Carona, Rifugio Calvi, 2015 m (Val Brembana)

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Transcript:

10/12/2006 Da Carona al monte Madonnino Sulla bella cresta del monte Madonnino, ad un passo dalla vetta. Finalmente è caduta la prima neve! A dire la verità non è che ci aspettassimo di trovarne un granchè: nonostante abbia continuato a piovere per gli ultimi tre giorni, la temperatura è sempre rimasta alta confermando, del resto, l'andamento "tropicale" di questo insolito autunno. Così, per non rischiare, abbiamo optato per una gita a piedi alla conca del Calvi, generalmente sempre fattibile con o senza neve. Invece, una volta giunti al lago del Prato... che peccato non avere gli sci!!! Una neve stupenda, farinosa e molto abbondante (quasi un metro al rifugio), il tutto ovviamente sotto un cielo blu ed un sole bellissimo. Vabbè, pazienza, anche a piedi la gita è stata gradevolissima e di soddisfazione, con panorami unici su queste nostre belle montagne. Carona, Rifugio Calvi, 2015 m (Val Brembana) Regione: Lombardia Gruppo montuoso: Alpi Orobie Dislivello: 900 Tempo di percorrenza: 2 h. 30' Difficolta: T Periodo migliore: Tutto l'anno con l'attrezzatura adeguata in caso di neve.<br>in inverno è facile trovare la traccia battuta, ma occorre prestare attenzione al pericolo valanghe nel tratto oltre la diga. La salita al rifugio Calvi è uno dei percorsi più battutti di tutte le Orobie ed è adatto anche per la mountain bike o lo scialpinismo. La pendenza lungo gli 8 km di strada sterrata non è mai troppo marcata e permette una piacevole salita tra boschi e panorami molto interessanti. Molto bella, in particolare, la conca che ospita il rifugio, costellata di laghi e circondata da montagne tra le più importanti della zona, come il famoso ed inconfondibile pizzo del Diavolo di Tenda. Descrizione dell'itinerario Da Carona si seguono le indicazioni per i rifugi Longo e Calvi percorrendo la strada asfaltata che sale a sinistra del paese sino ad un bivio presso un tornante (ampia possibilità di parcheggio). Da qui in poi il transito è consentito solo agli automezzi 4x4 muniti dell'apposito permesso da richiedere in comune. 1 Continuando a piedi si imbocca la stradina a destra e si sale in moderata pendenza sino alla bella frazione di Pagliari, ora ristrutturata in modo impeccabile, dove la strada diventa sterrata. Sempre con pendenza regolare si raggiunge la spumeggiante cascata della Val Sambuzza, poi, con un paio di ripidi tornanti, si arriva alla baita ristrutturata del gruppo escursionistico di Dalmine. Un tratto un po' più faticoso conduce al bivio per il Baitone Cai, ma più oltre la strada diventa pianeggiante e permette di recuperare le energie. Raggiunta conca del caratteristico lago del Prato, circondata da imponenti montagne quali il monte Aga e il monte Valrossa, la strada sterrata si divide: a sinistra si sale al rifugio Longo mentre a destra, oltre il ponte sul neonato fiume Brembo, si prosegue per il rifugio Calvi. La pendenza torna a farsi sentire (sopratutto per chi usa la mountain bike: 17%) e, con un ampio giro a semicerchio, ci si porta alti sopra il lago puntando alla parte superiore della valle. Un ultimo tratto più tranquillo permette di arrivare alla base della massiccia diga del lago di Fregabolgia: guadagnata la sommità dello sbarramento, si continua in lieve salita costeggiando l'ampio invaso artificiale sulla sua sponda destra. In breve, con un'ultima salita, si guadagna infine la collinetta su cui è edificato il

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Rifugio Calvi, monte Madonnino, 2502 m. (Val Brembana) Regione: Lombardia Gruppo montuoso: Alpi Orobie Dislivello: 500 Tempo di percorrenza: 1 h. 30' Difficolta: E Materiali: Per la stagione invernale solo sufficienti i ramponi ed eventualmente la piccozza. Periodo migliore: Tutto l'anno; in caso di neve è però necessaria l'attrezzatura adeguata per affrontare difficoltà che diventano alpinistiche (F).<br>In inverno inoltre occorre tenere ben presente il possibile rischio di valanghe. Tra le cime più facili e frequentate della conca del rifugio Calvi, il monte Madonnino è anche una classica meta scialpinistica raggiunta, tra l'altro, anche durante la famosa gara del trofeo Parravicini. Il panorama dalla vetta è molto ampio e spazia dalle lontane vette del gruppo dell'adamello sino al lago d'iseo, dalla conca del Barbellino al pizzo dei Tre Signori e sulla sottostante conca del rifugio Calvi. L'itinerario qui descritto sale con difficoltà moderate la poco marcata cresta Nord che si origina dal passo della Portula, ma è anche possibile guadagnare la vetta dai dolci pendii meridionali provenendo dalla baita del Cernello. Descrizione dell'itinerario Dal rifugio Calvi, seguire in direzione Sud-Est il sentiero 226 per il passo Portula. Traversata la conca sottostante il rifugio, si guadagna quota sul pendio opposto, prativo e di pendenze non troppo marcate, sino a raggiungere il margine di una bella conca circolare, certamente tutto ciò che resta di un antico lago ormai interrato. Senza entrare nella conca, piegare decisi a sinistra in direzione del sovrastante passo della Portula (2278 m) che si raggiunge dopo un ultimo ripido tratto. Dal passo seguire la traccia a destra che rimonta la cresta in direzione del monte Madonnino ed in breve scendere alla vicina selletta del Portulino. Da qui si può attaccare direttamente il versante Nord del monte Madonnino risalendo l'uniforme pendio di roccette e sfasciumi senza incontrare difficoltà particolari. In inverno diventa importante attenersi il più possibile al filo della dorsale evitando di tagliare ripidi pendii instabili di neve. Più in alto la cresta si spiana e diventa più affilata sino alla non distante vetta della montagna. Discesa Per l'itinerario di salita. Esistono comunque altre possibilità di discesa: in assenza di neve si può scendere sui pendii meridionali fino ad incrociare il sentiero che dalla baita del Cernello sale al passo della Portula. Con gli sci è invece possibile, dalla vetta, continuare per cresta in direzione del monte Cabianca sino ad una forcelletta da cui si cala senza difficoltà ai piedi del passo della Portula. 4

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