INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE DELL UMBRIA

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1 II TRIMESTRE 2015 IV TRIMESTRE 2018

2 INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE DELL UMBRIA IV trimestre 2018 L indagine congiunturale di Unioncamere Umbria per il IV trimestre 2018 è stata realizzata su un campione di 268 imprese operanti nel settore manifatturiero ed articolato in 8 comparti produttivi (industrie alimentari, tessili, del legno, dei metalli, elettroniche, chimiche, meccaniche e altre industrie 1 ) e tre classi dimensionali (da 0 a 9 addetti, da 10 a 49 addetti e oltre i 50). A dicembre 2018 i dati rilevati evidenziano un buona chiusura anno da parte del settore manifatturiero della nostra regione, sia nel confronto tendenziale che congiunturale. A livello settoriale sono industrie alimentari, industrie del legno, industrie dei metalli e altre industrie che presentano i valori positivi più numerosi, industrie elettriche e chimiche con le variazioni negative numericamente maggiori. Per quanto attiene alla dimensione delle imprese i dati confermano che a soffrire di più sono le micro (da 0 a 9 addetti) seguite dalle piccole (da 10 a 49 addetti); meglio le medio grandi (oltre i 50 addetti) con un solo valore negativo relativo agli ordinativi esteri nel confronto con il trimestre precedente. Fig. 1 UMBRIA: andamento totale settori per produzione, fatturato, ordinativi e occupazione var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2018 occupazione 0,2 1,2 ordini totali 1,1 3,4 ordinativi esteri 0,8 1,0 ordinativi interni 1,8 4,0 fatturato estero 1,1 0,9 fatturato interno su IV trim ,7 4,1 fatturato su III trim ,3 4,9 produzione 2,4 5,0 3,0 0,0 3,0 6,0 La figura 1 mostra un riepilogo degli andamenti del totale settori: rispetto al trimestre precedente hanno segno negativo solo gli ordinativi esteri con un 0,8%, positivi tutti i restanti indicatori con il valore più alto nella produzione (+5%) e quello più basso nell occupazione (+0,2%). Nel confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno non ci sono valori negativi e si va dal +2,7% del fatturato interno al +1% degli ordinativi esteri. 1 Il settore delle altre industrie, si ottiene accorpando la fabbricazione della carta, la lavorazione della ceramica ed altre attività come riparazione, manutenzione ed installazione. 1

3 Produzione La produzione segna un +5% rispetto al trimestre precedente (a settembre 2018 il valore era stato 1,9%). Positivi sia i valori delle artigiane che delle non artigiane anche se le prime segnano un +6,6% e le seconde un +4,6%. Valori positivi per tutti i settori eccezion fatta per le industrie elettriche con un 1,9% e per le industrie tessili con 0,3%: tra i dati positivi da evidenziare i +9,4% delle industrie del legno e il +9% delle alimentari, più contenute ma comunque sempre superiori al 3% le variazioni dei restanti settori. Anche a livello dimensionale positivi tutti i dati dal +2,9% delle medio grandi al +6,8% delle piccole passando dal +5,1% delle micro. Nel confronto tendenziale il valore totale è positivo con un +2,4%: le artigiane segnano un +0,8% e le non artigiane un più consistente +2,9%. A livello settoriale segni meno per industrie chimiche ( 1,1%) e industrie elettriche ( 1,4%), positivi tutti i restanti settori, con la variazione più alta del +7,6% nelle industrie meccaniche seguita dal +6,4% delle industrie dei metalli. Bene le industrie che superano i 50 addetti con un +4,6% e quelle piccole con un +1,8%; invariato il valore delle micro. Fig. 2 UMBRIA: andamento della produzione in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre e più add. 1,8 2,9 4,6 6,8 su IV 2017 su III add. 0,0 5,1 Altre industrie 0,8 4,3 Industrie meccaniche 3,9 7,6 Industrie elettriche 1,4 1,9 Industrie dei metalli 5,4 6,4 Industrie chimiche 1,1 3,5 Industrie del legno 1,4 9,4 Industrie tessili 0,3 2,1 Industrie alimentari 1,7 9,0 4,0 0,0 4,0 8,0 12,0 Fatturato Variazioni positive per il fatturato totale sia nel confronto congiunturale con un +4,9% (nel III trimestre 2018 il valore era stato di +0,2%), che nel confronto tendenziale con un +1,3% sul quarto trimestre 2017 (nel trimestre scorso il valore registrato era stato del +0,9%). Nel confronto con il trimestre appena passato hanno valori positivi tutti i settori (ad eccezione delle industrie elettriche con 2,6%): i valori più alti si registrano nelle industrie alimentari con +9,1%, seguono le industrie meccaniche con un +6% e le industrie del legno con +5,9%. Positive anche tutte e tre le classi dimensionali da un +6,8% delle piccole ad un 2,9% delle medio grandi passando per un buon +4,7% delle micro. Le imprese artigiane segnano un buon +6,7% maggiore del +4,4% delle non artigiane. 2

4 Fig. 3 UMBRIA: andamento della fatturato in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre e più 3,1 2,9 su IV add. 2,0 6,8 su III add. 3,1 4,7 Altre industrie 7,0 4,6 Industrie meccaniche 1,2 6,0 Industrie elettriche 4,9 2,6 Industrie dei metalli 1,6 4,8 Industrie chimiche 6,4 1,9 Industrie del legno 4,4 5,9 Industrie tessili 2,6 1,2 Industrie alimentari 0,3 9,1 8,0 4,0 0,0 4,0 8,0 12,0 A livello tendenziale le artigiane hanno il segno meno con un 0,9% mentre per le non artigiane il fatturato aumenta di quasi il 2% (esattamente +1,9%). Tre i settori con un calo del fatturato rispetto a quanto registrato nello scorso anno: industrie elettriche con 4,9%, le industrie dei metalli con 1,6% e le industrie alimentari con 0,3%. Tra i settori in positivo si evidenzia il +7% delle altre industrie e il +6,4% delle industrie chimiche. A livello dimensionale variazioni positive per piccole e medio grandi (rispettivamente +2% e +3,1%) mentre le micro segnano un 3,1%. Per quanto attiene al fatturato interno l andamento congiunturale segna un +4,1% e quello tendenziale un +2,7% (nel trimestre precedente i valori erano stati rispettivamente di 0,3% e +1,3%). Nel confronto con il trimestre precedente segno positivo sia per le artigiane con +5,5% che per le non con un +3,6%. A livello settoriale solo le industrie elettriche hanno una variazione negativa e comunque minima ( 0,1%); tutte le altre, se si esclude le industrie tessili che per le quali il fatturato interno resta invariato, hanno variazioni positive con le industrie del legno che registrano quella più alta (+5,9%). A livello dimensionale positivi tutte le categorie con le micro he segnano +4,4%, le piccole +4,9% e le mediograndi +2,9%. Il confronto con la fine del 2017 vede col segno meno industrie chimiche ( 3,0%) e industrie elettriche ( 2,0%); positivi i restanti settori con le altre industrie che vedono un aumento del +6% (tutte le altre vedono variazioni più contenute tra il 2 e il 3%). Positive sia le variazioni delle artigiane che delle non artigiane (+1,2% e +3,3%), mentre a livello dimensionale le micro segnano 1,2% mentre piccole e medio grandi superano il +4%. Il fatturato estero segna un positivo +0,9% nel confronto con il trimestre precedente (la passata indagine segnava un più positivo +2,9%), con le artigiane e le non artigiane che hanno entrambe variazioni positive con un +1,5% delle prime e un +0,9% delle seconde. Nel confronto con il 30 settembre 2018 sono positivi 5 settori su 8, con alcuni valori anche rilevanti, come il +8,3% delle industrie tessili e il +7,9% delle industrie alimentari; negativi i valori di industrie elettriche 4,8%, 3

