli medievali presentano la caratteristica architettonica della merlatura, che consiste in un'alternanza di settori pieni e vuoti nella parte terminale della muratura così a formare una sommità dentata. Scopo delle merlature era proteggere i soldati sui camminamenti dagli attacchi di arcieri e frombolieri. Dai bordi dei merli si aprivano le caditoie, delle botole che consentivano di versare sui nemici olio, acqua bollente o punte. I merli presentano due stili architettonici: si definiscono merlature ghibelline quelle che presentano sommità a coda di rondine mentre guelfe sono le merlature a corpi quadrati. Tuttavia questa definizione è impropria poiché anche se guelfi e ghibellini effettivamente utilizzarono queste divisioni, negli anni successivi le merlature furono costruite a discrezione dei progettisti La Torre La torre quadrata fu il primo tipo ad essere costruito e dava alcune linee di tiro e era spesso soggetta a scavi nelle fondamenta da parte dei nemici per farla crollare; più tardi un secondo tipo più raro comparve sulla scena, la torre poligonale offriva più linee di tiro. Ultima e più recente, la torre rotonda sostituì le precedenti perché non poteva essere minacciata dagli scavatori e offriva illimitate linee di tiro. Le torri potevano essere scoperte o coperte da una cortina conica. 3

Il castello medievale, oltre a proteggere il barone, aveva lo scopo di controllare, proteggere e amministrare la proprietà circostante, fornendo quindi, oltre ad una potenza militare, anche una base economica. Il castello era attrezzato come punto da cui potevano partire in qualsiasi momento cavalieri e spedizioni armate, e di lì si poteva controllare il territorio circostante e prepararsi ad affrontare qualsiasi potenziale minaccia. Esso forniva infatti un luogo sicuro per l'immagazzinamento di armi e equipaggiamento, per il sostentamento di uomini e cavalli. In caso di pericolo il castello poteva anche servire come rifugio, per cui nella costruzione erano di grande importanza le tecniche difensive. In genere il fortilizio era costituito da un recinto protetto da torrette rettangolari in cui si aprivano finestrelle a bocca di lupo per il tiro con le balestre; un torrione massiccio, o "maschio", in un angolo da cui si potesse sorvegliare la porta, permetteva di resistere per qualche tempo anche qualora l'attaccante fosse dotato di macchine per assedio. All'interno un pozzo o una piccola cisterna potevano essere fondamentali in caso di assedio. In alto, un ballatoio col parapetto contornato da merli costituiva generalmente il camminamento di ronda. Costruito all'interno del recinto fortificato, il palazzo era il luogo di residenza per la famiglia del proprietario e i suoi uomini; lì il barone si occupava degli affari, risiedeva con la famiglia, riceveva dame, principi e cardinali, si divertiva e conduceva la vita sociale. In caso di guerra il palazzo poteva anche servire da ulteriore rifugio. A volte, quando la natura del terreno lo permetteva, il recinto era circondato da un fossato, con un ponte levatoio che consentiva di raggiungere il portone di ingresso. In caso di assedio, si creava una triplice possibilità difensiva: prima il castello con le sue torri, poi il palazzo, e infine il maschio angolare come estrema risorsa difensiva. Spesso, all'interno del recinto fortificato ma fuori del palazzo baronale, sorgeva la chiesa, ciò per consentire agli abitanti del borgo attorno al palazzo di recarsi in chiesa senza disturbare il barone. Sicuramente dal castello il barone seguiva le sue proprietà tramite i suoi sovrintendenti, amministrava la giustizia e puniva i trasgressori. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, nel castello raramente esisteva una prigione; dal momento che la reclusione all'interno del castello doveva necessariamente essere temporanea, era sufficiente un magazzino o una qualsiasi stanza in muratura. 4

Il TOUR DEL CASTELLO LEFORTIFICAZIONI: MURA E ACCESSI e maggiori città medievali sono circondate da una cerchia di spesse mura. Gli accessi sono protetti da imponenti posti di guardia, anche sugli eventuali ingressi dal mare. In caso di pericolo sono poi controllati da pattuglie di soldati giorno e notte, e i controlli si intensificano.qualunque persona o sorta di merce debba entrare nella città viene controllata e perquisita minuziosamente, compresi tutti gli effetti personali. Spesso le sentinelle, animate dalla curiosità, abusano del loro potere, perquisendo i cesti e i carretti e facendo poi domande imbarazzanti. Insomma, si "impicciano" anche di ciò che non riguarda il loro lavoro. Accade però anche che i commercianti diretti al mercato paghino alle guardie una mancia, consistente per lo più in un boccale di birra o in una moneta d'argento evidentemente il buon uso delle mazzette era presenta anche a quei tempi!- mentre non ci si deve sorprendere se un visitatore poco gradito si ritrova con una freccia conficcata nella gola. 5

IL MERCATO ella maggior parte delle città si tiene un mercato una o due volte la settimana. In quei giorni la piazza principale del centro urbano brulica di gente, di mercanti indaffarati e di venditori che vantano a gran voce i propri prodotti. In un mercato la gente deve comprare di tutto perché coltivatori ed allevatori non hanno negozi e girano per i mercati della regione a vendere i loro prodotti. Soltanto gli artigiani hanno delle botteghe fisse, ma chi non ha il proprio negozio sulla piazza del mercato, posizione più ambita, allestisce ugualmente un proprio banco nel mercato. Un paio di volte l'anno si tiene, invece, una fiera, più grande del mercato e con più merci, mercanti e attrazioni, o una sagra, una grande festa popolare che attira anche molti mercanti con i loro banchi.-è quello che ancora avviene anche oggi per le feste del Santo Patrono o per le sagre.si può comprare di tutto, dalle candele, alle scarpe, ai coltelli, a un boccale di birra. I principali prodotti in vendita sono ceramiche, articoli di pelletteria, finemente lavorati e decorati, o di artigianato locale. Si possono acquistare anche prodotti di lusso, come tessuti pregiati - la seta è la più ricca -, vasellame particolare e prodotti stranieri, spesso di provenienza orientale, portati nelle città dai mercanti. Per pagare i commercianti, molti contadini e artigiani hanno bisogno di prestiti di denaro. Gli artigiani e i mercanti sono raggruppati in associazione, dette corporazioni. 6

