Le pietre e i cittadini

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1 Scuola, cittadinanza, sostenibilità Le pietre e i cittadini Progetto nazionale per l Educazione al Patrimonio SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO Docente: Maurizio Bertolino. E mail: maurizio.bertolino1@libero.it Scuola / Istituto: Istituto Comprensivo Statale Giovanni XXIII Viale: G.B. Consiglio Città: Terrasini CAP: Prov: PA Tel Fax paic88700d@istruzione.it Denominazione e localizzazione del centro storico Chiesa della SS. Trinità di Delia, Castelvetrano (TP). Le motivazioni della scelta La Chiesa edificata dai normanni è un singolare esempio di architettura arabo-bizantina in quanto unica chiesa a pianta centrale, a croce greca, pervenuta nella sua integrità. Breve descrizione Si tratta di un edificio religioso, come altri nel Val Demone, che nasce su una chiesa di fondazione basiliana di rito greco annessa ad un convento, della quale Ruggero II favorì la costruzione. La chiesa presenta un impianto a croce greca inscritta ad un quadrato. Essa prende il nome dal fiume Delia che scorre nelle vicinanze. Contesto territoriale L edificio ecclesiale sorge nel territorio ad ovest di Castelvetrano (TP) a pochi chilometri di distanza dal centro abitato. Si trova all interno di un giardino ricco di cycas, dracene, alberi secolari e palme molto rare, adiacente al Baglio Trinità, un antica abbazia che è stata restaurata e che oggi è un azienda agrovenatoria. Notizie storiche Le notizie storiche sono documentate solo a partire dal 1392, ma la data più probabile per la sua fondazione è quella che oscilla tra il 1140 e il 1160, ciò in relazione al fatto che la Chiesa presenta per il tipo di impianto, notevoli similitudini con quella di San Nicolò Lo Regale a Mazara e di Santa Maria dell Ammiraglio a Palermo, e, per le tecniche costruttive impiegate, con quella di San Cataldo sempre a Palermo, tutte edificate durante il regno di Ruggero II. L edificio possiede una storia complessa, a causa delle vicende architettoniche che l hanno coinvolta nell arco dei secoli. Sappiamo, infatti, da documenti d archivio, che rilevanti lavori di restauro eseguiti dal Cinquecento all Ottocento conferirono alla piccola costruzione caratteristiche spiccatamente diverse rispetto all assetto originario. Durante il XVI secolo fu consolidata la struttura innalzando dei parapetti merlati attorno alle volte probabilmente integralmente ricostruite. Nel C.F P.IVA educazioneformazione@italianostra.org -

2 Seicento la chiesa venne adeguata alle nuove disposizioni liturgiche prescritte dal Concilio di Trento: ciò comportò uno stravolgimento dell assetto compositivo con il ribaltamento della posizione dell altare e lo sfondamento dell abside dove si aprì l ingresso dell edificio. Dopo il terremoto del 1742 la chiesa venne coinvolta da un intervento di consolidamento che la liberò dal campanile, costruito al di sopra di una campata delle volte, del quale non si conosce la data di edificazione. Infine. l aspetto attuale del monumento è frutto dell intervento di restauro realizzato nel 1880 da Giuseppe Patricolo che cancellò più di sei secoli di storia della chiesa deturpata da goffe sovrapposizioni. La chiesa è dalla fine dell ottocento il mausoleo della famiglia Saporito. Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa) Castelvetrano fra gli insediamenti del Bèlice è quello che possiede una struttura più articolata e nella quale è riconoscibile una maggiore complessità urbanistica. Posizionato a 187 m slm, il centro abitato conta circa abitanti. La chiesa si trova a margine del torrente Delia, immersa nel verde di un lussureggiante giardino. Sistema viario, piazze Sviluppatosi su preesistenti insediamenti, il casale di Castelvetrano, documentato sin dagli inizi del XII secolo, risale al periodo della colonizzazione araba dei territori occidentali. La tessitura viaria evidenzia la sovrapposizione successiva di due modelli urbanistici: uno radiale, più antico e riconducibile alla fondazione medievale del centro, l altro a maglie incrociate in cui grandi lotti quadrangolari attraversati da molteplici vicoli ciechi e cortili, testimoniano la notevole influenza della tradizione urbanistica islamica. Sistema edilizio La chiesa, espressione dell architettura fatimita in Sicilia, ha un impianto a croce greca inscritta in un quadrato, nel cui lato orientale si innestano tre absidi semicilindriche nettamente sporgenti all esterno. All edificio si accede da tre porte ogivali: una si apre al centro del fronte occidentale ed era destinata all accesso delle donne, le altre due si trovano sui fianchi laterali ed erano destinate agli uomini i quali prendevano posto nelle navate laterali delimitate da transenne in legno, ciò nel più rigido rispetto della tradizione della separazione dei sessi imposta dal rito greco. Al centro della struttura si slancia una cupola a sesto rialzato che poggia su un tamburo a pianta quadrata alleggerito da quattro finestre laterali. Il tamburo, all interno del quale nicchie angolari ad rincassi multipli mediano il passaggio dal quadrato di imposta al perimetro circolare della calotta della copertura, poggia, a sua volta, su arcate a sesto acuto sorrette da quattro colonne, di cui due di granito rosso e due di marmo cipollino, con capitelli deliziosamente modellati con foglie d acanto. I quattro corti bracci della croce sono coperti da volte a botte ogivali, mentre i quattro incroci d angolo sono coperti da crociere. Al centro del quadrato centrale delimitato dalle quattro colonne si erge una replica del sarcofago di Guglielmo I a Monreale, concepito e utilizzato come tomba per la famiglia Saporito. All esterno l articolazione dei volumi ripete alle diverse quote, il quadrato di base, la croce greca e l incrocio dei bracci della croce evidenziato dall ergersi della cupola centrale. I paramenti in pietra da taglio calcarenitica sono evidenziati da rincassi concentrici e da una cornice rigirante intorno alle finestre che avvolge come un nastro senza interruzioni le quattro facciate della chiesa. Sulle tutte le facciate (comprese le tre abisdi sporgenti) si aprono tre finestre ogivali. La struttura a croce greca si ripete nella sottostante cripta, accessibile da una scala esterna posta sul lato orientale. Sistema difensivo e recinti Come già citato la chiesa si trova all interno del recinto di un azienda agrovenatoria e per poterla visitare (su prenotazione) bisogna rivolgersi al proprietario del Baglio Trinità. Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni) La chiesa, non più consacrata, è dalla fine dell ottocento il mausoleo della famiglia Saporito, pertanto è di proprietà privata.

