Miopia: Se volgiamo lo sguardo sia al presente che al passato, possiamo tranquillamente affermare che la miopia non è un difetto che faccia distinzione di classe, d ingegno o di posizione sociale. In questo senso, non si trova in soggezione di fronte a personaggi famosi, a politici illustri, a matematici, statistici, pittori e aristocratici. Affligge tutti con la stessa caparbietà e sfrontatezza. Quindi, non ci dovremmo meravigliare di trovare in un quadro di Lautrec, un gentiluomo in tuba e frac che ci scruta da dietro il suo pince-nez. Inoltre, non tutti sanno che fu proprio la corte medicea, con i suoi numerosi matrimoni di alleanza, ad introdurre la miopia in molte famiglie nobili europee, i cui discendenti, però, avrebbero, in seguito, accuratamente evitato di farsi ritrarre con gli occhiali. Così come i nobili, anche i pittori non vengono risparmiati da questo flagello. Boilly, che, in numerosi dipinti, dimostra un vivo interesse per i personaggi con gli occhiali, era egli stesso miope e portatore di occhiali. Senza parlare dei miniaturisti: innumerevoli volte, guardando una miniatura, ci siamo chiesti come potesse quel pittore dipingere un soggetto così piccolo, senza magari sapere che molti di loro soffrivano di miopia e preferivano, quindi, dipingere a distanza molto ravvicinata. Tra i presidenti degli Stati Uniti, quattro erano miopi: T. Roosvelt, D. Roosvelt, H. Truman, W. Wilson. Tuttavia per essi la miopia non fu un handicap, anzi, affatto, il contrario: andando ad analizzare il loro operato, troviamo che hanno avuto sempre un ruolo determinante nella vita politica del loro paese e nessuno di essi mai ha esitato di farsi fotografare con il pince-nez o con i propri occhiali! Anche tra i militari la miopia è piuttosto popolare. Il generale, il condottiero per eccellenza, Napoleone era affetto da questa "disgrazia": portava occhiali di - 4,50 D, che non indossava mai, ma che portava diligentemente nella tasca. Allo stesso modo, suo fratello Lucien era affetto da una grave forma di miopia. Gallieni, il difensore di Parigi nel 1914, vincitore della battaglia della Marna, fu uno dei primi generali francesi a non dimenticare mai il suo pince-nez, neanche nei ritratti ufficiali. Per non parlare, poi, di Leon Trotsky, l organizzatore dell Armata Rossa, dei generali Montgomery a Bradley, che impartivano senza esitazione i loro ordini indossando spessi occhiali da miope. In campo scientifico e letterario, imbatterci nella miopia è quanto mai scontato, anzi, nessuno di noi immaginerebbe mai un matematico oppure uno scrittore diversamente che con gli occhiali. Tra i matematici possiamo annoverare Max Planck, Ludwig Boltzman che a dispetto della sua grave miopia riuscì ad intravedere il senso profondo delle modificazioni della materia, scontrandosi con i suoi contemporanei troppo "miopi" per vedere che le basi della scissione dell atomo erano ormai gettate. Tra i medici, possiamo nominare John Dalton famoso per i suoi studi sui colori (da cui il nome daltonismo), che oltre ad essere affetto da discromatopsia fu certamente anche miope. Lo stesso vale per Mendel, che in ogni ritratto viene rappresentato con gli immancabili occhiali. E poi oculisti famosi, dai quali la miopia non si è fatta certo intimorire, come Goldman, Magitot, Franceschetti. Infine scrittori come Schiller (- 2,75 D), Goethe (- 6,00 D), Schopenhauer (- 3,50 D); musicisti del calibro di Beethoven che, oltre ad essere afflitto dalla sordità, portava anche lenti da miope; re e regine come Maria Antonietta (- 4,00 D) e Luigi XVI...tutti miopi. La miopia è il difetto visivo più frequente nella nostra Penisola così come in tutto il mondo occidentale; circa un abitante su quattro ha difficoltà di visione per lontano; gli oggetti distanti appaiono tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l'entità del difetto. 1 / 5
