Omelia in occasione della Dedicazione della nuova chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria (Andria, 14 febbraio 2010)



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Omelia in occasione della Dedicazione della nuova chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria (Andria, 14 febbraio 2010) VI Domenica del tempo Ordinario Letture: 1 Lettura: Ne 8,2-4.5-6.8-10 Salmo: 18 2 Lettura 1 Pt 2,4-9 Vangelo: Gv 4,19-24 Grande è la mia gioia nel dedicare questa sera la nuova chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria. Il giorno 1 novembre 2007 benedissi la prima pietra dell erigenda chiesa, ringraziando le autorità civili e religiose, il parroco Don Domenico Basile e l allora vicario parrocchiale Don Carmine Catalano; i progettisti e direttori dei lavori: gli architetti Michele Galentino, Elisabetta Petruzzelli e Filippo Galentino; l impresa costruttrice Impresud s.r.l. di Andria. A circa tre anni e mezzo di distanza, raccogliamo il frutto di un lavoro che ha coinvolto progettisti e operai ma anche l intera comunità parrocchiale, che ora può legittimamente esultare per poter disporre di una vera chiesa, dopo averla desiderata e agognata per lunghi anni. Le peripezie sono state certo molteplici determinati tali, a un certo punto, da scoraggiare anche i più coraggiosi e volenterosi, tra i quali pongo il sottoscritto ed i miei più stretti collaboratori. A infondere fiducia e costanza è stata Maria, il suo Cuore immacolato, le cui glorie e la cui materna intercessione questo tempio intende cantare oggi e sempre in questo quartiere che oggi certamente rinasce a nuova vita nella sua dimensione non solo spirituale ed ecclesiale, ma, come sempre avviene, anche dal punto di vista urbanistico e civile, aspetto non sempre tenuto sufficientemente presente da pubblici amministratori ed, in genere, da chiunque dovrebbe avere maggiormente a cuore il 1

bene comune della città, che è materiale ma soprattutto spirituale, dal momento che il buon cristiano è anche onesto e solerte cittadino. 1. Aspetti liturgici e scritturistici. L atmosfera di festa che questa sera si respira, non ci consente di soffermarci oltre su accenni che potrebbero sembrare polemici, ci induce anzi ad aprire il cuore, ala speranza ed a sentire alitare in noi il soffio dello Spirito, che traspare e trabocca dalle tre letture che sono state proclamate. Tutte e tre ci aiutano a cogliere la dimensione di fede, di questa suggestiva celebrazione. L edificio-chiesa pone in risalto due concetti fondamentali della vita cristiana: a) la presenza di Dio in mezzo al suo popolo; b) e il popolo di Dio vera chiesa di Cristo. a) La presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il segno del tempio leggiamo nella premessa illustrativa del rito della dedicazione della chiesa ricapitola ed esprime in certo senso i valori e i modi della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Dal tempio cosmico dell Eden alla terra promessa, dalla tenda del deserto al tempio di Gerusalemme, dall umanità di Cristo alla compagine ecclesiale ed a ognuno dei suoi membri. La prima lettura (da Neemia) rievoca un momento solenne nella vita del popolo ebraico: la ricostruzione della città santa e la riorganizzazione della comunità, dopo il duro e lungo esilio. Tale dedicazione avviene nel 515 a.c. ed il tempio durò fino al 70 d.c., allorché fu abbattuto dall imperatore romano Tito, che mise ferro e fuoco all intera città. In stretta connessione con la ricostruzione del tempio (il secondo tempio, dopo quello di Davide e Salomone) è l intera comunità del popolo di Israele che si ricompone, dando vita al giudaismo. Esdra, sotto l aspetto religioso, e Neemia nell ordine civile, sono i due artefici della restaurazione-ricostruzione. Per una mattinata intera Esdra declama ad alta voce la Legge di Mosè. La risposta convinta ed entusiasta del popolo: Amen, Amen, è la logica e coerente conclusione della proclamazione della parola, nella quale ed attraverso la quale Dio è presente in mezzo al suo popolo, ne è la guida e il Pastore. A somiglianza del popolo dell Alleanza, anche il popolo della Nuova Alleanza ha nella Parola di Dio, che è ormai la persona stessa di Cristo, la ragione della sua nascita, della sua crescita,m della sua stessa esistenza. Nelle chiese cristiane un punto focale è l ambone, il luogo ove si proclama la Parola di Dio. b) Eucaristia. 2