3 L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati,...) Castelvetrano, feudo dei Tagliavia, che lo ottengono col titolo di baroni nel 1299, registra una prima espansione tra il XIII e il XV secolo, elevato a contea nel 1552 e divenuto principato nel 1664, raggiunge il massimo dello sviluppo nel XVII secolo quando, a seguito della costruzione della chiesa Madre e dell ampliamento del Palazzo Baronale passato alla famiglia Pignatelli, identifica il fulcro cittadino nel sistema delle odierne piazze Umberto e Don Carlo d Aragona. I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico). Il complesso monumentale, nel suo insieme, è testimonianza dello splendore e della magnificenza di cui beneficiò la Sicilia durante la dominazione normanna, con evidenti influssi arabi e bizantini. Perfetta nella sua composizione stereometrica, tutto nella composizione allude alla Trinità (tre abisidi, tre porte d ingresso, tre finestre su ogni facciata, ecc.). I rischi di alterazione I rischi di alterazione sono sempre presenti e sono causati principalmente dagli agenti atmosferici, umidità da risalita, infiltrazioni d acqua. Infatti il complesso è stato oggetto di interventi di restauro e conservazione nel corso dei secoli. Fonti e documentazione di riferimento Museo senza Frontiere, L Arte Siculo-Normanna, La cultura islamica nella Sicilia medievale, Electa, 2004 Giuseppe Bellafiore, Parchi e giardini della Palermo Normanna, Flaccovio editore, 1996 Giuseppe Bellafiore. Dall Islam alla maniera, Flaccovio editore, 1975 Touring Club d Italia, Sicilia, 2007 Siti web AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici Il radicale intervento di restauro del 1880: la chiesa della Trinità di Delia nel 1880, si presentava ricoperta da intonaci sia all'interno che all'esterno e inglobata tra un edificio a due elevazioni a nord e a ovest da magazzini per il deposito. Giuseppe Patricolo, architetto incaricato del restauro dalla famiglia Saporito proprietaria dell edificio, nella sua relazione scrisse: "Ma qui incominciano le dolenti note: "la chiesa del XII secolo era stata in diverse epoche talmente deturpata da goffe sovrapposizioni da fare quasi scomparire dell'intutto il monumento". All'esterno il manufatto era rivestito di stucchi, murata la porta d'ingresso ad occidente e le porte nord e sud. Nella parte absidale era stata aperta un apertura d'ingresso e tutte le finestre erano state chiuse, tranne quella dell'abside centrale. Ai lati dell'edifico erano stati addossati a nord un fabbricato a due elevazioni fuori terra a sud e ad ovest erano addossati dei magazzini di deposito. La copertura nel perimetro era stata decorata da merli, mentre la finestra ogivale rimasta era stata risagomata dagli stucchi per ottenere un arco a tutto sesto. All'interno l'edificio era tutto stuccato, gli archi ogivali erano stati ridisegnati a tutto sesto e tutte le mostre e le cornici antiche erano state rivestite della stessa decorazione a stucco, restavano scoperte soltanto le colonne marmoree. Patricolo, intervenne in questo manufatto liberandolo da tutte le superfetazioni, anche le pareti vennero liberate dagli strati di stucco lasciando i conci di calcarenite a vista. Continuò nel suo rapporto scrivendo: "In questo lavoro tanto delicato fui molto coadiuvato da uno dei proprietari, il Sig. Vincenzo Saporito, il quale ad una non comune istruzione aggiunge un culto per tutto ciò che sa di arte. Compito in meno di otto giorni questo lavoro di disseppellimento, è venuto fuori uno dei più belli monumenti della prima metà del XII secolo, di una forma quasi identica alla chiesa di S. Maria dello Ammiraglio". Il pavimento venne completamente rifatto in mattoni di cotto come nella palermitana chiesa di S. Spirito, mentre la zona absidale venne rialzata di 50 cm e si collocarono delle colonnine negli incavi ritrovati nei piedritti delle absidi. Tutte le finestre ogivali furono schermate da lastre in gesso traforate riprese dalla chiesa di San Giovanni degli Eremiti. Giuseppe Patricolo si occupò anche della redazione del progetto ex-novo dell'ipogeo, da ricavare sotto la chiesa e delle sepolture in stile medievale. I signori Saporito, infatti, diedero l'incarico di compilare : "un progetto di restauro del monumento, e nel tempo stesso disporre la costruzione di nuovi magazzini e di altro casamento; per indi demolire gli attuali addossati alla chiesa antica". Il restauratore, quindi demoliva e restituiva "Con tali opere la

