RELAZIONE FINALE VIAGGIO D ISTRUZIONE A TRIESTE CLASSE III BLA DOCENTI ACCOMPAGNATORI : BRANCIFORTE- PAMPALONI PERIODO 18/20 APRILE 2012 La nostra destinazione è stata Trieste. Così dopo esserci preparati e caricati mentalmente a vicenda sul nostro viaggio durante le ore di scuola, alle 5,30 di mattina del 18 aprile maggio siamo partiti dal piazzale dello stadio. Il nostro viaggio è durato circa sei ore, fino a quando siamo arrivati a Redipuglia. Redipuglia è una località considerata come un enorme patrimonio per quanto riguarda il ricordo dei morti della Prima Guerra Mondiale. Qui abbiamo visitato un museo che conteneva armi e oggetti appartenuti ai soldati che lottarono per la vita durante la Guerra. Successivamente siamo stati a visitare il pezzo grosso della città. Un monumento enorme, che non è proprio un monumento ma è una grandissima scalinata con un centinaio di scalini alti due metri l uno. Dentro a questi giacciono centomila morti, dei quali quarantamila identificati e sessantamila non identificati sono cifre veramente pazzesche E incredibile a cosa possa arrivare la cattiveria dell uomo..
Noi siamo arrivati lassù con il pullman, ovviamente non per le scalinate, passando dietro questa sorta di collina "umana". Prima di arrivare alla scalinata, siamo passati attraverso una piccola cappella o chiesetta, dove anche lì erano sepolti altri morti nelle pareti. Poi siamo usciti e la vista che si aveva da lassù era magnifica. Però quel momento ci è stato rovinato guardandoci ai piedi e pensando a tutta quella gente morta, pensavamo alle loro famiglie, alle loro madri e ai loro padri, come fecero a resistere a tale atrocità... ci immaginavamo i ragazzi appena adolescenti, con ancora tutta la vita davanti che partivano per il fronte e che non sarebbero mai più tornati a casa. Terribile e malinconica anche la lista dei nomi che sembrava infinita. Verso le 15,00 siamo finalmente arrivati a Trieste..
Abbiamo osservato i palazzi e i monumenti del centro di Trieste dal pullman, dando sempre una parte dell'autobus al mare. Si vedeva che i palazzi erano storici e d'epoca, visto che erano striati e presentavano degli ornamenti molto belli. Ci siamo recati anche al ghetto ebraico quanti pensieri hanno attraversato la nostra mente. Proprio per renderci conto, in modo più reale delle atrocità della guerra, l indomani il nostro viaggio è proseguito con la visita della Risiera di S. Sabba.
La Risiera di S.Sabba era una risiera prima della Seconda Guerra Mondiale dove si lavorava e si raffinava il riso. Ma poi durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi la hanno trasformata, inizialmente, in un campo di concentramento degli ebrei, poi in un campo di sterminio sempre per gli ebrei. Dentro abbiamo visto le celle dove "alloggiavano" i detenuti ebrei, ai piani superiori c'erano gli uffici e gli alloggi dei tedeschi che comandavano il campo. In mezzo all'aia costruita in cemento c'è ancora il segno del capannone costruito per il forno crematorio, eliminato dai tedeschi in fuga per provare a cancellare le prove degli orribili orrori da loro compiuti. I triestini che all'epoca c'erano possono raccontare che di solito un giorno alla settimana si sentiva l'odore della carne umana bruciata, un odore dolciastro fastidiosissimo. E' ancora visibile nel muro il camino del forno crematorio, perciò le prove sono inconfutabili. E' stata veramente una cosa orribile... solo pensare le persone che sapevano di andare a morire e che non potevano fare nulla, erano impotenti rispetto ai tedeschi che continuavano con quella stupida fissazione che avevano con la morte, la morte, la morte degli ebrei. Subito dopo l'ingresso della Risiera, in una specie di sottopassaggio, si affaccia la prima stanza
