Deliberazione n 024/2010/PAR

Transcript

1 Deliberazione n 024/2010/PAR REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL VENETO Nell adunanza del 27 gennaio 2010, composta da: Bruno PROTA Presidente Diana Calaciura Traina Consigliere Giovanni ZOTTA Consigliere Luca FAZIO Primo Referendario relatore Francesco ALBO Referendario Daniela MORGANTE Referendario VISTO l art. 100, secondo comma, della Costituzione; VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; VISTO il Regolamento per l organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti con il quale è stata istituita in ogni Regione ad autonomia ordinaria una Sezione regionale di controllo, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000 e successive modificazioni;

2 VISTO il decreto del Presidente della Corte dei conti 21 dicembre 2000, che ha disposto l insediamento delle Sezioni regionali di controllo dal 1 gennaio 2001; VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131 recante Disposizioni per l adeguamento dell ordinamento della Repubblica alla legge cost. 18 ottobre 2001, n. 3, ed, in particolare, l art. 7, comma 8 ; VISTI gli indirizzi e criteri generali per l esercizio dell attività consultiva approvati dalla Sezione delle Autonomie nell adunanza del 27 aprile 2004; VISTA la richiesta di parere inoltrata dal Sindaco del Comune di Fiesso Umbertiano (RO) prot. n. 218 del , pervenuta in data al prot. n. 329; VISTA l ordinanza del Presidente di questa Sezione di controllo n. 6/2010 del 20 gennaio 2010 di assegnazione del quesito al Primo referendario Fazio Luca; VISTA l ordinanza del Presidente di questa Sezione di controllo n. 7/2010 del 27 gennaio 2010 per la convocazione dell adunanza odierna; UDITA la relazione del magistrato relatore Primo referendario Fazio Luca FATTO La richiesta a riferimento proveniente dal Sindaco di Fiesso Umbertiano (RO) viene prospettata al fine di ottenere un parere circa la legittimità della procedura adottata nell approvazione dell aliquota relativa all addizionale comunale all IRPEF dell anno Il prefato Comune evidenzia che:

3 - la Giunta comunale nella seduta del 19 maggio 2008 ha deliberato la proposta al Consiglio di aumento dell addizionale irpef (dallo 0,5% allo 0,8%) e di aumento della soglia di esenzione (da un reddito di euro ad un reddito di euro) con decorrenza 1 gennaio 2008, nonché, con provvedimento distinto, il progetto di bilancio di previsione 2008 contenente le previsioni di aumento dell addizionale irpef; - il Consiglio comunale nella seduta del 31 maggio 2008 ha deliberato la proposta di manovra riguardante l addizionale irpef dovuta per l anno 2008; - in data 12 marzo 2009 è stata data pubblicazione sul sito del MEF, Dipartimento delle Finanze, alla delibera di consiglio ai sensi dell art. 1, comma 3, del D.Lgs. 360/1998. Posto che l art. 1, comma 3, secondo periodo, del D.Lgs 360/1998 sancisce che l efficacia della deliberazione decorre dalla data di pubblicazione nel predetto sito informatico, il Comune chiede se possa ritenersi legittima la procedura adottata dal Comune con riferimento al dettato dell art. 1, comma 7, del DL 93/2008 e conseguentemente considerare regolarmente esigibile l addizionale comunale IRPEF per l anno 2008 con decorrenza dal 1 gennaio 2008 nella misura stabilita dai provvedimenti sopra citati nonostante la pubblicazione della delibera consiliare sia avvenuta nel mese di marzo DIRITTO

4 In via preliminare occorre valutare la sussistenza dei presupposti di legittimazione attiva con riguardo sia all ente interessato a ricevere il parere che all organo che formalmente lo ha richiesto. L organo che formalmente è legittimato soggettivamente non può che essere il rappresentante legale del Comune, ossia il Sindaco, ai sensi dell art. 50, comma 2, del TUEL, pertanto sussiste la legittimazione attiva del richiedente. Per quanto concerne la sussistenza del presupposto oggettivo, in base all art. 7, comma 8, la funzione consultiva è limitata alla materia della contabilità pubblica. Qualsiasi attività amministrativa può avere riflessi finanziari e, quindi, ove non si adottasse una nozione tecnica del concetto di contabilità pubblica, s incorrerebbe in una dilatazione dell ambito oggettivo della funzione consultiva rendendo la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti organo di consulenza generale dell amministrazione pubblica. Sul punto, vengono in ausilio gli indirizzi e criteri generali della Sezione delle Autonomie, approvati il 27 aprile 2004 e la delibera 5/AUT/2006 del 10 marzo 2006, che restringono l ambito oggettivo alla normativa e ai relativi atti applicativi che disciplinano, in generale, l attività finanziaria che precede o che segue i distinti interventi di settore, compresi, in particolare, la disciplina dei bilanci e i relativi equilibri, l acquisizione delle entrate, l organizzazione finanziariacontabile, la disciplina del patrimonio, la gestione delle spese, l indebitamento, la rendicontazione e i relativi controlli.