5 industrie chimiche 3,0% e altre industrie 1,1%. A livello dimensionale bene le micro con +7,0% e le mediograndi con +1,0% mentre le piccole segnano un 2,3%. Rispetto al quarto trimestre dell anno scorso, il fatturato estero vede le imprese artigiane andare meglio delle non artigiane con un +3% rispetto al +1,0% delle altre, laddove il valore del fatturato estero totale è di +1,1%. Negativi industrie del legno con 9,9% e industrie elettriche con 9,5% (che confermano, anzi peggiorano i dati già negativi del settembre scorso che erano rispettivamente 6,7% e 1,5%); positivi i valori dei restanti settori con le industrie dei metalli che segnano un +5,6% e le tessili un +3,7% come la variazioni positive più alte. A livello dimensionale +1,5% per le micro, +2,0 per le medio grandi mentre le piccole sono in perdita, con 1,7% Fig. 4 UMBRIA: andamento della fatturato interno e estero, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre ,0 5,5 0,0 5,5 11,0 su III trim su IV trim su III trim su IV trim fatturato interno fatturato estero Industrie alimentari Industrie tessili Industrie del legno Industrie chimiche Industrie dei metalli Industrie elettriche Industrie meccaniche Altre industrie 0 9 add add. 50 e più Ordini Gli ordinativi totali segnano un +3,4% confrontati con il III trimestre del 2018 e un più modesto +1,1% rispetto al IV trimestre del 2017 (nel trimestre precedenti i valori erano stati rispettivamente 2,5% e +0,1%). Nel confronto congiunturale sono negativi i valori di industrie chimiche con un 2,2% e delle industrie elettriche con un 0,1%; dei restanti settori che vedono aumentare gli ordinativi si evidenziano industrie del legno e industrie dei metalli che segnano entrambe un buon +7,3%. A livello dimensionale bene tutte le categorie: +3,3% per le micro, +3,9% per le piccole e +3,1% per le medio grandi; meglio le artigiane con +4,2% rispetto al +3,2% delle non. Nel confronto con il IV trimestre del 2017 si registrano variazioni positive per le non artigiane con un +2,6% mentre le artigiane segnano un 3,1% (negativo anche il valore che si era registrato nel trimestre precedente anche se con un più contenuto 1,2%). 4

6 A livello settoriale hanno variazione negativa le industrie elettriche con 1,7% e le industrie meccaniche con 4,3%, mentre da evidenziare è il +9,3% delle industrie del legno. A livello dimensionale variazione positiva per le piccole con +2,5% e per le medio grandi con +3,2% mentre le micro segnano un 4,0%. Fig. 5 UMBRIA: andamento degli ordini in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre e più add. 0 9 add. Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 4,0 4,3 1,7 2,2 0,1 3,2 3,1 2,5 3,9 3,3 1,5 2,8 3,0 1,3 1,6 0,4 0,2 2,3 5,7 7,3 7,3 9,3 6,0 0,0 6,0 12,0 su IV 2017 su III 2018 Gli ordinativi interni aumentano rispetto al trimestre precedente del 4% con le artigiane che segnano un +4,5% e le non artigiane un +3,8%. Positivi quasi tutti settori, con le variazioni più consistenti nelle industrie dei metalli con +7,6% e le industrie del legno con +6,9%, con le sole industrie tessili e industrie meccaniche che registrano perdite (rispettivamente 0,9% e 0,2%). A livello dimensionale positive tutte le variazioni: le micro +3,1% e le piccole e medio grandi entrambe con +4,3%. Il confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno vede una variazione totale di +1,8%; le non artigiane segnano un +3,1% mentre le artigiane un 1,6%. Industrie chimiche ed industrie elettriche hanno il segno meno (rispettivamente 4,1% e 0,1%) mentre sono le industrie del legno con un +4% ad avere la variazione positiva più alta. A livello dimensionale perdono solo le micro con 2% mentre le piccole vedono aumentare gli ordinativi interni del +0,4% e le medio grandi del +1,2%. Gli ordinativi esteri registrano un 0,8% nel confronto con il trimestre precedente mentre rapportati al dicembre 2017 un +1% (dati comunque migliori di quelli registrati nel trimestre scorso con 3,7% e 0,1%). Rispetto al trimestre precedente le artigiane perdono 8,2% mentre le non artigiane si fermano ad un 0,2%. A livello settoriale sono negativi i valori di industrie chimiche con 8,4% e delle industrie elettriche con 3,6%, positivi i restanti settori con un +18,5% delle industrie del legno degno di nota. A livello dimensionale positive solo le micro con +4,5% mentre sia le piccole che le medio grandi segnano un 0,9% e 1,4%. Nel confronto con il quarto trimestre del 2017 le artigiane perdono il 2,0% mentre le non artigiane segnano un +1,1%. 5

7 I settori con variazione positiva sono le industrie alimentari (+5,3%), le industrie del legno (+4,4%), le industrie chimiche (+4,0%) e le industrie dei metalli (+3,6%), tra le restanti, tutte con variazioni negative, la perdita maggiore si registra per le industrie meccaniche con 10,1%. Dimensionalmente segno più per le piccole, +0,4%, e per le medio grandi, +1,2%, mentre le micro segnano un 2%. Fig. 6 UMBRIA: andamento degli ordinativi interni e esteri, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre ,0 18,0 12,0 6,0 0,0 6,0 12,0 su III trim su IV trim su III trim su IV trim ordinativi interni ordinativi esteri Industrie alimentari Industrie tessili Industrie del legno Industrie chimiche Industrie dei metalli Industrie elettriche Industrie meccaniche Altre industrie 0 9 add add. 50 e più Occupazione La variazioni nell occupazione è positiva sia nel confronto con il trimestre precedente, +0,2%, che confrontata con il quarto trimestre del 2017, +1,2%. Rispetto al trimestre precedente le imprese artigiane segnano un 0,6% mentre le non artigiane un +0,6%. Per quanto attiene ai settori sono solo due quelli con variazione negativa ed esattamente industrie tessili ( 2,7%) e industrie dei metalli ( 0,1%), mentre la variazione positiva migliore la registrano le imprese meccaniche con un +2,1%. A livello dimensionale perdono le micro con 0,8% mentre le piccole segnano un +2,5% e le medio grandi un +3,2%. Nel confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno la variazione occupazionale delle imprese artigiane è di +0,9% e quella delle non artigiane del +1,4%. L andamento occupazionale nel confronto tendenziale è quello che riporta i maggiori dati positivi riscontrati in questa indagine con unico settore in negativo quello delle industrie tessili con un 0,6%. Positivi tutti gli altri 7 settori con i valore più alto segnato dalle industrie del legno con +3,1%. Anche a livello dimensionale le micro segnano un +0,6%, le piccole un +1,5% e le medio grandi un +1,7%. 6

