Le più belle MASERATI DA!GARA DAL!1926 AD OGGI Giancarlo Reggiani 1
Le più belle MASERATI DA!GARA dal 1926 ad oggi Fotografie: Francesco e Giancarlo Reggiani Testi e progetto grafico: Giancarlo Reggiani 3 4
INTRODUZIONE Correvano gli anni 20 quando un giovane intraprendente, collaboratore di una fabbrica d"auto sportive e pilota di queste in diverse gare, cominciò a sognare di costruire, lui stesso, vetture molto veloci. Alfieri Maserati, il più in vista di una famiglia di appassionati di motori, iniziò, nel lontano 1926, insieme ai fratelli Ernesto ed Ettore, a produrre, nelle Oficine Alfieri Maserati, vetture da competizione che portavano sul cofano un Tridente, divenuto poi celebre in tutto il mondo. In questo libro, che ho realizzato in diversi anni di appassionante lavoro, vi racconto la genesi e la storia di 12 fra le più belle vetture da corsa che la Maserati abbia costruito dalla sua nascita ad oggi. La bellezza delle loro carrozzerie d"alluminio, kevlar o carbonio, i meravigliosi motori che ne sono il cuore pulsante, gli abitacoli attillati in cui mitici piloti come Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Gigi Villoresi si sono cimentati, sono illustrati da immagini appassionanti, che ne svelano ogni segreto. La passione per il bello, oltre che per le prestazioni, d"altronde, è evidente nell"opera del geniale Alfieri Maserati e dei suoi fratelli, ed ho cercato di trasmetterla anche nelle fotografie che io e mio figlio Francesco abbiamo realizzato per ritrarre queste splendide vetture che occupano un posto importante nell"olimpo dell"automobilismo sportivo. Dalla Tipo 26, la prima Maserati prodotta, fino alla MC 12 del 2004, c"è una continuità evidente, una costante ricerca per migliorare le prestazioni, i materiali e le forme che, in tutta l"attività produttiva della Casa del Tridente, è sempre stata il fulcro di ogni progetto. Questo libro vuole onorare il lavoro, la genialità e la capacità degli uomini che hanno fatto grande la Maserati e che sono riusciti, se possibile, a migliorare, in quasi 80 anni di storia dell"automobilismo sportivo, quegli splendidi oggetti veloci che Alfieri e i farttelli Ernesto, Ettore e poi Bindo crearono. Giancarlo Reggiani 5 6
SOMMARIO pag. 9 - TIPO 26 B pag. 23 - TIPO!6!CM pag. 37 - TIPO!A6 GCS!MONOFARO pag. 51 - TIPO!A6 GCS!BARCHETTA pag. 65 - TIPO!A6 GCS!BERLINETTA PININFARINA pag. 79 - TIPO 250 F pag. 93 - TIPO!150!S pag. 107 - TIPO 200 S pag. 121 - TIPO 420 M!ELDORADO pag. 135 - TIPO 61!BIRDCAGE pag. 149 - TIPO BARCHETTA!#91 pag. 163 - TIPO!MC!12 7 8
TIPO!26 B (1927) Per raccontare la storia della Maserati Tipo 26, la prima vettura prodotta dalle Officine Alfieri Maserati, nel 1926, è doveroso fare un passo indietro, al 1 dicembre del 1914, quando, per l"appunto, il ventisettenne Alfieri Maserati aprì il suo primo laboratorio meccanico, chiamato Società anonima officine Alfieri Maserati, che era specializzato nella preparazione di vetture Isotta Fraschini per le competizioni. In quella piccola officina, lavoravano appena 5 dipendenti, fra cui anche altri due fratelli Maserati, Ernesto ed Ettore. Quello fu il primo seme piantato da Alfieri, che germogliò solo in seguito. Dopo aver assolto il servizio militare, e lasciata ai fratelli la gestione delle Officine Maserati, Alfieri fece diverse esperienze nel campo meccanico automobilistico e aprì anche un"attività a Milano, per la produzione di candele per auto da lui stesso progettate. Poi si dedicò anche alle competizioni come pilota, per la Diatto, una fabbrica di auto per la quale, tra l"altro, progettò un motore 2 litri da gara. Ma fu, forse, un curioso episodio che gli provocò la squalifica per 5 anni dalle competizioni (in una gara si scoprì che Alfieri 9 10
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La 26 B in piena azione all"uscita di una curva: sembra di rivivere i mitici tempi della Mille Miglia, quando le corse si svolgevano sulle insidiose strade aperte al traffico 13 14
Una serie di particolari che descrivono con dovizia la 26 B: dal primo Marchio Maserati sul cofano, alla manovella di avviamento, alle protezioni in corda sullo scarico, al cerchio a raggi, alle griglie di sfogo, fino alla balestra posteriore aveva sostituito il motore da 2 litri della sua Diatto con un 3000 cc!), il segno del destino che portò alla nascita della prima Maserati. Da quel momento, infatti, Alfieri si potè dedicare per più tempo alla sua azienda, e, quando la Diatto chiuse i battenti nel 1926, fu libero di utilizzare il suo progetto di quel propulsore 8 cilindri, e, grazie all"aiuto finanziario del marchese Diego De Sterlich, acquistò una decina di telai non utilizzati dalla Diatto per la G.P. 8C, che impiegò per realizzare la sua Tipo 26, con un motore da 1,5 litri. Questa vettura, fu costruita insieme ai fratelli nelle Officine Maserati che erano state trasferite, nel frattempo, dalla prima sede di Vicolo Pepoli in Bologna, alla via Emilia Levante, fuori dalle mura della città. Nacque così la prima Maserati, che portava sulla calandra anteriore il poi famoso Tridente, che, si dice, fu il fratello Mario (l"unico dei Maserati che non si era occupato di meccanica per dedicarsi alla pittura) a disegnare, ispirandosi al Nettuno dell"omonima piazza della città di Bologna. La prima Tipo 26, che esordì il 25 aprile del 1926 dominando la Targa Florio nella sua categoria e ottenendo il nono posto assoluto, fu pilotata proprio dallo stesso Alfieri Maserati, che l"aveva progettata. La vettura, di cui furono prodotti tre esemplari 15 16