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Massimiliano Raffaello Tosi
8 anni fa
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1 Il cuoco Minestrone Questa storia comincia con tre gatti: i tre gatti più grassi e pasciuti che si fossero mai visti nel quartiere. E sapete come mai? Ve lo dico subito. Il fatto è che quei furbacchioni avevano scoperto che la scuola elementare era frequentata dai bambini più capricciosi e schizzinosi del mondo. A uno non piaceva il formaggio, uno non sopportava il prezzemolo, un altro odiava tanto la verdura che la semplice vista di una foglia di insalata lo faceva starnutire per tre ore. E certo era un vero peccato, perché alla mensa della scuola lavorava la cuoca migliore che il paese avesse mai avuto. Questa cuoca si chiamava Olimpia, era grassa e rubiconda e aveva due fianchi così larghi ma così larghi che durante la ricreazione i bambini ci salivano sopra due alla volta per giocare al cavalluccio. Olimpia cucinava ogni giorno sformati di patate, timballi di maccheroni, polpettine al ragù e budini di cioccolato, ma quei bambini erano così difficili che lasciavano quasi tutto nel piatto. E ogni giorno i buttavano nei bidoni del cortile tutto quello che avanzava, con grande gioia dei nostri tre gattoni, che nella scuola si erano costruiti la prima e anche la seconda casa. Un giorno però la pacchia finì, perché la sorella di Olimpia, che abitava in un altro paese, decise di sposarsi, e volle che fosse Olimpia e nessun altro a preparare il pranzo di nozze. Al suo posto venne chiamato un altro cuoco, un certo Messer Minestrone. - Pare che sia bravissimo disse la direttrice della scuola ai bidelli e alle maestre ha pubblicato 10 libri di ricette ed è anche andato in televisione. - Speriamo bene miagolarono i gatti assai preoccupati. Di certo, il cuoco Minestrone non somigliava affatto alla cuoca Olimpia. Tanto quella era burrosa e allegra quanto lui era secco e triste come un torsolo di pera. 1

A uno non piaceva il formaggio, uno non sopportava il prezzemolo, un altro odiava tanto la verdura che la semplice vista di una foglia di insalata lo faceva starnutire per tre ore.

2 - Lasciatemi solo! ordinò agli aiuto cuochi appena arrivato perché devo elaborare. Restò chiuso in cucina ad elaborare per due ore, e poi presentò alla direttrice il menù della settimana: Lunedì: minestrone Martedì: minestrone Mercoledì: minestrone Giovedì: minestrone Venerdì: minestrone La direttrice trovò che quel menù fosse un po troppo liquido, ma il cuoco la convinse che quella era l ultima moda per la dieta dei bambini e a lei piaceva che la sua scuola fosse sempre all ultima moda. Per i bambini e per i gatti cominciò un periodo durissimo. I bambini si lagnarono e protestarono per quella brodaglia triste e verdastra, ma alla fine della seconda settimana, presi dalla fame, cominciarono a mangiarla senza fare capricci. Anche i gatti si lagnarono e protestarono per quella brodaglia, e alla fine della seconda settimana si lagnarono ancora di più perché i bambini non gliene lasciavano neanche un pochino. La fame è fame, e quando uno ha fame si accontenta anche dell acqua calda. Disperati, i nostri tre amici gatti decisero di chiedere aiuto alla Grande Gattara, una vecchietta gobba e rinsecchita, vestita di stracci e con i capelli sporchi, che abitava nell ultima casa del paese, dove inizia la campagna, e che era una sorta di fata protettrice dei gatti. - MMMMM disse la Grande Gattara quando ebbe finito di ascoltare tutta la storia - qui ci vuole un buon travestimento per osservare la situazione da vicino. Rovistò nel suo armadio e ne tirò fuori un vecchio impermeabile, un cappellaccio a tese larghe e una lente di ingrandimento. 2

minestrone La direttrice trovò che quel menù fosse un po troppo liquido, ma il cuoco la convinse che quella era l ultima moda per la dieta dei bambini e a lei piaceva che la sua scuola fosse sempre