8 Fig. 7 UMBRIA: andamento dell'occupazione in totale, per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre e più add. 0 9 add. Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 2,7 0,8 0,6 0,1 1,7 0,8 1,5 0,6 0,6 0,8 0,4 1,4 2,1 1,4 0,4 2,5 1,4 1,3 0,5 0,9 2,9 3,1 4,0 2,0 0,0 2,0 4,0 su IV 2017 su III 2018 Imprese artigiane Per quanto concerne l andamento delle imprese artigiane dalla figura 8 emerge che il loro andamento è altalenante con diversi valori inferiori allo zero anche se maggiormente concentrati nel confronto congiunturale che nel tendenziale, a differenza delle non artigiane che hanno quasi esclusivamente segno positivo. Fig. 8 UMBRIA: andamento imprese artigiane e non artigiane var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2018 su III 2018 su IV 2017 occupazione 0,9 1,4 non artigiane ordinativi totali 3,1 2,6 ordinativi esteri 2,0 1,1 artigiane ordinativi interni 1,6 3,1 fatturato estero 1,0 3,0 fatturato interno 1,2 3,3 fatturato 0,9 1,9 produzione 0,8 2,9 occupazione 0,6 0,6 ordinativi totali 3,2 4,2 ordinativi esteri 8,2 0,2 ordinativi interni 3,8 4,5 fatturato estero 0,9 1,5 fatturato interno 3,6 5,5 fatturato 4,4 6,7 produzione 4,6 6,6 10,0 5,0 0,0 5,0 10,0 7

9 I dati delle artigiane controversi, come anche nei trimestri passati, mostrano in questo fine anno risultati più positivi che nei trimestri precedenti. Rispetto al settembre 2018 i dati delle artigiane, laddove positivi, superano sempre in valore quelli, seppur positivi, delle non artigiane (produzione, fatturato, fatturato interno, fatturato estero, ordinativi interni e ordinativi totali); hanno invece il segno meno gli ordinativi esteri che per le artigiane arrivano al 8,2% ( e le no artigiane 0,2%) e l occupazione con un 0,6% (mentre è positivo di +0,6% il valore delle non artigiane). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno i dati delle artigiane sono meno confortanti: sono 4 gli indicatori con il segno + e superano il valore delle non artigiane solo per il fatturato estero con un +3% (contro un +1% delle non ). Il fatturato interno segna un +1,2% (3,3% nelle non ), l occupazione registra un +0,9% (+1,4 nelle non artigiane) e infine la produzione che nelle non artigiane segna un +2,9% nelle artigiane si ferma al +0,8%. Negativi i restanti indicatori con un 3,1% degli ordinativi totali, un 2% negli ordinativi esteri, un 1,6% negli ordinativi interni e un 0,9% nel fatturato. Grado di utilizzo degli impianti Sulla base delle risposte fornite dalle imprese coinvolte nell indagine il grado di utilizzo degli impianti in totale risulta essere del 69,5%, 4 punti percentuali in più rispetto al 65,5% del trimestre precedente (nel IV trimestre 2017 il valore era stato del 65,9%). Fig. 9 UMBRIA: grado di utilizzo degli impianti per settore e classe dimensionale IV trimestre 2018 Industrie elettriche Industrie meccaniche Industrie alimentari 78,3 78,1 81,8 Industrie dei metalli 73,0 Altre industrie Industrie chimiche Industrie tessili Industrie del legno 67,9 67,7 64,9 60,4 50 e più add. 75,8 80,0 0 9 add. 67,4 0,0 30,0 60,0 90,0 A livello settoriale sono le industrie elettriche a distinguersi per il maggior utilizzo degli impianti con un 81,8% (leggermente inferiore al 82,7% del trimestre scorso) seguite dalle industrie meccaniche con 78,3% (78,6% era la percentuale dello scorso trimestre) dalle industrie alimentari con 78,1% (che nel trimestre scorso erano state il settore con la percentuale più bassa ed esattamente il 59,9%) per finire con le industrie dei metalli che con il 73% è il quarto settore che supera il 70% di utilizzo. A seguire altre industrie con il 67,9%, industrie chimiche con il 67,7%, industrie tessili con il 64,9% e industrie del legno con un 60,4% (solo 8

10 le altre industrie hanno una percentuale superiore al 62,5% del settembre scorso, mentre le altre tre hanno tutte percentuali inferiori) A livello dimensionale sono le imprese tra 10 a 49 addetti a totalizzare la percentuale più ampia con un 80 % (78,9% era la percentuale del trimestre scorso), seguono le medio grandi con 75,8% e le micro con 67,4% (le percentuali erano state rispettivamente 74,8% e 62,7% nel trimestre scorso). Settimane di produzione assicurata dal portafoglio ordini Il numero delle settimane di produzione assicurata dal portafogli ordini alla fine del quarto trimestre 2018 è di 9,8 superiore al 7,7 registrati dal trimestre scorso ma anche al giugno Fig. 10 UMBRIA: settimane di produzione per settori ultimi trimestri valori assoluti 16,0 14,0 14,5 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 11,5 9,4 8,7 7,9 5,5 4,3 12,2 9,2 7,7 6,5 6,2 5,6 10,7 10,0 10,1 9,1 9,3 7,3 7,0 6,6 6,2 5,2 4,4 3,8 12,2 10,3 7,9 7,8 6,0 2,0 0,0 IV 2017 I 2018 II 2018 III 2018 IV 2018 alimentari tessili del legno chimiche dei metalli elettriche meccaniche altre industrie Per quanto attiene alla divisione imprese artigiane e non le prime segnano una media di 9,6 settimane: un valore che si avvicina molto a quello del totale imprese e, che in questo trimestre, riduce notevolmente il divario con le seconde che segnano un 10,3 (a settembre 2018 le artigiane segnavano un 6,9 e le non un 10,2). A livello settoriale la media più alta di settimane di produzione è delle industrie del legno che arrivano a 14,5, seguite dalle industrie alimentari con 12,2 e dalle industrie meccaniche con 10,3 (nel trimestre scorso i valori erano stati nell ordine 9,3, 10,1 e 10,7); fanalino di coda per le industrie elettriche che si fermano a 6, valore comunque superiore al 5,2 registrato nel trimestre scorso. Ad eccezione delle industrie meccaniche che scendono a 10,3 dal 10,7 del trimestre scorso i valori dei settori sono tutti in aumento in questo fine 2018 (fig. 10) A livello dimensionale le settimane di produzione assicurata per le imprese oltre i 50 addetti è di 13,4 settimane (inferiore al 15,9 del trimestre scorso), per quelle da 10 a 49 addetti è di 11,3 (più alta delle 8,3 del settembre scorso) e per le micro imprese sale a 9,4 (due punti in più delle passate 7,4 settimane); unica classe in calo è quella più alta quindi, con la classe più bassa invece che conferma il periodo di crescita degli ultimi trimestri (fig. 11). 9

