OGGETTO: Variante PEC area T5-ni Verifica di assoggettabilità alla procedura di VAS secondo l art 12 del D.Lgs. 4 del 2008.

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1 Prot. n. Inoltrare esclusivamente tramite 45/2017A/ARPA B2-04 VAS VARIANTE PEC T5-ni Comune di Bra Piazza Caduti per la libertà, Bra (CN) Riferimento prot. Comune di Bra n del , prot. Arpa Piemonte n del COMUNE DI BRA Comune di Bra E COPIA CONFORME ALL'ORIGINALE DIGITALE Protocollo N /2017 del 24/02/2017 Firmatario: IVO RICCARDI OGGETTO: Variante PEC area T5-ni Verifica di assoggettabilità alla procedura di VAS secondo l art 12 del D.Lgs. 4 del Con la presente si trasmette il contributo, in qualità di Ente con competenze in materia ambientale, in merito alla variante in oggetto. Visto il precedente parere prot del 24/03/2015, con la quale Arpa Piemonte indicava l integrazione delle NTA, e avendo queste recepito quanto proposto; Visto il piano di monitoraggio ambiante; Vista la documentazione tecnica in merito alla variante in oggetto, si ritiene che tale previsione non abbia particolari effetti ambientali tali, da essere assoggetta a Valutazione Ambientale Strategica oltre le considerazioni già affrontate dal professionista. A disposizione per eventuali chiarimenti, si porgono cordiali saluti. IL RESPONSABILE STRUTTURA SEMPLICE Di PRODUZIONE Dr. Ivo RICCARDI (firma digitale) Il Funzionario Istruttore: Dr. Arch. Fabio Lucchese Telefono f.lucchese@arpa.piemonte.it Variante PEC area T5-ni Pagina 1 di 1 Codice Fiscale Partita IVA Struttura Complessa Dipartimento provinciale di Cuneo Via Vecchia di Borgo San Dalmazzo, Cuneo - Tel fax direzione.cuneo@arpa.piemonte.it

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7 Codice Fiscale e Partita IVA n Sito web: P.E.C.: protocollo@provincia.cuneo.legalmail.it SETTORE TUTELA DEL TERRITORIO Ufficio Pianificazione Corso Nizza, Cuneo Tel Fax CE/ Rif. progr. int. Classifica: _08.04/ Ill.mo Sig. Sindaco del Comune di BRA (CN) Allegati n. Risposta Vs. nota Rif. ns. prot. prec. COMUNE DI BRA Comune di Bra E COPIA CONFORME ALL'ORIGINALE DIGITALE Protocollo N /2017 del 16/03/2017 Firmatario: LUCIANO FANTINO OGGETTO: : D.Lgs. 16 gennaio 2008 n. 4, Deliberazione di Giunta Regionale 9 giugno 2008, n PEC variante n.02/2015 del PRGC di Bra. Fase di verifica preventiva di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica - Parere ambientale. Con riferimento alla proposta in oggetto - sottoposta a fase di verifica preventiva di assoggettabilità alla VAS e trasmessa a questa Provincia in qualità di soggetto competente in materia ambientale - in data con prot. di ric. n a seguito esame della relativa documentazione, per l espressione del parere di competenza, si dà conto dei seguenti contributi formulati dagli Uffici provinciali interessati nell istruttoria: Settore Viabilità: Il Settore Viabilità, presa visione della documentazione trasmessa, per quanto riguarda la viabilità di accesso al PEC dalla SP 661, regolata da impianto semaforico, ritiene ribadire le medesime osservazioni trasmesse alla Città di Bra con nota prot del 16/02/2016: La tavola di viabilità inoltrata, rispetta quanto concertato con il progettista del PEC, pertanto si esprime parere favorevole alla soluzione prevista, eventuali adeguamenti potranno essere richiesti in sede di progettazione esecutiva. Prima della realizzazione dell intervento, si dovrà richiedere il necessario nulla osta al Settore Viabilità Reparto di Alba, sulla base di specifici progetti esecutivi riguardanti anche l impianto semaforico. Tutte le opere previste in sede di nulla osta saranno a carico dei Proponenti il PEC o dell Amministrazione Comunale. La gestione dell impianto semaforico e dell impianto di illuminazione deve essere posta a carico dell Amministrazione Comunale. Si ritiene, ancora ribadire che l impianto semaforico e tutte le opere interessanti l intersezione con la SP661 dovranno essere realizzate antecedentemente al rilascio del certificato di agibilità/abitabilità per la prima costruzione. Ufficio Protezione Civile: COMPATIBILITA CON IL PIANO PROVINCIALE E COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

