Introduzione ai casi di studio. Capitolo 9. Introduzione ai casi di studio: gli edifici 9.1

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1 Introduzione ai casi di studio Capitolo 9 Introduzione ai casi di studio: gli edifici 9.1

2 Capitolo Introduzione ai casi di studio La seconda parte di questa tesi, che si apre con il presente capitolo, ha un carattere essenzialmente sperimentale e si pone come obbiettivo di verificare l attitudine dei modelli di calcolo illustrati nelle norma UNI EN /3 a prevedere le prestazioni acustiche degli edifici nel contesto dell edilizia italiana, con tutte le sue peculiarità. Sono presi in esame diversi locali destinati a civile abitazione, appartenenti alla categoria A descritta nel D.P.C.M. del 5/12/1997 e a partire dai dati di progetto vengono eseguiti i calcoli previsionali dei requisiti acustici passivi. In una seconda fase i valori ottenuti con le tecniche previsionali vengono confrontati con quelli misurati in opera, al fine di verificare l attendibilità dei modelli di calcolo descritti dalla norma e di mettere in luce i problemi insiti nella loro applicazione. Oggetto di studio sono stati tre diversi cantieri e i relativi progetti esecutivi dei fabbricati. Si tratta di palazzine destinate all edilizia residenziale, caratterizzate dalla presenza di due piani fuori terra e di ulteriori mansarde, a seconda dei casi abitabili o meno. I progetti sono stati messi a disposizione dall impresa costruttrice, che ha cooperato con il Politecnico di Torino e l Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris nell ambito di una più vasta campagna di ricerche in campo acustico, che spaziano dalla definizione delle prestazioni dei materiali resilienti utilizzati per la realizzazione dei pavimenti galleggianti, fino alla verifica in opera dell attendibilità dei modelli previsionali per il calcolo dei requisiti acustici passivi. E stato pertanto possibile seguire i lavori di realizzazione nelle varie fasi, raccogliendo informazioni sulle procedure di messa in opera, sulle stratigrafie degli elementi edilizi e dati precisi sui materiali utilizzati; da ultimo è stato possibile accede ai cantieri per eseguire le misure in opera. I casi esaminati vertono principalmente sull isolamento dai rumori di calpestio, ovvero sul calcolo e successivamente la misura del livello di pressione sonora di calpestio normalizzato rispetto al tempo di riverberazione L nt, si tratta infatti di una delle situazioni in cui l applicazione dei modelli previsionali risulta più critica, a causa della scarsità di dati in nostro possesso sulle prestazioni degli elementi (L n dei solai in laterocemento). Seguono poi delle prove relative al fonoisolamento dal rumore aereo, tra locali adiacenti e di facciata, con il calcolo e la misura rispettivamente del potere fonoisolante apparente R e dell isolamento acustico di facciata normalizzato rispetto al tempo di riverberazioni D 2m,nT. I calcoli previsionali sono stati eseguiti con l ausilio di un programma di calcolo appositamente concepito: BASTIAN 2.0, prodotto da G+H ISOVER ; la scelta di questo codice di calcolo è stata contingente, dal momento che esistono sul mercato diversi prodotti analoghi, quali ad esempio: EDILISO, CEN e ECHO. 9.2

3 Introduzione ai casi di studio 9.2 Gli edifici e le tipologie costruttive I tre edifici oggetto di studio adottano tipologie costruttive analoghe, che differiscono tra di loro solo per alcuni aspetti dimensionali e per una diversa scelta dei materiali: in particolare gli isolanti termoacustici e le finiture. Si tratta di tre palazzine residenziali multipiano, con struttura portante in cemento armato e solai in latero-cemento a blocchi e travetti gettati in opera. Figg Gli edifici A e B dei casi di studio. Le partizioni verticali sono costituite da pareti in laterizio forato; nel caso dei muri perimetrali e dei divisori tra differenti unità immobiliari si tratta di muri a cassa vuota, nella cui intercapedine trovano posto isolanti termici o termo-acutici di varia natura. I solai sono completati da uno strato di calcestruzzo alleggerito in cui sono annegati gli impianti quindi, nella maggior parte dei casi, da uno strato di materiale resiliente su cui è posato un massetto galleggiante con relativa finitura. Figg Realizzazione delle partizioni verticali. Le prove sono state condotte durante le varie fasi della realizzazione degli immobili: nell edificio C le misure sono state effettuate prima della posa degli impianti, dei pavimenti galleggianti e degli intonaci. Nei restanti cantieri A e B le prove sono state condotte dopo che erano stati realizzati i pavimenti galleggianti e fanno riferimento a diversi gradi di finitura: in alcuni casi si sono effettuate le misure con il solo massetto galleggiante, in altri con 9.3

