IL PROBLEMA DA MEDITARE GIORNO E NOTTE

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1 Scritti di Nichiren Daishonin volume 6 IL PROBLEMA DA MEDITARE GIORNO E NOTTE Il secondo volume del Sutra del Loto afferma: «Se qualcuno non crede in questo sutra e lo disprezza, [distrugge i semi della Buddità in tutti i mondi]... [Se qualcuno offende un sutra come questo sia durante la vita del Budda che dopo la sua morte], se, vedendo una persona che legge, recita, trascrive e abbraccia questo sutra, lo disprezza, lo odia, lo invidia e gli porta rancore,... dopo la morte cadrà nell'inferno Avichi [per un intero kalpa, vi rinascerà al termine del kalpa] e continuerà così per innumerevoli kalpa» 1. Nel settimo volume si legge: «[Essi soffrirono grandi pene e tormenti] per mille kalpa nell'inferno Avichi» 2. Il terzo volume dice: «[Vagarono nei cattivi sentieri per] sanzen-jintengo» 3 e il 1. Sutra del Loto, cap. 3. Poiché Toki Jonin conosceva bene il Sutra del Loto, il Daishonin cita solo dei frammenti del testo, sapendo che Toki Jonin avrebbe immediatamente riconosciuto il brano in questione. 2. Ibid., cap. 20. Si riferisce alla retribuzione karmica subita da coloro che perseguitarono il Bodhisattva Fukyo. 3. Ibid., cap. 7. Questo capitolo spiega che nel remoto passato di Sanzen-Jintengo Shakyamuni predicò il Sutra del Loto quando era il sedicesimo figlio del Budda Daitsu. Tra coloro che ricevettero da lui il seme della Buddità in quel tempo, alcuni più tardi abbandonarono il Sutra del Loto in favore di insegnamenti inferiori e tornarono al livello di Shomon. Solo quando rinacquero in India con Shakyamuni e udirono di nuovo il Sutra del Loto, furono in grado di ricevere dal Budda la predizione che avrebbero ottenuto la Buddità nel futuro. Qui il Daishonin segue l'interpretazione del Gran Maestro Tien-t'ai. secondo la quale essi vagarono nei cattivi sentieri per la durata di sanzen-jintengo. 89 sesto volume dice: «[Rimasero nel regno della sofferenza per] gohyaku-jintengo 4. Il Sutra del Nirvana afferma: «Se tu fossi ucciso da un elefante impazzito, non cadresti nei tre cattivi sentieri, ma vi cadresti certamente se fossi ucciso da un cattivo amico». Nello Hosho ron 5 del Bodhisattva Saramati si legge: «Coloro che per stupidità non possono credere nella vera Legge, hanno vedute errate e sono arroganti, hanno tali limitazioni a causa delle passate offese alla Legge. Essi aderiscono a insegnamenti incompleti e sono attaccati alle elemosine e agli onori, leggono solo le false dottrine, si allontanano dai buoni amici e si accostano a chi offende la Legge compiacendosi degli insegnamenti del Piccolo veicolo; non credendo nel Grande veicolo, disprezzano la Legge del Budda. Un uomo saggio non dovrebbe temere i nemici, i serpenti, il fuoco, il veleno, i fulmini di Indra 6, le spade o i bastoni e le fiere, tigri, lupi e

