IN COMUNIONE Barlassina



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Transcript:

di don Sandro IN COMUNIONE Barlassina Anche in questo Natale, oggi, rinasco per te! DICEMBRE 2012 Carissimi, stiamo ormai giungendo al Santo Natale. Ho iniziato questo anno pastorale con grande entusiasmo perché il Papa ci ha invitati tutti ad approfondire la nostra fede. Ogni mercoledì Egli ci propone una interessante catechesi sulla fede, che vi invito a leggere. Di fronte alla situazione di "desertificazione spirituale", che la nostra società sta vivendo e che è frutto di una cultura di razionalismo e di superficialità, la "conversione personale" rappresenta l unica strada per un cambiamento di mentalità. Conversione vuol dire proprio cambiare mentalità. Ciò è possibile quando si seguono dei testimoni, cioè delle persone che vivono un esperienza di fede capace di rendere più lieta, più interessante e più umana anche la nostra vita. In parrocchia abbiamo proposto gli interventi di Mons. Patrizio Garascia. La prima relazione sul Senso Religioso, che si è tenuta nel mese di novembre, è stata molto ricca di spunti. La sua trascrizione é stata ripresa e meditata in due momenti successivi. Dopo questi primi incontri e il ritiro spirituale d Avvento credo valga la pena fermarci un attimo, fare una piccola pausa e chiederci: - La nostra fede, la nostra certezza della Presenza di Cristo nella nostra vita, é cresciuta? - Il nostro amore a Cristo presente nelle circostanze quotidiane é divenuto più grande oppure sopportiamo le circostanze che ci tocca vivere? - Abbiamo colto l'occasione di camminare nella fede oppure l'anno della Fede é diventato uno slogan poco incidente nella nostra vita? Siamo invitati a fare un esame di coscienza, a non perdere mai l'entusiasmo iniziale per abituarci ad una mediocrità, a non dire: "O Signore, non ho tempo". La parabola del seminatore mi viene in aiuto. Gesù racconta dei vari terreni in cui viene gettato il seme della Sua Parola e della Sua Presenza, del terreno roccioso e di quello in cui le erbacce soffocano il frutto del buon seme. Il primo terreno rappresenta il pericolo dell incostanza, il secondo rappresenta l'attaccamento alle cose di questo mondo e le varie preoccupazioni della vita che soffocano il frutto. Forse ci ritroviamo a combattere contro queste difficoltà. Per questo motivo cerchiamo di partecipare con più assiduità alle proposte offerte dalla parrocchia a coltivare una amicizia che ci aiuti a seguire di più Gesù. Un giorno, mentre pensavo a queste cose, mi pareva che il Signore mi dicesse: "Tanta gente é buona, ma non mi ama, pone davanti a me sempre altro invece che seguirmi, perché dice che non ha mai tempo". Non so se é stata fantasia o realtà, ma certamente OGGI è il giorno in cui la nostra appartenenza a Gesù deve diventare più profonda, altrimenti le nostre giornate "rotolano" verso il non senso e quest' anno che ci dona la letizia della Fede rimane come arido e senza frutto. Gesù anche quest'anno non si è dimenticato di noi. Rinascendo in questo Natale ci ripete: "Non abbiate paura nella vita, io sono con voi". Colgo l'occasione per inviare a tutti la benedizione del Signore. 1

Speciale Natale Lo scrigno della memoria Dio come l uomo, l uomo come Dio di Antonietta Porro Barlassina è un paese di artisti. Basta visitare le nostre chiese, il nostro oratorio, le sedi delle istituzioni più rappresentative del paese per trovare traccia dell'attività creativa di tanti nostri concittadini, che onorano anche in questo modo il nostro paese. Tra le tante espressioni dell'arte tipiche della nostra zona spicca quella degli 'artisti del legno', i quali sono spesso capaci di dar voce a questa materia prima, rendendo esplicito ed evidente a tutti ciò che spesso è già scritto nelle forme che la natura vi ha impresso. In casa mia c'è ancora una statuetta di legno, un volto di Cristo, che ricordo di avere visto sempre, nella camera da letto dei miei genitori. Stava lì, infatti, dai giorni del loro matrimonio: era il dono di nozze degli uomini di Azione Cattolica a mio padre. Su quel volto è impresso il segno di una sofferenza struggente, con un realismo così intenso che da bambina mi emozionavo ogni volta che lo prendevo tra le mani, e ricordo di avere più di una volta cullato tra le mie piccole braccia quel Signore di legno, come a volerlo consolare e risollevare da tanto dolore. Quel volto di Cristo è stato scolpito dai fratelli Legnani, come la mano di mio padre ha annotato sotto la statuetta. Conversavo, qualche tempo fa, con il signor Angelo Legnani e con sua moglie, la signora Clelia, che mi raccontavano dell'attività che si svolgeva nel loro laboratorio, e in particolare di quello che faceva il padre di Angelo, il signor Luigi, il quale era stato fra l'altro insignito, in virtù dei suoi meriti nel campo dell'arte sacra, dell'onorificenza vaticana del cavalierato di S.Silvestro: molte sue opere si trovano, oltre che nella nostra parrocchia (si pensi, ad esempio, al pulpito ligneo che si trova al Santuario), in altre chiese d'italia e all'estero. Nei loro racconti un particolare mi ha colpito in modo speciale: il signor Luigi, trovandosi una volta a riprodurre la scena della deposizione di Cristo dalla croce, per rappresentare adeguatamente il figlio di Dio si pose di fronte allo specchio e osservò i dettagli del proprio corpo, così da imprimere i medesimi realistici dettagli nella scultura che stava per realizzare. Questo racconto mi ha suggerito una riflessione sul senso del Natale che sta per arrivare: come ogni anno, ricorderemo che Dio si fa uomo, diventa in tutto simile all'uomo tranne che nel peccato. Il volto di Gesù Bambino è in tutto simile a quello dei nostri bambini, come il corpo di Cristo deposto dalla croce era modellato, nella scultura di Luigi Legnani, sul suo stesso corpo di uomo. Questo è il misterioso miracolo che ogni anno a Natale noi contempliamo. Ma questo miracolo ha un'altra faccia: se Dio diventa simile all'uomo, lo fa per poter rendere l'uomo simile a sé, per riscattarlo dal peccato, cioè il limite impresso nell'umanità fin dall'origine. Dio diventa insomma come l'uomo e insieme l'uomo diventa come Dio. L'aveva inteso bene il signor Luigi: se voleva vedere Dio doveva guardare se stesso. Se vogliamo vedere il volto di Dio dobbiamo guardare quello dei nostri figli, dei nostri padri, dei nostri fratelli, persino quello dei nostri nemici. Non possiamo dimenticarcene, a Natale. Non possiamo far prevalere su questo straordinario miracolo il sentimentalismo commerciale che ci vorrebbe vendere un Natale fatto di suoni, di luci e di un generico 'vogliamoci tutti bene'. Se è giusto volersi tutti bene, questo è perché nel volto di chi ci è accanto si specchia il volto di Dio. Natale è il giorno in cui Dio si specchia nell'uomo, perché l'uomo possa specchiarsi in Dio. L'umanità e la divinità diventano una cosa sola. Ricordarsene permette di guardare a sé stessi e ai propri fratelli in un altro modo, con un altro rispetto, con un amore più autentico e più intenso. E permette di comprendere quanto straordinario sia il dono di Dio, che non solo si è specchiato nell'uomo, ma lo ha fatto nell'uomo più piccolo, più povero, più fragile, perché niente della nostra umanità fosse esclusa dal suo abbraccio che salva. 2