La miopia si misura in diottrie; si parla di miopia lieve quando il difetto è inferiore a 3-4 diottrie, di miopia media o medio-forte sino a 8-9 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori. Si tratta in generale, di una condizione dovuta ad un'aumentata lunghezza dell'occhio oppure ad una eccessiva curvatura della cornea o del cristallino. I raggi incidenti convergono in un punto davanti alla retina, dove viene a formarsi l'immagine. Dato che l'immagine non raggiunge la retina, viene percepita un'immagine più o meno annebbiata. La correzione con occhiali serve a garantire la migliore acutezza visiva per lontano, consentendo il massimo comfort al soggetto. Non disponiamo ancora di criteri validi, da tutti accettati e pienamente suffragati da risultati sperimentali, che ci possano guidare nella prescrizione delle lenti. Non sono stati definiti con certezza i vantaggi di una correzione totale, rispetto ad una iper o ipo correzione, di una correzione permanente, rispetto ad una correzione solo parziale, legata, cioè, alle necessità del soggetto. Negli anni addietro, attribuendo all'accomodazione un ruolo predominante nella progressione della miopia, si interveniva sottraendo -0,25 D - 1D alla correzione che garantiva i 10/10. Al contrario, attualmente, si ritiene più opportuna una correzione totale e permanente. Ciò al fine di ripristinare nel soggetto le migliori condizioni visive, senza che egli abbia maggiori difficoltà al variare delle condizioni ambientali (è noto che nel miope, in condizioni di illuminazione crepuscolare, si ha un ulteriore peggioramento della acuità visiva), ma, anche e soprattutto sulla base delle ultime teorie sull etiopatogenesi (es. la teoria di Balacco) della miopia, specie se degenerativa, e sulla base dei risultati della miopia sperimentale indotta su animali. È ormai ampiamente dimostrato che, in presenza di uno stimolo luminoso quantitativamente e/o qualitativamente alterato, si determina uno stimolo alla miopizzazione. Ne consegue che l immagine retinica deve essere in ogni caso perfettamente a fuoco sulla retina. La correzione della miopia si deve effettuare utilizzando la lente negativa più debole che permette il raggiungimento del massimo visus. Numerose sono, però, le eccezioni a questa regola generale e con cui frequentemente ci si imbatte nella pratica clinica. Ancora oggi ci si può trovare davanti a miopie riscontrate tardivamente o cronicamente ipocorrette: questi miopi, ad esempio, preferiscono una lieve sottocorrezione. Per realizzare una correzione ottimale, la lente deve essere centrata: l'asse ottico della lente e l'asse visivo dell'occhio, supposto immobile, devono coincidere. Importante, a questo riguardo, è il taglio della lente che deve tener conto della distanza interpupillare e della grandezza del nasello o ponte nasale che deve essere calcolato nella scelta della montatura. I materiali impiegati nella costruzione delle lenti sono diversi. In prima battuta, distinguiamo le lenti in cristallo dalle lenti organiche. Come regola generale, le lenti in cristallo hanno e mantengono una trasparenza maggiore, si rigano di meno, ma sono più pesanti. Le lenti organiche hanno il vantaggio di rompersi meno facilmente senza produrre schegge pericolose per cui sono d'obbligo nei bambini, nelle attività a rischio per traumi, e nello sport, sono però più spesse e tendono ad ingiallire. I principali inconvenienti degli occhiali, specie con le correzioni più elevate, sono legate al rimpicciolimento delle immagini ed allo spostamento apparente degli oggetti. Le lenti per la correzione della miopia, in particolare di quella elevata, hanno inoltre un aspetto che normalmente viene considerato sgradevole: l'elevato spessore dei bordi, le caratteristiche cerchiature, il rimpicciolimento dell'occhio sono infatti tutti elementi esteticamente negativi. Per ovviare a questi difetti, si può prendere in considerazione l'uso di lenti con elevato indice di refrazione o di lenti cosiddette "cosmetiche". Si tratta di lenti di tipo lenticolare modificate, cioè di lenti praticamente piane nella loro porzione periferica e profondamente incavate al centro, con un raccordo progressivo fra le due parti. Il loro maggiore difetto è quello 2 / 5