11 Fig. 11 UMBRIA: settimane di produzione per dimensioni delle imprese ultimi trimestri valori assoluti 18,0 15,0 16,6 15,9 13,4 13,6 13,4 12,0 9,0 6,0 11,3 10,8 9,8 9,8 9,4 8,3 7,6 6,8 7,1 7,4 IV 2017 I 2018 II 2018 III 2018 IV add add. 50 e più Previsioni per il I trimestre 2019 Le previsioni fornite dagli imprenditori intervistati per l inizio del 2019 confermano le aspettative di stabilità cui ci hanno ormai abituato le indagini degli ultimi anni, una stabilità però che, a differenza di quello che era scaturito dalle risposte del settembre scorso, mostra previsioni di diminuzione che superano quelle di aumento, come mostra la figura 12: unica eccezione si ha per gli ordinativi esteri che aumenteranno per il 23,1% degli intervistati mentre diminuiranno per il 12,3% (significative le percentuali di diminuzione per fatturato, ordinativi interni e produzione). Fig. 12 UMBRIA: previsioni di produzione, fatturato, ordinativi e occupazione distribuzione % delle risposte delle imprese IV trimestre 2018 per trimestre successivo occupazione 3,8 86,9 9,3 fatturato 16,4 45,0 38,6 ordinativi esteri 23,1 64,6 12,3 ordinativi interni 13,8 48,3 37,9 produzione 15,0 46,5 38,5 0% 50% 100% aumento stazionario diminuzione 10

12 Investimenti nel settore manifatturiero L indagine effettuata in questo quarto e ultimo trimestre 2018 comprende anche uno specifico approfondimento relativo agli Investimenti, teso a conoscere entità e destinazione degli stessi nell anno che si è appena concluso e ad affrontare il tema dell industria 4.0 e dei finanziamenti appositi. Risulta così che il 41,8% del campione intervistato ha effettuato investimenti, una percentuale notevolmente superiore al 32,3% dello scorso anno ma comunque inferiore alla percentuale di fine 2016, che aveva segnato un buon 50,8. A livello provinciale le imprese di Perugia che hanno affrontato investimenti nel 2018 sono state il 41,4%, mentre quelle della provincia di Terni il 43,7%, percentuale interessante considerato che lo scorso anno il valore era stato non solo inferiore a quello del capoluogo di provincia ma si era fermato al 22,8%. A livello dimensionale le percentuali riscontrate sono molto diverse tra loro: si passa da un 85,6% delle medio grandi ad un 78,4% delle piccole per scendere ad un 34,4% delle micro; da notare che aumenta solo la percentuale delle piccole che lo scorso anno segnavano un 69,1% mentre diminuiscono quelli delle imprese che superano i 50 addetti e di quelle che non superano i 9 (rispettivamente 88,8% e 34,7% nel 2017). Fig. 13 Umbria: percentuale delle imprese dell indagine che hanno fatto investimenti per settore, dimensione e provincia anno 2018 Industrie del legno 18,9 Industrie tessili 31,5 Altre industrie 36,9 Industrie meccaniche Industrie alimentari Industrie elettriche Industrie chimiche 49,1 51,4 51,6 53,6 Industrie dei metalli 67,2 0 9 add. 34, add. 78,4 50 e più 85,6 Perugia Terni Totale 41,4 43,7 41, A livello settoriale sono le industrie dei metalli che risultano investire di più con il 67,2%, seguono le chimiche con 53,6% e le industrie elettriche con 51,6% mentre quelle che investono meno sono le industrie del legno con solo il 18,9% delle appartenenti al settore. (lo scorso anno i settori in questione avevano registrato nell ordine 46,1%, 46,4%, 27,4% e quelle del legno solo un 6,8% confermando di essere comunque quelle che investono meno). Il 28,5% degli intervistati hanno investito in macchinari e attrezzature (quasi due punti percentuali in più rispetto al 23,8% scorso anno), il 10,4% in elaboratori e sistemi elettronici (contro il 5% del 2017), il 6,7% in impianti fissi (leggermente inferiore al 7,3% dell anno scorso) e il 6,6% in ricerca e sviluppo (6,7 il valore del

13 In merito alla destinazione degli investimenti per le industrie alimentari hanno la priorità le attrezzature (38,4%), i fabbricati(8,3%) e gli impianti fissi (5,4%). Le industrie tessili investono principalmente in elaboratori di sistemi elettrici e macchinari come le industrie del legno, le industrie dei metalli e le industrie elettriche. Per le chimiche accanto al 47,6% di investimenti in macchinari segue il 20,7% in ricerca e sviluppo. Per le industrie meccaniche sono importanti macchinari e fabbricati prima di altro, mentre le altre industrie vedono macchinari e ricerca e sviluppo ai primi posti. Tav. 1 UMBRIA: destinazione degli investimenti per settore classe dimensionale e provincia (risposte multiple previste) anno 2018 Fabbricati Impianti fissi Macchinari e attrezzature Elaboratori e sistemi elettronici Acquisizioni partecipazioni Acquisto brevetti e knowhow Ricerca e sviluppo Impianti energie rinnovabili e/o risparmio energetico Altri investimenti Nessun investimento Industrie alimentari 8,3% 5,4% 38,4% 4,8% 1,1% 0,0% 2,5% 4,8% 16,2% 48,6% Industrie tessili 2,5% 2,6% 10,3% 15,9% 0,4% 0,0% 1,3% 7,5% 1,3% 68,5% Industrie del legno 0,1% 1,1% 6,6% 12,2% 0,0% 0,0% 1,9% 0,1% 0,0% 81,1% Industrie chimiche 9,5% 15,4% 47,6% 17,6% 0,0% 0,0% 20,7% 6,5% 6,5% 46,4% Industrie dei metalli 11,1% 18,5% 58,2% 12,6% 0,0% 7,6% 12,2% 0,8% 10,8% 32,8% Industrie elettriche 0,0% 6,9% 44,7% 10,6% 0,0% 0,0% 8,5% 2,1% 0,0% 48,4% Industrie meccaniche 19,6% 4,7% 38,7% 10,7% 3,7% 2,9% 16,2% 0,0% 0,0% 50,9% Altre industrie 1,1% 5,7% 23,9% 6,5% 0,3% 0,2% 8,4% 2,4% 3,5% 63,1% Totale 5,0% 6,7% 28,5% 10,4% 0,5% 1,4% 6,6% 3,2% 5,5% 58,2% 0-9 add. 2,2% 3,7% 21,3% 7,5% 0,0% 1,5% 3,8% 2,0% 4,2% 65,6% add. 16,2% 19,0% 64,2% 22,3% 2,4% 0,0% 17,5% 8,1% 11,4% 21,6% 50 e più 35,9% 40,0% 68,3% 40,9% 6,1% 7,0% 37,2% 12,2% 17,8% 14,4% Perugia 5,0% 6,7% 27,6% 10,8% 0,6% 1,7% 6,7% 3,1% 6,0% 58,6% Terni 5,1% 6,7% 32,4% 8,9% 0,0% 0,0% 6,1% 3,4% 3,4% 56,3% Fig. 14 UMBRIA: entità degli investimenti effettuati, composizione percentuale per settore anno % 9,2% 5,3% 5,0% 2,6% 16,1% 15,0% 4,7% 4,1% 5,1% 9,7% 22,7% 4,6% 2,4% 3,4% 7,9% 4,3% 14,2% 28,8% 12,5% 10,6% 5,3% 21,4% 20,0% 11,3% 15,7% 13,2% 50% 28,3% 9,9% 32,6% 41,0% 6,7% 5,9% 33,1% 23,9% 71,3% 74,0% 43,0% 53,7% 36,6% 27,8% 59,5% 27,0% 50,8% 0% Industrie alimentari Industrie tessili Industrie del legno Industrie chimiche Industrie dei metalli Industrie elettriche Industrie Altre industrie meccaniche TOTALE < 25mila euro tra 25 e 100mila euro tra 100 e 250mila euro tra 250 e 500mila euro oltre 500mila euro 12

