INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE DELL UMBRIA

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1 II TRIMESTRE 2015 IV TRIMESTRE 2017

2 INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE DELL UMBRIA IV trimestre 2017 L indagine congiunturale di Unioncamere Umbria per il IV trimestre 2017 è stata realizzata su un campione di 261 imprese operanti nel settore manifatturiero ed articolato in 8 comparti produttivi e tre classi dimensionali. Il 2017 chiude finalmente ci verrebbe quasi da dire, con un trimestre nettamente in positivo specie se confrontato con i risultati altalenanti dei trimestri precedenti, ponendo fine, almeno in chiusura d anno, alla situazione di luci ed ombre che ormai caratterizzava da molti, troppi mesi la congiuntura della nostra regione. Positivi produzione, fatturato, ordinativi, occupazione sia a livello tendenziale che congiunturale: unico neo con 2,3% gli ordinativi esteri ma unicamente nel confronto con il trimestre precedente di quest anno. A livello settoriale bene la meccanica che segna solo valori positivi ma anche l elettronica, i metalli, il tessile e l alimentare che hanno quasi tutte le variazioni positive; a soffrire di più è l industria del legno e della chimica che per contro registrano diversi valori negativi. Performance positive a livello dimensionale per piccole, medie e grandi imprese con solo due variazioni negative per le piccole (occupazione e ordinativi esteri rispetto al trimestre dello scorso anno) e le grandi con un 4,2% sugli ordinativi esteri se confrontati con lo scorso trimestre Anche le imprese artigiane che avevano iniziato migliorare già nel trimestre precedente ma sempre con valori molto altalenanti, chiudono discretamente il Produzione La Produzione segna in totale un +4,0% rispetto al trimestre precedente (nel terzo 2017 il valore era stato 0,8%), con valori positivi per tutti i settori, eccezion fatta per la chimica che segna 2,4%. Fig. 1 UMBRIA: andamento della produzione in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Molto bene le industrie meccaniche con +8%, le elettriche con +7,9% e a seguire le tessili con +7,3%. 1

3 A livello dimensionale si va da un +4,8% delle medie imprese (dai 10 ai 49 addetti) ad un 2,7% delle grandi (oltre i 50 addetti) passando un +4,7% delle piccole (da 0 a 9 addetti). Buono il risultato delle imprese artigiane che segnano un +6,7%, ben superiore al +3% delle non artigiane. Rispetto al quarto trimestre del 2016, la produzione segna un incremento del +4,4%: bene tutti i settori eccetto la chimica con 5,8% e il legno con 2,8%. Nel confronto tendenziale molto bene sia le medie che le grandi con rispettivamente +6% e +5,3%, mentre le piccole si fermano ad un +1,1%. Segno positivo anche per le artigiane con +2,2%. Fatturato Variazione positiva per il fatturato totale nel confronto con il trimestre precedente che segna un +4,7% (nel III trimestre 2017 il valore si fermava ad +0,3%), variazione confermata anche a livello tendenziale con +4,8% (in linea stavolta con il +4,9% registrato ne trimestre scorso). A livello congiunturale valori positivi per tutti i settori nessuno escluso; degni di maggior nota sono il +9% delle industrie elettriche, l 8,5% delle meccaniche, mentre la variazione positiva più contenuta si ha nelle industrie chimiche con +0,2%. Positiva la variazione delle artigiane con +6,9% (nello scorso trimestre era stata di 0,2%) così come quella delle piccole, delle medie e delle grandi imprese con i seguenti rispettivi valori: +5,4%, +5,6% e +3,4%. Confrontato con la fine del 2016 il fatturato ha una variazione totale del +4,8% (praticamente uguale a quello che accadeva nel trimestre scorso dove era stata del 4,9%) Eccetto le industrie del legno che segnano un 3%, sono positivi tutti gli altri settori: metalli +9,8%, meccaniche +8,2%, elettriche +7,2%, tessili +5,3%,chimiche +4,7%, altre industrie con +3,7% e alimentari con +2,6%. A livello dimensionale positive tutte e tre le ripartizioni, così come segnano un +1,8% anche le artigiane (lo scorso trimestre avevano segnato un +1,9%) Fig. 2 UMBRIA: andamento della fatturato in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre

4 Positivi i valori generali anche del fatturato interno: rispetto al trimestre precedente segna un seppur minimo +5,6% (di gran lunga migliore del +0,3% registrato nel trimestre scorso) con valori positivi per tutti i settori esaminati da un +9,4% delle industrie meccaniche, un +9,1% delle elettriche e un +8,6% dei metalli, fino alla variazione più contenuta che è quella delle industrie del legno con +2%. Variazioni positive a livello dimensionali per tutte e tre le categorie (con valori intorno al 5% per tutte) così come segna un +6,9% la variazione delle imprese artigiane, anche stavolta superiore al +5,1% delle non artigiane. Rispetto al IV trimestre 2016 la variazione del fatturato interno è del +5,2% (lo scorso trimestre era stata del +4,4%) e l unico valore negativo è quello relativo alle industrie del legno con 6,6% (stesso primato dello scorso trimestre dove erano le uniche negative con 5,3%); positivi tutti i restanti settori con il +11,3% delle industrie dei metalli che segnano la variazione più alta, come era stato anche nel trimestre scorso con un +10,3%. Un buon +2,1% per le imprese artigiane e valori positivi per tutte le realtà dimensionali, e precisamente +6,8% per le imprese da 10 a 49 addetti, +6% per quelle oltre i 50, e +2% per quelle inferiori ai 9. Fig. 3 UMBRIA: andamento della fatturato interno e estero, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Il fatturato estero dopo la battuta d arresto dello scorso trimestre, dove aveva registrato un calo dello 0,2% nel confronto congiunturale, torna ad avere valori positivi con un +1,8%: unico settore negativo quello della chimica con 2,4%; molto bene le industrie tessili (+9,1%), le industrie elettriche (+8,7%) e le industrie alimentari (+8%). Variazione positiva del 7,2% delle imprese artigiane (già positive anche nel trimestre scorso ma solo del +1,6%) e segni più anche per le tre classi dimensionali con il valore più contenuto segnato dalla imprese oltre i 50 addetti e il loro +0,3%. 3

5 A livello tendenziale, nel confronto con il IV trimestre del 2016, il fatturato estero segna un +2,6%, con le artigiane in sofferenza ( 1%) mentre le non artigiane segnano un +3,7%. Due i settori con il segno meno ed esattamente le industrie alimentari, con 3%, e le chimiche, con un più modesto 0,2%; positive tutti gli altri valori e degno di nota il +8,5% delle industrie del legno. Bene tutte le classi dimensionali: fino a 9 addetti +1,9%, da 10 a 49 +2,7% e oltre i 50 +2,8%. Ordini Gli ordinativi complessivi segnano un +3% confrontati con il III trimestre dell anno in corso e un +4,8% rispetto al IV trimestre del Nel confronto congiunturale sono positivi tutti i settori, eccezion fatta per le industrie chimiche che segnano un 4,3%; tra le variazioni positive da menzionare le industrie tessili con un +12%. Le artigiane registrano un variazione del +6,1% (le non artigiane si fermano al +2%) mentre nella divisione per addetti sono le piccole che segnano la variazione più alta con +4,8%, seguite dalle medie con un +4,1% e dalle grandi che si fermano ad un modesto se pur positivo 0,8%. Nel confronto con la fine del 2016 sono sempre le industrie chimiche che confermano valori negativi e precisamente un 1,5%. Bene i restanti settori con le meccaniche che segnano un +9,7%, le tessili un +8%, le elettriche un +7,7% e a seguire gli altri. Valori positive per le artigiane che segnano un +2,8% ( le non artigiane un +5,6%) così come per tutte le imprese per classe dimensionale, anche se quelle fino a 9 addetti si fermano al +0,8% mentre le medie arrivano ad un +7,1%. Fig. 4 UMBRIA: andamento degli ordini in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Gli ordinativi interni aumentano rispetto al trimestre precedente del 4,7% (nel trimestre scorso si era registrato un calo dell 1,3%): bene sia le imprese artigiane, con +6,4% che le non artigiane con +4%. 4

