28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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1 Il Canova ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza, come avevano fatto i greci: che dolore per i pedanti! Per questo continueranno ad insultarlo cinquant anni dopo la sua morte, ed anche per questo la sua gloria crescerà sempre più in fretta. Quel grande che a vent anni non conosceva ancora l ortografia, ha creato cento statue, trenta delle quali sono capolavori! Stendhal

2 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Se la scoperta di Ercolano e Pompei sono alla base della nascita del Neoclassicismo la figura di Canova ne è, forse, la massima espressione artistica. Riflettere poi sul fatto che il moderno Fidia trasse ispirazione dal patrimonio antico di Napoli, anche in termini di statuaria, e ricevette numerose commesse tanto da consentirci, oggi, di poter proporre un itinerario canoviano, fornisce la risposta al perché di una mostra di Canova all Archeologico di Napoli, curata magistralmente da Giuseppe Pavanello. Cardine dell esposizione è il nucleo di sculture proveniente dall Ermitage, museo con il quale il MANN è legato da un protocollo quadriennale propiziato dalla lungimiranza di Maurizio Cecconi con l ausilio di Villaggio Globale International. Per questo mi sento in dovere di ringraziare il professor Michail Piotrovskij, Direttore del Museo Statale Ermitage, e il curatore del dipartimento canoviano dottor Sergej Androsov. Fondamentali prestiti sono stati forniti anche dalla Gipsoteca di Possagno, dal Museo di Bassano del Grappa, dal Museo di Kiev e dall Accademia di Napoli che concorrono a creare uno straordinario percorso artistico incardinato sul tema che parte dalla fase creativa (dal bozzetto al disegno, dal modello alla copia in gesso) fino all opera d arte definitiva. Assolute novità sono costituite anche dall apporto tecnologico che permette di approfondire, con i metodi della comunicazione attuale, la sezione iniziale e dall esposizione delle tempere da Possagno restaurate con l intervento del MANN. Voglio ancora ricordare l importanza di chiudere la mostra con alcuni scatti del nostro Mimmo Jodice, l artista che più di tutti, attraverso una nuova Musa, quella della Fotografia, ha saputo comprendere la scultura di Canova. Un ringraziamento sentito va anche agli enti istituzionali: al Comune di Napoli e, soprattutto alla Regione Campania. Negli ultimi anni il Governatore Vincenzo De Luca non ha mai fatto mancare il sostegno alle iniziative del MANN, e molto del ruolo internazionale riconquistato dal nostro museo si deve a lui ed alla Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania. Infine un ultima riflessione: il linguaggio del Neoclassicismo, è noto, sta alla base, come il mondo classico, di un codice interpretativo e culturale connaturato all Europa delle Corti prima e delle Nazioni poi. Mai come ora un operazione culturale è propizia per fornire un segnale di unità, dialogo e crescita intorno a temi che tutti noi abbiamo mutuato dal passato e che ancora oggi sono il fondamento dei nostri istituti di cultura, degli spazi urbani, del paesaggio. Paolo Giulierini Direttore Museo Archeologico di Napoli con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

3 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Perché Canova ha tanto senso? Perché sentiamo così profondamente la mostra dell ultimo degli antichi e il primo dei moderni, fra gli artisti del 700? La risposta è nella mostra proposta dal MANN, che dimostra non solo l eccellenza del Museo che la ospita, ormai fra le più importanti istituzioni culturali europee, e lo straordinario intuito del suo direttore che riesce a tessere una fitta rete di rapporti interni e internazionali: negli ultimi mesi con la Cina, oggi con l Ermitage di San Pietroburgo. Soprattutto, però, la mostra prova l universalità politica dell arte e la sua perenne contemporaneità. Da San Pietroburgo, giungono a Napoli prestiti unici e irripetibili, come i gruppi scultorei di Canova, che, per la prima volta, vivranno un emozionante confronto con i modelli che hanno ispirato l autore. A San Pietroburgo, reperti provenienti dal MANN e dal Parco Archeologico di Pompei danno vita alla mostra Pompei. Uomini, dei ed eroi. E il significato dell arte come patrimonio universale e collettivo. Ed è, per noi, motivo di orgoglio sentirci protagonisti di questa eccezionale interazione, condividere la capacità quasi olfattiva del MANN di intercettare, per questo magma in movimento che è la Campania, un sistema dell arte, unico nel suo genere, che possa indicare nuovi orizzonti nella gestione della cultura della nostra nazione. Questo sentire eterna la contemporaneità dell opera d arte, ormai diventato sentire comune, ci spinge ad essere pronti ad interfacciarci col mondo artistico nazionale e internazionale, creando un modo nuovo di collaborare, che diventa poi un modo nuovo di fare arte, un interscambio non solo di opere, ma di mentalità, di approcci: una globalità di logica museale che diventa essa stessa arte, fuori da ogni -ismo, senza che nessuno perda le proprie radici. Costruire un territorio dalla vocazione internazionale, promuovendone cultura e turismo, è la mission che la Regione Campania si è data, investendo e continuando a collaborare convintamente con tutto il sistema dei musei ed in particolare col MANN, sia per la grande qualità delle sue iniziative, sia per il suo piano strategico, nella certezza che la combinazione di esperienze diverse, insieme alla difesa della propria originalità di approccio, possa offrirsi come modello di apertura mentale, non solo artistico ma anche sociale, politico, da trasmettere soprattutto alle nuove generazioni. Vincenzo De Luca Presidente Regione Campania con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

4 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Chi conosce la terra, dove il cielo d indicibile azzurro si colora? dove tranquillo il mar con l onda sfiora rovine del passato? La penna di Puškin, come il pennello di un pittore, ha creato un immagine dell Italia meridionale in due versi, dove la natura stessa ha nutrito l immaginazione di artisti deit empi antichi e ha ispirato l incarnazione dell ideale di bellezza: Dove il gran Torquato cantò superbo, [...], Ove dipinse Raffaello, dove nei nostri giorni lo scalpello di Canova dava vita al marmo ubbidiente... Accanto ai nomi di famosi maestri del passato, il poeta mette il nome del suo contemporaneo. Puškin conosceva bene le opere di Canova: doveva averle viste all Ermitage, per il quale Alessandro I acquistò dalla prima moglie di Napoleone, Joséphine, quattro statue nel 1814 e nelle collezioni di famosi collezionisti russi. Il principe Nikolaj Jusupov e il conte Nikolaj Rumjancev furono perenni ammiratori del talento del maestro italiano. Nel 1817, l inviato austriaco scrisse a a Roma dalla capitale russa: Per diverse settimane tutti a San Pietroburgo dicono che tu e la tua statua, creati per il conte Rumjancev [...], siete ammirati ed essa è diventata oggetto di vera adorazione del pubblico illuminato : di questo pubblico illuminato faceva parte il diciottenne Aleksandr Puškin. Grazie a filantropi e collezionisti russi, entusiasti estimatori del talento di, l Ermitage possiede la più grande collezione al mondo di statue in marmo del famoso maestro italiano ed è alla luce della forte collaborazione che lega il nostro Museo al Museo Archeologico di Napoli e al suo Direttore Paolo Giulierini che abbiamo voluto con convinzione promuovere insieme al MANN la mostra Canova e l Antico, importante occasione di conoscenza e studio, partecipando all evento con il prestito di un nucleo di opere davvero unico. Canova e l Antico: come sono collegati questi due fenomeni? Quali le somiglianze e le differenze tra il lavoro dello scultore neoclassico e la plastica antica? Quali gli stimoli colti in quell arte passata e, nel contempo, la straordinaria modernità dello scultore italiano? Ci auguriamo che la mostra fornisca una risposta a questi interrogativi che, ripetutamente, si ponevano anche i contemporanei di Canova. A distanza di pochi giorni a San Pietroburgo al Museo Ermitage, grazie al Protocollo di Collaborazione siglato ormai tre anni fa con il MANN e con il Parco Archeologico di Pompei, si aprirà la più importante mostra mai realizzata in Russia sulla città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.c. Un momento di conoscenza e di celebrazione di quell arte e di quella cultura antica che i primi scavi di Pompei portavano all attenzione internazionale proprio negli anni in cui Canova muoveva i primi passi; e che il giovane artista volle conoscere e vedere dal vivo nel suo primo viaggio a Napoli. Michail Piotrovskij Direttore Generale Museo Statale Ermitage con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