Racconto di Natale Speciale Natale Il grande segreto del piccolo Gelindo Ovvero: Gesù ci viene a cercare, dovunque siamo di Nonna Giuse Qui attorno a me bambini, seduti, buoni, dice la nonna ai suoi amati nipotini, oggi vi racconterò la storia del piccolo Gelindo, pastorello del presepe. Lui era un bimbo come voi, ma molto meno fortunato; i suoi genitori molto poveri non avevano neppure potuto fargli frequentare la piccola scuola del suo villaggio, molto lontano da qui, chiamato Betlemme. Perciò il padre aveva affidato Gelindo ad un pastore, molto burbero, e di poche parole perché aiutandolo a custodire il gregge si guadagnasse almeno il pane di ogni giorno. Gelindo passava così tutto il giorno solo con le pecorelle, alle quali aveva dato dei buffi nomi: la Tenerella, la Cicciotella, la Capricciosa, la Disobbediente, la Mansueta, la Dispettosa. Aveva con sé anche un cane pastore dal pelo scuro, chiamato Moretto, che lo aiutava a tenere unito il piccolo gregge, difenderlo dagli animali predatori e a ricondurlo sano e salvo alla grotta dove, insieme, passavano la notte. I suoi giochi molto semplici consistevano nell imitare il verso degli animali, fischiettare, e suonare un piccolo zufolo che lui stesso aveva costruito intagliando un pezzo di legno. La voglia di tenerezza che aveva nel suo cuoricino la riversava sugli agnellini appena nati; li accarezzava, se li metteva sulle spalle e, sotto lo sguardo attento di mamma pecora che ormai si fidava del piccolo pastorello, si divertiva a correre, con loro, nel prato. Erano questi i momenti in cui dimenticava di essere solo, lontano da casa, e il rimpianto mai sopito di avere dovuto lasciare la mamma si faceva meno doloroso. Poi, prima che facesse buio, con un fischio chiamava Moretto, radunavano il gregge e si avviavano verso la grotta che era il loro rifugio per la notte. Messe al sicuro le pecore, finiva di sbocconcellare il pane e formaggio che il pastore burbero gli aveva dato al mattino, e avvolgendosi nel suo logoro mantello si coricava sulla paglia vicino a Moretto cercando un po di tepore. Oh, come attendeva il sonno il piccolo Gelindo! Era nel sonno che arrivavano i sogni, i bei sogni, facendogli rivivere i tempi in cui era un bimbo felice vicino alla mamma! La risentiva cantare le belle ninne-nanne che lo cullavano pian piano, risentiva sulle sue gote le tenere carezze che lo sfioravano con dolcezza, rivedeva i suoi fratellini, ed era come se fosse tornato a casa e la solitudine non esisteva più. E poi, alla notte, non doveva temere né il lupo che dava la caccia alle pecore, né il buio che gli incuteva paura, né la collera del pastore burbero pronto a rimproveralo con durezza per ogni piccola marachella. Ma come era strana questa notte! Il sonno tardava a venire, le pecore belavano impaurite come se si sentissero in pericolo, perfino gli agnellini pur stanchi per aver ruzzato tutto il giorno, erano restii ad addormentarsi! Poi finalmente le palpebre si fecero pesanti, il respiro più lieve, ed ecco il sogno Il cielo era punteggiato di stelle luminose come non mai, e una più grande e splendente delle altre sembrava cadere dall alto lasciando dietro a sé una scia dorata correva, rotolava nel cielo, come se giocasse a rincorrere le altre stelle o volesse cadere sulla terra Poi musiche arcane, canti misteriosi e dolcissimi (molto più dolci delle ninne-nanna della mamma) riempirono l aria e il piccolo Gelindo si sentiva felice felice! continua a pag.5 3

Via Volta, 14-20824 Lazzate (MB) 02 / 96.72.95.38 4

Racconto di Natale Speciale Natale continua da pag.3 Poi vide Vide una capanna con un bue e un asinello un papà una mamma un piccolo bimbo che dormiva adagiato sulla paglia, proprio come lui ; l allegra stella giocherellona si era posata sulla capanna illuminandola a giorno come se improvvisamente splendesse il sole. Che sogno meraviglioso che pace che felicità! Poi qualcuno lo scosse per svegliarlo e per la prima volta il pastore burbero gli sorrideva sorrideva a lui piccolo Gelindo, e porgendogli con dolcezza il pane e formaggio che dovevano bastare fino a sera, gli allungò quasi con timore una carezza dicendo: Povero Gelindo pastorello insonnolito, tu non sai quale notte di prodigio è stata questa! E se ne andò senza aggiungere altro. Gelindo sfregandosi gli occhi si mise seduto e capì capì che i canti misteriosi uditi nel sonno, forse, volevano dire, pace, felicità, sorriso. Era stata la notte dei doni, la notte che aveva portato il Bambinello sulla terra, la notte che a lui aveva portato la pace e al pastore burbero il sorriso Ma il pastore non più burbero, non sapeva, e nessuno avrebbe mai saputo che Gelindo, pur dormendo, aveva veduto! Questo sarebbe stato il grande segreto che avrebbe custodito nel suo cuore per sempre. Buon Natale! La redazione porge a tutti i migliori auguri di Buone Feste «Un bambino è nato per noi». Anche nel nostro tempo, così appesantito da colpe e da miserie, nasce un bambino che realizza la nostra redenzione. La mia vita dipende adesso unicamente dal fatto che questo bambino è nato, che questo figlio ci è dato, che questo discendente di uomini, che questo Figlio di Dio mi appartiene, dal fatto che lo conosco, ce l ho, lo amo, dal fatto che sono suo e che egli è mio» (Dietrich Bonhöffer) 5

