Narrativa Aracne 187

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Nicolo Baroni
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1 Narrativa Aracne 187

3 morte di una madre di Alessio Nunnari

4 Copyright mmxi ArACne editrice S.r.l. editrice.it editrice.it via raffaele Garofalo, 133/A-B roma (06) isbn I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. i edizione: febbraio 2011

di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono

5 A tutti quelli che combattono il dolore con il ricordo e con l amore

7 indice 9 Avvertenza 13 L inizio dell inferno 19 il tempio del male 27 Quella sadica signora che è la sorte 33 Quando l anima cominciò a sanguinare 43 La notte più brutta della mia vita 51 equilibrismi pericolosi 63 A contatto col male 81 momenti di tenerezza 95 il contrappunto del male 111 Verso la fine 125 L amicizia, quella vera 141 tradimento, abbandono e ipocrisia 149 è finita 161 un vuoto che stordisce, annienta, divora 175 Lettera a mia madre 183 Conclusioni 185 Aforismi sul dolore 191 Filmografia sul dolore 7

tenerezza 95 il contrappunto del male 111 Verso la fine 125 L amicizia, quella vera 141 tradimento, abbandono e ipocrisia 149 è

9 Avvertenza Questo è un libro per raccontare e raccontarmi quello che è successo. Per rivivere. Per non dimenticare. Per non avere paura. un libro per trovare il coraggio di guardare in faccia la vita, la realtà, il dolore. Per avere la forza di affrontare il passato, il presente e soprattutto il futuro. É il dramma più atroce che un ventiduenne possa subire, la tragedia più devastante che un anima possa soffrire, lo strappo più violento che un cuore possa sopportare. è la morte di una madre. di mia madre. oltre a raccontare le tappe, i personaggi, i luoghi e le trame che hanno fatto da sfondo e da palcoscenico a questa tragedia, con la seguente testimonianza vorrei soprattutto occuparmi di come ho reagito e di come sto reagendo. dentro e fuori. Più dentro che fuori. Vorrei far rivivere le sensazioni, le emozioni, i pensieri. Quella struggente tristezza che mi ha accompagnato durante la malattia e che mi sta tormentando dopo la morte. Quella violenta dolcezza che ogni volta che penso a mia madre mi impedisce di essere realista. Quella massacrante nostalgia che è l eredità più straziante che un figlio possa ricevere. mia madre si chiamava Fabrizia Cipriani. É morta a 45 anni, il 21 ottobre 2006, a causa di un adenocarcinoma polmonare. 9

É il dramma più atroce che un ventiduenne possa subire, la tragedia più devastante che un anima possa soffrire, lo strappo più violento che un cuore possa sopportare. è la morte di una madre.

11 La morte di una persona cara ti strappa l anima. La morte di una madre ti strappa la vita.

13 L inizio dell inferno era l estate del 2005, il mese di giugno. una mattinata tranquilla e piena di sole. ero in casa, quella di Gavignano, paesino di circa millesettecento anime in provincia di roma. Con me c erano mia madre e i miei due fratelli, Flavio e Fabrizio. mio padre, invece, era fuori per lavoro, in Calabria. erano più o meno le dieci del mattino. ricordo bene che nel salone c era una rappresentante di aspirapolveri. o qualcosa del genere. Stava facendo un baccano insopportabile. io ero al piano di sopra, nella mia camera da letto, a studiare, quando decisi di scendere a vedere cos era quel trambusto. La prima cosa che notai, insieme alle varie attrezzature sparse per terra e a quell istrionica signora che le manovrava, fu lo strano atteggiamento di mia madre: seduta, o meglio sprofondata sulla poltrona, come irrigidita, agitata, impaurita. Atteggiamento decisamente inconsueto per lei in presenza di un ospite. non l avevo mai vista così. Sembrava quasi non avere la forza di ascoltare quella rappresentante. La quale, peraltro, continuava imperterrita a fare il suo lavoro. Capii subito che c era qualcosa che non andava. Finalmente quella dimostrazione finì e la scomoda visitatrice se ne andò. Fu allora che io e i miei fratelli chiedemmo a nostra madre cosa avesse. Ci rispose che provava una strana sensazione alla gola, come qualcosa che la stringesse, che la bloccasse. Facemmo la cosa più naturale, direi quasi ovvia, da fare in questi frangenti: la portammo al più vicino pronto soccorso, quello dell ospedale di Colleferro, a pochi chilometri da Gavignano. 13

ricordo bene che nel salone c era una rappresentante di aspirapolveri. o qualcosa del genere. Stava facendo un baccano insopportabile.

14 14 Alessio nunnari Avevamo tutti la sensazione, oltre che la speranza, che non fosse nulla di grave. Cosa mai poteva essere? Sicuramente un piccolo fastidio. mia madre era sempre stata benissimo. insomma, eravamo tranquilli. tanto più che ci disse di aver sollevato, qualche giorno prima, un carico molto pesante e di essersi sentita male in seguito a quello sforzo. Quindi, in qualche modo, ci tranquillizzammo. Poi, però, il medico dell ospedale ci disse che bisognava ricoverarla. Quella notizia ci spiazzò. Allora c era qualcosa di serio! il medico si limitò a spiegare che bisognava fare degli accertamenti, ma che, in sostanza, non era nulla di grave. il tempo di una tac e sarebbe tornata a casa. Quel tempo durò dieci giorni! il macchinario utilizzato per quell esame, a Colleferro, era fuori uso e l accertamento andava eseguito presso il vicino ospedale di Anagni. dieci giorni per liquidare questa operazione! Fatto sta che la tac fu eseguita, e quella fu la chiave che ci aprì la porta. La porta di un inferno durato un anno e mezzo. Prima di raccontare per filo e per segno il calvario che ne seguì, mi sembra giusto dire qualcosa di più, e di più preciso, su mia madre. Penso sia doveroso descriverla fisicamente e moralmente. il che, oltre a essere motivo di miglior comprensione per voi lettori, rappresenta anche un elemento strutturale del testo, se così si può dire. nel senso che, a parte il fatto che è lei, oltre alla mia sofferenza, la protagonista del libro, la misura della mia disperazione è data dalla sua grandezza, per l appunto fisica e morale. tutto ruota intorno a lei. Fabrizia Cipriani nasce a Gavignano il 30 Aprile del Sua madre, Luisa Baiocchi è una casalinga, sebbene da giovane abbia fatto la magliaia, occupazione molto comune per le donne gavignanesi del dopoguerra. Suo padre, Vincenzo Cipriani è un infaticabile falegname, o meglio un artigiano, secondo molti un vero e proprio artista. e già per raccontare la vita la vita di questi due straordinari personaggi servirebbe un libro intero. e poi c è la sorellina, Gabriella Cipriani mia zia da tutti, e da mia madre particolarmente, ribattezzata teneramente Lella. una ragazza con una grave sindrome di down, dalla dolcezza sconfinata, pari soltanto alla sua sfortuna, e a quella dei suoi genitori. mamma ha risentito moltissimo della sua particolare condizione familiare. una sorella così diversa dalle altre, con la quale non po-

Quindi, in qualche modo, ci tranquillizzammo. Poi, però, il medico dell ospedale ci disse che bisognava ricoverarla. Quella notizia ci spiazzò. Allora c era qualcosa di serio!

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