Inferno Canto III 1
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3 2
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. Inf. I, 10-11 4
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3 6
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3 7
«Sulla terra del mio popolo sorgono spine e rovi e coprono ormai le case di quella che era un tempo l esultante città della gioia (gaudii civitas)!» Is 32, 13 8
«Sulla terra del mio popolo sorgono spine e rovi e coprono ormai le case di quella che era un tempo l esultante città della gioia (gaudii civitas)!» «Come hanno potuto abbandonare la gloriosa città della gioia (urbs laetitiae)?» Is 32, 13 Hie 49, 25 11
«Perché non sali il dilettoso monte ch è principio e cagion di tutta gioia?» Inf. I, 77-78 13
Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl, 9-10 15
Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl, 9-10 16
Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl, 9-10 17
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3 18
«La gente nuova e i sùbiti guadagni orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni». Inf. XVI, 73-75 20
«O luce, o gloria de la gente umana!» Purg. XXXIII, 115 22
«O luce, o gloria de la gente umana!» La gente nova e i sùbiti guadagni 23
«O luce, o gloria de la gente umana!» PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 24
mostrata ho lui tutta la gente ria PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Purg. I, 64 25
questa gente maladetta PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. VI, 109 26
Alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dire vile. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Conv. IV, XV, 5 27
Alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dire vile. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Conv. IV, XV, 5 28
In ciascuna spezie di cose veggiamo l imagine di nobilitade e di viltade Conv. IV, XIV, 9 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE.! 29
e l una e l altra si guarda come abito e privazione, che sono ad uno medesimo subietto possibili. Conv. IV, XIV 10 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 30
PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 31
mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. I, 2-3 32
mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. I, 2-3 33
e temo che non sia già sì smarrito, ch io mi sia tardi al soccorso levata PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. II, 64-65 34
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3 35
«Guardando nel suo Figlio con l Amore che l uno e l altro etternalmente spira lo primo e ineffabile Valore». Par. X, 1-3 37
«Guardando nel suo Figlio con l Amore che l uno e l altro etternalmente spira lo primo e ineffabile Valore». Par. X, 1-3 38
O luce etterna che sola in te sidi, # sola t'intendi, e da te intelletta # e intendente te ami e arridi! Par. XXXIII, 124-126 39
O luce etterna che sola in te sidi, # sola t'intendi, e da te intelletta # e intendente te ami e arridi! Par. XXXIII, 124-126 40
O luce etterna che sola in te sidi, # Par. XXXIII, 124 «Essa è la luce etterna di Sigieri» Par. X, 136 41
O luce etterna che sola in te sidi, # Par. XXXIII, 124 «Voi vigilate nell etterno die» Purg. XXX, 103 «Essa è la luce etterna di Sigieri» Par. X, 136 42
PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE «Voi vigilate nell etterno die» Purg. XXX, 103 43
DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. 7-9 45
DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. 7-8 46
DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, 48
GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE. FECEMI LA DIVINA PODESTATE, LA SOMMA SAPÏENZA E L PRIMO AMORE. 4-6 49
GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE. FECEMI LA DIVINA PODESTATE, LA SOMMA SAPÏENZA E L PRIMO AMORE. 4-6 50
Ciò che non more e ciò che può morire Non è se non splendor di quella idea Che partorisce, amando, il nostro sire. Par. XIII, 52-54 53
Omnia in sapientia fecisti Sal 103, 24 55
DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE. 7-9 56
DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE. 7-9 57
Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo d una porta; per ch io: «Maestro, il senso lor m è duro». 10-11 59
Queste parole di colore oscuro Mi ritrovai per una selva oscura Inf. I, 2 60
per ch io: «Maestro, il senso lor m è duro». 10-11 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte. Inf. I, 4-5 61
Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. 13-15 63
Ed elli a me, come persona accorta appresso porse a me l accorto passo Inf. XXXIV, 87 64
Ed elli a me, come persona accorta appresso porse a me l accorto passo Inf. XXXIV, 87 65
Ed elli a me, come persona accorta «Donna del ciel, di queste cose accorta» rispuose l mio maestro a lui, «pur dianzi ne disse: Andate là: quivi è la porta». Purg. IX, 88-90 66
Ed elli a me, come persona accorta «Donna del ciel, di queste cose accorta» rispuose l mio maestro a lui, «pur dianzi ne disse: Andate là: quivi è la porta». Purg. IX, 88-90 67
Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. 13-15 68
Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. 13-15 69
Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto». 16-18 70
Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto». 16-18 71
Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto». 16-18 72
«Tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere» ( ); onde acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti. Conv., I, I, 1 74
«Tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere» ( ); onde acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti. Conv., I, I, 1 75
E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose. 19-21 77
E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose. 19-21 78
Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle, per ch io al cominciar ne lagrimai. 22-24 80
Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle, per ch io al cominciar ne lagrimai. 22-24 81
Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. 25-30 83
Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. 25-30 84
Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI, 124-126 86
Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI, 124-126 87
Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI, 124-126 88
Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. 25-30 89
Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. 25-30 90
E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? e che gent è che par nel duol sì vinta?». 31-33 92
E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? e che gent è che par nel duol sì vinta?». 31-33 93
E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? E che gent è che par nel duol sì vinta?». 94
Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo. 34-36 95
Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo. 34-36 96
Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo. 34-36 97
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 37-39 98
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 37-39 99
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 37-39 100
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 37-39 101
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 37-39 102
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti ed a nemici sui 62-63 103
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Ecuba trista, misera e cattiva, forsennata latrò sì come cane Inf. XXX, 12-21 104
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. A perpetuale infamia de li malvagi uomini d Italia, che commendano lo volgare altrui, dico che la loro mossa viene da ( ) viltà d animo, cioè pusillanimità. Conv., I, XI, 1 105