Speciale Natale Avvento di Carità Un aiuto per la Birmania a cura del Gruppo Missionario Come ogni anno durante l Avvento viene proposto un gesto di Carità a favore di comunità in terra di missione. Quest anno, insieme a Don Sandro e al Consiglio Pastorale, si è deciso di sostenere dei progetti in Birmania, proprio nei luoghi dove aveva operato il nostro concittadino, missionario del PIME, padre Luigi Galbusera. Si tratta di progetti portati avanti dalle Suore della Riparazione, che per tanti anni hanno collaborato appunto con Padre Galbusera e ne conservano un affettuoso e grato ricordo. I progetti riguardano tre realtà: - la prima è la casa di riposo di Doungankha dove le suore intendono fare coltivare un appezzamento di terreno a persone del luogo per incentivare la capacità lavorativa ed offrire dignità e serenità alle famiglie e consiste nella fornitura di arnesi da lavoro (vanga, zappa ), sacchi di riso da semina e sementi varie - la terza è il Convento di Sant Antonio a Taungngu dove le suore educano e aiutano i bambini orfani della zona e consiste nella fornitura di kit igienici comprendenti sapone ed asciugamano, spazzolino e dentifricio, shampoo e bagnoschiuma, biancheria intima. Nel desiderio di coinvolgere l intera comunità, chiederemo ai bambini di aiutarci in particolare a sostenere i loro fratellini orfani; ad adolescenti e giovani di sostenere il dispensario e alla comunità adulta, attraverso la raccolta che si farà il 23 dicembre con i salvadanai alle porte della chiesa, di contribuire al sostegno alla casa di riposo. Tutti insieme, pur con il poco che potremo dare in questo periodo di difficoltà anche della nostra Italia, riusciremo a fare molto per i nostri amici birmani e, siamo certi, anche per la nostra comunità, che avrà un occasione in più per crescere unita nella Carità. - la seconda è il Dispensario di Htithasaw che è punto di riferimento del villaggio per la gente che soffre di malaria e consiste nella fornitura di disinfettanti, antibiotici, farmaci antimalarici, garze e bende per l ambulatorio gestito dalle suore 6

Cammino adulti Vita in Parrocchia Catechesi: insieme in cammino di Valter Galimberti Sabato 10 novembre presso la sala proiezioni dell oratorio si è tenuto l incontro previsto per commentare e condividere insieme l intervento del Vicario Padre Patrizio. Per esigenze di tempo il discorso è stato diviso in due parti e sabato ne è stata analizzata la prima relativa alle domande: come sto io in questo momento rispetto alla fede? Qual è la mia situazione oggi? All incontro hanno partecipato diversi parrocchiani che, attaverso la guida di Don Sandro, hanno cercato, attraverso le proprie esperienze, di aiutarsi a capire intanto il caso serio della vita e poi qual è il sentiero che il singolo sta percorrendo ed a che punto è alla luce della nostra fede cristiana. Don Sandro ha cominciato l incontro con alcune riflessioni personali: la situazione dei cristiani in Nigeria dove contrariamente a quanto si può pensare la nostra fede è in crescita nonostante i continui attentati ed intimidazioni (pensiamo che circa 200 giovani stanno percorrendo la strada verso il sacerdozio) La necessità durante questo percorso di ritrovare l entusiasmo e lo stupore di quando eravamo tutti più giovani ovviamente adattandolo alla nuova situazione. In un processo di conversione è necessario seguire qualcuno che ci faccia da guida, un esempio, da soli è praticamente impossibile; di conseguenza bisogna stare attenti ad ogni incontro che si fa perché può essere quello giusto. In questo processo di conversione è indispensabile tirare fuori tutto quello che uno ha dentro. Dopo questa introduzione si è passati alla lettura della prima parte dell intervento, ampiamente commentata da Don Sandro, durante la quale si sono susseguiti numerosi interventi da parte dei presenti che hanno cercato di rispondere alle due domande iniziali raccontando avvenimenti della propria vita ai quali Don Sandro ha risposto inquadrandoli all interno della vita nella fede. Ritiro di Avvento: Cristo ti ama di Paola Visconti Domenica 25 novembre abbiamo vissuto in parrocchia il momento di ritiro d Avvento per adulti. Prima dell adorazione personale e del momento di scambio di riflessioni comunitario, don Sandro ci ha fornito alcune piste di riflessione: - Cristo dice a ciascuno di noi: TU VALI, IO TI AMO. E questa la novità che l Incarnazione, che celebriamo nel Natale, ha portato nel mondo - se questa è la novità del Cristianesimo la coscienza di essere di Cristo è la sola nostra forza; la nostra forza è una dipendenza da un Altro. Per la cultura di oggi è problematico ammettere una dipendenza, ma se l uomo è onesto con sé stesso deve ammettere di essere dipendente e come cristiani questa dipendenza è da Dio - se Dio si è incarnato vuol dire che lo posso trovare in ogni circostanza della vita, perché ha abbracciato la vita dell uomo e quindi per poter crescere nella Fede è necessario guardare le circostanze che ci capitano nella certezza che sono tutte per un bene perché sono tutte passi di un cammino, nella convinzione che quello che succede è il meglio per noi. Non dobbiamo aver paura delle prove, ma della nostra immaturità ad affrontarle - per poter crescere nella Fede così sono necessarie in particolare due cose: seguire i Santi, i testimoni, un autorità (da augere = chi ti fa crescere), perché i maestri sono coloro che ti aiutano a vivere la tua strada passando attraverso tutte le circostanze, non evitandole. In secondo luogo è necessario imparare a far silenzio e a pregare, non nel senso di dire delle preghiere, ma stare davanti al Mistero di Dio. Potremmo dire che non dobbiamo pregare, ma essere preghiera. Certamente questi spunti ci accompagneranno per tutto il cammino di Avvento, ma anche oltre, per cercare di vivere al meglio l Anno della Fede che stiamo celebrando. 7

