PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO"

Transcript

1 Regione Veneto COMUNE DI TRECENTA INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA ED ADEGUAMENTO ALLE NORMATIVE VIGENTI IN MATERIA DI SICUREZZA, IGIENE, MIGLIORAMENTO SISMICO ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DELLA SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA "N. BADALONI" PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO Oggetto: PIANO DI MANUTENZIONE DELL OPERA: MANUALE DI MANUTENZIONE Allegato: L2 GTE soc. coop. Servizi di Ingegneria Integrata Via Sacro Cuore n. 11/ Rovigo (RO) Tel Fax gteing@gteing.com gteing@pec.it Soc. Certificata ISO 9001:2008 cert A Progettisti: Ing. Carlo Romanato Ordine di Rovigo n. 665 Ing. Antonio Capodaglio Ordine di Rovigo n. 564 Progettista opere strutturali: Ing. Fabio Baldo Ordine di Rovigo n. 796 Progettista impianti elettrici ed antincendio Coordinatore per la sicurezza in fase progettuale: Ing. Massimo Bordin Ordine di Rovigo n. 667 il Responsabile del procedimento 0922_P_PMMMES_00 Settembre 2015

2 Corpo d'opera: _SCUOLE DI TRECENTA Unità Tecnologiche: Strutture in elevazione in acciaio Strutture in elevazione in muratura portante Strutture in elevazione in legno Strutture di collegamento Solai Coperture Interventi su strutture esistenti Infissi esterni Infissi interni Pavimentazioni interne Impianto elettrico Impianto di messa a terra Ripristino e consolidamento Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in acciaio Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite da aste rettilinee snelle collegate fra loro in punti detti nodi secondo una disposizione geometrica realizzata in modo da formare un sistema rigidamente indeformabile. Le strutture in acciaio si possono distinguere in: strutture in carpenteria metallica e sistemi industrializzati. Le prime, sono caratterizzate dall'impiego di profilati e laminati da produzione siderurgica e successivamente collegati medianti unioni (bullonature, saldature, ecc.); le seconde sono caratterizzate da un numero ridotto di componenti base assemblati successivamente a seconde dei criteri di compatibilità. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le strutture di elevazione non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Le strutture di elevazione dovranno conservare nel tempo, sotto l'azione di agenti chimici (anidride carbonica, solfati, ecc.) presenti in ambiente, le proprie caratteristiche funzionali. Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. In particolare: D.M (Norme tecniche per le costruzioni) e Circolare , n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioniª di cui al decreto ministeriale ) R02 Resistenza meccanica Le strutture di elevazione dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). Le strutture di elevazione, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza. Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. In particolare D.M (Norme tecniche per le costruzioni) e la Circolare , n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioniª di cui al decreto ministeriale ). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Travi Arcarecci o Terzere Controventi Pagina 3 Pagina 4 Elemento Manutenibile: Travi A01 Corrosione Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni e spostamenti. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in acciaio Le travi sono elementi strutturali, che si pongono in opera in posizione orizzontale o inclinata per sostenere il peso delle strutture sovrastanti, con una dimensione predominante che trasferiscono, le sollecitazioni di tipo trasversale al proprio asse geometrico, lungo tale asse, dalle sezioni investite dal carico fino ai vincoli, garantendo l'equilibrio esterno delle travi in modo da assicurare il contesto circostante. Le travi in acciaio sono realizzate mediante profilati (IPE, HE, C, L, ecc.). Il loro impiego diffuso è dovuto dalla loro maggiore efficienza a carichi flessionali, infatti la concentrazione del materiale sulle ali, le parti più distanti dal punto baricentrico della sezione, ne aumentano la loro rigidezza flessionale. Vengono generalmente utilizzate nella realizzazione di telai in acciaio, per edifici, ponti, ecc.. Decadimento degli elementi metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A02 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A03 Imbozzamento Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima A04 Snervamento Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente elastico dell'acciaio C01 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Cadenza: a guasto Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni e spostamenti. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Arcarecci o Terzere A01 Corrosione Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in acciaio Si tratta di elementi strutturali impiegati negli schemi delle coperture a struttura metallica caratterizzati generalmente dal fatto di essere inflessi e di riportare il carico verticale che agisce in copertura alle travi principali. Vengono impiegati normalmente profili IPE, a C, ecc., piegati a freddo e in alcuni casi ad omega. Decadimento degli elementi metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A02 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A03 Imbozzamento Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima A04 Snervamento Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente elastico dell'acciaio C01 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell'elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione. Pagina 5 Pagina 6

3 I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Controventi Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni e spostamenti. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in acciaio Si tratta di elementi strutturali verticali costituiti da aste progettate per dare una maggiore stabilità a particolari costruzioni. Vi sono tipologie strutturali diverse di controventi; quelli di tipo verticali, sono destinati a ricevere le risultanti costituenti le forze orizzontali per ogni piano A01 Corrosione Decadimento degli elementi metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A02 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A03 Imbozzamento Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima A04 Snervamento Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente elastico dell'acciaio C01 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Pagina 7 Pagina 8 Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in muratura portante Elemento Manutenibile: Murature in mattoni Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. In particolare le costruzioni in muratura sono strutture realizzate con sistemi di muratura in grado di sopportare azioni verticali ed orizzontali, collegati tra di loro da strutture di impalcato, orizzontali ai piani ed eventualmente inclinate in copertura, e da opere di fondazione. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza meccanica Le murature portanti debbono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le murature portanti devono essere idonee a contrastare in modo concreto il prodursi di eventuali rotture o deformazioni rilevanti in conseguenza dell'azione di sollecitazioni meccaniche che possono in un certo modo comprometterne la durata e la funzionalità nel tempo e costituire pericolo per la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio, carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi provocati da dilatazioni termiche, eventuali assestamenti e deformazioni di strutturali. Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le murature portanti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Murature in mattoni Murature portanti Volte in muratura A01 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A02 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A03 Distacco Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in muratura portante Le murature sono costituite dall assemblaggio organizzato ed efficace di elementi e malta e possono essere a singolo paramento, se la parete è senza cavità o giunti verticali continui nel suo piano, o a paramento doppio. In questo ultimo caso, se non è possibile considerare un comportamento monolitico si farà riferimento a normative di riconosciuta validità od a specifiche approvazioni del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. In particolare si tratta di murature composte da mattoni disposti in corsi successivi e collegati mediante strati orizzontali di malta. Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A04 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza A05 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A06 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi ed espulsione di parte del calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura dovuta a fenomeni di corrosione delle armature metalliche per l'azione degli agenti atmosferici A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi. Pagina 9 Pagina 10

4 A09 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua A12 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A13 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento a bolla combinato all azione della gravità A14 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi. Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Murature portanti Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in muratura portante Le murature sono costituite dall assemblaggio organizzato ed efficace di elementi e malta e possono essere a singolo paramento, se la parete è senza cavità o giunti verticali continui nel suo piano, o a paramento doppio. In questo ultimo caso, se non è possibile considerare un comportamento monolitico si farà riferimento a normative di riconosciuta validità od a specifiche approvazioni del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. In particolare si tratta di murature composte da elementi squadrati disposti in corsi successivi e collegati mediante strati orizzontali di malta C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ C02 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I01 Interventi sulle strutture A01 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A02 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A03 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A04 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza A05 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A06 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi ed espulsione di parte del calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura dovuta a fenomeni di Pagina 11 Pagina 12 corrosione delle armature metalliche per l'azione degli agenti atmosferici A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi A09 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua A12 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A13 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento a bolla combinato all azione della gravità A14 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ C02 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Volte in muratura A01 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A02 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A03 Distacco Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in muratura portante Gli elementi caratterizzanti di una volta sono la concavità interna e il fatto di essere una struttura spingente, cioè che, come l'arco, genera spinte laterali che devono essere annullate da contrafforti o elementi di trazione. Con l'arco ha molti elementi in comune, sia nella nomenclatura, sia nella statica che nei metodi di costruzione. Le volte si distinguono in volte semplici, con una sola superficie curva di intradosso, o composte, con più superfici in concorso. In particolare sono volte semplici le seguenti: volta a botte (la volta più semplice), volta a vela e volta a cupola. Sono definite volte composte le seguenti: volta a crociera (diffusissima, generata dall'intersezione di due volte a botte uguali), volta a lunetta (intersezione di due volte a botte aventi raggio diverso), volta a padiglione (volta a crociera senza gli archi perimetrali), volta a schifo (volta a padiglione sezionata da un piano orizzontale) e volta a crociera gotica. Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A04 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza A05 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). Pagina 13 Pagina 14

5 A06 Esfoliazione Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi ed espulsione di parte del calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura dovuta a fenomeni di corrosione delle armature metalliche per l'azione degli agenti atmosferici A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto dovute a fenomeni diversi A09 Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza ne caratterizzano l'importanza e il tipo. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua A12 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A13 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento a bolla combinato all azione della gravità A14 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi C01 Controllo di eventuale quadro fessurativo Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indagini strumentali in situ. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ C02 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Pagina 15 Pagina 16 Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in legno Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. In particolare le strutture in legno sono costituite da da strutture portanti realizzate con elementi di legno strutturale (legno massiccio, segato, squadrato oppure tondo) o con prodotti strutturali a base di legno (legno lamellare incollato, pannelli a base di legno) assemblati con adesivi oppure con mezzi di unione meccanici, eccettuate quelle oggetto di una regolamentazione apposita a carattere particolare. Le strutture di elevazione dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). Le strutture di elevazione, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza. Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. In particolare D.M (Norme tecniche per le costruzioni) e la Circolare , n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioniª di cui al decreto ministeriale ). REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le strutture di elevazione, a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi), non dovranno subire riduzioni di prestazioni. Le strutture di elevazione costituite da elementi in legno non dovranno permettere la crescita di funghi, insetti, muffe, organismi marini, ecc., ma dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali anche in caso di attacchi biologici. Gli elementi in legno dovranno essere trattati con prodotti protettivi idonei. I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. Distribuzione degli agenti biologici per classi di rischio (UNI EN 335-1): Classe di rischio 1 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); - Descrizione dell esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; - Distribuzione degli agenti biologici: insetti = U, termiti = L. Classe di rischio 2 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione); - Descrizione dell esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 3 - Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; - Descrizione dell esposizione a umidificazione in servizio: frequente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 4; - Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; - Descrizione dell esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L. Classe di rischio 5; - Situazione generale di servizio: in acqua salata; - Descrizione dell esposizione a umidificazione in servizio: permanente; - Distribuzione degli agenti biologici: funghi = U; (*)insetti = U; termiti = L; organismi marini = U. U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa (*) il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Capriate Travi R02 Resistenza meccanica Pagina 17 Pagina 18

6 Elemento Manutenibile: Capriate Unità Tecnologica: Strutture in elevazione in legno A10 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A11 Marcescenza Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Muffa Si tratta di un fungo che tende a crescere sul legno in condizioni di messa in opera recente. Le capriate sono elementi architettonici, tipicamente lignei, formati da una travatura reticolare piana posta in verticale ed usate come elemento base di una copertura a falde inclinate. Le capriate hanno il vantaggio, rispetto a una semplice travatura triangolare, di annullare le spinte orizzontali grazie alla loro struttura intelaiata: rientrano quindi tipicamente tra le strutture non spingenti dell'architettura. Esse trovano applicazione per luci notevoli, per le realizzazioni a telaio, come elementi per la copertura, per irrigidire pareti, ecc A13 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Attacco biologico Attacco biologico di funghi e batteri con marciscenza e disgregazione delle parti in legno A03 Attacco da insetti xilofagi Attacco da insetti xilofagi con disgregazione delle parti in legno A04 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità scavo o rigetto degli strati di pittura A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche degli elementi per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A07 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A08 Distacco Distacco di due o più strati di parti di elemento per insufficiente adesione delle parti A09 Fessurazioni Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti C01 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli attacchi biologici; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Attacco biologico; 2) Attacco da insetti xilofagi; 3) Deformazioni e spostamenti; 4) Lesione; 5) Marcescenza; 6) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Elemento Manutenibile: Travi Unità Tecnologica: Pagina 19 Pagina A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Attacco biologico Attacco biologico di funghi e batteri con marciscenza e disgregazione delle parti in legno A03 Attacco da insetti xilofagi Attacco da insetti xilofagi con disgregazione delle parti in legno A04 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità scavo o rigetto degli strati di pittura A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche degli elementi per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A07 Deposito superficiale Strutture in elevazione in legno Le travi in legno sono elementi strutturali, che si pongono in opera in posizione orizzontale o inclinata per sostenere il peso delle strutture sovrastanti, con una dimensione predominante che trasferiscono, le sollecitazioni di tipo trasversale al proprio asse geometrico, lungo tale asse, dalle sezioni investite dal carico fino ai vincoli, garantendo l'equilibrio esterno delle travi in modo da assicurare il contesto circostante. Ogni elemento strutturale, in legno massiccio o in materiali derivati dal legno, prevalentemente compresso, inflesso, teso o sottoposto a combinazioni dei precedenti stati di sollecitazione, può essere caratterizzato da un unica sezione o da una sezione composta da più elementi, incollati o assemblati meccanicamente. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A13 Patina Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli attacchi biologici; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Attacco biologico; 2) Attacco da insetti xilofagi; 3) Deformazioni e spostamenti; 4) Distacco; 5) Lesione; 6) Marcescenza; 7) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A14 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua A15 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli C01 Controllo di deformazioni e/o spostamenti Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Cadenza: a guasto Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato A08 Distacco Distacco di due o più strati di parti di elemento per insufficiente adesione delle parti A09 Fessurazioni Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A10 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A11 Marcescenza Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Muffa Si tratta di un fungo che tende a crescere sul legno in condizioni di messa in opera recente. Pagina 21 Pagina 22

7 Unità Tecnologica: Strutture di collegamento Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: rampe a piano inclinato (con una pendenza fino all'8%), rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20), scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.). Le scale possono assumere morfologie diverse: ad una o più rampe, scale curve, scale ellittiche a pozzo, scale circolari a pozzo e scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio, in legno, in murature, in c.a., prefabbricate, ecc.. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Passerelle in acciaio REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I materiali di rivestimento delle strutture di collegamento non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti delle strutture di collegamento non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I rivestimenti dei gradini e dei pianerottoli devono avere una resistenza ai prodotti chimici di uso comune corrispondente alla classe C2 della classificazione UPEC R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti costituenti le strutture di collegamento devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici i rivestimenti costituenti le strutture di collegamento non devono presentare sporgenze e/o irregolarità superficiali. I rivestimenti e gli altri elementi accessori dovranno essere conformi alle normative vigenti per favorire il superamento e l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici. I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc R03 Resistenza meccanica Gli elementi strutturali costituenti le strutture di collegamento devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Gli elementi strutturali costituenti le strutture di collegamento e quelli accessori devono essere idonei a contrastare in modo efficace eventuali rotture e/o deformazioni rilevanti in seguito ad azioni e sollecitazioni meccaniche, garantendo la durata e la funzionalità nel tempo senza compromettere la sicurezza degli utenti. Si considerano le azioni dovute a: carichi di peso proprio e carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle scale devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. Pagina 23 Pagina 24 Elemento Manutenibile: Passerelle in acciaio Unità Tecnologica: Strutture di collegamento C02 Controllo strutture Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni e spostamenti. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Le passerelle in c.a. vengono generalmente impiegate per il collegamento di spazi interrotti da elementi fisici e/o naturali. Possono avere funzione (pedonali, ciclopedonali, ecc.) e configurazione diversa (diritte, curve, ecc.). Generalmente le strutture portanti, primarie e secondarie, sono realizzate con strutture con getto in opera. Le strutture sono dimensionate in funzione dei carichi previsti A01 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale A02 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi principali, travetti, gradini di lamiera ed eventuali irrigidimenti e nervature) o comunque non più affidabili sul piano statico A03 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A04 Imbozzamento Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima A05 Snervamento Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente elastico dell'acciaio I01 Ripristino stabilità corrimano e balaustre Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo I02 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi I03 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche Cadenza: a guasto Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo balaustre e corrimano Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione._ Pagina 25 Pagina 26

8 Unità Tecnologica: Solai I solai rappresentano il limite di separazione tra gli elementi spaziali di un piano e quelli del piano successivo. Dal punto di vista strutturale i solai devono assolvere alle funzioni di sostegno del peso proprio e dei carichi accidentali e la funzione di collegamento delle pareti perimetrali. Inoltre debbono assicurare: una coibenza acustica soddisfacente, assicurare una buona coibenza termica e avere una adeguata resistenza. Una classificazione dei numerosi solai può essere fatta in base al loro funzionamento statico o in base ai materiali che li costituiscono. Ai solai, oltre al compito di garantire la resistenza ai carichi verticali, è richiesta anche rigidezza nel proprio piano al fine di distribuire correttamente le azioni orizzontali tra le strutture verticali. Il progettista deve verificare che le caratteristiche dei materiali, delle sezioni resistenti nonchè i rapporti dimensionali tra le varie parti siano coerenti con tali aspettative. A tale scopo deve verificare che: - le deformazioni risultino compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati; - vi sia, in base alle resistenze meccaniche dei materiali, un rapporto adeguato tra la sezione delle armature di acciaio, la larghezza delle nervature in conglomerato cementizio, il loro interasse e lo spessore della soletta di completamento in modo che sia assicurata la rigidezza nel piano e che sia evitato il pericolo di effetti secondari indesiderati. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 (Attitudine al) controllo della freccia massima La freccia di inflessione di un solaio costituisce il parametro attraverso il quale viene giudicata la deformazione sotto carico e la sua elasticità. Il controllo della freccia massima avviene sullo strato portante o impalcato strutturale che viene sottoposto al carico proprio, a quello degli altri strati ed elementi costituenti il solaio e a quello delle persone e delle attrezzature ipotizzati per l'utilizzo. Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati secondo le norme vigenti R02 Resistenza meccanica I solai devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. I solai devono essere idonei a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni di una certa entità in conseguenza di azioni e sollecitazioni meccaniche, in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza all'utenza. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Gli eventuali cedimenti e/o deformazioni devono essere compensati da sistemi di giunzione e connessione. Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche dei solai devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. Le prestazioni sono generalmente affidate allo strato o elementi portanti. I parametri di valutazione della prestazione possono essere il sovraccarico ammissibile espresso in dan oppure la luce limite di esercizio espresso in m. I materiali costituenti i solai non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i solai non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza degli agenti chimici normalmente presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I livelli prestazionali variano in funzione dei prodotti di rivestimenti utilizzati. Generalmente la resistenza agli aggressivi chimici, per prodotti per rivestimenti di pavimentazione, si suddivide in tre classi: - C0, rivestimenti utilizzati in ambienti privi di prodotti chimici; - C1, rivestimenti utilizzati in ambienti a contatto in modo accidentale con prodotti chimici; - C2, rivestimenti utilizzati in ambienti frequentemente a contatto con prodotti chimici R04 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I materiali costituenti i solai devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, distacchi, ecc. e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici dei materiali costituenti i solai non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. Essi variano in funzione dei materiali utilizzati per i rivestimenti superficiali. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Solai in acciaio Solai con travetti gettati in opera Solai in profilati di acciaio e laterizio Solai R03 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Pagina 27 Pagina 28 Elemento Manutenibile: Solai in acciaio Unità Tecnologica: Solai Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Resistenza meccanica; 3) Resistenza agli agenti aggressivi. Anomalie riscontrabili: 1) Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti; 2) Corrosione; 3) Deformazioni e spostamenti; 4) Imbozzamento; 5) Snervamento. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I solai in acciaio sono generalmente costituiti da travi in acciaio e soletta in lamiera grecata con getto di cls armato con rete elettrosaldata. Normalmente possono essere realizzati con travi in acciaio laminato, saldato o reticolare a cui vengono affidate le sollecitazioni a trazione e a taglio. In genere si sovrappongono le lamiere grecata che formano l'armatura a flessione e con funzione di cassero per il successivo getto di calcestruzzo collaborante con resistenza alle sollecitazioni a compressione. Per impedire lo scorrimento tra i materiali vengono inseriti dei connettori che lavorano a taglio A01 Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti Le pavimentazioni presentano zone con avvallamenti e pendenze anomale che ne pregiudicano la planarità. Nei casi più gravi sono indicatori di dissesti statici e di probabile collasso strutturale A02 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale A03 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi principali, travetti, lamiere ed eventuali irrigidimenti e nervature) o comunque non più affidabili sul piano statico A04 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Imbozzamento Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima A07 Snervamento Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente elastico dell'acciaio I01 Consolidamento solaio Cadenza: a guasto Consolidamento del solaio in seguito ad eventi straordinari (dissesti, cedimenti) o a cambiamenti architettonici di destinazione o dei sovraccarichi. Elemento Manutenibile: Solai con travetti gettati in opera Unità Tecnologica: Solai Si tratta di solai misti realizzati in c.a. e laterizi speciali (pignatte, volterrane, tavelle), gettati in opera. Rispetto alle solette presentano caratteristiche maggiori di coibenza, di isolamento acustico e di leggerezza R01 Isolamento termico per solai in c.a. e laterizio Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La prestazione di isolamento termico è da richiedere quando il solaio separa due ambienti sovrapposti nei quali possono essere presenti stati termici differenti. Si calcola in fase di progetto attraverso il calcolo della termotrasmittanza. La valutazione delle prestazioni effettive può essere fatta in opera con il metodo dei termoflussimetri. Il valore della termotrasmittanza è influenzato soprattutto dallo strato portante. Un solaio per edilizia residenziale con strato portante in conglomerato cementizio armato precompresso con s = 20 cm ha una termotrasmittanza di 1,52-1,62 W/m2 C C01 Controllo strutture Pagina 29 Pagina 30