6 Le industrie chimiche confermano i valori negativi visti per gli ordinativi totali e segnano un 2,3% mentre sono positivi tutti gli altri settori con valori particolarmente positivi per le industrie tessili (+12,7%) e le industrie del legno (+9,5%). Le imprese fino a 9 addetti registrano un +5,2% in più rispetto al trimestre precedente, quelle oltre i 50 un +5,3% e le medie un +4,0%. Nel confronto con il dicembre 2016 gli ordinativi interni segnano un buon +5,6% (già nel trimestre scorso si era segnato un discreto +4,2%) con valori positivi anche per le artigiane con un +3,1% anche se inferiore al +6,7% di quelle non artigiane. Eccettuato le industrie del legno che hanno valori invariati sull anno precedente e le industrie chimiche che confermano i valori negativi anche se solo di un 0,8%, sono positivi tutti i restanti settori, da un +10,1% delle industrie meccaniche e da un +8,5% delle industre tessili al 2,8% delle alimentari. A livello dimensionale da segnalare un +7,1% delle imprese da 10 a 49 addetti e un +6,7% di quelle che superano i 50 addetti, mentre le industrie più piccole si fermano ad un +2,3%. Fig. 5 UMBRIA: andamento degli ordinativi interni e esteri, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Gli ordinativi esteri registrano un 2,3% nel confronto con il trimestre precedente mentre rapportati al dicembre 2016 segnano un +2%. Rispetto al trimestre passato si segnalano 3 settori con valori negativi e precisamente le industrie del legno, 6,4%, le industrie chimiche, 5%, e le industrie elettriche, 0,6% così come è negativo il valore delle imprese non artigiane che con il loro 3,4% si contrappongono alle artigiane che invece hanno una variazione positiva del +5,3%. A livello dimensionale male le imprese più grandi con 4,2% mentre le medie e le piccole segnano rispettivamente un +5% e un +3,3%. Confrontato con il quarto trimestre del 2016 sempre positive le imprese artigiane con un +8,4% (mentre le non artigiane segnano un 0,1%) con negativi le industrie del legno ( 0,1%) e le industrie chimiche ( 2,8%). 5

7 Positivi i restanti settori, ma con variazioni mediamente più contenute di quelle viste fino ad ora in altri ambiti. Negative le imprese fino a 9 addetti con un 2,3% mentre sono positive e imprese più grandi: quelle fino a 49 addetti segnano una variazione del +7,3% e quelle oltre i 50 del +0,6%. Occupazione Le variazioni nell occupazione segnano un +0,4% sia a livello congiunturale che tendenziale. Rispetto al trimestre precedente sono tre i settori con segni negativi ed esattamente le industrie dei metalli con 1%, le Tessili con 0,4% e del Legno con 0,2%. Le artigiane hanno una variazione positiva dello 0,6% (le non artigiane segnano un +0,4%) così come sono positive le imprese fino a 9 addetti (+1,1%) e quelle oltre i 50 (+0,2%) mentre risulta invariato il valore per le medie. Fig. 6 UMBRIA: andamento dell'occupazione in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 A livello tendenziale il confronto con lo stesso trimestre dell anno precedente vede un positivo +0,4% (lo scorso trimestre lo stesso rapporto aveva segnato +0,6%) anche se la variazione per le imprese artigiane segna un 0,1% contro lo 0,7% delle non artigiane. Per quanto riguarda i settori hanno il segno meno le industrie elettriche, 0,2%, le industrie tessili, 0,4%, e le industrie del legno, 3,4%. I restanti settori sono tutti positivi anche se la variazione più rilevante è quella delle industrie meccaniche con +6%, mente gli altri settori non si discostano da valori intorno all 1% e anche inferiori. A livello dimensionale negative le imprese fino a 9 addetti che rispetto allo scorso anno perdono il 2,1%, mentre hanno variazioni positive sia le imprese fino a 49 addetti (+1,4%) che quelle oltre i 50 (+2,1%). La figura 7 mostra un riepilogo degli andamenti del totale settori ed evidenzia come questo ultimo trimestre dell anno chiuda positivamente sia nel confronto con il terzo trimestre del 2017 che con quello del quarto

8 Se si eccettuano gli ordinativi esteri, che hanno una contrazione sul trimestre precedente ma sono comunque positivi rispetto a quello che accadeva a fine 2016, fatturato totale e fatturato e ordinativi interni sono quelli che vanno sicuramente meglio insieme alla Produzione. Un po più arretrati i valori del fatturato estero, e fanalino di coda l occupazione che è comunque positiva. Fig. 7 UMBRIA: andamento totale settori per produzione, fatturato, ordinativi e occupazione var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Fig. 8 UMBRIA: andamento imprese artigiane e non artigiane var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre

9 La congiuntura particolarmente favorevole di questo ultimo trimestre vale anche per le imprese artigiane che, come mostra la figura 8 registra valori positivi che non si vedevano da molto. Sembrano lontane le criticità evidenziate nei trimestri scorsi, e restano solo un 1% relativo al fatturato estero (contro un +3,7% delle non artigiane) e un modestissimo 0,1% relativo all occupazione (le non artigiane sono positive per un +0,7%) e comunque unicamente nel confronto tendenziale. Non solo, la figura 8 mettendo in relazione imprese artigiane e non artigiane mostra come accada spesso che le variazioni siano più consistenti per le prime che per le seconde con il divario maggiore che si realizza negli ordinativi esteri rispetto al trimestre precedente, con un +5,3% per le artigiane e un 3,4% per le non artigiane. Complessivamente le artigiane pur con tutti i valori positivi segnano variazioni più consistenti nel confronto con il trimestre precedente eccezion fatta per il +8,4% degli ordinativi esteri confrontati con la fine del Grado di utilizzo degli impianti Sulla base delle risposte fornite dalle imprese coinvolte nell indagine il grado di utilizzo degli impianti in totale è pari al 65,9% diversi punti percentuali in più di quanto dichiarato nei trimestri precedenti (62,7% nel III 2017, e 62,6% nel II 2017) e un punto percentuale in più di quello dichiarato nel quarto trimestre del 2016, quando la percentuale di utilizzo era stata del 64,9%. A livello settoriale sono le industrie chimiche che si distinguono per un maggior utilizzo degli impianti, con il 72,9% (lo scorso trimestre l utilizzo era stato solo del 67,6%), seguono le industrie meccaniche con un 71,7% (inferiore al 73,6% del settembre 2017), le industrie dei metalli con 70,4 (in linea con il 70,6% del trimestre scorso), e poi le tessili, le altre industrie, le alimentari e quelle del legno: tutte con percentuali più alte del trimestre passato eccettuato per le Industrie elettriche che registrano un 33,4% contro un 43% del settembre 2017 (fig. 9). Fig. 9 UMBRIA: grado di utilizzo degli impianti per settore e classe dimensionale IV trimestre

10 Settimane di produzione assicurata dal portafoglio ordini Il numero delle settimane di produzione assicurata dal portafogli ordini alla fine del quarto trimestre del 2017 è in totale di 8,6, valore ben più alto delle 6,9 del trimestre scorso e leggermente inferiore al 9,2 del quarto trimestre del Interessante è il dato delle imprese artigiane che si assestano anch esse sull 8,6, annullando il divario con quelle non artigiane. Fig. 10 UMBRIA: settimane di produzione per settori ultimi trimestri valori assoluti Fig. 11 UMBRIA: settimane di produzione per dimensioni delle imprese ultimi trimestri valori assoluti 9

11 A livello settoriale il settore che ha il periodo più lungo di produzione assicurata dal portafoglio ordini è quelle delle industrie meccaniche con 11,5 (anche lo scorso trimestre aveva registrato il valore più alto ma con 13,4 settimane) seguono le industrie del legno con 9,4 e quelle dei metalli, con 9,1. Eccettuato le industrie meccaniche tutti i settori hanno una produzione assicurata più lunga di quella registrata nel trimestre scorso, mentre rispetto al IV trimestre 2016 a parte le industrie alimentari che passano da 2,9 a 9,1 settimane, gli altri settori vedono tutti una diminuzione come mostra la figura 10. A livello dimensionale sono le medie imprese quelle da 10 a 49 addetti che hanno il numero maggiore di settimane di produzione, 13,4 seguono quelle oltre i 50 addetti con 10,8 e infine le piccole imprese con 7,6. Valori superiori al trimestre precedente per medie e piccole, mentre le grandi avevano indicato 12,7 settimane nel settembre scorso. Rispetto allo stesso trimestre del 2016 si evidenzia la sostanziale stabilità delle grandi da 10,7 a 10,8 e le diminuzioni anche se non importanti delle medie (da 13,9 settimane a 13,4) e delle piccole che passano da 8,3 settimane a 7,6. Previsioni per il IV trimestre 2017 Le previsioni fornite dagli imprenditori intervistati per l inizio del 2018 sono orientate anche in questo trimestre, come ormai accade da diverse indagini, a non aspettarsi cambiamenti rilevanti rispetto all evoluzione della congiuntura attuale. Ci si aspetta stabilità, o meglio non si attendono particolari cambiamenti per una buona percentuale degli intervistati e solo negli ordinativi esteri le previsioni di aumento con 21,1% superano quelle di diminuzione, 19,5. Si può ipotizzare che non ci si aspettino grossi miglioramenti nei tre mesi successivi proprio per la congiuntura particolarmente favorevole registrata a fine 2017 che forse non ci si aspetta di replicare. Fig. 12 UMBRIA: previsioni di produzione, fatturato, ordinativi e occupazione distribuzione % delle risposte delle imprese IV trimestre 2017 per trimestre successivo 10