5 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Comunicato stampa AL MANN, A NAPOLI, PER LA PRIMA VOLTA 12 GRANDI MARMI E OLTRE 110 OPERE DEL SOMMO SCULTORE PER METTERE A FUOCO, NEL TEMPIO DELL ARTE CLASSICA, IL LEGAME FECONDO TRA CANOVA E L ANTICO. L ultimo degli antichi e il primo dei moderni : definizione che ben si attaglia al sommo e alla sua arte sublime, celebrata per la prima volta a Napoli, al MANN-Museo Archeologico dal 28 marzo al 30 giugno 2019, in una mostra-evento straordinaria per tematica e corpus espositivo, copromossa dal Mibac-Museo Archeologico di Napoli con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo nell ambito dell importante protocollo di collaborazione che lega le due Istituzioni. La mostra ha ottenuto il sostegno della Regione Campania, i patrocini del Comune di Napoli, della Gypsotheca-Museo di Possagno e del di Bassano del Grappa ed è stata realizzata con la collaborazione di Ermitage Italia. Per la prima volta, la messa a fuoco in una mostra di quel rapporto continuo, intenso e fecondo che legò Canova al mondo classico, facendone agli occhi dei suoi contemporanei un novello Fidia, ma anche un artista capace di scardinare e rinnovare l Antico guardando alla natura. Imitare, non copiare gli antichi per diventare inimitabili era il monito di Winckelmann, padre del neoclassicismo: monito seguito da Canova lungo tutto il corso della sua attività artistica. Dal giovanile Teseo vincitore del Minotauro sino all Endimione dormiente, concluso poco prima di morire, il dialogo Antico/Moderno è una costante irrinunciabile; fino a toccare, in tale percorso, punte che hanno valore di paradigma: per tutte, la creazione del Perseo trionfante, novello Apollo del Belvedere. Il Museo Archeologico di Napoli, dove si trova la grande statua canoviana di Ferdinando IV di Borbone spiega il suo direttore Paolo Giulierini - era il luogo ideale per costruire una mostra che desse conto di questo dialogo prolungato tra il grande Canova e l arte classica. Qui si conservano capolavori ammirati dal maestro veneto: pitture e sculture ercolanesi che egli vide nel primo soggiorno in città nel 1780; quindi i marmi farnesiani, studiati già quand erano a Roma nel palazzo della nobile famiglia e trasferiti a Napoli per volontà di re Ferdinando IV: marmi celeberrimi che sono stati all origine di opere capitali di Canova come l Amore Farnese, prototipo per l Amorino alato Jusupov che il pubblico potrà confrontare in questa straordinaria occasione. Curata da Giuseppe Pavanello, tra i massimi studiosi di Canova e organizzata da Villaggio Globale International, la mostra, riunirà al Museo Archeologico di Napoli, oltre ad alcune ulteriori opere antiche di rilievo, più di 110 lavori del grande artista, tra cui 12 straordinari marmi, grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e terracotta, disegni, dipinti, Ebe / Amore e Psiche stanti (part.) San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

6 monocromi e tempere, in dialogo con opere collezioni del MANN, in parte inserite nel percorso espositivo, in parte segnalate nelle sale museali. Prestiti internazionali connotano l appuntamento: come il nucleo eccezionale di ben sei marmi provenienti dall Ermitage di San Pietroburgo, che vanta la più ampia collezione canoviana al mondo - L Amorino Alato, L Ebe, La Danzatrice con le mani sui fianchi, Amore e Psiche stanti, la testa del Genio della Morte e la celeberrima e rivoluzionaria scultura delle Tre Grazie - ma anche l imponente statua, alta quasi tre metri, raffigurante La Pace, proveniente da Kiev e l Apollo che s incorona del Getty Museum di Los Angeles. A questi si aggiungono, tra i capolavori in marmo che hanno entusiasmato scrittori come Stendhal e Foscolo riuniti ora nel Salone della Meridiana del Museo Archeologico napoletano, la bellissima Maddalena penitente da Genova, il Paride dal di Asolo, la Stele Mellerio, vertice ineguagliabile di rarefazione formale e di pathos. Straordinaria la presenza di alcuni delicatissimi grandi gessi come l Amorino Campbell e il Perseo Trionfante, restaurato quest ultimo per l occasione e già in Palazzo Papafava a Padova - entrambi da collezioni private - o il Teseo vincitore del Minotauro e l Endimione dormiente dalla Gypsotheca di Possagno (paese natale di Canova) che ha concesso, con grande generosità, prestiti davvero significativi. Le Tre Grazie San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage - Monumento a George Washington (modellino) e Museo - Statua colossale seduta dell Imperatore Claudio, da Ercolano - Le Tre Grazie affresco da Pompei Fondamentale in tal senso anche il supporto della Soprintendenza ABAPdell area metropolitana di Venezia e delle province di Belluno, Padova e Treviso, che in questi anni sta conducendo una delicata azione sul territorio, non solo di tutela delle opere d arte, ma anche di salvaguardia e affermazione del loro valore testimoniale rispetto alle drammatiche vicende della prima Guerra Mondiale, che le ha viste tragicamente protagoniste, talvolta riportando ferite di cui va mantenuta viva la memoria. Maddalena penitente Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco - Figura virile con mantello seduta Matita, carta avorio Museo Civico - Danzatrice con le mani sui fianchi San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage

7 Sempre nell ambito della collaborazione con l Istituzione di Possagno, altro elemento peculiare della mostra sarà la possibilità di ammirare tutte insieme e dopo un attento restauro, le 34 tempere su carta a fondo nero conservate nella casa natale dell artista: quei varj pensieri di danze e scherzi di Ninfe con amori, di Muse e Filosofi ecc, disegnati per solo studio e diletto dell Artista - come si legge nel catalogo delle opere canoviane steso nel 1816 chiaramente ispirati alle pitture pompeiane su fondo unito e, in particolare, alle Danzatrici. Con le tempere, lo scultore del bianchissimo marmo di Carrara sperimentava, sulla scia di quegli esempi antichi, il suo contrario, i campi neri, intendendo porsi come redivivo pittore delle raffinatezze pompeiane ammirate in tutta Europa, alle quali, per la prima volta, quei suoi pensieri possono ora essere affiancati. Proprio il confronto, per analogia e opposizione, fra opere di Canova e opere classiche, costituisce d altra parte l assoluta novità di questa mostra, evidenziando un rapporto unico tra un artista moderno e l arte antica. Canova si rifiutò sempre di realizzare copie di sculture antiche, reputandolo lavoro indegno di un artista creatore. Il suo colloquio con il mondo classico era profondo e incideva su istanze cruciali, prima fra tutte la volontà di far rinascere l Antico nel Moderno e di plasmare il Moderno attraverso il filtro dell Antico: istanze creative, appunto, nel senso pieno del termine. L Antico, come lui stesso annotava, bisognava mandarselo in mente, sperimentandolo nel sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa. Ecco, allora, la possibilità di confrontare per esempio i fieri Pugilatori raffiguranti Creugante e Damosseno gessi proventi da Possagno dei monumentali marmi vaticani acquistati da Pio VII nel con la statuaria classica a lungo studiata dall artista: dall Ercole Farnese ai Tirannicidi; oppure il Paride canoviano con il Paride da Capua, marmo romano di fine II secolo d. C.; o ancora il busto dell Imperatore Francesco II abbigliato all antica, con corazza e clamide come un imperatore romano, con il Ritratto di Antonino Pio: tutti antichi marmi conservati al MANN. Il Teseo vincitore del Minotauro avrà come confronto classico l Ares Ludovisi - il cui gesso è prestato dall Accademia di Belle Arti di Napoli - e il bronzeo Mercurio proveniente da Ercolano, ammirato da Canova nell allora Museo di Portici già nel 1780; mentre nel modellino di Maria Luigia d Asburgo come Concordia si cela il riferimento al dipinto pompeiano raffigurante Cerere sempre nelle collezioni del Museo archeologico napoletano. Leopoldo Cicognara notò opportunamente che dell antico Canova fu veramente devoto, non superstizioso, e lo stesso maestro ebbe a dire: anch io mi vanto essere adoratore dell antico, ma non idolatra di tutte le antiche cose. Imitare, dunque, non copiare gli antichi, fino al vertice dell autonomia creativa, con punte di innovazione radicali come nel caso delle Tre Grazie, poste tutte di prospetto: l abbraccio ingegnoso e nuovo di tre figure femminili, che da qualunque lato lo si osservi, girandovi attorno - scrisse Quatremère de Quincy rivela, con aspetti sempre diversi, molteplicità di positure, di forme, di contorni, di idee e di modi di sentire.. Oppure, il caso della Maddalena penitente, opera tutta figlia del cuore ; per chi affollava il Salon di Parigi nel 1808 qualche cosa di nuovo, fuori dall ordinario, che sembrava avere del miracoloso. Mai s era vista all epoca tanta libertà espressiva. Geniale Canova! Amore, ferita una Ninfa, vola da Venere Tempera su carta e Museo - Teseo vincitore del Minotauro Gesso e Museo - Hermes