DIO E LA CHIESA el Medioevo gli uomini sono molto devoti e nessuno crede di poter sopravvivere alle difficoltà e alle insidie della vita senza l'aiuto di Dio. Per testimoniare la loro fede in molti compiono lunghi pellegrinaggi. Le principali mete dei cristiani sono Roma, Gerusalemme, Santiago di Compostela, località spesso molto lontane dal luogo di partenza dei pellegrini, che coprono enormi distanze anche a piedi. Molte persone, invece, si dedicano completamente alla Chiesa, facendosi monaci o suore e vivendo in abbazie, conventi e monasteri, dove trascorrono la vita in preghiera, trascrivendo libri o curando gli ammalati. Altra figura medievale legata al mondo della Chiesa è il venditore di reliquie. Vende vari generi di prodotti (oggetti, a loro dire, appartenuti a Santi, o, addirittura, croci fatte con il legno di quella di Cristo), soddisfacendo le varie esigenze del pubblico e le varie "tasche". Questa grande religiosità sta portando anche a rendere molto considerati e importanti preti ed esponenti religiosi. Tra questi, alcuni, hanno cominciato a trascurare i loro doveri ed ad amare il lusso e la politica I VIAGGI el Medioevo viaggiare è difficile e le persone che lo fanno sono pochissime. Questo, infatti comporta gravi disagi. Tutte le strade sono polverose d'estate e fangose d'inverno. In pianura occorre un giorno di camminata continua per percorrere 20-24km. Viaggiano meglio le persone che hanno un cavallo o un carretto, con i quali possono percorrere 40km al dì. Sfortunatamente sono in pochi a possedere animali da trasporto. Altro grave problema è il pericolo di incontrare ladri o predoni, pronti a derubare i viaggiatori di ogni avere. Per tutto ciò si viaggia solo in caso di necessità. Gli unici viaggiatori abituali sono i mercanti: si riforniscono di spezie e mercanzie varie, e le trasportano di luogo in luogo. Per farlo viaggiano con un gruppo di persone (di solito mercenari) che custodiscono la loro vita. I mercanti si spostano per lo più a cavallo o su grandi carri, sui quali trasportano le provviste e le mercanzie. 7

Queste piccole carovane anche se ben difese sono mirate molto spesso dai briganti che preferiscono attaccare loro e non poveri viandanti. I mercanti, tuttavia, spesso si muovono in nave, potendo così percorrere maggiori distanze e trasportare un maggior carico. I problemi da affrontare in un viaggio marittimo sono diversi, ma pur sempre grandi: il saccheggio da parte di pirati e le tempeste sono i più gravi. Oggi i viaggi low cost sono alla portata delle tasche di tutti ma anche bisogna fare attenzione non più ai briganti ma ai terroristi La guerra in diretta In caso di guerra le persone che abitano fuori dal castello si riversano in massa tra le sicure mura del castello portando cibo, animali e coperte. Tutti questi oggetti serviranno per nutrire e aiutare le persone nel castello durante i lunghi mesi d'assedio. Tra le persone che arrivano al castello ci sono anche dei mercenari. Sono molte le cose da fare, e tra le più importanti c'è quella di portare nel castello munizioni di ogni tipo come sassi e frecce, ma anche le spade non devono mancare. Altre "munizioni" usate frequentemente durante una battaglia sono pece, sabbia, tizzoni ardenti, che si buttano dalle mura sui soldati assalitori. Questi preparativi sono molto importanti perché una volta arrivato il nemico nessuno potrà più uscire dal castello, senza rischiare la sua vita. Mentre il castello è in fermento alcune persone sono incaricate di andare nei campi a bruciare tutto ciò che non riescono a portare con loro così che il nemico non se ne possa cibare. Intanto il castello si rafforza: vengono costruite delle postazioni dove protezioni in legno servono a preservare le nostre truppe dall'attacco nemico. Da lì è comunque possibile sparare attraverso strette fessure dette feritoie. Contemporaneamente altri sono impegnati a togliere ogni roccia o cespuglio dalle zone vicino al castello, in modo che le truppe nemiche non si possano nascondere. Le armi: Gli arcieri usano dei grossi pezzi di legno per proteggersi dalle frecce nemiche, queste vengono posizionate in punti strategici del territorio intorno al castello. Altri con dei rami, o qualsiasi oggetto di volume riempiono il fossato se è vuoto, e non pieno d'acqua, per poterci passare sopra con speciali macchine. Tra queste è la torre d'assedio, alta quanto le mura di un castello che, avvicinata ad esse, serve per farle attraversare dai soldati assalitori che vanno ad attaccare i difensori sulle merlature. Intanto una miriade di frecce piovono sul castello, mentre più dietro rispetto agli arcieri ci sono i trabocchi come le catapulte le fionde o le baliste, armi molto possenti e potenti che lanciando grossi sassi cercano di sfondare il muro nei suoi punti più deboli. Alcuni mangani lanciano all'interno del castello delle teste mozze o animali putrefatti che aiutano il diffondersi delle malattie. Durante lo sfondamento i soldati nemici si riparano sotto una tenda fatta di pelli di animali bagnate per proteggerli dalle frecce infuocate. Anche i castelli hanno potenti armi: le catapulte, utilizzate per colpire gli arcieri appostati vicino alle mura. Quando, poi, l'attacco si porta al culmine, vengono bruciate e fatte cadere dalle mura per fermare scale e torri d'assedio. I tentativi di mandare a fuoco il castello sono, invece, resi vani da pelli bagnate che coprono tutto ciò che è infiammabile ed evitano la combustione. Per neutralizzare l'attacco dell'ariete si cala un materasso pieno di piume che attutisce i colpi sul portale, mentre chiunque si avvicina alle porte senza un'adeguata protezione viene ricoperto di sassi, pece o sabbia bollente, tirati dalle mura. Un altro punto nevralgico del castello durante un attacco è l'infermeria. Decine di soldati arrivano continuamente con simili ferite: tagli provocati da spade o 8

