REPUBBLICA ITALIANA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL VENETO. Nell adunanza del 18 luglio 2006, composta da:

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1 REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL VENETO Nell adunanza del 18 luglio 2006, composta da: Bruno PROTA Elena BRANDOLINI Luca FAZIO Alberto RIGONI Presidente relatore Referendario Referendario Referendario E presente quale Segretario di adunanza il Direttore Amm.vo Elena PAPIANO; VISTO l art. 100, secondo comma, della Costituzione; VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; VISTO il Regolamento per l organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti con il quale è stata istituita in ogni Regione ad autonomia ordinaria una Sezione regionale di controllo, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000; VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131 recante disposizioni per l adeguamento dell ordinamento della Repubblica alla legge cost. 18 ottobre 2001, n. 3, in particolare l art. 7, comma 8 ; VISTI gli indirizzi e criteri generali per l esercizio dell attività consultiva approvato dalla Sezione delle Autonomie nell adunanza del 27 aprile 2004; VISTA la richiesta di parere inoltrata dal Presidente della Provincia di Treviso prot. n del 19 maggio 2006, qui pervenuta in data 23 maggio 2006 ed acquisita al prot. n 2907/9;

2 VISTA l ordinanza del Presidente di questa Sezione del controllo n. 3/2006/PAR/Org. del 17 luglio 2006 con la quale è stata convocata la Sezione per l odierna seduta e designato lo stesso presidente Bruno PROTA quale relatore per le questione in esame; UDITA la relazione del magistrato relatore; FATTO Il Presidente della Provincia di Treviso, con la nota sopra indicata chiede, ai sensi dell art. 7, comma 8 della legge n 131 del 5 giugno 2003, se detta Provincia, che per l anno 2005 non è rientrata nei limiti di spesa prescritti al fine del rispetto del patto di stabilità interno, possa procedere, fermo restando il rispetto dei limiti di spesa stabiliti dall art. 1, comma 198, della legge n 266/2005: 1 al conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa e all eventuale proroga degli incarichi già conferiti e in scadenza nell anno 2006; 2 alla stipula del contratto previsto dall art. 108 del D.Lgs. 267/2000 per la nomina del direttore generale; 3 alla stipula dei contratti previsti dall art. 110 del D.Lgs. n 267/2000 inerenti il conferimento di incarichi dirigenziali e di collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalità e l eventuale proroga degli incarichi già conferiti e in scadenza nell anno 2006; 4 alla stipula dei contratti previsti dall art. 90 del D.Lgs. 267/2000 afferenti gli uffici di supporto agli organi di direzione politica. Secondo il Presidente della Provincia, i su citati chiarimenti si rendono necessari per le sotto indicate considerazioni: a) in riferimento al quesito di cui al punto 1) il comma 150 dell art. 1 della legge n 266/2005 rinvia al comma 33 dell art. 1 della legge n 311/2004 senza però richiamare il comma 116 di detto articolo di legge, che vieta le collaborazioni coordinate e continuative solo per l anno 2005; a rafforzare tali perplessità viene richiamata la circolare 17 febbraio 2006, n 8 del MEF

3 che, al punto C. 2, pag. 17, non esplicita il divieto di procedere al conferimento degli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa; b) in riferimento ai quesiti di cui ai punti 2,3, e 4, né nella legge finanziaria 2006 né nelle precedenti leggi finanziarie, né nella citata circolare ministeriale viene evidenziato il divieto alla stipula o alla proroga degli incarichi di cui trattasi, presumendosi che il Testo Unico degli Enti locali (D.Lgs. n 267/2000) costituisce una normativa di carattere speciale a fronte della riconosciuta Autonomia ordinamentale propria degli enti locali, così come rafforzato dalla riforma dell art. 118 della Carta Costituzionale. Questa Sezione, atteso che i pareri richiesti ineriscono a questioni di rilevanza generale, richiedeva in data 29 maggio 2006, come stabilito nel documento contenente indirizzi e criteri generali per l esercizio dell attività consultiva della Corte approvato dalla Sezione delle Autonomie nell adunanza del 27 aprile 2004, l avviso dell ufficio di coordinamento delle Sezioni regionali di controllo. Detto ufficio forniva il proprio avviso in data 12 luglio DIRITTO Il quesito, innanzitutto, va ritenuto ammissibile, sotto il profilo soggettivo perché proveniente, nelle more della istituzione del Consiglio delle Autonomie locali, dall organo rappresentativo dell ente (Presidente della Provincia). Esso va ritenuto ammissibile anche sotto il profilo oggettivo in quanto, da un lato, attinente alla materia della contabilità pubblica, e precisamente alle limitazioni di spesa tese alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica così come delineate dalle ultime leggi finanziarie, e, dall altro, riferentesi in primis ad una situazione verificatasi sì presso l Amministrazione provinciale di Treviso, ma estensibile, quanto alla problematica sottesa, ad un numero indefinito di enti locali e cioè a tutti quelli che nel 2005 hanno violato il patto di stabilità interno.