2 4. Sutra del Loto, cap. 16. In questo capitolo Shakyamuni rivela che ottenne la Buddità nel passato incredibilmente remoto di gohyaku-jintengo, un tempo ancor più lontano di sanzen-jintengo. Anche qui il Daishonin segue l'interpretazione di T'ien-t'ai, secondo la quale alcuni di coloro che ricevettero il seme della Buddità da Shakyamuni a quel tempo, più tardi abbandonarono il Sutra del Loto e vagarono nel regno della sofferenza per la durata di gohyaku-jintengo, fino a quando rinacquero in India con Shakyamuni e lo udirono di nuovo predicare il Sutra del Loto. 5. Hosho ron: Kukyo ichijo hosho ron (Sul Tesoro del supremo Veicolo), un trattato in quattro fascicoli tradotto da Ratnamati (c. 500) della dinastia Wei settentrionale. Esso ripudia le dottrine hinayana dal punto di vista del mahayana e afferma che, poiché tutte le persone posseggono la natura di Budda, o la matrice del Tathagata, anche le persone dei Due veicoli e gli icchantika possono ottenere la Buddità. Generalmente si pensa che lo Hosho ron sia opera di Saramati, uno studioso indiano vissuto tra la fine del quinto e l'inizio del sesto secolo, ma ci sono a questo riguardo opinioni diverse. La tradizione tibetana lo attribuisce a Maitreya. 6. Indra (giapponese Taishaku): dio del tuono nella mitologia indiana, fu più tardi incorporato nel Buddismo come la maggiore divinità tutelare. 90 leoni, infatti questi possono soltanto distruggere la sua vita, ma non lo fanno cadere nell'inferno Avichi, che è la cosa più temibile per gli uomini. Egli deve temere di offendere la profonda Legge e di essere amico di chi l'offende, perché ciò lo farebbe sicuramente cadere nell'inferno Avichi, la cosa più temibile per gli uomini. Perfino la persona che avvicina cattivi compagni, che intenzionalmente versa il sangue del Budda, che uccide il padre o la madre, che uccide molti saggi, che distrugge l'unità dell'ordine buddista e che annulla tutte le sue buone cause, potrà salvarsi da quel luogo se concentra la mente sulla vera Legge. Se invece una persona insulta la profondissima Legge, quella persona non potrà salvarsi per innumerevoli kalpa. Se qualcuno risveglia la fede degli uomini in un insegnamento come questo, è il loro padre e la loro madre, è il loro buon amico. Quest'uomo è un saggio. Poiché corregge le vedute errate e conduce le persone verso la vera Via dopo la morte del Budda, egli possiede una fede pura nei Tre tesori e compie azioni meritorie per l'illuminazione». Il Bodhisattva Nagarjuna afferma nel Bodai shiryo ron 7 : «L'Onorato dal mondo indicò cinque cause 8 che conducono all'inferno di incessante sofferenza... Ma se uno, di fronte alla profonda Legge che non ha ancora compreso, rimane attaccato [agli insegnamenti inferiori e nega che sia l'insegnamento del Budda...], le colpe accumulate con i cinque atti suddetti, non sarebbero nemmeno una centesima parte di questa offesa». Un uomo saggio prevede il pericolo anche se vive nella sicurezza, un falso adulatore si sente sicuro pur 7. Bodai shiryo ron un trattato in sei fascicoli comprendenti versi originali attribuiti a Nagarjuna e un commento in prosa aggiunto più tardi. Tradotto in cinese da Dharmagupta durante la dinastia Sui, espone quattro tipi di pratiche per ottenere la Buddità. 8. Cinque cause: i cinque peccati cardinali, uccidere il padre, uccidere la madre, uccidere un Arhat, ferire un Budda e provocare uno scisma nell'ordine buddista.