8 Per quanto concerne gli aspetti legati alla valutazione dell incidenza dei rischi naturali ed antropici sul territorio, la pianificazione urbanistica comunale deve risultare coerente sia con i contenuti del piano provinciale di protezione civile, sia con la valutazione degli scenari di rischio che gravano sul territorio elaborata all interno del piano comunale di protezione civile, così come previsto dalla vigente normativa nazionale e regionale (Legge n.225/1992; D.Lgs. n.112/1998; LR n.44/2000; LR n.07/2003 e relativi Regolamenti). Al proposito, si richiama il Capo 3, Artt. 4 e 5 del regolamento attuativo della LR n.07/2003 Regolamento regionale di programmazione e pianificazione delle attività di protezione civile n.7/r del 18/10/2004, che prevede la trasmissione del piano comunale/intercomunale di protezione civile alla Provincia ed alla Prefettura - Ufficio Territoriale di Governo per la formulazione di eventuali osservazioni. Gli strumenti urbanistici comunali, inoltre, non dovranno risultare in contrasto con il quadro del dissesto e la classificazione di sintesi del territorio Comunale, come previsto dalla Circolare Regionale 7/LAP e dalla relativa Nota Tecnica Esplicativa (dicembre 1999). In linea generale, per quanto riguarda gli aspetti legati alla protezione civile, è opportuno che le infrastrutture di tipo strategico (viabilità, servizi pubblici e scuole), le nuove edificazioni e le attività produttive non vengano previste ed inserite in aree ad elevata pericolosità (Circolare Regionale 7/LAP/ Classe III), in riferimento alla necessità di escludere potenziali peggioramenti dell evoluzione dei fenomeni di dissesto presenti. In assenza di alternative praticabili, per gli interventi non altrimenti localizzabili e qualora previsto dalla Circolare menzionata, occorre programmare l'esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche e geotecniche mirate a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio e prevedere i necessari interventi di riassetto territoriale che, una volta collaudati, determinino l eliminazione e/o la minimizzazione della pericolosità. Ufficio Pianificazione: In particolare per l intervento in oggetto si evidenzia quanto segue: dalle informazioni territoriali, contenute della banca dati provinciale, l area ricade in classe II (Seconda) nella Carta d uso dei Suoli di pianura e in zona soggetta a Vincolo Idrogeologico. Si segnala inoltre che da informazioni desunte dalla Carta Archeologica della Provincia di Cuneo, risulta che nella zona sono stati ritrovati reperti di epoca romana. Dalle indicazioni contenute nelle schede testuali risulta che sono state ritrovate almeno tre tombe romane poco oltre la fraz. Bandito, a valle della collina Terrafini, lungo la strada Bra-Torino. In riferimento a tale ritrovamento si segnala la necessità di contattare ed interessare la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte prima dell avvio delle opere di movimento terra; in merito alle altezze degli edifici si ritiene di osservare che le disposizioni contenute nell art. 34 delle Norme di attuazione prevedono per le aree T5-ni, altezze massime di due o tre piani fuori terra, ( T5-ni Tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di lotti liberi inseriti in un tessuto prevalentemente di tipo T5, quindi costituito da edifici isolati o a schiera, principalmente plurifamiliari e caratterizzati da massimo 2 o 3 piani fuori terra con giardino di pertinenza ). Alla luce delle disposizioni sopraesposte si ritiene pertanto di raccomandare che tali prescrizioni vengano applicate a tutti gli edifici in progetto. Ufficio Acque: In considerazione della bassa significatività delle casistiche in argomento rispetto alle competenze di cui è titolare l Ufficio si ritiene che le citate casistiche non necessitino della successiva procedura di Valutazione Ambientale Strategica. In ogni caso dovrà essere garantita la compatibilità con: Piano di Gestione del Distretto idrografico del fiume Po. Riesame e aggiornamento al 2015 per il ciclo di pianificazione ; Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte;

