Veglia per ricordare tutti i fedeli defunti dell anno pastorale
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- Agostino Albanese
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1 ilsussidio Veglia per ricordare tutti i fedeli defunti dell anno pastorale di Battista Borsato «La vita non è tolta, ma trasformata». Così ci fa pregare il primo Prefazio dei defunti, sottolineando la speranza dei cristiani nella risurrezione. Nella preghiera per i nostri cari defunti la Chiesa non solo intende raccomandare a Dio i morti, ma anche sempre rinnovare e testimoniare la fede nella risurrezione della carne e nella vita eterna. La veglia proposta può svolgersi o nella chiesa parrocchiale oppure in una cappella che consenta maggiore intimità alle persone radunate. La scelta dipende anche dal numero previsto dei partecipanti. Se il tempo lo permette, è consigliabile far precedere alla veglia una breve processione partendo da un punto di raccolta. La processione potrebbe iniziare con alcune acclamazioni e una breve lettura che inviti alla riflessione e alla preghiera. Sull altare è posto il libro della parola di Dio, accanto a esso il cero pasquale e ai piedi dell altare le foto delle persone scomparse durante l anno passato con accanto a ognuna un lumino che verrà acceso durante la celebrazione attingendo la luce dal cero pasquale.
2 36 Sussidio I. Riti di introduzione G. Siamo nei giorni in cui la Chiesa ricorda i fedeli defunti. Vogliamo anche noi fare memoria di tutti i defunti e in modo particolare delle persone della nostra comunità che sono morte quest anno, il cui ricordo ci è caro e per le quali la preghiera è doverosa. Iniziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. L. Al Salmo 114 acclamiamo: Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l orecchio nel giorno in cui lo invocavo. Rit. Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero preso da tristezza e angoscia. Allora ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, liberami, Signore». Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso. Il Signore protegge i piccoli: ero misero ed egli mi ha salvato. Rit. Rit. L. Fratelli, voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. (Col 3,3s.; Rm 6,8s.)
3 Veglia per ricordare i defunti 37 L entrata nella chiesa o nella cappella può essere accompagnata da un sottofondo musicale che inviti al raccoglimento, ma anche al senso di serenità e di speranza, evitando ogni forma di sensazione lugubre perché la morte va annunciata e vissuta sì nella sofferenza, ma come ingresso nella pienezza della vita. G. Il nostro celebrare vuole esternare tre convinti sentimenti: la gratitudine verso persone che hanno contribuito a far crescere ciascuno di noi e la nostra comunità; non perdere la memoria dei gesti e delle scelte da loro vissuti, pur nella fragilità della nostra umanità, perché diventino spinta ad uno stile di vita cristiano; accendere la speranza consapevoli che non è la morte l ultima parola, ma la risurrezione. Vogliamo ravvivare queste convinzioni con il canto: Noi crediamo in te. 1. Noi crediamo in te, o Signor, noi speriamo in te, o Signor, noi amiamo te, o Signor, tu ci ascolti, o Signor. 2. Noi cerchiamo te, o Signor, noi preghiamo te, o Signor, noi cantiamo a te, o Signor: tu ci ascolti, o Signor. 3. Sei con noi, Signor, sei con noi: nella gioia tu sei con noi, nel dolore tu sei con noi, tu per sempre sei con noi. G. Ripetiamo insieme: Colui che ha risuscitato Gesù, risusciterà anche noi! L anima mia ha sete del Dio vivente! Il tuo volto, Signore, io cerco!