12 Investimenti nel settore manifatturiero L indagine effettuata in questo quarto e ultimo trimestre 2017 comprende anche uno specifico approfondimento relativo agli Investimenti, teso a conoscerne entità e destinazione degli stessi nell anno che si è appena concluso e ad affrontare il tema dell industria 4.0 e dei finanziamenti appositi. Risulta così che il 32,3% del campione intervistato ha effettuato investimenti, una percentuale notevolmente inferiore al 50,8% dello scorso anno (e che nel 2015 era stato del 46%) a dimostrazione del fatto che è sempre più difficile programmare nel medio periodo, soprattutto per le piccole imprese, anche quando esistono opportunità di finanziamento come quelle derivanti dal programma Impresa 4.0. A livello provinciale a Perugia e per il 2017 hanno affrontato investimenti il 34,7% delle imprese intervistate mentre a Terni solo il 22,8%. A livello dimensionale le percentuali riscontrate sono molto diverse tra loro: si passa da un 88,8% delle grandi, ad un 69,1% delle medie per scendere fino al 34,7% delle piccole. Fig. 13 Umbria percentuale delle imprese dell indagine che hanno fatto investimenti per settore, dimensione e provincia anno 2017 A livello settoriale sono le industrie tessili quelle che investono di più, il 48% di quelle intervistate, seguono le chimiche con il 46,4% e quelle dei metalli con il 46,1%, mentre quelle che investono meno risultano essere quelle del legno, con il 6,8%. Il 23,8% degli intervistati hanno investito in macchinari e attrezzature, il 7,3% in impianti fissi e il 7,2% in fabbricati. In merito alla destinazione degli investimenti per le industrie alimentari hanno la priorità le attrezzature, i fabbricati e la ricerca e sviluppo. Le industrie tessili investono principalmente in attrezzature ed impianti, mentre quelle del legno in attrezzature. Le industrie chimiche privilegiano più di tutti le attrezzature e la ricerca e sviluppo mentre quelle dei metalli le attrezzature ma al secondo posto elaboratori e sistemi elettronici. Le industrie elettriche accanto alle attrezzature investono maggiormente in ricerca e sviluppo e quelle meccaniche in attrezzature, ricerca e sviluppo e elaboratori e sistemi elettronici. Infine le altre industrie che puntano principalmente sulle attrezzature. 11

13 In base all importo degli investimenti fatti, sono inferiori ai 25 mila quelli del 34,8% degli intervistati, mentre ammontano al 29,7% quelli compresi tra i 25 mila e i 100 mila. Superano il 15 % anche quelli compresi tra i 250 mila e i 500 mila mentre quelli che investono più di 500 mila sono il 7,6%. La percentuale maggiore di investimenti oltre i 500 mila euro risulta essere a carico delle industrie meccaniche, mentre il 79,1% delle industrie del legno intervistate ha investito tra i 250 e i 500mila. L entità minore degli investimenti (inferiore ai 25 mila) riguarda invece il 50,9% delle industrie tessili (fig. 14). Fig. 14 UMBRIA: entità degli investimenti effettuati, composizione percentuale per settore anno 2017 Fig. 15 UMBRIA: entità degli investimenti effettuati, composizione percentuale per imprese artigiane e non artigiane anno

14 Le imprese artigiane investono per la loro attività non più di 25 mila euro per il 44,8% degli intervistati, e solo lo 0,8% fanno investimenti che superano i 500 mila, percentuale che invece sale a 22,3% per le non artigiane. Il canale di finanziamento più utilizzato è l autofinanziamento per il 52,2% (nel 2016 era stato del 45,7%), a seguire il credito bancario per il 29,1%, ben dieci punti in meno rispetto al 39,1% dello scorso anno ( e nel 2014 la percentuale arrivava addirittura al 49%). Fig. 16 UMBRIA: principali canali di finanziamento utilizzati, composizione percentuale per settore anno 2017 Per quanto riguarda il 2018 si prevede un lieve aumento della percentuale di imprese che investiranno e che saranno il 33,9%, come mostra però il grafico della figura 17 lo faranno a livello dimensionale le imprese inferiori a 10 addetti e quelle che superano i 50, e a livello settoriale le industrie del legno, le altre industrie e le industrie chimiche. Fig. 17 UMBRIA: confronto percentuale di chi ha effettuato investimenti nel 2017 e di chi prevede di investire nel 2018 (risposte multiple) per provincia, dimensione e settore 13

15 Fig. 18 UMBRIA: strumenti agevolati legati alle tematiche dell industria 4.0 percentuale di utilizzo degli stessi per settore (risposte multiple) anno 2017 La sezione investimenti, come abbiamo già accennato, comprende quest anno un focus particolareggiato sull industria 4.0 per capire quanto le imprese abbiano realmente compreso l importanza della crescita e dell adeguamento a questa nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo. E così è risultato che il 39,2% degli intervistati ha usufruito o intende usufruire degli strumenti agevolati di finanziamento, una percentuale che sale al 62,3% delle imprese meccaniche intervistate, che raggiungono il valore più alto, seguito dal 60,8% delle alimentari e dal 54,9% delle chimiche, mentre il valore più basso è il 25,9% delle altre industrie. La figura 18 illustra i principali strumenti utilizzati (superammortamento, iperammortamento credito d imposta e credito d innovazione) e la loro percentuale di utilizzo per settore, tenuto conto però che le risposte date dalle imprese potevano essere più di una: da segnalare che non sono previsti investimenti in start up innovative per nessun settore. Indipendentemente dai finanziamenti utilizzati solo il 25,9% delle imprese intervistate dichiara di aver effettuato investimenti sulle nuove competenze dell industria 4.0, una percentuale molto bassa rispetto a quanto avvenuto nel contesto nazionale anche se la percentuale arriva al 47,1% per le industrie del legno, e al 44,8% per quelle meccaniche e la provincia di Terni con un 27,9% supera il perugino che si ferma al 25,6%. Nuove competenze che, per chi ha investito o ha intenzione di investirci, hanno (avranno) la modalità prevalente della formazione interna, che tenuto conto delle risposte multiple che hanno dato le imprese arriva all 80,2% contro il 31,9% di quelle che faranno ricorso anche alle competenze esterne. Unica modalità invece utilizzata per industrie elettriche, meccaniche e del legno, come per le imprese fino a 9 addetti che utilizzano unicamente la formazione interna. In merito agli ambiti di utilizzo essi si ripartiscono in tecniche e tecnologie di produzione, informatica e vendita e marketing, in questo stesso ordine di importanza che, sempre tenuto conto della possibilità di più risposte, il 68,4% delle imprese indica le tecnologie, il 50,1% l informatica e solo il 7,6% vendita e marketing. Percentuali che come mostra la figura 20 segnano valori diversi a seconda dei settori 14

16 Fig. 19 UMBRIA: modalità usata per lo sviluppo delle tematiche legate all industria 4.0, composizione percentuale per provincia, dimensione e settore anno 2017 Fig. 20 UMBRIA: ambiti di applicazione nuove competenze industria 4.0 da finanziare per settore (risposte multiple) anno 2017 Tra il 2015 e il 2016 la media totale delle imprese intervistate che avevano fatto innovazione era stata del 30%, valore che scende nel 2017 a 25,2%, anche se non mancano industrie come quella chimica e quella meccanica che hanno percentuali molto più ampie, come mostra la figura

17 Fig. 21 UMBRIA: percentuale di imprese per settore che hanno introdotto innovazione (risposte multiple) e anno 2017 Fig. 22 UMBRIA: Tipologia di innovazione introdotta, percentuale di composizione per settore (risposte multiple) anno 2017 In totale, tra le tipologie di innovazione introdotte il 16,7% delle imprese intervistate indica l innovazione di prodotto, il 12,3% l innovazione di organizzazione, l 8,4% quella di processo, il 6% di marketing, tenuto conto che erano ammesse risposte multiple. I vari settori hanno comunque delle percentuali diverse come mostra la figura 22 con le chimiche che appaiono le più dinamiche. 16

18 In merito alle attività svolte per l introduzione dell innovazione prevale quella dell acquisizione macchinari e attrezzature e impianti avanzati, seguite dall attività di ricerca e sviluppo e dall acquisizione di software. La figura 23 mostra le diverse attività e la loro ripartizione percentuale per imprese artigiane e non, mentre la figura 24 indica la spesa media sostenuta per le attività di innovazione in percentuale sul fatturato che vanno da un massimo di 6,9% delle Industrie chimiche ad un minimo di 1,4% di quelle del Legno, con una media del 4,7%. Fig. 23 UMBRIA: attività svolte per l introduzione di innovazione, percentuale di composizione per tipologia di impresa (artigiana e non artigiana) e per totale (risposte multiple) anno 2017 Fig. 24 UMBRIA: la spesa media per l attività di innovazione sostenuta in percentuale sul fatturato anno