14 In merito all importo degli investimenti fatti, sono inferiori ai 25 mila euro quelli del 50,8% degli intervistati (34,8% la percentuale del 2017), mentre ammontano al 23,9% quelli compresi tra i 25 mila e i 100 mila, a superare i 500 mila euro sono il 7,9%. La percentuale maggiore di investimenti oltre i 500 mila euro risulta essere a carico delle industrie meccaniche con il 22,7%, seguite per il 16,1% dalle industrie del legno e per il 15% dalle industrie chimiche (tutti inferiori al 10% i valori dei restanti settori); industrie chimiche e meccaniche sono anche tra i settori che maggiormente investono tra i 250 e i 500 mila euro mentre nella fascia che va dai 100 ai 250 mila le tessili investono per il 28,8%, le industrie dei metalli per il 21,4% e le elettriche per il 20%. Negli investimenti di minore entità, quelli inferiori ai 25 mila euro spiccano le industrie del legno con il 71,3% seguite dalle elettriche con il 59,5% e le tessili con il 53,7%. La figura 15 mostra un confronto tra le imprese che hanno investito nel 2018 e le previsioni di investimento nel 2019: ad eccezione delle altre industrie e industrie del legno tutti i settori prevedono investimenti inferiori di quelli appena realizzati, in alcuni casi la riduzione è notevole come il 30% in meno nelle industrie dei metalli e nelle industrie elettriche o il 15% in meno nelle chimiche. Fig. 15 UMBRIA: confronto tra le imprese che hanno investito nel 2018 e le imprese che investiranno nel 2019 percentuale sul totale per settore, dimensione e provincia (risposte multiple previste) Totale Terni Perugia 50 e più add. 0 9 add. Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 34,4 41,8 19,6 43,7 37,9 41,4 28,3 34,4 51,3 36, ,1 20,4 51,6 37,9 48,9 53,6 23,1 18,9 17,3 31,5 27,2 51,4 63,8 67,2 79,9 85,6 78, investiranno nel 2019 hanno investito nel 2018 In merito alla dimensione le imprese tra i 10 e i 49 addetti sono quelle che percentualmente investiranno di meno rispetto alle medio grandi e alle micro, mentre livello provinciale il calo degli investimenti sarà più marcato a Terni rispetto che a Perugia. 13

15 Fig. 16 UMBRIA: tipologia di investimenti effettuati nel 2018 e previsti per il 2019 percentuali di composizione (risposte multiple previste) Altri investimenti Energie rinn. E risparmio energetico Ricerca e sviluppo brevetti e know how Acquisizioni partecip. 3,6% 5,5% 5,3% 3,2% 7,8% 6,6% 1,6% 1,4% 0,2% 0,5% su cosa si investirà nel 2019 su cosa si è investito nel 2018 Elaboratori e sist.elettronici 12,1% 10,4% Macchinari 24,6% 28,5% Impianti fissi 2,2% 6,7% Fabbricati 3,3% 5,0% 0,0% 15,0% 30,0% Rispetto a quello su cui si è investito nel 2018 le previsioni per il 2019 prevedono dei piccoli arrotondamenti nelle percentuali degli investimenti. Restano prioritari i macchinari ma la percentuale scende al 24,6%, mentre gli elaboratori e i sistemi elettronici passeranno da un 10,4% ad un 12,1%. In calo gli investimenti per i fabbricati e gli impianti fissi mentre aumenteranno quelli per gli impianti di energie rinnovabili e risparmio energetico e per ricerca e sviluppo. Il canale di finanziamento più utilizzato è l autofinanziamento per il 52,5% (che conferma la percentuale dello scorso anno del 52,2%); segue con il 26,1% il credito bancario che risulta superiore di 3 punti percentuali rispetto a quanto registrato nel Il credito del fornitore ammonta al 6,6% seguito poi dal credito agevolato con 4,7% e dai contributi pubblici a fondo perduto per il 4,7%. Tav. 2 UMBRIA: principali canali di finanziamento utilizzati, composizione percentuale per settore anno 2018 Autofinanzia mento Credito (superiore ai 180 giorni) del fornitore Credito bancario Credito agevolato Aumenti di capitale Contributi pubblici a fondo perduto Industrie alimentari 79,7 4,5 11,5 0,6 0,0 2,6 1,1 Industrie tessili 74,9 0,5 18,4 0,7 0,0 0,8 4,8 Industrie del legno 39,3 0,0 41,2 13,9 0,0 1,3 4,3 Industrie chimiche 36,7 0,0 27,7 0,0 0,0 0,0 35,6 Industrie dei metalli 34,0 9,1 41,4 0,4 0,0 3,5 11,6 Industrie elettriche 14,1 0,0 85,9 0,0 0,0 0,0 0,0 Industrie meccaniche 61,1 5,7 27,1 0,0 0,0 0,0 6,0 Altre industrie 52,3 12,9 11,0 11,8 1,2 0,8 10,1 Totale 52,5 6,6 26,1 4,7 0,3 1,7 8,1 Altro 14

