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1 permettono in maniera molto efficace e veloce di informare sul rischio sismico, seguendo anche i presupposti della neogeografia (Goodchild, 2007; Trurner, 2006). Essa si pone l obiettivo di abbattere la distanza tra produttori di sapere geografico ed utilizzatori grazie, appunto, alle nuove tecnologie informatiche. La neogeografia punta sulla partecipazione alla produzione cartografica per garantire la consapevolezza di ogni comunità nell uso dei dispositivi culturali che le caratterizzano. La svolta è possibile grazie alle innovazioni tecnologiche, che richiedono competenze molto inferiori rispetto al passato per essere utilizzate. La semplificazione della produzione cartografica permette la moltiplicazione delle agenzie che producono sapere, generando una molteplicità di interpretazioni possibili dello stesso luogo, in cui acquistano spazio comunità che prima erano estromesse dalle raffigurazioni ufficiali. Questo meccanismo è una sorta di mappa mentale collettiva e uno strumento prezioso per gli studi spaziali che utilizzano le tecniche della cartografia partecipativa; inoltre, può tradursi anche in strumento di democrazia partecipativa o, piuttosto, di cittadinanza attiva, oppure, addirittura di scienza partecipativa. Infatti, questo strumento potrebbe essere utile anche ai fini della percezione dei terremoti e per conoscere le reazioni di giovani ed adulti quando si verifica un evento sismico. RIdUzIonE del RISChIo SISMICo: ASSUnzIonE degli StUdI di MICRozonAzIonE SISMICA E della CondIzIonE LIMItE di EMERGEnzA negli StRUMEntI URbAnIStICI CoMUnALI L ESPERIEnzA dei CoMUnI di PAvULLo nel frignano E LAMA MoCoGno G. De Luca 1, L. Del Maschio 2, F. Manelli 1, E. Pattuzzi 1 1 Comune di Pavullo nel Frignano (MO) 2 Geologo libero professionista Scopo e conduzione del lavoro. Il recepimento di metodologie e norme orientate alla riduzione del rischio sismico nella pianificazione urbanistica di competenza dei Comuni è un fatto recente, successivo al PTCP2009 della Provincia di Modena ed alle disposizioni della Regione Emilia-Romagna del A seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 questo tema ha purtroppo mostrato tutta la sua severità nella parte emiliana del territorio regionale e nel modenese in particolare, avendo interessato con effetti di diversa gravità, ben 18 dei 47 Comuni della Provincia di Modena, dei quali 9 hanno registrato intensità macrosismica (IMCS) maggiore o uguale a 6. Appare quindi evidente l assoluta necessità di adottare strategie cogenti volte ad un efficace riduzione del rischio sismico, aumentando i livelli complessivi di sicurezza, per contenere danni alle persone ed alle cose, come pure essere preparati ad 358

2 una efficace gestione dell emergenza; gli studi di Microzonazione Sismica e l analisi della Condizione Limite per l Emergenza rappresentano appunto due di queste strategie. Il Comune di Pavullo nel Frignano, consapevole che la conoscenza del territorio è un requisito indispensabile per un effettiva opera di prevenzione, anche ai fini della riduzione del rischio sismico, ha colto l opportunità dei contributi pubblici per la redazione degli studi di microzonazione sismica di cui all Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 4007/2012, per integrare i propri strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica con studi ed analisi specifiche. Il Comune di Pavullo è rientrato nell elenco degli enti ammessi ai contributi assegnati con delibera di Giunta Regionale dell Emilia Romagna n.1302/2012; il livello di approfondimento dello studio di microzonazione sismica (MS) effettuato è il livello 2, corredato anche dell analisi della Condizione Limite dell Emergenza (CLE); il cofinanziamento è subordinato all impegno del Comune ad assumere gli esiti della MS nel proprio Piano Strutturale Comunale, come espresso con deliberazione di Giunta comunale n. 56 del Conduzione del lavoro e sinergie tra enti. La redazione degli studi di