Il Piano di emergenza esterno in stabilimenti a rischio di incidente rilevante

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1 Il Piano di emergenza esterno in stabilimenti a rischio di incidente rilevante Dott. Ing. Mauro Malizia Dirigente dei Vigili del Fuoco Legge 22/4/1941 n. 633 smi. Non è consentito l utilizzo, anche parziale, senza il consenso dell'autore.

2 Scopo del PEE Inquadramento normativo Struttura del PEE ARGOMENTI Parte generale; Scenari incidentali; Modello organizzativo d intervento; Informazione preventiva della popolazione. Allegati (Piani operativi, modulistica, opuscoli ) Appendici (cartografie) 1

3 PREMESSE Il PEE contiene disposizioni per attivare e gestire l intervento in caso di incidente rilevante, coinvolgente l area esterna allo stabilimento. Nella presentazione sono descritti gli aspetti principali di una pianificazione dell emergenza esterna. Si ipotizza, a scopo didattico e formativo, il PEE di uno stabilimento r.i.r. di soglia superiore (SS) costituito da un deposito di sostanze esplosive. 2

4 Scopo del PEE Fronteggiare i rischi connessi a possibili eventi incidentali in stabilimenti r.i.r. che possono dare luogo a pericolo grave, immediato o differito per gli elementi vulnerabili all esterno dello stabilimento (persone, ambiente e beni), per effetti dovuti a rilasci di: - energia (incendi e/o esplosioni); - sostanze pericolose (nube e/o rilascio tossico). 3

5 segue È necessario acquisire la conoscenza dei rischi connessi a: - sostanze pericolose presenti, - scenari incidentali di riferimento (forniti dal Gestore con PEI e scheda di informazione sui r.i.r. per cittadini lavoratori), - vulnerabilità del territorio, - risorse umane e strumentali disponibili. 4

6 TERMINI, DEFINIZIONI E ACRONIMI UTILIZZATI AP: Autorità Preposta (Prefetto) CCS: Centro Coordinamento dei Soccorsi COM: Centro Operativo Misto RIR: Rischio di incidenti rilevanti SI: Stabilimento di soglia inferiore SS: Stabilimento di soglia superiore RdS: Rapporto di Sicurezza PEI: Piano di emergenza interno PEE: Piano di emergenza esterno POS: Procedure Operative Standard ROS: Responsabile delle Operazioni di soccorso 5

7 PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (PEE) (Art. 21 D.Lgs n. 105/2015) Si applica a stabilimenti SI e SS. Predisposto dal prefetto (entro 2 anni dal ricevimento delle informazioni da parte del gestore), d'intesa con regioni e enti locali, sentito il CTR e previa consultazione della popolazione. Finalizzato a limitare i danni da incidenti rilevanti, sulla scorta di: informazioni fornite dal gestore; conclusioni dell'istruttoria RdS, ove disponibili (per SS); linee guida del Dipartimento della protezione civile; Il PEE è riesaminato e, se necessario, aggiornato, previa consultazione della popolazione, almeno ogni 3 anni. 6

8 segue Il PEE è elaborato con lo scopo di: - ridurre gli effetti dell incidente sulla salute pubblica e sull ambiente; - attuare le misure necessarie di protezione per uomo e ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti; - informare adeguatamente popolazione e autorità locali; - provvedere a ripristino e disinquinamento dell'ambiente dopo un incidente rilevante. 7

9 Art. 21 co. 7 del D.Lgs n. 105/2015 Le linee guida per la predisposizione del PEE e per l informazione alla popolazione sono stabilite dal Dipartimento della protezione civile d'intesa con la Conferenza Unificata. Nelle more si applicano le disposizioni in materia ai sensi dell'art. 20, co. 4 del D.Lgs n. 334/99: DPCM 25/2/2005 Linee Guida per la predisposizione del piano d'emergenza esterna di cui all'art. 20 co. 4, del Dlgs 17/8/1999, n. 334 Pianificazione dell emergenza esterna degli stabilimenti industriali a rischio d incidente rilevante linee guida. 8

10 PEE non necessario Qualora non siano ragionevolmente prevedibili effetti all'esterno dello stabilimento provocati dagli incidenti rilevanti il Prefetto può decidere di non predisporre il PEE. La decisione è presa in base a informazioni del RdS e quelle trasmesse dal gestore, sentito il CTR e d'intesa con regione e enti locali interessati. La decisione deve essere motivata e tempestivamente comunicata alle seguenti autorità competenti: CTR, Regione, MATTM tramite l'ispra, Prefettura, Comune, Comando provinciale VVF. 9