Vita in Parrocchia Ritiro Avvento Pre-Adolescenti Il Dio vicino A cura degli Educatori Pre-Ado I nostri ragazzi di 2 e 3 media domenica 25 novembre hanno avuto la possibilità di ascoltare, meditare e approfondire il significato del periodo di Avvento che stiamo vivendo, cioè dell attesa di un DIO che si fa veramente vicino, che vuole camminare accanto a noi e condividere in tutto la nostra esperienza di vita. A Copreno don Andrea e gli educatori hanno esortato i nostri ragazzi e i loro coetanei dell unità pastorale giovanile Barlassina-Lentate a vivere questo tempo di attesa del SIGNORE GESU in modo diverso, più attento, cercando di capire ciò in cui vale la pena di impegnarsi e le grandi realtà positive in cui sono inseriti quotidianamente. Partendo dalla Parola di Dio, è stata portata alla loro attenzione la profonda e vera fede del vecchio SIMEO- NE, che ha atteso la venuta del MESSIA promesso per tutta la vita, impostandola senza incertezze su questa grande promessa di DIO. La sua fede incrollabile è stata premiata da DIO, che gli ha dato la possibilità di prendere in braccio il bambino GESU e che ha fatto scaturire dalle sue labbra e dal suo cuore la meravigliosa preghiera di lode e di ringraziamento che la CHIESA ci invita ogni sera ad innalzare a DIO nelle preghiere di Compieta. I nostri ragazzi sono stati sollecitati a mirare in alto, molto in alto, a non accontentarsi delle cose materiali, come i regali, pur belli, ma non indispensabili, che non esauriscono il nostro desiderio di vera felicità, ma a chiedere incessantemente al SIGNORE GESU ciò che veramente conta nella vita, cioè la forza di vivere valori autentici, idee chiare su ciò che è bene e ciò che è male, la gioia di indirizzare la vita secondo criteri chiaramente evangelici come l aiuto reciproco, la condivisione, il perdono, la preghiera: insomma nel saper amare. E stato approfondito con loro il grande valore della famiglia e degli affetti familiari. Si è insistito sulla fedeltà da avere nei riguardi dei valori che stanno vivendo come l impegno scolastico e l esperienza dell amicizia. E stata portata alla loro attenzione la vita di grandi testimoni come Madre Teresa di Calcutta, San Francesco, Giovanni Paolo II che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio in mezzo a noi. I ragazzi sono stati esortati a non cessare mai di allenarsi quotidianamente nella realizzazione di cose concrete e nella vita di fede. Per questo hanno avuto la possibilità di vivere un momento di silenzio e di preghiera aiutati dal seminarista Matteo, che li ha invitati a far riferimento in tutto al SI- GNORE GESU, in modo particolare nei momenti di dubbio, di scoraggiamento e di fatica, perché solo LUI, che attendiamo con gioia, ci tende sempre la sua mano onnipotente. Lui solo conosce fino in fondo le nostre necessità e il nostro cuore. Se il nostro cuore si aprirà al suo messaggio che ci rende veramente liberi, come LUI ci ha indicato, conosceremo la VERITA, perché la verità è LUI, il SIGNORE GESU! 8

Ricordo di Suor Geltrude Galli Vita in Parrocchia Una vita per il Signore e per il prossimo di Pina Galli La sua vocazione, suora di S. Giovanna Antida, è durata settant anni di vita religiosa. In questo lungo periodo di vita consacrata la preghiera, che scaturiva da un grande Amore al Signore, la sosteneva nell amare il prossimo. Noi - parenti, amici, nipoti, cugini, amici che abbiamo avuto la possibilità di conoscerla attraverso gli incontri con lei e i suoi scritti, pur convinti che i suoi novanta anni sono stati tutti spesi per il Paradiso, siamo addolorati per questa separazione. Ci consola averla qui nel nostro cimitero. La sua eredità: la preghiera, la bontà, la cordialità, la capacità di ascoltare, l umiltà, l umanità un grande insegnamento per amare il Signore. La sua testimonianza ci accompagni nel nostro cammino di fede. Il suo ricordo rimanga sempre vivo tra noi come un faro di luce verso il Paradiso. Così l hanno ricordata gli amici della Casa di Aiuto alla Vita di Lecco E tornata alla casa del Padre Ernestina Galli (suor Geltrude). Nata a Barlassina il 23 luglio 1922, è entrata nell Istituto delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida il 5 marzo 1942. Dopo il periodo canonico del Noviziato e dopo aver conseguito il diploma dell Istituto Magistrale, ha insegnato per parecchi anni a Gorgonzola, all Istituto Maria Immacolata. Nel 1965 è stata chiamata a Brescia come Maestra delle Novizie e in seguito come Maestra delle Suore Juniores. Dopo essere stata Superiora Provinciale, finalmente, nel 1988, ha avuto la gioia di vivere in prima persona quel servizio diretto ai poveri che, come diceva lei, ne aveva tanto parlato alle giovani, ma mai praticato direttamente: prima nella Casa di Pronta Accoglienza di Milano, poi a Lecco nella Casa di Aiuto alla Vita. Tutte le persone che l hanno conosciuta ricordano e parlano del suo grande cuore aperto a tutti. A Erba, il suo desiderio di servire i poveri l ha spinta a rendersi ancora utile presso il Centro Parrocchiale Caritas come volon taria, dove è stata molto amata ed apprezzata per la sua bontà e disponibilità. Grazie, suor Geltrude! Di seguito la lettera scritta a Geltrude dai Volontari del Centro di Ascolto di Erba Cara suor Geltrude, desideriamo con tutto il cuore ringraziarti per l esempio e gli insegnamenti preziosi che ci hai donato. Ringraziamo Dio per averti incontrata e di averti avuta come Maestra, per gli insegnamenti ricevuti, per il tuo essere sempre presente, disponibile, con aiuto concreto, con parole di conforto espresse con amore alle persone incontrate. Ci ringraziavi perché con il nostro servizio Ti avevamo insegnato tanto!!! Al contrario Tu ci hai insegnato tanto e di questo Ti siamo per sempre grati. Conserviamo con amore i tuoi scritti, ci rincuoravi nei momenti tristi della nostra vita, ci spronavi nello sconforto dicendoci che avevamo il cuore intriso d amore, di generosità e di bontà. Questo è un pensiero che non avremmo mai voluto scrivere, ma avremmo voluto esserti vicini per festeggiare i tuoi 90 anni, ma non è stato possibile. Vogliamo essere felici e festeggiare con Te ora che sei vicina al tuo Dio, immersa nella Sua luce eterna e tra le tenere braccia della Madonna. Grazie con infinito e tenero amore. 9