8 Napoli riaccende i riflettori sul maestro che, con la città partenopea - veramente situata in una delle più amene situazioni del mondo - ebbe un rapporto lungo e costante: dapprima come giovane viaggiatore desideroso di ammirare le sue bellezze e opere d arte e le antichità ercolanesi e di Paestum; poi per le tante e significative committenze dei regnanti (sia dell antico regime che dell età napoleonica) e dell aristocrazia napoletana. In mostra si potrà ammirare il grande gesso del gruppo di Adone e Venere, proveniente dalla collezione di Giovanni Falier, scopritore del talento di Antonio Canova: fu il relativo marmo la prima opera dell artista a raggiungere Napoli, all inizio del 1795, acquistata dal giovane marchese Francesco Berio. La scultura (ora conservata al Museo di Ginevra e inamovibile) provocò a Napoli deliri d entusiasmo, articoli, pubblicazioni, visite continue, al punto da costringere alla chiusura il tempietto nel giardino di palazzo Berio, causa l affollamento di persone. Il gesso, ora esposto, fu personalmente donato da Canova al suo mecenate Falier, forse per stupire in laguna anche i compatrioti. Canova e l Antico non sarà soltanto un grande evento espositivo, ma un vero e proprio viaggio di conoscenza nell universo dello scultore: itinerari appositamente proposti dal Museo permetteranno così di riscoprire i legami tra l artista e la città di Napoli, mentre sarà vasta l offerta di laboratori e attività didattiche per raccontare la mostra, il modus operandi dell artista e l innovazione della sua arte anche ai più piccoli. Paride Asolo, In particolare, oltre all importante catalogo Electa che accompagna l esposizione - ricco di saggi e schede con raffronti fra opere canoviane e opere antiche - torna nell occasione anche la serie illustrata, ideata per i giovani frequentatori del MANN, edita sempre da Electa, con protagonista il giovane Nico, questa volta alla scoperta di Canova. Gli autori sono Blasco Pisapia e Valentina Moscon. Ma per il grande scultore neoclassico non è finita e con la mostra di Napoli eccolo approdare nel fantastico mondo di Topolino. Il settimanale della Panini Editore pubblicherà infatti ( in edicola il 1 maggio) la storia a fumetti Topolinio Canova e la scintilla poetica. Un avventura nel filone educational, scritta e disegnata da Blasco Pisapia, per rivivere il viaggio napoletano di Topolino Canova e del suo amico e collega Pippin. Infine al MANN innovazione multimediale e fascinazione dei racconti immersivi con C+ by Magister, declinazione di Magister Canova: due installazioni immersive ad alto contenuto scientifico e di grande potenza emotiva prodotte da Cose Belle d Italia Media Entertainment e proposte in questa speciale occasione Si ringrazia ARTE.it che si è proposta come digital media partner della mostra, promuovendo il grande appuntamento dedicato a Canova attraverso i propri canali. Uffici Stampa MANN Ufficio Comunicazione Responsabile Antonella Carlo T antonella.carlo@beniculturali.it VILLAGGIO GLOBALE INTERNATIONAL Antonella Lacchin T C lacchin@villaggio-globale.it

9 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Elenco opere OPERE NEL PERCORSO ESPOSITIVO Autoritratto come scultore, 1799 olio su tela, cm 73 x 60 e Museo Autoritratto, 1812 gesso, cm 93 x 50 e Museo Testa del Colosso di Montecavallo, 1810 gesso, cm 140 x 100 x 80 Napoli, Gipsoteca dell Accademia di Belle Arti Teseo vincitore del Minotauro, gesso, cm 160 x 152 x 90 e Museo Ares Ludovisi primo ventennio del XIX secolo scultura in gesso, cm 165 x 100 x 80 Napoli, Gipsoteca dell Accademia di Belle Arti Eracle Epitrapezios I secolo a.c. bronzo, cm 90 x 62 x 60 da Pompei, località Bottaro Napoli, Museo Archeologico Creugante, 1802 gesso, cm 217 x 121 x 66 e Museo Damosseno, 1802 gesso, cm 207 x 130 x 70 e Museo Teseo in lotta con il Centauro (modellino), gesso, cm 86,5 x 83 x 40 e Museo Discobolo, 1796 gesso, cm 78 x 20 x 26 e Museo Monumento equestre di Carlo III di Borbone, 1820 Incisione, acquaforte e bulino, cm 501 x 423 Collezione privata Busto dell imperatore Francesco II, 1804 gesso, cm 80 x 45 e Museo Fauno e baccante abbracciati (Amore e Psiche che si abbracciano), 1787 bozzetto in terracotta, cm 20 x 29,5 x 13,5 e Museo Maria Luigia d Asburgo-Lorena come la Concordia, gesso, cm 85 x 32 x 50 e Museo da Canova Ercole e Lica bronzo, cm 42 х 29,5 х 21 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Monumento a George Washington (modellino), gesso, cm 79 x 48 x 64 e Museo Ferdinando IV di Borbone (modellino) gesso, cm 66 x 41 x 20 e Museo Canova Ferdinando IV di Borbone re di Napoli (Ferdinando I re delle Due Sicilie), 1800 marmo, cm 360 Apollo che si incorona, marmo, cm 84,7 x 41,9 x 26,4 Los Angeles, The J. Paul Getty Museum Amorino con le ali, marmo, cm 142 х 54,5 х 48 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Amorino (Amorino Campbell), gesso, cm 48 x 54 x 142 Roma, Collezione privata Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice, gesso, cm 167 x 68 x 145 e Museo Urna cineraria terracotta, coperchio cm 45 x 54 x 20 cassa cm 39 x 58 x 24 Volterra, Museo Guarnacci con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

10 Continua da Elenco opere / 2 Le Grazie, 1799 olio su tela, cm 75 x 102 e Museo Le Grazie Pompei, casa di Titus Dentatius Panthera affresco, cm 47 x 53 Adone e Venere, 1789 gesso,cm 183 x 87 x 60 Collezione privata Testa del Genio della morte, 1791 marmo, cm 86 х 36 х 38 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Amore e Psiche stanti, 1803 marmo, cm 150 х 49,5 х 60 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Ebe, 1796 marmo, cm 161 х 49 х 53,5 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Danzatrice con le mani sui fianchi, 1811 marmo, 179 х 76 х 67 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Le grazie, marmo, cm 182 х 103 х 64 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Satiro dormiente copia romana della fine del I sec. a.c. da originale ellenistico bronzo, cm 142 da Ercolano, Villa dei Papiri, peristilio rettangolare Endimione Dormiente (modello), 1819 Gesso, cm 95 x 183 x 93 e Museo Ermafrodito addormentato (Tivoli, Villa Adriana) marmo età adrianea, cm 147 x 61 x 36 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Maddalena penitente (sul retro la scritta: Canova Roma 1790 ), 1790 Marmo e bronzo dorato, cm 95 x 70 x 77 Genova, Musei di Strada Nuova Palazzo Bianco Dar da mangiare agli affamati, gesso, cm 120 x 124 e Museo Compianto del marchese Salza Berio, 1822 gesso, cm 131 x 268 e Museo La Pace, marmo, cm 192 x 93,5 x 84,5 Kiev, Museo Bogdan e Varvara Khanenko Paride, marmo, cm 200 x 79,5 x 64,5 Asolo, Paride da Capua fine del II secolo d.c. marmo bianco, cm 177 x 65 x 30 da Santa Maria Capua Vetere Perseo trionfante, gesso, cm 290 x 130 x 90 Padova, Collezione Privata Apollo del Belvedere, gesso, cm 230 x 90 x 80 Napoli, Accademia di Belle Arti Maschera tragica (Monumento a Vittorio Alfieri) gesso, cm 40 x 39 x 23 e Museo Canova Maschera tragica (Monumento a Vittorio Alfieri) gesso, cm 31 x 32 x 25 e Museo Canova Monumento funerario di Clemente XIII (modellino), 1783 gesso, cm 60 x 58 x 30 e Museo Monumento funerario di Vittorio Alfieri (modello), gesso, cm 45 x 51 x 23 Roma, Galleria di Arte Moderna Urna cineraria terracotta, coperchio cm 34 x 72 x 28 cassa cm 42 x 61 x 22 Volterra, Museo Guarnacci Urna cineraria terracotta, coperchio cm 46 x 70 x 23 cassa cm 46 x 61 x 22 Volterra, Museo Guarnacci Stele funeraria del conte Giambattista Mellerio, marmo, cm 174,7 x 126,6 Palermo, Palazzo Ajutamicristo Anton Francesco Gori: Museum Etruscum exhibens insignia veterum etruscorum monumenta, Volumen primum cm 37,5 x 27,5 x 7 Firenze, 1737 Museum Etruscum exhibens insignia veterum etruscorum monumenta, Volumen secundum cm 37,5 x 27,5 x 7 Firenze, 1737 Museum Etruscum exhibens insignia veterum etruscorum monumenta, Volumen tertium cm 37,5 x 27,5 x 7 Firenze, 1737 Giovanni Battista Passeri: Picturae Etruscorum in Vasculis Volumen primum cm 46 x 32 x 7,5 Roma, 1770