11 STRUTTURA DEL PEE 1. PARTE GENERALE 2. SCENARI INCIDENTALI 3. MODELLO ORGANIZZATIVO D INTERVENTO 4. INFORMAZIONE PREVENTIVA DELLA POPOLAZIONE ALLEGATI APPENDICI 10

12 ALLEGATI All. A Piano operativo per il soccorso tecnico. Elaborato dai VVF, prevede l individuazione delle Zone di danno e della Zona di sicurezza (Zona bianca), le modalità operative per il salvataggio delle persone colpite e la messa in sicurezza degli impianti. All. B/C/D Modelli per comunicazioni livello di allerta 1 (livello di attenzione) - 2 (livello di preallarme) - 3 (livello di allarme). All. E Piano operativo per il soccorso sanitario. Elaborato dal Servizio 118 e dall ASL, prevede l individuazione dell area all interno della Zona di sicurezza (Zona bianca) da destinare a Centro medico avanzato (CMA), le modalità di ospedalizzazione delle vittime. 11

13 All. F Piano operativo per la comunicazione in emergenza. Elaborato dalla Prefettura, prevede: individuazione delle reti televisive e radiofoniche locali per la diramazione, a cura della Prefettura, dei messaggi per l attuazione delle misure preventive e di protezione della popolazione durante e dopo l emergenza; informazione alla popolazione durante l emergenza delle norme di comportamento da seguire, mediante i messaggi diramati dalla Prefettura tramite i media e/o con i sistemi di allarme acustico e di comunicazione; pianificazione degli interventi per la realizzazione di sistemi fissi di allarme acustico e di comunicazione di messaggi alla popolazione, qualora mancanti. 12

14 All. G All. H All. I All. J Piano operativo per la viabilità. elaborato di concerto da Questura, Polizia Stradale e Polizia Municipale per consentire un rapido isolamento delle zone a rischio o già interessate. A tal fine sono individuati: punti nodali per il traffico, con posti di blocco o cancelli, per interdire l afflusso di traffico nelle zone a rischio e agevolare la tempestività degli interventi, anche in relazione all evoluzione dell evento; percorsi alternativi per i mezzi di soccorso; percorsi preferenziali per far defluire la popolazione eventualmente evacuata (vie di fuga). Rubrica telefonica. Scheda di informazione sui rischi d incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori. Opuscolo per l Informazione della popolazione. 13

15 App. 1 App. 2 App. 3 Corografia dell'area APPENDICI Documentazione cartografica riportante aree di danno e elementi sensibili eventualmente presenti all interno Planimetria generale dello stabilimento con l'indicazione della viabilità interna 14

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17 1. PARTE GENERALE Sono forniti elementi di carattere generale su: Termini e definizioni Normativa di riferimento Scopo e obiettivi, e programmi di aggiornamento Esercitazioni e formazione Descrizione del sito Informazioni sullo stabilimento Elementi territoriali e ambientali vulnerabili Ecc. 16

18 Informazioni sulle sostanze pericolose presenti; Tipologia degli eventi incidentali; Delimitazione delle zone di danno; 2. SCENARI INCIDENTALI Individuazione degli elementi sensibili all interno di ciascuna zona; ecc. 17

19 INFORMAZIONI SULLE SOSTANZE PERICOLOSE PRESENTI Sono riportate le principali informazioni sulle sostanze presenti: CATEGORIE DI SOSTANZE P1a ESPLOSIVI: Divisione 1.1, 1.2, 1.3, 1.5, o 1.6 All. 1 P.1 Q.tà (t) SI Q.tà (t) SS Q.tà prevista (t) Sez. P In questo caso si ipotizza che l attività risulti soggetta agli obblighi di soglia superiore (SS). 18

20 Caratteristiche delle sostanze Sono fornite tabelle ove sono specificate nel dettaglio le principali caratteristiche delle sostanze pericolose presenti. 19

21 TIPOLOGIA DEGLI EVENTI INCIDENTALI Lo scenario più gravoso ipotizzato risulta quello legato alla possibile esplosione delle sostanze o a un incendio che evolve ad esplosione, sia per materiali depositati che movimentati. 20

