CAMPI ELETTROMAGNETICI: ASPETTI LEGISLATIVI

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1 Università del Salento SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE CAMPI ELETTROMAGNETICI: ASPETTI LEGISLATIVI Ing. A.Raffaele TOMMASI Responsabile S.P.P. Università del Salento Lecce, 16 maggio 2007

2 L origine del problema Nell ambiente che ci circonda è sempre presente un fondo di radiazione elettromagnetica dovutai a campi di origine che può essere definita naturale come il campo magnetico terrestre o la radiazione solare. Lo sviluppo negli ultimi decenni di tecnologie legate all uso di sorgenti elettromagnetiche ha fatto sì che, accanto al fondo di origine naturale si aggiungesse un contributo dovuto ad emissioni di origine artificiale generate da sorgenti di varia natura. Tutta la radiazione che si sovrappone alla radiazione naturale viene definita: ELETTROSMOG. Numerose organizzazioni internazionali e Stati hanno sentito l esigenza di indagare sulle modalità con cui tali forze modificano il valore del campo elettromagnetico ambientale e di valutare i possibili effetti su uomo e ambiente.

3 L origine del problema Spettro dei campi elettromagnetici e loro applicazione

4 L origine del problema Colori e relative frequenze dello spettro visibile

5 L origine del problema 1979 Denver, Colorado (USA). Un epidemiologa (N. Wertheimer) segnala un aumento nel numero di tumori infantili (leucemie e tumori cerebrali) in bambini che vivono vicino a sistemi elettrici. Un fisico (E. Leeper) suggerisce che responsabile dell aumento osservato sia il campo magnetico. Successive indagini svolte in altre nazioni ed in contesti simili a volte confermano, altre volte smentiscono il dato. Le indicazioni positive provengono più da studi basati su indicatori indiretti che da studi che fanno uso di misure sperimentali del campo. Nessun effetto biologico stabilito al di sotto di 100 mt. Prove statistiche di aumenti al di sopra di 0.2 mt

6 L origine del problema Il dibattito scientifico fa emergere alcune significative differenze nella valutazione di tali interferenze, dovute soprattutto a: Gli effetti biologici e sanitari scelti per la definizione di valori limite; La diversa interpretazione fornita dai ricercatori ai dati sperimentali in termini di significatività per l uomo e l ambiente; Gli scopi diversi per cui progressivamente i alcuni standard sono stati definiti ed adottati; Il livello di compromesso accettato, nei diversi paesi, fra rischio e grado di cautela; L influenza di eventuali norme già adottate in aree vicine e caratterizzate da un medesimo contesto socio politico.

7 La convergenza verso approcci comuni Il più accreditato lavoro metodologico in termini di analisi e revisione degli studi scientifici pubblicati in materia di interazione tra campi magnetici ed effetti biologici è stato fatto da: ICNIRP - INTENATIONAL COMMISSION NON-IONIZING RADIATION PROTECTION Si tratta di un organizzazione non governativa che ha stabilito delle linee guida che sono diventate presto la base scientifica di riferimento per ogni decisione legislativa in campo europeo.

8 La convergenza verso approcci comuni L analisi dell ICNIRP ha preso in considerazione solo gli studi in cui fosse chiaro ed evidente un qualunque meccanismo di interazione tra esposizione a campi elettromagnetici ed effetti biologici e considerando solo gli effetti che per loro natura o entità potessero avere una rilevanza sanitaria.

9 La convergenza verso approcci comuni Riconosciuta validità alle seguenti ipotesi di base: 1. Quando un organismo interagisce con un campo elettromagnetico, il suo equilibrio elettrico viene sicuramente perturbato, senza che ciò si traduca automaticamente in un effetto biologico apprezzabile e tanto meno in un danno; 2. Per poter parlare di effetto biologico si deve essere in presenza di variazioni morfologiche e/o funzionali a carico di strutture di livello superiore in senso organizzativo. (Per inciso, le informazioni che si ottengono con studi sui sistemi molecolari sono utili per la conoscenza dei meccanismi di interazione o patogenetici ma non autorizzano estrapolazioni ai livelli organizzativi più complessi come tessuti, organi, sistemi ed organismi); 3. Il verificarsi di un effetto biologico non significa necessariamente la produzione di un danno alla salute; per questo bisogna che l effetto superi i limiti di efficacia dei meccanismi di adattamento dell organismo, che variano con età, sesso, stato di salute, attività, ecc.