da affilate punte di frecce. Non tutti si salvano. Talvolta non per la ferita stessa ma per le complicazioni che sorgono dopo la medicazione. Infatti è difficile mantenere l'igiene in quei momenti e le infezioni sono la maggior causa di morte. Di solito le ferite si cauterizzano con un ferro rovente, ma, il dolore causato, può provocare addirittura la morte al debole paziente. Durante un attacco, altro punto importante da difendere è l'entrata principale del castello. Per evitare di lasciare un punto debole a disposizione del nemico, il castello ha diversi sistemi di difesa per questa area. Il nemico deve attraversare dapprima un classico portone a due ante molto robusto, seguito da un saracinesca incassata nelle pareti e nel pavimento. Quindi ci si trova in un corridoio molto largo concluso da un portone. Sul soffitto attraverso dei larghi fori i soldati gettano sassi, pece e sabbia bollente. A questo punto un'altra saracinesca aspetta gli assalitori, seguita da un altro portone in legno massiccio. li assedi durano mediamente almeno un mese, ma alcuni molto di più (es. Antiochia è stata assediata per quasi un anno). Nelle lunghe settimane passate chiusi tra le mure, occorre razionare adeguatamente il cibo, perché la fine delle scorte alimentari rappresenta la sicura vittoria del nemico. Le scorte sono custodite nel maschio e l'entrata è ben chiusa e protetta da una guardia. Occorre prestare attenzione ai topi, che se raggiungono le provviste potrebbero consumarle o deteriorarle. Arrivata l'estate è molto più difficile conservare la carne, e anche l'acqua che ristagna si infetta facilmente con batteri nocivi. Questi problemi causano la dissenteria, malattia molto pericolosa che arriva a mietere più vittime del nemico. Comunque nel castello non si uccidono ancora tutti gli animali, che vengono consumati man mano, e spesso il pasto è sostituito da piccole quantità del loro sangue. Negli assedi più lunghi, arrivati all'ottava settimana si ricorre anche alla caccia ai topi, utilizzati come cibo, al cuoio bollito fino a quando diventa masticabile, a mangiare erbe come cardi o le erbe medicinali usate per i feriti. La situazione spesso diventa insopportabile, e su questo punta il nemico. Il signore trionfante viene accolto dai loro deboli sorrisi. Durante un assedio la maggior parte dei morti è causata della dissenteria e dalle altre malattie, oltre che dalle infezioni che colpiscono i feriti. Occorre molto tempo perché un castello assediato torni alla normalità: i contadini devono arare i campi, grandi scorte di cibo devono accorrere, i carpentieri devono lavorare alle mura e alle fortificazioni distrutte dal nemico. Ma pian piano la città si ripopola di nuova gente, i mercenari sopravvissuti ricevono il loro compenso e la felicità torna. La tecnologia ha cambiato il modo di fare la guerra ma i morti sul campo sono sempre uguali! 9

LE TERRE: IL LAVORO NEI CAMPI lcuni abitanti del villaggio che lavorano nei campi possiedono la terra che coltivano, dividendo gli utili con il signore, altri, invece, coltivano direttamente le terre del castellano, ottenendo un compenso fisso. Tuttavia, tutti i contadini, oltre a dedicarsi alle proprie coltivazioni, svolgono alcune attività per il signore. Ad esempio la coltivazione della vite, che impegna per tutto il corso dell'anno, poichè la cura delle piante può essere tralasciata solo nelle più fredde giornate invernali di pioggia o di gelo, e, in Autunno, si fa la vendemmia. La principale coltivazione è il grano, seguito dagli altri cereali (come avena e orzo). Questi vengono seminati nel tardo autunno, prendendo manciate di semi dalla borsa che portano intorno al collo e gettandole sul terreno nel modo più uniforme possibile. Raggiunta la maturazione, i cerali sono raccolti in covoni con il falcetto, prima di essere trebbiati per separare il chicco dalla pula. Come cibo per il bestiame sono lasciate le stoppie rimaste. Ogni contadino deve pagare un tributo al prete del villaggio, un decimo del raccolto, inoltre un'altra parte va al signore, in cambio della macina IL MULINO: I cereali e il pane Il pane è uno degli alimenti più diffusi nel Medioevo e alla base dell'alimentazione. Per farlo occorre macinare cereali, come orzo, segale e frumento, e quotidianamente, passare alla produzione. Alcuni castelli hanno un proprio mulino, mentri altri utilizzano quello della città o del paese più vicino. I mulini dei castelli sono spesso a vento, costruiti in cima ad una torre o su un tratto di mura; quelli di città spesso ad acqua, poichè frequentemente queste si trovano nei pressi di un fiume o di un ruscello. 10