Microzonazione e le Analisi della Condizione Limite di emergenza è avvenuta attraverso un percorso unitario e coordinato, attuato dalle Amministrazioni Comunali di Pavullo nel Frignano e Lama Mocogno, anche quest ultimo destinatario di contributi pubblici di cui al medesimo atto deliberativo regionale e per analogo livello di approfondimento. I comuni di Pavullo nel Frignano e Lama Mocogno si caratterizzano per omogeneità geomorfologica oltre che per contiguità territoriale; entrambi i comuni risultano dotati di strumenti urbanistici di recente formazione (Piani strutturali) adeguati alla L.R. 20/2000. Il percorso attuato si è distinto solo nella fase iniziale della selezione del professionista per gli specifici studi di MS, dove ogni amministrazione ha proceduto singolarmente all espletamento delle procedure per la selezione ed affidamento dell incarico. Entrambe le amministrazioni hanno scelto di indirizzare tutte le risorse economiche (finanziamento - confinanziamento) verso gli studi di MS mentre le anali relative alla CLE sono state svolte da personale interno alle singole Amministrazione Comunali con un lavoro trasversale a diversi settori dei singoli enti e che ha coinvolto i Servizi Edilizia-Urbanistica, Lavori Pubblici e Protezione Civile. L intera attività è stata realizzata con la preziosa collaborazione del Servizio Pianificazione Urbanistica Territoriale e Cartografica della Provincia di Modena, sulla base di un accordo di collaborazione convenuto alla fine del 2012 e con la regia della Regione Emilia-Romagna. L accordo di collaborazione attiene ai seguenti oggetti specifici: - redazione della cartografia di Piano e delle norme urbanistiche di entrambi i Comuni ad integrazione dei vigenti PSC, sulla base degli esiti degli Studi di Microzonazione Sismica realizzati in conformità alla citata DGR 1302/2012, ai fini del loro adeguamento; - coordinamento generale sulle attività previste dalla DGR 1302/2012 e con particolare riguardo alla informatizzazione dei dati derivanti dall analisi della Condizione Limite di Emergenza (CLE) da parte dei Comuni di Pavullo nel Frignano e di Lama Mocogno. La collaborazione tra Enti, che ha colto le opportunità dell art.15 della legge regionale 20/2000, Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio, testimonia l esempio concreto di positive sinergie tra differenti livelli istituzionali in cui sono state valorizzate competenze, professionalità, tecnologie e risorse strumentali presenti nella pubblica amministrazione, assicurando un efficace controllo della qualità dei prodotti e realizzando significative economie di scala che hanno ridotto tempi e costi della pianificazione urbanistica comunale. Gli esiti di tali studi sono stati resi pubblici ed illustrati nell ambito di un incontro pubblico aperto a tutti i cittadini, liberi professionisti, associazioni ed organizzazioni politiche, sociali ed economiche del territorio. Gli studi di Mcrozonazione Sismica. Lo studio di Microzonazione Sismica (MS) comunale è stato articolato in due fasi distinte: la prima fase, prettamente qualitativa, è servita per definire 359

3 gli scenari di pericolosità sismica locale, identificando le parti di territorio suscettibili di effetti locali (amplificazioni del moto sismico, instabilità dei versanti, ecc.). L individuazione delle aree soggette ad effetti locali si è basata su rilievi, osservazioni e valutazioni di tipo geologico e geomorfologico, svolti a scala territoriale, associati a raccolte di informazioni già esistenti alla scala comunale. Tale analisi è stata svolta prevalentemente mediante l elaborazione dei dati pregressi disponibili, integrati a misure speditive di microtremori di sismica passiva. La definizione di primo livello è stata effettuata sull intero territorio comunale ed ha portato all individuazione delle aree suscettibili di effetti locali o delle microzone omogenee in prospettiva sismica (MOPS); la definizione di primo livello consente quindi di definire gli ambiti in cui si ritiene