10 Tipologia di studi Effetti oggetto di studio Presenza Studi epidemiologici su pubblico e professionalmente esposti STUDI DI LABORATORIO Su volontari Su cellule e animali Effetti diretti sulla riproduzione Effetti diretti cancerogeni Effetti diretti sulla percezione del campo; Effetti diretti sull attività cardiaca; Effetti diretti sulla stimolazione di nervi periferici e muscoli; Effetti diretti sulle funzioni visive; Effetti diretti di riscaldamento e termoregolazione (HF); Effetti diretti uditivi(hf) Effetti indiretti delle correnti di contatto2 (percezione, dolore scossa dolorosa, scossa grave) (ELF, HF) Effetti diretti sulle proprietà strutturali e funzionali della membrana cellulare; Effetti diretti sui tessuti; Effetti diretti teratogeni e sullo sviluppo; Effetti diretti cancerogeni (Iniziatore e promotore) Effetti diretti sulla melatonina No No No Si Si Si Si Si Si Si Si No No No Effetti diretti sul sistema di termoregolazione (HF); Effetti diretti fisiologici dovuti ad assorbimento di energia elettromagnetica T>1 (HF); Effetti diretti di cancerogenesi a MW (Iniziatore e promotore) Effetti diretti uditivi(hf) Si Si No Si ICNIRP- Tipologie di studi effettuati ed effetti biologici riscontrati

11 ICNIRP pubblica le sue Linee Guida una prima volta nel 1988 e le aggiorna nel 1999

12 ICNIRP pubblica le sue Linee Guida una prima volta nel 1988 e le aggiorna nel 1999

13 ICNIRP pubblica le sue Linee Guida una prima volta nel 1988 e le aggiorna nel 1999

14 ICNIRP pubblica le sue Linee Guida una prima volta nel 1988 e le aggiorna nel 1999

15 PROBLEMI LEGATI CON LE GRANDEZZE DOSIMETRICHE Frequenza

16 INIZIATIVE EUROPEE Raccomandazioni 1999/519/CE Adozione di tutti gli stati membri di un sistema comune di protezione basato sulle indicazioni fornite dalle linee guida ICNIRP (e suoi aggiornamenti) [voto contrario Italia perché ritiene poco severi i limiti Le Raccomandazioni lasciano comunque libertà agli Stati di introdurre limiti più severi] Posizione Comune CE n 10/2004 Prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi per la loro salute e la loro sicurezza che derivano o possono derivare dall esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 a 300 Ghz) durante il lavoro. [Non si prendono in considerazione effetti a lungo termine]

17 LA POLITICA ITALIANA L Italia ha adottato normative che differiscono, sia nell impianto, sia nei valori dei limiti, dalle indicazioni delle organizzazioni internazionali (OMS, ICNIRP, UE). Le normative italiane sono dichiaratamente basate su un approccio cautelativo. Sebbene non sia mai nominato nelle norme, il principio di precauzione è stato più volte a posteriori come giustificazione delle scelte adottate.

18 COSA E IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE? Il principio di precauzione è un approccio di gestione dei rischi in una situazione di incertezza scientifica, che esprime l esigenza di un azione a fronte di un rischio potenzialmente grave senza attendere i risultati della ricerca scientifica. Il ricorso al principio di precauzione presuppone l identificazione di effetti potenzialmente negativi conseguenti a un fenomeno, a un prodotto o a una procedura, nonché una valutazione scientifica del rischio.

19 OBIETTIVI DELLA NORMATIVA ITALIANA: 3 LIVELLI DI PROTEZIONE: 1. La protezione rispetto agli effetti sanitari accertati (effetti acuti) si realizza con la definizione dei limiti di esposizione, ossia di quei valori di campo che non devono essere superati in alcuna condizione di esposizione; 2. La protezione rispetto agli effetti a lungo termine si realizza con la definizione del valore di attenzione, ossia di quel valore di campo che non devono essere superati negli ambienti considerati più sensibili all esposizione; 3. Il principio di precauzione come obiettivo da conseguire a medio e lungo periodo come valore prudenziale in attesa di conoscere gli esiti di una ricerca più approfondita sul problema.

20 NORMATIVA ITALIANA: Legge quadro n 36 del (in vigore dal marzo 2001) Definizioni essenziali: Limite di esposizione: valore del campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori. Valore di attenzione: valore del campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico considerato come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate e che costituisce misura di cautela degli effetti a lungo termine. Obiettivi di qualità: i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per l utilzizo delle migliori tecnologie disponibili, nonché i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico definiti dallo Stato secondo le previsioni finalizzate alla progressiva minimizzazione dell esposizione ai campi medesimi.

21 NORMATIVA ITALIANA: Legge quadro n 36 del (in vigore dal marzo 2001) I limiti descritti saranno fissati: - Per la popolazione: con Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell Ambiente e di concerto con Ministro Sanità; - Per i lavoratori e le lavoratrici: ferme restando le disposizioni del D.Lgs. 626/94, con Decreto pres. Consiglio dei Ministri su proposta Ministro Sanità, sentiti Min. Ambiente e Lavoro.