16 Rispetto alla media indicata fanno ricorso all autofinanziamento il 79,7% delle industrie alimentari e il 74,9% delle industrie tessili seguite dalle industrie meccaniche per il 61,1%. Le altre industrie ricorrono al credito del fornitore per il 12,9%, mentre l 85,9% delle industrie elettriche si rivolge al credito bancario. L aumento di capitale invece non è praticamente usato se non dall 1,2% di altre industrie mentre ai contributi a fondo perduto fanno riferimento il 3,5% delle industrie dei metalli e il 2,5% delle industrie alimentari (tav. 2). Il 49,5% del totale imprese intervistate non ha usufruito di strumenti agevolati, una percentuale alta ma superata nella sua media dal 84,3% di industrie del legno, il 72,8% delle industrie elettriche il 68,6% delle altre industrie. Per contro i settori che maggiormente attingono agli strumenti agevolati sono le industrie tessili per il 77,3% e le industrie dei metalli per il 71,7%. Delle imprese che hanno usufruito di strumenti agevolati, il 31,9% è ricorso al superammortamento, il 9,8% all iperammortamento, l 8,9% al credito d innovazione. Tav. 3 UMBRIA: strumenti agevolati di finanziamento utilizzati per settore, classe dimensionale e provincia (risposte multiple previste) anno 2018 Superammortamento Iperammortamento Credito innovazione Credito d imposta ricerca e sviluppo Investimenti in startup innovative Contributi pubblici a fondo perduto (bandi Umbria) Altre agevolazioni a carattere regionale Altre agevolazioni a carattere nazionale o comunitario Nessun strumento agevolato utilizzato Industrie alimentari 37,0% 11,9% 0,0% 3,3% 0,0% 14,2% 0,0% 0,0% 45,5% Industrie tessili 34,6% 2,6% 20,3% 2,6% 0,0% 4,7% 40,6% 0,0% 22,7% Industrie del legno 8,1% 2,5% 3,1% 5,6% 0,0% 2,5% 0,0% 0,0% 84,3% Industrie chimiche 20,4% 15,3% 5,6% 27,4% 0,0% 15,3% 0,0% 0,0% 49,8% Industrie dei metalli 63,4% 16,8% 10,4% 14,9% 0,0% 2,5% 2,0% 12,7% 28,3% Industrie elettriche 17,4% 13,8% 3,1% 6,7% 0,0% 0,0% 0,0% 6,7% 72,8% Industrie meccaniche 11,1% 26,1% 0,0% 11,1% 0,0% 7,4% 0,0% 7,4% 48,0% Altre industrie 15,6% 4,4% 12,4% 3,4% 0,0% 3,1% 2,6% 0,6% 68,6% Totale 31,9% 9,8% 8,9% 7,4% 0,0% 5,5% 6,5% 3,7% 49,5% 0-9 add. 29,4% 4,5% 9,3% 3,7% 0,0% 1,8% 7,6% 3,7% 56,9% add. 37,9% 23,5% 7,7% 15,0% 0,0% 13,7% 3,6% 2,9% 32,1% 50 e più 37,4% 17,2% 10,2% 24,7% 0,0% 17,4% 6,1% 8,1% 28,5% Perugia 37,1% 11,1% 9,2% 8,3% 0,0% 4,4% 7,9% 4,2% 44,1% Terni 10,4% 4,4% 7,8% 3,8% 0,0% 9,8% 0,9% 1,6% 71,8% L approfondimento di questo fine 2018 ha preso anche in esame un arco temporale corrispondente agli ultimi 6 anni per capire quante imprese hanno usufruito degli strumenti agevolati e di quali, e così risulta che dal 2013 ad oggi il 70,1% delle imprese intervistate non ha usufruito di strumenti agevolati. Rispetto al 29,9% del totale imprese che hanno usato strumenti agevolati settorialmente si passa dal 21,2% delle altre industrie, come percentuale più bassa, ad un 49,4% delle industrie elettriche come percentuale più alta. A livello dimensionale negli ultimi 6 anni hanno usufruito di strumenti agevolati il 52,4% delle imprese oltre i 50 addetti, il 41,6% delle piccole e il 23,6% delle micro. A livello provinciale invece da evidenziare che la notevole differenza tra Perugia con un 35,9% e una provincia ternana che si ferma al 5,6%. 15

17 Fig. 17 UMBRIA: utilizzo degli strumenti agevolati negli ultimi 6 anni valore percentuale sul totale per settore, classe dimensionale e provincia Terni 5,6 Perugia 35,9 50 e più 52, add. 41,6 0 9 add. 23,6 Totale 29,9 Altre industrie 21,2 Industrie meccaniche 35,6 Industrie elettriche 49,4 Industrie dei metalli 28,4 Industrie chimiche 40,3 Industrie del legno 49 Industrie tessili Industrie alimentari 28,6 31, In merito agli strumenti agevolati utilizzati il 56,1% ha usato agevolazioni a carattere nazionale diversi da POR FESR e fondi regionali e comunitari, il 17% ha utilizzato sia fondi POR FESR e fondi regionali, e il 9,1% fondi POR FESR Fig. 18 UMBRIA: strumenti agevolati utilizzati negli ultimi 6 anni valore percentuale sul totale strumenti per settore. Totale 9,1 17,2 17,6 56,1 Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 0% 50% 100% Fondi POR FESR Fondi POR FESR Fondi regionali o comunitari Altre agevolazioni a carattere nazionale 16

18 A livello settoriale si può evidenziare come le industrie alimentari abbiano usufruito per il 61,6% di fondi regionali e comunitari, una percentuale alta seguita da un consistente 33,3% delle industrie elettriche. Le tessili si sono concentrate soprattutto nella richiesta di altre agevolazioni a carattere nazionale, per il 73,4%, anche se le industrie del legno superano questa percentuale con il 77,6%. Tra chi ha maggiormente usufruito di fondi FESR ci sono le industrie chimiche con il 38,6%, seguite dalle altre industrie con il 15,3% e le industrie dei metalli con l 11,7%. Hanno usufruito dei fondi FESR le industrie meccaniche per il 41,8%, le industrie elettriche per il 35,3% e le industrie chimiche per il 26,2%, come percentuali più alte. In linea di massima appare chiaro che sono le altre agevolazioni a carattere nazionale che per molti settori risultano gli strumenti maggiormente utilizzati La tabella 4 indica cosa pensano le imprese degli strumenti agevolati, considerazioni in merito alla loro funzione utilità facilità o meno di utilizzo tempistica di realizzazione e altro. Alle alte percentuali di chi pensa che gli strumenti siano utili per il superamento della congiuntura negativa si aggiungono quelli che pensano che siano strumenti senza i quali non si potrebbero realizzare certi tipi di investimenti e che siano importanti per il consolidamento dell impresa. Per contro le percentuali di risposte evidenziano anche procedure sono spesso troppo complesse, con tempi di liquidazione troppo lunghi e contributi a volte insufficienti. Tav. 4 UMBRIA: principali considerazioni delle imprese relativamente all utilizzo degli strumenti agevolati (risposte multiple previste ) anno 2018 Servono per il superamento della congiuntura negativa Sono utili per integrare il finanziamento di investimenti già programmati Sono utili per realizzare investimenti altrimenti non possibili Servono per il consolidament o dell'impresa Per ottenere queste agevolazioni le procedure sono troppo complesse Anche se s i ottengono, i tempi di liquidazione sono troppo lunghi per farci affidamento L'ammontare dei contributi sono spesso insufficienti per cofinanziare nuovi investimenti Le condizioni da soddisfare sono troppo limitanti Industrie alimentari 45,1% 0,0% 35,4% 35,4% 0,0% 19,4% 0,0% 0,0% Industrie tessili 81,1% 0,0% 83,1% 73,6% 0,0% 0,0% 0,0% 9,4% Industrie del legno 93,9% 0,0% 62,9% 37,1% 0,0% 0,0% 0,0% 31,0% Industrie chimiche 60,0% 0,0% 0,0% 60,0% 60,0% 60,0% 100,0% 100,0% Industrie dei metalli 9,1% 9,1% 15,9% 38,3% 46,0% 6,9% 11,4% 11,4% Industrie elettriche 15,0% 15,0% 15,0% 47,5% 32,5% 32,5% 20,0% 0,0% Industrie meccaniche 25,0% 0,0% 25,0% 25,0% 25,0% 50,0% 25,0% 0,0% Altre industrie 49,2% 0,0% 52,1% 54,9% 8,0% 4,0% 2,8% 6,5% Totale 48,1% 2,5% 44,2% 46,6% 15,6% 9,4% 6,4% 11,3% 0-9 add. 58,8% 0,0% 52,3% 53,2% 13,8% 0,0% 0,0% 6,5% add. 25,0% 9,0% 27,3% 31,9% 19,7% 33,4% 20,0% 19,6% 50 e più 10,5% 0,0% 10,5% 25,2% 21,0% 10,5% 30,8% 48,9% Perugia 46,2% 2,9% 47,7% 36,8% 19,7% 12,1% 7,9% 7,6% Terni 53,4% 1,3% 34,6% 73,7% 4,1% 2,1% 2,1% 21,7% In merito agli investimenti fatti o programmati nel 2018 l indagine approfondisce, come lo scorso anno, quelli relativi sull industria 4.0 per capire quanto le imprese abbiano realmente compreso l importanza della crescita e dell adeguamento a questa nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo. Risulta così che nel 2018 il 30,3% degli intervistati ha effettuato o intende effettuare investimenti in tal senso; la percentuale rilevata lo scorso anno era stata ben più alta ed esattamente del 39,2%. A livello settoriale la percentuale più ampia di imprese che hanno investito o investiranno è del 55,1% per le industrie del legno, seguita dal 43% delle industrie elettriche, come percentuali più alte, mentre quelle che investono o investiranno meno sono le industrie tessili con il solo 10,5% e le industrie dei metalli con il 19,9%. 17