LA CACCIA el medioevo lo sport preferito è la caccia. Vi tengono i signori, quanto i contadini, ed è considerato un momento molto importante nella vita quotidiana. I più ricchi spesso mantengono appositi cavalli da utilizzare solo nelle battute.anche i cani sono considerati molto importanti nella caccia e sono molto apprezzati. Vengono addestrati a seguire le tracce degli animali, a scovarli nelle loro tane, e spesso i signori diventano compagni inseparabili del loro prediletto, dal quale si fanno seguire in giro per tutto il castello. La caccia, oltre che essere un momento di svago rappresenta una fonte di cibo, tanto per i più poveri, quanto per i più ricchi: i contadini sperano sempre di poter gustare ogni tanto una lepre o uno scoiattolo, e i signori amano la cacciagione. D'altronde nel medioevo cacciare è più facile poiché ci sono immense foreste, popolate da daini, cinghiali, volpi, orsi, e tanti altri animali, anche se alcune zone sono già state disboscate per far spazio all'agricoltura, e i signori, per mantenere la certezza di non tornare mai a casa a mani vuote da una battuta di caccia, stanno cominciando a preservarsi riserve di caccia "private", dove hanno il diritto esclusivo alla pratica di questa attività. Se qualche contadino è scovato a cacciare di frodo in una di queste zone, rischia l'accecamento o anche l'uccisi LA VITA DEL CASTELLO ei periodi di pace e di tranquillità bastano pochi soldati a pattugliare il castello, mentre le bertesche vengono tolte dalle merlature. Ben diversa è la situazione in tempo di guerra: il castello viene preparato a resistere agli assedi e pullula di soldati. Mentre i piccoli signori hanno un solo castello, i signori più potenti ne possiedono più di uno. Spesso, ad esempio, ne hanno uno come residenza estiva, magari uno per l inverno, uno conveniente agli affari, uno favorevole a controllare le operazioni militari, a seconda della posizione più o meno strategica. Più o meno centrale. Ogni tanto i signori passano a visitare i vari possedimenti. Un signore con più castelli, comunque, passa pochi mesi all anno in ciascuno, il resto del tempo lo passa alla corte del re o a combattere all estero. Così può frequentemente regione tranquillo per affidato al arriva il signore i castelli più visita, il castello e di gente cucine, preparativi. Occorre infatti capitare molto che un castello specie in periferica resta gran parte dell anno, castellano. Ma quando per un soggiorno o, per belli, il re per una si riempie di trambusto indaffarata. Per sale, magazzini, fervono i rifornire le dispense, 11

ripulire le stanze e le latrine, effettuare riparazioni, riordinare le sale. Durante la sua permanenza il signore ispeziona le terme, incontra i funzionari del castello per assicurarsi che tutto si svolga senza problemi, giudica i prigionieri, ed intrattiene i suoi ospiti con battute di caccia, banchetti, festini, e, magari, con una giostra tra cavalieri. Ma il signore non è al castello solo per una visita di piacere: deve infatti ispezionare i suoi possedimenti ed amministrare questioni e affari del suo feudo. LE FORTIFICAZIONI uando il signore riparte, lascia una fortezza abbastanza sicura. Per secoli, infatti, il castello è stato migliorato per renderlo inespugnabile. In genere i castelli sono costruiti su altipiani e godono così di un'ampia visuale sul territorio circostante: un attacco improvviso che cogliesse i castellani di sorpresa è quindi quasi impossibile. Non appena un assalitore nemico si avvicina al castello le mura e le imponenti torri incombono minacciose su di lui. Il primo ostacolo da superare e il profondo fossato. Superato questo l'assediante dovrebbe varcare le mura esterne. Se riuscisse nell'impresa lo attenderebbe un'altra cerchia di mura quelle del castello vero e proprio e poi spesso un altro fossato. Altri muri di solida pietra ma stavolta molto più alti e spessi con le sole aperture delle feritoie di una sola entrata che porta al castello. L unica via di accesso è infatti un impenetrabile posto di guardia, bloccato da ponti levatoi, saracinesche, da solidi e massicci portoni in legno e da alti cancelli in ferro. Già questa postazione costituisce di per sé una vera e propria fortezza. Subito dietro la porta interna è protetta da un alto muro e da solide torrette. Il nemico, poi, deve superare ancora l ingresso vero e proprio. In alternativa l assediante può aprirsi un varco tra le mura. Ma anche quando il nemico riesce a farsi strada attraverso queste serie di barriere ci sono ancora altri, muri torri e fossati da valicare prima che il castello sia espugnato. LA VITA DOMESTICA primi castelli non offrivano certo una vita confortevole ma, anzi, abitarvi era scomodissimo. Si soffriva quasi sempre il freddo, si era costretti a vivere in ambienti poco illuminati, mentre la maggior parte degli abitanti del castello è senza letto. Ma già dal XIII secolo i castelli hanno camere da letto e salotti ben arredati, con letti a baldacchino, tavoli, sedie, grandi cassapanche, bauli. Negli ambienti si presta maggior attenzione a illuminazione e riscaldamento, mentre le finestre, dove possibile, sono più ampie e più riparate, con alcuni accorgimenti per rendere al meglio l illuminazione. Le stanze, inoltre sono più belle e confortevoli. 12