3 91 vivendo nel pericolo. Un grande fuoco teme perfino una piccola quantità di acqua e i rami di un grande albero possono essere spezzati da un uccellino. Ciò che un uomo saggio deve temere è l'offesa al Grande veicolo. Fu per questo motivo che il Bodhisattva Vasubandhu dichiarò che si sarebbe tagliato la lingua 9, che il Bodhisattva Ashvagosha implorò che gli tagliassero la testa 10 e che il Gran Maestro Chi-tsang 11 fece un ponte del proprio corpo. L'Erudito Hsuan-tsang si recò nella sacra terra dell'india per scoprire [quale fosse il vero insegnamento] 12, e così pure l'erudito Pu-K ung andò in India per chiarire i suoi dubbi 13 e il Gran Maestro 9. Secondo il Basubanzu den (Biografia di Vasubandhu) e altre fonti, quando Vasubandhu, originariamente uno studioso hinayana, fu risvegliato alla grandezza del mahayana dal fratello Asanga, voleva tagliarsi la lingua per espiare la colpa di aver predicato gli insegnamenti hinayana e criticato quelli mahayana. Asanga lo persuase che poteva espiare meglio la sua colpa utilizzando la propria lingua per predicare il mahayana. 10. Nessuna menzione di questo episodio appare nella biografia di Ashvagosha. Probabilmente, dopo la sua conversione al Buddismo per opera di Parshva, egli provò un rimorso simile a quello provato da Vasubandhu per avere precedentemente condannato gli insegnamenti buddisti, 11. Chi-tsang ( ): detto anche Chia-hsiang. Un prete della scuola San-lun (Tre trattati, in giapponese Sanron), talvolta considerato come il fondatore della scuola stessa. Scrisse commentari sui tre trattati Chu ron, Hyaku ron e Junimon ron, sostenendo la supremazia del Sutra Hannya. Nel 597 iniziò uno scambio epistolare con T'ien-t'ai sul Sutra del Loto. Secondo lo Hokke mongu fusho ki di Miao-lo, Chi-tsang fu convinto da T'ien-t'ai, e lo servì umilmente per riparare alla sua precedente conoscenza superficiale. "Fare un ponte del proprio corpo" significa che offriva la propria schiena a T'ien-t'ai come sgabello quando il maestro saliva sul podio per predicare. 12. Confuso dalle contraddizioni esistenti negli insegnamenti buddisti, il prete cinese Hsuan-tsang viaggiò diciassette anni attraverso l'asia centrale e l'india dove studiò il Buddismo nei testi originali sanscriti. 13. Secondo la sua biografia nel So koso den (Antologia di biografie dei preti eminenti della dinastia Sung), Pu-k'ung tornò in India per ottenere una copia del Sutra Kongocho e risolvere così i suoi dubbi sul Mandala del mondo di diamante. 92 Dengyo cercò una conferma in Cina 14. Tutti questi uomini non hanno forse agito cosi por proteggere il vero significato dei sutra e dei trattati? Oggi in Giappone, fra le quattro categorie di credenti 15 delle otto sette 16, delle sette della Pura Terra e Zen, a partire dall'imperatore e dall'ex imperatore fino ai loro vassalli e alla gente comune, non c'è una sola persona che non sia un discepolo o un sostenitore di uno dei tre Grandi Maestri: Kobo, Jikaku e Chisho. Ennin, il Gran Maestro Jikaku, affermò: «[Sebbene il Kegon e gli altri sutra siano definiti esoterici, essi non espongono completamente l'insegnamento segreto del Tathagata;] perciò essi differiscono [dagli insegnamenti Shingon]» 17. Enchin, il Gran Maestro Chisho, disse: «A confronto con il Sutra Dainichi, il Kegon e il Sutra del Loto sono teorie puerili» 18. E Kukai, il Gran Maestro Kobo, affermò: «[Ogni veicolo esposto pretende di essere il vero veicolo, ma] a un esame successivo risulta essere una teoria puerile» 19. Questi tre Grandi Maestri volevano dire che, sebbene il Sutra del Loto sia il supremo fra tutti gli