4 Capitolo 9 massetto galleggiante e pavimentazione ceramica, infine con massetto, pavimentazione e battiscopa. Per ognuna di queste configurazioni è stato eseguito il calcolo previsionale, che risulta identico nel caso in cui i pavimenti differiscano solo per la presenza o meno del battiscopa, la cui presenza non è contemplata dai modelli di calcolo. Fig Piante dei siti e identificazione dei locali esaminati. Sito A A1 A2 A3 A5 A6 A4 A7 Sito B B1 B2 B3 B4 Sito C C1 C2 9.4

5 Introduzione ai casi di studio Fig Giunti tra pareti e solai. 9.5

6 Capitolo 9 In figura è indicata in dettaglio la tipologia costruttiva utilizzata per le partizioni orizzontali e verticali. Tra gli accorgimenti adottati per incrementare l efficienza dal punto di vista dell isolamento acustico si fa notare l utilizzo di uno strato di materiale resiliente interposto tra l estradosso della soletta e la parete in mattoni forati, materiale utilizzato per tutte le pareti interne, sia semplici che doppie, e per la parte interna delle partizioni perimetrali. Lo scopo è quello di desolidarizzare gli elementi verticali riducendo la trasmissione sonora lungo i percorsi laterali. Il materiale resiliente utilizzato è una striscia elastomerica fonosmorzante di 4 mm di spessore, o in alternativa un feltro di lana di vetro con una faccia impregnata da miscela bituminosa, con caratteristiche prestazionali presumibilmente analoghe. Figg Materiale resiliente per la desolidarizzazione delle partizioni verticali interne, nella seconda immagine si può vedere lo stesso materiale posto al di sotto della parete che delimita il vano scale. 9.3 I pavimenti galleggianti Particolare cura è stata riservata alla posa dei pavimenti galleggianti; come si sa la modalità e la perizia della realizzazione assumono per questa tipologia costruttiva un importanza fondamentale ed errori anche minimi possono compromettere il risultato. Per far fronte a ciò le varie fasi dei lavori sono state controllate mediante sopralluoghi in cantiere e le maestranze impiegate hanno ricevuto in merito istruzioni dettagliate. Tutte queste precauzioni hanno permesso di ottenere uno standard qualitativo elevato, ma al tempo stesso hanno fatto sì che i casi esaminati risultino da questo punto di vista poco rappresentativi del contesto nazionale, dove in genere si è ben lungi dal porre in atto tali attenzioni. I pavimenti galleggianti sono stati utilizzati per tutti i solai esaminati, ad eccezione del locale A3 e del locale C1/C2 dove, pur essendo previsto, non era stato ancora messo in opera al momento delle misure. Sono stati adottati due diversi tipi di materiali resilienti, di diversa concezione ma con prestazioni analoghe, indicati rispettivamente come a e b, di cui ora si darà un ampia descrizione. Materiale resiliente di tipo a E costituito da fibre di lana di vetro feltrate e legate con collanti, con una faccia impregnata a saturazione parziale da miscela bituminosa. La rigidità dinamica dichiarata dal produttore è s = 35 MN/m 3 ; lo spessore è di circa 3 mm. I feltri vengono posati sovrapponendo i lembi per alcuni centimetri, onde evitare l infiltrazione del calcestruzo del massetto al momento del getto. La desolidarizzazione dalle strutture in elevazione è realizzata risvoltando il materiale lungo pareti, pilastri e spalle di porta. 9.6

