I.T.I.S. A. PACINOTTI Taranto L ECOSOSTENIBILITA NASCE NELLA SCUOLA La Gestione dei Rifiuti Marzo 2012 Ing. Luca Mezzetti
Il problema dei rifiuti Nell'ultimo secolo la crescita demografica e lo sviluppo industriale e tecnologico hanno provocato un aumento dei consumi sia in termini di qualità che di quantità di prodotti, con una produzione enorme di rifiuti solidi urbani (RSU). La situazione italiana è sostanzialmente allineata con la situazione di altri Paesi occidentali: negli ultimi 15 anni la produzione degli RSU è più che raddoppiata. Negli ultimi anni è aumentata molto la frazione di carta, cartone, materie plastiche e legno in quanto è cresciuta la quota dei materiali da imballaggio che raggiunge attualmente il valore del 35-40% in peso e il 50% in volume.
Un po di numeri
T.U.A. D.Lgs 152/06 parte IV Titolo I - Gestione dei rifiuti (art. 177-216) Capo I - Disposizioni generali (art. 177 194) 178. Finalità. 179. Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti. 180. Prevenzione della produzione di rifiuti. 181. Recupero dei rifiuti. 183. Definizioni. 184. Classificazione. 188. Oneri dei produttori e dei detentori 190. Registri di carico e scarico. Capo II Competenze (art. 195 198) 195. Competenze dello stato. 196. Competenze delle regioni. 197. Competenze delle province. 198. Competenze dei comuni. Capo III - Servizio di gestione integrata dei rifiuti (art. 199 207) Capo IV - Autorizzazioni e iscrizioni (art. 208-213) 208. Autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti. 212. Albo nazionale gestori ambientali. Capo V - Procedure semplificate (art. 214 216) 214. Determinazione delle attività e delle caratteristiche dei rifiuti per l'ammissione alle procedure semplificate. 216. Operazioni di recupero.
T.U.A. D.Lgs 152/06 parte IV Titolo II - Gestione degli imballaggi (art. 217-226) 218. Definizioni. 220. Obiettivi di recupero e di riciclaggio. 221. Obblighi dei produttori e degli utilizzatori. 222. Raccolta differenziata e obblighi della pubblica amministrazione. 223. Consorzi. 224. Consorzio nazionale imballaggi. Titolo III - Gestione di particolari categorie di rifiuti (art. 228 237) 227. Rifiuti elettrici ed elettronici, rifiuti sanitari, veicoli fuori uso e prodotti contenenti amianto. 228. Pneumatici fuori uso. 229. Combustibile da rifiuti e combustibile da rifiuti di qualità elevata - cdr e cdr-q. 230. Rifiuti derivanti da attività di manutenzione delle infrastrutture. 231. Veicoli fuori uso non disciplinati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209. 232. Rifiuti prodotti dalle navi e residui di carico. 233. Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti. 234. Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene. 235. Consorzio nazionale per la raccolta e trattamento delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi. 236. Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati. Titolo IV - Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani (art. 238)
T.U.A. D.Lgs 152/06 parte IV Titolo V - Bonifica di siti contaminati (art. 239 253) 240. Definizioni. 242 Procedure operative ed amministrative. 245. Obblighi di intervento e di notifica da parte dei soggetti non responsabili della potenziale contaminazione. 247. Siti soggetti a sequestro. 248. Controlli. 249. Aree contaminate di ridotte dimensioni. 250. Bonifica da parte dell'amministrazione. 251. Censimento ed anagrafe dei siti da bonificare. 252. Siti di interesse nazionale. Titolo VI - Sistema sanzionatorio e disposizioni transitorie e finali (art. 254 266) Capo I Sanzioni (art. 254 263) 255 Abbandono di rifiuti. 256. Attività di gestione di rifiuti non autorizzata. 257. Bonifica dei siti. 258. Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari. 259. Traffico illecito di rifiuti. 260-bis. Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti 261. Imballaggi. Capo II - Disposizioni transitorie e finali (art. 264 266)
Catalogo europeo dei rifiuti CER è l'acronimo di Catalogo europeo dei rifiuti. I codici C.E.R. sono delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre riunite in coppie (es. 03 01 01 scarti di corteccia e sughero), volte ad identificare un rifiuto, di norma, in base al processo produttivo da cui è originato. Il primo gruppo identifica il capitolo, mentre il secondo usualmente il processo produttivo. I codici, in tutto 839, sono inseriti all'interno dell'"elenco dei rifiuti" istituito dall'unione Europea con la Decisione2000/532/Ce. I codici C.E.R. si dividono in non pericolosi e pericolosi, i secondi vengono identificati graficamente con un asterisco "*" dopo le cifre (es. 02 01 08* rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose). La pericolosità di un rifiuto viene determinata tramite analisi di laboratorio volte a verificare l'eventuale superamento di valori di soglia individuati dalle Direttive sulla classificazione, l'etichettatura e l'imballaggio delle sostanze pericolose.