4 Chiesa della Trinità di Delia verrebbe ad essere completamente restituita al suo primitivo stato, ed isolata come doveva certamente essere in origine ".Si delineò quindi una tipologia di intervento di restauro di tipo stilistico praticata proprio sul finire dell ottocento in tutta Europa e che mirava a ripristinare l ipotetico stato originario del manufatto così come era stato concepito dal progettista, anche a costo di operare una falsificazione della realtà. A causa del terremoto del 1968 si aprirono delle crepe nelle volte che resero necessario un controllo costante della stabilità strutturale. Tuttavia, nel complesso, ad oggi lo stato di conservazione si può definire buono. Il monumento è sottoposto a vincolo da parte della Soprintendenza BB.CC.AA di Trapani. AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione In conformità con l articolo 9 della Costituzione ( La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione ), il Codice dei beni culturali e del paesaggio ha fissato i concetti guida relativi al pensiero e alle attività sul patrimonio culturale italiano. La tutela è ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale affinché possa essere offerto alla conoscenza e al godimento collettivi. Si esplica pertanto in: riconoscimento, tramite il procedimento di verifica o dichiarazione dell interesse culturale di un bene, a seconda della sua natura proprietaria; protezione; conservazione. La conservazione è ogni attività svolta con lo scopo di mantenere l integrità, l identità e l efficienza funzionale di un bene culturale, in maniera coerente, programmata e coordinata. Si esplica pertanto in: studio, inteso come conoscenza approfondita del bene culturale; prevenzione, intesa come limitazione delle situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto. manutenzione, intesa come intervento finalizzato al controllo delle condizioni del bene culturale per mantenerlo nel tempo; restauro, inteso come intervento diretto su un bene culturale per recuperarne l integrità materiale. La valorizzazione è ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e di conservazione del patrimonio culturale e ad incrementarne la fruizione pubblica, così da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore. La tutela è di competenza esclusiva dello Stato, che detta le norme ed emana i provvedimenti amministrativi necessari per garantirla; la valorizzazione è svolta in maniera concorrente tra Stato e regione, e prevede anche la partecipazione di soggetti privati. Dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) AZIONI FATTE PER CONTINUARE A SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ Sarebbe opportuno valorizzare al meglio tale singolare gioiello architettonico inserendolo in appositi itinerari all interno della Val di Mazara, che comprendano anche Mazara del Vallo con le sue chiese di San Nicolò Lo regale, di San Salvatore, di Santa Maria dell Alto, nonché Salemi con il suo Castello arabo e Segesta con i resti della moschea. Attualmente, purtroppo, per potere usufruire del monumento (che è di proprietà privata) bisogna prenotare la visita rivolgendosi ai proprietari dell adiacente Baglio Trinità (azienda agrovenatoria). SI ALLEGANO: N 5 IMMAGINI, N 1. GRAFICI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione 1-4 Mb) Luogo e data - Terrasini 25/03/2016 Da restituire all indirizzo di posta elettronica educazioneformazione@italianostra.org ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento

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