22 Zone di danno Zona di sicuro impatto - Elevata letalità (Zona rossa) Zona immediatamente adiacente allo stabilimento, caratterizzata da effetti comportanti un elevata letalità per le persone. Zona di danno Lesioni irreversibili (Zona arancione) Zona caratterizzata da possibili danni, anche gravi e irreversibili, per persone senza corrette misure di autoprotezione e da possibili danni anche letali per persone più vulnerabili come minori e anziani. Zona di attenzione Lesioni reversibili (Zona gialla) Zona caratterizzata da possibili danni, generalmente non gravi anche per soggetti vulnerabili, o da reazioni che possono causare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico. Zona di sicurezza (Zona bianca) Zona al di fuori delle aree di danno destinata alla dislocazione delle risorse umane e strumentali dei soccorritori. 21

23 DELIMITAZIONE DELLE ZONE DI DANNO E INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI SENSIBILI ALL INTERNO DI CIASCUNA ZONA Gli eventi incidentali credibili hanno effetti che possono estendersi al di fuori dei confini dello stabilimento. Le zone a rischio individuate dal gestore sono: Prima Zona - di sicuro impatto avente l'estensione di raggio 80 m; Seconda Zona - di danno avente l'estensione di raggio 250 m; Terza Zona - di attenzione avente l'estensione di raggio 350 m; 22

24 Tabella riepilogativa relativa allo scenario incidentale più rilevante Scenario incidentale Esplosione magazzino esplosivi 1 a Zona di sicuro impatto Elevata letalità (Zona Rossa) (m) Elementi sensibili Aree di danno 2 a Zona di danno Lesioni irreversibili (Zona Arancione) (m) Elementi sensibili 3 a Zona di attenzione Lesioni reversibili (Zona Gialla) (m) Elementi sensibili Riepilogo scenari incidentali, frequenze di accadimento, distanze di danno e elementi sensibili Al di fuori delle suddette aree di danno è individuata una Zona di sicurezza (Zona bianca), di ampiezza 200 m dalla zona gialla, per dislocazione di risorse umane e strumentali dei soccorritori. 23

25 3. MODELLO ORGANIZZATIVO D INTERVENTO Basato sull azione di coordinamento del Prefetto (AP - Autorità preposta) e sul ruolo svolto dalle funzioni di supporto (Sindaco, VVF, 118, FF.OO., ARPA, ecc.), in particolare (con le rispettive funzioni attribuite dal Prefetto): Comando provinciale VVF (DTS - Direzione tecnica dei soccorsi); Servizio 118 (DSS - Direzione dei soccorsi sanitari). 24

26 UNITÀ DI CRISI LOCALE (UCL) Funzione per un rapido coordinamento in campo fra enti e istituzioni, per gestire le operazioni di soccorso sin dalle prime fasi di attivazione dei livelli di allerta 2 e 3. È composta dai responsabili presenti sullo scenario: Vigili del Fuoco (assume il coordinamento) Forze dell Ordine (coordinate da PS) Comune Servizio 118 ARPA Regionale Gestore. 25

27 SALA OPERATIVA PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA (SOE) Fino all attivazione del PEE da parte dell AP tale funzione è svolta dalla Sala operativa del Comando provinciale VVF. All attivazione del PEE la funzione è trasferita presso la Sala operativa della Prefettura (o da questa individuata). 26

28 CENTRO COORDINAMENTO DEI SOCCORSI (CCS) Organo di coordinamento che entra in funzione nella Sala Operativa della Prefettura. Attua i servizi di assistenza e soccorso alla popolazione colpita nell ambito della provincia e coordina gli interventi prestati da Amministrazioni pubbliche, Enti e organismi privati. 27

29 CENTRO OPERATIVO MISTO (COM) Strumento di coordinamento provvisorio, per il tempo dell emergenza a livello comunale e intercomunale. Formato da rappresentanti di Amministrazioni e Enti dei quale si avvale il Prefetto per dirigere i servizi di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite e per coordinare le attività. 28

30 AUTORITÀ PREPOSTA (AP) - PREFETTO Coordina l'attuazione del PEE in relazione ai diversi livelli di allerta, acquisendo dal Gestore e altri soggetti informazioni; Attiva la S.O., presiede il CCS e istituisce se opportuno il COM; Da comunicazioni all esterno a: MATTM; Ministero Interno; Dipartimento Prot. Civ.; Regione - SOUP; Prefetti limitrofi; Sindaco comune e limitrofi; Presidente Provincia; Questore; Comandante Prov.le VVF; Direttore Generale ASL; Responsabile ARPA reg.; Comandante Polizia Stradale: Comandante Prov.le Carabinieri; ANAS; Società Autostrade; Dirigente COA; Responsabile Stabilimento. Acquisisce dati su condizioni meteo ; 29