9 A01 Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti Le pavimentazioni presentano zone con avvallamenti e pendenze anomale che ne pregiudicano la planarità. Nei casi più gravi sono indicatori di dissesti statici e di probabile collasso strutturale A02 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A03 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A04 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A05 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A09 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua C01 Controllo strutture Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali (fessurazioni, lesioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti; 2) Disgregazione; 3) Distacco; 4) Esposizione dei ferri di armatura; 5) Fessurazioni; 6) Lesioni; 7) Mancanza; 8) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I01 Consolidamento solaio Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ Ditte specializzate: Muratore, Pavimentista, Intonacatore._ Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Muratore._ Consolidamento del solaio in seguito ad eventi straordinari (dissesti, cedimenti) o a cambiamenti architettonici di destinazione o dei sovraccarichi I02 Ripresa puntuale fessurazioni Ripresa puntuale delle fessurazioni e rigonfiamenti localizzati nei rivestimenti I03 Ritinteggiatura del soffitto Ritinteggiature delle superfici del soffitto con nuove pitture previa carteggiatura e sverniciatura, stuccatura di eventuali microfessurazioni e/o imperfezioni e preparazione del fondo mediante applicazione, se necessario, di prevernici fissanti. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti I04 Sostituzione della barriera al vapore Sostituzione della barriera al vapore I05 Sostituzione della coibentazione Sostituzione della coibentazione. Elemento Manutenibile: Solai in profilati di acciaio e laterizio Unità Tecnologica: Solai Si tratta di solai generalmente realizzati in modi diversi: - con tavelloni di laterizio appoggiati sui bordi inferiori dei profilati in acciaio (profilati a doppio T o a C), con spessore del solaio uguale all'altezza del profilato usato; - con tavelloni appoggiati sull'ala superiore dei profilati e tavelline su quelle inferiori, con camera d'aria ma spessore elevato; - con tavelloni e tavelline appoggiate ai copriferri, con spessore ridotto del solaio ed eliminazione delle fessurazioni a carico dell'intonaco sui bordi delle travi. Pagina 31 Pagina A01 Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti Le pavimentazioni presentano zone con avvallamenti e pendenze anomale che ne pregiudicano la planarità. Nei casi più gravi sono indicatori di dissesti statici e di probabile collasso strutturale A02 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale. di armatura; 5) Fessurazioni; 6) Lesioni; 7) Mancanza; 8) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ A03 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi) accompagnati spesso dalla perdita delle caratteristiche meccaniche e di resistenza e da altri fenomeni quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A04 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. In particolare per solai di travi metalliche e laterizi si può avere un distacco parziale o totale di intonaco di rivestimento superficiale all'intradosso di solaio A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto A09 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua I01 Consolidamento solaio Consolidamento del solaio in seguito ad eventi straordinari (dissesti, cedimenti) o a cambiamenti architettonici di destinazione o dei sovraccarichi. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ I02 Ripresa puntuale fessurazioni Ripresa puntuale delle fessurazioni e rigonfiamenti localizzati nei rivestimenti. Ditte specializzate: Muratore, Pavimentista, Intonacatore._ I03 Ritinteggiatura del soffitto Ritinteggiature delle superfici del soffitto con nuove pitture previa carteggiatura e sverniciatura, stuccatura di eventuali microfessurazioni e/o imperfezioni e preparazione del fondo mediante applicazione, se necessario, di prevernici fissanti. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti. Ditte specializzate: Pittore._ I04 Sostituzione della barriera al vapore Sostituzione della barriera al vapore I05 Sostituzione della coibentazione Sostituzione della coibentazione. Ditte specializzate: Specializzati vari, Muratore._ C01 Controllo strutture Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali (fessurazioni, lesioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti; 2) Disgregazione; 3) Distacco; 4) Esposizione dei ferri_ Elemento Manutenibile: Solai Unità Tecnologica: Solai I solai sono strutture che devono assolvere alle funzioni di sostegno del peso proprio e dei carichi accidentali e la funzione di collegamento delle pareti perimetrali. Ai solai, oltre al compito di garantire la resistenza ai carichi verticali, è richiesta anche rigidezza nel proprio piano al fine di distribuire correttamente le azioni orizzontali tra le strutture verticali. Pagina 33 Pagina 34

10 A01 Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti Le pavimentazioni presentano zone con avvallamenti e pendenze anomale che ne pregiudicano la planarità. Nei casi più gravi sono indicatori di dissesti statici e di probabile collasso strutturale A02 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A03 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A04 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A05 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici A06 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto A07 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A08 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A09 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua I01 Consolidamento solaio Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ Ditte specializzate: Muratore, Pavimentista, Intonacatore._ Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Muratore._ Consolidamento del solaio in seguito ad eventi straordinari (dissesti, cedimenti) o a cambiamenti architettonici di destinazione o dei sovraccarichi I02 Ripresa puntuale fessurazioni Ripresa puntuale delle fessurazioni e rigonfiamenti localizzati nei rivestimenti I03 Ritinteggiatura del soffitto Ritinteggiature delle superfici del soffitto con nuove pitture previa carteggiatura e sverniciatura, stuccatura di eventuali microfessurazioni e/o imperfezioni e preparazione del fondo mediante applicazione, se necessario, di prevernici fissanti. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti I04 Sostituzione della barriera al vapore Sostituzione della barriera al vapore I05 Sostituzione della coibentazione Sostituzione della coibentazione C01 Controllo strutture Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali (fessurazioni, lesioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della freccia massima; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Avvallamenti o pendenze anomale dei pavimenti; 2) Disgregazione; 3) Distacco; 4) Esposizione dei ferri di armatura; 5) Fessurazioni; 6) Lesioni; 7) Mancanza; 8) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Pagina 35 Pagina 36 Unità Tecnologica: Coperture Elemento Manutenibile: Strutture in legno Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Esse si distinguono in base alla loro geometria e al tipo di struttura. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Strutture in legno Unità Tecnologica: Coperture E' in genere costituita da elementi in legno di grossa e piccola orditura disposti a secondo della geometria e struttura della copertura. Le travi piene in legno vengono usate come orditura primaria per coperture a falde e sono integrate da un orditura secondaria di irrigidimento e di supporto del manto. In genere coprono luci fino a 6 metri. Altri sistemi di strutture in legno sono quelli a capriate, costituite da puntoni, catene, monaci e saettoni, dove il peso della copertura può essere affidato alle strutture perimetrali. La struttura di copertura ha la funzione dominante di reggere o portare il manto e di resistere ai carichi esterni R01 Resistenza meccanica per struttura in legno I materiali costituenti la struttura devono garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche e la densità dello strato di supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi di tenuta. I materiali costituenti le strutture devono essere idonei a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio (compreso quello di eventuali carichi sospesi), carichi presenti per operazioni di manutenzione quali pedonamento di addetti, sollecitazioni sismiche, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Eventuali cedimenti e deformazioni devono essere compensati da sistemi di giunzione e connessione anche tra elementi costituenti lo strato di protezione e tenuta. In relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. In particolare la UNI EN 595 stabilisce i metodi di prova per la determinazione della resistenza del comportamento a deformazione delle capriate in legno A01 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità scavo o rigetto degli strati di pittura A02 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie A03 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi e travetti in legno) accompagnati spesso dalla perdita delle caratteristiche meccaniche e non pienamente affidabili sul piano statico A04 Deformazioni e spostamenti Pagina 37 Pagina 38

11 Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A06 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A07 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A08 Macchie Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Marciscenza Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A10 Muffa Si tratta di un fungo che tende a crescere sul legno in condizioni di messa in opera recente A11 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua I01 Ripristino protezione Cadenza: ogni 2 anni Ditte specializzate: Pittore, Specializzati vari._ Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ Ripristino delle parti in vista della protezione previa pulizia del legno, mediante rimozione della polvere e di altri depositi. Trattamento antitarlo ed antimuffa sulle parti in legno con applicazione a spruzzo o a pennello di protezione funghicida e resina sintetica I02 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche Cadenza: ogni 2 anni Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo I03 Sostituzione strutture lignee Sostituzione parziale o totale degli elementi di struttura degradati per infracidamento e/o riduzione della sezione. Ripristino degli elementi di copertura A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A13 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A14 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento a bolla combinato all azione della gravità. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo struttura Controllo del grado di usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (presenza di umidità, marcescenza delle travi, riduzione o perdita delle caratteristiche di resistenza. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica per struttura in legno. Anomalie riscontrabili: 1) Azzurratura; 2) Decolorazione; 3) Deformazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Marciscenza; 8) Macchie; 9) Muffa; 10) Penetrazione di umidità; 11) Perdita di materiale; 12) Polverizzazione; 13) Rigonfiamento._ Pagina 39 Pagina 40 Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti Rinforzi in FRP Rinforzi degli elementi murari Gli interventi sulle strutture esistenti, rappresentano tutte quelle opere di adeguamento, miglioramento e riparazione, attraverso le quali avviene il ripristino delle condizioni di sicurezza delle stesse nel rispetto della normativa vigente. Tali interventi possono avere come finalità: - di riportare gli elementi strutturali alla situazione iniziale di capacità resistente; - di rafforzare gli elementi strutturali per cambiamento di destinazione d'uso, per adeguamento alle normative sismiche, ecc.. Prima di ogni intervento è opportuno avere un quadro conoscitivo completo delle strutture. In particolare avviare un processo diagnostico per una valutazione dello stato di salute della struttura. Il grado di approfondimento e le metodologie più adeguate andranno ogni volta misurate sulla base delle destinazioni d'uso dell'organismo strutturale in esame e delle sue tipologie e schemi strutturali-statici. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza meccanica Gli interventi sulle strutture esistenti dovranno garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza e dovranno contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Gli interventi sulle strutture esistenti dovranno contrastare in modo concreto il prodursi di eventuali rotture o deformazioni rilevanti in conseguenza dell'azione di sollecitazioni meccaniche che possono in un certo modo comprometterne la durata e la funzionalità nel tempo e costituire pericolo per la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio, carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, carichi provocati da dilatazioni termiche, eventuali assestamenti e deformazioni di strutturali. Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le pareti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli interventi sulle strutture esistenti non dovranno essere causa di dissoluzioni o disgregazioni e/o mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti le strutture non dovranno deteriorarsi e/o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali utilizzati dovranno comunque consentire tutte le operazioni di pulizia e dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Catene Cerchiature Fasciature in materiali compositi fibrosi (FRP) Intonaco armato Pagina 41 Pagina 42

12 Elemento Manutenibile: Catene A01 Corrosione Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Tensione insufficiente. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti Le catene svolgono una funzione statica di sostegno di contrasto a spostamenti orizzontali. In genere vengono utilizzate in caso di dissesti dovuti a traslazioni orizzontali di parti di pareti murarie o di un orizzontamento. La loro azione impedisce un eventuale incremento della traslazione. Esse vengono inserite in corrispondenza della parete muraria o di orizzontamento da presidiare. Esse possono avere sezione diversa (circolare, rettangolare, ecc.). L'intervento può essere localizzato o diffuso. Esse vanno predisposte attraverso elementi di ripartizione (piastre, giunti di tensione,organi di ritegno, ecc.). Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio A03 Tensione insufficiente Tensione insufficiente tra tirante e massa muraria C01 Controllo strutture Tipologia: Revisione Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesti statici. Controllare la giusta collaborazione degli elementi di ripartizione I01 Ripristino Ripristino degli stati tensionali adeguati attraverso la registrazione degli elementi di ripartizione collaboranti. Sostituzione di eventuali elementi degradati con altri di analoghe caratteristiche. Elemento Manutenibile: Cerchiature A01 Corrosione Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Fessure; 3) Serraggi inadeguati. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti Le cerchiature vengono utilizzate per contrastare la dilatazione di un materiale nella direzione ortogonale alla compressione mediante un azione di confinamento. In genere vengono impiegate in caso di schiacciamenti di elementi murari, colonne, pilastri, ecc.. Si utilizzano per le cerchiature fasce metalliche costituite da ferri piatti in acciaio di spessore e dimensioni diverse. Corrosione di parti metalliche per il decadimento dei materiali a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A02 Fessure Fessure evidenti nelle zone di ancoraggio A03 Serraggi inadeguati Serraggi inadeguati delle giunzioni a forchetta e delle biette C01 Controllo generale Controllo delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. In particolare controllare la posizione delle giunzioni a forchetta e delle biette di serraggio onde scongiurare pericoli di espulsione. Controllare le zone a contatto tra le parti murarie e le fasce metalliche. Pagina 43 Pagina I01 Ripristino serraggi Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari._ Ripristino delle fasce attraverso il serraggio delle giunzioni a forchetta e delle biette; e se necessario provvedere allo smontaggio e rimontaggio delle stesse. Elemento Manutenibile: Fasciature in materiali compositi fibrosi (FRP) A01 Distacco Distacco di materiali compositi dalla sede di applicazione A02 Rottura Rottura di parti dei materiali compositi A03 Traspirabilità inadeguata Traspirabilità inadeguata lungo le superfici d'impiego dei materiali compositi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllare lo stato dei materiali compositi applicati in prossimità degli elementi consolidati. Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti I Compositi fibrosi (Fiber, Reinforced, Plastic) definiti FRP sono prodotti di polimeri rinforzati di fibre realizzati in nastri, tessuti o lastre rinforzate con fibre di carbonio, vetro e/o aramide che vengono immersi in matrici resinose epossidiche, fenoliche, ecc., utilizzati per il consolidamento statico. L uso del FRP nel rinforzo sismico di elementi in c.a. è finalizzato ai seguenti obiettivi: - aumento della resistenza a taglio di pilastri e pareti mediante applicazione di fasce in FRP con le fibre disposte secondo la direzione delle staffe; - aumento della duttilità nelle parti terminali di travi e pilastri mediante fasciatura con FRP con fibre lungo il perimetro; - miglioramento dell efficienza delle giunzioni per sovrapposizione, sempre mediante fasciatura con FRP con fibre continue disposte lungo il perimetro. Vengono inoltre utilizzate per le cerchiature esterne e per gli interventi volti a ridurre la spinta di archi e volte. Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Rottura._ I01 Ripristino Ripristino dei materiali compositi in relazione al progetto di consolidamento statico delle strutture da salvaguardare. Elemento Manutenibile: Intonaco armato Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti Gli intonaci armati consentono di consolidare elementi murari esistenti attraverso l'applicazione su entrambi i lati della muratura, di rete elettrosaldata di piccola maglia (generalmente 10x10 mm) fissata alla muratura mediante tondini da 6-8 mm ancorati al supporto con un legante idraulico ad espansione e la successiva bagnatura delle superfici ed infine con la posa in opera di malta idraulica antiritiro generalmente addizionata con fibre sintetiche A01 Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione degli elementi strutturali A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A03 Fessurazioni Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti A04 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A05 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica._ Pagina 45 Pagina 46

13 C01 Controllo generale Controllare eventuali anomalie dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Resistenza agli agenti aggressivi. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Esposizione dei ferri di armatura. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Rinforzi in FRP A01 Deformazioni e spostamenti Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti I rinforzi in FRP consentono di consolidare elementi murari esistenti attraverso l'applicazione su uno o entrambi i lati della muratura, di lamine o una rete in FRP fissate alla muratura mediante interposizione di una matrice (resine epossidiche per le lamine, matrici inorganiche per la rete), al fine di aumentare la resistenza flessionale e/o tagliante della muratura. Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione degli elementi strutturali A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A03 Fessurazioni Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti A04 Lesioni Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Resistenza agli agenti aggressivi. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Esposizione dei ferri di armatura. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A05 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici C01 Controllo generale Controllare eventuali anomalie dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Elemento Manutenibile: Rinforzi degli elementi murari A01 Deformazioni e spostamenti Unità Tecnologica: Interventi su strutture esistenti I rinforzi (betoncino armato, FRP, intonaci armati, ecc.) consentono di consolidare elementi murari esistenti attraverso la loro applicazione su uno o entrambi i lati della muratura. Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione degli elementi strutturali. Pagina 47 Pagina A02 Distacco Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Resistenza agli agenti aggressivi. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazioni e spostamenti; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Esposizione dei ferri di armatura. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A03 Fessurazioni Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti A04 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo A05 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici C01 Controllo generale Controllare eventuali anomalie dell elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione I01 Interventi sulle strutture Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. Unità Tecnologica: Infissi esterni Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 (Attitudine al) controllo del fattore solare Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi dovranno consentire un adeguato ingresso di energia termica raggiante attraverso le superfici trasparenti (vetri) in funzione delle condizioni climatiche. Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione. Il fattore solare dell'infisso non dovrà superare, con insolazione diretta, il valore di 0,3 con i dispositivi di oscuramento in posizione di chiusura R02 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità sufficiente per lo svolgimento delle attività previste e permetterne la regolazione. Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione. In particolare le finestre e le portefinestre ad eccezione di quelle a servizio dei locali igienici, dei disimpegni, dei corridoi, dei vani scala, dei ripostigli, ecc., dovranno avere una superficie trasparente dimensionata in modo tale da assicurare un valore idoneo del fattore medio di luce diurna nell'ambiente interessato. La superficie trasparente delle finestre e delle portefinestre deve essere dimensionata in modo da assicurare all'ambiente servito un valore del fattore medio di luce diurna nell'ambiente non inferiore al 2%. In ogni caso la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento del locale R03 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare fenomeni di condensazione interstiziale all'interno dei telai e comunque in maniera tale che l'acqua di condensa non arrechi danni o deterioramenti permanenti. Inoltre i vetri camera devono essere realizzati con camera adeguatamente sigillata e riempita di aria secca. Pagina 49 Pagina 50