necessario effettuare indagini ed analisi di microzonazione sismica e i livelli di approfondimento ritenuti necessari. La seconda fase ha riguardato la microzonazione sismica del territorio urbanizzato e /o suscettibile di urbanizzazione considerando un congruo intorno agli ambiti individuati per lo studio ed ai principali corridoi infrastrutturali. Lo studio ha fornito dati quantitativi sull amplificazione del moto sismico in superficie ed ha permesso la suddivisone, della parte di territorio più vulnerabile, in zone a comportamento equivalente in occasione di sollecitazione sismica. Il lavoro è stato completato da carte di sintesi e da specifiche norme, volte alla riduzione del rischio sismico, al fine di poter essere inserite nel livello pianificatorio urbanistico comunale, il Piano strutturale comunale, per orientare le scelte della corretta pianificazione verso aree caratterizzate da minore pericolosità sismica e costituire anche la base di riferimento per la progettazione edilizia. Dal punto di vista degli elaborati cartografici a corredo dello studio di microzonazione sono stati elaborati i seguenti prodotti: - carta delle indagini: in cui sono indicate le prove pregresse e quelle di nuova esecuzione, classificate sulla base della tipologia e della profondità raggiunta; - carta delle frequenze naturali dei terreni: ottenuta mediante indagini di rumori ambientali (microtremori) a stazione singola con tecnica HVSR. I dati ottenuti dalle elaborazioni di tali indagini, attraverso l analisi dei rapporti spettrali tra le componenti orizzontali e la componente verticale dello strumento, consentono di definire le modalità di vibrazione del terreno ed individuare sia la frequenza di risonanza fondamentale (valore f0) che l ampiezza (A) dei rapporti spettrali in corrispondenza delle frequenze individuate; - carta geologico-tecnica per la microzonazione sismica: riporta tutte le informazioni di base (geologia, geomorfologia, caratteristiche litotecniche, geotecniche ed idrogeologiche) derivanti da informazioni esistenti desunte dalla banca dati della Regione Emilia-Romagna ed in possesso del Servizio Geologico Regionale, da ulteriori studi effettuati a livello del territorio comunale in fase di formazione dei vari piani urbanistici comunali e dallo studio elaborato. Questi dati sono stati necessari alla definizione del modello di sottosuolo per l intero territorio comunale e propedeutici per la definizione in chiave sismica degli effetti attesi al suolo; - carta delle velocità delle onde di taglio s (vs): rappresenta la sintesi delle velocità delle onde di taglio con indicazione per ogni punto di misura di: tipo di prova geofisica che è stata effettuata, profondità del substrato H (in m), Vs H (in m/s) nelle aree in cui H < 50 m e di Vs30 (in m/s) nelle aree in cui H > 50 m; - carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (livello 1): costruita sulla base degli elementi individuati e già riportati nella Carta geologico tecnica per la microzonazione sismica; in funzione delle informazioni rappresentate, la legenda è distinta nelle seguenti parti: zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, zone suscettibili di instabilità, forme di superficie e sepolte, tracce di sezione topografica (Fig. 1). In riferimento agli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica del Dip. Prot. Civ. e Conf. delle Regioni e Province Autonome e gli Standard MS (v. 2.0) sono state individuate e delimitate le zone a comportamento equivalente, in occasione di sollecitazione sismica, 360