19 INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE COMMERCIALI DELL UMBRIA IV trimestre 2017 L indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 2017 è stata realizzata su un campione di 158 imprese umbre operanti nel settore commerciale e ripartite tra grande distribuzione, commercio al dettaglio di prodotti alimentari e commercio al dettaglio di prodotti non alimentari. I primi tre mesi del 2017 hanno evidenziato in tutte le indagini fatte un momento di grande incertezza, che era comunque già iniziato nel 2016, a testimoniare che non è un buon momento per il commercio. In questo quadro che non è certo dei migliori, il 2017 con i dati al mese di dicembre ha sicuramente dei valori migliori di quelli visti fino ad ora. Non mancano segni meno anche in questo trimestre ma le vendite sembrano andare meglio almeno nel confronto congiunturale e si può fare lo stesso discorso un po per i diversi aspetti esaminati, quindi anche per ordinativi e occupazione; il prezzo delle vendite conferma la congiuntura positiva dello scorso trimestre e cresce. Vendite Le vendite nel commercio nel quarto trimestre del 2017 registrano un +3,2% rispetto al terzo trimestre del 2017 (nel trimestre scorso la variazione congiunturale si era stata del 2,8%). Vanno bene commercio al dettaglio prodotti non alimentari (+3,7%) e ipermercati (+2,7%) mentre il commercio al dettaglio di prodotti alimentari perde lo 0,7%. Bene tutte le classi dimensionali che vanno da un +6,4% delle imprese tra i 10 e i 49 addetti al +2,4 % delle imprese fino a 9 addetti, passando dal +4,3% delle grandi. Fig. 25 UMBRIA: andamento delle vendite in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre

20 Nel confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno invece i dati non vanno così bene come quelli appena visti: le vendite in totale registrano una variazione del 1,1% (in linea con il 1,2% dello scorso trimestre) con unico valore positivo quello degli ipermercati con +1,2%, mentre perdono sia il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari ( 3,3%) sia i non alimentari ( 1,8%). A livello dimensionale solo le imprese da 10 a 49 addetti segnano una variazione positiva con un +4,1% (anche lo scorso trimestre unico valore positivo ma con un +2,6%) mentre per le piccolissime le vendite calano dell 2,2% e per le grandi dello 0,4%. Prezzo delle vendite Il prezzo delle vendite nel quarto trimestre del 2017 indica una crescita dello 0,6%, in linea con il +0,5% del trimestre scorso dopo il segno meno dei trimestri precedenti. Risultano positive tutte le variazioni eccettuato per il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari dove il prezzo delle vendite cala dell 1,3%. A parte le imprese che superano i 50 addetti che segnano un +1,2% le altre variazioni positive sono tutte inferiori ad 1, (dallo 0,1% delle medie allo 0,7% del commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari) Fig. 26 UMBRIA: andamento del prezzo delle vendite negli ultimi trimestri (variazione % su stesso trimestre dell anno precedente) IV trimestre 2017 Ordinativi Il valore positivo delle vendite si ripercuote su un buon +1,6% degli ordinativi rispetto al trimestre precedente (lo scorso trimestre per lo stesso motivo il valore era stato 3,3%). Così come il calo del commercio al dettaglio di prodotti alimentari con il suo 0,7% di vendite determina il 0,8% degli ordinativi. Unico dato negativo però laddove il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari segna un +1,9% e gli ipermercati un +1,2%. 19

21 Bene tutte le imprese a livello dimensionale con un +3,2% per le grandi, un +2,9% per le medie e infine un +1,1% delle piccole. Rispetto al quarto trimestre 2016 la variazione è di 0,8% (comunque migliore del 1,7% del trimestre scorso) con unico valore positivo quello degli ipermercati con +1,1% (contro lo 0,2% del trimestre scorso) mentre commercio al dettaglio di prodotti alimentari segnano un 2,5% ( 3,6 a settembre 2016) e quelli dei prodotti non alimentari 1,4 ( 2,3% il trimestre scorso). A livello dimensionale positivo il valore delle imprese da 10 a 49 addetti con un +4,3%. Fig. 27 UMBRIA: andamento degli ordinativi in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2017 Giacenze Al 31 dicembre 2017 il 63,5% delle imprese del campione ritiene adeguate le proprie giacenze, una percentuale ben inferiore a quella del 70,8% segnalata al 30 settembre 2017 e confermata dal 28,1% che le giudica esuberanti, laddove nel trimestre precedente la percentuale era stata del 19,8%. Sono le imprese appartenenti alla fascia di minori dimensioni a determinare l alta incidenza percentuale che valuta sovrabbondanti le giacenze, infatti per le imprese da 0 a 9 addetti le giacenze sono esuberanti per il 29,2%, percentuale che si riduce al 2,4% per le imprese da 10 a 49 addetti e addirittura si annulla in questo trimestre per le imprese oltre i 50 che rispondono sulle giacenze come adeguate al 100%. Per quanto riguarda i settori le giacenze sono considerate adeguate per l 86% degli ipermercati, per il 59,3% del commercio al dettaglio non alimentare e per il 65,6% di quello alimentare. 20

22 Fig. 28 Consistenza delle GIACENZE a fine trimestre, per classe dimensionale e settore attività IV trimestre 2017 Occupazione Fig. 29 UMBRIA: andamento dell'occupazione in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre

23 I dati relativi all occupazione nel comparto del commercio segnano una variazioni positiva nel confronto con il trimestre precedente, +0,4% (+0,2% era stata la variazione dello scorso trimestre), e negativa rispetto al quarto trimestre 2016, con un 0,2% negativo ma notevolmente inferiore al 4,5% riscontrato a settembre Nel confronto congiunturale sono positivi tutti i valori anche se di poco superiore allo zero ed, in alcuni casi invariati, come nel caso degli ipermercati. A livello dimensionale si va dal un 0,2% delle medie, ad un +0,4 delle piccole passando per un 0,3% delle grandi. Rispetto alla fine dell anno 2016 la variazione totale negativa dello 0,2% si accompagna anche a dei valori positivi. A livello settoriale infatti segno meno solo per il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari, con 1,6%, mentre è positivo quello dei prodotti alimentari, 1,1%, e quello degli Ipermercati con +2,6%. A livello dimensionale solo le imprese fino a 9 addetti hanno il segno meno, mentre le medie e le grandi hanno variazioni positive e rispettivamente +4% e +1,4%. Previsioni per il I trimestre 2018 Le indicazioni degli imprenditori intervistati sull andamento atteso per l inizio del 2018 sono in linea con quelle riscontrate nei trimestri precedenti orientate quindi prevalentemente alla cautela. Si prevedono valori stazionari per quanto attiene l occupazione per l 89,9% (lo scorso trimestre arrivavamo al 90,3%) degli intervistati contro il 8% che si aspetta un diminuzione (con un peggioramento rispetto al 3,2% dello scorso trimestre) e un modestissimo 2% (6,5% a settembre) che credono in un aumento. Fig. 30 UMBRIA: previsioni relative a fatturato, prezzi delle vendite, ordinativi ai fornitori e occupazione per il I trimestre 2018 (distribuzione % delle risposte delle imprese) 22

24 I prezzi di vendita aumenteranno per il 10,4% degli imprenditori e diminuiranno per il 9% (le previsioni del trimestre passato erano state più negative per l aumento con un 9,3% ma migliori per le previsioni di diminuzione con solo il 3,7%). Gli ordini ai fornitori resteranno stazionari per il 59,6 (contro un 49,5% della passata indagine) con un 9,1% che prevede un aumento contro un 31,3% che ipotizza una diminuzione. Le aspettative più positive riguardano il fatturato che si prevede stazionario per il 49,9%, in aumento per il 12,9% e in diminuzione solo per il 37,2% degli intervistati. Investimenti nel settore del commercio L indagine di questo quarto trimestre ha approfondito il tema degli investimenti anche nel settore del commercio, e così risulta che nel 2017 il 38% delle imprese intervistate ha investito, percentuale che scende a 29,5% per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, conferma la media per il commercio dei prodotti non alimentari, mentre sale al 46,8% per gli ipermercati. A livello dimensionale investono il 92,6% delle imprese oltre i 50 addetti, il 46,3% di quelle tra i 10 e i 50 addetti e in linea con la media, il 37,5% delle imprese sotto i 9 addetti. Le percentuali delle due provincie si differenziano di 2 punti percentuali con le imprese perugine che investono per il 38,6% e le ternane per il 36,5%. Fig. 31 UMBRIA: percentuale delle imprese dell indagine che hanno effettuato investimenti per provincia, dimensione e settore. Tenuto conto delle risposte multiple date dagli intervistate la destinazione degli investimenti ha riguardato gli elaboratori e i sistemi elettronici per il 18,4%, la percentuale più alta, seguiti dai macchinari e attrezzature che arrivano al 15,4% degli investimenti e da impianti fissi e fabbricati rispettivamente per il 7,6% e il 7,5%. 23