14 Gli infissi esterni verticali se provvisti di sistema di raccolta e smaltimento di acqua da condensa, dovranno conservare una temperatura superficiale Tsi, su tutte le parti interne, sia esse opache che trasparenti, non inferiore ai valori riportati di seguito, nelle condizioni che la temperatura dell'aria esterna sia pari a quella di progetto riferita al luogo di ubicazione dell'alloggio: S < 1,25 - Tsi = 1, 1,25 <= S < 1,35 - Tsi = 2, 1,35 <= S < 1,50 - Tsi = 3, 1,50 <= S < 1,60 - Tsi = 4, 1,60 <= S < 1,80 - Tsi = 5, 1,80 <= S < 2,10 - Tsi = 6, 2,10 <= S < 2,40 - Tsi = 7, 2,40 <= S < 2,80 - Tsi = 8, 2,80 <= S < 3,50 - Tsi = 9, 3,50 <= S < 4,50 - Tsi = 10, 4,50 <= S < 6,00 - Tsi = 11, 6,00 <= S < 9,00 - Tsi = 12, 9,00 <= S < 12,00 - Tsi = 13, S >= 12,00 - Tsi = 14. Dove S è la superficie dell infisso in m2 e Tsi è la temperatura superficiale in C R04 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a carico degli utenti, per contatto diretto. Gli infissi esterni verticali, realizzati in materiale metallico e comunque in grado di condurre elettricità qualora, secondo la norma CEI 64-8, siano da considerarsi come massa estranea in quanto capaci di immettere il potenziale di terra, devono essere realizzati mediante collegamenti equipotenziali con l'impianto di terra predisposto per l'edificio, collegando al conduttore dell'impianto di terra solamente il telaio metallico dell'infisso, evitando all'utenza qualsiasi pericolo di folgorazioni da contatto. Essi variano in funzione delle modalità di progetto R05 Isolamento acustico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere E l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio. I serramenti esterni devono assicurare all'interno dei locali un adeguato benessere. La classe di prestazione è correlata al livello di rumorosità esterno, in particolare alla zona di rumore di appartenenza. D.P.C.M (Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici) Tabella A (Classificazione degli ambienti abitativi) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. Tabella B (Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli impianti tecnologici) - categoria D: Rw(*) = 55 - D2m,nT,w = 45 - Lnw = 58 - LASmax = 35 - LAeq = categorie A e C: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 40 - Lnw = 63 - LASmax = 35 - LAeq = categoria E: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 48 - Lnw =58 - LASmax = 35 - LAeq = categorie B,F e G: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 42 - Lnw=55 ñ LASmax = 35 - LAeq = 35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M (Limiti massimi di immissione nelle sei zone acustiche, espressi come livello equivalente in db(a)) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno = 50; Notturno = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno = 55; Notturno = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno = 60; Notturno = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno = 65; Notturno = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno = 70; Notturno = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno=70; Notturno=70. Valori limite di emissione Leq in db(a) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno ( ) = 45; Notturno( ) = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno ( ) = 50; Notturno ( ) = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno ( ) = 55; Notturno ( ) = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno ( ) = 60; Notturno ( ) = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 65; Notturno ( ) = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 65; Notturno ( ) = 65. Valori di qualità Leq in db(a) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno ( ) = 47; Notturno ( ) = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno ( ) = 52; Notturno ( ) = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno ( ) = 57; Notturno ( ) = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno ( ) = 62; Notturno ( ) = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 67; Notturno ( ) = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 70; Notturno ( ) = 70. In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo i seguenti parametri: - classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(a); - classe R2 se 27 <= Rw <= 35 db(a); - classe R3 se Rw > 35 db(a) R06 Isolamento termico Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte. Le prestazioni relative all'isolamento termico di un infisso esterno verticale vengono valutate in base ai valori della trasmittanza termica unitaria U, relativa all'intero infisso, che tiene conto delle dispersioni termiche eventualmente verificatesi attraverso i componenti trasparenti ed opachi dei serramenti. E' opportuno comunque prevedere l'utilizzo di telai metallici realizzati con taglio termico. Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da contribuire al contenimento del coefficiente volumico di dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti R07 Oscurabilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire la regolazione del livello di illuminamento degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di raggi luminosi negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce, naturale o artificiale, proveniente dagli ambienti esterni. I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux R08 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Pagina 51 Pagina 52 Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante guarnizioni, camere d'aria, ecc., la permeabilità all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 1026 e UNI EN I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/hm2 e della pressione massima di prova misurata in Pa. Qualora siano impiegati infissi esterni verticali dotati di tamponamento trasparente isolante (con trasmittanza termica unitaria U < = 3,5 W/m C), la classe di permeabilità all'aria non deve essere inferiore ad A2 secondo le norme UNI EN 1026, UNI EN e UNI EN R09 Protezione dalle cadute Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Gli infissi devono essere posizionati in maniera da evitare possibili cadute anche con l'impiego di dispositivi anticaduta. Le prestazioni sono specifiche solo per aperture prospicienti da dislivelli esterni con altezza superiore al metro. In alternativa possono prevedersi dispositivi complementari di sicurezza (ringhiere, parapetti, balaustre, ecc.). Il margine inferiore dei vano finestre dovrà essere collocato ad una distanza dal pavimento >= 0,90 m. Per infissi costituiti integralmente da vetro, questi dovranno resistere a un urto di sicurezza da corpo molle che produca una energia di impatto di 900 J R10 Pulibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. Le superfici degli infissi esterni verticali, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utente e/o operatori per le operazioni di pulizia, sia dall'esterno che dall'interno. Per le facciate continue o comunque per infissi particolari dove è richiesto l'impiego di ditte specializzate per la pulizia bisogna comunque prevedere che queste siano idonee e comunque predisposte per l'esecuzione delle operazioni suddette. In ogni caso gli infissi esterni verticali e le facciate continue, dopo le normali operazioni di pulizia, effettuate mediante l'impiego di acqua e prodotti specifici, devono essere in grado di conservare le caratteristiche e prestazioni iniziali. Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno R11 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Gli infissi esterni verticali ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra nonchè quelli di oscuramento esterno, devono avere le finiture superficiali prive di rugosità, spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc. ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e viceversa. Più in particolare, i tamponamenti vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto indicato dalla norma 7142, in relazione al tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi esterni verticali non devono presentare sconnessioni di alcun tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno essere uniformi senza presentare alcun difetto di ripresa del colore o altre macchie visibili. Gli infissi esterni verticali non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli nè tanto meno fessurazioni o screpolature superiore al 10% delle superfici totali R12 Resistenza a manovre false e violente Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso L'attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni sotto l'azione di sollecitazioni derivanti da manovre false e violente. Gli infissi esterni verticali, compresi gli organi di movimentazione e gli eventuali elementi di schermatura e/o oscurabilità, devono conservare inalterate le proprie caratteristiche meccaniche e dimensionali se sottoposti ad azioni derivanti da manovre errate e/o violente. Gli sforzi per le manovra di apertura e chiusura degli infissi e dei relativi organi di manovra devono essere contenuti entro i limiti qui descritti. A) Infissi con ante ruotanti intorno ad un asse verticale o orizzontale. - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F < = 100 N e M < = 10 Nm - Sforzi per le operazioni movimentazione delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 80 N per anta con asse di rotazione laterale con apertura a vasistas, 30 N < = F < = 80 N per anta con asse di rotazione verticale con apertura girevole, F < = 80 N per anta, con una maniglia, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico e F < = 130 N per anta, con due maniglie, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico:; B) Infissi con ante apribili per traslazione con movimento verticale od orizzontale. - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra. La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 50 N. - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 60 N per anta di finestra con movimento a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole, F < = 100 N per anta di porta o di portafinestra a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole e F < = 100 N per anta a traslazione verticale ed apertura a saliscendi. C) Infissi con apertura basculante - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F < = 100 N e M < = 10 Nm. - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. Nelle condizioni con anta chiusa ed organo di manovra non bloccato, la caduta da un'altezza 20 cm di una massa di 5 kg a sua volta collegata all'organo di manovra deve mettere in movimento l'anta stessa. - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 60 N. D) Infissi con apertura a pantografo - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F < = 100 N e M < = 10 Nm. - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 150 N - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di apertura e viceversa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 100 N E) Infissi con apertura a fisarmonica - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F< = 100 N e M < = 10Nm - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. La forza F, da applicare con azione parallela al piano dell'infisso, utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 80 N - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di Pagina 53 Pagina 54

15 apertura e viceversa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F< = 80 N per anta di finestra e F < = 120 N per anta di porta o portafinestra. F) Dispositivi di sollevamento I dispositivi di movimentazione e sollevamento di persiane o avvolgibili devono essere realizzati in modo da assicurare che la forza manuale necessaria per il sollevamento degli stessi tramite corde e/o cinghie, non vada oltre il valore di 150 N. - Tipo di infisso: Facciata continua: Corpo d urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = 6 - faccia interna = - - Tipo di infisso: Elementi pieni: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = R13 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, gli infissi esterni verticali, e gli eventuali dispositivi di schermatura e di oscurabilità, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali relativi a tenuta dell'acqua e permeabilità dell'aria. Inoltre non devono manifestarsi, in conseguenza di attacco chimico, variazioni della planarità generale e locale, e il prodursi di scoloriture non uniformi accompagnate a macchie e/o difetti particolari. In particolare, tutti gli infissi esterni realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito: - ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron; - ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron; - ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron; - ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron R14 Resistenza agli urti Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; nè provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Sotto l'azione degli urti gli infissi devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni nè deformazioni sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti nè fuoriuscite di parti o componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono trovare all'interno o all'esterno. Tutti i componenti degli infissi esterni verticali devono risultare sicuri nel caso d'urto accidentale dell'utenza. Gli elementi costituenti dei telai fissi e mobili, delle maniglie, dei pannelli, delle cerniere, delle cremonesi, ecc. non devono presentare parti taglienti o appuntite nè spigoli pronunciati. Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati secondo con le modalità indicate di seguito: - Tipo di infisso: Porta esterna: Corpo d urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = 3,75 - faccia interna = 3,75 Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = Tipo di infisso: Finestra: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = Tipo di infisso: Portafinestra: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = R15 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Gli infissi esterni verticali, sia dei vani scala che dei relativi filtri a prova di fumo, devono avere la resistenza al fuoco (REI) indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonchè isolamento termico. In particolare le porte ed altri elementi di chiusura, devono avere la resistenza al fuoco (REI) secondo le norme vigenti. I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza dell'edificio e rispettare i seguenti valori: - altezza antincendio [m] da 12 a 32, Classe REI [min.] = 60; - altezza antincendio [m] da oltre 32 a 80, Classe REI [min.] = 90; - altezza antincendio [m] oltre 80, Classe REI [min.] = R16 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Sotto l'azione del gelo e del disgelo, gli infissi esterni verticali, compresi gli eventuali dispositivi ed elementi di schermatura e di tenuta, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico_fisiche, di finitura superficiale, dimensionali e funzionali. Specifici livelli di accettabilità inoltre possono essere definiti con riferimento al tipo di materiale utilizzato. Nel caso di profilati in PVC impiegati per la realizzazione di telai o ante, questi devono resistere alla temperatura di 0 C, senza subire rotture in seguito ad un urto di 10 J; e di 3 J se impiegati per la costruzione di persiane avvolgibili R17 Resistenza al vento Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli utenti e assicurare la durata e la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li costituiscono. Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere idonei a resistere all'azione del vento in modo tale da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo e garantire inoltre la sicurezza dell'utenza. Gli infissi devono essere in grado di sopportare il flusso del vento e i suoi effetti ( turbolenze, sbattimenti, vibrazioni, ecc.). L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M , tenendo conto dell'altezza di installazione dell'infisso e del tipo di esposizione. Gli infissi esterni sottoposti alle sollecitazioni del vento dovranno: presentare una deformazione ammissibile, conservare le proprietà e consentire la sicurezza agli utenti. I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte convenzionalmente in condizioni di sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN e UNI EN R18 Resistenza all'acqua Pagina 55 Pagina 56 Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Gli infissi esterni verticali ed eventuali dispositivi di schermatura e di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche chimicofisiche, funzionali, dimensionali, e di finitura superficiale, assicurando comunque il rispetto dei limiti prestazionali, qualora dovessero venire in contatto con acqua di origine diversa (meteorica, di condensa, di lavaggio, ecc.). In particolare non devono manifestarsi variazioni della planarità delle superfici, macchie o scoloriture non uniformi anche localizzate. Sugli infissi campione vanno eseguite delle prove atte alla verifica dei seguenti limiti prestazionali secondo la norma UNI EN 12208: - Differenza di Pressione [Pa] = 0 - Durata della prova [minuti] 15; - Differenza di Pressione [Pa] = 50 - Durata della prova [minuti] 5; - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5; - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5; - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5; - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5; - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] R19 Resistenza alle intrusioni e manomissioni Classe di Requisiti: Sicurezza da intrusioni Gli infissi dovranno essere in grado di resistere ad eventuali sollecitazioni provenienti da tentativi di intrusioni indesiderate di persone, animali o cose entro limiti previsti. Le prestazioni sono verificate mediante prove di resistenza ad azioni meccaniche (urto da corpo molle, urto da corpo duro, azioni localizzate) anche con attrezzi impropri. Si prendono inoltre in considerazione i valori desumibili dalle prove secondo le norme UNI 9569, UNI EN 1522 e UNI EN R20 Resistenza all'irraggiamento solare Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi non devono subire mutamenti di aspetto e di caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'irraggiamento solare. Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, gli infissi esterni verticali, le facciate continue ed i dispositivi di schermatura e/o di tenuta, devono mantenere inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali e di finitura superficiale, assicurando comunque il mantenimento dei livelli prestazionali secondo le norme vigenti. Gli infissi, fino ad un irraggiamento che porti la temperatura delle parti opache esterne e delle facciate continue a valori di 80 C, non devono manifestare variazioni della planarità generale e locale, nè dar luogo a manifestazioni di scoloriture non uniformi, macchie e/o difetti visibili R21 Riparabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonchè quelli di schermatura esterna (teli, avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili dall'interno del locale in modo da rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano facilmente smontabili senza la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante mobili senza la necessità di smontare anche i relativi telai fissi. Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno R22 Sostituibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.). Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, UNI 8975 e UNI EN R23 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Gli infissi esterni verticali devono essere realizzati con materiali e rifiniti in maniera tale che conservino invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici che possono svilupparsi tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra gli infissi metallici di natura diversa. Tale presupposto vale anche per tutte le parti formanti il telaio, i dispositivi di fissaggio alle strutture murarie e gli elementi complementari di tenuta (guarnizioni, etc.). E' importante che non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano dar luogo a fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e alluminio, alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali aggressivi, come alluminio o acciaio e il gesso. Va inoltre verificata la compatibilità chimico_fisica tra vernice, supporti ed elementi complementari di tenuta. Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754 e UNI R24 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono essere realizzati in modo da impedire, o comunque limitare, alle acque meteoriche o di altra origine di penetrare negli ambienti interni. In particolare è necessario che tutte le giunzioni di elementi disomogenei (fra davanzali, soglie, e traverse inferiori di finestre, o portafinestra) assicurino la tenuta all'acqua e permettano un veloce allontanamento dell'acqua piovana. I livelli minimi sono individuabili attraverso l'identificazione della classe di tenuta all'acqua in funzione della norma UNI EN Pressione di prova (Pmax in Pa*) = -; Classificazione: Metodo di prova A = 0 - Metodo di prova B = 0; Specifiche: Nessun requisito; Pagina 57 Pagina 58

16 - Pressione di prova (Pmax in Pa*)= 0; Classificazione: Metodo di prova A = 1A - Metodo di prova B = 1B; Specifiche: Irrorazione per 15 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 50; Classificazione: Metodo di prova A = 2A - Metodo di prova B = 2B; Specifiche: Come classe 1 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 100; Classificazione: Metodo di prova A = 3A - Metodo di prova B = 3B; Specifiche: Come classe 2 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 150; Classificazione: Metodo di prova A = 4A - Metodo di prova B = 4B; Specifiche: Come classe 3 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 200; Classificazione: Metodo di prova A = 5A - Metodo di prova B = 5B; Specifiche: Come classe 4 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 250; Classificazione: Metodo di prova A = 6A - Metodo di prova B = 6B; Specifiche: Come classe 5 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 300; Classificazione: Metodo di prova A = 7A - Metodo di prova B = 7B; Specifiche: Come classe 6 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 450; Classificazione: Metodo di prova A = 8A - Metodo di prova B = -; Specifiche: Come classe 7 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) = 600; Classificazione: Metodo di prova A = 9A - Metodo di prova B = -; Specifiche: Come classe 8 5 min; - Pressione di prova (Pmax in Pa*) > 600; Classificazione: Metodo di prova A = Exxx - Metodo di prova B = -; Specifiche: Al di sopra di 600 Pa, con cadenza di 150 Pa, la durata di ciascuna fase deve essere di 50 min; *dopo 15 min a pressione zero e 5 min alle fasi susseguenti. Note = Il metodo A è indicato per prodotti pienamente esposti; il metodo B è adatto per prodotti parzialmente protetti Cancelli estensibili Grate di sicurezza Finestre fotovoltaiche Infissi a triplo vetro Persiane blindate Serramenti in alluminio Serramenti in legno Serramenti in materie plastiche (PVC) Serramenti in profilati di acciaio Serramenti misti legno/alluminio Serramenti misti PVC/alluminio Serramenti misti PVC/legno Tapparelle blindate Tunnel solare R25 Ventilazione Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili. Gli infissi esterni verticali devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale. I locali tecnici in genere devono essere dotati di apposite aperture di ventilazione (griglie, feritoie, ecc.) che consentano di assicurare la ventilazione naturale prevista per tali tipi di attività. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E' comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. L'ampiezza degli infissi e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Gli infissi esterni verticali di un locale dovranno essere dimensionati in modo da avere una superficie apribile complessiva non inferiore al valore Sm calcolabile mediante la relazione Sm = 0,0025 n V (Sommatoria)i (1/(Hi)^0,5), dove: - n è il numero di ricambi orari dell'aria ambiente; - V è il volume del locale (m3); - Hi è la dimensione verticale della superficie apribile dell'infisso i esimo del locale (m). Per una corretta ventilazione la superficie finestrata dei locali abitabili non deve, comunque, essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Pagina 59 Pagina 60 Elemento Manutenibile: Cancelli estensibili A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni I cancelli estensibili sono dei sistemi di chiusura antintrusione a servizio di aperture e/o accessi a fabbricati con destinazione diversa (abitazioni, uffici, scuole, magazzini, ecc.). Sono generalmente in acciaio zincato, acciaio zincato verniciato, acciaio inox, ecc.. Tra le caratteristiche principali vengono evidenziate: sicurezza, ingombro limitato, facile scorrimento, ecc.. Essi si adattano ad ogni dimensione e si installano con estrema semplicità e senza interventi murari conservando la luminosità all'interno della struttura protetta. Alterazione cromatica delle superfici che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A03 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A04 Difficoltà di comando a distanza Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose A05 Non ortogonalità Non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta alla mancanza di registrazione periodica A06 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con sganciamenti dalle sedi originarie di parti o altri elementi costituenti C01 Controllo automatismi a distanza Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Verifica Controllo periodico delle fasi di apertura-chiusura a distanza. Verifica efficienza barriere fotoelettriche o altri automatismi e prova di sicurezza di arresto del moto di chiusura, con ripresa o meno del moto in senso contrario, nel caso di intercettamento al passaggio di cose o persone dopo il disimpegno della fotocellula. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo lampeggiante-intermittente ad indicazione del movimento in atto. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto. Inoltre i dispositivi di comando motorizzato e manuale devono controllarsi reciprocamente in modo che non sia possibile l'azione manuale se risulta inserito ancora quello motorizzato e viceversa. Anomalie riscontrabili: 1) Difficoltà di comando a distanza C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Aggiornamento Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Non ortogonalità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Corrosione. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Difficoltà di comando a distanza; 3) Non ortogonalità. Controllo dell'efficienza di cerniere e guide di scorrimento con verifica durante le fasi di movimentazioni delle parti. Controllare l'assenza di depositi o detriti lungo le guide di scorrimento atti ad ostacolare ed impedire le normali movimentazioni C03 Controllo elementi a vista Cadenza: ogni anno Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie possibili causa di usura C04 Controllo organi apertura-chiusura Cadenza: ogni mese Tipologia: Verifica Controllo periodico degli organi di apertura e chiusura con verifica delle fasi di movimentazioni e di perfetta aderenza delle parti fisse con quelle mobili. Controllo dei dispositivi di arresto e/o fermo delle parti al cessare dell'alimentazione del motore. Controllo dell'arresto automatico del gruppo di azionamento nelle posizioni finali di apertura-chiusura. Verifica dell'efficienza d'integrazione con gli automatismi a distanza I01 Ingrassaggio degli elementi di manovra Cadenza: ogni 2 mesi Pulizia ed ingrassaggio-grafitaggio degli elementi di manovra (cerniere, guide, superfici di scorrimento) con prodotti idonei e non residuosi I02 Revisione automatismi a distanza Sostituzione delle batterie energetiche dai telecomandi. Pulizia schermi barriere fotoelettriche (proiettori e ricevitori). Sostituzione di parti ed automatismi usurati e/o difettosi I03 Ripresa protezione elementi Pagina 61 Pagina 62