posta alla sinistra di chi entra era chiamata "cella della morte", in quei locali angusti venivano ammucchiati i prigionieri, che giungevano dalle carceri o che venivano catturati in rastrellamenti non solo a Trieste, ma anche in Veneto ed in Slovenia e destinati ad essere eliminati nel giro di poche ore. Secondo testimonianze dei pochi sopravvissuti, spesso i prigionieri venivano a trovarsi in quelle celle assieme a cadaveri destinati alla cremazione. Al pianterreno dell'edificio si trovavano, i laboratori di sartoria e calzoleria, dove venivano impiegati i prigionieri. Sempre nello stesso plesso erano ospitate le camerate per gli ufficiali e i militari delle SS ma anche le diciassette minuscole celle, in ognuna delle quali venivano stipati fino a sei prigionieri, in tali angusti locali, partigiani, politici, ebrei, aspettavano per giorni, talvolta per settimane, il compiersi del loro drammatico destino. Nelle prime due celle venivano torturati i prigionieri e spogliati di ogni loro avere, qui sono stati rinvenuti migliaia di documenti d'identità che venivano sequestrati non solo ai detenuti ed ai deportati, ma anche ai lavoratori inviati al lavoro coatto (tutti questi documenti, prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera furono trasferiti a Lubiana, dove sono attualmente conservati presso l'archivio della Repubblica di Slovenia). Le porte e le pareti delle celle erano ricoperte di graffiti e scritte andate purtroppo perdute. Ne restano a testimonianza i diari dello studioso e collezionista Diego de Henriquez, (attualmente appartenenti alle Collezioni de Henriquez), che ne fece un'accurata trascrizione. Il pomeriggio ci siamo recati alla grotta del Gigante. Esperti speleologi accompagnano fino a 100 metri sotto terra a scoprire il percorso di questa spettacolare grotta, formata da due fiumi sotterranei che hanno scavato, nel corso dei millenni, la roccia calcarea. La grotta è veramente molto bella, ma si devono scendere 500 scale e poi salire 500 scale. Un percorso di rampe a zig zag porta alla base della caverna; lo spettacolo è unico sia per la maestosità della cavità sia per la ricchezza e la variabilità delle forme e dei colori di stalattiti e stalagmiti, messi in evidenza da una sapiente illuminazione.
Il percorso si svolge attorno alla base della Grande sala, passando vicino al Pulpito e alla Palma che sono delle imponenti stalattiti, quest'ultima alta quasi 7 m; il percorso poi continua fino a raggiungere la colonna di Ruggero, una stalagmite alta quasi 12 m. Lasciandosi alle spalle la colonna si arriva alla sala dell'altare, una caverna laterale caratterizzata da grandi stalattiti e da una vaschetta "calcitica "con acqua. Avvicinandosi all'uscita si può notare lo scheletro di un Ursus speleus risalente alla presitoria. Il terzo giorno proseguiamo con la visita alla reggia di Miramare.
Purtroppo non ci hanno fatto fare le fotografie anche dentro il castello perchè era davvero bellissimo. L'ingresso alla reggia vanta una bella vista sul porto e le spiagge di Miramare. Proseguendo si cammina per giardini e canali d'acqua tenuti molto bene, quasi fossero ancora di qualche sovrano. Siepi in fiore segnano il percorso del piccolo canale che sfocia in una fontana. Uno scenario veramente stupendo. Ancora più stupendo era l'interno della reggia. Due piani che si estendevano per tutta la superficie della struttura. Al piano terra le stanze erano piccole per rappresentare le stanze di una nave, infatti le pareti erano in legno, le vedute dalle finestre e i temi rappresentati dalle stanze. Al piano di sopra invece era praticamente l'incontrario: le stanze erano molto grandi e spaziose; contenevano oggetti di lusso, di sfarzo e decorazioni. Dopo la visita alla reggia ci siamo fermati circa un quarto d'ora su selle scalinate che arrivavano direttamente nell'acqua del mare. E' sempre bello vedere il primo mare in primavera. Ci prepariamo per tornare a casa, ma prima ci fermiamo ad Aquileiaia fu fondata dai Romani come colonia militare nel 181 a.c. Fu dapprima baluardo contro l invasione di popoli barbari e punto di partenza per spedizioni e conquiste militari. Grazie ad una buona rete viaria e ad un imponente port o fluvi ale, col tempo divenne sempre più importante per il suo commercio e per lo sviluppo di un artigianato assai raffinato (vetri, ambre Alle dieci di quella sera eravamo a Pontedera. Beh, quella è stata l'ora delle riflessioni: questa gita è stata bellissima.. Ci
siamo divertiti moltissimo ed è stata nettamente dentro le nostre aspettative. Forse l'unico rimorso, per chi ci ha pensato, è stato riflettere sui dolori che i luoghi da noi visitati hanno visto e ospitato. Gli alunni della III BLA