11 Continua da Elenco opere / 3 Picturae Etruscorum in Vasculis Volumen secundum cm 46 x 32 x 7,5 Roma, 1770 Picturae Etruscorum in Vasculis Volumen tertium cm 46 x 32 x 7,5 Roma, 1770 Lucernae fictiles, Tomo I II III cm 46 x 32 x 7,5 Pesaro Mercato degli Amorini, 1797 tecnica mista su tela, cm 330 x 134 Mercato degli Amorini, 1797 tecnica mista su tela, cm 330 x 134 Compianto della contessa de Haro, figlia della marchesa di Santa Cruz, 1805 Tecnica mista su tela, cm 208 x 195 Due figure femminili in attitudine dolente, 1806 Tecnica mista su tela, cm 188 x 196 Sbarco della salma di Horatio Nelson accolta dalle personificazioni dell Inghilterra, della Scozia e dell Irlanda, 1805 Tecnica mista su tela, cm 171 x 88 Cinque danzatrici con ghirlande di fiori, 1795 Tecnica mista su tela, cm 195 x 87 Cefalo e Procri, 1797 Olio su tela, cm 165 x 143 e Museo Giocatrici di astragali, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 360 e Museo Due Ninfe accovacciate e amorino con una ghirlanda di fiori, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 390 e Museo Amorino che vola da una ninfa assisa, con altra ninfa in ginocchio, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 380 e Museo Tre Ninfe hanno rubato il turcasso ad Amore, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 380 e Museo Due Ninfe vezzeggiano Bacco in fasce, 1799 Tempera su carta, mm 260 x 380 e Museo Due Ninfe guardano in una cassettina di gioie, 1799 Tempera su carta, mm 260 x 350 e Museo Amore, ferita una Ninfa, vola da Venere, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 380 e Museo Due ninfe con una freccia e il turcasso di Amore, con coppia di fanciulli, 1799 Tempera su carta, mm 270 x 410 e Museo Tre danzatrici (le Grazie), amorino citaredo e braciere, 1799 Tempera su carta, mm 275 x 390 e Museo Polimnia e Menmosine,1799 Tempera su carta, mm 280 x 380 e Museo Calliope e Omero, 1799 Tempera su carta, mm 270 x 365 e Museo Clio ed Erodoto, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 370 e Museo Tersicore e Pindaro, con amorino che regge una tabella, 1799 Tempera su carta, mm 275 x 375 e Museo Talia e Aristofane, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 370 e Museo Melpomene in atto di incoronare Sofocle, con amorino che regge una maschera tragica, 1799 Tempera su carta, mm 275 x 360 e Museo Urania e Talete, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 360 e Museo La Filosofia e Socrate Tempera su carta, mm 280 x 355 e Museo Erato ed Euterpe, con coppia di amorini, 1799 Tempera su carta, mm 270 x 365 e Museo

12 Continua da Elenco opere / 4 Donna che si toglie il velo dal capo e tre Amorini, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 370 e Museo Due danzatrici: una che si regge la veste, l altra con il dito al mento Tempera su carta, mm 290 x 370 e Museo Danzatrice con le braccia intorno al capo, 1799 Tempera su carta, mm 275 x 240 e Museo Danzatrice con cembali, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 240 e Museo Danzatrice che regge una ghirlanda di fiori sopra il capo, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 245 e Museo Danzatrice che regge un velo sopra il capo, volta a destra, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 240 e Museo Danzatrice che si regge un velo sopra il capo, di prospetto, 1799 Tempera su carta, mm 280 x 240 e Museo Cinque danzatrici che si tengono per mano, 1799 Tempera su carta, mm 335 x 770 e Museo Cinque danzatrici colte in volo, due con ghirlande di fiori, 1799 Tempera su carta, mm 335 x 780 e Museo Cinque danzatrici con ghirlande di fiori, e velo sopra il capo di quella al centro, 1799 tempera su carta, mm 345 x 790 e Museo Due danzatrici che reggono sulle mani un amorino con due ghirlande di fiori, suonatrice di tamburello e due ninfe, 1799 Tempera su carta, mm 335 x 655 e Museo Coppia di danzatrici, quattro ninfe assise, una con amorino in grembo, 1799 Tempera su carta, mm 325 x 650 e Museo Teseo e Piritoo nel tempio di Diana Ortia vedono Diana danzare, fra due danzatrici, davanti al simulacro di Artemide Efesia (Ratto di Elena),1799 Tempera su carta, mm 260 x 395 e Museo Tre danzatrici, quella al centro con una ghirlanda sopra il capo, citareda, Marte con Amore in grembo e coppia di amorini tedofori (Danza delle Grazie e Venere davanti a Marte), 1799 Tempera su carta, mm 240 x 370 e Museo Francesco Chiarottini Lo studio del Canova disegno a penna, acquarellato grigio e seppia, lumeggiato a biacca, mm 467 x 623 Udine, Musei Civici Autoritratto con danzatrice, 1806 matita, mm 160 x 237 Museo Civico Morte di Priamo, 1781 matita, carta avorio, mm 348 x 239 Due studi per le Grazie, 1812 Matita, carta bianca, mm 120 x 191 Venere con in braccio Amore matita, carta avorio, mm 135x 100 Castore e Polluce matita, carta avorio, mm 440 x 300 Studio dai Colossi di Montecavallo matita, carta bianca, mm 450 x 305 Castore e Polluce matita, carta avorio, mm 440 x 300 Centauro vecchio Furietti Matita, carta avorio, mm 550 x 385 Gladiatore Borghese Matita, gessetto bianco, carta grezza ocra, mm 538 x 440 Torso del Belvedere Matita, carta ocra, mm 455 x 375 Studio di statua egizia (Antinoo- Osiride) Matita, carta avorio, mm 550 x 402

13 Continua da Elenco opere / 5 Studio dalla Venere dei Medici, 1803 Sanguigna, carta cilestrina, mm 502 x 365 Nudo virile di profilo atteggiato come il Gladiatore Borghese, 1794 Matita, penna e inchiostro bruno, carta avorio, mm 315 x 460 Nudo stante di prospetto con le gambe divaricate, con gladio nella mano destra, in atto di reggere uno scudo con il braccio sinistro proteso, 1794 Matita, penna e inchiostro bruno, carta avorio, mm 460 x 318 Nudo stante di prospetto con le gambe incrociate, che stringe un asta nella mano sinistra, il capo reclinato e braccio destro piegato sul fianco Matita, penna inchiostro bruno, carta avorio, mm 445 x 325 Nudo virile con berretto frigio nella posa di un arciere; Due nudini stanti con pugnale nella mano destra e la sinistra al volto, 1795 Matita, penna e inchiostro bruno, carta avorio, mm 454 x 325 Due nudi virili in lotta, 1794 Matita, penna e inchiostro bruno, carta avorio, mm 457 x 325 Studio per Ercole e Lica Matita grassa e penna, inchiostro bruno, carta bianca, mm 460 x 320 Nudo virile seduto in atto di estrarre una spina dal piede sinistro, assistito da un fanciullo ignudo inginocchiato, 1796 Matita, penna e inchiostro bruno, carta avorio, mm 457 x 322 Nudo femminile stante di prospetto, con il capo di profilo leggermente reclinato, e le braccia incrociate sul petto; nudo femminile bocconi di schiena con il capo leggermente sollevato Matita, carta avorio, mm 415 x 319 Nudo femminile seduto su un podio, di schiena, con il capo verso destra; Nudo femminile stante di profilo, con le braccia incrociate sul petto e il capo girato verso l osservatore Matita, carta avorio, mm 460 x 338 Figura virile stante, ripresa da tergo, con lungo mantello, il volto di scorcio e il braccio sinistro al petto Matita, carta cilestrina, mm 252 x 156 Figura virile, di profilo, con mantello, seduto su una sedia, le mani sullo schienale su cui reclina il capo Matita, carta avorio, mm 236 x 154 Figura femminile panneggiata, accosciata e con il capo reclinato su un rialzo roccioso, e amorino in atto di incoronarla con una ghirlanda di fiori Matita, carta avorio, mm 230 x 151 Figura completamente ammantata, in ginocchio, di profilo verso sinistra, 1793 Matita, carta cilestrina, mm 220 x 168 Figura femminile assisa, con ampio mantello, volta a destra, con il capo reclinato sulla mano destra Matita, carta avorio, mm 232 x 550 Figura femminile stante con il capo reclinato Matita, carta avorio, mm 232 x 161 Danzatrice con le braccia ignude in atto di sollevare la veste con entrambe le mani Matita, carta avorio, mm 232 x 160 OPERE DI CONFRONTO PERCORSO PERMANENTE Commodo Gladiatore inizio III secolo d.c. marmo pentelico, cm 287 da Roma, Terme di Caracalla Collezione Farnese Ercole Farnese ultimo quarto II secolo d.c. (tarda età antonina/età severiana) marmo pentelico, cm 317 da Roma, Terme di Caracalla Collezione Farnese Venere Callipigia metà II secolo d.c. marmo bianco, cm 152 da Collezione Farnese

14 Continua da Elenco opere / 6 Eros tipo Centocelle metà II secolo d.c. marmo bianco, cm 165 da Collezione Farnese Cibele II secolo d.c. marmo bianco, cm 98 da Collezione Farnese Busto loricato di Antonino Pio metà II secolo d.c. marmo bianco, cm 80 da Collezione Farnese Eschine prima metà del I secolo d.c. marmo bianco, cm 199 da Ercolano, Villa dei Papiri Statua colossale seduta dell Imperatore Claudio circa 50 d.c. marmo bianco, cm 222 da Ercolano, Augusteum (c.d. Basilica) Statue equestri di Marco Nonio Balbo ultimo quarto del I secolo a.c. (età augustea) marmo bianco, Giovane : cm 256; Maturo : cm 252 da Ercolano, Foro (?) Amore punito 1-25 d.c. affresco, cm 154 x 116 da Pompei, Casa dell Amore Punito Amore e Psiche d.c. affresco, cm 55,5 x 41 da Pompei, Casa di Terenzio Neo VII 2, 6 (esedra G, parete N o tablinum 10, esedra b) Venditrice di amorini affresco, cm 28,2 x 34,5 Stabiae, Villa di Arianna (ambiente W25) Hermes copia romana della fine del I sec. a.c. bronzo, cm 115 da Ercolano, Villa dei Papiri, peristilio rettangolare Cavallo, c.d. Cavallo Mazzocchi pastiche del XVIII sec. da frammenti di sculture del I a.c. bronzo,cm 216 da Ercolano Gruppo dei Tirannicidi metà II secolo d.c. marmo bianco, Armodio: cm 185; Aristogitone: cm 183 da Collezione Farnese Danzatrici primo quarto del I secolo d.c. affreschi, cm 27 x 71,2; cm 30,5x161,5 da Pompei, Villa di Cicerone