Vita in parrocchia Colletta alimentare Una consuetudine del cuore di Gianandrea Maggio Don Luigi Giussani spiegava che quasi tutti, di fronte ad una persona in difficoltà, provano un moto di carità, uno slancio immediato di aiuto. Il problema è fare in modo che questo slancio non sia episodico, ma divenga educazione, consuetudine. La Colletta Nazionale del Banco Alimentare è una consuetudine che da 16 anni dimostra che il cuore dell uomo va oltre alle proprie idee, carismi e ideologie. Anche quest anno Barlassina, come gli anni scorsi, ha dato tanto sia in termini di donazione sia in termini di volontari, che per tutta la giornata di sabato 24 novembre si sono alternati nei nostri supermercati per rendere vivo e reale questo gesto. A livello locale sono state raccolte circa 3.000 kg di alimenti, mentre a livello nazionale la raccolta, nonostante la crisi, ha mantenuto il dato dell anno scorso con una raccolta di circa 9.600.000 kg. Sono tante le istantanee della giornata della Colletta: i nuovi e vecchi amici che si alternano nei turni, i ragazzi delle medie e delle superiori che con il loro entusiasmo la rendono vivace, i sorrisi delle persone che, nonostante siano coscienti delle difficoltà di far quadrare i conti in questi tempi, donano parte della loro spesa. Ci sono poi gli sguardi pieni di umanità e tristezza, ma comunque sempre fieri, di chi vorrebbe donare, ma non può farlo e anche gli sguardi di biasimo di chi non vuole donare perché pensa che non sia giusto per mille e mille motivi. Sono istantanee di un Italia che si unisce per non lasciare dietro nessuno e Barlassina, come ogni anno, è fiera di far parte di questa Italia. Anche quest anno abbiamo messo in moto la libertà del nostro cuore, sicuri che la chiave di tutto questo sia sempre la vicinanza e la presenza di Cristo nei nostri cuori. La Colletta ci sarà anche il prossimo anno, ma non ho dubbi che tutti noi saremo capaci di farla rivivere quotidianamente proprio perché, come scritto all inizio, questo slancio è diventato una consuetudine per il nostro cuore. Grazie per quanto avete fatto e donato Nuova proposta: Raccolta parrocchiale mensile alimenti Da Gennaio con cadenza mensile sarà attivata in parrocchia una raccolta di alimenti da ridistribuire alle famiglie indigenti di Barlassina. Attualmente la parrocchia, tramite l opera della San Vincenzo e della rete Banco Alimentare a cui si appoggia per questo gesto, distribuisce mensilmente il pacco degli alimenti a circa 80 famiglie. La crisi economica incomincia a farsi sentire in modo deciso anche nel nostro paese, tanto che il numero dei pacchi che vengono consegnati ogni mese è salito molto rapidamente negli ultimi due anni. Ci sarà quindi la possibilità una volta al mese, prima e dopo le messe del fine settimana, di donare alcuni prodotti, che saranno segnalati di volta in volta con due modalità: la prima è quella di decidere di mese in mese se partecipare al gesto secondo le proprie possibilità, la seconda prendendosi un impegno costante e continuativo per donare una volta al mese durante l anno il prodotto scelto tra quelli che verranno proposti. Seguiranno prossimamente più dettagliate informazioni sui prodotti necessari e sulle modalità di partecipazione. 10

Dall India ci scrivono Missioni Bolu: soffrire con dignità Pubblichiamo di seguito una lettera che Suor Bertilla, una delle suore a cui facciamo riferimento per le adozioni a distanza in India, ha scritto un po di tempo fa a Don Dante. Alle soglie del Natale questo breve scritto è la testimonianza più vera che l Incarnazione è viva e reale negli ultimi e in chi spende tutta la sua vita al loro servizio, riconoscendo nel loro volto quello di Gesù di Suor Bertilla Fu una domenica particolare, la tredicesima dell anno liturgico. Rientrando dalla Messa domenicale celebrata in parrocchia, a dieci minuti di strada dal nostro lebbrosario, trovammo un ambulanza (una specie di furgone porta-materiale) ad aspettarci all entrata della nostra struttura. C erano anche tre poliziotti. Noi, colte di sorpresa, chiedemmo subito cosa fosse accaduto. Ebbene: un agente si avvicinò e ci disse: Abbiamo trovato un lebbroso sul marciapiede di una strada di Mumbai e abbiamo pensato di portarlo qui. Non appena aprimmo il furgone, feci un passo indietro istintivamente, tanto era il cattivo odore che fuoriusciva. Sdraiato su un lenzuolo di plastica lurido, unto e bisunto, stava Bolu, un uomo avvolto in pochi stracci altrettanti sudici. Trasferimmo il povero ammalato sulla nostra lettiga. Non è facile descrivere la gravità delle sue condizioni: era semisvenuto, col corpo ricoperto di piaghe. Subito prestammo il primo soccorso: spugnatura, infusione endovenosa e iniezione via parentale,. Bolu era il dono che il Signore ci aveva fatto in quella domenica, l occasione di mettere in pratica il Vangelo da poco letto e meditato (Mc 5, 21-43). Come Gesù aveva abbandonato la folla per seguire il padre della bambina morente per guarirla, anche noi non potevamo rimanere indifferenti di fronte a tale sofferenza. Abbiamo cercato di imitarlo, cioè di fare tutto il possibile per guarire il nostro prossimo. Dopo che medicammo per bene quelle piaghe estese, profonde, puzzolenti e necrotiche, Bolu si risvegliò. Fu allora che venimmo a conoscenza della sua ulteriore semi-cecità. Di Bolu non abbiamo mai potuto avere nemmeno un identikit; nemmeno la polizia aveva informazioni sul suo conto. Tutto ciò che si conosceva erano il suo nome e il luogo putrido dove era stato trovato, riverso agonizzante sul ciglio di una strada. Nel giro di pochi giorni Bolu peggiorò irreversibilmente e, nonostante le nostre cure ed attenzioni, non ce la fece. Il pover uomo morì senza rivelare nulla né della sua vita né della sua provenienza. Sicuramente ha raggiunto la sua meta, il Cielo, perché ha saputo soffrire in silenzio, con pazienza, serenità e dignità. Rinnovo adozioni India E possibile rinnovare le adozioni a distanza dei bambini dell India. Per info rivolgersi a Don Dante, via Assunzione 7 tel. 0362/566086 11

Filiali Milano, Arese (Mi), Lainate (Co), Rovello Porro (Co), Saronno (Va), Caronno P.lla(Va), Misinto (Mb), Cogliate (Mb), Lentate s/s (Mb), Meda (Mb), Seveso (Mb), Cesano Maderno (Mb), Bovisio Masciago (Mb) Sede Centrale: Barlassina (Mb) - Via C. Colombo 1/3 Tel. 0362 / 5771.1 - Fax 0362 / 564276 - Mail: info@bccbarlassina.it 12