31 segue Assicura le comunicazioni a popolazione e soccorritori; Gestisce la comunicazione con i media in emergenza; Dispone effettuazione perimetrazione delle aree d'impatto; Valuta e decide con il Sindaco, sentiti DTS e DSS, le misure di protezione per la popolazione e accerta che siano realizzate le misure di protezione collettiva; Valuta provvedimenti straordinari su viabilità e trasporti; Valuta con il Sindaco, sentiti gli organi competenti, la revoca dello stato di emergenza esterna e dichiara il cessato allarme; Richiede provvedimenti di ripristino e disinquinamento. 30

32 LE FUNZIONI DI SUPPORTO Sul PEE sono riportate le funzioni minime di supporto (VVF, PS, ARPA, ASL, 118, ecc.) all AP e i relativi compiti previsti. L AP può individuare altri soggetti che possono essere coinvolti nelle operazioni di soccorso. Per le alcune funzioni di supporto è previsto il compito di gestire l attuazione degli specifici Piani operativi (P.O.). 31

33 Attiva il PEI; GESTORE Allerta tempestivamente il Comando provinciale VVF, attivando i vari livelli di allerta in funzione della gravità dell evento; Informa Prefetto, Sindaco, Regione, Provincia; Segue costantemente l'evoluzione dell'evento; Aggiorna le informazioni comunicando con il Prefetto; Resta a disposizione del responsabile VVF sul posto. 32

34 COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO Riceve da Gestore informazione sul preallertamento e richiesta di allertamento; Se rilevanza esterna avvisa AP per attivare PEE; Assume, su attribuzione di AP, la funzione di DTS; Svolge le operazioni di soccorso, finalizzate al salvataggio delle persone e alla gestione dell emergenza, mettendo in atto il P.O. soccorso tecnico e raccordandosi con l'ap; Informa l AP sull azione di soccorso e le misure necessarie di tutela, valutando l evacuazione della popolazione o altre misure; Individua e perimetra Zone di danno e Zona di sicurezza. 33

35 SINDACO Attiva COC e strutture comunali di protezione civile (Polizia Municipale, Ufficio Tecnico, Volontariato, ); Informa la popolazione e comunica le misure di protezione da adottare, allertando la SOUP regionale; Attua le azioni di competenza previste dal P.O. per la viabilità; Dispone l'utilizzo delle aree di ricovero per la popolazione eventualmente evacuata, preventivamente individuate; Adotta ordinanze contingibili e urgenti per pubblica incolumità; Informa la popolazione su revoca stato di emergenza esterna; Cessata l emergenza, gestisce il ripristino della normalità. 34

36 POLIZIA MUNICIPALE Predispone e presidia i cancelli d ingresso di competenza alla Zona gialla; Coadiuva la Polizia stradale nel controllo dei blocchi stradali; Presidia i percorsi alternativi individuati nel P.O. per la viabilità, garantendo un regolare flusso dei mezzi di soccorso. 35

37 QUESTURA Coordina tutte le altre FF.OO. (Carabinieri, G.d.F.), P.M. e, se previste e attivate dall AP, le FF.AA. Svolge compiti connessi a gestione e controllo flussi, ai fini dell'ordine e sicurezza pubblica; Predispone e presidia cancelli, sbarramenti e eventuali perimetrazioni alla Zona gialla; Fa predisporre e presidiare, avvalendosi della Polizia Stradale, i percorsi stradali alternativi previsti nel P.O. di viabilità, per garantire il flusso dei mezzi di soccorso e l eventuale evacuazione; Coordina e vigila su ordinate operazioni di evacuazione. 36

38 AZIENDA DEI SERVIZI SANITARI LOCALI (ASL) Invia personale tecnico in raccordo con l'ap; Informa, sentito il DSS, ospedali locali e limitrofi su aspetti sanitari, secondo il P.O. soccorsi sanitari per la parte di competenza; Provvede, di concerto con ARPA, a effettuare analisi, rilievi, misurazioni per l'identificazione sostanze e la quantificazione del rischio ambientale (aria, acqua, suolo), secondo il P.O. sicurezza ambientale; Fornisce all AP, sentite le altre autorità sanitarie, dati relativi a entità e estensione del rischio per la salute pubblica e ambiente. 37