15 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Canova e Napoli IL VIAGGIO D ISTRUZIONE, 1780: PER TUTTO SONO SITUAZIONI DI PARADISO * Dopo Venezia, sua patria, e Roma, dove fissò la sua residenza a partire dal 1780 e dove visse sin quasi alla morte, Napoli è di certo la città con la quale ebbe più relazioni. La capitale del regno borbonico, meta imprescindibile per qualsiasi artista nella seconda metà del Settecento, anche per la risonanza degli scavi di Ercolano e Pompei, fu visitata da Canova subito dopo Roma, dov era giunto da Venezia, in viaggio d istruzione, alla fine del È dunque il desiderio di ammirare le bellezze e le opere d arte della città, di conoscere le antichità ercolanesi e di Paestum, che spinse il giovane scultore a recarsi a Napoli. Vi giunse il 27 gennaio L artista ci consente di seguire, passo passo, i suoi itinerari grazie alle preziose note del suo secondo Quaderno di viaggio. La città gli apparve veramente situata in una delle più amene situazioni del mondo. Il giorno dopo l arrivo scrive: per tutto sono situazioni di Paradiso, e rimane incantato, dopo aver visto il nuovo giardino pubblico, della deliciosissima situazione di questo Paese. Subito prende contatto con l ambasciatore della Repubblica di Venezia, Gaspare Soderini, e s incontra con una delle donne più belle e celebri del tempo - parola, fra gli altri, dell imperatore Giuseppe II - la veneziana Contarina Barbarigo, esiliata dalla Serenissima per la libertà dei suoi costumi, che alloggiava all albergo Reale in Largo Castello. Visita sistematicamente le chiese e, per prima cosa, si fornisce di una guida della città, forse la Guida di Napoli di Pompeo Sarnelli (pubblicata nel 1772), e che troviamo presente nella biblioteca di Canova, come l altra Guida, pure di Sarnelli, dedicata a Pozzuoli, Baja, Cuma, ecc. Dall abate Vincenzo Corazza, precettore di casa Gravina, uomo dottissimo, conosciuto al Caffè del Veneziano, si fa prestare i suoi scritti riguardanti le belle arti. Alle note d arte mescola osservazioni di costume: ad esempio, registra che nella chiesa di San Domenico molte donne cantavano fortemente il Rosario. Cosa curiosa è l estrazione del Lotto alla Vicarìa, dove va ad assistere alla discussione di una causa, e nota che nel dibattito, avvocati, imputati, curiosi, tutti parlano. Frequenta i teatri, dà una dettagliata descrizione della famosa mascherata del Re che figurava quell anno il viaggio del Sultano alla Mecca. Nella cappella Sansevero: invece che la Pudicizia del veneto Antonio Corradini, gli parve di più merito il Cristo morto di Giuseppe Sanmartino. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

16 L artista visita la galleria di Capodimonte e il Museo di Portici: come a dire una delle più belle raccolte di pittura d Europa e il museo d avanguardia, in cui erano state riunite le antichità ritrovate negli scavi recenti, approfitta del permesso di disegnare il nudo all Accademia, ma osserva che la scuola è male diretta, essendo li giovani troppo pieni di libertà, che li sembrano di essere in strada. Non poteva mancare l escursione sul Vesuvio e il 14 febbraio si reca a Pompei sito che si sta scavando presentemente, a Salerno e a Paestum. È quindi la volta degli scavi di Portici e di Pozzuoli, dell antro della Sibilla, di Baia, della solfatara. Il 28 febbraio lascia Napoli per Caserta e per Capua: ritorna a Roma. Occorreva, tuttavia, perché si potesse instaurare un rapporto privilegiato, una grande occasione, e questa fu l accordo stipulato con il marchese Francesco Berio patrizio genovese residente a Napoli per scolpire il gruppo in marmo di Adone e Venere: un idea già elaborata da Canova che piacque a Berio. COMMITTENZE E INCARICHI Oh che gruppo! Oh che gruppo! esclamava con enfasi Antonio d Este, amico e collaboratore di Canova in una lettera scritta subito dopo che l opera era stata terminata. Per 2000 zecchini il nostro marchese riusciva a portare a Napoli, per collocarlo in un tempietto nel giardino del suo palazzo in via Toledo, una delle più importanti creazioni contemporanee destinate ad un privato. A Napoli, una interminabile processione di intendenti e di curiosi si recò in pellegrinaggio al tempietto di casa Berio. Vennero pubblicati opuscoli e articoli su giornali. In un suo scritto Carlo della Torre, uno dei più autorevoli critici dell epoca, esaltava lo scultore come Prassitele redivivo, cogliendo la componente neoellenistica dell antico canoviano. Nello stesso 1795, quando il gruppo di Adone e Venere giunge a Napoli, inizia l avventura dell Ercole e Lica, un altro gruppo, questa volta colossale. Canova, allora in città, propone a don Onorato Gaetani dell Aquila d Aragona duca di Miranda di eseguire per lui una scultura raffigurante Ercole e Lica, per confrontarsi, ed è la prima volta, nel genere forte o fiero, come lo connotavano i contemporanei. Non casualmente l opera era prevista per Napoli, dove si conservava il colossale Ercole Farnese, di cui lo scultore intendeva creare un equivalente moderno, anche nelle dimensioni, mentre per la soluzione compositiva, l artista guarda piuttosto a un altro importante marmo delle raccolte farnesiane, che erano state trasferite da Roma a Napoli nel 1792, il cosiddetto Atamante e Learco o Ettore e Troilo, o Commodo, ancor oggi conservato nel Museo Archeologico. Il modello fu realizzato prontamente ma la vicende della scultura furono travagliate e la scultura finita non arrivò mai nella città campana. Dapprima la cattiva qualità del blocco di marmo giunto da Carrara, poi i rivolgimenti politici nel regno napoletano, culminati con l invasione francese del gennaio 1799, bloccarono i lavori. Nel maggio 1798 Canova stesso abbandonava Roma, governata da una Repubblica giacobina sotto la tutela di truppe francesi d occupazione, per trasferirsi nel paese natale di Possagno. Il gruppo alla fine andò a Roma, richiesto nel 1801 dal banchiere Giovanni Torlonia, nel cui palazzo fu collocato nel All inizio del 1800 si riannodano i rapporti con Napoli. Il re in persona, Ferdinando IV di Borbone, volle esser effigiato da Canova. Il sovrano intendeva lanciare l immagine di Napoli, città di fondazione greca, quale nuova Atene e nuova Roma, in cui convivevano l antico - dagli scavi ercolanesi alla raccolta di marmi farnesiani - e il moderno: e pure qui le collezioni Farnese giocavano un ruolo essenziale.

17 La statua di Ferdinando IV ebbe una storia complessa, e, sebbene Canova si fosse alacremente messo al lavoro - tanto che già nell ottobre 1800, dopo il modellino in gesso di Possagno, era compiuto il modello colossale e nel 1803 anche la sbozzatura del marmo - l avvento sul trono napoletano della dinastia Bonaparte nel 1806 determinò un brusco arresto dell impresa. Si dovette arrivare al 1815, al ritorno quindi del legittimo sovrano a Napoli con il nome di Ferdinando I re delle due Sicilie, perché si parlasse di riprendere l opera, terminata quattro anni dopo, e spedita via mare a Napoli alla fine del Nel 1821, finalmente, la gigantesca statua veniva collocata nel Museo Borbonico (ex Palazzo degli Studi; l attuale Museo Archeologico ), a cura dell architetto Pietro Bianchi, nel luogo indicato da Canova stesso: una nicchia dello scalone monumentale, dove da poco è finalmente tornata. Canova, rispetto all Adone e Venere e all Ercole e Lica, cambia ancora: qui vuol imporre, secondo il modello antico prescelto, un immagine di severa grandiosità. Proprio per questo piacque a Carl Ludwig Fernow, che rimproverava di solito ai marmi canoviani una certa gracilità: l atteggiamento è nobile e fermo, e questa statua, alta all incirca 15 palmi, è fra le opere migliori di Canova. Per l altezza, lo scultore prende ancora a modello l Ercole Farnese, che superava i tre metri come farà di lì a poco anche per la statua di Napoleone I come Marte pacificatore. L attenzione dell artista si focalizza sul panneggio che ammanta la figura del sovrano, con il braccio sinistro puntato sul fianco, interamente nascosto nella stoffa. Ma si tratta pur sempre di un ritratto: ecco allora emergere il volto icasticamente caratterizzato. Siamo a un vertice nella statuaria proprio a cavallo dei due secoli: l Ottocento veniva ad aprirsi con un capolavoro che andava a integrarsi con altri marmi di prim ordine, sempre differenti tra loro, dai Pugilatori al Perseo trionfante. Seguiranno per Napoli: la statua equestre bronzea di Carlo III di Borbone (1815), che doveva essere in realtà di Napoleone - ma, realizzati i gessi del cavallo e del condottiero, il nuovo vento politico impose un cambio di personaggio per l opera finita - e l avvio di quella per Ferdinando I, per la quale Canova riuscì a realizzare solo il Cavallo; quindi i busti di Carolina e Gioacchino Murat (1813) e la raffinatissima Erma di Vestale (ora al Getty Museum di Los Angeles) commissionata dal conte Paolo Marulli d Ascoli. Il monumento funerario al marchese Berio non fu mai completato a causa della sopraggiunta scomparsa dello scultore nel 1822 e venne utilizzato da monsignor Giambattista Sartori Canova, fratellastro dello scultore, come tomba per Canova e per se stesso nel Tempio di Possagno * tratto da Giuseppe Pavanello