5 Nel caso di specie si fa riferimento alla materia dell acquisizione delle entrate, in ordine alla quale, peraltro, l art. 1, comma 7, ultimo periodo, del DL 93/2008 convertito con L 126/2008 ha demandato alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti la verifica puntuale circa l osservanza da parte degli enti locali del divieto di deliberare aumenti previsto nel medesimo comma. In tale ottica e con il fine precipuo di fornire indicazioni ai soggetti controllati e agli organi di revisione circa l indirizzo interpretativo assunto dalla Sezione sull argomento non si ritiene preclusivo all esercizio della funzione consultiva la sua evocazione in ordine ad una fattispecie compiuta al fine di ottenere l avviso di questa Sezione circa gli effetti che da essa scaturiscono. Pertanto, il quesito si ritiene soggettivamente e oggettivamente ammissibile. Nel merito, la Sezione ritiene che il parere richiesto non sia contenibile in un ambito di interesse puramente locale, ma abbia rilievo a carattere nazionale essendo individuabili profili di regolamentazione della materia la legittimità della procedura adottata dal Comune, per quanto attiene ai profili illustrati nel quesito. Difatti, in base all art. 1, comma 7, secondo periodo, del DL 93/2008, (entrato in vigore il 29 maggio 2008) la sospensione del potere di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti dallo Stato non

6 si estende agli aumenti e maggiorazioni già previsti dallo schema di bilancio di previsione presentato dall organo esecutivo all organo consiliare per l approvazione nei termini fissati ai sensi dell art. 174 del TUEL. In buona sostanza, la norma fa salvi gli aumenti previsti nello schema di bilancio di previsione presentato all organo consiliare fino al 28 maggio 2008 (data antecedente a quella di entrata in vigore del DL), fermo restando l obbligo per quest ultimo di approvare gli aumenti antecedentemente all approvazione del bilancio di previsione (in tal senso parere della Sezione regionale di controllo per la Lombardia n. 4/2006), salvo provvedere ad una successiva variazione di bilancio, e, in ogni caso, entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione come previsto dall art. 1, comma 169, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, data che per il 2008 era stata prorogata con DM Interno 20 marzo 2008 al 31 maggio Per i profili indicati non si ritiene che il Comune abbia violato il divieto di incremento dei tributi locali sancito dall art. 1, comma 7, del DL 93/2008. Per quanto attiene alla questione dell efficacia retroattiva Il prefato comma 169 stabilisce, altresì, che la deliberazione approvata antecedentemente a tale termine, anche se successivamente all inizio dell esercizio finanziario, ha effetto dal 1 gennaio dell anno di riferimento, altrimenti le tariffe e le aliquote già vigenti si intendono

7 prorogate di anno in anno, sancendo pertanto l inefficacia della deliberazione medesima. L art. 1, comma 3, del D.Lgs 28 settembre 1998, n. 360, istitutivo dell addizionale comunale all IRPEF, prevede che i regolamenti che dispongono la variazione dell aliquota di compartecipazione dell addizionale devono essere pubblicati nel sito individuato con decreto del capo del Dipartimento per le politiche fiscali del Ministero dell economia e delle finanze 31 maggio 2002 e che l efficacia della deliberazione decorre dalla data di pubblicazione nel predetto sito informatico. Ciò posto, si rende necessaria una lettura combinata delle due disposizioni, l una, quella dell art. 1, comma 169, della legge 296/2006, che prevede l efficacia retroattiva al 1 gennaio dell anno di riferimento della delibera relativa alle tariffe e aliquote relative ai tributi di competenza degli enti locali approvata dopo l inizio dell esercizio finanziario, l altra, quella dell art. 1, comma 3, secondo periodo, del D.Lgs 360/1998 che individua la data di decorrenza dell efficacia della delibera di approvazione nella data di pubblicazione sul sito internet. Invero, non si intravedono elementi di contrasto del Dconciliare agli organi di giunta e inseriti nello schema di bilancio di Pertanto, ove la presentazione sia avvenuta entro il congruo termine stabilito dal regolamento di contabilità dell ente ai sensi dell art. 174 del TUEL rispetto al termine ultimo di approvazione del bilancio di previsione fissato dal DM Interno del 20 marzo 2008 al 31

8 maggio 2008, l ente locale avrà legittimamente proceduto alla variazione in aumento dell aliquota IRPEF. PQM la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per il Veneto rimette la questione alla sezione delle Autonomie. Così deliberato in Venezia, nell adunanza del 27 gennaio L estensore Dott. Luca FAZIO Il Presidente Dott. Bruno PROTA Depositato in Segreteria il 29/01/2010 Il Direttore Amministrativo D.ssa Raffaella BRANDOLESE