4 38 Sussidio II. Liturgia della Parola L. Dal libro del profeta Isaia 25,6-9 Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; l ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. G. Questo sguardo al banchetto è riferito dal profeta agli esuli di Babilonia. Lontano da Gerusalemme e dalla patria erano come morti. Vivevano in una terra d esilio e di sofferenza. Il profeta annuncia il loro ritorno e la loro liberazione. Non più fame, né morte, né vergogna: tutto ciò che spegne e incupisce gli sguardi e scolora e sfigura tanti volti, svanirà al sole di Dio. Gli invitati alla mensa del Signore sono i rifiuti della società, i miserabili (Mt 22,1-14), le vittime della fame di pane, di verità, di perdono: Dio li sazierà. Pure tutti noi uomini e donne spesso viviamo la vita come un esilio. Sentiamo che il presente non ci basta. C è in noi l anelito ad un più e un di più di umanità, di felicità, di amore. E Dio vuole soddisfare queste legittime esigenze: farà un banchetto, segno di benessere e di comunione, eliminerà la morte, il grande nemico di ogni creatura, ci darà la salvezza che è la liberazione da ciò che ci limita e ci impedisce
5 Veglia per ricordare i defunti 39 di diventare pienamente noi stessi. E la vita eterna è intesa come la pienezza della vita che già deve iniziare a manifestarsi nell al di qua. Dio vuole che l uomo sia felice nell al di qua. L al di là sarà il compimento e la pienezza. È un invito a vivere ed amare il Dio della liberazione. Canto: Ascolta le mie parole, Signore. CdP 491 G. Preghiamo. O Dio, in te vivono i nostri morti e per te il nostro corpo morendo non è distrutto, ma trasformato in una condizione migliore: ti supplichiamo umilmente perché i nostri amici siano accolti nel seno del patriarca Abramo tuo amico in attesa della risurrezione nel giorno del grande giudizio; e se dall esistenza mortale è rimasta in loro qualche traccia di peccato, purificali nella tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. Momento di silenzio e di meditazione personale. L. Dal Vangelo secondo Marco 15,33-39 Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò con voce forte: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest uomo era Figlio di Dio!». G. La fede non è non sentire la violenza e la rottura che la morte comporta. Non è un anestetico per non provare dolore, non è un farmaco per non piangere. La fede è vivere drammi, anzi il credente è uno che soffre di più perché è uno che non riesce a vedere Dio in questi drammi, anzi, la
6 40 Sussidio sua fede viene messa in discussione. Specialmente quando avviene la morte di una persona giovane ci si domanda: «Dove sta la bontà di Dio? Dove sta il suo amore per l uomo? Perché Dio lascia che avvengano questi fatti dolorosi? Perché in una famiglia in cui tutto procede nel segno dell amore, dell apertura al sociale, della voglia di vivere e di far vivere permette che si scateni la bufera e che il dolore la schiacci sotto il peso enorme di una irreparabile ferita?». Di fronte a questi tristi ed umani eventi il credente non ha risposte, anche lui è dentro al non senso dell esistenza. Pure Gesù di fronte alla morte dell amico Lazzaro ha pianto, e di fronte alla propria morte ha emesso il grido: «Padre, perché mi hai abbandonato?». Sì, è vero che Dio ha creato l uomo libero, è vero che l uomo è responsabile del suo futuro, è vero che Dio si nasconde perché l uomo possa esprimere la sua autonomia, è vero che è impotente di fronte alla libertà dell uomo, però quando la morte arriva improvvisa, repentina, noi ci sentiamo abbandonati anche da Dio. Non lo sentiamo più come Padre. Un senso di smarrimento ci afferra. Pure Gesù non ha capito l assenza del Padre nella sua angosciosa e dura sofferenza. E Gesù, pur non avendo capito, affida il suo spirito a lui: «In te affido il mio spirito». C è qualcosa che ci supera, qualcosa che va oltre il nostro capire, c è qualcosa di positivo anche nel negativo. Anche i fatti tristi che sarebbe giusto non avvenissero, avranno un significato che non riusciamo a cogliere. Dio c è anche in questa morte, non sappiamo come, ma c è. Questa è la fede: non capire sempre il senso, ma affidarsi comunque ad una presenza che riesce a trasformare la morte in aurora di vita. «La fede è un affidamento, è una scommessa nei riguardi di Dio di cui non conosciamo i pensieri, ma che senz altro saranno a beneficio degli uomini. Le tue vie, Signore, non sono le nostre vie, i tuoi pensieri non sono i nostri pensieri, tu sei Altro, non riusciamo a capirti, ma noi ci abbandoniamo lo stesso a te». Amen.
