Deliberazione n. : 006/2006/cons

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1 Deliberazione n. : 006/2006/cons REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL VENETO Nell adunanza del 13 giugno 2006, composta da: Bruno PROTA Aldo CARLESCHI Elena BRANDOLINI Luca FAZIO Alberto RIGONI Presidente Consigliere Referendario Referendario Referendario Relatore VISTO l art. 100, secondo comma, della Costituzione; VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; VISTO il Regolamento per l organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti con il quale è stata istituita in ogni Regione ad autonomia ordinaria una Sezione regionale di controllo, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000; VISTO il decreto del Presidente della Corte dei conti del 21 dicembre 2000, che ha disposto l insediamento delle Sezioni regionali di controllo dal 1 gennaio 2001; VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131 recante disposizioni per l adeguamento dell ordinamento della Repubblica alla legge cost. 18 ottobre 2001, n. 3, in particolare l art. 7, comma 8 ; VISTI gli indirizzi e criteri generali per l esercizio dell attività consultiva approvati dalla Sezione delle Autonomie nell adunanza del 27 aprile 2004;

2 VISTA la richiesta di parere inoltrata dal settore Urbanistica del Comune di Rovigo del 20 marzo 2006, prot , poi reiterata dal Sindaco del Comune di Rovigo prot. n del 28 aprile 2006, qui pervenuta in data 9 maggio 2006 al prot. n. 862; VISTO il provvedimento del 30 marzo 2006 prot. 2168/9 con il quale il Presidente nominava istruttore e relatore il referendario Dott. Alberto RIGONI per la questione in esame; VISTA l ordinanza del Presidente di questa Sezione di controllo del 9 giugno 2006 prot. N. 3371/9 con la quale è stata convocata la Sezione per l odierna seduta; UDITA la relazione del magistrato istruttore; FATTO La richiesta di parere in esame viene formulata ai sensi dell art. 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, relativa a : disposizioni per l adeguamento dell ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Detta richiesta proviene dal Sindaco del Comune di Rovigo. Con la nota predetta si illustra un caso concreto riguardante la richiesta di esonero dai contributi di costruzione ex art. 17 D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, formulata da Cen.Ser. S.p.A., società a capitale a prevalenza pubblico, in relazione alla costruzione di un capannone destinato alla realizzazione di uno spazio per mostre o attività similari. La società in parola ritiene di aver diritto all esclusione dal pagamento dei predetti oneri sulla scorta della configurazione del bene in costruzione quale opera pubblica o di interesse pubblico, con conseguente asserito fondamento della richiesta di esonero. Il Comune di Rovigo chiede quindi un parere in merito all applicabilità dell esenzione totale come richiesta da Cen.Ser S.p.A.. DIRITTO In via preliminare si deve valutare la sussistenza della legittimazione attiva, sia dal punto di vista interno (rappresentanza del soggetto che agisce in nome e per conto dell ente nella richiesta di parere) sia dal punto di vista esterno (possibilità da parte dell ente istante di agire proponendo alla locale Sezione di controllo della Corte dei conti la richiesta di parere ai sensi della normativa citata).

3 Successivamente si deve verificare la sussistenza del presupposto oggettivo, ovvero l aderenza della questione al concetto di contabilità pubblica (anche alla luce degli indirizzi e dei criteri generali della Sezione delle Autonomie, approvati il 27 aprile 2004, e alla deliberazione n. 5/2006 della predetta Sezione), onde correttamente attivare la funzione consultiva della Corte dei conti. Profilo soggettivo : I pareri ex art. 7, comma 8, legge 131/2003 vanno richiesti direttamente dalle Regioni oppure in via immediata dai Comuni, dalle Province e dalle Città Metropolitane, non essendo ancora stato istituito nel Veneto il Consiglio delle Autonomie locali, previsto dall'art. 123 Cost., come modificato dalla Legge Costituzionale n. 3/2001. All'interno di ogni ente legittimato, la richiesta di parere deve provenire dall Organo rappresentativo (Presidente della Giunta regionale, Presidente della Provincia, Sindaco o, nel caso di atti di normazione, dal Consiglio regionale, provinciale, comunale). Nella fattispecie il parere è stato richiesto, seppure con nota successiva alla prima richiesta, dal Sindaco, con conseguente configurabilità della legittimazione attiva interna all'ente medesimo, trattandosi di organo apicale rappresentativo. Si può quindi affermare che sussiste la legittimazione attiva dell ente istante, sia per la tipologia dell ente promotore, sia per l organo di rappresentanza sottoscrittore della richiesta. Profilo oggettivo : Gli indirizzi e i criteri generali per l'esercizio dell'attività consultiva, approvati dalla Sezione delle Autonomie nella seduta del 27 aprile 2004, prevedono espressamente che la materia nell'ambito della quale la Corte dei conti può, ai sensi dell'art. 7, comma 8, legge 131/2003, rilasciare pareri, deve riguardare esclusivamente la contabilità pubblica. In particolare detta attività consultiva si indirizza su atti generali o di rilevanza generale, e non può trasformarsi in una valutazione di comportamenti amministrativi che possano diventare oggetto di eventuali iniziative della Procura Regionale per ipotesi di danno erariale. Vanno inoltre evitate