18 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Confronti TESEO VINCITORE DEL MINOTAURO La prima vera scultura moderna di Canova è il Teseo vincitore del Minotauro. Assieme all Ares Ludovisi, di cui è in mostra il gesso prestato dall Accademia di Belle Arti di Napoli - ammirato la prima volta il 26 aprile 1780 e accuratamente disegnato, come si legge nei Quaderni di viaggio - è il bronzo del Mercurio seduto, (Hermes) di maravigliosa bellezza, che in quel carattere non ne vidi una simile a Roma, a impressionare la mente dell artista, fin dalla prima visita al Museo di Portici (Quaderni di viaggio, 5 febbraio 1780). Quell entusiasmo è subito comunicato al nobiluomo veneziano Bernardino Renier il 4 marzo 1780: l impareggiabile Museo di Portici, ripieno di bronzi antichi di varie qualità, cioé vasi, istrumenti, tripodi ed altro, tutte cose di ottimo gusto composte; in particolare, poi diverse statue di bronzo, tra le quali vi è un Mercurio sedente, che non le saprei come esprimere quanto egli sia bello. Per di più, l eroe di Canova tiene la clava come il Teseo di un celebre affresco pompeiano: la cosa più bella del Mondo. Un muro dipinto con figure grandi al naturale, bellissimo, e bellissimo, e vivissimo più bello di tutte le Opere di Raffaello Il Teseo piacque, e piacque molto. Era le premier exemple donné à Rome de la véritable résurrection du style, du système et des principes de l antiquité. Si era finalmente passati all imitation idéale, come la definirà Quatremère de Quincy. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

19 LE DANZATRICI Ercolano e le Danzatrici canoviane, oggetto di riflessioni sia in marmi, sia in disegni, poi trascritti a tempera su carta a fondo nero come tante pitture antiche. Danzatrici che erano sembrate a Winckelmann fluide quanto il pensiero e belle come se fossero fatte per mano delle Grazie. Emulazione: in rapporto con il pennello degli antichi, che sapeva tracciare con rapidità come per fermare le prime idee di un disegno. E ancora, sempre Winckelmann: Le più belle fra le pitture di questa maniera sono le Danzatrici, le Baccanti e i Centauri, alti meno d un palmo, e dipinti su un fondo nero, ne quali si scorgono i tratti franchi d un abile artista. Ulteriore sfaccettatura: alla base, c è il desiderio di far rinascere l Antico in una delle sue manifestazioni più affascinanti, in cui protagonista è la grazia, ed era sicuramente un azzardo, per uno scultore, cimentarsi in una simile tematica anche nel marmo, all apparenza la più ardua da risolvere in quel materiale. Le Danzatrici ercolanesi. Un altra voce: «la grazia le caratterizza; le due massimamente che tengonsi per mano; quelle poi che appariscono coverte di un velo trasparente offrono all occhio un miracolo di avvenentezza nelle pieghe del velo stesso». Parole che s attagliano alla prima sperimentazione scultorea, la Danzatrice con le mani sui fianchi destinata a Joséphine de Beauharnais L artista vuol mettersi in gara, specie per gli ardimenti nella resa delle stoffe, con il virtuosismo esecutivo della statuaria classica - si faccia caso al panneggio atticciato di statue ellenistiche - specie se colte in un passo di danza con le braccia alzate,sull esempio di statue antiche.

20 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Lo studio di L ITER CREATIVO DEL MAESTRO Per potere attendere al proprio lavoro con più libertà di tempo e poter dare esecuzione al maggior numero di commissioni, Canova programmò una serie di processi di lavorazione che gli consentivano di non affaticarsi inutilmente, specie per scolpire le opere di maggior impegno, lasciando agli aiutanti dello studio i compiti non creativi. L attività nello studio era predisposta in modo da consentire all artista il controllo e la verifica dei risultati in ogni fase del lavoro. Abbozzare con fuoco ed eseguire con flemma : su questa espressione di Winckelmann pare esemplato il metodo canoviano dalla creta al marmo finito. Dal bozzetto in creta dove veniva fissata la prima intuizione (anticipata dai disegni e, talvolta, dai dipinti), lo scultore passava a un modellino in gesso che gli permetteva uno studio più approfondito, un ulteriore messa a fuoco dell invenzione. Si procedeva quindi a realizzare il modello in creta, grande al vero, avvalendosi di uno scheletro portante composto da un asta in ferro, alta quanto l opera da eseguire, e collegata a più piccole aste metalliche munite alle estremità di crocette di legno. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

21 Questo nuovo metodo, ideato da Canova e applicato fin dal tempo del Monumento di Clemente XIV, permetteva di far reggere la creta anche in macchine grandi e in figure fuori di piombo, con il vantaggio di poter valutare, prima di por mano al marmo, le proporzioni, le incidenze luminose, l effetto generale. L acquarello di Francesco Chiarottini, esposto a Napoli, ben documenta lo studio canoviano di quegli anni, mentre era in lavorazione quel monumento funerario papale. È tutto un affaccendarsi su marmi e relativi modelli in gesso: in particolare, sulle statue della Temperanza e del Papa ancora con i telai lignei sovrastanti da cui pendono i fili a piombo. Un giovane aiutante tiene i capi della corda con cui far ruotare il violino o asta da petto, mentre grandi compassi usati per misurare le distanze fra i punti giacciono ai piedi della Mansuetudine: accanto, su uno sgabello, la mano del pontefice. In fondo all altro ambiente, Teseo vincitore del Minotauro e Dedalo e Icaro, gessi evidentemente, e una serie di teste su una mensola, indice di un intensa attività e di sperimentazioni già in quegli anni. Lo stesso scultore in una lettera a Quatremère de Quincy (17 gennaio 1810: Il carteggio, 2005, p. 118) ricorda di aver avuto la temerità d intraprendere i modelli delle statue del Monumento Ganganelli, della stessa grandezza: cosa non più accostumata in Roma prima di quell epoca, mentre tutto lavoravasi nello stucco, quando dovevano fare un modello poco più grande della metà del vero. Ho penato alquanto anch io, ma coll operare ho trovata la via, che conviene sia buona, subito che tutti hanno abbandonato il modellare il piccolo e in grande con lo stucco, e tutti tutti si sono attaccati alla creta in grande. Si percepisce bene l orgoglio dell artista che ha fatto cambiare la prassi esecutiva nella scultura in un centro importante come Roma alla fine del Settecento. Il passaggio dal modello in creta che una volta secca tende a sbriciolarsi a quello in gesso si attuava con la tecnica della forma persa. La creta modellata, rivestita da un leggero strato di gesso rossigno, veniva ricoperta da uno strato di gesso bianco. Asportata la creta, si colava il gesso all interno della matrice che veniva infine distrutta, procedendo con la massima cautela al comparire dell intonaco rossigno. Dopo aver fissato sul modello così ottenuto i punti chiave, i lavoranti procedevano, con adeguate strumentazioni compassi, fili a piombo, telai, alla sbozzatura del marmo, lasciando un piccolo strato di marmo in più rispetto al modello in gesso, per consentire a Canova di intervenire. Infatti, alla fine di questa fase del lavoro, il marmo veniva trasferito nella stanza di Canova, più interna nello studio, per ricevere quella ch egli stesso e i contemporanei chiamano l ultima mano : fase importantissima del lavoro esclusivamente riservata all artista, che dava gli ultimi tocchi a lume di candela. Il giovane Canova, ansioso di dar dimostrazione del suo talento, non si risparmiò nella fatica, e l eccesso d uso del trapano ( asta a petto ) gli causò una malformazione fisica consistente in una compressione delle costole di destra, ciò che sarà causa di fastidi per tutta la vita. (Giuseppe Pavanello)

