Deliberazione n. 29/2009/PAR
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1 Deliberazione n. 29/2009/PAR Repubblica italiana Corte dei Conti La Sezione del controllo per la Regione Sardegna composta dai magistrati: dott. Mario Scano dott. Nicola Leone dott.ssa Maria Paola Marcia dott.ssa Valeria Mistretta dott.ssa Lucia d Ambrosio Presidente Consigliere Consigliere I Referendario relatore I Referendario nella camera di consiglio del 30 giugno 2009; Visto l articolo 100 comma 2 della Costituzione; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 16 gennaio 1978 n. 21, recante le norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna; Vista la legge 14 gennaio 1994 n. 20; Visto l articolo 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003 n. 131; Vista la richiesta di parere del comune di Mogoro, prot. n del 31 marzo 2009, trasmessa dal Consiglio delle Autonomie Locali con nota prot. n. 151 del 17 aprile 2009, unitamente alla deliberazione n. 17 del
2 16 aprile 2009, pervenuta nella segreteria della Sezione in data 24 aprile 2009 ed acquisita al protocollo con il numero 312/PRES; Vista la nota prot. 366/PRES/09 del 15 maggio 2009 con la quale il Presidente ha nominato il I Referendario dott.ssa Valeria Mistretta magistrato relatore ai fini del parere di cui sopra; Vista la nota protocollo n. 508/III/3 del 15 giugno 2009 con la quale il magistrato istruttore ha deferito la relazione istruttoria per la discussione collegiale; Vista l ordinanza n. 17/2009 del 23 giugno 2009, con la quale il Presidente della Sezione del controllo ha convocato la Sezione stessa per il giorno 30 giugno 2009, per deliberare sul parere richiesto; Udito il I Referendario dott.ssa Valeria Mistretta PREMESSO Con la nota protocollo n del 31 marzo 2009, il Sindaco del comune di Mogoro ha chiesto un parere, ai sensi dell articolo 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, disposizioni per l adeguamento dell ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3, in relazione all utilizzo delle risorse del fondo unico, in particolare chiede di conoscere i limiti della piena autonomia riconosciuta dal 2 comma dell art. 10 della L.R. 2/07 agli Enti locali, nella destinazione ed utilizzo delle somme loro assegnate avendo riguardo al conseguimento delle finalità di cui alle LL.RR. indicate al 1 comma ed in particolare entro quali ambiti di autonomia l Ente locale 2
3 possa destinare le risorse per l incentivazione della produttività e la formazione del proprio personale secondo i dettami della L.R. 19/97 che prevedeva l utilizzazione obbligatoria delle risorse: a) per incrementare il fondo per il finanziamento della parte variabile della retribuzione dei propri dipendenti; b) per finanziare attività di qualificazione e formazione del proprio personale. Chiede inoltre se la particolare finalità indicata dalla L.R. 19/97 ossia di concorrere agli oneri derivanti agli enti locali dall esercizio delle funzioni trasferite o delegate dalla Regione consenta, con l inserimento di tali risorse nella parte variabile del fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività, per il futuro il possibile superamento degli obblighi di contenimento della spesa per il personale stabiliti dalla normativa statale, anche alla luce dei sempre più numerosi nuovi programmi di intervento attribuiti agli EE.LL. dalla R.A.S. nel campo delle politiche sociali e culturali non accompagnati da contestuali risorse umane aggiuntive. Tale richiesta è stata inoltrata tramite il Consiglio delle autonomie locali, istituito con la legge regionale 17 gennaio 2005 n La richiesta è ammissibile sotto il profilo soggettivo in quanto proveniente dal Sindaco del comune di Mogoro e correttamente inoltrata a questa Sezione di controllo per il tramite del Consiglio delle Autonomie Locali. 3
4 2. Per quanto riguarda l ammissibilità della richiesta in esame sotto il profilo oggettivo, l art. 7, comma 8, della legge n. 131/2003 circoscrive i pareri che le Sezioni regionali della Corte possono esprimere alla materia di contabilità pubblica. Possono pertanto rientrare nella funzione consultiva della Corte dei conti le sole richieste concernenti la materia della contabilità pubblica, intesa come sistema normativo che regola la gestione finanziaria ed economico - patrimoniale dello Stato e degli altri enti pubblici, che richiedano un esame da un punto di vista astratto e su temi di carattere generale. Sono quindi inammissibili le richieste di parere che comportino valutazioni di casi o atti gestionali specifici, che determinerebbero un ingerenza della Corte dei conti nella concreta attività gestionale dell Ente, nonché tali da poter formare oggetto di eventuali controversie giudiziarie. 3. Sul punto si deve richiamare l orientamento espresso dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti con la deliberazione n. 5/AUT/2006 secondo il quale ancorché la materia della contabilità pubblica non possa ridursi alla sola tenuta delle scritture contabili ed alla normativa avente ad oggetto le modalità di acquisizione delle entrate e di erogazione delle spese, essa non potrebbe investire qualsiasi attività degli enti che abbia comunque riflessi di natura finanziaria-patrimoniale con la conseguente esigenza che la nozione di 4