3 - Ora possiamo andare disse ai gatti, e partì di gran lena in direzione della scuola. La Grande Gattara sapeva bene che per trovare la soluzione di un problema difficile bisognava prima studiarlo bene e poi rifletterci sopra ancora meglio. Così si nascose dentro il forno del cuoco Minestrone. Da lì poteva vederlo mentre affettava le verdure. Affettava e piangeva, piangeva e affettava. - O Lucilla, Lucilla cara. Perché mi hai lasciato? Raccoglievo per te le erbe più odorose, le verdure più tenere e polpose. E tu sei fuggita con quello zotico vigliacco e traditore del cuoco Rosticcione! E mentre piangeva e così si lamentava le lacrime gli andavano a finire dentro la pentola, annacquando la minestra. - Ahaa! esclamò la Grande Gattara da dentro il forno con tutte quelle lacrime e quella tristezza che mette nei piatti sfido io che gli vengono fuori queste schifezze.! Ma in amore chiodo scaccia chiodo. A scuola certo non mancano le maestre giovani e carine. Lo faremo innamorare di un altra! E corse subito a casa a preparare un filtro d amore. Il giorno dopo tornò a scuola e si nascose di nuovo dentro il forno, ma prima lasciò sul tavolo un bicchiere pieno di filtro d amore. Il cuoco minestrone entrò e si mise a tagliare le verdure. Affettava e piangeva, piangeva ed affettava. Finchè vide il bicchiere. - Che cos è questo liquido verde? domandò. - E succo di menta rispose la vecchietta da dentro il forno bevilo che è In quel momento entrò la maestra Rosetta, che voleva un po di parmigiano per i suoi bambini. cucine! E le tirò dietro un mestolo. 3

Così si nascose dentro il forno del cuoco Minestrone. Da lì poteva vederlo mentre affettava le verdure. Affettava e piangeva, piangeva e affettava. - O Lucilla, Lucilla cara. Perché mi hai lasciato?

4 -Il mio filtro non ha funzionato - pensò la Grande Gattara - forse non era abbastanza. E di nascosto gliene versò un altro po nel bicchiere. - Che cos è questo liquido rosso? domandò il cuoco minestrone. - E succo di fragola rispose la vecchietta da dentro il forno bevilo che è In quel momento entrò la maestra Pinuccia, che cercava un po di pane per i suoi bambini. cucine! E le tirò dietro un cucchiaio di legno. Neanche stavolta ha funzionato - pensò la Grande Gattara- sicuramente non era abbastanza. E di nascosto versò nel bicchiere tutto quello che le era rimasto. - Che cos è questo liquido viola? domandò il cuoco. - E succo di more rispose la vecchietta da dentro il forno bevilo che è In quel momento entrò la maestra Titina, che cercava un po di olio per i suoi bambini. cucine! E le tirò dietro una padella. -Accidenti pensò la Grande Gattara ho finito il filtro e lui non si è innamorato di nessuna. Cosa farò adesso? Ma proprio in quel momento entrò in cucina la cuoca Olimpia che era appena tornata dal suo viaggio. I loro sguardi si incrociarono e il cuoco Minestrone pensò: - Che donna meravigliosamente tonda e rubizza, i suoi fianchi sono morbidi come le pendici di un soufflé. La amo e voglio sposarla. E la cuoca Olimpia pensò: 4

E le tirò dietro un cucchiaio di legno. Neanche stavolta ha funzionato - pensò la Grande Gattara- sicuramente non era abbastanza. E di nascosto versò nel bicchiere tutto quello che le era rimasto.

5 - Che uomo deliziosamente allampanato e secco. La sua testa ondeggia sul collo come la lanterna di una nave in mezzo alla tempesta. Lo amo e voglio sposarlo. In quattro e quattr otto fu organizzato il matrimonio. Olimpia sembrava una meringa bollita e Minestrone un cannolo svuotato, ma erano entrambi al colmo della felicità. Solo i gatti e i bambini tremavano e si angosciavano per lo loro pance. Ma la direttrice fu buona, e decise che nella grande cucina c era posto a sufficienza per due cuochi. Da allora Olimpia riprese a preparare sformati, timballi polpette e budini, mentre il cuoco Minestrone non finiva mai di stupire con soufflé, omelette e mousse di tutti i tipi. I bambini smisero di fare capricci e di lasciare il cibo nei piatti, ma per fortuna la Grande Gattara aveva insegnato ai nostri amici gatti come nascondersi in cucina e rubare di nascosto le provviste. E da allora ci furono abbondanza e felicità per tutti. - 5

Solo i gatti e i bambini tremavano e si angosciavano per lo loro pance. Ma la direttrice fu buona, e decise che nella grande cucina c era posto a sufficienza per due cuochi.

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