LA GUARNIGIONE n tempo di pace il signore tiene solo pochi soldati a difesa del castello. Solitamente la piccola guarnigione è composta da tre cavalieri, residenti stabili nel feudo, e da un piccolo manipolo di soldati. Se, invece, è incombente il pericolo di un attacco la guarnigione cresce per raggiungere anche i sessanta uomini. Tuttavia i costi di un esercito di queste dimensioni sono enormi: al cibo per gli uomini e al foraggio per i cavalli si aggiungono gli stipendi per i mercenari (due scellini giornalieri per un cavaliere, uno per un soldato a cavallo nel XII secolo). LA CAPPELLA olti castelli hanno una piccola cappella privata vicino alle camere del signore. Considerata spesso la camera più bella del castello, ha le pareti affrescate, vetri colorati alle finestre e una croce d'oro sull'altare. I signori iniziano qui la loro giornata partecipando ad una breve funzione. I castelli più grandi hanno anche una cappella più grande, nel cortile, aperta a tutti i residenti del castello. Tutte le funzioni sono celebrate dal prete del castello che prima di ogni pranzo ringrazia per il cibo che si sta per consumare. Inoltre i preti, sono tra i pochi a saper leggere e scrivere, e spesso sono incaricati di redigere i documenti nel castello. L'ABBIGLIAMENTO a moda è molto importante nel Medioevo; come re e nobili costruiscono castelli per impressionare la popolazione e mostrare la propria ricchezza ai vicini, così i più facoltosi si abbigliano con sfarzo per impressionarsi a vicenda. Oltre a mostrare la propria ricchezza e la propria condizione sociale, così come oggi i vestiti servono, oltre a coprire e a tenere caldi, 13

ad interpretare la moda e a seguire i gusti del tempo. Alle donne, e soprattutto alle suore, la Chiesa insegna che è peccaminoso mostrare i capelli e la figura. Queste regole sono meno ferree per le ragazze e vengono invece completamente ignorate dalle signore alla moda. Ai contadini, al contrario, servono più strati di spesso tessuto per stare caldi. Gli uomini indossano in genere casacca, calzoni, cappuccio e mantello. Tutti portano calze e calzamaglie di lana. La biancheria intima è costituita da un ampio camiciotto di lino. I ricchi di città e i nobili della corte reale indossano sontuosi abiti di seta, pregiati tessuti pettinati e velluti. Tra alto e basso Medioevo le mode cambiano, diventando sempre più elaborate. In occasioni importanti i nobili portano tranquillamente gioielli, catene d oro ed abiti colorati e sontuosi. -La moda è sempre la moda!- L'ALIMENTAZIONE E LA CUCINA a maggior parte dei castelli non sono residenze stabili di signori e quando questi non ci sono, le scorte di cibo conservate al loro interno sono molto ridotte e si cucina solo per la piccola guarnigione della città ed i pochi abitanti stabili del castello. Tra questi è il conestabile, che mangia solo nella sua stanza privata.all'arrivo del signore, invece, la cucina perde tutta la sua tranquillità e le cantine prendono a riempirsi di carne affumicata, di barili e di enormi sacchi di farina e cereali. Tutte le operazioni sono controllate dal castaldo, che si occupa anche di controllare che le provviste già conservate nel castello non siano deteriorate. Infatti è molto facile e frequente che il grano ammuffisca e il vino inacidisca. I castelli più grandi hanno frutteti, orti, vigne, dai quali ricavano verdure ed erbe aromatiche, e grandi quantità di bestiame, dai quali ricavano carne fresca. A questa, in occasione delle partite di caccia, si aggiunge cacciagione di vario tipo, da cervi a daini, da cinghiali a fagiani, considerati tutti molto pregiati. In cucina il cuoco si occupa di impartire gli ordini e svolge solo i compiti più importanti; sono i suoi aiutanti a sminuzzare le verdure, spennare il pollame, battere la carne per intenerirla; i lavori peggiori come pulire il calderone, o fare la spola con il pozzo per attingere l'acqua, sono compiti per i giovani sguatteri. Tutta la cucina è un ambiente molto caldo poiché vi si trova un enorme camino. Qui uno sguattero ha l'ingrato e "sudato" compito di girare una lunga asta su cui è infilzata la carne da arrostire. Sul fianco del camino c'è un forno a cupola scavato nella parete, utilizzato per la cottura del pane. 14