25 Fig. 32 UMBRIA: destinazione degli investimenti, ripartizione percentuale per settore (risposte multiple) anno 2017 Il commercio al dettaglio di prodotti alimentari investe principalmente in macchinari ed elaboratori, mentre gli altri due settori spaziano maggiormente. Per il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari accanto agli elaboratori ci sono macchinari, altri investimenti e impianti fissi, mentre per gli ipermercati macchinari, impianti energie rinnovabili, e poi fabbricati e altri investimenti. In base all entità degli investimenti il 67,3% risultano essere inferiori ai euro, il 26,5% compresi tra i e i , il 3,2% tra i e i Gli investimenti superiori ai ammontano non arrivano all 1% del totale imprese che investono. Le percentuali cambiano se esaminiamo i diversi settori e così rispetto agli investimenti più consistenti, quelli inferiori ai euro, questi arrivano a costituire il 76,8% del commercio al dettaglio alimentare e il 70,4% del non alimentare mentre per gli ipermercati rappresenta il 47,8%. Anche a livello dimensionale segna il 68,9% delle imprese fino a 9 addetti mentre solo il 38% delle imprese che superano i 50 addetti. Degna di nota è la ripartizione percentuale degli investimenti su Perugia e Terni. Le imprese perugine investono per il 70% non più di euro, mentre le ternane il 57,9% e il divario maggiore lo si ha tra gli investimenti tra i e i euro che si fermano allo 0,6% a Perugia mentre e Terni superano il 10% (10,2) e in quelli tra i e i che a Perugia sono lo 0,1% e a terni il 7,5%. Le percentuali si invertono per gli investimenti che superano i euro che nel capoluogo di regione arrivano all 1,3% mentre nel ternano si fermano allo 0,1%. 24

26 Fig. 33 UMBRIA: entità degli investimenti, ripartizione percentuale per provincia, dimensione e settore anno 2017 Per quanto attiene ai canali di finanziamento usati il 64,3% del totale ricorre all autofinanziamento e il 30,1% al credito bancario, come le percentuali più consistenti. Autofinanziamento che arriva all 82,1% quando si parla di Ipermercati e al 75,3% per le imprese con più di 50 addetti, mentre il credito bancario è utilizzato dal 37,3% delle imprese tra i 10 e i 49 addetti e solo dal 17,6% degli Ipermercati. Aumento di capitale e credito agevolato non sembrano essere presi in considerazione da nessun settore e nessuna fascia dimensionale per entrambe le province. Fig. 34 UMBRIA: principali canali di finanziamento utilizzati, ripartizione percentuale per provincia, classe dimensionale e settore anno

27 Per il 2018 le previsioni di investimento risultano inferiori ed esattamente 29,2%, quasi il 10 percento in meno delle imprese che hanno investito nel La figura 30 mostra il confronto dei due anni, ed evidenzia un aumento di imprese che investiranno solo tra quelle oltre i 10 addetti e le grandi. Fig. 35 UMBRIA: confronto percentuale di chi ha effettuato investimenti nel 2017 e di chi prevede di investire nel 2018 (risposte multiple) per provincia, dimensione e settore Nel 2017 il 63,8% non ha usufruito e/o non intende usufruire degli strumenti di agevolazione legate all industria 4.0. Il restante 36,2% invece ricorre per il 28,7% al superammortamento, il 7,9% all iperammortamento e a seguire credito d innovazione e credito di imposta. Fig. 36 UMBRIA: strumenti agevolativi legati alle tematiche di industria 4.0, percentuale di utilizzo degli stessi per settore (risposte multiple) anno

28 Indipendentemente dagli strumenti di agevolazioni messi a disposizione risulta che il 30,7% degli intervistati ha investito (o intende investire) nelle nuove competenze in industria 4.0, percentuale che sale al 49,5% nel caso delle imprese tra i 10 e i 49 addetti e al 36,8% per il commercio dei prodotti non alimentari. Di queste l 86,9% lo hanno fatto con formazione interna e il restante 13,1% facendo ricorso a competenze esterne mentre gli ambiti nei quali si è investito sono stati principalmente informatica, vendita e marketing e tecniche e tecnologia di produzione. Fig. 37 UMBRIA: percentuale di modalità usata per lo sviluppo delle tematiche di industria 4.0 (risposte multiple) utilizzate da chi ha investito anno 2017 Fig. 38 UMBRIA: percentuale di imprese per settore che hanno introdotto innovazione (risposte multiple) e anno

29 La figura 33 mette in confronto la percentuale del campione che ha effettuato innovazione in questo 2017 e nel biennio immediatamente precedente, E così nel settore del commercio tutto le imprese che investono crescono quasi di 10 punti percentuali passando da un 19,9% ad un 29,2% e le imprese che investono aumentano in tutti i settori. Da evidenziare le imprese del commercio dei prodotti non alimentari che passano da un 21% ad un 31,7%, le imprese dai 10 ai 49 addetti che investono per il 48,7% rispetto al 35,2% del biennio precedente (fig. 33). In merito alla tipologia di innovazione introdotta il 15,2% del totale imprese intervistate indica quella di marketing, a seguire innovazioni organizzative e di prodotto. La figura 34 mostra come si declinano le diverse tipologie a seconda del settore e così vediamo che il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari prende in considerazione solo innovazione di organizzative, di marketing e altre tipologie, il commercio di prodotti non alimentari investe principalmente sull innovazione di marketing, poi di prodotto e poi organizzative. Gli ipermercati puntano per il 20,8% sulle innovazioni organizzative e poi su quelle di marketing e di processo (fig. 34) Fig. 39 UMBRIA: tipologia di innovazione introdotta, composizione percentuale per settore (risposte multiple) anno 2017 In merito alle attività svolte per l introduzione di innovazione vedono le risposte degli intervistati, che potevano fornire più di una indicazione, prevalere per il 27,2% l acquisizione di altri macchinari e attrezzature, seguito per il 26,4% dall acquisizione di software, e per il 22,2% dall attività di ricerca e sviluppo. Ipermercati, commercio al dettaglio prodotti alimentari e non alimentari vedono ripartirsi diversamente queste percentuali come mostra la figura

30 Fig. 40 UMBRIA: attività svolte per l introduzione di innovazione, percentuale di composizione per tipologia di impresa (risposte multiple) anno 2017 Indicativo è il dato relativo alla spesa sostenuta per l innovazione in percentuale sul fatturato: la media in Umbria rispetto alle imprese del campione non arriva al 5% del fatturato ed esattamente il 4,4%. Questa percentuale scende all 1,4% nelle imprese che hanno più di 50 addetti e arriva quasi al 10% per le imprese dai 10 ai 49 addetti (esattamente il 9,9%). Fig. 41 La spesa per le attività di innovazione sostenuta in percentuale sul fatturato 29

31 CRUSCOTTO ECONOMICO DELL UMBRIA IV TRIMESTRE 2017 Sommario Dall analisi dei dati strutturali si evince che il numero delle imprese registrate sul territorio umbro è pari a e di queste circal 85% sono attive e il 23,4% sono stanziate nel comparto produttivo del commercio. Per ciò che concerne la forma giuridica si nota come il 52% circa delle imprese sono imprese individuali, mentre il 22,6% è caratterizzato da società di capitali, anche se si osserva un inversione di rotta, per cui le prime stanno avendo una battuta d arresto nella crescita, mentre le seconde aumentano. Analizzando invece il tasso di sopravvivenza, si vede come circa l 81,9% delle imprese umbre resiste al primo anno di vita. Il dato va decrescendo di circa il 6% per ogni anno in più di attività e sono maggiormente le imprese di persone che permangono sul mercato, contrariamente alle società di capitali che sono le prime a cessare l attività. Prendendo poi in esame la localizzazione delle unità locali, si nota come in Umbria ci sono unità, le quali per circa la metà sono riferite a società di capitali (55%) e in seconda parte sono riferite a società di persone (20%). La maggioranza delle unità locali risultano collocate all interno della stessa provincia. L analisi si focalizza poi sul dinamismo di nuove figure sociali imprenditoriali, in particolare di come influenzano il mercato le imprese partecipate e/o guidate da figure femminili, giovanili (under 35) e da stranieri. Le imprese registrate a partecipazione e/o guida under 35 maggioritaria sono inferiori alla media italiana (l 8,8% è il dato regionale e il 9,7% quello nazionale). Il settore economico dove il dato regionale supera quello nazionale è nel settore agricolo (7,8%, contro il 7,3% nazionale) e nel settore assicurativo (12,5%, contro l 11,8% nazionale), in tutti gli altri comparti si annota un dato nella registrazione delle imprese giovanili inferiore alla media nazionale. Nelle imprese registrate a partecipazione e/o guida femminile maggioritaria, si nota come la media regionale umbra (24,9%) sia invece superiore rispetto alla media nazionale di 3 punti percentuali. Le società femminili sono la percentuale maggiore di partecipazione nella vita economica della regione rispetto alle imprese giovanili e a quelle a partecipazione e/o guida straniera maggioritaria. In particolare le imprese femminili sono particolarmente presenti nell ambito degli altri Settori dove ammontano al 46,7% dell intero settore, e nei settori del turismo e dell agricoltura, dove superano il 30% per incidenza. Si rileva comunque che in tutti i settori economici i dati regionali delle imprese femminili sono superiori alla media nazionale, tranne che per i comprati dei trasporti e delle costruzioni. Le imprese a conduzione e/o partecipazione straniera maggioritaria risultano inferiori alla media nazionale (l 8,7% rispetto al 9,6%), ma se andiamo a vedere la dinamica divisa per settore produttivo, si può notare come nell ambito dell agricoltura (3,4%), delle costruzioni (17,4%) e delle assicurazioni (2,4%) il dato regionale supera quello medio italiano. Infine i dati strutturali evidenziano la struttura occupazionale delle società. Il 73% degli addetti è di natura dipendente che, come in quasi tutte le forme giuridiche, rispecchia il valore medio. Tra gli addetti delle imprese individuali circa il 66% sono addetti indipendenti. Per ciò che concerne i dati economici, si deduce come il valore di produzione delle imprese è pari a circa 19,85 miliardi di euro. Il 43% del valore della produzione viene creato dal settore del commercio. Da menzionare come le imprese umbre di dimensioni micro, che ammontano al 78,7% del totale, creano solo il 15% del valore di produzione, mentre le grandi imprese, che rappresentano solo lo 0,8% del totale delle imprese producono il 40% del valore produttivo. 30