17 Cadenza: ogni 3 anni Ditte specializzate: Pittore._ Ripresa delle protezioni e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodotti idonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali I04 Sostituzione elementi usurati Cadenza: a guasto Sostituzione degli elementi in vista, di parti meccaniche ed organi di manovra usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche. Elemento Manutenibile: Grate di sicurezza A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni Le grate di sicurezza sono dei sistemi di chiusura antintrusione a servizio di aperture e/o accessi a fabbricati con destinazione diversa (abitazioni, uffici, scuole, magazzini, ecc.). Sono generalmente in alluminio, acciaio zincato, acciaio zincato verniciato, acciaio inox, ecc.. Esse si adattano ad ogni dimensione e si installano con estrema semplicità e senza interventi murari conservando la luminosità all'interno della struttura protetta. Alterazione cromatica delle superfici che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A03 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A04 Difficoltà di comando a distanza Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose A05 Non ortogonalità Non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta alla mancanza di registrazione periodica A06 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con sganciamenti dalle sedi originarie di parti o altri elementi costituenti C01 Controllo automatismi a distanza Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Verifica Anomalie riscontrabili: 1) Difficoltà di comando a distanza. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Non ortogonalità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Corrosione. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Difficoltà di comando a distanza; 3) Non ortogonalità. Controllo periodico delle fasi di apertura-chiusura a distanza. Verifica efficienza barriere fotoelettriche o altri automatismi e prova di sicurezza di arresto del moto di chiusura, con ripresa o meno del moto in senso contrario, nel caso di intercettamento al passaggio di cose o persone dopo il disimpegno della fotocellula. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo lampeggiante-intermittente ad indicazione del movimento in atto. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto. Inoltre i dispositivi di comando motorizzato e manuale devono controllarsi reciprocamente in modo che non sia possibile l'azione manuale se risulta inserito ancora quello motorizzato e viceversa C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo dell'efficienza di cerniere e guide di scorrimento con verifica durante le fasi di movimentazioni delle parti. Controllare l'assenza di depositi o detriti lungo le guide di scorrimento atti ad ostacolare ed impedire le normali movimentazioni C03 Controllo elementi a vista Cadenza: ogni anno Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie possibili causa di usura C04 Controllo organi apertura-chiusura Cadenza: ogni mese Tipologia: Verifica Controllo periodico degli organi di apertura e chiusura con verifica delle fasi di movimentazioni e di perfetta aderenza delle parti fisse con quelle mobili. Controllo dei dispositivi di arresto e/o fermo delle parti al cessare dell'alimentazione del motore. Controllo dell'arresto automatico del gruppo di azionamento nelle posizioni finali di apertura-chiusura. Verifica dell'efficienza d'integrazione con gli automatismi a distanza I01 Ingrassaggio degli elementi di manovra Cadenza: ogni 2 mesi Pulizia ed ingrassaggio-grafitaggio degli elementi di manovra (cerniere, guide, superfici di scorrimento) con prodotti idonei e non Pagina 63 Pagina 64 residuosi I02 Revisione automatismi a distanza Ditte specializzate: Pittore._ Sostituzione delle batterie energetiche dai telecomandi. Pulizia schermi barriere fotoelettriche (proiettori e ricevitori). Sostituzione di parti ed automatismi usurati e/o difettosi I03 Ripresa protezione elementi Cadenza: ogni 3 anni Ripresa delle protezioni e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodotti idonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali I04 Sostituzione elementi usurati Cadenza: a guasto Sostituzione degli elementi in vista, di parti meccaniche ed organi di manovra usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche. Elemento Manutenibile: Finestre fotovoltaiche R01 Efficienza di conversione Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione Unità Tecnologica: Infissi esterni Sono moduli fotovoltaici realizzati con la posa di strisce sottili di film sottile in modo da ottenere varie trasparenze a seconda della loro fittezza; sono basati sulla tecnologia fotovoltaica al silicio amorfo e presentano un aspetto scuro uniforme simile al vetro colorato. Generalmente lo strato di silicio racchiuso tra le lastre di vetro è molto sottile dell'ordine di circa 0,3 micron. Inoltre durante il processo di produzione un laser cancella sottili strisce dal foglio di silicio amorfo in precedenza depositato sul vetro; in questo modo si crea una superficie semitrasparente che consente il passaggio della luce. La cella deve essere realizzata con materiale e finiture superficiali tali da garantire il massimo assorbimento delle radiazioni solari. La massima potenza erogabile dalla cella è in stretto rapporto con l'irraggiamento solare in condizioni standard ed è quella indicata dai produttori. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di serraggio morsetti. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di serraggio morsetti; 2) Difetti di tenuta; 3) Incrostazioni; 4) Infiltrazioni; 5) Deposito_ La massima potenza di picco (Wp) erogabile dalla cella cosï come definita dalle norme internazionali STC (standard Test Conditions) deve essere almeno pari a 1,5 Wp con una corrente di 3 A e una tensione di 0,5 V A01 Anomalie rivestimento Difetti di tenuta del rivestimento superficiale che provoca un abbassamento del rendimento del modulo fotovoltaico A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A03 Difetti di serraggio morsetti Difetti di serraggio dei morsetti elettrici dei moduli A04 Difetti di tenuta Difetti di tenuta con evidenti perdite di fluido captatore dell'energia solare dagli elementi della finestra A05 Incrostazioni Formazione di muschi e licheni sulla superficie dei moduli fotovoltaici che sono causa di cali di rendimento A06 Infiltrazioni Penetrazione continua di acqua che può venire in contatto con parti del pannello non previste per essere bagnate A07 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio C01 Controllo apparato elettrico Controllare lo stato di serraggio dei morsetti e la funzionalità delle resistenze elettriche della parte elettrica delle celle e/o dei moduli di celle C02 Controllo generale celle Verificare lo stato delle celle in seguito ad eventi meteorici eccezionali quali temporali, grandinate, ecc. Controllare che non ci siano incrostazioni e/o depositi sulle superfici dei moduli che possano inficiare il corretto funzionamento. Pagina 65 Pagina 66

18 superficiale. Ditte specializzate: Generico._ I01 Pulizia Ditte specializzate: Generico._ Effettuare una pulizia, con trattamento specifico, per eliminare muschi e licheni che si depositano sulla superficie esterna dei moduli I02 Sostituzione celle Cadenza: ogni 10 anni Sostituzione delle celle che non assicurano un rendimento accettabile. Elemento Manutenibile: Infissi a triplo vetro R01 Isolamento termico Unità Tecnologica: Infissi esterni Si tratta di infissi di particolare interesse ai fini del risparmio energetico essendo dotati di vetro a tre lastre tra le quali viene interposto del gas (tipo argon); questo allestimento consente di elevare la proprietà termoisolante e di soddisfare quindi i requisiti richiesti dagli edifici in classe A. Infatti in base alla normativa vigente gli edifici che possiedono caratteristiche costruttive di risparmio energetico vengono classificati sulla base del consumo annuale: - Classe "A" per gli edifici che consumano meno di 30 kwh per m2 (ad es. 3 metri cubi di gas metano per m2); - Classe B per un consumo fino a a 50 kwh. Gli infissi non devono subire mutamenti di aspetto e di caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'irraggiamento solare. Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, gli infissi esterni verticali devono mantenere inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali e di finitura superficiale, assicurando comunque il mantenimento dei livelli prestazionali secondo le norme vigenti. Gli infissi, fino ad un irraggiamento che porti la temperatura delle parti opache esterne e delle facciate continue a valori di 80 C, non devono manifestare variazioni della planarità generale e locale, nè dar luogo a manifestazioni di scoloriture non uniformi, macchie e/o difetti visibili R02 Resistenza alle intemperie Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Gli infissi esterni verticali devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali, e di finitura superficiale, assicurando comunque il rispetto dei limiti prestazionali, qualora dovessero venire in contatto con acqua di origine diversa (meteorica, di condensa, di lavaggio, ecc.). In particolare non devono manifestarsi variazioni della planarità delle superfici, macchie o scoloriture non uniformi anche localizzate. Sugli infissi campione vanno eseguite delle prove atte alla verifica dei seguenti limiti prestazionali secondo la norma UNI EN 12208: - Differenza di Pressione [Pa] = 0 - Durata della prova [minuti] 15 - Differenza di Pressione [Pa] = 50 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = Durata della prova [minuti] 5 Resistenza alla pioggia battente secondo DIN EN classe 9A A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A03 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A04 Degrado dei sigillanti Distacco dei materiali sigillanti, perdita di elasticità e loro fessurazione A05 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A07 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche. Pagina 67 Pagina A08 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A09 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A10 Patina Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Deposito superficiale; 4) Frantumazione; 5) Incrostazione; 6) Macchie; 7) Patina; 8) Perdita trasparenza._ Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra._ Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Macchie; 4) Perdita trasparenza._ Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A11 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti C03 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento C04 Controllo organi di movimentazione Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure C07 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.) C02 Controllo guarnizioni di tenuta Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni C05 Controllo telai fissi Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C06 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I02 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I03 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi I04 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I05 Pulizia vetri Pagina 69 Pagina 70

19 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I06 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ I07 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I08 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite. Elemento Manutenibile: Persiane blindate A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni Le persiane blindate sono dei sistemi di chiusura antintrusione i che oppongono un'ottima resistenza ai tentativi di effrazione impedendone il sollevamento, lo scardinamento, lo sfondamento, ecc.. In genere sono realizzate con profili in acciaio e serrature a chiave blindate. Sono in genere trattate con sistemi anticorrosivi per una maggiore resistenza agli agenti atmosferici. Alterazione cromatica delle superfici che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A03 Degrado degli organi di manovra Anomalie riscontrabili: 1) Difficoltà di comando a distanza. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Non ortogonalità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Corrosione. Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A04 Difficoltà di comando a distanza Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose A05 Non ortogonalità Non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta alla mancanza di registrazione periodica A06 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con sganciamenti dalle sedi originarie di parti o altri elementi costituenti C01 Controllo automatismi a distanza Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Verifica Controllo periodico delle fasi di apertura-chiusura a distanza. Verifica efficienza barriere fotoelettriche o altri automatismi e prova di sicurezza di arresto del moto di chiusura, con ripresa o meno del moto in senso contrario, nel caso di intercettamento al passaggio di cose o persone dopo il disimpegno della fotocellula. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo lampeggiante-intermittente ad indicazione del movimento in atto. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto. Inoltre i dispositivi di comando motorizzato e manuale devono controllarsi reciprocamente in modo che non sia possibile l'azione manuale se risulta inserito ancora quello motorizzato e viceversa C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo dell'efficienza di cerniere e guide di scorrimento con verifica durante le fasi di movimentazioni delle parti. Controllare l'assenza di depositi o detriti lungo le guide di scorrimento atti ad ostacolare ed impedire le normali movimentazioni C03 Controllo elementi a vista Cadenza: ogni anno Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie possibili causa di usura C04 Controllo organi apertura-chiusura Cadenza: ogni mese Tipologia: Verifica Pagina 71 Pagina 72 Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Difficoltà di comando a distanza; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Pittore._ Controllo periodico degli organi di apertura e chiusura con verifica delle fasi di movimentazioni e di perfetta aderenza delle parti fisse con quelle mobili. Controllo dei dispositivi di arresto e/o fermo delle parti al cessare dell'alimentazione del motore. Controllo dell'arresto automatico del gruppo di azionamento nelle posizioni finali di apertura-chiusura. Verifica dell'efficienza d'integrazione con gli automatismi a distanza I01 Ingrassaggio degli elementi di manovra Cadenza: ogni 2 mesi Pulizia ed ingrassaggio-grafitaggio degli elementi di manovra (cerniere, guide, superfici di scorrimento) con prodotti idonei e non residuosi I02 Revisione automatismi a distanza Sostituzione delle batterie energetiche dai telecomandi. Pulizia schermi barriere fotoelettriche (proiettori e ricevitori). Sostituzione di parti ed automatismi usurati e/o difettosi I03 Ripresa protezione elementi Cadenza: ogni 3 anni Ripresa delle protezioni e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodotti idonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali I04 Sostituzione elementi usurati Cadenza: a guasto Sostituzione degli elementi in vista, di parti meccaniche ed organi di manovra usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche. Elemento Manutenibile: Serramenti in alluminio Unità Tecnologica: Infissi esterni Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne in alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una minore manutenzione A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A10 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A11 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi. Pagina 73 Pagina 74

20 CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Cadenza: ogni anno Controllo della funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza._ C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo organi di movimentazione Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Rottura degli organi di manovra._ Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure C06 Controllo maniglia Cadenza: ogni anno Controllo del corretto funzionamento della maniglia C07 Controllo persiane Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione._ C09 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ C12 Controllo vetri Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.) C03 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista C10 Controllo telai fissi Pagina 75 Pagina 76 Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C11 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi. In particolare per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con base di cere I07 Pulizia telai mobili I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Pagina 77 Pagina 78

21 I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I17 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Serramenti in legno R01 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Unità Tecnologica: Infissi esterni I serramenti in legno sono distinti in base alla realizzazione dei telai in legno di elevata qualità con struttura interna priva di difetti, piccoli nodi, fibra diritta. Le specie legnose più utilizzate sono l'abete, il pino, il douglas, il pitch-pine, ecc.. Gli infissi a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. I materiali costituenti gli infissi non devono permettere lo sviluppo di agenti biologici come funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, in particolar modo se impiegati in locali umidi. Devono inoltre resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. I preservanti con i quali vengono trattati i materiali in legno devono avere una soglia di efficacia non inferiore al 40% di quella iniziale A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di alveoli, di forme e dimensioni variabili, provocati da insetti. Con il passare del tempo possono provocare una diminuzione della sezione resistente A03 Attacco biologico Attacco biologico di funghi e batteri con marciscenza e disgregazione delle parti in legno A04 Attacco da insetti xilofagi Attacco da insetti xilofagi con disgregazione delle parti in legno A05 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A06 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A07 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A08 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A09 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A10 Degrado dei sigillanti Distacco dei materiali sigillanti, perdita di elasticità e loro fessurazione A11 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A12 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A13 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A14 Fessurazioni Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti. Pagina 79 Pagina A15 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A16 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A17 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A18 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A19 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A20 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A21 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A22 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A23 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A24 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A25 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A26 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi A27 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A28 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo deterioramento legno Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici; 5) Resistenza all'acqua; 6) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Attacco biologico; 3) Attacco da insetti xilofagi; 4) Bolla; 5) Deformazione; 6) Infracidamento; 7) Scagliatura, screpolatura; 8) Scollaggi della pellicola._ Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Alveolizzazione; 3) Bolla; 4) Corrosione; 5) Deformazione; 6) Deposito superficiale; 7) Distacco; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita trasparenza; 19) Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ Controllo dello stato di deterioramento del legno relativo a controtelai, telai e sportelli e ricerca delle cause possibili quali presenza di umidità, attacco biologico, presenza di insetti. Controllo grado di usura delle parti in vista C02 Controllo frangisole Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista C03 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti C05 Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità C06 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento C07 Controllo organi di movimentazione Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ Pagina 81 Pagina 82

22 C08 Controllo persiane Cadenza: ogni 6 anni Controllo dello stato di conservazione e di deterioramento del legno e ricerca delle cause possibili quali presenza di umidità, attacco biologico, presenza di insetti e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici; 5) Resistenza all'acqua; 6) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Infracidamento; 3) Scagliatura, screpolatura; 4) Scollaggi della pellicola._ C09 Controllo persiane avvolgibili di legno Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Controllo degli strati protettivi superficiali. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità._ C11 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ C14 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ C04 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Distacco; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ C10 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ C12 Controllo telai fissi Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale; 2) Permeabilità all'aria; 3) Regolarità delle finiture; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ C13 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pagina 83 Pagina 84 Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ditte specializzate: Serramentista (Legno)._ Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Ripristino protezione verniciatura infissi Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I17 Ripristino protezione verniciatura persiane Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I18 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I19 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I20 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso mediante smontaggio e rinnovo della protezione del controtelaio o sua sostituzione, posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Serramenti in materie plastiche (PVC) Pagina 85 Pagina 86

23 Unità Tecnologica: Infissi esterni A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra calda dei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati di acciaio. I principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità, l'elevata coibenza termica. Difficoltà invece nell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effetto legno mediante l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A10 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A11 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Cadenza: ogni anno Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza._ C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ C06 Controllo organi di movimentazione Pagina 87 Pagina 88 Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure C07 Controllo persiane Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete C09 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità C12 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ C03 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità C10 Controllo telai fissi Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C11 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pagina 89 Pagina 90

24 Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I17 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Serramenti in profilati di acciaio A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni Per i serramenti in profilati di acciaio piegati a freddo viene impiegato come materiale la lamiera di acciaio di spessore di circa 1 mm. La lamiera viene rivestita di zinco e piegata a freddo fino a raggiungere la sagoma desiderata. I profili vengono generalmente assemblati meccanicamente con squadrette in acciaio zincato e viti. Questi tipi di serramento possono essere facilmente soggetti a corrosione in particolare in corrispondenza delle testate dei profili dove il rivestimento a zinco non risulta presente. Inoltre hanno una scarsa capacità isolante, che può facilitare la formazione di condensa sugli elementi del telaio, ed un'elevata dispersione termica attraverso il telaio. Vi sono comunque serramenti in acciaio con coibentazione a cappotto dei profili con buone prestazioni di isolamento termico. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, Pagina 91 Pagina 92 saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A10 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A11 Non ortogonalità L'ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza._ C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ C06 Controllo organi di movimentazione Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione._ Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure C07 Controllo persiane Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. Pagina 93 Pagina 94

