Punta Sertori (m.3195) - via Marimonti

Transcript

1 Avvicinamento: da Bagni di Masino salire al rifugio Giannetti (3h30) seguendo il sentiero ben segnato che porta in Val Porcellizzo. Ivi giunti seguire le indicazioni per il rifugio Allievi, deviando verso la base della parete in corrispondenza del bivio che porta alla normale al Cengalo. La struttura si trova dietro alla Punta Enrichetta, ed è contigua al Badile. Dal rifugio dista circa un'ora su ghiaioni. Attacco: è il camino facilmente individuabile posto a sinistra di una evidente placconata sulla quale parte la via "Ying e Yang" al cui attacco è presente un bollo verde.è il camino facilmente individuabile posto a sinistra di una evidente placconata sulla quale parte la via "Ying e Yang" al cui attacco è presente un bollo verde. Discesa: dalla vetta effettuare la prima doppia (25m) in direzione della conca del Badile fino a giungere ad una sosta (due spit con maglia rapida) posta su un terrazzino comodo. Quì parte la traversata che porta in cima al Badile. Con un'altra doppia (45m) si giunge su un terrazzo evidente alla cui estremit` sinistra (faccia a monte), segnalato da un ometto è presente una sosta di calata. Da quì con cinque doppie da circa 40 metri ciascuna si arriva al ghiaione terminale. Quì è possibile trovare neve (eventualmente usare il martello come picozzino), e seguendo un percorso delimitato da ometti si arriva ad un'ulteriore calata (cordoni su spuntone) che porta sulla placca liscia posta dietro a punta Enrichetta. Tutte le calate sono su due spit con maglia rapida, stato dei cordoni di sosta da verificare. (2h00) Difficoltà: max IV+. Sviluppo: 12 lunghezze, per circa 450 metri di sviluppo. Attrezzatura: la prima parte della via (che si conclude alla base della prima delle tre cuspidi Ferrario) è completamente da attrezzare, soste da verificare/costruire. La seconda metà è invece attrezzata con spit esclusivamente da usarsi come sosta. Consigliato verificare la tenuta di ogni chiodo! Esposizione: est, sud-est. Tipo di roccia: granito. Periodo consigliato: primavera-estate. Tempo salita: 4h00 per la via, 2h00 per le calate. Primi salitori: D.Contini, P. Marimonti; Riferimenti bibliografici: Maspes G., Miotti G., Masino Bregaglia Disgrazia, Guide dalle Guide, 1996 Mario Sertori, Guido Lisignoli, disegni di Eugenio Pinotti, Solo Granito, Versante Sud, 2007 Kompass, foglio 92 - Chiavenna, Val Bregaglia - scala 1: Valmasino, Carta Escursionistica, ERSAF - scala 1: Relazione Lunghezza 1, IV, circa 30 metri: risalire il camino cercando le adeguate opposizioni, buone possibilità di proteggersi. A circa metà camino è presente un cordone di calata con maglia rapida. Sosta all'uscita del camino su tre chiodi vecchi. Lunghezza 2, III, circa 30 metri: risalire il camino appoggiato fino ad arrivare ad una cengia comoda. Da quì proseguire a destra su un terrazzino erboso, arrampicando in aderenza fino alla sovrastante sosta (chiodo precario e spuntone). E' possibile arrivare in sosta anche arrampicando prima a sinistra, e poi deviando a destra dalla cengia comoda, ma sconsigliamo questa variante perchè in caso di caduta del secondo gli ancoraggi di sosta potrebbero non reggere la caduta! (il cordino uscirebbe dallo spuntone e il chiodo di sosta verrebbe trazionato nella direzione di uscita). Nessun chiodo nel tiro. Lunghezze 3 e 4, III-IV: da qui la via è completamente da leggere: non abbiamo trovato nessun chiodo, ma in compenso le possibilità di proteggersi non mancano. Consigliamo di cercare di portarsi in alto obliquando verso sinistra (cioè puntando verso la conca del Badile), dove le difficoltà sono più contenute. Non ci sono soste intermedie predisposte, ma è possibile allestirle con facilità dato che le possibilità non mancano (spuntoni). Dalla sosta del secondo tiro abbiamo compiuto due lunghezze di circa 50 metri ciascuna, siamo usciti in corrispondenza della base della prima Cuspide dove abbiamo trovato uno spit sul quale abbiamo fatto sosta. Può essere possibile (ma non abbiamo verificato questa ipotesi) calarsi fino alla base della parete scendendo da quì: notiamo che sotto di noi c'è una cengia con cordoni di calata. Lunghezza 5, IV, II circa 50 metri: risalire la prima cuspide fino ad una cengia erbosa posta in prossimità del colle del Cengalo, posta sul versante Est. Una volta qui proseguire in piano sullo stretto terrazzino (20m) fino a trovare uno spit in corrispondenza dell'attacco di un camino. Noi abbiamo spezzato il tiro in due, sostando su una coppia di vecchi chiodi a circa metà lunghezza. Lunghezza 6, IV, IV+, circa 25 metri: risalire in verticale per il camino, facendo attenzione agli spuntoni mobili. Sosta su uno spit. Lunghezza 7, IV+, circa 40 metri: dalla sosta risalire verso sinistra sulla compattissima placca, al termine della quale si è in esposizione totale a cavallo della seconda cuspide. Salire la cresta affilata fino alla sua sommità dove si trova uno spit su cui fare sosta. Lunghezza 8, III, 20 metri: attraversare la cresta a filo di rasoio fino ad una comodissima cengia (spit di sosta). E' possibile (ma non abbiamo verificato questa possibilità) calarsi fino al colle del Cengalo. Lunghezza 9, IV, 50 metri: salire verso destra risalendo le evidenti fessure presenti in parete, arrampicata abbastanza esposta. La restante parte del tiro avviene su una