32 L analisi degli indici di bilancio delle società in utile evidenzia come il comparto commerciale sia il settore di punta, realizzando un ROI del 6,9%. Sopra la media si attesta anche il ROI per il settore delle attività manifatturiere (5,8%). Infine si analizzano i dati congiunturali, che testimoniano il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese. Al quarto trimestre del 2017 risultano nuove iscrizioni sul territorio umbro. La variazione delle iscrizioni delle imprese nella regione Umbria tra il quarto trimestre 2017 e il quarto trimestre 2016 è crescente, con un incremento del 14,6% su base trimestrale e un decremento del 2,4% su base annuale. La tendenza nazionale fa registrare un peggioramento delle nuove iscrizioni del 2,4% su base trimestrale e del 1,8% su base annuale. L elemento instabile delle nuove iscrizioni è attenuato dalla diminuzione del 20,7% delle cancellazioni di imprese, delle entrate in scioglimento ( 22,7%) e dei fallimenti ( 34,7%), anche se questi ultimi sono in valore assoluto esigui (47). Come per il dato aggregato delle imprese di nuova iscrizione, se si guarda ad una classificazione di interesse sociale, si può notare come il dato positivo delle nuove aperture è dato soprattutto dalla crescita delle imprese giovanili (+3,9%) e delle imprese femminili (12,6%), mentre il dato è attenuato dalle imprese straniere che vedono aumentare il proprio numero di iscrizioni dell 1,9%. In Umbria l apertura di nuove unità locali supera in valore assoluto il numero delle chiusure (412 contro 365), anche se la variazione dal quarto trimestre del 2016 rispetto al 2017 mostra che le nuove aperture decrescono di circa il 28%, mentre le chiusure delle unità locali diminuiscono dello 18,3%. Le nuove aperture, così come le chiusure delle unità, sono collocate soprattutto nella stessa provincia: le nuove aperture all interno della stessa provincia infatti contano circa per il 60% del totale, mentre le chiusure il 59%. Il terzo trimestre del 2017 conta un campione di imprese attive. Queste imprese hanno registrato un miglioramento occupazionale (2,1%) notevole se raffrontato con quello osservato a livello nazionale (+2,9%, su un campione di circa 3,5 milioni di imprese). È interessante notare come la crescita occupazionale sia frenata dalla relativa stabilità dell occupazione tra le imprese con meno di 9 addetti. Al contrario le imprese con più di 250 addetti lasciano registrare un aumento dell 1,9% degli addetti rispetto al terzo trimestre del Dati strutturali Il sistema impresa 1. Struttura e andamento del sistema produttivo Lo stock di imprese Le imprese registrate nella regione Umbria al 31/12/2017 risultano essere , con un tasso di variazione pari a 1,1% rispetto al 2016: di queste l 85% sono attive, con un decremento pari circa all 1%. Cresce lievemente invece il tasso delle società inattive che dal 2016 al 2017 aumentano dello 0,8% e le imprese con procedure concorsuali (+0,2%). Nell ultimo anno decrementano notevolmente le imprese in scioglimento/liquidazione ( 7,7%), accompagnate dalle imprese sospese ( 6,3%). Per il totale delle imprese registrate il 23,4% ( imprese) sono impiegate nel settore del commercio che decrementa del 2,3% rispetto l anno precedente, mentre secondariamente si ritrova il settore dell agricoltura, che vede impegnato il 18% delle imprese, con una crescita dello 0,2% rispetto al L unico altro settore che mostra una crescita di registrazioni è il comparto dei Servizi (+0,6%), tutti gli altri settori con le loro flessioni conducono al saldo negativo. 31

33 Fig. 42 Umbria distribuzione delle imprese classificate per comparto produttivo 2017 Fonte: dati Infocamere Il peso delle società di capitali e delle altre forme giuridiche Più del 50% delle imprese sul suolo umbro sono delle imprese individuali, anche se vedono una battuta d arresto nella crescita rispetto agli anni precedenti. Le società di capitali, viceversa, che compongono l economia umbra per il 23,4%, aumentano la loro presenza del 3,5%. Il restante 25% delle società registrate sono ripartite rispettivamente in società di persone (21%), cooperative (1,6%) e in maniera marginale consorzi e forme residuali di imprese. Fig. 43 Umbria distribuzione delle imprese per forma giuridica 2017 Fonte: dati Infocamere 32

34 La forma giuridica di impresa individuale è prevalente anche nell'analisi temporale: percentuali di imprese individuali superiori al 54% si registrano sui dati a cadenza quinquennale dal 2007 al 2017, evidenziando però un andamento delle imprese individuali in flessione rispetto all'andamento delle altre forme giuridiche ( 2% dal 2012 al 2017) ed un conseguente minor peso relativo negli ultimi 10 anni. Una maggior variabilità si nota fra le restanti due tipologie principali: l'aumento percentuale delle imprese di capitale sul totale delle imprese (+4% dal 2012 al 2017) è accompagnato da un crescente loro peso relativo che passa da circa il 15,8% al 22,6% negli ultimi dieci anni. La crescita della numerosità assoluta e relativa delle società di capitale è parzialmente compensata dalla riduzione di società di persone ( 1,7% dal 2012 al 2017) sul totale delle imprese registrate nello stesso arco temporale. Questa diminuzione si riflette nella minor incidenza relativa delle imprese di persone negli ultimi 10 anni (dal 23% del 2007 al 21,3% del 2017). Un analisi geografica di area (area: centro1) e a livello nazionale conferma ciò che risulta dall analisi della ripartizione e dell andamento delle tipologie di società per la regione Umbria. La comparazione dei dati 2017 evidenzia come l'incidenza delle società di capitali nella regione sia minore rispetto all'incidenza a livello di area (33,6%), e in linea rispetto al livello Nazionale (27,1%). La distribuzione delle imprese per comparto produttivo Analizzando i dati delle imprese classificate nel 2017, il sistema imprenditoriale della regione Umbria riflette una diversificazione tipica del sistema produttivo nazionale, ma con una specificità rilevante. In linea con i dati della macro area e della nazione, si ritrovano il settore del turismo (circa il 7%), dei trasporti (circa il 2,5%), delle attività manifatturiere (10,8%), delle costruzioni (14,1%) e del commercio (circa il 25%). Mentre per ciò che concerne l agricoltura, si può notare come i dati regionali (19,1%) siano decisamente maggiori rispetto alla media italiana e alla media del Centro Italia (rispettivamente 10,6% e 13,3%). Di converso, si può notare come il settore dei servizi alle imprese sia più preponderante nel Centro Italia (16,3%) e nella penisola (14,5%) che nella regione (12%). Fig. 44 Umbria imprese registrate per settore anni 2015 e 2016 Fonte: dati Infocamere 1 Area: Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio) 33

35 Il tasso di sopravvivenza delle imprese Il tasso di sopravvivenza delle imprese ad un anno dalla data di iscrizione è dell 81,9%, tasso che va diminuendo se si considera l arco temporale di tre anni: la diminuzione per ogni anno successivo si aggira sul 6%. Analizzando più dettagliatamente i dati sulla sopravvivenza delle imprese secondo la forma giuridica, si evidenzia come le società di persone presenti nel territorio umbro rappresentano la forma giuridica che ha un maggior tasso di sopravvivenza (87,2%), mentre il peggiore è associato alle società di capitali (76,7%). La classificazione settoriale non presenta invece una varianza degna di nota tra i vari comparti economici: a fronte di una media, nel primo anno di attività, per le imprese classificate del 91,5%, si ha il tasso di sopravvivenza maggiore nel settore agricolo (96,6%) e quello minore che riguarda le società di assicurazioni e credito (84,2%). Tali valori decrescono in ogni comparto di circa 6 10 punti percentuali di anno in anno. La localizzazione delle unità locali Nella regione Umbria sono presenti sul totale delle imprese registrate unità locali, delle quali il 55% sono riferite a società di capitali e il 20% a società di persone. Per ciò che concerne le unità riferite a società di capitali, su unità, il 53% è situata nella stessa provincia. Da notare che il 26% sono controllate da una sede nella macro area e il 17,5% nelle restanti aree della nazione. L analisi dei tassi di crescita evidenzia l interesse delle imprese ad investire direttamente nella regione, con un incremento soprattutto delle unità locali riferite a sedi che si trovano sul suolo nazionale (+8,4%), seguite da quelle riferite a sedi che si trovano all estero (+2,6%). Fig. 45 Umbria variazione percentuale del numero delle unità locali attive nel territorio Fonte: dati Infocamere 2.L imprenditoria femminile, giovanile e di origine straniera Uno sguardo alle classificazioni di interesse sociale per la categoria di imprenditori, rileva una struttura in linea rispetto ai dati nazionali della regione Umbria. 34