9 Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI), annessa Deliberazione n 8 del del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del Fiume Po e Piano di Gestione del Rischio Alluvione; Si indicano, inoltre, le seguenti condizioni/indicazioni, da inserire nel provvedimento conclusivo: non interferenza con le aree di salvaguardia delle captazioni ad uso potabile; impossibilità di prevedere la costruzione di captazioni idriche che consentano la comunicazione tra la falda freatica e le falde profonde ai sensi dell art. 2, comma 6 L.R. 30 aprile 1996 n 22 e s.m.i.; non interferenza con i diritti delle concessioni legittimamente costituite; specificazione che lo stoccaggio in cisterna dell acqua piovana dalle coperture degli edifici e dalle aree terrazzate, ai sensi dell art. 2 del D.P.G.R. 10/R e s.m.i., non è soggetta al rilascio di concessione di derivazione; segnalazione della necessità di specificare nelle norme di piano che l approvazione delle varianti di destinazione d uso del suolo non determina l attribuzione di una dotazione idrica, e che, pertanto, non può essere utilizzata acqua concessa per un differente uso senza che sia stata richiesta specifica variazione della concessione di derivazione. Si dà atto altresì che non hanno formulato valutazioni l Ufficio Cave, l Ufficio Autorizzazioni Integrate Ambientali, l Ufficio Controllo Emissioni ed Energia e l Ufficio Caccia, Pesca, Parchi e Foreste. Sulla base degli esiti istruttori sopra riportati, si esprime, per quanto di competenza, parere di non assoggettamento alla procedura di VAS ex. artt. 11 e ss. del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Distinti saluti. Il Dirigente Dott. Luciano Fantino Referente della pratica: Arch. Enrico Collino (tel. 0171/445211)

10 COMUNE DI BRA Comune di Bra E Protocollo N /2017 del 07/03/2017

11 E Protocollo N /2017 del 20/03/2017 Comune di Bra COMUNE DI BRA

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17 SCHEMI ALLACCIAMENTO TIPO ACQUEDOTTO M Pag. 1 di 2 Rev. 03 del 09/12/13 VALVOLE NON RITORNO / DISCONNETTORI Per gli impianti interni in cui si trova acqua che non presenta rischi per la salute, è sufficiente l installazione di una valvola di non ritorno ispezionabile (rubinetti di presa a monte e valle o incorporati). Per gli impianti interni in cui vi sono liquidi che presentano un considerevole rischio per la salute, è obbligatoria l installazione di una valvola disconnettrice. Non è comunque consentito collegare direttamente le condutture d acqua potabile con apparecchi, tubazioni, impianti, contenenti vapore, acque calde, non potabili o d altro acquedotto. Si elencano le tipologie d uso per le quali è prevista l installazione della valvola disconnettrice: utenze industriali e artigianali a rischio inquinamento impianti antincendio provvisti di attacco autopompa impianti di lavaggio (acqua con detergenti, tensioattivi,disinfettanti) impianti fognari e di depurazione allevamenti piscine L attivazione del contatore (apertura della valvola piombabile installata a monte del contatore) verrà effettuata solamente quando l impianto interno sarà conforme allo schema allacciamento tipo acquedotto con la relativa prescrizione stabilita in fase di preventivo. CONTATORI L utente è considerato depositario del contatore e dei relativi accessori posti all interno del vano d alloggiamento del contatore stesso ed è responsabile della cura e buona conservazione degli stessi. In particolare deve attuare i provvedimenti idonei ad evitare gli eventuali pericoli di gelo. POSA POZZETTI Per l alloggiamento dei contatori i pozzetti (senza fondo) dovranno essere delle seguenti dimensioni interne: 60 x 60 x 60 (h): sino a 3 contatori diametro ½ o ¾, n.1 contatore diametro x 80 x 80 (h) senza soletta: n.1 contatore diametro 1 ¼,1 ½ o 2, da 4 a 6 contatori diametro ½ o ¾. 100 x 100 x 120 (h): oltre 6 contatori da ½ o ¾. 120 x 120 x 120 (h): n.1 contatore uso antincendio (diam. max 3 ) e n.1 contatore per altro uso. Le dimensioni sopra indicate sono quelle minime per l installazione del gruppo contatore (vedi schemi allegati). Per eventuali installazioni di altre apparecchiature idrauliche, saranno prescritti pozzetti di dimensioni diverse. I chiusini (in ghisa sferoidale) dovranno avere una luce netta minima del diametro di 600 mm. Il pozzetto dove è alloggiato il contatore non deve contenere impianti tecnologici quali cavi d energia e telefonici, elettrovalvole, condotte di fognatura, sifoni, ispezioni, ecc.

18 SCHEMI ALLACCIAMENTO TIPO ACQUEDOTTO M Pag. 2 di 2 Rev. 03 del 09/12/13

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