Incontro con Stefania Famlonga Missioni Lo sviluppo nasce dall Io di M. Cristina Arienti Siamo a Quito, a 3mila metri di quota, nelle invasiones, i quartieri marginali della capitale. Quelli più popolosi e informali privi di servizi, come acqua, fognature, strade asfaltate. Stefania, barlassinese, occhi azzurrissimi, risata che squilla, un velo di lentiggini sotto i riccioli rossi, è una Memor Domini (associazione di laici consacrati-n.d.r.). È a Quito dal 2003, «prima stavo in Romania». Lavora per Avsi (una ONG italiana impegnata nella cooperazione allo sviluppo n.d.r.) dal 2004. Racconta la sua storia in un aula del nostro Oratorio piena di adulti e ragazzi. Da giovane ho frequentato questo Oratorio come voi, e qui ho incontrato Gesù ed è cresciuto il desiderio di condividere con tutti la bellezza della vita con Lui. Nel 2003 parte con due amiche per rispondere a una richiesta della Conferenza Episcopale Equadoriana, quella di assumere degli incarichi in un progetto educativo di carattere nazionale. Questo progetto dopo poco si blocca, e con i responsabili di Avsi decidono di iniziare il sostegno a distanza. Decidemmo di iniziare a Quito, e a Quito iniziammo da zero, non c era nulla, quindi avevo bisogno di una persona con cui lavorare; delle suore italiane che lavoravano lì da diversi anni mi presentarono una donna di nome Amparito. Non avevamo niente all inizio, perché non c era un ufficio, non c era niente. Per cui ci trovavamo la mattina, sul marciapiede vicino a casa sua, per dividerci i bambini, perché bisognava andare a visitare tutti i bambini, conoscerli, visitare le loro case, le loro storie, le loro famiglie, e all inizio erano trecento, per cui in quattro o cinque mesi insieme abbiamo visitato tutti questi bambini e conosciuto le loro storie. Così, incontrandoci al mattino, sul marciapiede, e ritrovandoci nel pomeriggio, raccontandoci quello che avevamo trovato, quello che avevamo incontrato, sono nati i progetti educativi, messi a fuoco sul campo, non sui manuali dello sviluppo. Qui, per esempio, ha iniziato ad andare casa per casa a conoscere le famiglie. Accompagnano i genitori - madri, soprattutto, e spesso sole - nel lavoro più difficile: educare. Riunioni. Incontri. Momenti di convivenza in cui si affrontano i problemi pratici: la scuola, l alimentazione... È iniziato così. Qualche mamma si è coinvolta. Molte hanno aperto le porte. Ora vuol dire quasi ottocento bambini e ragazzi assistiti in modi diversi, perché assieme all asilo ha appena a- perto un centro giovanile. Stefania racconta del legame con alcuni di questi ragazzi, tutti con storie drammatiche alla spalle, del rapporto che è un inizio di vita nuova. Poi c è la quarantina di persone che l aiutano al lavoro, tra educatori e impiegati. Quasi tutte della zona e tutte impegnate in una rete di rapporti fissata a un gancio solido: Ci vediamo ogni lunedì a giudicare insieme il lavoro, dice Stefania. E racconta di Kathy, una sua collaboratrice, che dice così di questo incontro settimanale: «Me mantiene despierta»- mi mantiene sveglia Stefania racconta di una grande commozione per tutto ciò che ha visto crescere in lei e intorno a lei in questi anni, qualcosa di grande e molto al di là delle sue aspettative e della somma dei tentativi fatti. Sottolinea: Non basta togliere la persona dalla favela, occorre togliere la favela dalla persona. Lo sviluppo nasce dall io. Si può vivere per molti anni facendo questo lavoro, il lavoro che faccio, come pensando che tutto si risolva in un dare o in un fare, e invece è tutt altra cosa: fermarsi e stare a guardare, e sorprendersi e commuoversi per ciò che Dio, attraverso e in mezzo alle nostre povere vite, opera ogni giorno. 13

DONAZIONI 2012 Barlassina 2 Dicembre Se vuoi collaborare o diventare uno dei sostenitori del giornale di vita parrocchiale In Comunione, puoi farlo nei seguenti modi: Invia una e-mail all indirizzo: incomunionebarlassina@yahoo.it Telefona direttamente al numero: 0362 / 566.750 14

Veglia missionaria Missioni Conquistati dall Amore a cura del Gruppo Missionario Sabato 27 ottobre, ore 17.30: ci ritroviamo, una quindicina di persone, in oratorio, per poi andare a Milano e partecipare alla Veglia Missionaria insieme, a tanta altra gente da tutta la Diocesi. Tra di noi ci sono anche alcuni adolescenti, e la loro presenza ci fa particolarmente piacere, perché a volte si pensa che la Missione sia il pallino di pochi, solitamente non proprio giovani, che si danno più o meno da fare per aiutare i paesi poveri, anziché essere l elemento costitutivo di ogni comunità, fondata sul mandato di Gesù: Andate in tutto il mondo. L appuntamento è presso la Parrocchia dei SS. Apostoli e S.Nazaro Maggiore, dove inizia la Veglia per le zone 3 e 5 della Diocesi, mentre in altre due chiese si riuniscono i fedeli delle altre zone. Da qui, dopo l ascolto delle letture, i canti e la testimonianza di un ragazzo africano emigrato, che a Milano ha incontrato la fede e ricevuto il battesimo lo scorso anno, ci incamminiamo alla volta del Duomo. E bello questo camminare insieme, questo invadere le strade della città, perché rende proprio bene il senso della Missione. In Duomo ci aspetta Mons. Delpini, Vicario generale della nostra diocesi, per la conclusione della Veglia e la consegna del mandato missionario e del crocifisso ai consacrati e ai laici in partenza per la missione in diverse parti del mondo. Monsignor Delpini ci regala una splendida omelia, in cui sottolinea che per fare gesti grandi ed importanti, come quelli che tutti i missionari compiono ogni giorno, non ci vogliono doti particolari, occorre solo avere fede. «Io non amo le storie che finiscono con una domanda, ma quelle che finiscono con una decisone, come quelle che sta sera ci hanno qui radunato dice - La prontezza del rendere ragione della speranza, la beatitudine di soffrire qualcosa per la giustizia, la persuasione che è meglio soffrire operando il bene, non è frutto di un carattere forte, non è la dote di qualche eroe immaginario, non è l'atteggiamento spontaneo di qualche epoca tranquilla della storia. Questa prontezza, questa decisione, viene piuttosto da un perché e il perché non è un argomento, ma è la storia di Gesù. La strada della missione è indicata a tutti, ai forti e ai deboli, agli eroi e ai timidi, ai sapienti e ai servi. Non sono richiesti infatti titoli e doti, piuttosto una mitezza e una specie di docilità infantile, senza complessi, una docilità che incide nella propria libertà il sigillo della definitività come un compimento desiderabile». Monsignor Delpini conclude il suo discorso parlando a tutti del vero significato dell amore che si rivede nel gesto caritatevole che i missionari compiranno: «La partenza di alcuni fratelli e sorelle non è un andare via, non è una separazione, è un modo di adorare Dio che tutti ci accomuna. Ecco cosa significa essere conquistato dall'amore. Fare della propria vita un dono. Date gloria a Dio amici miei, date gloria a Dio». Questa Veglia ci ha ricordato una volta di più che abbiamo bisogno di tener vivo lo spirito missionario nelle nostre parrocchie, perché guardando a chi parte anche noi siamo risvegliati nella Fede e nel desiderio di farci conquistare dall Amore. 15