36 Fig. 46 Umbria percentuale sul totale delle imprese femminili, straniere e giovanili e confronto con il dato nazionale Fonte: dati Infocamere Le imprese registrate a partecipazione e/o guida under 35 maggioritaria sono inferiori alla media italiana (l 8,8% è il dato regionale e il 9,7% quello nazionale). Il settore economico dove il dato regionale supera quello nazionale è nel settore agricolo (7,8%, contro il 7,3% nazionale) e nel settore assicurativo (12,5%, contro l 11,8% nazionale), in tutti gli altri comparti si annota un dato nella registrazione delle imprese giovanili inferiore alla media nazionale. Fig. 47 Umbria concentrazione delle imprese giovanili nei principali comparti e confronto con dato nazionale Fonte: dati Infocamere 35

37 Fig. 48 Umbria concentrazione delle imprese femminili nei principali comparti e confronto con dato nazionale Fonte: dati Infocamere Nelle imprese registrate a partecipazione e/o guida femminile maggioritaria, si nota come la media regionale umbra (24,9%) sia invece superiore rispetto alla media nazionale di 3 punti percentuali. Le società femminili sono la percentuale maggiore di partecipazione nella vita economica della regione rispetto alle imprese giovanili e a quelle a partecipazione e/o guida straniera maggioritaria. In particolare le imprese femminili sono particolarmente presenti nell ambito degli Altri Settori dove ammontano al 46,7% dell intero settore, e nei settori del turismo e dell agricoltura, dove superano il 30% per incidenza. Fig. 49 Umbria concentrazione delle imprese straniere nei principali comparti e confronto con dato nazionale Fonte: dati Infocamere 36

38 Si rileva comunque che in tutti i settori economici i dati regionali delle imprese femminili sono superiori alla media nazionale, tranne che per i comprati dei trasporti e delle costruzioni. Le imprese a conduzione e/o partecipazione straniera maggioritaria risultano inferiori alla media nazionale (l 8,7% rispetto al 9,6%), ma se andiamo a vedere la dinamica divisa per settore produttivo, si può notare come nell ambito dell agricoltura (3,4%), delle costruzioni (17,4%) e delle assicurazioni (2,4%) il dato regionale supera quello medio italiano. 3. Struttura dimensionale per addetti La struttura dimensionale delle imprese registrate nella regione Umbria, riferiti al terzo trimestre 2017, rivela una occupazione di natura dipendente per circa il 73% degli addetti. Come atteso, lo stesso dato si riflette per tutte le forme societarie, dove la maggioranza della forza lavoro è basata sugli addetti dipendenti, sino ad arrivare nelle società di capitali e nelle cooperative alla quasi totalità di dipendenti, rispettivamente il 96% e il 99%. Il dato invece si inverte per ciò che riguarda le imprese individuali, dove la maggioranza sono gli addetti indipendenti (66%). Da un punto di vista dimensionale, considerate le imprese con almeno 1 dipendente, la media di addetti per impresa è di 4 unità con una media di 11 unità per le società di capitali. La dinamica degli addetti riporta un saldo positivo rispetto all anno precedente pari a +1,2%. Se riportata rispetto al settore di produzione il comparto che maggiormente perde addetti rispetto lo scorso anno è il settore assicurativo, con una variazione del 18,6% circa, anche se sul totale degli addetti ne incorpora solamente l 1,8%. Fig. 50 Umbria andamento degli addetti nei comparti produttivi Fonte: dati Infocamere 37

39 Dati economici I risultati economici: totale dei bilanci depositati e analisi delle imprese compresenti negli ultimi tre anni L andamento delle grandezze economiche Il valore della produzione aggregato delle società con bilancio depositato nella regione Umbria è pari a 19,8 miliardi di euro. Il valore aggiunto si attesta sui 4 miliardi di euro. Positivo ance il risultato ante imposte e il risultato netto per circa 270 milioni di euro. Il valore medio della produzione risulta pari a 1,7 milioni nel 2016, con un risultato netto medio pari a euro. I valori mediani supportano l analisi dei valori medi. Se si procede ad un confronto del valore aggregato delle società compresenti negli ultimi tre anni, ( ) (che ammontano a società e rappresentano il 50% delle società con bilancio depositato nella regione Umbria), si può notare come il risultato netto di queste ultime nel 2016 sia maggiore rispetto al risultato netto dell aggregato di tutte le società con bilancio depositato nl 2016 (273 milioni contro i 270 milioni di euro). Si può poi constatare come il valore di produzione sia crescente rispetto al bienno, ma il risultato ante imposte e il netto sono poi in flessione rispetto agli anni passati. Confrontando i risultati netti medi dell aggregato delle società dell Umbria in una dimensione geografica, si riscontra la capacità di imporsi del tessuto imprenditoriale umbro: il risultato medio netto per l anno 2016 corrisponde a più dell 82% rispetto la media nazionale. Un risultato ottimo, anche se non da meno risulta essere la regione umbra rispetto alla regione più virtuosa della macro area di riferimento (63,5% di incidenza). Il dato che risulta essere il peggiore, ma in verità rispecchia circa un terzo di incidenza (30%), è il risultato medio netto se rapportato alla regione d Italia maggiormente remunerativa a livello produttivo. Se si guarda al dato in termini di valori mediani, si vede come i risultati peggiorano ad eccezione dell incidenza rispetto la prima regione dell area. L'analisi settoriale Se si prendono in analisi i risultati economici ripartiti per i settori produttivi delle imprese classificate in termini di valori assoluti, si constata che il settore del Commercio produce di per sé il 43% del valore della produzione totale, seguito dal comparto manifatturiero che conta il 32,5% sul totale. In termini di valori aggiunto è invece il settore manifatturiero che ottiene un valore aggiunto maggiore rispetto a tuti gli altri settori, così come il risultato ante imposte e sul risultato netto. I settori che chiudono con un risultato netto negativo sono quello edile e turistico. I valori medi confermano ciò che è risultato dai valori assoluti. Analisi utili e perdite Confrontando la quota delle società compresenti negli ultimi tre anni in utile e in perdita nel 2016 si nota una preponderanza delle società in utile che rappresentano il 76% del totale, cresciute rispetto all anno. Tra le società trainanti negli utili si ritrovano le società con la forma giuridica a responsabilità limitata che del totale del valore di produzione delle società in utile, coprono circa il 50% con una quota pari a 7,6 miliardi di euro. Queste ultime mostrano un aumento del valore della produzione del 6% di circa 2 punti percentuali maggiore della media italiana. Quadro simile si registra per le imprese in perdita: le società a responsabilità limitata sono l 87% con un valore della produzione di 1,1 miliardi di euro, che corrisponde al 48% del valore totale delle società in perdita. 38

40 Analisi degli indici di bilancio Nel 2016 il ROI sul totale delle società si è attestato al 3,4%, così come il ROS, mentre il ROE è al 4,4%. L indipendenza finanziaria raggiunge nel 2016 il 31,2%. Come atteso, l aggregato delle sole società in utile mostra risultati migliori rispetto a quelli dell intero aggregato. Il ROI e il ROS raggiungono valori percentuali pari al 5,7% e al 4,9%. Il ROE arriva a raggiungere un valore nel 2016 pari al10,2% rispetto allo 4,4% del totale delle società. Mentre l indipendenza finanziaria arriva ad avere valori del 34,8%. I risultati se confrontati con quelli del 2015 sono leggermente migliori, ad eccezione del ROE. Fig. 51 Umbria indicatori caratteristici 2016 (in %) Fonte: dati Infocamere Fig. 52 Umbria indicatori caratteristici 2015 (in %) Fonte: dati Infocamere 39