5 contabilità pubblica strumentale alla funzione consultiva assuma un ambito limitato alla normativa e ai relativi atti applicativi che disciplinano, in generale, l attività finanziaria che precede o che segue i distinti interventi di settore, ricomprendendo in particolare la disciplina dei bilanci e i relativi equilibri, l acquisizione delle entrate, l organizzazione finanziaria-contabile, la disciplina del patrimonio, la gestione delle spese, l indebitamento, la rendicontazione e i relativi controlli. 4. Il quesito riguarda problematiche di carattere generale comuni agli altri enti locali della Sardegna e rientra nella materia della contabilità pubblica, in quanto attiene alle modalità di finanziamento del sistema delle autonomie locali, ed è pertanto ammissibile sotto il profilo oggettivo. 5. Nel merito, la richiesta è articolata in due quesiti, entrambi relativi all utilizzo del fondo unico, istituito dall art. 10 della legge regionale n. 2 del 29 maggio 2007 quale modalità di finanziamento del sistema delle autonomie locali transitoria, fino all entrata in vigore della riforma del regime finanziario di cui al comma 5 del medesimo articolo, e derogatoria dei criteri di riparto precedentemente vigenti. Il primo comma dell art. 10 stabilisce che i fondi di cui alle leggi regionali specificamente indicate confluiscono in un unico fondo, per il quale la Giunta Regionale, su proposta dell Assessore competente in materia di enti locali, determina i criteri di assegnazione. 5
6 Il secondo comma dell art. 10 dispone che l ente locale, in piena autonomia, provvede all utilizzo delle somme assegnate avendo riguardo al conseguimento delle finalità di cui alle leggi regionali indicate al comma 1, agli interventi occupazionali e alle politiche attive del lavoro e alle funzioni di propria competenza. Con la legge regionale n. 3 del 5 marzo 2008, art.1 comma 10, il suddetto fondo è stato ripartito in due fondi distinti, uno a favore dei comuni e l altro a favore delle province. Con la legge regionale n. 1 del 14 maggio 2009, art. 1 comma 29, è stata confermata la distinzione dei due fondi, ma all interno di quello a favore dei comuni il 3 per cento è da destinare al finanziamento delle gestioni associate di funzioni amministrative, tecniche, di gestione e di controllo. Con deliberazione n. 17/5 del 20 marzo 2008 la Giunta Regionale ha approvato il riparto dello stanziamento su proposta dell Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, il quale ha evidenziato che gli enti locali potranno gestire le risorse loro assegnate in piena autonomia e senza vincoli di destinazione, avuto riguardo al conseguimento degli obiettivi di cui alle leggi regionali citate al comma 1 dello stesso articolo 10, agli interventi occupazionali, alle politiche attive del lavoro e alle funzioni di propria competenza. L Assessore inoltre rammenta che l attuale disciplina interviene in termini derogatori rispetto alla 6
7 normativa vigente in materia di criteri di riparto delle leggi di provenienza dei singoli fondi confluiti nel fondo unico. 6. Dall esame della normativa che concerne il fondo unico si rileva il richiamo alla piena autonomia dell ente locale nell utilizzo degli stanziamenti assegnati; peraltro tale autonomia di scelta non può prescindere dal perseguimento degli obiettivi assegnati dalle leggi i cui fondi sono confluiti nel fondo unico, che deve intendersi come prioritario rispetto a ulteriori destinazioni. Si devono considerare imprescindibili altresì gli interventi occupazionali e le politiche attive del lavoro, mentre l indicazione delle funzioni di propria competenza acquista, in tale contesto, un significato residuale. 7. Da queste premesse deriva la risposta al primo quesito formulato dal Sindaco di Mogoro: non vi è più alcun vincolo di destinazione sulle somme contenute nel fondo unico ed è rimessa all Ente locale la scelta relativa alle modalità di perseguimento delle finalità sopra richiamate, con le limitazioni relative alle priorità sopra richiamate nella destinazione delle somme. Devono essere, peraltro, fatti salvi i limiti recati dalle disposizioni statali nella materia non espressamente modificati con legge della Regione ai sensi dell art. 57 dello Statuto speciale per la Sardegna. 8. In relazione al secondo quesito si richiamano i pareri di questa Sezione di controllo n. 2/2008, 8/2008 e 11/2008 in materia di fondo unico, con i quali si è affermato, tra l altro, che nei casi di finanziamento 7
8 regionale riferibile al trasferimento di funzioni agli enti locali, il superamento dei limiti di spesa per il personale sanciti dalla normativa statale deve essere giustificato documentalmente per dimostrarne la riconducibilità esclusivamente alle spese per personale assunto con fondi regionali, per eseguire specifiche funzioni regionali decentrate e nei limiti dei fondi specificamente trasferiti dalla Regione. Si sottolinea inoltre che la legge regionale n. 1 del 14 maggio 2009, all art. 1 comma 27, ha stabilito che, ai fini dell applicazione della norma contenuta nell art. 76 del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito nella legge n. 133 del 6 agosto 2008, nella determinazione della spesa di personale, gli enti locali non computano le spese relative ai rapporti di lavoro a tempo determinato, i rapporti di collaborazione, la somministrazione di lavoro, il personale assunto ai sensi dell art. 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 qualora le risorse per farvi fronte siano specificamente assegnate per tali finalità dalla Regione. P.Q.M. La Sezione del controllo della Corte dei conti della Sardegna delibera il parere nel senso sopra esposto. Copia della presente deliberazione sarà trasmessa al Sindaco e al Segretario del comune di Mogoro, nonché al Consiglio delle Autonomie locali. Così deciso nella camera di consiglio del 30 giugno
9 Il Relatore Valeria Mistretta Il Presidente Mario Scano Depositata in Segreteria il 6 luglio 2009 Il Dirigente Giuseppe Mullano 9
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