Missioni Giornata Missionaria Mondiale in Oratorio Una domenica pomeriggio in compagnia del PIME In occasione della Giornata Missionaria la domenica sensazionale di ottobre dell oratorio domenicale è stata dedicata alle missioni. Il pomeriggio è stato animato da un educatrice del PIME ovvero del Pontificio Istituto Missioni Estere, come sanno bene i ragazzi presenti che hanno iniziato il pomeriggio proprio scoprendo questo significato attraverso una serie di indovinelli. In seguito sono stati invitati, attraverso un breve filmato-testimonianza, a conoscere la figure di Padre Clemente Vismara, missionario del PIME in Birmania, originario della nostra diocesi, che è stato beatificato il giugno dello scorso anno proprio in piazza Duomo a Milano. Dopo aver conosciuto la storia di questo grande missionario, attraverso un gioco i bambini sono stati condotti a scoprire alcune caratteristiche del missionario. I bambini hanno accolto questa proposta con entusiasmo ed il gioco proposto li ha molto divertiti, ma nello stesso tempo li ha fatti riflettere: anche loro possono essere dei piccoli missionari! Leggiamo quello che ci hanno scritto due di loro: Nel pomeriggio della Giornata Missionaria all oratorio abbiamo fatto divertentissimi giochi animati da una ragazza del PIME, che ci ha anche raccontato la storia di Padre Vismara, un sacerdote che ha trascorso molti anni della sua vita tra i poveri della Birmania. I giochi che abbiamo fatto erano molto interessanti perché ci hanno fatto riflettere sui valori più importanti da vivere per essere persone missionarie: accoglienza, rispetto, pace e solidarietà. E stato un pomeriggio davvero speciale! Ho potuto conoscere meglio i missionari e il loro compito. Poi abbiamo giocato al gioco E Vai, in cui ogni lettera a- veva un significato: E per energia, V per volare, A per annunciare e I per indirizzare ABBONAMENTI ANNO 2013 Fino al 31 dicembre sarà possibile rinnovare o sottoscrivere un nuovo abbonamento al giornale parrocchiale In Comunione presso la Segreteria Parrocchiale o tramite gli incaricati secondo la duplice modalità: Il Segno + inserto In Comunione 25,00 Solo inserto In Comunione 11,00 16

Anno della Fede, proposta e sfida Anno Dalle della Missioni Fede Testimoni della Fede di Massimo Camisasca «Il buio veramente minaccioso per l uomo è il fatto che egli non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la nostra stessa vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori è la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale». Così aveva detto Benedetto XVI durante l ultima veglia pasquale. Il suo pontificato è davvero dedicato al lavoro per ridare energie e vita alle radici dell uomo e della Chiesa, non si occupa di questioni secondarie, pure importanti, ma è tutto concentrato sulla fede come esperienza vitale per l uomo. Per il Papa la fede riguarda il futuro stesso dell uomo e dell umanità intera. Ecco perché il Papa ha indetto l Anno della fede. A chi parla questa iniziativa del Papa? Innanzitutto a chi crede. La fede infatti non è l assenso ad alcune verità dato una volta per tutte. Essa è piuttosto l incontro con l umanità divina di Gesù, un incontro che ha bisogno di rinnovarsi continuamente e di diventare esperienza e mentalità, cioè cultura, capace di rispondere agli interrogativi che la vita e il tempo pongono all uomo. La fede, per rinnovare ogni fibra del nostro essere, deve rinnovarsi in se stessa riscoprendo ogni giorno nuovamente il fascino della sequela di Gesù. Anche la fede senza le opere è morta: occorre cioè che essa arrivi agli uomini attraverso la testimonianza gioiosa e semplice dei credenti. L Anno della fede vuole rinnovare un ponte continuo e vitale tra la Chiesa e l umanità. In questo dinamismo è racchiusa tutta la forza dell evangelizzazione. L iniziativa del Papa non si ferma perciò a coloro che credono: vuole suscitare la nostalgia di Dio e il desiderio di incontrarlo nei cuori di tutti gli abitanti della terra. Benedetto XVI non può però raggiungere gli uomini se non attraverso di noi. Questo anno particolare ha come suo centro la vita delle comunità cristiane: in primo luogo parrocchie, gruppi, movimenti, associazioni, diocesi. Riscoprire la fede come il dono più grande che abbiamo ricevuto, capace di farci attraversare ogni mare della vita. Per questo il logo scelto per l Anno della fede è la nave il cui albero maestro è Cristo stesso. La fede come esperienza di pienezza capace di rispondere alle attese più drammatiche e intense dell uomo, la fede come consapevolezza matura delle verità e soprattutto della Verità che è Cristo per il mondo. L Anno della fede porterà tutta la Chiesa a rivivere il Concilio Vaticano II, soprattutto il suo dinamismo interiore impresso da Papa Giovanni volto a testimoniare Cristo, luce dei popoli, al mondo contemporaneo. Speriamo porti a una consapevolezza più chiara delle verità della fede, a un adesione più libera a esse, a una celebrazione della fede attraverso la liturgia e in particolare l Eucarestia. È infatti nella celebrazione liturgica, come nella testimonianza di vita dei credenti che appare la luce più alta e più affascinante della fede ricevuta e vissuta. Tratto da Avvenire del 22 giugno 2012 17