19 Fig. 19 UMBRIA: investimenti fatti o programmati nell industria 4.0 percentuale per settore, classe di addetti e provincia anno 2018 Terni Perugia 67,3% 70,2% 32,7% 29,8% 50 e più add. 55,0% 61,3% 45,0% 38,7% 0 9 add. Totale Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 74,4% 69,7% 63,1% 75,3% 57,0% 80,1% 63,3% 44,9% 89,5% 62,3% 25,6% 30,3% 36,9% 24,7% 43,0% 19,9% 36,7% 55,1% 10,5% 37,7% 0% 50% 100% no si Nuove competenze che, per chi ha investito o ha intenzione di investirci, hanno (avranno) la modalità prevalente della formazione interna, che tenuto conto delle risposte multiple che hanno dato le imprese arriva al 75,1% contro il 47,8% di chi farà ricorso anche alle competenze esterne; interessante è il cambiamento delle percentuali rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Fig. 20 UMBRIA: modalità usata per lo sviluppo delle tematiche legate all industria 4.0, composizione percentuale per settore, classe dimensionale e provincia (risposte multiple previste) anno 2018 Terni Perugia 50 e più add. 0 9 add. Totale Altre industrie Industrie meccaniche 39,2% 31,1% 32,4% 50,6% 47,8% 68,9% 63,3% 79,9% 77,9% 72,3% 62,8% 82,8% 75,1% 79,3% 100,0% Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 37,1% 50,0% 48,2% 50,0% 50,0% 59,7% 64,4% 68,8% 78,8% 77,6% 100,0% 93,9% 0,0% 50,0% 100,0% Ricorso a competenze esterne Formazione interna 18

20 La formazione interna resta la modalità prevalente, come detto ma la percentuale scende di 5 punti percentuali rispetto all 80,2% del 2017 così come per contro si percepisce la necessità di ricorrere maggiormente a competenze esterne con una percentuale che lo scorso anno si era fermata al 31,9%. Solo le industrie meccaniche ritengono valida unicamente la modalità del ricorso alle competenze esterne, competenze esterne che superano in percentuale la formazione interna solo per le industrie alimentari (78,8% contro il 77,6%)e nelle industrie elettroniche (100% contro il 50%). A livello dimensionale nelle imprese tra i 10 e i 49 addetti il ricorso a competenze esterne arriva al 72,3% e la formazione interna si ferma al 62,8%, mentre le micro che nel 2017 dichiaravano il 100% di formazione interna vedono questa percentuale scendere all 82,8% con un 31,1% di ricorso alle competenze esterne (fig. 20) Fig. 21 UMBRIA: ambiti di applicazione nuove competenze nell industria 4.0 percentuale per settore, classe dimensionale e provincia (risposte multiple previste) anno 2018 Terni Perugia 50 e più add. 0 9 add. Totale Altre industrie Industrie meccaniche Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 0,0% 50,0% 100,0% Tecniche e tecnologie di produzione Informatica Vendita e marketing In merito agli ambiti di utilizzo essi si ripartiscono in tecniche e tecnologie di produzione, informatica e vendita e marketing, in questo stesso ordine di importanza. Le imprese infatti, sempre tenuto conto della possibilità di più risposte, indicano per il 64,9% le tecnologie, per il 64,4% l informatica e per il 15,1% la vendita: da notare rispetto alle percentuali registrate nel 2017 che, ad un lieve calo delle risposte concernenti la tecnologia è conseguito un aumento sia dell informatica che della vendita viste nell ordine le percentuali dell anno passato che erano del 68,4, 50,1% e 7,6%. Tra il 2016 e il 2017 la media totale delle imprese intervistate che dichiarano di aver fatto innovazione è del 26,5% valore che scende nel 2018 a 24,6%, anche se non mancano industrie come quella chimica e quella dei metalli molto più ampie (entrambe 48,2%), come mostra la figura

21 Fig. 22 UMBRIA: imprese che hanno introdotto innovazione per settore, classe dimensionale e provincia (risposte multiple previste) 2016/2017 e anno 2018 Terni Perugia 29,0% 22,2% 23,8% 27,2% 50 e più 68,3% 66,5% add. 0 9 add. Totale Altre industrie Industrie meccaniche 53,7% 47,3% 18,8% 21,9% 24,6% 26,5% 27,7% 34,3% 36,0% 41,7% Industrie elettriche Industrie dei metalli Industrie chimiche Industrie del legno Industrie tessili Industrie alimentari 26,8% 33,0% 7,3% 21,9% 15,2% 6,3% 13,2% 20,4% 48,2% 50,0% 48,2% 53,0% /2017 0% 50% 100% Tav. 5 UMBRIA: tipologia di innovazione introdotta, percentuale di composizione per settore, classe dimensionale e provincia (risposte multiple) anno 2018 Innovazione di processo Innovazioni organizzative Innovazioni di marketing Altre innovazioni Industrie alimentari 13,2% 4,6% 9,0% 1,1% Industrie tessili 11,8% 4,6% 0,5% 2,0% Industrie del legno 4,9% 3,1% 2,4% 1,8% Industrie chimiche 14,7% 17,7% 9,7% 6,1% Industrie dei metalli 21,5% 24,8% 18,3% 0,4% Industrie elettriche 44,7% 7,1% 3,6% 3,6% Industrie meccaniche 8,1% 29,3% 17,1% 0,0% Altre industrie 20,8% 10,0% 4,5% 1,0% Totale 15,9% 10,6% 7,0% 1,4% 0-9 add. 11,0% 6,8% 4,6% 0,1% add. 39,9% 28,4% 16,8% 7,3% 50 e più 55,1% 48,6% 36,4% 14,1% Perugia 14,9% 10,0% 6,0% 1,3% Terni 21,8% 14,3% 12,5% 1,6% In totale, tra le tipologie di innovazione introdotte il 15,9% delle imprese indica innovazione di processo (lo scorso era stata dell 8,4%), il 10,6% l innovazione di organizzazione (che nel 2017 aveva il 12,3%), il 7% di marketing (il 6% nell anno scorso) con un ultimo 1,4% che attiene ad altre innovazioni: i vari settori hanno comunque delle percentuali diverse come mostra la tabella 5 con le industrie chimiche e le industrie dei metalli che sono tra i settori più dinamici. 20