39 SERVIZIO 118 Invia personale sanitario in raccordo con l'ap per effettuare il soccorso sanitario urgente; Assume, su attribuzione dell AP, la funzione di DSS, cui dovranno rapportarsi ASL e CRI; Gestisce l attuazione del P.O. soccorso sanitario per la parte di competenza; Interviene nelle Zone di danno per soccorrere le vittime, su specifica autorizzazione dei VVF e se dotati di adeguati DPI; Assicura in caso di evacuazione il trasporto dei disabili, nonché il ricovero di eventuali feriti. 38

40 AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL AMBIENTE Fornisce supporto tecnico in base a conoscenza rischi derivante da RdS e controlli; Effettua, con ASL, accertamenti ambientali e analisi chimiche/fisiche per valutare evoluzione in zone critiche secondo P.O. sicurezza ambientale; Fornisce e acquisisce le informazioni sulle sostanze coinvolte; Trasmette a AP le risultanze di analisi e rilevazioni richieste; Fornisce supporto circa le azioni a tutela di popolazione e luoghi; Coordina, con supporto ASL, attività di bonifica al cessato allarme, secondo il P.O. sicurezza ambientale. 39

41 REGIONE - SOUP La SOUP informa il Presidente G.R., assessori alla protezione civile, sanità e ambiente e dirigenti. Invia personale, a disposizione di AP, per valutare e attuare misure a tutela popolazione, erogazione servizi pubblici essenziali e salvaguardia beni/infrastrutture. Mantiene operativo il centro funzionale per la meteorologia. Assicura materiali assistenziali e di pronto intervento. Pone a disposizione i volontari di protezione civile. Mantiene contatti con la S.O. del Dip. della Protezione Civile. Invia proprio rappresentante al COC o al CCS. 40

42 PROVINCIA Assicura il supporto tecnico-scientifico alla stesura, revisione ed aggiornamento del PEE. In caso di emergenza assicura il supporto tecnico per le operazioni di messa in sicurezza dell area interessata dall emergenza stessa per il rischio ambientale. 41

43 CROCE ROSSA ITALIANA (CRI) Invia il personale volontario che dipenderà funzionalmente dal responsabile del Servizio 118, secondo il P.O. soccorso sanitario; Assicura in caso di evacuazione, il trasporto dei disabili, nonché il ricovero di eventuali feriti. Il personale della CRI può operare solo nella Zona di sicurezza (Zona bianca). 42

44 ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Possono essere utilizzate solo previa richiesta alla SOUP regionale e/o al Sindaco e possono operare solo nella Zona sicurezza (Zona bianca), con personale adeguatamente formato. In caso di evento incidentale, possono: Supportare le FF.OO. per il controllo del traffico all esterno delle Zone di danno, secondo il P.O. per la viabilità; Assistere la popolazione in caso di evacuazione o momentaneo allontanamento dalle abitazioni verso i centri di raccolta. 43

45 ACCESSO ALLE ZONE DI DANNO Il personale P.M. - FF.OO. - ASL - Servizio ARPA regionale possono operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in funzione delle condizioni di sicurezza, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) se adeguatamente formato e dotato di DPI. In caso contrario opererà solo in Zona sicurezza (Zona bianca). Il personale CRI e delle Organizzazioni di volontariato può operare solo nella Zona di sicurezza (Zona bianca) 44

46 UNITÀ DI CRISI LOCALE (UCL) Gestisce in campo le operazioni di soccorso tecnico in caso di quasi incidente o incidente all interno degli stabilimenti rir, o al verificarsi dei livelli di allerta 2 e 3. 45

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48 MODALITÀ OPERATIVE IN CASO DI INCIDENTE Il Gestore comunica la notizia con urgenza ai Vigili del Fuoco, che informano AP, Sindaco, 118, Questura, ASL, ARPA. In base alla gravità il Comandante VVF attiva l UCL. In caso d incidente classificato rilevante, l AP attiva il PEE e il P.O. viabilità, nonché il CCS nella S.O. Prefettura e del COM. Si allerta tempestivamente la popolazione mediante l attuazione del P.O. comunicazione in emergenza. I VVF gestiscono i soccorsi secondo il P.O. soccorso tecnico. 47

49 segue Il Servizio 118 gestisce, di concerto con l ASL, i soccorsi sanitari secondo il P.O. soccorso sanitario. Se esiste pericolo di esplosione, l AP valuta, sentito il DTS, di attivare l evacuazione. Le disposizioni da attuarsi in questo caso sono: blocco del traffico stradale; posti di blocco per garantire l accesso solo a mezzi di soccorso; eventuale blocco dell erogazione dell energia elettrica; evacuazione dell area a rischio. 48