25 C09 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ C12 Controllo vetri Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità._ Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.) C03 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista C10 Controllo telai fissi Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C11 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi che possano deteriorare la vernice di protezione e facilitare la corrosione I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi che possano deteriorare la vernice di protezione e facilitare la corrosione I08 Pulizia telai persiane Pagina 95 Pagina 96 Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I17 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi. Elemento Manutenibile: Serramenti misti legno/alluminio A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni I Serramenti misti legno/alluminio sono costituiti da un telaio in legno, collocato all'interno sul quale vengono fissati profili in alluminio all'esterno. La protezione con profilo di alluminio è rivolta al traverso inferiore, il più esposto agli agenti atmosferici come la pioggia, con funzione di protezione, di raccolta e scarico delle acque. La combinazione legno-alluminio garantisce per il primo buone caratteristiche di coibenza e pregio estetico, per il secondo resistenza agli agenti atmosferici e minore manutenzione. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di alveoli, di forme e dimensioni variabili, provocati da insetti. Con il passare del tempo possono provocare una diminuzione della sezione resistente A03 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A04 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A05 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A06 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, Pagina 97 Pagina 98

26 svergolamento, ondulazione A07 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A08 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A09 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A22 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A23 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi A24 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A25 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura A10 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A11 Fessurazioni Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A12 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A13 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A14 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A15 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A16 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A17 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A18 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A19 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A20 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A21 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Alveolizzazione; 3) Bolla; 4) Corrosione; 5) Deformazione; 6) Deposito superficiale; 7) Distacco; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita trasparenza; 19) Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola._ C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ Pagina 99 Pagina C06 Controllo organi di movimentazione Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza all'acqua; 5) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Infracidamento; 3) Scagliatura, screpolatura; 4) Scollaggi della pellicola._ Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure C07 Controllo persiane Controllo dello stato di conservazione e di deterioramento del legno e ricerca delle cause possibili quali presenza di umidità, attacco biologico, presenza di insetti e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete C08 Controllo persiane avvolgibili di legno Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Controllo degli strati protettivi superficiali C10 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità C13 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ C03 Controllo guarnizioni di tenuta Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Distacco; 4) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni C09 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista C11 Controllo telai fissi Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C12 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pagina 101 Pagina 102

27 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi. In particolare, per le parti in alluminio, per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con base di cere I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Pittore._ Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Ripristino protezione verniciatura infissi Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I17 Ripristino protezione verniciatura persiane Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I18 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I19 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. Pagina 103 Pagina I20 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso mediante smontaggio e rinnovo della protezione del controtelaio o sua sostituzione, posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Serramenti misti PVC/alluminio A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni I serramenti misti PVC/alluminio sono costituiti da un telaio in PVC, disposto all'interno, sul quale vengono fissati i profili in alluminio disposti all'esterno. L'accoppiamento viene realizzato in modo tale da facilitare lo scorrimento relativo fra i due profili. Il PVC svolge una funzione strutturale e di coibente mentre l'alluminio riveste una resistenza agli agenti atmosferici ed inoltre può essere colorato in un ampia gamma di colori più stabili nel tempo. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A08 Deposito superficiale Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita trasparenza._ Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua._ Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A10 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A11 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità. Pagina 105 Pagina 106

28 Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ C06 Controllo organi di movimentazione Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ C07 Controllo persiane Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione._ C09 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ C12 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ C03 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado delle guarnizioni; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Serramentista._ C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità C10 Controllo telai fissi Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità C11 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pagina 107 Pagina 108 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi.in particolare, per la parte di alluminio, per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con base di cere I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I17 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Serramenti misti PVC/legno Unità Tecnologica: Pagina 109 Pagina 110

29 Infissi esterni I serramenti misti PVC /legno sono costituiti da un telaio in legno sul quale vengono fissati dei profili in PVC aventi funzione di protezione dagli agenti atmosferici, in particolare dalla pioggia. I due profili non sono solidali ma uniti mediante dispositivi a scatto. Il PVC può quindi subire fenomeni di dilatazione per effetto del calore senza compromettere il legno A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A10 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A11 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo frangisole Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra._ C02 Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza._ C04 Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità._ C05 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità._ C06 Controllo organi di movimentazione Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua._ Pagina 111 Pagina 112 Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra._ C07 Controllo persiane Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza all'acqua; 5) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità._ Controllo dello stato di conservazione e di deterioramento del legno e ricerca delle cause possibili quali presenza di umidità, attacco biologico, presenza di insetti e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete C09 Controllo serrature Controllo della loro funzionalità C12 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza._ C03 Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità C10 Controllo telai fissi Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione C11 Controllo telai mobili Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I03 Pulizia frangisole Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi I05 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. Pagina 113 Pagina 114

30 I06 Pulizia telai fissi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi I07 Pulizia telai mobili Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi I08 Pulizia telai persiane Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi I09 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I10 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi I17 Sostituzione frangisole Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Elemento Manutenibile: Tapparelle blindate A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi esterni Le tapparelle blindate sono dei sistemi di chiusura antintrusione che oppongono un'ottima resistenza ai tentativi di effrazione impedendone il sollevamento, lo scardinamento, lo sfondamento, ecc.. In genere sono realizzate in alluminio, acciai plastificati, ecc., coibentate e colorate in vari modi. Alterazione cromatica delle superfici che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). Pagina 115 Pagina A03 Degrado degli organi di manovra Anomalie riscontrabili: 1) Difficoltà di comando a distanza. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Non ortogonalità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Corrosione. Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura A04 Difficoltà di comando a distanza Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose A05 Non ortogonalità Non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta alla mancanza di registrazione periodica A06 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con sganciamenti dalle sedi originarie di parti o altri elementi costituenti C01 Controllo automatismi a distanza Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Verifica Controllo periodico delle fasi di apertura-chiusura a distanza. Verifica efficienza barriere fotoelettriche o altri automatismi e prova di sicurezza di arresto del moto di chiusura, con ripresa o meno del moto in senso contrario, nel caso di intercettamento al passaggio di cose o persone dopo il disimpegno della fotocellula. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo lampeggiante-intermittente ad indicazione del movimento in atto. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto. Inoltre i dispositivi di comando motorizzato e manuale devono controllarsi reciprocamente in modo che non sia possibile l'azione manuale se risulta inserito ancora quello motorizzato e viceversa C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo dell'efficienza di cerniere e guide di scorrimento con verifica durante le fasi di movimentazioni delle parti. Controllare l'assenza di depositi o detriti lungo le guide di scorrimento atti ad ostacolare ed impedire le normali movimentazioni C03 Controllo elementi a vista Cadenza: ogni anno Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie possibili causa di usura C04 Controllo organi apertura-chiusura Cadenza: ogni mese Tipologia: Verifica Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Difficoltà di comando a distanza; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Pittore._ Controllo periodico degli organi di apertura e chiusura con verifica delle fasi di movimentazioni e di perfetta aderenza delle parti fisse con quelle mobili. Controllo dei dispositivi di arresto e/o fermo delle parti al cessare dell'alimentazione del motore. Controllo dell'arresto automatico del gruppo di azionamento nelle posizioni finali di apertura-chiusura. Verifica dell'efficienza d'integrazione con gli automatismi a distanza I01 Ingrassaggio degli elementi di manovra Cadenza: ogni 2 mesi Pulizia ed ingrassaggio-grafitaggio degli elementi di manovra (cerniere, guide, superfici di scorrimento) con prodotti idonei e non residuosi I02 Revisione automatismi a distanza Sostituzione delle batterie energetiche dai telecomandi. Pulizia schermi barriere fotoelettriche (proiettori e ricevitori). Sostituzione di parti ed automatismi usurati e/o difettosi I03 Ripresa protezione elementi Cadenza: ogni 3 anni Ripresa delle protezioni e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodotti idonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali I04 Sostituzione elementi usurati Cadenza: a guasto Sostituzione degli elementi in vista, di parti meccaniche ed organi di manovra usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche. Elemento Manutenibile: Tunnel solare Unità Tecnologica: Infissi esterni Il tunnel solare cattura la luce solare dal tetto e la riflette lungo una conduttura altamente riflettente diffondendola nell ambiente interno. Tali dispositivi si realizzano quando le finestre non bastano o non c'è possibiltà di realizzarle (locali interrati). Gli elementi costituenti il tunnel solare sono: - cupola esterna; Pagina 117 Pagina 118

31 - raccordo e tubo flessibile che conduce la luce; - diffusore della luce con cornice A01 Anomalie captatore Difetti di funzionamento del captatore per cui si verificano malfunzionamenti A02 Anomalie cupola Difetti di tenuta all'acqua per cui si verificano infiltrazioni A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del captatore A04 Difetti diffusore Difetti di tenuta del difussore della luce A05 Incrostazioni Formazione di muschi e licheni sulla superficie dei captatori che sono causa di cali di rendimento C01 Controllo captatore Cadenza: ogni settimana Verificare che il captatore sia libero da incrostazioni e depositi superficiali. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie captatore; 2) Incrostazioni. Ditte specializzate: Serramentista._ C02 Controllo diffusore Cadenza: ogni settimana Verificare la funzionalità del diffusore interno; verificare che sia ben ancorato al soffitto e/o alla parete. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti diffusore. Ditte specializzate: Generico._ I01 Sostituzione Sostituire il tunnel solare quando danneggiato e/o usurato. Ditte specializzate: Generico._ Pagina 119 Pagina 120 Unità Tecnologica: Infissi interni Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a carico degli utenti, per contatto diretto. Gli infissi realizzati in materiale metallico e comunque in grado di condurre elettricità qualora, secondo la norma CEI 64-8, siano da considerarsi come massa estranea in quanto capaci di immettere il potenziale di terra, devono essere realizzati mediante collegamenti equipotenziali con l'impianto di terra predisposto per l'edificio, collegando al conduttore dell'impianto di terra solamente il telaio metallico dell'infisso, evitando all'utenza qualsiasi pericolo di folgorazioni da contatto. Essi variano in funzione delle modalità di progetto R02 Isolamento acustico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere E l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio. D.P.C.M (Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici) Tabella A (Classificazione degli ambienti abitativi) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. Tabella B (Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli impianti tecnologici) - categoria D: Rw(*) = 55 - D2m,nT,w = 45 - Lnw = 58 - LASmax = 35 - LAeq = categorie A e C: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 40 - Lnw = 63 - LASmax = 35 - LAeq = categoria E: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 48 - Lnw =58 - LASmax = 35 - LAeq = categorie B,F e G: Rw(*) = 50 - D2m,nT,w = 42 - Lnw=55 - LASmax = 35 - LAeq = 35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M (Limiti massimi di immissione nelle sei zone acustiche, espressi come livello equivalente in db(a)) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno = 50; Notturno = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno = 55; Notturno = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno = 60; Notturno = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno = 65; Notturno = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno = 70; Notturno = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno=70; Notturno=70. Valori limite di emissione Leq in db(a) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno ( ) = 45; Notturno( ) = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno ( ) = 50; Notturno ( ) = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno ( ) = 55; Notturno ( ) = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno ( ) = 60; Notturno ( ) = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 65; Notturno ( ) = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 65; Notturno ( ) = 65. Valori di qualità Leq in db(a) - Classe I (Aree particolarmente protette) - Tempi: Diurno ( ) = 47; Notturno ( ) = Classe II (Aree prevalentemente residenziali) - Tempi: Diurno ( ) = 52; Notturno ( ) = Classe III (Aree di tipo misto) - Tempi: Diurno ( ) = 57; Notturno ( ) = Classe IV (Aree di intensa attività umana) - Tempi: Diurno ( ) = 62; Notturno ( ) = Classe V (Aree prevalentemente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 67; Notturno ( ) = Classe VI (Aree esclusivamente industriali) - Tempi: Diurno ( ) = 70; Notturno ( ) = 70. In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti sono classificati secondo le norme vigenti R03 Isolamento termico Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte. Le prestazioni relative all'isolamento termico di un infisso vengono valutate in base ai valori della trasmittanza termica unitaria U, relativa all'intero infisso, che tiene conto delle dispersioni termiche eventualmente verificatesi attraverso i componenti trasparenti ed opachi dei serramenti. E' opportuno comunque prevedere l'utilizzo di telai metallici realizzati con taglio termico. Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da contribuire al contenimento del coefficiente volumico di dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti R04 Oscurabilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni devono consentire la regolazione del livello di illuminamento degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di raggi luminosi negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce, naturale o artificiale, proveniente dagli ambienti esterni. I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux R05 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. Pagina 121 Pagina 122

32 Gli infissi devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante battute, camere d'aria ed eventuali guarnizioni, la permeabilità all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alla norma UNI EN I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3/hm3 e della pressione massima di prova misurata in Pa R06 Pulibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. Le superfici degli infissi, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utenza e dagli addetti alle operazioni di pulizia, tanto all'esterno quanto all'interno. In particolare, le porte e le portefinestre devono essere realizzate in modo da non subire alterazioni e/o modifiche prestazionali in seguito a contatti accidentali con i liquidi e/o prodotti utilizzati per la pulizia. Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da consentire le operazioni di pulizia R07 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Gli infissi interni ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra devono avere le finiture superficiali prive di rugosità, spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc. ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e viceversa. Più in particolare, i tamponamenti vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto indicato dalla norma UNI EN , in relazione al tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi non devono presentare sconnessioni di alcun tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno essere uniformi senza presentare alcun difetto di ripresa del colore o altre macchie visibili. Gli infissi non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli nè tanto meno fessurazioni o screpolature superiore al 10% delle superfici totali R08 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, gli infissi e gli eventuali dispositivi di schermatura e di oscurabilità, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali relativi a tenuta dell'acqua e permeabilità dell'aria. Inoltre non devono manifestarsi, in conseguenza di attacco chimico, variazioni della planarità generale e locale, e il prodursi di scoloriture non uniformi accompagnate a macchie e/o difetti particolari. In particolare, tutti gli infissi realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito: - ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron; - ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron; - ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron; - ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron R09 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. I materiali costituenti gli infissi non devono permettere lo sviluppo di agenti biologici come funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, in particolar modo se impiegati in locali umidi. Devono inoltre resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. I preservanti con i quali vengono trattati i materiali in legno devono avere una soglia di efficacia non inferiore al 40% di quella iniziale R10 Resistenza agli urti Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; nè provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Sotto l'azione degli urti gli infissi devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni nè deformazioni sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti nè fuoriuscite di parti o componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono trovare all'interno o all'esterno. Tutti i componenti degli infissi devono risultare sicuri nel caso d'urto accidentale dell'utenza. Gli elementi costituenti dei telai fissi e mobili, delle maniglie, dei pannelli, delle cerniere, delle cremonesi, ecc. non devono presentare parti taglienti o appuntite nè spigoli pronunciati. Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati secondo con le modalità indicate di seguito: - Tipo di infisso: Porta esterna: Corpo d urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = 3,75 - faccia interna = 3,75 Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = Tipo di infisso: Finestra: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = Tipo di infisso: Portafinestra: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = Tipo di infisso: Facciata continua: Corpo d urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = 6 - faccia interna = - - Tipo di infisso: Elementi pieni: Corpo d urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d urto applicata [J]: faccia esterna = faccia interna = R11 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Pagina 123 Pagina 124 I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Gli infissi devono avere la resistenza al fuoco (REI) indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonchè isolamento termico. In particolare le porte ed altri elementi di chiusura, devono avere la resistenza al fuoco (REI) secondo la norma UNI EN I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza dell'edificio e rispettare i seguenti valori: - altezza antincendio [m] da 12 a 32, Classe REI [min.] = 60; - altezza antincendio [m] da oltre 32 a 80, Classe REI [min.] = 90; - altezza antincendio [m] oltre 80, Classe REI [min.] = R12 Riparabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonchè quelli di schermatura esterna (teli, avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili in modo da rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano facilmente smontabili senza la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante mobili senza la necessità di smontare anche i relativi telai fissi. Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà rispettare le norme tecniche di settore R13 Sostituibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.). Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, UNI 8975 e UNI EN non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano dar luogo a fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e alluminio, alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali aggressivi, come alluminio o acciaio e il gesso. Va inoltre verificata la compatibilità chimico fisica tra vernice, supporti ed elementi complementari di tenuta. Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754, UNI R15 Ventilazione Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili. Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale. I locali tecnici in genere devono essere dotati di apposite aperture di ventilazione (griglie, feritoie, ecc.) che consentano di assicurare la ventilazione naturale prevista per tali tipi di attività. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E' comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. L'ampiezza degli infissi e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Porte Porte antintrusione Porte antipanico Porte tagliafuoco Sovraluce Sovrapporta Sportelli Telai vetrati R14 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Gli infissi devono essere realizzati con materiali e rifiniti in maniera tale che conservino invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico_fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici che possono svilupparsi tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra gli infissi metallici di natura diversa. Tale presupposto vale anche per tutte le parti formanti il telaio, i dispositivi di fissaggio alle strutture murarie e gli elementi complementari di tenuta (guarnizioni, ecc.). E' importante che Pagina 125 Pagina 126

33 Elemento Manutenibile: Porte A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi interni Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: anta o battente (l'elemento apribile), telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere), battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile), cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione rispetto al telaio fisso), controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio al telaio), montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio) e traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio). Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc., di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Requisiti da verificare: 1) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione._ Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo delle serrature Controllo della loro funzionalità C02 Controllo guide di scorrimento Pagina 127 Pagina 128 Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli). Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Deposito superficiale; 3) Non ortogonalità._ C03 Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Riparabilità; 2) Sostituibilità._ C04 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita di trasparenza; 19) Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola._ C05 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature, cerniere Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I04 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I05 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I06 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I07 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I08 Regolazione controtelai Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. Ditte specializzate: Serramentista._ I09 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Serramentista._ Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I10 Regolazione telai Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai I02 Pulizia ante Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I03 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. Elemento Manutenibile: Porte antintrusione Unità Tecnologica: Infissi interni Pagina 129 Pagina 130

34 R01 Resistenza alle intrusioni e manomissioni Classe di Requisiti: Sicurezza da intrusioni Le porte antintrusione hanno la funzione rispetto alle porte tradizionali di creare una condizione di maggiore impedimento alle persone. Esse, dal punto di vista normativo, debbono avere la capacità di impedire per un tempo stabilito l'intrusione di persone. Sono quindi caratterizzate da una buona resistenza agli urti (sfondamenti, perforazioni, ecc.) In genere sono costituite da un anima in lamiera scatolata in acciaio con elementi in materiali smorzanti acusticamente. Le battute ed i controtelai sono anch'essi in acciaio. I rivestimenti possono essere laminati plastici, di legno o altro materiale. Le serrature e gli elementi di manovra possono essere semplici o complesse, a comando e/o collegate ai sistemi di antifurto. Gli infissi dovranno essere in grado di resistere ad eventuali sollecitazioni provenienti da tentativi di intrusioni indesiderate di persone, animali o cose entro limiti previsti. Le prestazioni sono verificate mediante prove di resistenza ad azioni meccaniche (urto da corpo molle, urto da corpo duro, azioni localizzate) anche con attrezzi impropri. Si prendano in considerazione i valori desumibili dalle prove secondo le norme UNI 9569, UNI EN 1522 e UNI EN A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc., di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti; 2) Resistenza alle intrusioni e manomissioni; 3) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione._ Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A15 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A16 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A17 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A18 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A19 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo delle serrature Controllo degli automatismi e della loro funzionalità C03 Controllo maniglia Pagina 131 Pagina 132 Controllo del corretto funzionamento. Requisiti da verificare: 1) Riparabilità; 2) Sostituibilità._ C04 Controllo parti in vista Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti; 2) Resistenza alle intrusioni e manomissioni. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Patina; 15) Perdita di lucentezza; 16) Perdita di materiale; 17) Perdita di trasparenza; 18) Scagliatura, screpolatura; 19) Scollaggi della pellicola._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti; 2) Resistenza alle intrusioni e manomissioni; 3) Riparabilità. Ditte specializzate: Serramentista, Elettricista._ Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio C02 Controllo integrazioni sistemi antifurto Controllo degli automatismi e della loro funzionalità rispetto ai sistemi antifurto (qualora fossero previsti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I05 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I06 Registrazione maniglia Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura I07 Regolazione controtelai Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. Ditte specializzate: Serramentista._ I08 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ditte specializzate: Pittore._ Ditte specializzate: Serramentista._ Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno I09 Regolazione telai Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai I01 Lubrificazione serrature, cerniere Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Prova sistemi antifurto Prova, anche con strumentazione e test, degli automatismi di apertura-chiusura rispetto ai sistemi di antifurto (qualora fossero previsti). Elemento Manutenibile: Porte antipanico Unità Tecnologica: Infissi interni I03 Pulizia ante Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I04 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. Le porte antipanico hanno la funzione di agevolare la fuga verso le porte esterne e/o comunque verso spazi sicuri in casi di eventi particolari (incendi, terremoti, emergenze, ecc.). Le dimensioni ed i materiali sono normati secondo le prescrizioni in materia di sicurezza. Esse sono dotate di elemento di manovra che regola lo sblocco delle ante definito "maniglione antipanico". Il dispositivo antipanico deve essere realizzato in modo da consentire lo sganciamento della porta nel momento in cui viene azionata la barra posta orizzontalmente sulla parte interna di essa. Tra i diversi dispositivi in produzione vi sono i dispositivi antipanico con barra a spinta (push-bar) e i dispositivi antipanico con barra a contatto (touch-bar). Pagina 133 Pagina 134