Capitoli fondamentali 01 00 00 Rifiuti derivanti dalla prospezione, l'estrazione, il trattamento e l'ulteriore lavorazione di minerali e materiali di cava 02 00 00 Rifiuti provenienti da produzione, trattamento e preparazione di alimenti in agricoltura, orticoltura, caccia, pesca ed acquacoltura 03 00 00 Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili 04 00 00 Rifiuti della produzione conciaria e tessile 05 00 00 Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone 06 00 00 Rifiuti da processi chimici inorganici 07 00 00 Rifiuti da processi chimici organici 08 00 00 Rifiuti da produzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), sigillanti, e inchiostri per stampa 09 00 00 Rifiuti dell'industria fotografica 10 00 00 Rifiuti inorganici provenienti da processi termici 11 00 00 Rifiuti inorganici contenenti metalli provenienti dal trattamento e ricopertura di metalli; idrometallurgia non ferrosa 12 00 00 Rifiuti di lavorazione e di trattamento superficiale di metalli, e plastica 13 00 00 Oli esausti (tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00) 14 00 00 Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi (tranne 07 00 00 e 08 00 00) 15 00 00 Imballaggi, assorbenti; stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) 16 00 00 Rifiuti non specificati altrimenti nel Catalogo 17 00 00 Rifiuti di costruzioni e demolizioni (compresa la costruzione di strade) 18 00 00 Rifiuti di ricerca medica e veterinaria (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione che non derivino direttamente da luoghi di cura) 19 00 00 Rifiuti da impianti di trattamento rifiuti, impianti di trattamento acque reflue fuori sito e industrie dell'acqua 20 00 00 Rifiuti solidi urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta differenziata
Esempio catalogo 01 00 00 Rifiuti derivanti dalla prospezione, l'estrazione, il trattamento e l'ulteriore lavorazione di minerali e materiali di cava 01 01 00 rifiuti di estrazione di minerali 01 01 01 rifiuti di estrazione di minerali metalliferi 01 01 02 rifiuti di estrazione di minerali non metalliferi 01 02 00 rifiuti derivanti dal trattamento di minerali 01 02 01 rifiuti derivanti dal trattamento di minerali metalliferi 01 02 02 rifiuti derivanti dal trattamento di minerali non metalliferi 01 03 00 rifiuti derivanti da ulteriori trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi 01 03 01 colle 01 03 02 polveri e rifiuti polverosi 01 03 03 fanghi rossi dalla produzione di allumina 01 03 99 rifiuti non specificati altrimenti 01 04 00 rifiuti derivanti da ulteriori trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi 01 04 01 ghiaia e rocce triturate di scarto 01 04 02 sabbia e argilla di scarto 01 04 03 polveri e rifiuti polverosi 01 04 04 rifiuti della produzione di potassa e salgemma
Il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD), istituito con la Legge n. 70/1994, è un modello attraverso il quale devono essere denunciati i rifiuti prodotti dalle attività economiche, quelli raccolti dal Comune e quelli smaltiti, avviati al recupero o trasportati nell'anno precedente la dichiarazione. Il modello va presentato di norma entro il 30 aprile di ogni anno.
Riepilogando..