LA CAVALLERIA ell'viii secolo giunge in Europa dall'asia un'invenzione rivoluzionaria: la staffa. In pochi anni riesce a cambiare le tecniche di guerra, permettendo ai soldati, che verranno chiamati cavalieri, di combattere e caricare il nemico restando in sella. Col passare del tempo, quindi, la cavalleria diviene la parte fondamentale di un esercito e il prestigio e l'influenza dei cavalieri cresce sempre, anche al di fuori dei campi di battaglia.così, già dal XII secolo, la cavalleria non è più solo una questione militare, ma un intero stile di vita. I cavalieri devono essere coraggiosi e giusti, proteggere i deboli, rispettare le donne e su cavalieri che vivono solo all'insegna di questi nobili ideali nascono molti racconti cavallereschi. Tuttavia, nella realtà, non tutti i cavalieri rispecchiano i modelli celebrati da poeti e cantastorie. La cavalleria oggi è sinonimo di Bon Ton da parte degli uomini verso le donne LA GIOSTRA, SPORT E GIOCHI el medioevo sono molte le feste, fiere e mercati dove bande di buffoni, pagliacci, artisti di ogni genere intrattengono i passanti con spettacoli. Gli spettatori premiano gli artisti con del denaro. Le fiere sono organizzate in occasioni importanti, come il Natale o la Pasqua, ma ogni pretesto può essere buono per organizzarne una. Nelle fiere oltre a grossi banconi che offrono semplici pietanze a basso costo, si organizzano dei giochi a cui possono partecipare tutti. Il più diffuso è il pugilato su cui le persone si divertono a scommettere e, a volte, a vincere somme anche consistenti. Infatti scommettere piace molto, soprattutto sui dadi, su lotte tra cani e orsi, tra galli e sulle corse di cavalli. Sono molto crudeli queste lotte a giudicare da come si riducono i poveri animali. Per questo e per altri motivi la chiesa cerca di bandire questi spettacoli orribili, ma invano.durante una fiera si organizzano anche giochi di squadra come partite a pallone. Purtroppo anche questo sport è praticato con violenza, tanto che è stato proibito nei prati dei villaggi che ospitano le feste. Sono molto più divertenti e innocenti i balli dove degli artisti in maschera fanno divertire i danzanti con buffe mosse o gesti.a volte anche la corte del castello organizza giochi, perlopiù di guerra. I cavalieri vi si iscrivono. Nella lizza, il più praticato, due cavalieri, cercano di disarcionarsi a vicenda con delle lunghe aste di legno. Il perdente, di solito, deve al vincitore una somma in denaro o cavalli. Anche la quintana è popolare, i partecipanti di questo gioco sono però quasi tutti scudieri che cercano di mettersi in mostra e magari essere investiti cavalieri. Queste prove di coraggio sono affrontate anche per conquistare una dama, o per decidere la sorte tra due contendenti.- Coraggio!Non certo oggi che per vincere spesso gli atleti si drogano!- 15

LE PRIGIONI ella maggior parte dei castelli i prigionieri sono rinchiusi nei sotterranei: le segrete, dove giaciono abbandonati da tutti. Le segrete si posoono trovare al di sotto di una terra o al di soto del mastio( nel castello di Cowney, ad esempio le prigioni si trovavano sotto una delle torri meridionali). Le celle delle prigioni sono umide e strette. Non c è luce e i prigionieri stanno nel buio completo, spesso tra topi e insetti di ogni genere. I reclusi vedono solo la luce quando il carceriere apre la spessa porta di legno. Le prigioni sono usate dal signore sia per imprigionare criminali comuni, sia per i nobili catturati in battaglia, questi ultimi non sono trattati male e ben nutriti. Saranno lasciati in libertà solo quando qualcuno avrà pagato il riscatto richiesto. Ma la vita per gli altri prigionieri è dura, soprattutto per i criminali,i rivoltosi e gli alimentatori di ribellioni. Le carceri sono molto crudeli, severissime, e non si esita ad usare frusta e bastone. Il cibo è scarsissimo, ed i prigionieri vanno tra la vita e la morte. Nelle segrete c è anche una stanza per le torture, e celle dove soggiornano i condannati a morte, e tutti i prigionieri destinati anche ad altre punizioni. -Medioevo di ieri,medioevo di oggi :le torture sono più sofisticate ma sempre torture rimangono.- IGIENE E SALUTE el Medioevo non ci si preoccupa molto della pulizia. Le latrine, in un castello, non sono altro che "buchi" con sedili di pietra che scaricano in un fossato o, raramente, in un pozzo apposito. Pochissime stanze hanno acqua corrente e il bagno è un lusso che pochi signori possono permettersi. Anche il castello può essere pulito solo di tanto in tanto e per l'occasione il signore lo lascia per una o due settimane e l'intero edificio è arieggiato, spazzato e lavato da cima a fondo. Alcuni addetti, muniti di secchio e badile, hanno il nauseante compito di svuotare i pozzi neri e pulire gli scarichi delle latrine - Decisamente stiamo meglio,anzi la troppa igiene ci ha tolto le difese immunitarie ;ma in molte parti del terzo mondo sembra essere ancora al medioevo-. MEDICINA E MALATTIE el Medioevo si è abituati a sopportare molto dolore e sofferenze. In caso di malattia o di lesioni accidentali, infatti, la medicina medievale non ha molti rimedi e non sempre molto validi!!sebbene sono molti i medici, i farmacisti, le suore, le levatrici, che tentano di sconfiggere i mali che affliggono l'uomo, sono in molti a morire giovani e quasi la metà dei bambini non raggiunge il quinto anno di vita. Molte giovani ragazze muoiono di parto, ma non bisogna pensare che sia raro raggiungere i 70 anni. 16