35 R01 Regolarità delle finiture per porte antipanico Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le porte antipanico devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti. Gli elementi delle porte antipanico dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Il dispositivo antipanico dovrà essere progettato e realizzato in modo che tutti gli spigoli e gli angoli esposti che potrebbero provocare lesioni agli utenti che si servono dell'uscita di sicurezza, siano arrotondati con un raggio >= 0,5 mm (UNI EN 1125) R02 Resistenza agli agenti aggressivi per porte antipanico Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le porte antipanico non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti, le porte antipanico devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, dimensionali, funzionali e di finitura superficiale, in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali. Le porte antipanico dovranno avere una resistenza alla corrosione pari ad almeno al grado 3, in base a quanto previsto dalla UNI EN 1670 e UNI EN R03 Resistenza agli urti per porte antipanico Le porte antipanico dovranno essere in grado di sopportare urti che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; nè provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Sotto l'azione degli urti gli le porte antipanico devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni nè deformazioni sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti nè fuoriuscite di parti o componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono trovare all'interno o all'esterno. Gli infissi devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati con le modalità indicate nelle norme UNI EN 179, UNI EN 1125, UNI EN R04 Resistenza al fuoco per porte antipanico Classe di Requisiti: Protezione antincendio I materiali costituenti le porte antipanico, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Le porte antipanico devono avere la resistenza al fuoco (REI) indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonchè isolamento termico. I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza dell'edificio e rispettare i seguenti valori: - altezza antincendio [m] da 12 a 32, Classe REI [min.] = 60; - altezza antincendio [m] da oltre 32 a 80, Classe REI [min.] = 90; - altezza antincendio [m] oltre 80, Classe REI [min.] = 120. Inoltre il materiale previsto per la realizzazione del dispositivo antipanico dovrà consentire il funzionamento a temperature comprese tra i -20C e i +100C (UNI EN 1125) R05 Sostituibilità per porte antipanico Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Le porte antipanico dovranno essere realizzate e collocate in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. I dispositivi antipanico devono essere facilmente accessibili in modo che la loro sostituzione possa avvenire con facilità di esecuzione, senza rischi e senza necessità di smontare tutto l'insieme e senza danneggiare le finiture superficiali. Onde facilitare la sostituzione è fondamentale che i componenti ed i dispositivi antipanico siano corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI EN 179, UNI EN 1125, UNI EN R06 Stabilità chimico reattiva per porte antipanico Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le porte antipanico e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti, le porte antipanico devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, dimensionali, funzionali e di finitura superficiale, in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali. Le porte antipanico dovranno avere una resistenza alla corrosione pari ad almeno al grado 3, in base a quanto previsto dalle UNI EN 1670 e UNI EN A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Pagina 135 Pagina 136 Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura C01 Controllo certificazioni Requisiti da verificare: 1) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione._ Controllare le certificazioni di omologazione, la scheda tecnica del fornitore o altra documentazione da conservare in apposito archivio C03 Controllo degli spazi Cadenza: ogni mese Controllare che non vi siano ostacoli in prossimità degli spazi interessati dalle porte antipanico o in prossimità di esse C04 Controllo delle serrature Controllo della loro funzionalità C06 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti per porte antipanico. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita di trasparenza; 19) Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola._ C07 Controllo ubicazione porte Controllare l'individuazione delle porte antipanico rispetto ai progetti ed ai piani di evacuazione e di sicurezza C08 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità per porte antipanico. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE Pagina 137 Pagina 138

36 C02 Controllo controbocchette Cadenza: ogni mese Tipologia: Aggiornamento Requisiti da verificare: 1) Pulibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale. Verificare il posizionamento delle controbocchette a pavimento rispetto al filo del pavimento, assicurandosi che l'altezza superiore non sia maggiore di 15 mm. Verificare inoltre l'assenza di polvere e sporcizia I09 Rimozione ostacoli spazi Rimozione di eventuali ostacoli in prossimità degli spazi interessati dalle porte antipanico o in prossimità di esse I10 Verifica funzionamento Verifica del corretto funzionamento di apertura-chiusura mediante prova manuale C05 Controllo maniglione Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllo del corretto funzionamento dei maniglioni e degli elementi di manovra che regolano lo sblocco delle ante. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti per porte antipanico. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature, cerniere Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia ante Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I03 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I04 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I05 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I06 Registrazione maniglione Registrazione maniglione antipanico e lubrificazione degli accessori di manovra apertura-chiusura I07 Regolazione controtelai Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. Ditte specializzate: Serramentista._ I08 Regolazione telai Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai. Ditte specializzate: Serramentista._ Elemento Manutenibile: Porte tagliafuoco R01 Regolarità delle finiture per porte tagliafuoco Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le porte tagliafuoco devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti. Unità Tecnologica: Infissi interni Le porte tagliafuoco (o porte REI) hanno la funzione di proteggere quegli spazi o luoghi sicuri, ai quali ne consentono l'ingresso, dalle azioni provocate da eventuali incendi. Nelle zone di maggiore afflusso di persone le porte tagliafuoco devono essere anche porte antipanico. Le dimensioni ed i materiali sono normati secondo le prescrizioni in materia di sicurezza. In genere vengono impiegati materiali di rivestimento metallici con all'interno materiali isolanti stabili alle alte temperature. Il dispositivo di emergenza deve essere realizzato in modo da consentire lo sganciamento della porta dall'interno in meno di 1 secondo. Tra i diversi dispositivi in produzione vi sono i dispositivi di emergenza con azionamento mediante maniglia a leva e i dispositivi di emergenza con azionamento mediante piastra a spinta. Pagina 139 Pagina 140 Gli elementi delle porte tagliafuoco dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Il dispositivo antipanico dovrà essere progettato e realizzato in modo che tutti gli spigoli e gli angoli esposti che potrebbero provocare lesioni agli utenti che si servono dell'uscita di sicurezza, siano arrotondati con un raggio >= 0,5 mm (UNI EN 1125) R02 Resistenza agli agenti aggressivi per porte tagliafuoco Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le porte tagliafuoco non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti, le porte tagliafuoco devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, dimensionali, funzionali e di finitura superficiale, in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali. Le porte tagliafuoco dovranno avere una resistenza alla corrosione pari ad almeno al grado 3, in base a quanto previsto dalle UNI EN 1670 e UNI EN R03 Resistenza agli urti per porte tagliafuoco Le porte tagliafuoco dovranno essere in grado di sopportare urti che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; nè provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Sotto l'azione degli urti gli le porte tagliafuoco devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni nè deformazioni sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti nè fuoriuscite di parti o componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono trovare all'interno o all'esterno. Gli infissi devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati con le modalità indicate nelle norme UNI EN 179, UNI EN 1125, UNI EN R04 Resistenza al fuoco per porte tagliafuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio I materiali costituenti le porte tagliafuoco, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Le porte tagliafuoco devono avere la resistenza al fuoco (REI) indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonchè isolamento termico. Le porte sono cosï classificate come REI: ; questi valori si ottengono attraverso l'utilizzo di materiali di rivestimento metallici con all'interno materiali isolanti stabili ad alte temperature. I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza dell'edificio e rispettare i seguenti valori: - altezza antincendio [m] da 12 a 32, Classe REI [min.] = 60; - altezza antincendio [m] da oltre 32 a 80, Classe REI [min.] = 90; - altezza antincendio [m] oltre 80, Classe REI [min.] = 120. Inoltre il materiale previsto per la realizzazione del dispositivo antipanico dovrà consentire il funzionamento a temperature comprese tra i -20C e i +100C (UNI EN 1125) R05 Sostituibilità per porte tagliafuoco Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Le porte tagliafuoco dovranno essere realizzate e collocate in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. I dispositivi antipanico e/o quelli di manovra devono essere facilmente accessibili in modo che la loro sostituzione possa avvenire con facilità di esecuzione, senza rischi e senza necessità di smontare tutto l'insieme e senza danneggiare le finiture superficiali. Per quelle predisposte, anche nella facilità di sostituzione delle vetrature danneggiate. Onde facilitare la sostituzione è fondamentale che i componenti ed i dispositivi antipanico siano corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI EN 179, UNI EN 1125, UNI EN R06 Stabilità chimico reattiva per porte tagliafuoco Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le porte tagliafuoco e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti, le porte tagliafuoco devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, dimensionali, funzionali e di finitura superficiale, in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali. Le porte antipanico dovranno avere una resistenza alla corrosione pari ad almeno al grado 3, in base a quanto previsto dalle UNI EN 1670 e UNI EN A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti. Pagina 141 Pagina 142

37 A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A12 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A13 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A14 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A15 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A16 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A17 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A18 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A19 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura C03 Controllo degli spazi Cadenza: ogni mese Controllare che non vi siano ostacoli in prossimità degli spazi interessati dalle porte antipanico o in prossimità di esse C04 Controllo delle serrature Controllo della loro funzionalità. Requisiti da verificare: 1) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione._ C06 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. Requisiti da verificare: 1) Resistenza al fuoco per porte tagliafuoco; 2) Resistenza agli urti per porte tagliafuoco. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Lesione; 12) Macchie; 13) Non ortogonalità; 14) Patina; 15) Perdita di lucentezza; 16) Scagliatura, screpolatura; 17) Scollaggi della pellicola._ C07 Controllo ubicazione porte Controllare l'individuazione delle porte antipanico rispetto ai progetti ed ai piani di evacuazione e di sicurezza C08 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità per porte tagliafuoco. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo certificazioni Controllare le certificazioni di omologazione, la scheda tecnica del fornitore o altra documentazione da conservare in apposito archivio C02 Controllo controbocchette Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Verificare il posizionamento delle controbocchette a pavimento rispetto al filo del pavimento, assicurandosi che l'altezza superiore non sia maggiore di 15 mm. Verificare inoltre l'assenza di polvere e sporcizia. Requisiti da verificare: 1) Pulibilità._ Pagina 143 Pagina 144 Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale. Verifica del corretto funzionamento di apertura-chiusura mediante prova manuale C05 Controllo maniglione Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllo del corretto funzionamento dei maniglioni e degli elementi di manovra che regolano lo sblocco delle ante. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli urti per porte tagliafuoco. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Lubrificazione serrature, cerniere Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento I02 Pulizia ante Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I03 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I04 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I05 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I06 Registrazione maniglione Registrazione maniglione antipanico e lubrificazione degli accessori di manovra apertura-chiusura I09 Rimozione ostacoli Cadenza: ogni 2 anni Rimozione di eventuali ostacoli in prossimità degli spazi interessati dalle porte antipanico o in prossimità di esse I10 Verifica funzionamento I07 Regolazione controtelai Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. Ditte specializzate: Serramentista._ I08 Regolazione telai Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai. Ditte specializzate: Serramentista._ Elemento Manutenibile: Sovraluce A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi interni Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nella parte superiore delle pareti interne. La loro funzione è quella di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato. Qualora le aperture siano apribili, anche per consentire il passaggio d'aria tra due ambienti. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. Pagina 145 Pagina 146

38 A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo parti in vista Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale._ Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) C02 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I02 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I03 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I04 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I05 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione Pagina 147 Pagina 148 Ditte specializzate: Pittore._ con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. Elemento Manutenibile: Sovrapporta A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi interni Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nella parte superiore dei vani porta. La loro funzione è quella di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato. Qualora le aperture siano apribili, anche per consentire il passaggio d'aria tra due ambienti. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale._ Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) C02 Controllo vetri Pagina 149 Pagina 150

39 Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ Ditte specializzate: Pittore._ Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia delle guide di scorrimento Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I02 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I03 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I04 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I05 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. Elemento Manutenibile: Sportelli Unità Tecnologica: Infissi interni A01 Alterazione cromatica Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste in genere negli uffici pubblici nelle pareti di separazione tra gli uffici ed i vani per il pubblico attraverso i quali si può comunicare con il personale dell'ufficio. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. Pagina 151 Pagina A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento I02 Pulizia organi di movimentazione Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni I03 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I04 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Non ortogonalità._ C02 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia delle guide di scorrimento I05 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. Ditte specializzate: Pittore._ Elemento Manutenibile: Telai vetrati A01 Alterazione cromatica Unità Tecnologica: Infissi interni Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nelle pareti interne con altezza variabile. La loro funzione è quella di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato. Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura. Pagina 153 Pagina 154

40 A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.) A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione A12 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni A19 Scagliatura, screpolatura Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Non ortogonalità._ Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) C02 Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza._ MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia telai Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale I02 Pulizia vetri Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei I03 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione Pagina 155 Pagina 156 Ditte specializzate: Pittore._ con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Le pavimentazioni fanno parte delle partizioni interne orizzontali e ne costituiscono l'ultimo strato funzionale. In base alla morfologia del rivestimento possono suddividersi in continue (se non sono nel loro complesso determinabili sia morfologicamente che dimensionalmente) e discontinue (quelle costituite da elementi con dimensioni e morfologia ben precise). La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori dell'organismo edilizio e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso degli ambienti. Gli spessori variano in funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione degli ambienti e del loro impiego. Le pavimentazioni interne possono essere di tipo: - cementizio; - lapideo; - resinoso; - resiliente; - tessile; - ceramico; - lapideo di cava; - lapideo in conglomerato; - ligneo. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Le pavimentazioni devono essere realizzate in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna. La temperatura superficiale Tsi deve risultare, su tutte le superfici interne di pavimentazioni, superiore alla temperatura di rugiada o temperatura di condensazione del vapor d'acqua presente nell'aria in condizioni di umidità relativa e temperatura dell'aria interna di progetto per il locale in esame. Per i locali riscaldati (temperatura dell'aria interna Ti=20C e umidità relativa interna U.R. <= 70%) la temperatura superficiale interna Tsi delle pavimentazioni deve risultare sempre non inferiore a 14C, in corrispondenza di una temperatura esterna pari a quella di progetto R02 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. I materiali costituenti le pavimentazioni non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive etc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonchè la diffusione di fibre di vetro. Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3). Pagina 157 Pagina 158

41 01.10.R03 Reazione al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti. I materiali di rivestimento devono essere di classe non superiore a 1 (uno) secondo la classificazione di reazione al fuoco prevista dal D.M Le proprietà di reazione al fuoco dei materiali devono essere documentate mediante "marchio di conformità". Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazioni compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure di classe 2 se in presenza di impianti di spegnimento automatico asserviti ad impianti di rivelazione incendi Rivestimenti in klinker Rivestimenti in moquettes Rivestimenti industriali in calcestruzzo Rivestimenti lapidei Rivestimenti lignei a parquet Rivestimenti resilienti Rivestimenti tessili Rivestimenti in graniglie e marmi R04 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le pavimentazioni debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici delle pavimentazioni non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. Nel caso di rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche dimensionali e di aspetto di cui alla norma UNI EN ISO I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc R05 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Pavimentazioni sopraelevate Rivestimenti cementizi Rivestimenti ceramici Rivestimenti in cotto Rivestimenti in gomma pvc e linoleum Rivestimenti in graniglie e marmi Rivestimenti in gres porcellanato Pagina 159 Pagina 160 Elemento Manutenibile: Pavimentazioni sopraelevate R01 Protezione dal rumore Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere E' l'attitudine a determinare un isolamento acustico dai rumori impattivi del pavimento. Un pavimento sopraelevato non deve generare rumori fastidiosi in conseguenza delle azioni derivanti dall'utenza. I livelli minimi sono desumibili in base alle valutazioni delle caratteristiche acustiche secondo le norme tecniche R02 Regolarità delle finiture per pavimentazioni sopraelevate Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Le pavimentazioni sopraelevate trovano il loro utilizzo principalmente negli uffici e in quegli ambienti a distribuzione complessa degli impianti. Essi sono sistemi di finiture tecniche formati da elementi modulari adagiati su una struttura di tipo puntiforme. La loro funzione è quella di creare una intercapedine che generalmente predispone gli spazi per ricevere le attrezzature impiantistiche, mascherate adeguatamente, a servizio degli spazi interni dell'organismo edilizio e per questo ispezionabili. I pavimenti sopraelevati vengono montati a secco ed installati completi di rivestimento (finiture in cotto, gomma, granito, laminati, legno, marmo, ecc.). I pavimenti sopraelevati sono costituiti da diversi strati funzionali: - uno strato di tamponamento, formato da elementi modulari per il calpestio; - strato di sostegno verticale, la struttura verticale formata da elementi che connettono gli elementi di tamponamento alla superficie di estradosso del solaio; - lo strato di irrigidimento orizzontale, la struttura orizzontale formata da elementi che vanno a connettere i pannelli per il calpestio con la struttura verticale principale. I pannelli possono essere costituiti con anima di materiale diverso: cemento alleggerito, conglomerato minerale, legno truciolare, metallo e pluristrato. La struttura portante può essere realizzata mediante cilindri di appoggio con struttura a colonne o a colonne e traversi. Essa deve garantire la possibilità di potersi regolare in altezza assicurando la perfetta complanarità del piano di calpestio. I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. I pannelli dovranno rispettare le tolleranze previste dalla norma UNI EN Le superfici dei rivestimenti non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. I pannelli del pavimento sopraelevato devono essere conformi alle tolleranze previste dalla UNI EN R03 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Il pavimento sopraelevato non deve contenere e/o emettere sostanze dannose per l'utenza I livelli minimi variano in funzione dei parametri stabiliti per le singole sostanze pericolose dalla normativa vigente R04 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Per la determinazione dei livelli minimi si considerano i parametri derivanti da prove di laboratorio che prendono in considerazione la norma UNI EN A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. Pagina 161 Pagina 162

