Venerdì 24 novembre - ore 20.30 a San Pellegrino presso Sala della Croce Rossa Viale Belotti, 3 (sopra l ufficio delle Poste) Nell ambito dell iniziativa E L ORA DELLE STORIE Evento 2006, di NATI PER LEGGERE a Bergamo e provincia, si propone un incontro rivolto a genitori e educatori, dal titolo: "Le storie: raccontarle, leggerle, ascoltarle, scriverle" Incontro con Giusi Quarenghi vincitrice del premio Andersen 2006 (il miglior riconoscimento italiano ai libri per ragazzi) come miglior scrittore Per la qualità di una scrittura che nel tempo si è fatta sempre più alta e consapevole. Per aver saputo muoversi con assoluta padronanza in ambiti diversi, fra sorriso e impegno, divertimento e capacità di creazione fantastica. ALCUNI LIBRI DI GIUSI QUARENGHI PER I PIU PICCOLI Guarda guarda... Guarda bene! Giunti Vedo, vedo cosa vedi? Giunti
Mamme e mostri Giunti Faccia di gatto La Margherita Lupo lupo ma ci sei? Giunti Capricci che passione Giunti QUALCHE ALTRO LIBRO DI GIUSI QUARENGHI PER I PIU PICCOLI Buon giorno e notte / Giusi Quarenghi, Chiara Carrer. - Firenze : Primavera, 1996. - 1 v. : ill. ; 15x15 cm. - (*No e no)
Buon compleanno e appetito / Giusi Quarenghi, Chiara Carrer. - Firenze : Primavera, 1996. - 1 v. : ill. ; 15x15 cm. - (*No e no) Storielle a quattro mani / Giusi Quarenghi, Chiara Carrer. - Modena : F. Panini ragazzi, 2003. - 45 p. : ill. ; 21 cm.. - (Le *due lune a colori ; 44) Alice luna felice / Giusi Quarenghi, Chiara Carrer. - Modena : F. Panini ragazzi, 1998. - 47 p. : ill. ; 21 cm. - (Le *due lune a colori ; 25) Anch'io ho un cane! / Giusi Quarenghi ; illustrazioni di Giulia Orecchia. - Bologna : Panini ragazzi, 1992. - 47 p. : ill. ; 19 cm.. - (Le *due lune. Prime letture ; 1) BIOGRAFIA Vive a Bergamo e per anni si è occupata di cartoni animati e di sceneggiatura, di cinema e di fumetti. Ha scritto moltissime storie per bambini, filastrocche, racconti, testi di divulgazione, romanzi per ragazzi, ed è ormai tra le piú popolari autrici italiane. Qualche notizia su Giusi Quarenghi È nata a Sottochiesa, un paesino vicino a Bergamo, e dopo la laurea avrebbe voluto fare l insegnante. Invece ha fatto moltissime altre cose: si è occupata di cinema, cartoni animati, televisione, pubblicità, e ha scritto moltissime storie per bambini, filastrocche, racconti, testi di divulgazione, romanzi per ragazzi. È tra le piú popolari autrici italiane. Vive a Bergamo, ha due figli molto piú alti di lei e un gatto che va e che viene. Ci racconta un po della sua infanzia? Sono nata in un piccolissimo paese in una piccola valle bergamasca, in una casa molto grande che era anche trattoria con locanda, tabaccheria e bar. Una casa praticamente sempre aperta, con la porta chiusa a chiave solo di notte e per poche ore, con la gente che veniva, si fermava, andava, tornava, ed era, ovviamente, ben gradita. Non eravamo mai per conto nostro, la mia famiglia ed io: una cosa che mi è pesata molto, almeno quanto mi ha giovato. Quante facce, parole (anche parolacce) e storie per me, bambina senza televisione, senza pianoforte, senza corsi di danza e di inglese, senza palestra e senza squadra di pallavolo (perché non eravamo abbastanza), senza bicicletta perché la strada di montagna non asfaltata e piena di curve era troppo pericolosa, senza piazza e senza sagrato perché tu devi imparare a diventare una brava donnina di casa. Vorrai mica crescere come un maschiaccio!? Sí, invece sí. E lo spregio e la disapprovazione con cui la parola maschiaccio era pronunciata aggiungevano desiderabilità a uno dei destini piú affascinanti in questo mondo. Cosí scappavo. Scappavo di casa praticamente tutti i giorni, magari per venti minuti o poco piú, ben attenta a farlo nei momenti in cui mia madre era occupata in altro. Era sempre occupata in altro, ma riusciva sempre a tenermi d occhio in modo speciale. È stata una brava alunna, a scuola? A scuola andavo né volentieri né malvolentieri. Ero in una pluriclasse, cosa piuttosto divertente, almeno per gli alunni. Detestavo fino al mal di pancia pensierini, temi e analisi grammaticale; mi piacevano le tabelline, il calcolo mentale rapido, le greche alla fine del compito, le poesie a memoria e la maestra che leggeva ad alta voce Pinocchio, Cuore e Il piccolo alpino. Quella che preferivo sentir leggere era la maestra. Subito dopo venivo io. Come le è venuta l idea di fare la scrittrice? Da ragazzina, tra una fuga e l altra prendevo il libro di lettura, mi mettevo sulla terrazza e leggevo ad alta voce, a me stessa e ai gatti. E se non avevo il libro, raccontavo ad alta voce, a me stessa e ai gatti. Credo sia