22 In merito alle attività svolte per l introduzione dell innovazione prevale quella dell acquisizione macchinari e attrezzature e impianti avanzati per il 63,7% degli intervistati, al secondo posto l acquisizione di software e hardware (40,4%) e a seguire attività di ricerca e sviluppo con il 31,3%. In merito poi alla percentuale di spesa media sul fatturato per le attività di innovazioni sostenute è dell 8,3%, rilevante se si pensa al 4,7 segnalata nel 2017: due settori superano il 10 % ed esattamente industrie alimentari con il 14,6% e le industrie dei metalli con il 12,4% mentre la percentuale più bassa si registra per le industrie elettriche che indicano solo l 1,5% Fig. 23 UMBRIA: la spesa media per l attività di innovazione sostenuta in percentuale sul fatturato anno 2018 Terni 8,7 Perugia 8,2 50 e più 5, add. 0 9 add. Totale 8,4 8,5 8,3 Industrie alimentari 14,6 Industrie dei metalli 12,4 Industrie chimiche 6,4 Altre industrie Industrie del legno Industrie tessili 5,5 5,4 5,8 Industrie meccaniche 4,6 Industrie elettriche 1,

23 INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE COMMERCIALI DELL UMBRIA IV trimestre 2018 L indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 2018 è stata realizzata su un campione di 157 imprese umbre operanti nel settore commerciale e ripartite tra grande distribuzione, commercio al dettaglio di prodotti alimentari e commercio al dettaglio di prodotti non alimentari. Prosegue la fase di incertezza del commercio che ormai dura dal 2016 anche se i risultati a fine 2018 sembrano leggermente migliori di quelli visti nei trimestri precedenti. Le criticità emerse in questo quarto trimestre riguardano infatti unicamente il confronto tendenziale; rispetto ai risultati dello scorso anno a perdere sono l occupazione ( 0,5%) e gli ordinativi ai fornitori ( 0,6%), perdite quindi contenute che non arrivano neanche all 1%. Invariati i prezzi delle vendite e positivo, anche se di un modestissimo +0,1%, l andamento delle vendite. Rispetto invece al settembre scorso, aumentano gli ordinativi ai fornitori del 2,5%, le vendite del 1,3% e l occupazione dello 0,4%. Il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari ha valori altalenanti e comunque variazioni negative maggiori rispetto al commercio al dettaglio dei non alimentari, e anche gli ipermercati hanno visto momenti migliori. Rispetto alla dimensione si evidenzia come sia la fascia più piccola, quella da 0 a 9 addetti, ad avere le maggiori variazioni positive, seguita da quella oltre i 50 addetti, mentre quella media vede diversi segni meno. Le figure 24 e 25 mostrano l andamento in totale dei diversi indicatori e quello relativo a settori e classe dimensionale sia nel confronto congiunturale che tendenziale. Fig. 24 UMBRIA: andamento totale di vendite, prezzi di vendita, ordini ai fornitori e occupazione var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2018 occupazione 0,5 0,4 su IV 2017 su III 2018 ordinativi ai fornitori 0,6 2,5 prezzi delle vendite 0,0 0,0 vendite 0,1 1,3 1,5 0,0 1,5 3,0 22

24 Fig. 25 UMBRIA: andamento per settore e classe dimensionale var. % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2018 occupazione su III 2018 su IV 2017 ordinativi fornitori prezzo delle vendite vendite occupazione ordinativi fornitori prezzo delle vendite vendite 6,0 3,0 0,0 3,0 6,0 50 e più add. 0 9 add. Ipermercati Commercio non alimentari Commercio alimentari Vendite Le vendite nel commercio rispetto al trimestre precedente aumentano dello 1,3% (nel trimestre scorso si erano fermate al 0,9%) con il commercio al dettaglio di prodotti alimentari che segna un +2,6%, il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari un +2,8% e gli ipermercati che perdono lo 0,7% (significativo se si guarda al +6,1% del settembre scorso). Fig. 26 UMBRIA: andamento delle vendite in totale, per settore e classe dimensionale variazione % rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre dell anno precedente IV trimestre 2018 su IV 2017 su III e più 0,3 1, add. 3,3 2,2 0 9 add. 0,8 2,3 TOTALE 0,1 1,3 Ipermercati 0,5 0,7 Commercio al dettaglio di prod. non alimentari 0,6 2,8 Commercio al dettaglio di prod. alimentari 1,1 2,6 5,0 2,5 0,0 2,5 5,0 23

25 A livello dimensionale male solo le imprese dai 10 ai 49 addetti con 3,3% mentre hanno segno positivo sia le micro con +2,3% che le medio grandi con +1,4%. Nel confronto tendenziale le vendite in totale aumentano di un modesto +0,1% con il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari e gli ipermercati che hanno il segno meno (rispettivamente un 1,1% e 0,5%) contrariamente al commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che segna un +0,6%. A livello dimensionale bene le micro imprese con un +0,8% mentre sia le imprese fino a 49 addetti che quelle oltre i 50 hanno valore negativo ed esattamente 2,2% e 0,3%. Prezzo delle vendite Il prezzo delle vendite rispetto al dicembre 2017 risulta invariato, dopo gli ultimi due trimestri che avevano registrato aumenti ed esattamente +0,6% al settembre 2018 e +1,5% al giugno 2018: le variazioni sono positive per gli ipermercati con un +0,7% e per il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari (+0,6%), mentre per il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari la variazione è del 0,4%. Per quanto attiene alla dimensione delle imprese le micro registrano un 0,2% mentre piccole e mediograndi segnano rispettivamente un +0,7% e un +0,5%. La figura mostra l andamento del prezzo delle vendite confrontato con lo stesso trimestre degli anni precedenti, dal IV trimestre 2017 all attuale trimestre in esame; da evidenziare un calo del prezzo delle vendite che dal secondo trimestre 2018 accumuna tutti i settori esaminati, valori che mantengono il segno più ma che confermano le difficoltà del periodo. Fig. 27 UMBRIA: andamento del prezzo delle vendite negli ultimi trimestri (var. % su stesso trimestre dell anno precedente) IV trimestre ,0 1,5 0,7 0,6 0,6 1,8 0,9 0,7 1,9 1,5 1,4 1,1 1,4 1,0 0,6 0,7 0,6 0,0 0,1 0,0 0,0 0,4 1,5 1,3 IV 2017 I 2018 II 2018 III 2018 IV 2018 Commercio alimentari Ipermercati Commercio non alimentari TOTALE Ordinativi L andamento degli ordinativi rispetto al trimestre precedente segna un +2,5% (nel trimestre scorso il valore era stato di 3,7%). Diversificati sono comunque gli andamenti dei diversi settori con il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che segna un buon +4,6% (ancor più buono se confrontato con la perdita del 7,7% registrata al settembre scorso) mentre sia commercio al dettaglio di prodotti alimentari che ipermercati hanno segno negativo (rispettivamente 0,1% e 1,1%). 24

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