42 A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre. Pavimentazioni interne Si tratta di pavimentazioni che trovano generalmente il loro impiego in locali di servizio (se il rivestimento cementizio è del tipo semplice), in edilizia industriale, impianti sportivi, ecc. (se il rivestimento cementizio è del tipo additivato). Tra le tipologie di rivestimenti cementizi per interni si hanno: il battuto comune di cemento, il rivestimento a spolvero, rivestimenti a strato incorporato antiusura, il rivestimento a strato riportato antiusura, rivestimenti con additivi bituminosi e rivestimenti con additivi resinosi. A secondo delle geometrie delle pavimentazioni da realizzare, si possono eseguire rivestimenti in elementi in strisce di larghezza variabile. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture per pavimentazioni sopraelevate; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature._ I01 Pulizia delle superfici Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura, degli elementi con detergenti adatti al tipo di rivestimento. Effettuare lavaggi a secco o con panni umidi; evitare l'uso di acqua in abbondanza. Ditte specializzate: Generico._ I02 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati con altri analoghi. Si proceda allo smontaggio di zone di pavimento rimuovendo soltanto gli elementi strettamente necessari al tipo di intervento; è bene comunque numerare gli elementi smontati per poterli poi riassemblare correttamente. Elemento Manutenibile: Rivestimenti cementizi Unità Tecnologica: R01 Regolarità delle finiture per rivestimenti cementizi Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici dei rivestimenti non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. Sulle dimensioni nominali e' ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale media delle misure sul campione prelevato; le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza 15% per il singolo massello e 10% sulle medie R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego R03 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm2 per il singolo elemento e maggiore di 60 N/mm2 per la media. Pagina 163 Pagina A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature._ A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, presenza di vegetazione, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture per rivestimenti cementizi; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica._ I01 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni 5 anni Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. Ditte specializzate: Generico._ I02 Ripristino degli strati protettivi Cadenza: ogni 5 anni Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate antimacchia, qualora il tipo di elemento lo preveda, che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione di elementi, lastre, listelli di cornice o accessori usurati o rotti con altri analoghi. Elemento Manutenibile: Rivestimenti ceramici Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Si tratta di rivestimenti che trovano il loro impiego nell'edilizia residenziale, ospedaliera, scolastica, industriale, ecc.. Le varie tipologie si differenziano per aspetti quali: - materie prime e composizione dell'impasto; - caratteristiche tecniche prestazionali; - tipo di finitura superficiale; - ciclo tecnologico di produzione; - tipo di formatura; - colore. Tra i tipi più diffusi di rivestimenti ceramici presenti sul mercato, in tutti i formati (dimensioni, spessori, ecc.), con giunti aperti o chiusi e con o meno fughe, troviamo: cotto, cottoforte, monocottura rossa, monocottura chiara, monocotture speciali, gres rosso, gres ceramico e klinker. La posa può essere eseguita mediante l'utilizzo di malte o di colle. Pagina 165 Pagina 166

43 R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti le pavimentazioni non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. Devono in ogni caso consentire un'agevole pulizia di eventuali macchie o depositi formatisi. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego R02 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. I livelli variano in funzione delle prove di laboratorio eseguite sui campioni A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sollevamento e distacco dal supporto._ Ditte specializzate: Generico._ Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche), Muratore._ Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.) I01 Pulizia delle superfici Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura, degli elementi con detergenti adatti al tipo di rivestimento I02 Pulizia e reintegro giunti Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura I03 Sostituzione degli elementi degradati Pagina 167 Pagina 168 Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche)._ Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi previa preparazione del sottostante piano di posa. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Elemento Manutenibile: Rivestimenti in cotto A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne I rivestimenti in cotto vengono prodotti mediante cottura a 1100C circa di un impasto di argille selezionate. La cottura dà luogo a un prodotto dalla massa porosa e compatta in cui la parte vetrosa è presente in minima parte e svolge funzione di legante. Tale processo restituisce al prodotto la caratteristica colorazione con sfumature del rosso. Sul mercato sono presenti prodotti come il cotto rustico, cotto toscano, cotto fiorentino, cotto veneto, ecc. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sollevamento e distacco dal supporto._ Ditte specializzate: Generico._ Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche), Muratore._ Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche)._ Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.) I01 Pulizia delle superfici Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura, degli elementi con detergenti adatti al tipo di rivestimento I02 Pulizia e reintegro giunti Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi previa preparazione del sottostante piano di posa. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Pagina 169 Pagina 170

44 Elemento Manutenibile: Rivestimenti in gomma pvc e linoleum Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento. I rivestimenti in gomma pvc e linoleum sono particolarmente adatti negli edifici con lunghe percorrenze come centri commerciali, scuole, ospedali, industrie, ecc.. Tra le principali caratteristiche si evidenziano: la posa rapida e semplice, assenza di giunti, forte resistenza all'usura, l'abbattimento acustico, la sicurezza alla formazione delle scariche statiche e la sicurezza in caso di urti. Il legante di base per la produzione dei rivestimenti per pavimenti in linoleum è costituito da una pellicola definita cemento, che viene prodotta sfruttando un fenomeno naturale: l ossidazione dell olio di lino. In virtù della sua composizione può essere classificato come prodotto riciclabile e quindi ecologico. I diversi prodotti presenti sul mercato restituiscono un ampia gamma di colori, lo rendono un pavimento sempre moderno e versatile. La forte resistenza all'usura fa si che il prodotto può essere lavato e trattato con sostanze disinfettanti, ed è per queste motivazioni che viene maggiormente impiegato negli ospedali, cinema, locali ascensori, ecc A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Bolle Alterazione della superficie del rivestimento caratterizzata dalla presenza di bolle dovute ad errori di posa congiuntamente alla mancata adesione del rivestimento in alcune parti A03 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A07 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A08 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A09 Macchie CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (lesioni, bolle, distacchi, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolle; 3) Degrado sigillante; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Erosione superficiale; 8) Fessurazioni; 9) Macchie; 10) Mancanza; 11) Perdita di elementi._ I01 Pulizia delle superfici Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento I02 Ripristino degli strati protettivi Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. Elemento Manutenibile: Rivestimenti in graniglie e marmi Unità Tecnologica: Pagina 171 Pagina R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti in graniglie e marmi sono in genere costituiti da marmette prefabbricate di formato geometrico. Essi vengono prodotti mescolando tra loro materie prime e agglomerate con cemento ad alto dosaggio e leganti speciali e resi poi omogenei esteticamente e strutturalmente mediante vibratura e forte pressatura. Possono avere finitura e colori diversi (sabbiati,impregnati, levigati, ecc.). Sono particolarmente adatti per l'impiego di: centri sportivi, cortili, giardini, parchi, terrazze, viali,ecc.. I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Il pavimento sopraelevato non deve contenere e/o emettere sostanze dannose per l'utenza I livelli minimi variano in funzione dei parametri stabiliti per le singole sostanze pericolose dalla normativa vigente R02 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Per la determinazione dei livelli minimi si considerano i parametri derivanti da prove di laboratorio che prendono in considerazione la norma UNI EN A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Pavimentazioni interne Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sgretolamento disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali A13 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto._ I01 Lucidatura superfici Pagina 173 Pagina 174

45 Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati I02 Pulizia delle superfici Ditte specializzate: Generico._ Ditte specializzate: Pavimentista._ Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento I03 Ripristino degli strati protettivi Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I04 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. Elemento Manutenibile: Rivestimenti in gres porcellanato A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne I rivestimenti in gres porcellanato vengono ottenuti da impasti di argille naturali greificanti, opportunamente corrette con fondenti e smagranti (argille artificiali). Adatto per pavimenti e rivestimenti, sia in interni sia in esterni, è impermeabile, compatto, duro, opaco, dotato di alta inerzia chimica, antigelivo, resistente alla rottura, all'abrasione, alla compressione (sino a N/mM2),ai carichi e al fuoco. Il grès porcellanato è disponibile in un'ampia e articolata gamma di formati. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sollevamento e distacco dal supporto._ Pagina 175 Pagina I01 Pulizia delle superfici Ditte specializzate: Generico._ Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche), Muratore._ Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche)._ Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura, degli elementi con detergenti adatti al tipo di rivestimento I02 Pulizia e reintegro giunti Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi previa preparazione del sottostante piano di posa. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Elemento Manutenibile: Rivestimenti in klinker A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne I rivestimenti in klinker vengono generalmente utilizzati come prodotto di finitura delle facciate anche in virtù di una limitata manutenzione. Dal dosaggio dei singoli componenti e dalla cottura, ad alta temperatura (1250 'C) di un impasto di materie prime colorate naturalmente o artificialmente (mediante ossidi coloranti), additivate con argilla cotta e fondenti energetici si ottiene un processo di vetrificazione della piastrella che ne determina la struttura compatta e le peculiari caratteristiche di resistenza meccanica ed inerzia chimica, molto vicine a quelle del grès. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sollevamento e distacco dal supporto._ I01 Pulizia delle superfici Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura, degli elementi con detergenti adatti Pagina 177 Pagina 178

46 al tipo di rivestimento. Ditte specializzate: Generico._ I02 Pulizia e reintegro giunti Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche), Muratore._ I rivestimenti tessili non dovranno presentare difetti e irregolarità: nell'aspetto; nello spessore; nelle dimensioni, ecc.. I livelli minimi variano in funzione delle di prove laboratorio eseguite su campioni secondo le norme tecniche di settore I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi previa preparazione del sottostante piano di posa. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Ditte specializzate: Pavimentista (Ceramiche)._ Elemento Manutenibile: Rivestimenti in moquettes A01 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie dei rivestimenti tessili A02 Distacco Distacco di parti del rivestimento tessile dalle superfici di posa A03 Macchie Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel tessuto del rivestimento A04 Mancanza Perdita di parti e/o zone del rivestimento tessile (fibre, peli, fiocchetti, bordi, ecc.) R01 Regolarità delle finiture per rivestimenti tessili Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne La moquette fa parte della categoria di pavimenti tessili ed è estremamente diffusa e utilizzata negli hotel, gli alberghi e le grandi comunità in generale. La moquette è infatti particolarmente adatta per ambienti di frequente passaggio. Generalmente le moquettes sono costituite da un supporto che può essere di genere diverso (lattice di gomma, juta, materiale sintetico ecc.) nel quale vengono inseriti diversi tipi di filati, sia sintetici sia naturali. Tra le principali caratteristiche che deve possedere la moquette: - resistenza alla luce senza perdita di colore; - la resistenza al fuoco; - essere antistatica; - essere di facile pulibilità; - durata decennale. Le versioni di moquette in commercio sono molto numerosi ma si possono raggruppare in tre grandi famiglie: - BouclÈ, dotati di sottofondo resistente in lattice o in juta, caratterizzati da ciuffi ricurvi e particolarmente morbidi e cedevoli. In relazione alla scarsa resistenza all usura è l ideale per camere da letto dove il passaggio è limitato; - Velour, dotati di sottofondo robusto in juta o in lattice, caratterizzati da un mantello con i ciuffi diritti in pelo di vario spessore in materiale sintetico o naturale. Particolare attenzione deve essere posta nella manutenzione del velour poichè si possono annidare facilmente polvere ed altri detriti; - Agugliati, molto compatti e resistenti all usura, ma relativamente soffice ed elastica. Non hanno un sottofondo e hanno il pelo molto corto o rasato; la superficie può essere lavorata o liscia. Adatti per ambienti di frequente passaggio, come ingressi, corridoi, uffici grazie alla resistenza che offre. I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllare periodicamente l'integrità delle superfici dei rivestimenti attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare eventuali distacchi, macchie, depositi, bolle, rigonfiamenti, ecc. e/o difetti di esecuzione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli attacchi biologici; 2) Regolarità delle finiture per rivestimenti tessili. Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Distacco; 3) Macchie; 4) Mancanza._ I01 Pulizia Provvedere alla pulizia dei rivestimenti, con aspirapolveri, e a lavaggi a secco con prodotti idonei al tipo di tessuto. Ditte specializzate: Pavimentista (Moquette)._ I02 Sostituzione Sostituzione totale o parziale delle parti usurate previa rimozione delle strisce o dei quadrotti dei rivestimenti tessili preesistente con opportuna preparazione della superficie di posa e relativo fissaggio. Ditte specializzate: Pavimentista (Moquette)._ Pagina 179 Pagina 180 Elemento Manutenibile: Rivestimenti industriali in calcestruzzo Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti. Si tratta di pavimentazioni che trovano generalmente il loro impiego in locali di servizio (se il rivestimento cementizio è del tipo semplice), in edilizia industriale, impianti sportivi, ecc. (se il rivestimento cementizio è del tipo additivato). Tra le tipologie di rivestimenti cementizi per interni si hanno: il battuto comune di cemento, il rivestimento a spolvero, i rivestimenti a strato incorporato antiusura, il rivestimento a strato riportato antiusura, i rivestimenti con additivi bituminosi e i rivestimenti con additivi resinosi. A secondo delle geometrie delle pavimentazioni da realizzare, si possono eseguire rivestimenti in elementi in strisce di larghezza variabile R01 Regolarità delle finiture per rivestimenti cementizi Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici dei rivestimenti non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. Sulle dimensioni nominali e' ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale media delle misure sul campione prelevato; le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza 15% per il singolo massello e 10% sulle medie A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, presenza di vegetazione, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture per rivestimenti cementizi; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature._ I01 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni 5 anni Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. Ditte specializzate: Generico._ I02 Ripristino degli strati protettivi Cadenza: ogni 5 anni Pagina 181 Pagina 182

47 Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate antimacchia, qualora il tipo di elemento lo preveda, che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione di elementi, lastre, listelli di cornice o accessori usurati o rotti con altri analoghi. Elemento Manutenibile: Rivestimenti lapidei R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Per le pavimentazioni interne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo (lucidati in opera o prelucidati), i graniti, i travertini, le pietre, i marmi-cemento, le marmette e marmettoni, i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla. I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. Devono in ogni caso consentire un'agevole pulizia di eventuali macchie prodottesi. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego R02 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre A12 Sgretolamento disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali A13 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. Pagina 183 Pagina 184 CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE Pavimentazioni interne C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto._ Si tratta di rivestimenti che trovano il loro impiego nell'edilizia residenziale, scolastica, terziaria, ecc.. Le pavimentazioni in legno possono essere classificate in base alla morfologia e al tipo di elementi. I prodotti più diffusi sul mercato vengono denominati: lamellari o mosaici, lamparquet, listoni, pistoncini, parquet ad intarsio, parquet prefinti, precolorati e ad alta resistenza. Le dimensioni (spessore, larghezza, lunghezza) variano a secondo dei prodotti. I pavimenti potranno essere posati già lucidati o lucidati successivamente mediante lamatura. Di notevole importanza è la misurazione del tasso di umidità al momento della posa del rivestimento. Il massetto di posa è in genere realizzato in cls. idraulico o cementi a presa rapida con spessore almeno di cm 5. Per spessori superiori è consigliabile predisporre una guaina impermeabile che possa anche impedire la risalita di eventuale umidità, in particolare in caso di supporti a diretto contatto con vespai o altri strati non ventilati. I rivestimenti vanno posati con collanti speciali (collanti poliuretanici bicomponenti) fino a lunghezze limite di 60 cm circa, oltre le quali è consigliabile l'utilizzo di magatelli annegati negli strati di compensazione con orditura ortogonale rispetto a quella degli elementi lignei e ad interasse intorno ai cm; oppure mediante chiodatura o semplicemente mediante sovrapposizione. Nel caso di posa su pavimentazioni preesistenti si procederà mediante sgrassatura delle superfici, loro irruvidimento e successivo incollaggio. Inoltre, preferibilmente, la posa dei rivestimenti lignei dovrà avvenire ad almeno 5 mm dalle pareti perimetrali I01 Lucidatura superfici Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati I02 Pulizia delle superfici Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento. Ditte specializzate: Generico._ I03 Ripristino degli strati protettivi Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I04 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. Ditte specializzate: Pavimentista._ Elemento Manutenibile: Rivestimenti lignei a parquet Unità Tecnologica: R01 Regolarità delle finiture per rivestimenti lignei a parquet Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici dei rivestimenti non devono presentare fessurazioni a vista, nè screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità, l'assenza di difetti superficiali, l'omogeneità di colore, l'omogeneità di brillantezza, l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. Sono ammessi i seguenti difetti visibili sulle facce in vista: Qualità I: - piccoli nodi sani con diametro minore di 2 mm se del colore della specie o minore di 1 mm se di colore diverso, purchè presenti su meno del 10% degli elementi del lotto; - imperfezioni di lavorazione con profondità minore di 1 mm, purchè presenti su meno del 10% degli elementi; Qualità II: - piccoli nodi sani con diametro minore di 5 mm se del colore della specie o minore di 2 mm se di colore diverso, purchè presenti su meno del 20% degli elementi del lotto; - imperfezioni di lavorazione come per la classe I; - piccole fenditure; - alburno senza limitazioni ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti. Qualità III: - esenti da difetti che possono compromettere l'impiego (in caso di dubbio valgono le prove di resistenza meccanica); - alburno senza limitazioni ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti. Inoltre, sono ammesse le seguenti tolleranze sulle dimensioni e finitura: - listoni: 1 mm sullo spessore, 2 mm sulla larghezza e 5 mm sulla lunghezza; - tavolette: 0,5 mm sullo spessore, 1,5% sulla larghezza e lunghezza; - mosaico, quadrotti, ecc.: 0,5 mm sullo spessore, 1,5% sulla larghezza e lunghezza R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. Pagina 185 Pagina 186