I medici medievali sono spesso persone erudite, che conoscono il corpo umano e il suo funzionamento, ma che sovente si basano anche su teorie "non scientifiche", che non portano sempre a fare le giuste scelte.-la medicina di oggi ha superato tutte le aspettative eppure si muore ancora per degli errori banali!- CAPITOLO II I CASTELLI FEDERICIANI Alla base della gestione federiciana dei castelli vi erano i castellani ed i provisores castrorum (provveditori dei castelli). Era compito di ciascun provisor, accompagnato da tre scudieri, un notaio e un corriere, ispezionare ogni tre mesi i castelli ricadenti nel distretto di competenza. La riparazione spettava a uomini di terrae (paesi) che potevano trovarsi anche a notevole distanza dal castello stesso Federico II di Svevia,re di Napoli, di Sicilia e di Germania, figlio di Enrico IV e Costanza d Altavilla, fu un personaggio dal grande spessore politico e culturale, che seppe dare vigore e orgoglio alle genti del Meridione d Italia. Egli continuò la politica di Federico Barbarossa, infatti, nel 1228 intraprese la crociata in Terrasanta ottenendo la restituzione di Gerusalemme, di cui si fece proclamare re. Combattè, poi, contro la Lega Lombarda, uscendone prima vittorioso,ma,in seguito ad un secondo scontro, fu sconfitto. Non avendo una residenza fissa, tenne una splendida corte a Salerno; fondò l Università di Napoli e continuò a spostarsi con la sua famiglia e la sua corte nel Meridione d Italia, dove fece edificare numerosi Castelli,alcuni dei quali sorgono in Puglia, dove Federico si spostava frequentemente per trascorrere periodi di riposo. Castello di Lucera Il castello di Lucera è un castello situato nel comune della provincia di Foggia risalente al XIII secolo. Attualmente sono rimasti soltanto resti del castello e la sua cinta muraria. Storia La costruzione del castello fu ordinata da Federico II del Sacro Romano Impero in seguito alla sua decisione di condurre nella città di Lucera i ribelli saraceni della Sicilia, tentando in questo modo di pacificare la situazione.il castello fu fatto costruire da Federico II del Sacro Romano Impero nel 1233 sulle fondamenta di una cattedrale romanica, mentre le mura furono aggiunte successivamente da Carlo I d'angiò. Il complesso fu fortemente danneggiato da un terremoto che colpì la zona nel 1456, e fu quasi completamente demolito nel XVIII secolo per utilizzarne il materiale di risulta per la costruzione dell'attuale tribunale. 17

Struttura Il castello si presentava come un torrione a base quadrangolare, tuttora visibile, che si innalzava per tre piani su un basamento troncopiramidale. Il castello si sviluppava attorno ad un cortile centrale quadrato. La parte esterna al cortile e la parte interna del terzo piano si presentavano invece con una forma ottagonale. L'ingresso fu reso possibile dalla presenza di scale calate dall'alto, mentre un'ipotesi più suggestiva propone come via di accesso un ingresso sotterraneo. L'assenza di un portone, comunque, è significativa dell'importanza strategica del castello, che in questo modo risultava più difficile da espugnare.una cisterna circolare posta sotto il cortile e profonda 14 metri garantiva la riserva idrica al castello. Castello Normanno-Svevo (San Nicandro Garganico) Il castello normanno-svevo di San Nicandro Garganico è situato nel centro storico dell'abitato, accanto alla Chiesa Madre. Il nucleo originario del castello risale al periodo della dominazione dei Normanni in Puglia. Quel che è certo è che il primo insediamento in pietra risale al periodo svevo (al 1238), durante il regno dell'imperatore Federico II. Successivamente, nel corso del Quattrocento, il castello assunse, come detto, l'aspetto attuale: l'edificio si presenta come una massiccia costruzione quadrata, con quattro torri angolari, due a pianta circolare e due a pianta rettangolare. della Marra lo restaurò completamente. Nel corso del XIX secolo fu fatto un primo restauro. Fra gli ultimi anni Cinquanta e gli anni Sessanta del XX secolo, il castello fu ristrutturato interamente al fine di diventare residenza privata. I locali appartenenti al castello, ma esterni all'edificio vero e proprio, siti sul retro, appartengono al Comune di San Nicandro Garganico. Oggi il castello appartiene alle famiglie Centulio e Tozzi. Torre di Federico II La Torre di Federico II rappresenta, assieme al maestoso Castello di Lombardia, il maggiore simbolo architettonico della città di Enna, nonché il suo più imponente baluardo militare dell'età medievale. Essa fa parte del complesso militare chiamato Castello Vecchio, di cui oggi si hanno alcuni resti. Le origini contese La Torre di Federico II, uno dei maggiori monumenti federiciani conservatisi nel nostro Paese, secondo tradizione fu un'opera di Riccardo da Lentini e residenza estiva dell'imperatore svevo, prediletta dal sovrano durante le sue permanenze in Sicilia. Le sue origini, secondo recenti studi, risalgono alla metà del XIII secolo, ovvero all'età manfrediana, fattore quest'ultimo che avvalora la tesi che a volerla e ad abitarvi fu il Federico svevo piuttosto che l'omonimo aragonese. Altro argomento a sostegno dell'origine sveva del monumento è l'inconfondibile impianto geometrico che caratterizza gli altri castelli di Federico II di Svevia, di cui la Torre di Enna è un mirabile esempio a detta di numerosi esperti. Il valore geotedico La Torre di Federico, svettante com'è in cima a un dosso verdeggiante sull'altopiano della città di Enna, ha rivestito in passato una funzione di primissimo piano come punto di riferimento geotedico per tutta l'isola. Un altro aspetto carico di significato simbolico che aleggia sulla severa struttura, riguarda la disposizione delle sue feritoie, che, assumendo un tracciato a croce latina, rappresenterebbero ciascuna antichi castelli e rovine della Sicilia. Né è casuale la forma ottagonale, cioè derivante dalla rotazione di un quadrato che, appunto, rappresenta la rosa dei venti. 18