4 Nel merito, ritiene la Sezione che il rinvio contenuto nell art. 1, co. 150 della legge n 266/2005 all art. 1, co. 33 della precedente legge finanziaria n 311/2004 ( continuano ad applicarsi le disposizioni. ) fa sì che anche nel 2006 deve darsi completa attuazione a quanto disposto dal citato comma 33 lett. b) in virtù del quale gli enti locali che hanno violato il patto di stabilità interno non possano procedere ad assunzione di personale a qualsiasi titolo. Il carattere generale della disposizione presclusiva e la perentorietà della terminologia usata (assunzioni a qualsiasi titolo) inducono a ritenere che ricada nel divieto qualsiasi situazione che a prescindere dal nomen Juris, dalla esistenza o meno di procedure di evidenza pubblica per la scelta, dalla natura pubblica o privata dell incarico sia intesa a dar vita ad un nuovo rapporto di lavoro subordinato. Né ad avviso della Sezione può sostenersi che la legge finanziaria, nelle parti in cui impone vincoli o stabilisce sanzioni in caso di loro inosservanza, vada interpretata in armonia con la normativa ordinaria, ancorché speciale quanto a materia, essendo evidente il suo carattere derogatorio, per il periodo preso in considerazione, rispetto alla disciplina comune. D altro canto, la transitorietà della misura funzionalmente diretta ad indurre la riduzione di spesa corrente necessaria al rispetto dei vincoli ed il recupero delle condizioni poste dal patto, fa sì che essa non possa ritenersi invasiva dell autonomia degli enti locali. Le considerazioni ora esposte valgono, ad avviso della Sezione, per tutte le ipotesi prospettate dall ente locale interessato. Deve quindi ritenersi esclusa la possibilità di procedere al conferimento o proroga di incarichi dirigenziali e di collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalità previsti dall art. 110 TUEL (crf. n 3), trattandosi sostanzialmente di contratti di lavoro a tempo determinato. A riprova del potenziale impatto finanziario di detti incarichi va osservato che lo stesso T.U., a fronte di situazioni di particolare squilibrio di bilancio, ne prevede addirittura la risoluzione di diritto (art. 110, co. 4).

5 Nessun problema interpretativo appare, poi, sussistere con riferimento ai contratti previsti dall art. 90 del TUEL afferente agli uffici di supporto agli organi di direzione politica (cfr. n 4): si tratta di nuove assunzioni con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato indubbiamente ricadenti nel divieto posto dal comma 33 lett. b) dell art. 1 della legge n 311/2004. Il carattere generale ed omnicomprensivo della misura prevista dal citato comma 33 induce a ritenere che essa si estenda anche al conferimento o proroga di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa (cfr. punto 1) e che il mancato richiamo del comma 116 della legge finanziaria 2005 sia attribuibile al suo esplicito collegamento temporale. Infine, ritiene la Sezione che il divieto riguardi anche la nomina del direttore generale ai sensi dell art. 108 del D.Lgs. 267/2000 (cfr. n 2). Pur non essendo, infatti, la figura del direttore generale a tutt oggi perfettamente inquadrata e definita, è certo che non è un organo politico, che rientra comunque nella categoria dei dirigenti e non viene ad instaurare con l ente locale un rapporto autonomo bensì un rapporto di lavoro subordinato (cfr., da ultimo, l ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. Unite civili 12 giugno 2006, n 13538). La sua eventuale nomina è frutto di opzione organizzativa fondata essenzialmente sull intuitus personae, che rifluisce in contratto di lavoro a tempo determinato la cui stipula è da ritenersi preclusa ai sensi del più volte citato comma 33 in situazioni finanziarie non in linea con gli obiettivi di finanza pubblica. PQM La Sezione regionale di controllo per il Veneto esprime sulla questione prospettata dal Presidente della provincia di Treviso il proprio parere nel senso indicato nella parte IN DIRITTO. Così deliberato in Venezia, nella Camera di Consiglio del 18 luglio 2006.

6 Il Presidente estensore dott. Bruno PROTA Il Segretario di adunanza dott.ssa Elena PAPIANO Depositato in Segreteria il 19/07/2006 Il Direttore Amministrativo dott.ssa Elena PAPIANO