22 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Cronologia 1757 nasce a Possagno (Treviso) il 1 novembre Morto il padre Pietro, la madre, Angela Zardo Fantolin, ritorna a Crespano, suo paese natale, e si risposa l anno dopo con Francesco Sartori dal quale avrà altri quattro figli: Giuseppe, Elisabetta, Maria e Giovanni Battista, poi vescovo di Mindo. Antonio rimase a Possagno col nonno Pasino e l amata nonna Caterina Ceccato Grazie all interessamento del senatore Giovanni Falier viene accolto nello studio dello scultore Giuseppe Bernardi Torretti a Pagnano d Asolo (Treviso) e successivamente a Venezia nella bottega di Santa Marina Frequenta la Pubblica Accademia del nudo a Venezia. Conosce Giambattista Mengardi e Antonio D Este Esegue due Canestri di frutta per il senatore Falier (Venezia, Museo Correr) Inizia Orfeo ed Euridice, per la villa Falier ai Pradazzi di Asolo (Venezia, Museo Correr) Nasce il fratellastro Giambattisti Sartori. Esegue una copia dei Lottatori dal gesso della collezione Farsetti (Venezia, Gallerie dell Accademia) Comincia il Dedalo e Icaro per il procuratore Pietro Pisani (Venezia, Museo Correr) Espone in piazza San Marco la statua Dedalo e Icaro. Il 9 ottobre parte per Roma, sarà ospite dell ambasciatore Zulian nel Palazzo di Venezia. Conosce il pittore Antonio Novelli, l architetto Giannantonio Selva, gli incisori Francesco Piranesi, Raffaele Morghen e Giovanni Volpato. Visita lo studio di Pompeo Batoni Il 22 gennaio compie un viaggio a Napoli per vedere le antichità di Pompei, Ercolano e Paestum Si stabilisce definitivamente a Roma. Ottiene la pensione triennale dal governo della Repubblica veneziana. L ambasciatore Zulian gli commissiona una statua a piacere. Esegue il Teseo sul Minotauro (Londra, Victoria and Albert Museum). con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

23 1795 Si colloca a Napoli, in palazzo Berio, Venere e Adone (Ginevra, Musée d Art et d Histoire). Parte per Venezia dove viene collocata la Stele per Angelo Emo (Venezia, Museo Storico Navale) Termina il modello di Ercole e Lica ed esegue il marmo della prima Ebe (Berlino, Neue Nationalgalerie) Napoleone dichiara Canova sotto la protezione dell Armata d Italia In maggio ritorno a Possagno. Viaggio con il senatore Abbondio Rezzonico in Austria e Germania. A Vienna gli viene commissionato dal duca Alberto di Sassonia il Monumento funerario di Maria Cristina d Austria A Possagno dipinge il Compianto di Cristo (Possagno, Tempio) Esegue il modello della statua colossale di Ferdinando IV di Borbone (Napoli, Museo Archeologico ). Si applica a scolpire le statue di Perseo trionfante, Creugante, Damosseno: tutte acquistate dal papa Pio VII per i Musei Vaticani È nominato ispettore generale delle Antichità e Belle Arti dello Stato della Chiesa, dell Accademia di San Luca, dei Musei Vaticani e del Campidoglio. Va a Parigi per eseguire il ritratto di Napoleone Bonaparte Esegue il modello della statua colossale di Napoleone come Marte Pacificatore Esegue il Ritratto di Pio VII da donare a Napoleone (Versailles, Château); gli viene commissionato il Monumento funerario di Vittorio Alfieri dalla contessa d Albany, che sarà inaugurato nel 1810 (Firenze, basilica di Santa Croce); esegue la Venere italica che sarà completata nel 1812 (Firenze, Galleria Palatina) e riceve dal principe Camillo Borghese la commissione per Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice Esegue il modello per la statua di Letizia Ramolino Bonaparte. A Vienna viene collocato il Monumento funerario di Maria Cristina d Austria (Vienna, Augustinerkirche) Termina la statua di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (Londra, Apsley House). Inizia la Danzatrice con le mani sui fianchi (San Pietroburgo, Ermitage) eseguita per Giuseppina de Beauharnais. Inizia la Stele funeraria per il conte Alessandro de Souza Holstein (Roma, chiesa di Sant Antonio dei Portoghesi) e il Compianto della contessa de Haro (Possagno, Gipsoteca) Termina la Stele funeraria di Giovanni Volpato (Roma, basilica dei Santi Apostoli). Riceve dal re Giuseppe Bonaparte l incarico di eseguire il Monumento equestre per Napoleone da collocare a Napoli Termina la statua di Paolina Borghese (Roma, Galleria Borghese), il Ritratto di Domenico Cimarosa (Roma, Protomoteca Capitolina), il Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte (Chatsworth, Devonshire Collection). Stipula il contratto per la fusione in bronzo della statua di Napoleone come Marte pacificatore (Milano, cortile dell Accademia di Brera).

24 1813 Ritrae Juliette Recamier come Beatrice (Lione, Musée des Beaux-Arts). Esegue il modello delle Grazie (Possagno, Gipsoteca) Realizza il modello della Religione. Termina, per il banchiere Torlonia, la statua colossale di Ercole e Lica (Roma, Galleria d Arte Moderna e Contemporanea). Si reca a Parigi per recuperare delle opere d arte trafugate da Roma e dall Italia. Si reca a Londra, per dare un giudizio sui marmi del Partenone, portati in Inghilterra da Lord Elgin. Gli viene commissionata la statua di Marte e Venere (Londra, Buckingham Palace). Riceve dal duca di Bedford la commissione di una replica delle Grazie (Londra, Victoria and Albert Museum-Edimburgo, National Galleries of Scotland) Scolpisce la quarta versione della statua di Ebe (Forlì, Musei San Domenico) A Napoli viene fuso il cavallo per il Monumento a Carlo III di Napoli Cenotafio degli Stuart (Roma, San Pietro). L 11 luglio Canova è a Possagno per la posa della prima pietra di Tempio. Porta a termine Teseo in lotta col Centauro, iniziato nel 1804 (Vienna, Kunsthistoriches Museum) Statua di George Washington per lo stato della North Carolina (già a Raleigh, USA, distrutta); statua di Pio VI orante iniziata nel 1817 (Roma, ora nelle grotte della basilica di San Pietro) Ritornato a Possagno, si ammala e viene portato a Venezia, dove muore il 13 ottobre. I funerali si celebrano a San Marco il 16 ottobre. È sepolto nel Tempio di Possagno Giambattista Sartori Canova vende lo studio di Roma. I gessi sono trasportati a Possagno Viene inaugurato il Monumento funebre a Canova nella chiesa dei Frari di Venezia Consacrazione del Tempio di Possagno. Le spoglie del grande artista vengono deposte nel monumento ideato inizialmente per il marchese Berio Giambattista Sartori Canova lascia al di Bassano i disegni, il carteggio, la biblioteca, vari gessi e dipinti di Canova La nuova Gipsoteca e la Casa di Canova sono donate al Comune di Possagno da Giambattista Sartori Canova.

25 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Scheda catalogo CANOVA E L ANTICO Formato: 24x28 cm Pagine: 320 Edizioni disponibili: italiano In libreria: aprile 2019 Edito da Electa A cura di Giuseppe Pavanello Pubblicato in occasione della mostra Canova e l Antico (MANN Museo Archeologico di Napoli, 28 marzo 30 giugno 2019), il volume, a cura di Giuseppe Pavanello, tra i massimi studiosi dell artista, mette in luce il rapporto continuo, intenso e fecondo che legò Canova al mondo classico e che lo rese, agli occhi dei suoi contemporanei, un novello Fidia, ma anche un artista capace di scardinare e rinnovare l Antico guardando alla natura. Proprio il dialogo - quasi un contrappunto - fra opere di Canova e opere classiche, trattato in maniera approfondita nel catalogo grazie alla presenza di schede e raffronti tra i diversi capolavori, costituisce il nucleo e la novità della mostra, che evidenzia un rapporto unico tra un artista moderno e l arte antica. Canova si rifiutò sempre di realizzare copie di sculture antiche, reputandolo lavoro indegno di un artista creatore. Il suo colloquio con il mondo classico era invece profondo, generato dalla volontà di far rinascere l Antico nel Moderno e di plasmare il Moderno attraverso il filtro dell Antico: per Canova, una profonda istanza creativa, nel senso pieno del termine. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

26 Saggi a cura di: Giuseppe Pavanello Grande come gli Antichi Rosanna Cioffi Febbraio 1780, Canova a Napoli Leonardo Di Mauro Napoli e dintorni visti e descritti da Giuseppe Pavanello Canova e Napoli Paolo Mariuz Il Monumento equestre di Napoleone Bonaparte, poi di Carlo III Orietta Rossi Pinelli Copie, restauri, mercato dei marmi antichi nella Roma di Canova Paolo Giulierini Canova e il mondo etrusco Antonio Pinelli Canova e la tutela/recupero delle opere d arte Maria Elisa Micheli collezionista di antichità Mario Guderzo L eterno ritorno: Canova e Possagno Chiara Casarin Canova a Bassano. Ieri, oggi e domani Carmela Capaldi e la formazione del Real Museo Borbonico Fernando Rigon Canova: la mitologia della letteratura classica Schede a cura di: Sergej Androsov Valentina Cosentino Ruggero Ferrajoli Angela Luppino Stefano Pagliantini Giuseppe Pavanello Serena Venditto Andrea Zanella

27 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Nico alla scoperta di Canova CONTINUANO LE AVVENTURE DI NICO AL MANN DI NAPOLI, NEL NUOVO VOLUME ILLUSTRATO, EDITO DA ELECTA, DI BLASCO PISAPIA E VALENTINA MOSCON. Il Museo Archeologico di Napoli si rivolge da sempre con grande attenzione anche ai più piccoli. In occasione della mostra Canova e l Antico, torna così un interessante inziativa editoriale con la pubblicazione del secondo volume illustrato che vede protagonista Nico, personaggio che i giovanissimi visitatori del MANN hanno imparato a conoscere e che vive le sue avventure alla scoperta ora del museo, ora dei più importante eventi espositivi promossi dal MANN. Nico alla scoperta di Canova, edito da Electa, segue infatti il volume uscito in occasione della riapertura della sezione egizia del Museo Archeologico di Napoli (Nico alla scoperta del MANN). con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