50 segue Questura e Polizia Municipale ordinano evacuazione, secondo il P.O. comunicazione in emergenza. La Questura attua il P.O. per la viabilità. In base all'evento sono attivati i cancelli e segnalati percorsi alternativi per i soccorsi e/o per l'evacuazione. Durante l emergenza e fino al cessato allarme, la Questura garantirà con le FF.OO. l ordine e sicurezza pubblica. Durante l emergenza e nella fase post-emergenza, ASL e ARPA reg. gestiranno l attuazione del P.O. sicurezza ambientale. 49

51 segue Quando la situazione è sotto controllo, il Prefetto, sentiti DTS, DSS, Questore, Sindaco, ASL e ARPA, dichiara il cessato allarme. Il cessato allarme non significa il totale ritorno alla normalità. Da questo momento iniziano le azioni finalizzate al ritorno alla normalità, con graduale ripristino di energia elettrica, gas, acqua, viabilità e consentendo a popolazione evacuata di rientrare. 50

52 I QUATTRO LIVELLI DI ALLERTA Livello di allerta 0 incidente non classificato incidente rilevante, senza impatto avvertibile da popolazione. Livello di allerta 1 (Livello di attenzione): incidente, pur non classificabile incidente rilevante, potrebbe comportare impatto avvertibile dalla popolazione. Livello di allerta 2 (livello di preallarme): incidente non classificato incidente rilevante, che comunque potrebbe aggravarsi con effetti verso l'ambiente esterno. Livello di allerta 3 (livello allarme - emergenza esterna): incidente già da subito classificato incidente rilevante. 51

53 Livello di allerta 0 Incidente non classificato incidente rilevante e senza prevedibili evoluzioni peggiorative all interno/esterno stabilimento, senza impatto visivo/rumore avvertibile da popolazione. Liv. 0 L assetto operativo d intervento è quello ordinario di stabilimento con eventuale intervento VVF. 52

54 Livello di allerta 1 (Livello di attenzione) Incidente, pur non classificabile dal Gestore incidente rilevante e senza prevedibili evoluzioni peggiorative all interno e/o esterno stabilimento, potrebbe comportare impatto visivo/rumore avvertibile dalla popolazione. Liv. 1 Il Gestore invia la comunicazione Mod. PEE-1; l assetto operativo è quello ordinario di stabilimento con eventuale intervento VVF. 53

55 Livello di allerta 2 (livello di preallarme) incidente non classificato dal Gestore incidente rilevante, che comunque potrebbe potenzialmente aggravarsi con effetti verso l'ambiente esterno. Liv. 2 Il Gestore invia la comunicazione Mod. PEE-2; l assetto operativo, oltre all attivazione del PEI, prevederà l attivazione dei VVF/UCL. 54

56 Livello di allerta 3 (livello allarme - emergenza esterna): Incidente già da subito classificato dal Gestore incidente rilevante. Il Gestore invia la comunicazione Mod. PEE-3, l AP attiva il PEE. Liv. 3 L assetto operativo d intervento prevede nella prima fase dell emergenza l attivazione dell UCL, per poi passare all attivazione della S.O. presso la Prefettura, alla costituzione del CCS e del COM e alla piena attuazione del PEE. 55

57 SCHEMA LOGICO SEGNALAZIONE DI INCIDENTE 56

58 MATRICE DELLE AZIONI IN CASO DI INCIDENTE RILEVANTE ZONE DI DANNO E DI SICUREZZA 1 a Zona di sicuro impatto - Elevata letalità. (Zona rossa) 2 a Zona di danno - Lesioni irreversibili. (Zona arancione) 3 a Zona di attenzione - Lesioni reversibili. (Zona gialla) Zona di sicurezza (Zona bianca) FUNZIONE DI SUPPORTO VV.F. VV.F. VV.F FF.OO. - ARPA - P.M. se dotati di DPI tutte AZIONI DA SVOLGERE Tempestivo salvataggio di eventuali persone colpite e loro trasporto in zona di sicurezza Salvataggio di eventuali persone colpite e loro trasporto in zona sicura Trasporto in zona di sicurezza di persone colpite Area di raccolta deceduti, feriti (Area di triage) DPI DA INDOSSARE DPI per incendio e protezione vie respiratorie (autorespiratore) DPI per incendio e protezione vie respiratorie (autorespiratore) Per permanenza in zona fino a 30 min. non sono necessari DPI; per tempi superiori: VVF: autorespiratori e tuta di cat. 3 - tipo 4. ALTRI: tuta in carta tipo usa e getta, guanti in lattice, occhiali di sicurezza, maschera con filtro. Nessun DPI 57