4 insegnamenti predicati dal Budda nel passato, nel presente e nel futuro 20, paragonato al Sutra Dainichi [esposto 14. Dengyo si recò in Cina nell'804 per approfondire gli insegnamenti di T'ien-t'ai. 15. Quattro categorie di credenti: monaci, monache, laici e laiche. 16. Otto sette: Kusha, Jujitsu, Ritsu, Hosso, Sanron, Kegon, Tendai e Shingon. 17. Soshitsujikyo ryakusho (Breve commentario sul Sutra Soshitsuji): in questo commentario, Jikaku afferma la superiorità degli insegnamenti Shingon sui Sutra Kegon, Vimalakirti, Hannya e del Loto. 18. La fonte di questa citazione è incerta. Lo Hokke gengi shiki (Commentario personale allo Hokke gengi) di Shoshin, un prete vissuto fra il XII e il XIII secolo, attribuisce a Chisho questa affermazione. 19. Hizo hoyaku.: significa che ognuna delle sette pretende di essere il veicolo per la Buddità, ma che le loro dottrine risultano essere superficiali quando confrontate con le dottrine della setta Shingon. 20. Nel capitolo Hosshi (decimo) del Sutra del Loto, Shakyamuni dichiara: «I sutra che io predico ammontano a innumerevoli milioni. Fra tutti i sutra predicati nel passato, nel presente e nel futuro, il Sutra del Loto è il più difficile da credere, il più difficile da capire», volendo dire che è l'insegnamento più profondo. 93 dal Budda Dainichi], è un insegnamento di una teoria puerile. Come può una persona dotata di raziocinio prestar fede a queste affermazioni? Tutti gli uomini del Giappone oggi dovrebbero temere i preti eminenti che rispettano i precetti ma hanno opinioni distorte, cento, mille, diecimila, centomila volte più di quanto temono gli elefanti impazziti, i cavalli ombrosi, i tori infuriati, i cani feroci,i serpenti velenosi, le spine velenose, le scogliere traditrici, i precipizi, le inondazioni, gli uomini cattivi, le terre, le città e le case cattive, le mogli, i figli e i servitori malvagi. Domanda: Vuoi dire che i tre Grandi Maestri citati prima sono calunniatori della Legge? Encho 21, Gran Maestro Jakko, secondo patriarca del monte Hiei; il Gran Maestro Kojo 22 sovrintendente del tempio; Anne 23, Gran Maestro Daigyo; il prete Eryo 24 ; il prete Annen 25 ; il supervisore dei monaci 21. Encho ( ): secondo patriarca dell'enryaku-ji, il tempio principale della setta Tendai, sul monte Hiei. Secondo gli scritti di Daishonin fu uno dei primi a introdurre elementi Shingon nella setta Tendai. 22. Kojo ( ): prete della setta Tendai. Divenne discepolo di Dengyo nell'808 e studiò anche gli insegnamenti esoterici con Kobo. Realizzò la volontà di Dengyo di istituire il Santuario mahayana per l'ordinazione dei monaci sul monte Hiei. Ricevette il permesso imperiale sette giorni dopo la morte di Dengyo nell'822. Scrisse l'isshin kaimon (I precetti dell'unica mente), descrivendo i suoi sforzi per realizzare il Santuario. Fu nominato sovrintendente dell'enryaku-ji nell' Anne ( ): quarto patriarca dell'enryaku-ji, studiò con Dengyo e Jikaku, imparando entrambi gli insegnamenti Tendai e quelli esoterici. Scrisse il Ken Hokke gi sho (Chiarimento del significato del Sutra del Loto). Daigyo è il suo nome postumo. 24. Eryo ( ): prete della setta Tendai. Studiò con Encho e Jikaku, secondo e terzo patriarca dell'enryaku-ji, imparando le dottrine esoteriche ed essoteriche. Fu rettore del tempio Hodo-in sul monte Hiei.