28 Con i testi di Blasco Pisapia, apprezzato illustratore, disegnatore e sceneggiatore di storie a fumetti, tra le firme di Topolino - e i disegni dello stesso Blasco Pisapia e di Valentina Moscon, illustratrice e character designer, docente di Colorazione digitale all Accademia di Belle Arti Europea dei Media di Milano, la nuova avventura di Nico condurrà i lettori tra i capolavori di Canova, riuniti per l occasione nelle sale del MANN, in ideale confronto con l arte antica. Chissà cosa combinerà Nico e quali strani personaggi incontrerà questa volta! L iniziativa rientra nel progetto OBVIA ideato per il MANN dall Univeristà degli Studi Federico II di Napoli. Gli autori BLASCO PISAPIA (ARIANO IRPINO, 1967) Architetto, fumettista, illustratore, vive tra Napoli e Milano. Dal 1997 collabora con Disney Italia, e poi con Panini Comics, come disegnatore e sceneggiatore di storie a fumetti, che appaiono regolarmente su Topolino e sulle altre testate Disney. Come illustratore, ha pubblicato con Dami, De Agostini, Mondadori, Piemme, San Paolo ed altri. Il suo graphic novel Il pastore della meraviglia, ispirato all omonimo romanzo di Gennaro Matino e edito da San Paolo, ha vinto il premio Fullcomics 2012 come Miglior Fumetto per ragazzi. VALENTINA MOSCON (BOLZANO, 1991) Illustratrice e character designer. Lavora a Milano come illustratrice freelance nel campo dell editoria per ragazzi, del fumetto e dell illustrazione pubblicitaria. Nel 2014 esordisce nel mondo del boardgame, collaborando in seguito con alcune tra le più importanti case editrici americane e europee (AEG, CMON, Game Factory, Giochi Uniti, Cranio Creations e altre). Dal 2017 è docente di Colorazione digitale presso l Accademia di Belle Arti Europea dei Media di Milano (ACME).

29 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Topolinio Canova e la scintilla poetica IN OCCASIONE DELLA MOSTRA CANOVA E L ANTICO, UNA NUOVA STORIA A FUMETTI SUL SETTIMANALE TOPOLINO IN EDICOLA IL 1 MAGGIO ANNO 1787, TOPOLINIO CANOVA RAGGIUNGE NAPOLI Canova sbarca nel mondo di Topolino. Il settimanale della Panini Editore pubblicherà infatti, in occasione della mostra Canova e l Antico in programma al MANN di Napoli dal 28 marzo al 30 giugno, la storia a fumetti Topolinio Canova e la scintilla poetica. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

30 L avventura, scritta e disegnata in maniera magistrale dall autore napoletano Blasco Pisapia, è un omaggio al grande artista neoclassico e si inserisce nel filone educational che unisce l umorismo delle storie di Paperi e Topi a eventi culturali di grande rilievo. La vicenda, ambientata nell anno 1787, narra del viaggio che Topolinio Canova compie a Napoli insieme al suo amico e collega Pippin Hamilton, alla scoperta delle sculture antiche conservate nella città partenopea. Qui, Topolinio Canova conta di uscire dalla crisi creativa che lo attanaglia e dalla quale riemerge realizzando il suo capolavoro, Amore e Psiche. «Siamo orgogliosi di unire intrattenimento e cultura sulle pagine di Topolino dichiara Davide Catenacci, caporedattore Comics della Panini Spa. È una nostra tradizione, che grandi autori e personaggi magnifici rendono possibile, ogni settimana, grazie a un medium accessibile come il fumetto.» Topolinio Canova e la scintilla poetica sarà pubblicata su Topolino n. 3310, in edicola dal 1 maggio. L iniziativa rientra nel progetto OBVIA ideato per il MANN dall Univeristà degli Studi Federico II di Napoli.

31 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli C+ by Magister: suggestioni immersive AL MANN, IN OCCASIONE DELLA MOSTRA CANOVA E L ANTICO, DUE INSTALLAZIONI, TRA EMOZIONE E CONOSCENZA, DEDICATE AL PIÙ GRANDE INTERPRETE DEL NEOCLASSICISMO Dal 28 marzo al 30 giugno 2019, C+ by Magister in occasione della grande mostra dedicata a Canova, il pubblico potrà farsi affascinare da due installazioni immersive dedicate al più grande interprete del Neoclassicismo, raccontato attraverso un viaggio dal micro al macro, dalla farfalla di Amore e Psiche al gigante Ercole che scaglia Lica, ai grandi miti scolpiti nel bianco marmo, fino alle tempere policrome su fondo scuro dedicate alla danza. Le installazioni ideate e prodotte da Cose Belle d Italia Media Entertainment e ospitate in due architetture scenotecniche dal diametro di 6 metri, offriranno ai visitatori un esperienza ricca di dettagli, narrazioni, intervalli dal respiro più ampio, dedicati a uno dei più appassionanti processi creativi della storia della scultura europea. Ad accompagnare il pubblico in un percorso tra spettacolo e approfondimento, emozione e conoscenza sarà la voce di Adriano Giannini mentre la colonna sonora originale è stata affidata al compositore e violoncellista Giovanni Sollima. A introdurre la narrazione sarà il direttore del MANN, Paolo Giulierini. A concluderla, Giuseppe Pavanello che dedica una riflessione finale al rapporto tra Canova e Napoli. C+ by Magister è una nuova declinazione di Magister Canova, progetto espositivo presentato nel 2018 a Venezia, nato da un rigoroso lavoro di ricerca a cura di Mario Guderzo, Direttore della Gypsotheca e Museo di Possagno, Membro del Comitato per l Edizione delle Opere di Antonio Canova, e del Comitato Scientifico del CAM e Giuliano Pisani, filologo classico e storico dell arte, Accademico Galileiano, Membro del Comitato dei Garanti per la promozione della Cultura Classica del MIUR e dal comitato scientifico composto da Giuseppe Pavanello, Professore Ordinario di Storia dell Arte Moderna, Steffi Roettgen, Professore Emerito all Università Ludwig - Maximilians di Monaco, Johannes Myssok, Vice Rettore dell Accademia Kunstakademie di Düsseldorf, e Andrea Bellieni, curatore del Museo Correr di Venezia che hanno lavorato in stretta collaborazione con la direzione artistica ed esecutiva di Luca Mazzieri e Alessandra Costantini e con la supervisione creativa di Renato Saporito.. Magister è l innovativo format espositivo ideato e prodotto da Cose Belle d Italia Media Entertainment con l obiettivo di promuovere la bellezza attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, rivitalizzandolo in chiave contemporanea. Il format con un programma aperto all internazionalizzazione - consente ai visitatori di compiere un percorso di alto profilo scientifico nel quale allestimento, conoscenza e spettacolo si fondono per creare un esperienza unica. Tra i progetti realizzati e presentati in anteprima alla Scuola Grande della Misericordia di Venezia: Magister Giotto (2017) e Magister Canova (2018), percorsi installativi di forte impatto scenografico, nati dall approfondimento critico di Comitati Scientifici di spessore internazionale. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

32 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli Scheda informativa Info e prenotazioni Museo Archeologico di Napoli Piazza Museo, Napoli museoarcheologiconapoli.it T: Date 28 marzo 30 giugno 2019 Orari Aperto tutti i giorni (tranne il martedì) ore Le operazioni di chiusura iniziano alle Biglietti - intero: ridotto: gratuito per i minori di 18 anni - gratuito per tutti la prima domenica di ogni mese. Per ulteriori agevolazioni e riduzioni, visita la pagina agevolazioni del sito Mibac. Prenotazioni ingresso e visite a cura di Coopculture dall Italia dall estero e da cellulare dal lunedì al venerdì, ore e sabato ore prenotazione obbligatoria per le scuole da febbraio a maggio. OpenMANN I titolari dell abbonamento (tipologie adulti, family, Young e corporate) hanno diritto ad ingressi illimitati per visitare la collezione permanente e l esposizione su Canova, così come le altre mostre temporanee in programma Laboratori didattici a cura del Servizio Educativo del MANN Responsabile: Lucia Emilio lucia.emilio@beniculturali.it T: Uffici stampa MANN Ufficio comunicazione Responsabile: Antonella Carlo antonella.carlo@beniculturali.it T: Villaggio Globale International Antonella Lacchin T: M: lacchin@villaggio-globale.it scarica le immagini ad alta definizione su: bit.ly/canova_napoli con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

33 28 marzo ~ 30 giugno 2019 Museo Archeologico di Napoli In occasione della grande mostra Canova e l Antico, si conferma la collaborazione tra il MANN ed il Consorzio UNICOCAMPANIA: i visitatori che porteranno in biglietteria il ticket integrato Campania per il trasporto pubblico locale, ticket personalizzato con la grafica dell esposizione, avranno diritto ad uno sconto di 2 euro per accedere al Museo (la promozione è valida per tutta la durata dell esposizione). L iniziativa è stata resa possibile grazie alla sensibilità del Consorzio UNICOCAMPANIA, che ha da sempre ha a cuore la promozione della cultura nel territorio regionale. con il sostegno con il patrocinio di con la collaborazione di organizzazione generale di catalogo

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