TARANTO 7,1 %
CORRIERE DELLA SERA DEL 23/7/11
termoplastici termoplastici
Termoplastiche: sono dette termoplastiche quelle materie plastiche che acquistano malleabilità, cioè rammolliscono, sotto l'azione del calore. In questa fase possono essere modellate o formate in oggetti finiti e quindi per raffreddamento tornano ad essere rigide. Questo processo, teoricamente, può essere ripetuto più volte in base alle qualità delle diverse materie plastiche. Termoindurenti: sono un gruppo di materie plastiche che, dopo una fase iniziale di rammollimento dovute al riscaldamento, induriscono per effetto di reticolazione tridimensionale; nella fase di rammollimento per effetto combinato di calore e pressione risultano formabili. Se questi materiali vengono riscaldati dopo l'indurimento non ritornano più a rammollire, ma si decompongono carbonizzandosi. Elastomeri: la loro caratteristica principale è una grande deformabilità ed elasticità; possono essere sia termoplastici che termoindurenti.
Occhio alla ceramica, il nemico giurato del vetro! Ci sono materiali che sembrano vetro, ma vetro non sono. Il caso più insidioso è quello della vetroceramica (pyrex), la cui assoluta trasparenza trae in inganno l occhio più esperto. È però importante ricordarsi di tenere il pyrex, così come i piatti o le tazzine, alla larga dal vetro: a causa delle diverse temperature di fusione, è sufficiente un solo frammento di ceramica mescolato al rottame di vetro pronto al forno- per vanificare il processo di riciclo, dando origine a contenitori destinati irrimediabilmente ad infrangersi! Se il cristallo va in frantumi non gettarlo insieme al vetro! Bicchieri e bottiglie in cristallo contengono un elevata quantità di metalli pesanti, come il piombo, che non devono contaminare il processo di riciclo del vetro: per questo motivo, è importante mantenere separati i contenitori in cristallo dalla raccolta differenziata del vetro. Gli altri materiali da tenere separati dal vetro: Lampadine, lampade a scarica (neon) e specchi che contengono sostanze pericolose per l ambiente, assolutamente non compatibili con il riciclo del vetro (spesso utilizzato come imballaggio per alimenti)
Non vanno nella raccolta differenziata: tutti i materiali non cellulosici, i contenitori di prodotti pericolosi, carte sintetiche, ogni tipo di carta, cartone e cartoncino che sia stato sporcato (ad esempio carta oleata, carta e cartone unti e fazzoletti di carta usati).
Le fasi del processo di compostaggio Le trasformazioni che subisce la sostanza organica nel processo di compostaggio possono essere ricondotte a due fasi successive: biossidazione o mineralizzazione : inizia con la destrutturazione della frazione organica più facilmente degradabile (zuccheri, acidi organici, amminoacidi) ad opera di microrganismi aerobi, con consumo di ossigeno, liberazione di anidride carbonica, e produzione di energia, necessaria a portare la temperatura del cumulo progressivamente fino al previsto regime termofilo. Questa fase è prettamente termofila e può durare anche più di un mese- L incremento in temperatura è assai marcato nelle 12-48 ore successive all allestimento del cumulo e l andamento è di rapida crescita fino a 55-60 C. Se il calore non viene adeguatamente dissipato le temperature possono aumentare portando all inattivazione della maggior parte dei microrganismi. L aereazione forzata o il rivoltamento del cumulo sono, dunque, indispensabili per consentire il raffreddamento del substrato oltre che per mantenere l ossigenazione della biomassa al di sopra dei valori critici per l attività della popolazione microbica aerobica. Alla fine della prima fase si dispone di compost fresco.
maturazione: in tale fase, si completa il processo di trasformazione della sostanza organica in condizioni meno ossidative in modo da permettere la formazione di sostanze umiche ed eliminare eventuali composti fitotossici formatesi nella prima fase. Con il conseguente progressivo abbassamento della temperatura cambiano anche le popolazioni di microrganismi attivi, con passaggio da quelle termofile a quelle mesofite e successivamente psicrofile. In questa fase le temperature scendono a valori di 40-45 C per poi scendere progressivamente, stabilizzandosi poco al di sopra della temperatura ambiente. Questa fase può durare anche alcuni mesi.
SMALTIMENTO: Incenerimento Discarica
BIBLIOGRAFIA: La Gestione dei Rifiuti presentazione dell ing. Raffaele Giordano.