4 GNGTS 2014 Sessione 2.3 Fig. 1 Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica. nelle quali sono da effettuarsi approfondimenti di indagini ed analisi per la microzonazione sismica ed i livelli di approfondimento che competono alle condizioni di pericolosità di detti ambiti; - carta di microzonazione sismica (livello 2 e 3): gli sviluppi delle aree oggetto di microzonazione sismica di secondo livello di approfondimento individuano aree a comportamento sismico equivalente, attribuendo alle stesse indici quantitativi che definiscono, in base alle condizioni stratigrafiche e topografiche, l amplificazione sismica attesa (Tr = 475 anni; ζ = 5%). La carta di microzonazione sismica assegna ad ognuna delle microzone individuate valori dei Fattori di Amplificazione (F.A.), calcolati mediante appositi abachi, predisposti della Regione o dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. Nello specifico, per il Comune di Pavullo nel Frignano, trattandosi di comune del medio Appennino modenese, gli abachi del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, concepiti esclusivamente per le aree di pianura, non sono utilizzabili, pertanto i fattori di amplificazione sono stati stimati solo in base agli abachi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, che prevedono una serie di dati di ingresso che comprendono il contesto geologico di riferimento, lo spessore di copertura ed il tipo di substrato geologico ed i parametri Vs30 e VsH. Risultati ottenuti dagli studi di microzonazione sismica. Dall analisi dei dati emerge immediatamente che i macrodomini geologici che costituiscono la totalità del territorio comunale (la successione epiligure ed il dominio ligure) si possono schematizzare in due grandi famiglie a comportamento sismico differente: una sottofamiglia dei primi rappresentano il cosiddetto bedrock sismico, caratterizzati da velocità di propagazione delle onde sismiche di taglio prossime e superiori agli 800 m/s nei primi m del sottosuolo, i secondi invece sono contraddistinti da velocità decisamente più basse (dai 350 ai 550/600 m/s) e pertanto volume :59:43

5 sono soggetti ad amplificazioni più marcate del moto sismico. La profondità del substrato geologico individuata mediante le analisi realizzate, passa da superficiale a sub/superficiale per i primi ad una profondità media stimata di m per i secondi, anche sulla base delle coperture detritiche sovrastanti. Al comportamento del substrato geologico vanno esclusi tutti i fenomeni franosi che sono caratterizzati da comportamenti ben differenti e che richiedono il più alto livello di approfondimento di microzonazione sismica, in quanto possono essere soggetti non solo a fenomeni di amplificazione. Il II livello di microzonazione è stato realizzato sulle aree urbanizzate, aree suscettibili di trasformazione urbanistica e i tratti delle principali reti infrastrutturali; a tal proposito sono state individuate delle finestre di dettaglio nelle quali si è provveduto a realizzare le indagini. Lo studio evidenzia che i fattori amplificativi del moto sismico delle formazioni geologiche appartenenti alla successione Epiligure sono piuttosto contenuti (nulli o bassi) mentre quelli delle litologie appartenenti al dominio Ligure ricadono in un range di parametri ben più ampi e con valori decisamente più elevati a causa sia della natura intrinseca del materiale sia della presenza di estese coperture detritiche. Fanno eccezione a tutto ciò una porzione dell abitato di Pavullo e dell abitato di Sant Antonio, caratterizzati dalla presenza di sedimenti fluvio-lacustri superficiali che nascondono la presenza di morfologie sepolte nel sottosuolo; a causa di ciò le indagini svolte mettono in evidenza amplificazioni del moto sismico piuttosto accentuate, e pertanto, ai fini di una migliore comprensione del fenomeno, è stato deciso di rimandare tali aree ad approfondimenti di III livello di microzonazione sismica. Analogamente allo studio di III livello di cui sopra ricadono anche tutti i fenomeni franosi che sono stati rilevati e mappati. Analisi della Condizione Limite per l Emergenza e piani di protezione civile. La Condizione Limite per l Emergenza (CLE) ha portato ad una sintesi delle funzioni necessarie al sistema di gestione dell emergenza a seguito di un sisma, affinché gli insediamenti urbani di Pavullo nel Frignano e di Lama Mocogno possano conservare l operatività della maggior parte delle funzioni strategiche, la loro