59 4. INFORMAZIONE PREVENTIVA DELLA POPOLAZIONE LA DIFFUSIONE DELL INFORMAZIONE Il comune predispone campagna informativa preventiva per la popolazione (aggiornata periodicamente) e presso le attività presenti nelle aree a rischio, divulgando le informazioni della Scheda informativa. 58

60 Modalità di diffusione dell informazione In base a opportune valutazioni, tenendo conto delle peculiarità: Pagina web nel sito del Comune per consultazione on-line dei cittadini; Opuscoli e materiale informativo inviati a mezzo posta o consegna porta a porta; Affissione di manifesti, per promuovere formazione attraverso incontri pubblici. 59

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62 L INFORMAZIONE NELLA FASE DELL EMERGENZA Segnalazione allarme accadimento incidente; Messaggi vocali per ricordare info utili, in modo sintetico e immediato, sui comportamenti di autoprotezione in relazione a tipologia dell evento; Segnalazione di cessato allarme. La popolazione deve essere messa preventivamente a conoscenza delle modalità con cui è segnalato l inizio del pericolo. Con cessato allarme si comunica la conclusione dell emergenza, connessa con il rischio specifico dello scenario, non escludendo eventuali pericoli residui che saranno comunicati se necessario. 61

63 ALLARME E MESSAGGIO ALLA POPOLAZIONE II PEE è attivato a seguito di segnalazione che indica a soccorritori e popolazione il verificarsi di un incidente. Sistema di allarme (sirene dello stabilimento) e sistema di diffusione messaggi con altoparlante su veicoli della Polizia Municipale 62

64 Segnale di allarme in emergenza: ALLARME EVACUAZIONE: 5 segnali brevi seguiti da uno lungo di sirena dello Stabilimento; Informa la popolazione che l incendio all interno dello stabilimento può coinvolgere aree abitate e che tutti i cittadini residenti devono adottare comportamenti e precauzioni per proteggersi, prevenire e limitare i danni. CESSATO ALLARME: 3 segnali di sirena continui dello Stabilimento di 30 sec. ciascuno; 63

65 Messaggio informativo in emergenza: In caso di rifugio al chiuso: È in atto un emergenza per incidente. Si invita a restare all interno degli edifici e ad attivare tutti i comportamenti di autoprotezione previsti. In caso di evacuazione: È in atto un emergenza per incidente. Si invita a evacuare immediatamente tutti gli edifici e a raggiungere i centri di raccolta prestabiliti, utilizzando le vie di fuga indicate dagli addetti all emergenza. 64

66 Messaggio di cessato allarme: L emergenza per incidente è cessata. È possibile riprendere le normali attività. Periodicamente sono eseguite prove di funzionalità del sistema attraverso esercitazioni, simulando situazioni di allarme e cessato allarme. 65

67 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO TECNICO Il Comando provinciale VVF, ricevuta dal Gestore (o da chiunque) la segnalazione d incidente, acquisisce ulteriori informazioni per valutare il Livello di allerta. Livello di allerta 0 Livello di allerta 1 Livello di allerta 2 Livello di allerta 3 (attenzione) (preallarme) (allarme) 66

68 Livello di allerta 0-1 Se è riconducibile al Livello 0 o Livello 1 (di attenzione), si interviene sul posto secondo le ordinarie procedure, informando AP, Sindaco, Servizio 118, Questura, ASL e ARPA. Il Capo Turno informa il Funzionario di guardia/reperibilità, che provvede a informare il Comandante provinciale VVF. Liv. 0 Liv. 1 67

69 Livello di allerta 2-3 Se l evento è con rilevanza esterna potenziale (Livello 2 - preallarme) o reale (Livello 3 - allarme), si provvede a: 1) avvisare l AP per eventuale attivazione del PEE (livello di preallarme) o attivazione del PEE (livello di allarme - emergenza esterna dello stabilimento); Liv. 2 Liv. 3 2) informare Sindaco, Servizio 118, Questura, ASL, ARPA; 3) attivare risorse umane e strumentali, che opereranno secondo quanto riportato e in conformità alle POS. 68