di un notevole restringimento del campo visivo. Molti svantaggi dati dall'uso delle lenti a frontale vengono totalmente eliminati dall'uso delle lenti a contatto o dal ricorso alla chirurgia rifrattiva. Ipermetropia: Cinque milioni di italiani sono affetti da ipermetropia e sono obbligati all uso di occhiali o di lenti a contatto per vedere bene e svolgere le comuni attività quotidiane in maniera confortevole almeno dal punto di vista visivo. L'occhio ipermetrope è troppo corto. I raggi incidenti convergono in un punto dietro la retina, e qui si forma l'immagine, che viene percepita come annebbiata. L ipermetrope vede male da vicino (e anche da lontano) ma, entro certi limiti, fino ad una certa età, compresa fra 35 e 40 anni, è spesso possibile continuare a vedere bene, poiché il cristallino è ancora capace di adattarsi. La capacità di adattamento del cristallino si chiama anche accomodazione. L ipermetropia può essere corretta permanentemente con una procedura di PRK o di LASIK; ambedue le tecniche utilizzano il laser ad eccimeri. Quali possibilità sono offerte oggi? L'ipermetropia può essere corretta: - con un occhiale con lenti convesse, - con una lente a contatto, - con un intervento chirurgico con laser ad eccimeri (Tecnica PRK o Lasik). Con una adeguata correzione si ha di nuovo la formazione di un'immagine chiara e a fuoco. Per quanto riguarda l'età infantile, i bambini devono portare gli occhiali? A partire dalle forme più pesanti (da 1,5-2 diottrie in su) si devono portare gli occhiali, e persino nella prima infanzia, poiché, se non si provvede tempestivamente ad una correzione, si può arrivare allo strabismo convergente. Astigmatismo: In Italia gli astigmatici sono circa 3 milioni; molti di questi sono contemporaneamente anche miopi o ipermetropi. L'occhio astigmatico non è né troppo lungo né troppo corto. Nell astigmatismo la cornea, la parte più anteriore dell occhio, invece di avere una conformazione di tipo sferico ha più alla forma di un uovo, è cioè più curva in alcuni settori e meno in altri. L'immagine si forma contemporaneamente davanti e dietro la retina. Poiché sulla retina giunge un'immagine deformata, il soggetto percepisce un'immagine più o meno annebbiata. Come si presenta un occhio astigmatico? Dato che nel difetto di rifrazione noto come astigmatismo un punto non viene raffigurato come un punto, ma come un'asta, a seconda della direzione dell'astigmatismo, l'immagine non solo risulta sfuocata, ma anche deformata, ad esempio in altezza o in larghezza. Quali possibilità si offrono oggi? L'astigmatismo si corregge: - con occhiali con lenti speciali (concavo - convesse, le cosiddette lenti cilindriche), 3 / 5
- con una lente a contatto, - con un intervento chirurgico. Dopo una adeguata correzione si forma di nuovo un'immagine nitida e a fuoco. Per quanto riguarda l'età infantile, i bambini devono portare gli occhiali? A partire dalle forme più pesanti (da circa 1,5-2 diottrie in su) si dovrebbero assolutamente portare gli occhiali. Perché "assolutamente" e perché fin dall'infanzia? - perché un'immagine deformata influisce negativamente sulle nostre percezioni, - perché un'immagine deformata ostacola la nostra visione spaziale, - perché un'immagine deformata può avere, e non raramente, come conseguenza un'ambliopia. L'ambliopia può essere curata con successo solo nei primi anni di vita sotto lo stretto controllo degli oculisti. 4 / 5
IPERMETROPIA Occhio Ipermetrope Occhio troppo corto. Correzione dell'ipermetropia Con lenti convesse. ASTIGMATISMO Occhio astigmatico Curvature della cornea variabile. Diametro deformato. Occhio astigmatico Curvatura della cornea. Correzione dell'astigmatismo con lenti cilindriche. 5 / 5