accessibilità e la loro connessione con il contesto territoriale. I due comuni si differenziano per diversa ampiezza demografica, distribuzione territoriale degli insediamenti e quindi della popolazione, nonché diverse caratteristiche socio economiche, queste diversità hanno portato ad affrontare un ampio ventaglio di problematiche da valutare in relazione alla vastità territoriale e collocazione in ambito montano. Si pensi ad es. che il Comune di Pavullo n/f ha popolazione pari a quasi abitanti e superficie territoriale pari a 144 km 2 mentre il Comune di Lama Mocogno ha una popolazione di soli circa abitanti ed una superficie pari a 40 km 2. E evidente quindi che il centro abitato di Pavullo presenta infrastrutture e funzioni a servizio dell intero ambito del Frignano, tra cui ospedale ed aeroporto. Fondamentale è quindi l analisi del rapporto delle funzioni strategiche, che devono conservare la propria operatività, rispetto al sistema territoriale (connessione) e rispetto al contesto esterno (accessibilità), in relazione a ciò è risultata fondamentale l analisi critica dei seguenti elementi: la distribuzione delle funzioni strategiche dell intero territorio comunale, il rapporto con le diverse parti edificate, in particolare rispetto ai centri storici in quanto essi rappresentano i contesti edificati di maggiore vulnerabilità e nel contempo sono spesso le sedi delle principali funzioni pubbliche. La CLE ha rappresentato un utile strumento di verifica delle aree di emergenza individuate all interno dei piani di protezione civile dei due comuni. Il sistema di gestione dell emergenza è stato quindi analizzato alla luce del comportamento degli elementi fisici, in particolare gli edifici strategici e accessibilità, dei comuni emiliani colpiti dal sisma, questo ha portato ad una ridefinizione delle aree individuate all interno del sistema degli edifici stesso, andando ad identificare prevalentemente come ES (edifici strategici) i fabbricati di recente costruzione, destinati ad ospitare le funzioni pubbliche, realizzati dopo l entrata in vigore della normativa sismica. La distribuzione e allocazione delle aree di attesa e ricovero hanno tenuto in debito conto la caratterizzazione territoriale dei due comuni costituita 362

6 oltre che da un nucleo centrale Capoluogo da una numerose di frazioni e case sparse, per il Comune di Pavullo si è proceduto alla ridefinizione della sede del Centro Operativo Comunale (COC), precedentemente prevista all interno della sede municipale principale, individuandola all interno di una struttura in legno posta a ridosso del centro storico ed attraversata da una viabilità in grado di garantire condizioni di efficacia ed efficienza in caso di sisma. Le connessioni tra gli elementi individuati ed il contesto territoriale, sono state definite ponendo attenzione alla minor interferenza dei fabbricati sulla viabilità ed assicurando una opportuna ridondanza dei percorsi. Sono stati analizzati gli aggregati strutturali individuati come interferenti, tale operazione ha permesso di identificare gli edifici che necessitano di una particolare attenzione in sede di eventuali interventi edilizi, in quanto si rende necessario tendere ad un miglioramento delle condizioni di sicurezza per garantire infrastrutture di connessione e accessibilità sempre praticabili dai mezzi di soccorso. Il percorso unitario e coordinato intrapreso dai comuni interessati ha permesso di effettuare valutazioni su un ambito territoriale più ampio e omogeneo quindi oltre i limiti del confini comunali evidenziando criticità che sarebbero sfuggite in sede di sola analisi comunale. Significativa in questo senso si è rivelata la viabilità di accesso ai centri abitati dei due comuni che ha evidenziato alcuni nodi che potrebbero rivelarsi critici in caso di sisma (viadotti, ponti ecc.). Il processo di formazione della CLE attuato si può sintetizzare in 4 fasi ben distinte: 1. raccolta della documentazione di base ( CTR, PSC, piano di protezione civile); 2. analisi