La combustione della legna

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1 La combustione della legna

2 La combustione della legna In Valle d Aosta il riscaldamento domestico utilizza spesso come combustibile la legna e suoi derivati. E in uso, inoltre, la consuetudine di bruciare residui di potature o sfalci di erba raccolti durante le attività agricole. Tale abitudine non riguarda tanto le aziende del settore, che procedono alla triturazione dei residui o al loro conferimento nei centri di raccolta, ma soprattutto i proprietari di piccoli orti e/o frutteti.

3 Utilizzo della legna per il riscaldamento domestico Censimento realizzato nell ambito del progetto Alcotra RENERFOR, si sono ottenuti i seguenti dati per il 2011: impianto principale: Combustibile Utenze percentuale Gasolio % Metano % GPL % Legna % Teleriscaldamento + altro 63 2% Totale 3168 Sul totale delle utenze censite, risultano 1222 impianti integrativi a legna pari al 39%.

4 La combustione di legna e le polveri Il 73% delle polveri fini PM10 emesse annualmente in Valle d Aosta deriva dal riscaldamento domestico, in particolare quello a combustibile legnoso.

5 Confronto delle tecniche di combustione Rispetto alla combustione di legna o pellet in caldaie o stufe domestiche, il bruciare residui di orti e frutteti porta ad avere una maggiore emissione di inquinanti, anche se di durata temporale decisamente inferiore. Tipo di combustione PM10 (g/kg) NOx (g/kg) B(a)P (mg/kg) Diossine (ng/kg) Caldaie a legna 4,4 1,5 1 2,6 Stufe a pellet 0,2 0,5 < 0,1 0,3 Combustione residui agricoli 4,5 3,2 2 10

6 Impatto sulla qualità dell aria Il riscaldamento domestico con impianti a legna o derivati rappresenta la principale fonte di emissioni di polveri, benzo-apirene e diossine. L attività degli abbruciamenti agricoli comporta una notevole emissione di inquinanti in atmosfera, maggiore di quella del riscaldamento domestico Rispetto alla combustione di legna per il riscaldamento domestico la durata temporale di questa attività è tuttavia di molto inferiore Gli abbruciamenti agricoli costituiscono un aggravio delle concentrazioni di polveri in atmosfera in particolare a livello locale.

7 La Normativa Nazionale Regio Decreto n 773/1931 art. 59: E' vietato di dar fuoco nei campi e nei boschi alle stoppie fuori del tempo e senza le condizioni stabilite dai regolamenti locali e a una distanza minore di quella in essi determinata. In mancanza di regolamenti è vietato di dare fuoco nei campi o nei boschi alle stoppie prima del 15 agosto e ad una distanza minore di cento metri dalle case, dagli edifici, dai boschi, dalle piantagioni, dalle siepi, dai mucchi di biada, di paglia, di fieno, di foraggio e da qualsiasi altro deposito di materia infiammabile o combustibile.

8 La Normativa Nazionale Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 L art. 182, comma 6-bis - abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro dei materiali vegetali effettuate nel luogo di produzione, costituiscono normali pratiche agricole - I comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione del materiale di cui al presente comma all aperto in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in caso di rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili (PM10). ;

9 Normativa regionale Legge regionale 3 dicembre 1982, n. 85 Norme per la difesa dei boschi dagli incendi All'interno dei boschi e ad una distanza inferiore a 50 metri dai medesimi è sempre vietato a chiunque accendere fuochi, abbruciare stoppie od altri residui vegetali; Il Presidente della Regione con apposito decreto (su proposta dell Assessore all agricoltura) ha la facoltà di vietare tali pratiche in periodi con forte rischio incendi.

10 Proposta del Tavolo Tecnico Regionale (2017) Deliberazione della Giunta regionale n. 1258/2017 Approvazione delle limitazioni alla pratica degli abbruciamenti dei materiali vegetali derivanti dall attività agricola per la tutela della qualità dell aria e della salute in valle d aosta. applicazione del piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell aria approvato con l.r. 23/2017.

11 Grazie per l attenzione!

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