41 Con riferimento alle sole società in utile, il comparto del Commercio si afferma come settore di punta, realizzando un ROI di 6,9%. Sopra la media si attesta il ROI per il settore delle Manifatture (5,8%). Tav. 3 Umbria principali indici di Bilancio per settore ROI ROS Capital Turnover ROE Indipendenza Finanziaria Totale società Società in utile Totale società Società in utile Totale società Società in utile Totale società Società in utile Totale società Società in utile Agricoltura e attività connesse 3,4 5,5 6 8,4 57,1 65,3 4,1 9,3 34,2 33,9 Attività manifatturiere, energia, minerarie 4,3 5,8 4,5 5,7 95,7 102,2 5,9 8,9 31,8 35,1 Costruzioni 2,7 4,9 5,1 7,1 52,7 68,1 2 8,4 20,2 26,4 Commercio 3,6 6,9 2,1 3,1 174,4 220,6 4, ,3 35,7 Turismo 0,2 5 0,3 5,6 58,7 88,6 2,7 9,1 31,1 26,6 Trasporti e Spedizioni 4 4,6 3,4 3, , , ,4 Assicurazioni e Credito 0,7 0,9 8,6 14,4 7,9 6,5 8,4 9,1 67,5 68,2 Servizi alle imprese 2 4,9 4,7 9,3 41,7 53,3 1,6 8,2 36,2 39,1 Altri settori 3,1 7 2,8 6,2 110,5 112,5 0,9 11,5 29,3 29,8 Totale Imprese Classificate 3,4 5,7 3,4 4,9 99,1 116,3 4,4 10,2 31,2 34,7 Totale Imprese Registrate 3,4 5,7 3,4 4, ,2 4,4 10,2 31,2 34,8 Fonte: dati Infocamere Valori espressi in % Analisi dei risultati per classe dimensionale Nel 2016, i risultati economici delle società umbre mostrano un valore della produzione uniformemente distribuito rispetto alle classi dimensionali delle imprese e con valori crescenti rispetto allo stesso numero di imprese produttrici negli altri due anni passati. Le micro imprese sono quelle più diffuse nella regione Umbria (nel 2016 rappresentano il 78,7% sul totale delle imprese) e producono circa il 15% del valore totale. Fig. 53 Umbria tipologia di impresa per classe dimensionale anno 2016 Fonte: dati Infocamere 40

42 Le grandi imprese, nonostante siano solamente lo 0,8%, realizzano un valore di produzione pari al 40% sul valore totale. Le medie imprese raggiungono il 21,2% del valore della produzione, mentre le piccole imprese presentano il valore di 24%. Più dei due terzi del valore della produzione della regione è dato dalle prime due classi dimensionali di imprese, anche se queste insieme rappresentano solo il 4,2% del totale delle imprese. Fig. 54 Umbria incidenza valore di produzione per classe dimensionale anno 2016 Fonte: dati Infocamere Rispetto al biennio precedente i valori nonostante sono cresciuti per tutte le classi dimensionale di impresa, hanno mantenuto la stessa rilevanza sul totale complessivo delle imprese in termini di valori di produzione e influenza dimensionale all interno dell imprenditoria umbra. Fig. 55 Umbria valore dell'ebit (mln di ) Fonte: dati Infocamere 41

43 Nonostante le grandi imprese abbiano una quota importante del valore di produzione, rispetto alla loro presenza sul territorio, hanno un Ebit relativamente basso (203 milioni di euro). Questo porta le grandi imprese a presentare un risultato netto non negativo, ma drasticamente basso rispetto alla produzione ed in flessione rispetto l anno precedente. Per quello che concerne il patrimonio netto delle imprese, nel 2016 le micro imprese ammontano ad un valore di quasi 2 miliardi di euro, pari al 30% del patrimonio netto totale. Le grandi imprese arrivano a circa il 30% del totale, mentre le medie imprese al 17,5% e risultano essere la classe dimensionale relativamente più piccola. Rispetto al biennio precedente, per le grandi imprese si è registrato un incremento pari al 2,6% tra il 2015 e il 2016, ed è la classe che maggiormente ha incrementato il proprio patrimonio, mentre le micro imprese lo hanno visto diminuire dell 1,1%. 42

44 DATI CONGIUNTURALI Il saldo tra iscrizioni e cessazioni Al quarto trimestre del 2017 risultano nuove iscrizioni sul territorio umbro. La variazione delle iscrizioni delle imprese nella regione Umbria tra il quarto trimestre 2017 e il quarto trimestre 2016 è crescente, con un incremento del 14,6% su base trimestrale e un decremento del 2,4% su base annuale. La tendenza nazionale fa registrare un peggioramento delle nuove iscrizioni del 2,4% su base trimestrale e del 1,8% su base annuale. L elemento instabile delle nuove iscrizioni è attenuato dalla diminuzione del 20,7% delle cancellazioni di imprese, delle entrate in scioglimento ( 22,7%) e dei fallimenti ( 34,7%), anche se questi ultimi sono numericamente esigui (47). Le iscrizioni di nuove aziende, se analizzate per le diverse forme societarie, rilevano una crescita essenzialmente per ogni tipologia. I dati sono invece attenuati se riferiti all ultimo anno, dove si ha una crescita positiva solo delle società di capitali (+7,3%). Se si guarda al settore produttivo, gli unici che fanno registrare una crescita sono il comparto agricolo, dove nell ultimo trimestre 2017 rispetto all ultimo trimestre 2016 si ottiene una variazione positiva pari al 61% e il comparto dei Servizi (+18,3%). L andamento tendenziale rispetto al quarto trimestre del 2016, mostra evidenza a favore di una ripresa della spinta imprenditoriale: le cessazioni non d ufficio diminuiscono sia a livello regionale umbro, in maggior modo, che a livello nazionale. In particolare il settore dove sono diminuite maggiormente le cessazioni in termini percentuali è il comparto assicurativo ( 69%), di contro si ha l unico ambito di crescita delle cessazioni che è rappresentato dai trasporti. Su base annuale l analisi complessiva della dinamica imprenditoriale umbra segue lo stesso trend nazionale. I fallimenti, come già ricordato diminuiscono del 34,7%. Il dato risulta migliore rispetto alla media italiana dove invece i fallimenti diminuiscono del 5,6%. In particolar modo tra il quarto trimestre del 2017 e il quarto trimestre dell anno precedente è uno il settore dove non si sono presentate società in procedura fallimentare: il settore delle Assicurazioni. Inoltre il dato più alto viene registrato nel settore del Commercio con 10 procedure fallimentari. Fig. 56 Umbria variazione degli indicatori congiunturali rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2016 Fonte: dati Infocamere 43

45 Iscrizioni di imprese femminili, giovanili e straniere Come per il dato aggregato delle imprese di nuova iscrizione, se si guarda ad una classificazione di interesse sociale, si può notare come il dato positivo delle nuove aperture è dato soprattutto dalla crescita delle imprese giovanili (+3,9%) e delle imprese femminili (12,6%), mentre il dato è attenuato dalle imprese straniere che vedono aumentare il proprio numero di iscrizioni dell 1,9%. Se si guarda alla forma giuridica prediletta per le nuove aperture, l impresa individuale presenta valori assoluti preponderanti in tutte le categorie. Un analisi settoriale evidenzia come la crescita delle nuove iscrizioni per le imprese femminili giovanili e straniere siano imputabili in particolare al settore Agricoltura, anche se le imprese a conduzione e/o partecipazione straniera maggioritaria mostrano crescita anche nell ambito del manifatturiero e del turistico, le imprese a conduzione e/o partecipazione under 35 maggioritaria in quello dei servizi e quelle a conduzione e/o partecipazione femminile maggioritaria in ambito assicurativo. Fig. 57 Umbria iscrizioni delle imprese per forma giuridica e tipologia anno 2017 Fonte: dati Infocamere Apertura e chiusura delle unità locali In Umbria l apertura di nuove unità locali supera in valore assoluto il numero delle chiusure (412 contro 365), anche se la variazione dal quarto trimestre del 2016 rispetto al 2017 mostra che le nuove aperture diminuiscono di circa il 28%, mentre le chiusure delle unità locali diminuiscono dello 18,3%. Le nuove aperture, così come le chiusure delle unità, sono collocate soprattutto nella stessa provincia: le nuove aperture all interno della stessa provincia infatti contano circa per il 60% del totale, mentre le chiusure il 59%. La preponderanza delle unità locali nella medesima provincia è comunque confermato dal dato nazionale. Il restante 18,4% di nuove unità aperte si colloca interamente dei confini nazionali e in egual misura nella macro area di riferimento. La variazione degli addetti nelle imprese compresenti Il terzo trimestre del 2017 conta un campione di imprese attive. Queste imprese hanno registrato un miglioramento occupazionale (2,1%) notevole se raffrontato con quello osservato a livello nazionale (+2,9%, su un campione di circa 3,5 milioni di imprese). È interessante notare come la crescita 44

46 occupazionale sia frenata dalla relativa stabilità dell occupazione tra le imprese con meno di 9 addetti. Al contrario le imprese con più di 250 addetti lasciano registrare un aumento dell 1,9% degli addetti rispetto al terzo trimestre del Comparando l andamento degli addetti con i dati nazionali si conferma la debolezza delle imprese cosiddette micro a favore delle grandi e medie imprese. Il dato della regione Umbria è infatti confortato dal dato nazionale dove la perdita di addetti deriva totalmente dalle imprese con meno di 9 addetti e dove le imprese con un numero di addetti superiore a 250 registrano un tasso di incremento dell'occupazione del 5,7%. È però da constatare come sono le medie e piccole imprese che fanno registrare i migliori risultati sia sul dato regionale che nazionale. Fig. 58 Umbria variazione percentuale degli addetti su imprese compresenti per classe dimensionale rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente III trimestre 2017 Fonte: dati Infocamere 45

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