critica del piano di protezione civile anche alla luce di quanto accaduto nelle aree colpite dal sisma; 3. predisposizione delle basi cartografiche; 4. individuazione su cartografia degli elementi delle analisi; 5. sopralluoghi sul campo; 6. completamento delle schede di analisi CLE che contengano i seguenti elementi: edifici strategici (ES), aree di emergenza-ricovero (AE), infrastrutture di accessibilità e connessione (AC), aggregati strutturali (AS) e unità strutturali (US) secondo lo standard ministeriale di rappresentazione ed archiviazione informatica (Fig. 2). La dettagliata analisi della CLE ha portato quindi alla pressoché completa riformulazione del sistema di gestione dell emergenza in caso di sisma, operante nei singoli comuni. Trasposizione degli studi di MS e CLE negli strumenti urbanistici comunali. Gli studi e le analisi compiute costituiscono un supporto fondamentale per tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica comunale e per le relative Norme tecniche di attuazione/regolamenti urbanistici edilizi, al fine di indirizzare le scelte insediative verso le aree a minore pericolosità sismica e/o all utilizzo di tipologie edilizie a minor vulnerabilità rispetto ai possibili effetti locali e concorrono alla definizione delle scelte di Piano rappresentando un riferimento necessario per la Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale preventiva; forniscono, inoltre, indicazioni sui limiti e condizioni della pianificazione comunale ai fini della riduzione del rischio sismico nell attuazione delle previsioni urbanistico-edilizie. Per l adeguamento agli strumenti urbanistici le Amministrazioni Comunali interessate hanno promosso con la Provincia di Modena la conclusione di un Accordo di programma ai sensi del comma 1-ter dell art. 40 della LR 20/2000 e s.m. ( Accordi di programma in variante alla pianificazione territoriale e urbanistica ) che consente la contestuale partecipazione di tutte le amministrazioni che sono chiamate a svolgere funzioni di governo del territorio rilevanti ai fini di perseguire la sicurezza del territorio stesso. Gli studi e le analisi sono stati recepiti e coordinati con gli negli strumenti urbanistici comunali approvati e adottai e tradotti in apposite cartografie e normative di piano, in attuazione della pianificazione sovraordinata. Risultano elaborati di Quadro Conoscitivo gli studi di microzonazione sismica, come di seguito identificati: 363

7 GNGTS 2014 Sessione 2.3 Fig. 2 Analisi della condizione limite di emergenza, esempio di Pavullo capoluogo. Relazione illustrativa e le seguenti cartografie: Primo livello di approfondimento (scala 1:10.000). Carta delle indagini; Carta geologicotecnica corredata da sezioni geologiche significative; Carta delle frequenze naturali dei terreni e Carta delle aree suscettibili di effetti locali (MOPS). In particolare la suddetta Carta delle aree suscettibili di effetti locali (MOPS) delimita le zone a comportamento equivalente in occasione di sollecitazione sismica come: zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locali e zone suscettibili di instabilità. Sono altresì riportate forme di superficie, forme ed elementi sepolti ed elementi morfologici che possono amplificare localmente il moto sismico. Secondo livello di approfondimento (scala 1:10.000). Carta delle velocità delle onde di taglio (Vs) e Carta di Microzonazione sismica - Livello 2. In particolare la suddetta Carta di microzonazione sismica - Livello 2, redatta con riguardo ai soli sviluppi dei centri e delle località elencate al precedente art. 1 punto 3, individua le aree (microzone) a comportamento sismico equivalente definendo, in base alle condizioni stratigrafiche e topografiche locali, l amplificazione sismica attesa. Le microzone sono caratterizzate come: zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locali e zone suscettibili di instabilità. I valori dei fattori di amplificazione individuati per le microzone (Fx - F.A. PGA, Fy - F.A. IS compreso nell intervallo s e Fz - F.A. IS compreso nell intervallo s) evidenziano comportamenti di risposta sismica sensibilmente differenziati in rapporto al contesto geomorfologico di riferimento, allo spessore di copertura ed al tipo di substrato geologico individuato. In cartografia è altresì indicata la presenza di elementi morfologici quali creste, scarpate e versanti con pendenza maggiore di 15, in quanto costituiscono, per areali definiti, fattori di amplificazione locale per effetti della topografia (Ft) volume :59:59