7 Veglia per ricordare i defunti 41 Momento di meditazione personale. G. Sorelle e fratelli carissimi, sia che viviamo, sia che moriamo, noi siamo nelle mani del Signore. Rivolgiamo a lui la nostra preghiera, perché di fronte al mistero della morte ci doni la speranza della risurrezione. Preghiamo insieme e diciamo ad ogni invocazione: Ascoltaci, o Signore! 1. Ti ringraziamo, o Padre, per tutto ciò che hai fatto per i nostri amici defunti dal primo istante della loro vita fino all ultimo. Ti ringraziamo per tutto quello che essi hanno donato alla loro famiglia e alla nostra comunità. Fa che rimanga la loro memoria tra quelli che li hanno conosciuti e amati. Noi ti preghiamo. 2. Rasserena, o Signore, il dolore nostro, dei presenti e degli amici. La morte è una dura prova che mette spesso in crisi anche la fede, ma tu, Signore, che ci hai detto: «Chi vive e crede in me non morirà», ravviva in loro e in noi la speranza. Noi ti preghiamo. 3. Per coloro che soffrono, perché sentano sempre accanto a sé la presenza del Signore attraverso i fratelli della comunità, e perché ogni vita sia nel nascere che nel suo concludersi sia sempre accompagnata, difesa, amata. Noi ti preghiamo. 4. Signore, la morte è un evento triste. Ci porta separazione, suscita dolore, provoca paura. Aiutaci a credere in te che hai vinto la morte. Donaci la speranza che la vita risorge e che ciò che in questo mondo abbiamo costruito non sarà distrutto ma portato a compimento. Noi ti preghiamo. G. O Padre, ascolta le nostre preghiere e accogli i nostri amici tra le tue braccia e portali nella tua casa in attesa della risurrezione nel giorno in cui tutti ti vedremo faccia a faccia. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. Canto: Quando busserò alla tua porta. CdP 602 G. Ascoltiamo ora il brano delle beatitudini tratto dal Vangelo di Matteo. Queste beatitudini in maniera conscia o in-
8 42 Sussidio conscia hanno formato il tessuto della vita e della fede dei nostri amici e amiche che quest anno ci hanno lasciati. Essi, pur nella debolezza della natura umana, hanno cercato il regno di Dio più che il loro benessere, hanno avuto fame e sete di giustizia, hanno operato per la pace delle famiglie e del mondo. In questo modo hanno contribuito alla crescita del Regno. In questo modo hanno partecipato alla santità di Dio, o meglio, all amore di Dio per l umanità. L. Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi.
9 Veglia per ricordare i defunti 43 III. Ricordo dei fedeli defunti e professione di fede G. Verranno ora letti i nomi delle persone morte quest anno. Un familiare della persona che ricordiamo attingerà luce dal cero pasquale e accenderà il lumino posto alla sua persona cara defunta. Ogni persona che non è più con noi è una luce che si è accesa nel mondo, il cui bagliore non cessa mai di illuminarci. Mentre si accende il lumino tutti dicono: T. L eterno riposo donagli(le), o Signore, e splenda a lui (lei) la luce perpetua. G. Alle affermazioni di fede che sono ora proclamate rispondiamo cantando: Sei il mio pastore, nulla mi mancherà. 1. Sii benedetto, Padre, per averci creato per l eternità e per averci dato, nella certezza di dover morire, la speranza più certa ancora di una vita più bella presso di te. Tuo Figlio, venuto fra noi, ha fatto della morte un gesto di obbedienza e di abbandono nelle tue mani. A questo sacrificio ha unito i suoi discepoli, affinché anch essi potessero gustare la gioia del suo trionfo. 2. Sappiamo, Signore, che tu ora sei in mezzo a noi; lo crediamo perché non sei insensibile al dolore che ci causa la morte di quelli che amiamo, tu che hai pianto sul tuo amico Lazzaro e che hai condiviso l afflizione di Marta e Maria prima di cambiarla in gioia con un miracolo di risurrezione. Per la comunione alla tua carne e al tuo sangue ispira in noi la tua energia divina perché possiamo superare ogni dolore e vivere più vicini a coloro che ci hanno lasciato. 3. Ai nostri defunti, che oggi fiduciosi affidiamo alla tua misericordia, accorda l immensità della felicità che tu hai preparato per loro da tanto tempo. Che insieme alla Vergine Ma-
10 44 Sussidio ria e a tutti i santi, possano essere riempiti della gioia del tuo possesso. G. Ora, insieme, proclamiamo il Credo. Con esso vogliamo affermare la nostra fede in Dio che cammina con noi e che non ci lascia mai soli, neppure nella morte. T. Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen. G. Rivolgiamoci ancora al Padre con la preghiera del Padre nostro che ci lega gli uni agli altri. T. Padre nostro G. O Dio, i cui giorni non conoscono tramonto e la cui misericordia è senza limiti, ricordaci sempre quanto sia breve la nostra vita e incerta l ora della nostra morte. Il tuo Santo Spirito ci guidi in santità e giustizia per tutti i giorni della nostra vita in questo mondo, perché dopo averti servito in comunione con la tua Chiesa, sorretti dalla certezza della fede, confortati dalla beata speranza, uniti con tutti gli uomini in perfetta carità, possiamo giungere felicemente nel tuo regno. Per Cristo nostro Signore. Se la guida è un presbitero, a questo punto può impartire la benedizione o altrimenti la guida può concludere con la formula: «Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo». L assemblea prima di sciogliersi può rivolgersi alla Madre Maria con il canto Santa Maria del Cammino (CdP 593).
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