LIBRO IN ASSAGGIO MA LE STELLE QUANTE SONO DI GIULIA CARCASI
Alice Una vecchia canzone diceva: Tu sai tutto sulla realtà del mercato e qui io ammetto di essere negato. Ma a inventare quel che non c è io forse son più bravo dite...tu hai i soldi, io la fortuna di trovar fiori nella spazzatura. Perché a trovare quel che non c è io forse son più bravo di te. E allora lascia perdere i conti e le cifre. Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro? Non lo sai, eh? E allora lascia perdere la matematica. Inventa quello che non c è. Perché quello che c è è di tutti. Ma se riesci a trovare quello che non c è, be, allora hai qualcosa di solo tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu, be, allora hai trovato qualcuno che ti vive. Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo! Le storie sono come le persone. Non sono fatte per stare sole. Da qualche parte nel mondo c è qualcuno che vive una storia che si specchia nella tua. Guardati intorno! Quel qualcuno non è tanto lontano da te. E l altra metà del libro. Non perdere tempo a scrivere altre pagine... Cercalo! Il resto lo scriverete insieme. Perché non c è niente di più riuscito di due storie che s in trecciano. Io la sento nei piedi la vita, nel va e vieni di ogni giorno. Sono le sette e mezzo e sono pronta. Do un bacio a mia madre e uno a Mula, rubo tre biscotti alla scatola e li mangio alla fermata. Tre biscotti, non uno di meno non uno di più. Solita corsa per occupare un posto libero sull autobus, una conquista che dura un attimo. Ragazzina, mi fai sedere? Ho mal di schiena, solito vecchio che cerca di scipparmi il posto. Mi do un occhiata intorno: nessuno si alza, perché io? Solito tentativo di fare come gli altri; poi però vince la diversità: mi alzo, gli lascio il sedile. E ora c è proprio tutto, anche il solito Prego. Il liceo non si è ancora svegliato: la campanella delle otto e mezzo è il suo primo sbadiglio. MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 2
Però la preferisco così questa scuola, senza gli urletti e le moine delle ragazze, senza pantaloni bassi e frangette lisce. La preferisco così, sìlenziosa come un mucchio di cemento che dorme. Mi siedo sul muretto del cortile, prendo la Smemo dallo zaino, una Bic blu e comincio a scrivere. Scrivo favole del risveglio, che è strano perché di solito le favole servono ad addormentarsi. Nessuno ci ha mai pensato: favole del risveglio, una grande invenzione, una carica di buonumore di prima mattina, altro che le merendine ai cinque cereali... ci sarebbero meno guerre se la gente si svegliasse con una favola. E a vincere il Nobel per la pace è... Alice Saricca, ultimo anno di liceo, il più bello, dicono. Per me è uguale agli altri, forse peggio, perché è più incasinato, perché tutti giocano a fare i grandi, gli esperti del sesso e delle bugie. Più incasinato ancora, perché ci sono gli esami. Ma alla fine si sopravvive a tutto, al sesso, alle bugie, agli esami... è la filosofia del Me la cavo. Sì, ok, te la cavi, ma con le cicatrici come la metti? Già, perché lì per lì il fuoco ti piace, però rischi di bruciarti. E io non voglio cicatrici. Carolina me lo ripete all infinito: Tu non voli perché hai paura di precipitare!. Non me la sento di volare, sono nata senza paracadute. Ma così non volerai mai! e mi spiega che nella vita è meglio avere brutti ricordi che rimpianti. Io penso che sono meglio i rimpianti, perché su quelli ci puoi lavorare, perché puoi immaginarti il finale che più ti fa comodo, mentre i brutti ricordi il loro finale ce l hanno già. Meglio una storia irrisolta, che puoi stringerla tra le mani e cambiarle forma, come al pongo. Sì, meglio così, scanso i rischi: niente sesso e niente bugie. Il fuoco non fa per me. MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 3
Carlo Una vecchia canzone diceva: Tu sai tutto sulla realtà del mercato e qui io ammetto di essere negato. Ma a inventare quel che non c è io forse son più bravo dite...tu hai i soldi, io la fortuna di trovar fiori nella spazzatura. Perché a trovare quel che non c è io forse son più bravo di te. E allora lascia perdere i conti e le cifre. Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro? Non lo sai, eh? E allora lascia perdere la matematica. Inventa quello che non c è. Perché quello che c è è di tutti. Ma se riesci a trovare quello che non c è, be, allora hai qualcosa di solo tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu, be, allora hai trovato qualcuno che ti vive. Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo! Le storie sono come le persone. Non sono fatte per stare sole. Da qualche parte nel mondo c è qualcuno che vive una storia che si specchia nella tua. Guardati intorno! Quel qualcuno non è tanto lontano da te. E l altra metà del libro. Non perdere tempo a scrivere altre pagine... Cercalo! Il resto lo scriverete insieme. Perché non c è niente di più riuscito di due storie che s in trecciano. L odore di caffè scappa dalla cucina e mi raggiunge a letto. La radiosveglia parte con i Blink 182. Le do un colpo secco e la faccio stare zitta. È la seconda sveglia che scasso questa settimana. E. siamo solo a mercoledì... Carlo, alzati! dice mia madre passando per il corridoio. Non lo dice con l energia delle pubblicità della prima colazione. Dice alzati! e lo ripete tre, quattrocento volte, come nel ritornello di una nenia. Carlo, sono le sette e mezzo! Carlo, sono le otto meno un quarto! Carlo, sono le otto! Fa avanti e indietro fra la mia camera e la cucina, accende me e spegne il latte che si gonfia nel pentolino. Sa già che non farò in tempo a berlo, ma lo prepara lo stesso, così, per darlo al lavello. MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 4