4 commistioni tra la funzione di controllo e l'attività amministrativa della Regione o degli enti locali. La questione è stata approfondita dalla deliberazione della sezione delle Autonomie n. 5/AUT/2006, secondo la quale, nell ambito dell attività consultiva della Corte dei conti, è opportuno privilegiare una nozione ristretta di contabilità pubblica, ovvero limitata alla normativa e ai relativi atti applicativi che disciplinano, in generale, l attività finanziaria che precede o segue i distinti interventi di settore, ricomprendendo in particolare la disciplina dei bilanci e i relativi equilibri, l acquisizione delle entrate, l organizzazione finanziaria-contabile, la disciplina del patrimonio, la gestione delle spese, l indebitamento, la rendicontazione e i relativi controlli Essa non potrebbe investire qualsiasi attività degli enti che abbia comunque riflessi di natura finanziaria-patrimoniale. Ciò premesso, si ritiene che la questione sollevata dal Sindaco del Comune di Rovigo, sebbene ammissibile dal punto di vista soggettivo, risulti estranea dal concetto di "contabilità pubblica". La Sezione regionale di Controllo per il Veneto condivide questo orientamento espresso dalla Sezione delle Autonomie, non solo per mantenere l uniformità di indirizzo a livello nazionale circa l ampiezza della funzione consultiva ex art. 7, comma 8, legge 131/2003, ma anche per impedire che la stessa venga di fatto percepita come una fase ineliminabile di qualsiasi procedimento amministrativo che abbia dei riflessi sul piano finanziario o patrimoniale, alla stregua di un esimente o di un attenuante della responsabilità degli organi di amministrazione diretta. Oltre alle considerazioni che precedono la scrivente Sezione rileva che la questione sottoposta all attenzione dal Sindaco del Comune di Rovigo costituisce un caso estremamente concreto, che risulta comunque privo delle caratteristiche di astrattezza e generalità sulle quali si può legittimamente esercitare l attività consultiva della Corte dei conti. Inoltre appare evidente che un eventuale pronunciamento di questa Sezione si inserirebbe nell ambito di un contenzioso che appare di fatto già instaurato, seppure nella fase anteriore al giudizio, tra la società che ha realizzato l immobile e il Comune istante.

5 In conclusione la richiesta di parere è inammissibile, sotto il solo profilo oggettivo, per i seguenti motivi : 1) la questione risulta del tutto estranea alla materia di contabilità pubblica come precedentemente enucleata, ambito nel quale si deve collocare l attività di consulenza della Corte, come previsto dall art.7, comma 8, legge 131/2003; 2) la manifestazione di un eventuale indirizzo della Sezione si potrebbe inserire come momento atipico nel procedimento di formazione della volontà dell ente nell emissione di un atto amministrativo che intervenga sulla questione proposta in sede di parere; 3) le richieste di parere non possono, per consolidato orientamento (Sez. Controllo Lazio n. 4/2004; Sez. Controllo Veneto 10/2005 e n. 11/2005), esser poste alla base di concreti atti gestionali da parte dell ente; 4) in ogni caso va inibita l attività consultiva della Corte su tale questione, in quanto trattasi di caso concreto e non generico, e per il contenzioso in atto tra l istante e il soggetto terzo. P.Q.M. La Sezione regionale di Controllo per il Veneto dichiara inammissibile il parere in epigrafe. Così deliberato in Venezia, nella Camera di Consiglio del 13 giugno L estensore Dott. Alberto RIGONI Il Presidente Dott. Bruno PROTA Depositata in Segreteria il 19 giugno 2006 Il Direttore Amministrativo F.to Dr.ssa Elena Papiano