70 OPERATORE DELLA SALA OPERATIVA Ricevuta la segnalazione dell evento incidentale con rilevanza esterna (potenziale o reale) provvede a: attivare l intervento sul posto delle squadre VF, che giungeranno con mezzi, attrezzature e DPI idonei; avvisare il Capo Turno, che attiverà il Funzionario di Guardia/Reperibilità e il Comandante provinciale (DTS). 69

71 SQUADRE D INTERVENTO Giunte sul posto, secondo la POS, indossano idonei DPI e provvedono a: Individuare, classificare e delimitare le Zone di danno (Zona rossa, arancione, gialla e bianca); Svolgere operazioni di soccorso, come da Matrice delle azioni in caso di incidente rilevante, finalizzate a: salvataggio persone da trasportare in Area Triage all interno della Zona bianca (Zona di sicurezza), curate da 118; messa in sicurezza di impianti, avvalendosi del gestore e delle altre funzioni previste dal PEE. 70

72 FUNZIONARIO DI GUARDIA/REPERIBILITÀ VF Si reca sul luogo dell incidente per la gestione in campo delle operazioni di soccorso, assumendo la funzione di Coordinatore dell UCL, secondo l organigramma Unità di Crisi Locale (UCL) ; Tiene costantemente informato il Comandante provinciale (DTS); Insieme al ROS propone l opportunità, tenuto conto degli effetti, di richiedere l attuazione di una evacuazione assistita della popolazione o di adottare altre misure di protezione della popolazione (es. ricovero al chiuso), secondo il PEE. 71

73 COMANDANTE PROVINCIALE VVF Su attribuzione dell AP assume funzione di DTS. Tiene informata l AP sulle operazioni di soccorso, coordinandosi con DSS e raccordandosi con le altre funzioni di supporto, in particolare Questore e ARPA; Richiede all AP, tenendo conto del ROS e/o Coordinatore UCL, l attuazione da parte delle altre funzioni di supporto di una evacuazione assistita della popolazione o di adottare altre misure di protezione (es. ricovero al chiuso), secondo il PEE; Invia unità VF al CCS, COM, e per coadiuvare l Addetto stampa AP; Per quanto di competenza propone all AP il cessato allarme. 72

74 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO SANITARIO Elaborato dal Servizio 118 e dall ASL, sentite le altre funzioni di supporto previste dal PEE. Esso prevede l individuazione dell area all interno della Zona di sicurezza (Zona bianca) da destinare a Centro medico avanzato (CMA), le modalità di ospedalizzazione delle persone vittime dell evento incidentale. 73

75 PIANO OPERATIVO PER LA COMUNICAZIONE IN EMERGENZA Elaborato da Prefettura, sentiti Gestore e altre funzioni di supporto previste dal PEE, prevede: Individuazione reti TV e radio locali per diramazione, a cura Prefettura, di messaggi per l attuazione di misure preventive e di protezione da parte della popolazione durante e dopo l emergenza; Info a popolazione su comportamenti da seguire, mediante messaggi tramite media e/o con i sistemi di allarme acustico e comunicazione presenti nelle Zone di danno; Pianificazione e realizzazione sistemi di allarme acustico e di comunicazione messaggi a popolazione, se mancanti. 74

76 PIANO OPERATIVO PER LA VIABILITÀ Elaborato di concerto da Questura, Polizia Stradale e Polizia Municipale per consentire rapido isolamento delle zone a rischio o già interessate dall evento. A tal fine sono individuati: punti nodali in cui deviare o impedire il traffico, attraverso posti di blocco o cancelli, per interdire l afflusso di traffico nelle zone a rischio e agevolare gli interventi; percorsi alternativi per confluenza dei mezzi di soccorso; percorsi preferenziali attraverso i quali far defluire la popolazione eventualmente evacuata (vie di fuga). 75

77 Appendice 1 - Corografia dell'area 76

78 Appendice 2 - Documentazione cartografica riportante zone di danno e elementi sensibili 77

79 CONCLUSIONI Scopo del PEE e inquadramento normativo Struttura del PEE Parte generale (sito, stabilimento, vulnerabilità ) Scenari incidentali (tipologia eventi, zone di danno ) Modello organizzativo d intervento (AP e supporto, liv. allerta ) Informazione preventiva della popolazione Allegati (Piani operativi, modulistica, opuscoli ) Appendici (cartografie) 78

80 FINE

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