2 placca fessurata facile da proteggere, che termina in corrispondenza di uno spit di sosta. (due chiodi) Lunghezza 10, IV, 50 metri: risalire la parete discontinua alla destra della sosta fino ad arrivare ad una cengia spaziosa sulla quale si sosta su spit. Da qui è possibile proseguire lungo la cresta che porta al Badile. Lunghezza 11, IV+, 20 metri: appena sopra la sosta è presente l'unico spit della via estraneo alle soste: protegge un passaggio abbastanza delicato che è possibile azzerare. Nessun'altra protezione fino ad un chiodo vecchio posto sopra un terrazzino sul quale abbiamo sostato (è possibile arrivare in cima anche senza fermarsi qui). Lunghezza 12, IV, 20 metri: tiro terminale, si esce in corrispondenza di una statua della Madonna rivolta verso il rifugio Gianetti. Ai suoi piedi una sosta su due spit con anello di calata. Note: i tiri che vanno dal camino alla base della prima cuspide non sono da sottovalutare: nella bibliografia non è esclusa la possibilità di affrontarli in conserva, ma ci permettiamo di consigliare di procedere in questo modo solo a cordate ben consapevoli; sempre nella bibliografia il numero di calate indicato per scendere alla base della parete è sottostimato: ad ogni modo le soste di calata sono evidentissime e in qualche caso anche nel vuoto; via da attrezzare, specialmente nella prima parte nella quale in alcuni casi mancano addirittura le soste; per gustare al meglio la salita sconsigliamo di affrontare la salita in giornata: noi siamo arrivati al rifugio Giannetti il giorno prima, e, nel pomeriggio, siamo saliti all'attacco dove abbiamo depositato tutto il materiale per rendere meno pesante l'avvicinamento il giorno seguente. Aggiornamento: relazione a cura di Mauro Luinetti & Matteo Colombo, luglio 2007.

3 Schizzo della via (di Matteo Colombo)

4 Attacco

5 Spigolo Marimonti

6 Sulla nona lunghezza

7 Sulla cima della seconda cuspide

8 Il libro contiene la narrazione del Raid Scialpinistico svoltosi nel 2015 per celebrare i 40 anni della Scuola Guido Della Torre. Maggiori informazioni su