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. A perpetuale infamia de li malvagi uomini d Italia, che commendano lo volgare altrui, dico che la loro mossa viene da ( ) viltà d animo, cioè pusillanimità. Conv., I, XI, 1 106
Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. E per questa viltade dispregiano lo proprio volgare. ( ) E tutti questi sono li abominevoli cattivi d Italia. Conv., I, XI, 21 107
Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve. 41-45 108
Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve. 41-45 109
Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve. 41-45 110
Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve. 41-45 111
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. 46-48 112
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. 46-48 113
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE 114
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE 115
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. 46-48 116
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi 64-65 117
Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. 46-48 118
Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa».. 49-51 119
Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa».. 49-51 120
Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa».. 49-51 121
E io, che riguardai, vidi una nsegna che girando correva tanto ratta, che d ogne posa mi pareva indegna. E dietro le venia sì lunga tratta di gente, ch i non averei creduto che morte tanta n avesse disfatta.. 52-57 122
E io, che riguardai, vidi una nsegna che girando correva tanto ratta, che d ogne posa mi pareva indegna. E dietro le venia sì lunga tratta di gente, ch i non averei creduto che morte tanta n avesse disfatta.. 52-57 123
Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. 58-60 124
Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. 58-60 125
Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. 58-60 126
colui che fece per viltade il gran rifiuto. 127
colui che fece per viltade il gran rifiuto. 128
colui che fece per viltade il gran rifiuto. 129
colui che fece per viltade il gran rifiuto. La viltade di ciascuna cosa dalla imperfezione di quella si prende, e così la nobilitade dalla perfezione Conv., IV, xi, 2 130
colui che fece per viltade il gran rifiuto. La viltade di ciascuna cosa dalla imperfezione di quella si prende, e così la nobilitade dalla perfezione Conv., IV, xi, 2 131
Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv, 3-4 132
Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv, 3-4 133
Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv, 3-4 134
Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv, 3-4 135
Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv, 3-4 136
Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a' nemici sui. 61-63 137
Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a nemici sui. 61-63 138
Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a nemici sui. 61-63 139
Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto.. 64-69 140
Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto.. 64-69 141
Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto.. 64-69 142
Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto.. 64-69 143
E poi ch a riguardar oltre mi diedi, vidi genti a la riva d un gran fiume 70-71 144
E poi ch a riguardar oltre mi diedi, vidi genti a la riva d un gran fiume 70-71 145
Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume». 72-75 146
Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume». 72-75 147
Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume». 72-75 148
Ed elli a me: «Le cose ti fier conte quando noi fermerem li nostri passi su la trista riviera d Acheronte». Allor con li occhi vergognosi e bassi, temendo no l mio dir li fosse grave, infino al fiume del parlar mi trassi. 76-81 149
Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo. 82-87 150
Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo. 82-87 151
Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo. 82-87 152
E tu che se costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch io non mi partiva, disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti». 88-93 153
E l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 94-99 154
E l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 94-99 155
vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». 156
vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Tu sei il Signore della potenza: a te solo compete di potere fare tutte le cose che tu vuoi (cum volueris posse). Sap. 12, 18 157
vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Tu sei il Signore della potenza: a te solo compete di potere fare tutte le cose che tu vuoi (cum volueris posse). Sap. 12, 18 158
vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoi Par. XXXIII, 34-35 159
vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoi Par. XXXIII, 34-35 160
Ma quell anime, ch eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che nteser le parole crude. Bestemmiavano Dio e lor parenti, l umana spezie e l loco e l tempo e l seme di lor semenza e di lor nascimenti. 100-105 161
Ma quell anime, ch eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che nteser le parole crude. Bestemmiavano Dio e lor parenti, l umana spezie e l loco e l tempo e l seme di lor semenza e di lor nascimenti. 100-105 162
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia. 106-111 163
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia. 106-111 164
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia. 106-111 165
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia. 106-111 166
ciascun uom che Dio non teme. Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110, 10 167
ciascun uom che Dio non teme. Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110, 10 168
ciascun uom che Dio non teme. c'hanno perduto il ben de l intelletto Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110, 10 169
Come d autunno si levan le foglie l una appresso de l altra, fin che l ramo vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d Adamo gittansi di quel lito ad una ad una, per cenni come augel per suo richiamo. 112-117 170
Così sen vanno su per l onda bruna, e avanti che sien di là discese, anche di qua nuova schiera s auna. 118-120 171
Così sen vanno su per l onda bruna, e avanti che sien di là discese, anche di qua nuova schiera s auna. 118-120 172
«Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese; 121-123 173
«Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese; 121-123 174
«Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese; 121-123 175
e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio. 124-126 176
e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio. 124-126 177
e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio. 124-126 178
e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio. 124-126 179
Quinci non passa mai anima buona; e però, se Caron di te si lagna, ben puoi sapere omai che l suo dir suona». 127-129 180
Finito questo, la buia campagna tremò sì forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l uom cui sonno piglia. 130-136 181
Finito questo, la buia campagna tremò sì forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l uom cui sonno piglia. 130-136 182
«Beato l uomo che non segue la via del peccato ma ama e rispetta la legge del Signore. Sarà saldo come un albero piantato lungo il fiume. Non così gli empi, non così: il giorno del giudizio saranno come polvere, che il vento porterà via sollevandosi dalla superficie della terra». Ps 1, 1-4
«Beato l uomo che non segue la via del peccato ma ama e rispetta la legge del Signore. Sarà saldo come un albero piantato lungo il fiume. Non così gli empi, non così: il giorno del giudizio saranno come polvere, che il vento porterà via sollevandosi dalla superficie della terra». Ps 1, 1-4
Inferno Canto III 185