8 Carta della Analisi della condizione limite per l emergenza in scala 1: in cui sono identificati gli edifici strategici, le aree di emergenza, le infrastrutture viarie di connessione e di accessibilità al sistema insediativo urbano, nonché gli edifici e gli aggregati strutturali su di esse interferenti. Costituiscono elaborati di piano strutturale: - la carta Microzonazione sismica I livello, in scala 1:10.000, significativa per l intero territorio comunale, che evidenzia le parti in cui sono prescritti approfondimenti di secondo e terzo livello; - la carta Microzonazione sismica II livello, in scala 1:5.000, significativa entro gli sviluppi, che evidenzia le parti in cui sono prescritti approfondimenti di terzo livello e in cui sono indicati i fattori di amplificazione; - le Norme per la riduzione del Rischio sismico. Tali studi sono resi fruibili agli operatori territoriali anche su applicazione Web-Gis. Riconoscimenti. Si ringrazia per il coordinamento generale del presente lavoro: Antonella Manicardi ed Amelio Fraulini del Servizio Pianificazione urbanistica, territoriale e cartografica della Provincia di Modena. Si ringraziano inoltre per la preziosa collaborazione: Giuliano Tazzioli del Comune di Lama Mocogno, Barbara Mengoli e Antonio Guidotti dell Ufficio S.I.T della Provincia di Modena, Luca Ricci del Servizio Protezione civile della Provincia di Modena, Maria Romani Pianificazione urbanistica, paesaggio e uso sostenibile del territorio e Luca Martelli del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, Ida Aquino e Ivan Fiorentini Comune di Pavullo e Marco Gianelli tirocinante. Bibliografia Boccaletti M., Martelli L. AA.VV.; 2003: Carta sismotettonica della Regione Emilia Romagna. S.E.L.C.A. Firenze Bosellini A., Mutti, Ricci Lucchi F.; 1989: Rocce e Successioni sedimentarie UTET. Deliberazione dell assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna n.112 del 2/5/2007 Approvazione dell atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell art.16 comma 1, della L.R. 20/2000 per Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica. Boll. Uff. Reg. Emilia- Romagna n.64 del 17/05/2007. DGR 1302/2012. Deliberazione della Giunta Regionale n del 10/09/2012 Approvazione dei criteri per gli studi di microzonazione sismica ed assegnazione e concessione dei contributi di cui all OPCM 4007/2010 e s.m.. Boll. Uff. Reg. Emilia-Romagna n. 195 del 26/09/2012. Gruppo di lavoro MS; 2008: Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica. Conferenza delle Regioni e delle province Autonome - Dipartimento della protezione Civile, Roma, 3 vol. e Dvd. Locati M., Camassi R., Stucchi M. (a cura di); 2011: - BDMI11, versione 2011 del Database Microsismico Italiano. Milano, Meletti C., Valensise G.; 2004: Zonazione sismogenetica ZS9-App. 2 al rapporto Conclusivo. In: Gruppo di Lavoro MPS (2004). Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall Ordinanza PCm 3274 del 20 marzo Rapporto per il Dipartimento della Protezione Civile, INGV, Milano-Roma, aprile 2004, 65 pp. + 5 appendici. Note illustrative della carta geologica d Italia (2002) alla scala 1:50.000, foglio 236 PAVULLO NEL FRIGNANO. ISPRA SGI Enti realizzatori Regione Emilia-Romagna SGSS, a cura di F.Panini, G.Bettelli, M.Pizziolo. OPCM 3274/2003. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003: Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. G.U. n. 155, 08/05/2003, suppl. ord. N

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