REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO

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1 Deliberazione n. 218/2014/PAR Comune di Velletri (RM) REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO Nella Camera di consiglio del 23 giugno 2014 composta dai magistrati: Rosario Scalia Maria Luisa Romano Carmela Mirabella Maria Teresa D Urso Elena Papa Presidente f.f.; Consigliere relatore; Consigliere; Consigliere; Referendario. VISTI gli artt. 100 e 119 della Costituzione; VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante disposizioni per l adeguamento dell Ordinamento della Repubblica alla Legge Cost. 18 ottobre 2001, n.3, ed in particolare l art. 7, comma 8; VISTA la deliberazione delle Sezioni Riunite n. 14/CONTR./2000, contenente il regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti e s.m.i.; VISTI gli indirizzi ed i criteri per l esercizio dell attività consultiva approvati dalla Sezione delle Autonomie con atto interno del 27 aprile 2004 e 1

2 successivamente riaffermati in numerose deliberazioni della medesima Sezione, nonché con pronunzia nomofilattica delle SS.RR. n. 54/2010/CONTR, riguardante in particolare l ambito oggettivo al quale si riferisce la funzione consultiva, individuato normativamente con riferimento alla materia della contabilità pubblica ; VISTA la richiesta di parere formulata dal Sindaco del Comune di Velletri (RM) con nota n del 30 dicembre 2013, inoltrata per il tramite del Consiglio Autonomie Locali del Lazio con nota n. 9/2014, acquisita al protocollo della Sezione in data 31 gennaio 2014 con il n. 347; VISTA l ordinanza del Presidente F.F. di questa Sezione n. 16 del 16 giugno 2014 con la quale è stata disposta la convocazione dell odierna Camera di consiglio per deliberare collegialmente sulla suddetta richiesta; UDITO, in Camera di consiglio, il relatore Consigliere dott.ssa Maria Luisa Romano; CONSIDERATO IN PREMESSA Con la nota citata in epigrafe, prodotta espressamente ai sensi dell art. 7 della legge 5 giugno 2003, n. 131, il Sindaco del Comune di Velletri ha chiesto di conoscere il parere della Sezione in merito all applicabilità al direttore generale di società a partecipazione comunale totalitaria, con bilancio in avanzo, della sospensione per tutta la durata dell incarico del trattamento pensionistico di anzianità o di vecchiaia in godimento, contemplata dall art. 3, comma 7 ter, del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito con modificazioni nella legge 30 ottobre 2013, n. 125, con espresso riferimento ai dirigenti delle società controllate direttamente o 2

3 indirettamente da amministrazioni o enti pubblici. Al riguardo, il Comune istante, nel far riferimento alla fattispecie concreta che ha occasionato la richiesta di parere, descrive i compiti statutariamente spettanti al direttore generale della società in argomento, revocandone in dubbio l assimilabilità alle competenze del personale dirigenziale in senso stretto anche sulla base di alcune pronunzie delle Sezioni giurisdizionali della Corte dei conti, reputate contrastanti sul punto - e ritenendo, perciò, non pacifica la piena equiparazione fra tali due tipologie di incarico pure agli effetti della norma in argomento. In siffatto contesto, è stato altresì precisato che dal luglio del 2013 l incarico di cui trattasi è affidato fiduciariamente ad un ex dipendente di istituto bancario collocato in quiescenza. DIRITTO L istanza, ancorché proveniente dal Sindaco nella sua qualità di vertice politico-istituzionale del Comune e ritualmente prodotta per il tramite del Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio, è inammissibile. Merita in proposito evidenziare che l istanza medesima ha ad oggetto l interpretazione dell art. 3, comma 7ter, del d.l. n. 101/2013, introdotto in sede di conversione dalla legge n. 125/2013, norma in via principale finalizzata a disincentivare l affidamento, da parte delle c.d. società pubbliche, di incarichi apicali con connotazione spiccatamente fiduciaria a soggetti già collocati in quiescenza, disponendone: - la cessazione immediata e senza sostituzione presso le società con bilanci in perdita alla data della propria entrata in vigore; - la prosecuzione per i casi di bilanci in utile, ma con contestuale 3

4 sospensione per l intera durata dell incarico delle erogazioni a titolo di trattamento pensionistico. La natura finanziaria dell art. 3, comma 7ter, peraltro, è difficilmente discutibile, per l impatto che entrambe le proposizioni in essa contenute presentano sulla salvaguardia degli equilibri generali di finanza pubblica alternativamente in termini di riduzione della spesa per rapporti manageriali o di contenimento della spesa pensionistica. Tuttavia, mentre con riguardo al primo aspetto la relativa applicazione compete strettamente alle società a partecipazione pubblica totalitaria o di controllo e, per esse, all ente che ne è proprietario nella qualità di socio unico o di maggioranza, con riferimento alla fattispecie astratta contemplata dal secondo alinea la fase applicativa ha impatto diretto su posizioni giuridiche soggettive individuali ed è interamente rimessa alle determinazioni dell istituto previdenziale, che l ente interessato deve mettere comunque in grado di operare mediante apposite comunicazioni, in ossequio al principio di leale collaborazione. Per quanto sopra, il Collegio ritiene che la questione ermeneutica, coì come posta, esuli dall ambito delle attribuzioni consultive ex art. 7, comma 8 della legge n. 131/2003. La soluzione della medesima, infatti, assume rilevo per il Comune istante non già sul piano applicativo astratto, bensì con riguardo alle conseguenze gestionali che ne possono derivare sulla fattispecie concreta prospettata ed in particolare sulla prosecuzione del rapporto di collaborazione lavorativa in corso, naturalmente esposta alle valutazioni soggettive di controparte in ragione delle possibili penalizzazioni economiche individuali 4

5 derivanti come effetto diretto - dall applicazione della norma in argomento. Siffatta concretezza preclude, per orientamenti consolidati della giurisprudenza contabile, emessi in sede di indirizzi generali (cfr. Sez. Aut. n. 3/INPR/2011 e SS.RR. n. 54/2010) e ribaditi più volte da questa Sezione (cfr. ex plurimis deliberazioni nn. 23/2013/PAR; 97/2013/PAR; 113/2014/PAR), l esercizio delle attribuzioni di cui al richiamato art. 7, comma 8, della legge n. 131/2003 che non possono interferire in ambiti decisionali di stretta pertinenza dell Amministrazione e neppure su questioni che- come quella posta in concreto per le loro implicazioni su posizioni giuridiche soggettive rientrano nelle sfere di cognizione di altri plessi magistratuali. P.Q.M. Nei termini sopra indicati, il Collegio dichiara inammissibile la richiesta di parere indicata in epigrafe. DISPONE La trasmissione della presente deliberazione all'amministrazione istante in persona del Sindaco pro-tempore e, contestualmente e per debita conoscenza, al Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio. Così deliberato in Roma, nella camera di consiglio del 23 giugno IL MAGISTRATO RELATORE f.to Maria Luisa Romano IL PRESIDENTE F.F. f.to Rosario Scalia Depositato in Segreteria il 21 novembre 2014 Il Direttore del Servizio di Supporto f.to Chiara Samarelli 5