Un aiuto ad un giudizio Libri, libri, libri... Consigli di lettura per Natale e non solo A cura di Cristina Arienti e Paola Visconti Sposala e muori per lei (Costanza Miriano) Sposati e sii sottomessa (Costanza Miriano) In questi due libri Costanza Miriano scrive di amore, matrimonio, famiglia con uno stile assolutamente inedito, difendendo la dottrina cristiana del matrimonio in modo originale e a tratti esilarante. Da non perdere! Un gancio in mezzo al cielo (Giulia Gabrieli) Questa è il la testimonianza di Giulia Gabrieli, quattordici anni, malata di tumore, morta la sera del 19 agosto 2011, che ha saputo trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale. Giulia era una ragazza normale, bella, solare, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Un esplosione di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non ha stroncato, ma amplificato. Nelle pagine del diario narra la sua lotta per affrontare la malattia e la sua speranza di guarire ma anche l abbandono alla volontà di Dio. L anello del Pescatore (Jan Dobraczynski) Dalla penna dell amatissimo scrittore polacco Jan Dobraczynski, un romanzo tra il realistico e l utopico, il morale e il filosofico, un po thriller e un po fantascienza, che al suo apparire nel 1961, poco prima del Concilio Vaticano II (di cui a ottobre di quest anno si è celebrato il cinquantesimo anniversario), fece scalpore. In un lontano futuro un esplosione atomica distrugge parte dell Europa, Roma compresa. Come potrà la Chiesa, privata della sede papale, continuare la propria missione? Era forse un caso che proprio allora fosse stata ritrovata la tomba di san Pietro? Cyberteologia (Antonio Spadaro) Antonio Spadaro, gesuita, direttore di Civiltà cattolica, membro dei Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, partendo dal dato di fatto che internet, smartphone, tecnologie digitali, stanno diventando l ambiente naturale in cui ci muoviamo, si chiede in questo testo se ciò non stia cambiando anche il nostro modo di pensare e vivere la fede. Non è quindi giunto forse il momento di considerare la possibilità di una cyberteologia, intesa come intelligenza della fede al tempo della rete? Non offre soluzioni preconfezionate Padre Spadaro, ma confida nella capacità e nella sapienza che il Cristianesimo e la Chiesa hanno sempre avuto storicamente di essere presenti là dove l uomo sviluppa la sua capacità di conoscenza e relazione, in piena sintonia con la logica dell Incarnazione 18

Cercate ogni giorno il volto dei Santi Un aiuto ad un giudizio San Tommaso Moro ovvero una politica santa è possibile di Paola Visconti Caro San Tommaso, ho incominciato a conoscerti sui banchi del liceo e poi dell università, in qualità di Lord Cancelliere di Enrico VIII e di insigne umanista, degno di essere annoverato tra i grandi letterati del tuo tempo, soprattutto grazie ad Utopia, il tuo capolavoro sotto forma di dialogo, dove abbozzavi il disegno di una società ideale, governata dalla giustizia e dalla libertà. In questi ultimi tempi però ho pensato spesso a te soprattutto come patrono degli statisti e dei politici, incarico che ti fu affidato nel 2000 da papa Woytila. Quanto daffare hai avuto e continui ad avere da allora! Forse nemmeno quel sant uomo di Giovanni Paolo II, quando ti affidò questo compito, poteva pensare che esso sarebbe diventato di anno in anno sempre più arduo. Di statisti all orizzonte sempre meno e i politici poi. In realtà però, pensandoci bene, non che ai tuoi tempi si stesse molto meglio: corruzione, lotte di potere, intrighi erano all ordine del giorno, non solo nella tua Inghilterra, ma nelle corti di tutta Europa. Tu però, nonostante fossi un insigne avvocato, amministratore nella City, membro del Parlamento, sei riuscito a rimanere un uomo libero e a non farti corrompere dal potere. Stimavi il tuo re, il quale a sua volta ti riteneva uomo intelligente e onesto, tanto da affidarti mansioni via via sempre più delicate e a nominarti infine nel 1592 Lord Cancelliere, vertice dell ordinamento giuridico inglese. Per anni hai lavorato per il bene del tuo paese, con grande zelo, senza piegarti mai a biechi compromessi. Per te la politica era davvero servizio e la fedeltà al tuo sovrano e al tuo popolo esigeva innanzitutto verità e sincerità, tanto è vero che quando il tuo re decise di ripudiare sua moglie Caterina d Aragona per sposare Anna Bolena e, vedendosi negare l annullamento dal Papa, decise di staccare la chiesa inglese da Roma proclamando- sene unico capo, tu non esitasti ad opporti e ad accettare piuttosto il carcere e la morte per decapitazione, che ti fu inflitta nella Torre di Londra il 6 luglio 1535. Davvero guardando alla tua vita, Giovanni Paolo II non poteva scegliere patrono migliore per i politici. Ti prego, soprattutto in questo periodo non distrarti! Tu che preferivi conversare con Erasmo da Rotterdam piuttosto che le feste a corte; tu che avresti potuto avere mille avventure e hai saggiamente scelto la fedeltà a una moglie e alla tua famiglia; tu che hai amministrato molti beni, avevi amici ricchi e potenti e non te ne sei mai approfittato; tu che sognavi una società più giusta e libera; tu che eri uomo di spirito (ho sempre amato la tua Preghiera per il Buon Umore!); tu che soprattutto studiavi i Padri della Chiesa, eri assiduo nella preghiera e fedele alla Verità a qualunque costo, intercedi perché chi regge le sorti dell Italia e del mondo sia onesto e capace, preferisca la preparazione all improvvisazione, sia amante della giustizia e del bene comune, sappia dialogare piuttosto che aggredire l avversario e soprattutto abbia come te un Maestro certo e affidabile a cui far riferimento anche nelle decisioni più difficili. Intercedi però anche per noi, gente comune, che dai politici di oggi si sente lontana e tradita: fa che possiamo trasformare le lamentele e la rabbia in preghiera di intercessione per chi ci governa e anziché imprecare sappiamo chiedere statisti come te, perché uno come te, ma anche come un De Gasperi, un Adenauer, uno Schumann, padri nobili dell Europa, non si improvvisa, ma é frutto, oltre che di serietà e preparazione, anche di tanta preghiera. 19

ANAGRAFE PARROCCHIALE di Novembre 2012 BATTESIMI FUNERALI di anni di anni di anni di anni OFFERTE FUNERALI BATTESIMI MATRIMONI VARIE (PRO TERREMOTATI E OBOLO S. PIETRO) MATRIMONI Segreteria Parrocchiale c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 - Barlassina Orari di apertura: Servizi offerti Prenotazioni di SS.Messe Richiesta di Certificati Raccolta abbonamenti ad Il Segno ed In Comunione Iscrizione al Corso per fidanzati Iscrizioni ad altre iniziative parrocchiali INFO: 366 / 715.36.86 Mercoledì 09.30 11.00 Sabato: 09.30 11.30 (attivo solo negli orari di apertura della Segreteria) 20