Ufficializzato l atto di consegna della collezione de Bassus Cultura Notizie 20 giugno 2014 Domenica 15 giugno 2014 si è tenuta la cerimonia d inaugurazione della mostra Dai Bassi ai de Bassus, con la speciale presenza della baronessa Margarete de Bassus, donatrice della collezione di ritratti della propria famiglia alla Fondazione Ente Museo Poschiavino. Inaugurazione della mostra Dai Bassi ai de Bassus Davanti a un nutrito pubblico, la signora de Bassus, accompagnata da una delegazione proveniente dalla Baviera, ha firmato con il neopresidente della FEM Paolo Raselli, l atto di consegna dei 27 ritratti appartenuti alla sua famiglia, proprio nel luogo, oggi l Hotel Albrici, allora Casa Massella, dove una volta abitava il barone Tommaso Francesco Maria (1742-1815). Le opere, in verità, erano già state concesse al Museo Poschiavino nell anno 2009, ma solo ora è stato ufficializzato il passaggio delle consegne, in occasione delle manifestazioni dedicate al barone de Bassus. La baronessa è stata accolta dalle parole di Massimo Lardi, autore del romanzo Il Barone de Bassus, e di Daniele Papacella, responsabile dell esposizione al Palazzo de Bassus-Mengotti, i quali hanno spiegato i vari aspetti morali e intellettuali del barone Tommaso e l inizio della dinastia de Bassus. http://mybernina.ilbernina.ch/?p=6252 1/5
Poi, il pubblico si è spostato al Museo Poschiavino per far visita alla mostra. Arrivando nella sala si nota a colpo d occhio la storia del casato. I ventisette ritratti donati, infatti, sono esposti seguendo due percorsi genealogici. Per opera di Gian Giacomo Lossio, esponente di una potente famiglia a Poschiavo, professore all Università di Ingolstadt e che, in mancanza di eredi, adottò il figlio di sua sorella, i Bassi misero piede in Baviera e si crearono così i due rami: poschiavino e bavarese. I de Bassus sfruttarono sul territorio natìo di Poschiavo le risorse finanziarie acquisite in Baviera costruendo, per esempio, una casa sul fiume Poschiavino, ora Palazzo de Bassus-Mengotti, che si distingueva dalle altre per la collocazione volutamente esterna al centro. Alla terza generazione i due rami si ricongiunsero grazie alla famiglia di parte bavarese che accolse in casa Tommaso Francesco. Nel suo ritratto egli è raffigurato con gli indumenti simbolici del titolo nobiliare di barone quali la giubba rossa e la corazza. I dipinti esposti nell esposizione sono interessanti anche perché, coprendo un arco di tempo di oltre tre secoli, mostrano a un occhio attento il mutamento dei costumi e il diverso stile pittorico che emergeva nelle diverse epoche. http://mybernina.ilbernina.ch/?p=6252 2/5
Nelle altre due sale allestite, mediante un antico secretaire e una vetrina espositiva a forma di cubo, il visitatore comprende le diverse attività dell illustrissimo personaggio: dal possessore di alpeggi in valle alla sua figura di podestà a Poschiavo; ma anche la passione per le arti come la musica, ivi rappresentata con l esposizione del clavicordo della famiglia de Bassus, attualmente in possesso dell Hotel Albrici, e per la letteratura. Sono in mostra, infatti, gli antichi volumi stampati nel suo ruolo di editore, come, per esempio la prima traduzione in italiano de I dolori del giovane Werther. In Baviera il barone prese anche parte al circolo degli Illuminati che si fondava sulle idee cambiamento della società e della condizione umana. Dalle parole di Massimo Lardi, si capisce che non aveva uno spirito rivoluzionario, ma riformatore. Infatti, egli credeva nel miglioramento della società grazie all istruzione e alla divulgazione di concetti innovativi nei vari campi scientifici, morali, politici, ma al contempo nel mantenimento di alcuni aspetti tradizionali. Potrebbe infatti sembrare strano che un intellettuale illuminista come il barone Tommaso, fosse membro della Confraternità del Sacro Sepolcro. http://mybernina.ilbernina.ch/?p=6252 3/5
La mostra è resa curiosa anche da contributi video, uno dei quali vede l attuale presidente del Tribunale poschiavino recitare la parte del barone Tommaso; e non a caso, visto che è stato il suo predecessore nel lontano Settecento. GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA http://mybernina.ilbernina.ch/?p=6252 4/5
Giovanni Ruatti http://mybernina.ilbernina.ch/?p=6252 5/5