22 NORMATIVA ITALIANA: Decreto P.C.M. 200 dell Campi da elettrodotti (50Hz) LIMITI DI ESPOSIZIONE μt per l induzione magnetica - 5 kv/m per il campo elettrico VALORI DI ATTENZIONE - 10 μt per l induzione magnetica (considerata mediana nelle 24 ore) OBIETTIVI DI QUALITA - 3 μt per l induzione magnetica (considerata mediana nelle 24 ore)

23 NORMATIVA ITALIANA: Decreto P.C.M. 199 dell Campi da 100 khz a 300 GHz (telefonia e telecomunicazioni) Frequenze VALORI DI ESPOSIZIONE Intensità campo elettrico E( V/m) Intensità campo magnetico H(A/m) O,1 3 MHz 60 0,2 Densità di potenza (W/m 2 ) Mhz 20 0, Ghz 40 0,01 4

24 NORMATIVA ITALIANA: Decreto P.C.M. 199 dell Campi da 100 khz a 300 GHz (telefonia e telecomunicazioni) VALORI DI ATTENZIONE E OBIETTIVI DI QUALITA Frequenze Intensità c. elettrico E( V/m) Intensità c. magnetico H(A/m) O,1 MHz 3 MHz 6 0,016 Densità di potenza (W/m 2 ) 3 MHz 300 Ghz 6 0,016 0,10 Frequenze Intensità c. elettrico E( V/m) Intensità c. magnetico H(A/m) O,1 MHz 3 MHz 6 0,016 Densità di potenza (W/m 2 ) 3 MHz 300 Ghz 6 0,016 0,10

25 NORMATIVA ITALIANA: Decreto P.C.M. 199 dell Campi da 100 khz a 300 GHz (telefonia e telecomunicazioni) Altre frequenze: da 0 a 100 khz (con esclusione dei 50Hz degli elettrodotti) e per tutte le sorgenti diverse da sistemi di telecomunicazione e radiotelevisivi Come da Raccomandazione CE quindi come da linee guida ICNIRP

26 NORMATIVA ITALIANA (raffronto con racc.europee):

27 NORMATIVA ITALIANA (raffronto con racc.europee):

28 COMPETENZE NORMATIVE LOCALI La legge quadro fissa dunque i principi fondamentali, che restano competenza statale, ma anche dei precisi compiti a carico degli Enti Locali, come Regioni, Province e Comuni. Competenze dello Stato: promuovere attività di ricerca e sperimentazione; coordinare la raccolta e la diffusione dei dati; istituire il catasto delle sorgenti fisse e delle aree interessate dall emissione delle stesse; stabilire i criteri per l attuazione dei piani di risanamento indicando tempi e priorità; attivare accordi di programma con i titolari dei vari impianti al fine di sviluppare le migliori tecnologie possibili per minimizzare gli impatti sanitari ed ambientali; istituire un Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione delle emissioni che ha il compito di monitorare sugli adempimenti della legga.

29 COMPETENZE NORMATIVE LOCALI Competenze delle Regioni: localizzazione dell emittenza radiotelevisiva; fissazione dei criteri per l installazione degli impianti per la telefonia cellulare che tengano conto oltre che della tutela della salute anche della tutela dell ambiente e del paesaggio; fissazione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli impianti di competenza regionale; fissazione delle competenze Provinciali e Comunali.

30 Interpretazione della Regione Puglia Legge Regionale n 5 dell 8/3/2002 Competenze della Regione (art.4) La Regione nel rispetto dei limiti previsti dal DM 381/1998, tenendo conto degli strumenti della pianificazione territoriale, paesaggistica e ambientale, a livello regionale e locale, detta i criteri generali per la localizzazione degli impianti, nonché i criteri inerenti l identificazione delle aree sensibili e la relativa perimetrazione.

31 Interpretazione della Regione Puglia: Legge Regionale n 5 dell 8/3/2002 Competenze della Provincia (art.5) a) le autorizzazioni inerenti la costruzione e l esercizio di elettrodotti con tensione non superiore a 150 KV e relative varianti; b) il censimento degli impianti di cui alla lettera a); c) il controllo e la vigilanza delle suddette reti circa l osservanza dei parametri previsti dalla normativa vigente in materia di tutela dall inquinamento elettromagnetico; d) l adozione di provvedimenti per l esecuzione delle opere di risanamento; e) ogni altra funzione assegnata dallo Stato e dalla Regione.

32 Interpretazione della Regione Puglia: Legge Regionale n 5 dell 8/3/2002 Competenze del Comune (art.6) a) I provvedimenti relativi alla installazione e modifica degli impianti, previo parere rilasciato dall ARPA competenza (semplificazioni per potenza irradiata in antenna < 5 watt) b) L adozione di piani e/o regolamenti comunali per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici; c) L adozione dei provvedimenti per l esecuzione delle azioni di risanamento degli impianti; e) La vigilanza ed il controllo (avvalendosi del supporto tecnico dell ARPA, dell ISPESL, degli ispettori del Ministero delle Comunicazioni).

33 Sintesi finale delle conoscenze:

34 Sintesi finale delle conoscenze:

35 Altre problematiche di sicurezza nella propagazione di onde elettromagnetiche: Possibile interferenza con sistemi di comunicazione o con comandi presenti su autoveicoli

36 Altre problematiche di sicurezza nella propagazione di onde elettromagnetiche: Possibile interferenza con comandi e con sistemi di controllo presenti su aereomobili

37 Altre problematiche di sicurezza nella propagazione di onde elettromagnetiche: Possibile interferenza con comandi di macchine operatrici

38 Altre problematiche di sicurezza nella propagazione di onde elettromagnetiche: Bioedilizia: Possibile disturbo -con effetti salutistici- prodotto nell edilizia residenziale da campi elettromagnetici indotti dagli impianti elettrici

39 Grazie dell attenzione

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