Ma c è di più, di sorprendentemente nuovo, nel popolo di Dio del Nuovo Testamento rispetto all Antico. Questo popolo è nato infatti nella Pasqua, per vivere e celebrare la Pasqua, che è l Eucaristia. Il Logos di Dio (il Verbo) come attesta San Giovanni nel Prologo ha preso carne, è diventato sarx e così ha posto la sua tenda (è venuto ad abitare) in mezzo a noi. E non per breve tempo, ma per sempre. La sua incarnazione, nell Eucaristia, è la stessa Parola di Dio, che si rende presente nel Cristo, che continua a donarsi e farsi cibo, incorporandosi nella nuova umanità. La shekinà, la presenta stessa di Dio secondo l ermeneutica ebraica è sacramentalmente presente (nel dogma cattolico) ogni qualvolta si celebra la morte e risurrezione del Signore. Sacramento e presenza reale di Cristo, ma anche tensione escatologica: è il già e non ancora, è il tempo ma anche l eternità. Nella celebrazione liturgica il centro è l altare, che è mensa ma, prima ancora, ara Crucis. Chi presiede svolge le funzioni volute da qualcun altro, il Cristo glorioso, che nel celebrante è in qualche modo visibile, pur restando invisibile agli occhi della carne. Compito ed arte del celebrante che presiede, è quello di far partecipare l intera assemblea ecclesiale, divenuta assemblea eucaristica, a questo dinamismo tipicamente sacramentale, fatto di presenza/assenza, a questo vortice unitivo dell umanità con Dio. Non per nulla il corpo eucaristico di Cristo era denominato dai primi Padri della Chiesa corpo mistico di Cristo, termine che indicherà in seguito l intera comunità ecclesiale, che dal corpo eucaristico trae la sua origine, la sua forma, la sua vitalità. Ecco dislocati, accanto all ambone, gli atri due poli focali del tempio cristiano: l altare e la sede del celebrante. L Eucaristia è quindi la luce sfolgorante che illumina e dà un senso al tempio. Non è il tempio che dà lustro all Eucaristia. Più importante del contenitore (tempio), per quanto artisticamente pregiato (ed è bene e giusto, è richiesto che lo sia), è il contenuto (l Eucaristia) che dà pregio al contenitore. La sproporzione che esiste talora tra chiese povere e disadorne e l Eucaristia che in esse si celebra, mette in evidenza il vero e reale centro di gravità. Tanto è vero che la dedicazione o consacrazione della chiesa, che pure si avvale di altri riti esplicativi, come l unzione delle pareti, si fonda sostanzialmente nella celebrazione eucaristica, che effettivamente consacra la Chiesa. 2. Il tempio è per il cristiano, non il cristiano per il tempio. Il Vangelo che abbiamo ascoltato è un frammento dell incontro di Cristo con la Samaritana. Questa pone a Gesù un enigma ed un fatto increscioso che ha contrapposto per secoli giudei e samaritani, generando ostilità e insofferenza reciproche: I nostri padri (samaritani) hanno adorato Dio sopra questo monte (Garizim), e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare Gesù le dice: Credimi, o donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né il 3

Gerusalemme adorerete il Padre Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. La risposta di Gesù può sorprendere, sembra svalutare il tempio, che per gli ebrei rappresentava la classica dimora di Dio. Questa risposta, infatti, costituirà un capo di accusa nel processo a Gesù davanti a Caifa. Due testimoni ci narra l evangelista Matteo affermeranno: Costui ha dichiarato: posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni (Mt 26,41). Giovanni, in occasione della prima pasqua a Gerusalemme, chiarisce il pensiero del Maestro nella controversa questione tra i giudei e i samaritani, dice: Ma egli parlava del tempio del suo copro (v. Gv 3,19-21). Il vero culto a Dio, in spirito e verità, in altre parole, ha un luogo ed un volto: è Cristo stesso, Dio e uomo, sacerdote della nuova ed eterna alleanza. Entrando con la sua morte in croce e con il sacrificio del suo sangue nel Tabernacolo eterno di Dio spiega l epistola agli Ebrei egli ha abolito i sacrifici antichi cruenti che si svolgevano nel tempio. Egli si è assiso alla destra di Dio dopo essersi offerto una sola volta per tutte, allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l aspettano per la loro salvezza (9,28). 3. Il tempio di Dio nel cuore dei fedeli. Il tempio di Dio, che niente e nessuno può circoscrivere, è nel cuore dei fedeli. Non sapete insegna San Paolo che siete il tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi? (1 Cor 3,16). La chiesa (edificio-tempio) ha valore ed ha un senso se è la casa, la dimora di una comunità ecclesiale, che celebra e vive l Eucaristia per partire in missione tra la gente, annunciando e testimoniando con la parola e le opere la buona notizia, il Vangelo, che altro non è se non l adorabile persona di Cristo. Egli è il più bel dono che Dio Padre abbia offerto e continua ad offrire all umanità intera, attraverso la predicazione, la testimonianza e i Sacramenti. Il libro dell Esodo si conclude con l immagine della nube che in realtà è la stessa gloria del Signore, che entra a prendere possesso della Dimora. Da quel momento Dio abita dove sono gli israeliti. Ma si vede bene che è un Dio senza fissa dimora: dove si sposta Dio, là va anche Israele. Il libro dell Esodo, che racconta l uscita di Israele dalla schiavitù dell Egitto, è il libro di un popolo in cammino, di un Dio che non è legato a luoghi e spazi determinati. La dimora è infatti una tenda di nomadi. 4

4. Conclusione. Con questa immagine concludo le mie riflessioni ed esprimo un augurio alla comunità parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria ed a tutti i fedeli della diocesi. Ricorro a un pensiero del Card. Anastasio Ballestrero, che è stato Arcivescovo di Bari e di Torino, sulla Chiesa in cammino. Questo cammino egli dice è anche la ragione della sua continua novità. La Chiesa matura verso l eskaton e mentre le distanze si accorciano, vede le cose più da vicino; la fede che diventa più luminosa con il passare dei giorni. Il suo camminare quindi non è come a volte saremmo pessimisticamente tentati di credere un procedere da inizi gloriosi e trionfanti verso tramonti opachi e nuvolosi. No! Al di là di tutte le apparenze, il cammino della Chiesa è un progredire. Se la vita della Chiesa non fosse una crescita nella fede e nella carità, non avrebbe alcun significato dire che lo Spirito di Dio vivifica. (A. Ballestrero, Cammino per una vita nuova, Città Nuova Editrice, p. 141-142). Maria, con il suo Cuore Immacolato, tenga costantemente alti questo ottimismo e questa speranza, ci benedica e ci protegga. 5