5 25. Annen ( ?): prete Tendai che contribuì a stabilire sia la dottrina che la pratica dell'esoterismo Tendai. Studiò gli insegnamenti essoterici ed esoterici con Jikaku e ricevette la dottrina del Mondo della matrice da Henjo del tempio Genkyo-ji di Kyoto. Annen stesso divenne patriarca di questo tempio nell' Jokan 26 ; l'amministratore dei preti Danna 27 ; il virtuoso monaco Eshin 28 e molte centinaia di altri [della setta Tendai], così come molte centinaia di discepoli di Kobo, inclusi Jitsue 29, Shinzei 30 e Shinga 31, e anche gli altri Grandi Maestri e monaci virtuosi delle otto sette e delle dieci sette 32 sono come altrettanti soli, lune e stelle apparsi in successione. Nel corso di più di quattrocento anni, non uno solo di questi uomini ha mai messo in dubbio gli insegnamenti dei tre Grandi Maestri menzionati prima. Ti senti così saggio da osare criticarli? 26. Jokan ( ): conosciuto anche come Zomyo. Fu iniziato agli insegnamenti esoterici da Chisho e nel 906 divenne patriarca dell'enryaku-ji. Fu nominato vice ispettore dei monaci (Sho-Sozu) nel 915 e ispettore capo (Dai-Sozu) l'anno seguente. Si dice che eccellesse nelle preghiere rituali per allontanare le calamità e fu nominato amministratore dei monaci (Sojo) nel 923 dopo che le sue preghiere guarirono l'imperatore da una malattia. 27. Danna ( ): Kakuun, fondatore della scuola Danna della setta Tendai. Questa scuola prende il nome dal tempio Danna-in sul monte Hiei, dove visse Kakuun. La scuola Danna e la scuola Eshin sono i due rami principali della setta Tendai. Gli fu conferito il titolo postumo di amministratore dei monaci. 28. Eshin ( ): chiamato anche Genshin, praticò nel tempio Eshin-in sul monte Hiei e fondò la scuola Eshin della setta Tendai. Il suo Ojo yoshu (Basi della rinascita nella Pura Terra) dette grande impulso alla diffusione del Buddismo della Pura Terra. 29. Jitsue ( ): originariamente prete della setta Hosso, divenne discepolo di Kobo quando questi ritornò dalla Cina nell'806. Aiutò Kobo a fondare il tempio Kongobu-ji sul monte Koya, poi nell'823 si trasferì al tempio To-ji di Kyoto. Considerato il principale fra i dieci maggiori discepoli di Kobo, diede un forte contributo alla diffusione degli insegnamenti esoterici. 30. Shinzei ( ): discepolo di Kobo, visse presso il tempio Jingo-ji sul monte Takao. Nell'856 fu nominato amministratore del monaci, il primo prete Shingon a ricevere questo titolo. Scrisse una biografia di Kobo e raccolse i suoi scritti. 31. Shinga ( ): discepolo e fratello di Kobo. Fu patriarca dei templi Todai-ji e To-ji e nominato amministratore dei monaci nell'864. Dopo la morte di Kobo, divenne un maestro influente della setta Shingon e spesso eseguì rituali esoterici per la protezione del paese. 32. Dieci sette: le otto sette della nota 16, più le sette della Pura Terra e Zen. 95 Considerando ciò alla luce di quanto ho detto, i miei discepoli dovrebbero meditare accorciando il sonno durante la notte e limitando il tempo libero durante il giorno. Non trascorrete questa vita invano o avrete dei rimpianti per i prossimi diecimila anni. Rispettosamente, Nichiren Il ventitreesimo giorno dell'ottavo mese

6 Ho ricevuto il kan di monete 33. Spero che tutti quelli che ricercano la verità si riuniscano per ascoltare questa lettera. Toki Dono Gosho / Shika danmin Gosho Gosho Zenshu, pag. 969 Scritto nel 1275 a 54 anni a Minobu Destinato a Toki Jonin CENNI STORICI - È una lettera indirizzata a Toki Jonin, un erudito e devoto discepolo della provincia di Shimosa. Il manoscritto originale è datato solo «il ventitreesimo giorno dell'ottavo mese», tuttavia si pensa che sia stato scritto nel 1275 sul monte Minobu, ma non esistono prove certe. Secondo alcuni, Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel 1276 o addirittura nel 1273 nell'isola di Sado. 33. Kan di monete: monete legate assieme da una corda. A quel tempo, le monete avevano un foro quadrato nel centro ed erano di solito legale insieme a centinaia o a migliaia. 96