L'antico ruolo Nel Medioevo la Torre di Federico rappresentava, assieme al Castello di Lombardia, il maggiore baluardo difensivo dell'allora Castrogiovanni, città che, grazie all'antichissima fortezza erettavi tremila anni or sono dai Sicani. Sia il Castello che la Torre erano le "vedette" l'uno del settore orientale della mitica città imprendibile dell'epoca, l'altra di quello occidentale, all'epoca disabitato. A collegarli fu attiva per lunghi secoli una suggestiva galleria scavata nella roccia sotto la città, che, avendo ingresso al Castello di Lombardia, sbuca sul dosso sul quale si eleva la Torre: una funzione militare d'indiscutibile rilievo, cui subentrò, nel 1943, quella di rifugio ideale e al limite del leggendario per il popolo ennese che cercava rifugio dai bombardamenti alleati. Ma la Torre era soprattutto una residenza estiva per l'imperatore. Castello dell'imperatore L'ingresso principale del Castello dell'imperatore Lato est L'aspetto del castello prima dell'intervento degli anni trenta Il Castello dell'imperatore si trova a Prato in piazza delle carceri, accanto alla chiesa di Santa Maria delle Carceri. È il più settentrionale dei castelli svevi, costruiti cioè per l'imperatore Federico II. Storia Venne realizzato da Riccardo da Lentini su incarico dell'imperatore Federico II a partire dal 1240, per poterlo trasformare in una residenza imperiale. Il castello era parzialmente circondato da un fossato e collegato alle carceri albertiane. Esso presenta otto torri. 19

La sua costruzione venne però interrotta verso il 1250, e la struttura venne utilizzata in seguito per molti altri scopi. Nel corso del Trecento era sotto il dominio fiorentino. Durante il corso dei secoli alcune case vennero costruire dentro e intorno alla struttura. Negli anni Trenta, sotto il governo fascista, tutte le abitazioni vennero demolite ed il castello assunse l'aspetto odierno, che consiste praticamente nelle sole mura esterne. Tale castello costituisce l'unico esempio di architettura sveva dell'italia centro-settentrionale. Nel 1944 il castello fu usato dai fascisti per rinchiudere le centinaia di pratesi arrestati per lo sciopero di marzo. Castello di Milazzo Il Castello di Milazzo si trova a Milazzo in provincia di Messina. La fortificazione sorta sulla sommità del borgo antico di Milazzo è di origine incerta, probabilmente araba. Sviluppato ed accresciuto in epoca normanna e sveva, oggi è stato dichiarato monumento nazionale. Nel 1608 sorse al suo interno la Cattedrale di Milazzo (oggi Cattedrale antica) ed il Palazzi dei Giurati. Vista panoramica dal porto di Milazzo L'ingresso alla terza cinta muraria del castello, del promontorio del castello in alto la sagoma bianca della Cattedrale Storia del Castello L'area del Castello fu di sicuro frequentata in età neolitica, come dimostra la necropoli, e successivamente in epoca classica. Le prime notizie storiche si ebbero in età romana e poi bizantina. Di sicuro vi lavorò Riccardo da Lentini, fedele architetto di Federico II. In tarda epoca sveva fu occupata da Corradino di Svevia. Durante la guerra del Vespro verrà espugnata da Carlo d'angiò, riconquistata da Pietro d'aragona e quindi di nuovo espugnata da Roberto d'angiò.sotto il regno aragonese di Alfonso il Magnanimo verrà aggiunta la cinta muraria. I torrioni a base tonda saranno aggiunti durante la dominazione spagnola dell'imperatore Carlo V. Duomo Antico Il Duomo Antico sarebbe sorto a partire dai primi anni del XVII secolo, e consacrato nel 1616 su un progetto attribuito a Camillo Camilliani e comunque di scuola manieristica. L'imponente portale è di scuola rinascimentale. La chiesa è stata ristrutturata di recente e dichiarata monumento nazionale, contiene alcune opere d'arte. 20

L'area del Castello, la necropoli L'ingresso del Castello è attualmente inserito nell'addizione muraria aragonese, formata da una serie di torrioni tondi (XIV secolo). Il torrione a pianta quadrandolare - il Mastio - è d'epoca araba o comunque realizzato da maestranze orientali in periodi immediatamente successivi. All'interno una splendida sala formata da una serie di archi, detta del Parlamento perché qui nel 1295 si riunì il Parlamento Siciliano durante il Vespro. Nel salone si trovano i resti di un maestoso camino. Dal castello si gode di uno splendido panorama. Subito a nord dell'area del Castello di trova una necropoli del neolitico Castello Normanno-Svevo (Bari) Il Castello Normanno-Svevo di Bari, edificio simbolo della città di Bari, è un imponente fortezza che si erge ai margini della città vecchia. Descrizione Lato della cuffia muraria. Lato della cuffia muraria. Reperti risalenti all epoca romano-greca hanno indotto gli esperti a riallacciare l esistenza della fortezza barese già ad epoche antiche. La fortificazione medioevale probabilmente risale al 1131. L edificio, voluto dal re normanno Ruggero II, fu distrutto nel 1156 dagli stessi Baresi che avevano indotto il re Guglielmo il Malo a radere al suolo l intera città. In epoca angioina e divenuto di proprietà di Ferdinando d Aragona, fu poi da questi donato alla famiglia ducale degli Sforza. In seguito la costruzione, ritornata sotto i re di Napoli, fu adibita a prigione e caserma. Oggi il castello si presenta circondato dall antico fossato, che corre lungo tre lati, ad eccezione della fascia settentrionale, un tempo bagnata dal mare; oltre il fossato c è la cinta di difesa, di epoca aragonese, munita di grandi bastioni angolari a lancia. Castello di Lagopesole Il castello di Lagopesole sorge su una collinetta, posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano. Il borgo di Lagopesole, che si apre a ventaglio sul fianco rivolto a sud della suddetta collina, fa parte del comune di Avigliano.Il castello, a pianta rettangolare, presenta due cortili; il minore, di epoca altonormanna, conserva al centro un Mastio quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura. Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni, include una grande Cappella e una vasta cisterna. Lo stato presente del castello, restaurato negli anni '90, riflette e modifiche apportate 21