Carlo, sono le otto e cinque! continua a venire dal corridoio, tra un passo e l altro. Non i passi di mio padre, lui è uscito da un pezzo. Tornerà stasera, a cena, si siederà a tavola con noi e quando avrà finito di mangiare resterà lì, in cucina, davanti alla televisione, a spiare qualche film tra le bottiglie e le pentole. In silenzio. E quando si sarà stufato, si metterà il pigiama e se ne andrà a letto. Mio padre è un mondo che gira su se stesso. Sarebbe bello se fosse un satellite, se facesse almeno un orbita intorno a me. Sarebbe padre. Carlo, sono le otto e dieci! La voce di mia madre non è nata lamentosa, lo è diventata, perché, dopo un po, ti stanchi di cantare da solo. Carlo, sono le otto e un quarto! Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione nell Universale Economica SUPER UE aprile 2005 Undicesima edizione Dicembre 2006 MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 5
LIBRO IN ASSAGGIO IO SONO DI LEGNO Questa storia comincia di domenica e non poteva cominciare in un altro giorno. La domenica per te è un avanzo di settimana, per me è una zingara che fruga tra scatoloni e panni usati, che cerca roba ancora buona in mezzo a quello che è stato buttato via. Credo che i migliori propositi si facciano di domenica. Credo che le guerre finiscano di domenica. Credo che Ulisse sia tornato di domenica, dopo il ballo delle onde, è tornato a casa come torni tu, dopo il ballo delle onde, ogni domenica. Per Penelope il suono del ritorno era il legno tosto di una zattera che si scontrava con la roccia del porto. E l odore del ritorno era salsedine. Per una madre il suono del ritorno sono tre giri di chiave, uno scatto, la porta che apri e chiudi. E l odore del ritorno non è salsedine, no, è un profumo maschile che ti si è impigliato nei capelli, un profumo che ogni settimana cambi. Vorrei incontrare quei colli schizzati di odori costosi, sapere che faccia hanno, come si chiamano, li conosco?, sapere come li baci, se hai del trasporto o se lo fai così, vorrei vedere come vai incontro a loro, se hai il passo deciso degli irresponsabili o se i tuoi piedi per un attimo si trattengono. T immagino tutto il sabato sera, Mia. Immagino come diventi rossa quando un ragazzo ti chiede come ti chiami? e gli rispondi fai tu. Giorgia, Sara, Chiara. Sono tutte le donne che vuoi e sorridi, maliziosa come la mela che offre un morso. Immagino finché ti vedo arrivare: le scarpe col tacco in mano, la borsa che pende dal polso, il mascara scivolato sotto l occhio, brillantini ovunque. Sei una donna di ieri, non di oggi: ti porti addosso la notte prima. MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 6
E l alba di una domenica dopo un sabato come tanti. Ti ha accompagnato a casa un ragazzo più grande dite, mi fa paura dire uomo, tu sei una bambina. Prendi il caffè? Fai cenno di sì con la testa. Mi stringo la vestaglia addosso e mando indietro uno sbadiglio. Devo farti capire che sei al sicuro, fidati, parla- mi, verso il caffè in due tazzine, anche se il caffè proprio non mi va, siedo con te, bevo, sorrido, così si fa, dicono gli esperti. Dove sei stata? ti chiedo, il tono costretto e calmo. Che fai, indaghi? No, dicevo per dire. E allora non dire. Cerco di farti una carezza, non sono una donna di gesti, sono una donna di brividi immobili, Mia, ci provo, tu però ti scansi subito. Sei capace di un po di amore? ti chiedo. Tu mi guardi fisso negli occhi, dici pensa a te ed esci di nuovo. Penelope non riconosce Ulisse quando lo vede tornare. E io non riconosco te. Una madre non lo fa, dicono gli esperti. Non si leggono i diari, non ci s infila nei pensieri dei figli. I ladri entrano dalla finestra. I ladri, non le madri. Una madre non lo fa, ripetono. Scusami, ma la tua bocca è chiusa, Mia. E come faccio a capirti se non ti scippo i pensieri dalla carta. Scusami, ma la tua porta è blindata, Mia. E come faccio a entrarti dentro se non passo dalla finestra. Una madre non lo fa, assicurano. Farò in fretta, un passo dopo che te ne sei andata, un passo prima che torni. Ti leggerò e mi scriverà. MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 7
Una madre non lo fa, io sì. Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione ne I Canguri gennaio 2007 MONDOLIBRI - PIVA: 12853650153 PAG. 8