cominciato lí il piacere di raccontare storie; raccontarle, non scriverle. Credo che allora, alla domanda che cosa vuoi fare da grande?, non avrei mai e poi mai risposto scrivere, neppure sotto tortura. Avevo ben altri sogni: girare i piú grandi circhi del mondo, per esempio, come domatrice di galline. Ma le galline non sono state d accordo. Ci sono state delle esperienze che hanno influito sul suo modo di scrivere? Finita la quinta elementare, mia madre ha voluto anche per me quello che per mio fratello era stato considerato ovvio, senza bisogno di discussioni, vale a dire: studiare. Per farlo dovevo andare in collegio e mi toccò il Collegio degli angeli. Di angelico aveva solo il nome, ma qualcosa di angelico aveva anche l ora pomeridiana del ricamo: le mie compagne ricamavano e io leggevo ad alta voce Pollyanna, Piccole donne, Gulla l orfanella della collina Poi sono andata a Milano, all Università, dove mi sono laureata in Filosofia della Storia con una tesi sull esperienza della morte. Avrei dovuto, a quel punto, continuare a restare nella scuola come insegnante, ma sapevo di avere molta meno pazienza di quanta me ne sarebbe servita. Cosí mi sono messa a cercare un altro lavoro e l ho trovato all Istituto per lo Studio e la diffusione del Cinema d Animazione di Milano, dove mi sono occupata di mostre di film animati d autore, di critica, del giornalino e degli incontri con le scuole: inventare storie con i bambini per poi passare alla sceneggiatura, ai disegni, alla ripresa in diapositiva, alla registrazione con suoni e rumori e alla proiezione. Vent anni fa, sembra preistoria. Ho lavorato anche presso la Cineteca di Milano riordinando la biblioteca e preparando le schede critiche dei film. Ho scritto sull Unità e su riviste specializzate di cinema d animazione, di fumetto e di illustrazione. Ho fatto testi e sceneggiature per audiovisivi. Sono passata anche per la pubblicità, lavorando per un agenzia di Roma, specializzata in pubblicità d immagine. Quando si è dedicata alla scrittura come professionista? Dopo i vent anni, e comunque a scuola finita, ho cominciato a mettere per iscritto le storie che raccontavo o che avrei voluto raccontare a qualcuno che stava ad ascoltare. Ho pubblicato il mio primo libro per bambini nel 1982. A quello se ne sono via via aggiunti altri, di filastrocche, racconti brevi, racconti lunghi, romanzi, divulgazione. Scrivevo, ma facevo un altro lavoro. Facevo cosí perché pensavo, e penso ancora, che per scrivere avevo soprattutto bisogno di essere libera di non scrivere; che non avere tutto il tempo a mia disposizione mi avrebbe fatto capire quanto tenevo alla scrittura; e perché mi sembrava molto imprudente (allora, ma anche ora) ritenermi scrittrice solo per il fatto che mi avevano pubblicato qualche libro. Da qualche anno però ho deciso che questo è il mio lavoro. Quando scrive e dove? Scrivo di mattina, quando sono a casa, dalle otto alle tredici, su un tavolo vicino a una finestra, da dove posso vedere che tempo fa e che stagione è. La prima stesura la faccio sempre a mano, poi rileggo, battendo il testo sulla tastiera per farne un file in computer. Le riletture e le riscritture successive (passo un sacco di tempo a rileggere e a riscrivere) le faccio tutte al computer. Da dove prende le idee per i suoi libri? Mi piace scrivere storie che mescolano immaginazione e realtà, trattando la realtà come fosse fantastica e quanto è immaginario come fosse reale e concreto. Con la realtà che fa da lievito alla fantasia e viceversa. Sono sicura che le storie sono in giro, piú o meno nascoste, a volte volano a volte rotolano, possono essere sotto la coda del gatto o dentro un sandaletto coi buchi, dietro i finestrini dei treni, sotto i banchi di scuola, appese con i panni ad asciugare Mi piace raccontare storie di sentimenti, la fatica e la meraviglia di crescere, com è avere a che fare coi grandi, la voglia di trovarsi e di provarsi, l allegria e la paura di essere qui, il dono della compagnia degli animali, la scommessa dei capricci, le infinite sorprese, non tutte meravigliose, dell amore, e la grande risorsa del provare a ridere un po. Che genere di libri le piacciono? Detesto i libri con messaggio DOC: li evito con cura. Ma leggo ogni libro alla ricerca del messaggio per me, cercando dove è stato scritto per me. Mi piacerebbe che qualcuno leggendo i miei libri trovasse una parola, una riga, una pagina per sé. C è una cosa piú irrinunciabile della mia scrittura ed è la lettura. Rubo la frase di Borges per dire che
sono molto piú orgogliosa dei libri che ho letto che di quelli che ho scritto. Vorrei riuscire a leggere tutte le fiabe e tutta la poesia del mondo. Come passa il suo tempo libero? Per rilassarmi e per riposare, faccio lunghe camminate, guardo i gatti giocare, ascolto musica, canto in un coro e, quando posso, vado a sciare.