7 Introduzione ai casi di studio Figg Posa del materiale resiliente tipo a : stesura dei rotoli e loro posizionamento, creazione dei risvolti nel caso di uno spigolo di parete e di una spalla di porta. 9.7

8 Capitolo 9 Materiale resiliente di tipo b Il secondo materiale, impiegato nella maggior parte dei casi di studio, è una membrana bitume polimero con additivi fonoresilienti di 1.5 mm, accoppiata ad un tessuto elastico in fibra di poliestere di 6.5 mm. La rigidità dinamica dichiarata dal produttore è s = 21 MN/m 3. Il materiale è fornito in rotoli ed è dotato di un aletta di sormonto di 5 cm per impedire al calcestruzzo del massetto galleggiante di infiltrarsi tra i lembi dell isolante durante il getto, creando così ponti acustici. La desolidarizzazione del massetto dai muri in rilievo, dai pilastri e dalle spalle delle porte viene realizzata con una fascia autoadesiva di 5mm di spessore in polietilene espanso, munita al piede di un lembo di polietilene in film per la sovrapposizione con il materiale di base disposto sul piano orizzontale. La presenza dell aletta di sormonto e della fascia autoadesiva indipendente per i risvolti si sono dimostrate particolarmente efficaci nell agevolare le laboriose operazioni di stesura e posizionamento, fatto questo da non trascurare se si pensa che circa il 65% dei costi di realizzazione di un pavimento galleggiante sono dovuti alla manodopera e solo il restante 35% ai materiali impiegati. Figg Posa del materiale resiliente tipo b : stesura dei rotoli e loro posizionamento, incollaggio a caldo delle alette di sormonto, posizionamento della fascia in polietilene espanso per la desolidarizzazione degli elementi verticali nel caso di uno spigolo di parete e di una spalla di porta. 9.8

9 Introduzione ai casi di studio 9.9

10 Capitolo 9 Una volta posizionato il materiale resiliente, opportunamente risvoltato lungo gli elementi verticali, si è provveduto al getto del massetto armato galleggiante. Dopo il periodo di stagionatura sono stati posati i rivestimenti di finitura costituiti da piastrelle in ceramica monocottura e congiuntamente è stato tagliato ed asportato il risvolto del materiale resiliente eccedente oltre il livello della pavimentazione. L ultima operazione è stata la posa dei battiscopa; si tratta di una fase di notevole importanza, dal momento che una sua non corretta esecuzione può inficiare in larga parte l incremento di isolamento acustico ottenibile dalla posa del pavimento galleggiante. I battiscopa devono risultare meccanicamente disaccoppiati dallo strato di finitura della pavimentazione, in questo caso le piastrelle di ceramica. I metodi utilizzabili sono due: l interposizione di un materiale elastico oppure, come nei casi in esame, la separazione mediante una sottile lama d aria. Per realizzare l intercapedine è stato utilizzato un foglio di acetato dello spessore rispettivamente di 1/10 di mm nell edificio A e di 3/10 di mm nell edificio B. La pellicola è stata posizionata sulla pavimentazione finita, lungo le pareti, quindi è stato fissato il battiscopa e infine, dopo il prescritto periodo di stagionatura, l acetato è stato rimosso lasciando al suo posto una sottile intercapedine tra il battiscopa e la sottostante piastrella. I risultati migliori sono stati ottenuti nell edificio B, grazie alla più netta separazione tra battiscopa e piastrelle. Figg Il massetto armato galleggiante al termine del periodo di stagionatura con il risvolto dello strato resiliente. Dopo la rimozione del risvolto eccedente e la posa delle piastrelle un attento esame del perimetro evidenzia la presenza di ponti acustici che si estendono per alcuni centimetri; sono costituiti dalla colla delle piastrelle che è andata a lambire la superficie della parete. Figg Terminata la posa delle piastrelle vengono sistemati i fogli di acetato, che saranno poi rimossi agevolmente dopo il fissaggio dei battiscopa lasciando una sottile intercapedine. 9.10