48 I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego R03 Resistenza agli attacchi biologici per rivestimenti lignei a parquet Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. In ogni caso i rivestimenti lignei devono avere contenuto di umidità tra il 10 ed il 15% R04 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. I livelli minimi variano in funzione delle prove effettuate in laboratorio secondo le norme vigenti: - resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa (UNI 10827); - prova d'impronta sul legno per pavimentazione (UNI 4712); - determinazione della stabilità dimensionale (UNI EN 1910) A01 Alterazione cromatica Alterazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Affezione da funghi Infezione da funghi con conseguente formazione di muffe, variazione di colore e disgregazione degli strati lignei A03 Apertura di giunti Comparsa di fessure in prossimità dei giunti dovute agli spostamenti degli elementi lignei A04 Attacco da insetti xilofagi Comparsa di fori o cavità sulla superficie e negli spessori degli elementi A05 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità scavo o rigetto degli strati di pittura A06 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero A07 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A09 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A10 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto A12 Inarcamento e sollevamento Sollevamento e deformazione del rivestimento con successivo distacco degli elementi A13 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A14 Muffa Si tratta di un fungo che tende a crescere sul legno in condizioni di messa in opera recente A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità e disgregazione del legno dovute ad infiltrazioni e relativo degrado delle finiture di superficie A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli A17 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento a bolla combinato all azione della gravità A18 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in legno. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di brillantezza delle finiture. Controllare Pagina 187 Pagina 188 Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture per rivestimenti lignei a parquet; 2) Resistenza agli attacchi biologici per rivestimenti lignei a parquet; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Azzurratura; 3) Crosta; 4) Decolorazione; 5) Deposito superficiale; 6) Disgregazione; 7) Distacco; 8) Fessurazioni; 9) Inarcamento e sollevamento; 10) Macchie e graffiti; 11) Muffa; 12) Penetrazione di umidità; 13) Polverizzazione; 14) Rigonfiamento; 15) Scheggiature._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza agli attacchi biologici per rivestimenti lignei a parquet. Anomalie riscontrabili: 1) Penetrazione di umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Pavimentista (Parquet)._ Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza agli attacchi biologici per rivestimenti lignei a parquet. Anomalie riscontrabili: 1) Affezione da funghi; 2) Attacco da insetti xilofagi; 3) Azzurratura; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deposito superficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Fessurazioni; 10) Macchie e graffiti; 11) Muffa; 12) Penetrazione di umidità; 13) Polverizzazione; 14) Rigonfiamento; 15) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Pavimentista (Parquet)._ Ditte specializzate: Pavimentista (Parquet)._ l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e della loro planarità. Riscontro di eventuali anomalie (abrasioni, presenza di rigonfiamenti e sfaldature, macchie, rotture, perdita di elementi ecc.) e/o difetti di esecuzione C02 Controllo del grado di umidità Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Ispezione strumentale Controllo del grado di umidità ambientale e del pavimento con strumentazione idonea (igrometro) C03 Controllo presenza attacco biologico Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Ispezione strumentale Controllo e rilievo di eventuale presenza di attacco biologico (insetti, funghi, batteri). MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE I01 Pulizia Pulizia con aspirapolveri ed applicazione a panno morbido o lucidatrice di speciali polish autolucidanti con funzione detergenteprotettiva. Per le macchie è preferibile usare un panno umido con detergenti appropriati I02 Ripristino cera Per le finiture a cera si effettua la lucidatura con panno morbido o lucidatrice. L'applicazione di cere liquide per il mantenimento della protezione superficiale avviene periodicamente. In caso di rinnovo dello strato protettivo di cera, bisogna rimuovere i vecchi strati di cera ed applicare un nuovo strato di cera liquida (applicazione a caldo) o di cera solida (applicazione a freddo) I03 Ripristino protezione ad olio Ditte specializzate: Pavimentista (Parquet)._ Ditte specializzate: Pavimentista (Parquet)._ Ditte specializzate: Pavimentista (Parquet)._ Per le finiture ad olio la manutenzione avviene a secco con spazzola a disco (del tipo morbido). Si può comunque applicare una mano di cera autolucidante. In particolare per i rivestimenti prefiniti evitare di applicare cere ma prodotti lucidanti specifici I04 Ripristino verniciatura Cadenza: ogni 5 anni Dapprima si esegue la levigatura del rivestimenti con mezzi idonei. Successivamente si esegue la verniciatura a base di vernici epossidiche, formofenoliche o poliuretaniche a pennello o a spruzzo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. Le frequenze manutentive variano a secondo delle sollecitazioni a cui i pavimenti sono sottoposti. Lo strato di vernice va rinnovato comunque almeno ogni 10 anni circa I05 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi in legno, dei prodotti derivati e degli accessori degradati con materiali adeguati e/o comunque simili a quelli originari ponendo particolare attenzione ai fissaggi relativi agli elementi sostituiti. Tali operazioni non debbono alterare l'aspetto visivo geometrico-cromatico delle superfici. Elemento Manutenibile: Rivestimenti resilienti R01 Assenza di emissioni di sostanze nocive per rivestimenti resilienti Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Si tratta di rivestimenti capaci di recuperare la forma iniziale fino ad un certo punto dopo compressione, per esempio materiali plastici, gomma, linoleum o PVC. I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione di temperature elevate o per impregnazione d'acqua. In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonchè la diffusione di fibre di vetro. I livelli minimi si basano sulle prove di laboratorio in cui viene misurata la perdita percentuale di massa di un provino prelevato Pagina 189 Pagina 190

49 dallo strato superficiale di un materiale durante un trattamento termico specificato, in presenza di un materiale assorbente secondo la norma UNI EN R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio. Nel caso della prova della determinazione del potere macchiante, diverse sostanze chimiche (liquide e pastose) vengono poste su un provino per un certo tempo. Dopo aver pulito il provino si considera il cambiamento di aspetto (UNI EN 423:2002) R03 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. I Rivestimenti dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a sollecitazioni derivanti da cause di gelo e disgelo, in particolare all insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione. I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su provini sottoposti a cicli alternati di gelo R04 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I rivestimenti costituenti le pavimentazioni, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimicofisiche. Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti superficiali, nei limiti indicati dalla normativa. L'acqua inoltre non deve raggiungere i materiali isolanti nè quelli deteriorabili in presenza di umidità. I livelli minimi variano in funzione dei risultati delle prove di laboratorio consistenti nel sottoporre i provini all'azione dell'acqua deionizzata e rilevandone dopo un certo tempo le variazione di massa e di forma secondo la UNI R05 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: - azione di una sedia con ruote (UNI EN 425); - azione di lacerazione (UNI EN 432); - azione di un carico statico (UNI EN 433). Nel caso dell'azione di una sedia con ruote si sottopone un'area di rivestimento resiliente, con più giunzioni saldate, al movimento simulato di una sedia con ruote con movimenti epicicloidali in direzioni diverse. Dalla prova si rilevano i danni riportati dal provino (UNI EN 425). Nel caso di un'azione di lacerazione, un provino viene incollato tra due piastre tale da ottenere una sovrapposizione di 2000 mm^2 corrispondente alla superficie di lacerazione. Sottoposto a trazione il provino sarà strappato parallelamente alla superficie delle piastre (UNI EN 432); Nel caso dell'azione di un carico statico, un provino viene prima misurato nello spessore e successivamente sottoposto più volte a un carico statico (UNI EN 433) A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Bolle Alterazione della superficie del rivestimento caratterizzata dalla presenza di bolle dovute ad errori di posa congiuntamente alla mancata adesione del rivestimento in alcune parti A03 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A07 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A08 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A09 Macchie Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A10 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A11 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento. Pagina 191 Pagina 192 CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolle; 3) Degrado sigillante; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Erosione superficiale; 8) Fessurazioni; 9) Macchie; 10) Mancanza; 11) Perdita di elementi._ Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (lesioni, bolle, distacchi, ecc.) I01 Pulizia delle superfici Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento I02 Ripristino degli strati protettivi Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I03 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. Elemento Manutenibile: Rivestimenti tessili Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne Si tratta di rivestimenti tessili che trovano il loro impiego maggiormente in ambienti a carattere pubblico con elevato numero di fruitori (teatri, cinema, alberghi, sale d'attesa, ristoranti, uffici, negozi, sale conferenze, ecc.). Essi si suddividono in rivestimenti tessili per pavimentazioni a pelo e senza pelo. Le tipologie dei vari rivestimenti si diversificano per composizione delle fibre e per tipo di tessitura. Le fibre più diffuse sono: acrilico, lana, a più fibre, nylon, poliestere e polipropilene. I rivestimenti tessili più diffusi sono: moquette a pelo tagliato (o velour), moquette agugliata o piana o a feltro, bouclè o a pelo riccio e velluti resilienti. In genere i rivestimenti tessili sono distribuiti commercialmente in rotoli con dimensioni variabili in altezza tra 200 e 400 cm, oppure in quadrotti con dimensioni variabili tra 50x50 cm e 60x60 cm. Gli spessori, sia per i rotoli che per i quadrotti variano tra i R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica mm. In genere la posa dei rivestimenti tessili avviene mediante collanti a base di resine sintetiche, o resine acriliche, doppi nastri adesivi, listelli di ancoraggio. La posa può avvenire direttamente su supporto previa lisciatura, oppure sopra uno strato di interposizione (pannelli in sughero, feltro, juta, ecc.). I rivestimenti tessili devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali cariche elettriche a carico degli utenti per contatto diretto. I rivestimenti tessili dovranno avere adeguata resistenza elettrica ed essere in grado di controllare e disperdere eventuali cariche (cariche elettrostatiche;). I livelli minimi variano in funzione delle di prove laboratorio eseguite su campioni secondo le norme UNI / R02 Reazione al fuoco per rivestimenti tessili Classe di Requisiti: Protezione antincendio Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti. I materiali di rivestimento devono essere di classe non superiore a 1 (uno) secondo la classificazione di reazione al fuoco prevista dal D.M Le proprietà di reazione al fuoco dei materiali devono essere documentate mediante "marchio di conformità". Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazioni compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure di classe 2 se in presenza di impianti di spegnimento automatico asserviti ad impianti di rivelazione incendi. I rivestimenti tessili inoltre dovranno essere conformi alle norme tecniche UNI EN 986 (Determinazione delle variazioni dimensionali e dell'incurvamento per effetto della variazione delle condizioni di umidità e calore) R03 Regolarità delle finiture per rivestimenti tessili Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. I rivestimenti tessili non dovranno presentare difetti e irregolarità: nell'aspetto; nello spessore; nelle dimensioni, ecc.. I livelli minimi variano in funzione delle di prove laboratorio eseguite su campioni secondo le norme tecniche di settore R04 Resistenza alla sporcatura Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità I rivestimenti, a seguito di sporcatura delle superfici, dovranno mantenere inalterate le caratteristiche di aspetto e non subire riduzioni di prestazioni. I rivestimenti tessili non dovranno deteriorarsi a seguito di sporcatura delle superfici per cause esterne (calpestio, usura, liquidi, ecc.) Pagina 193 Pagina 194

50 e consentire comunque un'agevole pulizia delle superfici. I livelli minimi variano in funzione delle di prove laboratorio eseguite su campioni secondo le norme tecniche di settore. Rivestimenti in graniglie e marmi A01 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie dei rivestimenti tessili A02 Distacco Distacco di parti del rivestimento tessile dalle superfici di posa A03 Macchie Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel tessuto del rivestimento A04 Mancanza Perdita di parti e/o zone del rivestimento tessile (fibre, peli, fiocchetti, bordi, ecc.). CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllare periodicamente l'integrità delle superfici dei rivestimenti attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare eventuali distacchi, macchie, depositi, bolle, rigonfiamenti, ecc. e/o difetti di esecuzione. Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli attacchi biologici; 2) Regolarità delle finiture per rivestimenti tessili. Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Distacco; 3) Macchie; 4) Mancanza._ I01 Pulizia Provvedere alla pulizia dei rivestimenti, con aspirapolveri, e a lavaggi a secco con prodotti idonei al tipo di tessuto. Ditte specializzate: Pavimentista (Moquette)._ I02 Sostituzione Sostituzione totale o parziale delle parti usurate previa rimozione delle strisce o dei quadrotti dei rivestimenti tessili preesistente con opportuna preparazione della superficie di posa e relativo fissaggio. Ditte specializzate: Pavimentista (Moquette)._ Elemento Manutenibile: Pagina R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Unità Tecnologica: Pavimentazioni interne I rivestimenti in graniglie e marmi sono in genere costituiti da marmette prefabbricate di formato geometrico. Essi vengono prodotti mescolando tra loro materie prime e agglomerate con cemento ad alto dosaggio e leganti speciali e resi poi omogenei esteticamente e strutturalmente mediante vibratura e forte pressatura. Possono avere finitura e colori diversi (sabbiati,impregnati, levigati, ecc.). Sono particolarmente adatti per l'impiego di: centri sportivi, cortili, giardini, parchi, terrazze, viali,ecc.. I rivestimenti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Il pavimento sopraelevato non deve contenere e/o emettere sostanze dannose per l'utenza I livelli minimi variano in funzione dei parametri stabiliti per le singole sostanze pericolose dalla normativa vigente R02 Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Per la determinazione dei livelli minimi si considerano i parametri derivanti da prove di laboratorio che prendono in considerazione la norma UNI EN A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. Pagina A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche) A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre I01 Lucidatura superfici Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati I02 Pulizia delle superfici Ditte specializzate: Generico._ Ditte specializzate: Pavimentista._ Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento I03 Ripristino degli strati protettivi Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche I04 Sostituzione degli elementi degradati Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo A12 Sgretolamento disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali A13 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE C01 Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.). Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli agenti aggressivi; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto._ Pagina 197 Pagina 198

51 Unità Tecnologica: Impianto elettrico L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per potenze non superiori a 50 kw l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare cosï che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento I componenti degli impianti elettrici capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma tecnica. Si possono controllare i componenti degli impianti elettrici procedendo ad un esame nonchè a misure eseguite secondo le norme CEI vigenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l impianto di terra dell edificio. Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli impianti mediante misurazioni di resistenza a terra. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n R03 Attitudine a limitare i rischi di incendio Classe di Requisiti: Protezione antincendio I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi di probabili incendi. Per limitare i rischi di probabili incendi i generatori di calore, funzionanti ad energia elettrica, devono essere installati e funzionare nel rispetto di quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R04 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R05 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R06 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R07 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o disfare l'intero impianto. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R08 Resistenza meccanica Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o Pagina 199 Pagina 200 rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Gli elementi costituenti gli impianti elettrici devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Alternatore Canalizzazioni in PVC Contattore Fusibili Gruppi di continuità Gruppi elettrogeni Interruttori Motori Prese e spine Quadri di bassa tensione Quadri di media tensione Relè a sonde Relè termici Sezionatore Trasformatori in liquido isolante Trasformatori a secco Elemento Manutenibile: Alternatore A01 Anomalie avvolgimenti Difetti di isolamento degli avvolgimenti A02 Anomalie cuscinetti Difetti di funzionamento dei cuscinetti A03 Difetti elettromagneti Difetti di funzionamento degli elettromagneti A04 Surriscaldamento Eccessivo livello della temperatura per cui si verifica il blocco dei cuscinetti. Unità Tecnologica: Impianto elettrico L'alternatore è un dispositivo elettrico che trasforma energia meccanica in energia elettrica a corrente alternata. Gli alternatori sono costituiti da due parti fondamentali, una fissa e l'altra rotante, dette rispettivamente statore e rotore, su cui sono disposti avvolgimenti di rame isolati. I due avvolgimenti si dicono induttore e indotto; a seconda del tipo di alternatore l'induttore può essere disposto sul rotore e l'indotto sullo statore e viceversa. Quando una delle due parti ( indotto o induttore) entra in rotazione si genera (per il fenomeno dell induzione elettromagnetica) una corrente elettrica nell indotto che viene raccolta dalle spazzole e da queste trasmessa agli utilizzatori C01 Controllo cuscinetti Cadenza: ogni 2 mesi Verificare l'assenza di rumorosità durante il funzionamento. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie cuscinetti C02 Verifica tensione Tipologia: Ispezione strumentale Verificare la tensione e la corrente in uscita; controllare la frequenza di uscita e la potenza attiva erogata. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie avvolgimenti; 2) Difetti elettromagneti. Pagina 201 Pagina 202

52 I01 Sostituzione Eseguire la sostituzione dell'alternatore quando necessario. Elemento Manutenibile: Canalizzazioni in PVC R01 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Unità Tecnologica: Impianto elettrico Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici; sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI (dovranno essere dotate di marchio di qualità o certificate secondo le disposizioni di legge). Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili di essere sottoposti all azione del fuoco devono essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da marchio di conformità o dichiarazione di conformità. Le prove per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi sono quelle indicate dalle norme UNI. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R02 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti elettrici non devono presentare incompatibilità chimico-fisica. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto A01 Corto circuiti Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto A05 Interruzione dell'alimentazione principale Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno A07 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole di passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie. Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Resistenza meccanica; 3) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Surriscaldamento I01 Ripristino grado di protezione Ripristinare il previsto grado di protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente. Elemento Manutenibile: Pagina 203 Pagina 204 Contattore Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie della bobina; 2) Anomalie del circuito magnetico; 3) Anomalie della molla; 4) Anomalie delle viti serrafili; 5) Difetti dei passacavo; 6) Anomalie dell'elettromagnete; 7) Rumorosità A01 Anomalie della bobina Difetti di funzionamento della bobina di avvolgimento A02 Anomalie del circuito magnetico Difetti di funzionamento del circuito magnetico mobile A03 Anomalie dell'elettromagnete Vibrazioni dell'elettromagnete del contattore dovute ad alimentazione non idonea A04 Anomalie della molla Difetti di funzionamento della molla di ritorno A05 Anomalie delle viti serrafili Difetti di tenuta delle viti serrafilo A06 Difetti dei passacavo Difetti di tenuta del coperchio passacavi A07 Rumorosità Eccessivo livello del rumore dovuto ad accumuli di polvere sulle superfici. Unità Tecnologica: Impianto elettrico» un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi: - per rotazione, ruotando su un asse; - per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse; - con un movimento di traslazione-rotazione. Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore si apre a causa: - delle molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile; - della gravità C02 Verifica tensione Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione strumentale Misurare la tensione ai morsetti di arrivo utilizzando un voltmetro. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'elettromagnete I01 Pulizia Eseguire la pulizia delle superfici rettificate dell'elettromagnete utilizzando benzina o tricloretilene I02 Serraggio cavi Effettuare il serraggio di tutti i cavi in entrata e in uscita dal contattore I03 Sostituzione bobina Cadenza: a guasto Effettuare la sostituzione della bobina quando necessario con altra dello stesso tipo. Elemento Manutenibile: Fusibili C01 Controllo generale Verificare che i fili siano ben serrati dalle viti e che i cavi siano ben sistemati nel coperchio passacavi. Nel caso di eccessivo rumore smontare il contattore e verificare lo stato di pulizia delle superfici dell'elettromagnete e della bobina. Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento._ Unità Tecnologica: Impianto elettrico I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: - fusibili "distribuzione" tipo gg: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto; - fusibili "motore" tipo am: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti in maniera tale che permettono ai fusibili am di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico immediatamente Pagina 205 Pagina 206

53 superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto A01 Depositi vari Accumuli di polvere all'interno delle connessioni A02 Difetti di funzionamento Anomalie nel funzionamento dei fusibili dovuti ad erronea posa degli stessi sui porta-fusibili A03 Umidità Presenza di umidità ambientale o di condensa C01 Controllo generale Verificare la corretta posizione ed il tipo di fusibile installato. Controllare che le connessioni siano efficienti e pulite. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento; 2) Depositi vari; 3) Umidità I01 Pulizia Eseguire la pulizia delle connessioni dei fusibili sui porta fusibili eliminando polvere, umidità e depositi vari I02 Sostituzione dei fusibili Eseguire la sostituzione dei fusibili quando usurati R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere I gruppi di continuità dell'impianto elettrico consentono di alimentare circuiti utilizzatori in assenza di alimentazione da rete per le utenze che devono sempre essere garantite; l energia viene prelevata da quella raccolta in una batteria che il sistema ricarica durante la presa di energia dalla rete pubblica. Si dividono in impianti soccorritori in corrente continua e soccorritori in corrente alternata con inverter. Gli utilizzatori più comuni sono: dispositivi di sicurezza e allarme, impianti di illuminazione di emergenza, impianti di elaborazione dati. I gruppi di continuità sono formati da: - trasformatore di ingresso (isola l apparecchiatura dalla rete di alimentazione); - raddrizzatore (durante il funzionamento in rete trasforma la tensione alternata che esce dal trasformatore di ingresso in tensione continua, alimentando, quindi, il caricabatteria e l inverter); - caricabatteria (in presenza di tensione in uscita dal raddrizzatore ricarica la batteria di accumulatori dopo un ciclo di scarica parziale e/o totale); - batteria di accumulatori (forniscono, per il periodo consentito dalla sua autonomia, tensione continua all inverter nell ipotesi si verifichi un black-out); - invertitore (trasforma la tensione continua del raddrizzatore o delle batterie in tensione alternata sinusoidale di ampiezza e frequenza costanti); - commutatori (consentono di intervenire in caso siano necessarie manutenzioni senza perdere la continuità di alimentazione). Gli elementi dei gruppi di continuità devono garantire un livello di rumore nell ambiente esterno e in quelli abitativi entro i limiti prescritti dalla normativa vigente. I gruppi di continuità devono funzionare in modo da mantenere il livello di rumore ambiente La e quello residuo Lr nei limiti indicati dalla normativa. I valori di emissione acustica possono essere verificati in situ, procedendo alle verifiche previste dalle norme UNI, oppure verificando che i valori dichiarati dal produttore di elementi facenti parte dell'impianto siano conformi alla normativa A01 Corto circuiti Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. Elemento Manutenibile: Gruppi di continuità Unità Tecnologica: Impianto elettrico A04 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale inverter Pagina 207 Pagina 208 Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. Verificare lo stato di funzionamento del quadro di parallelo invertitori misurando alcuni parametri quali le tensioni, le correnti e le frequenze di uscita dall'inverter. Effettuare le misurazioni della potenza in uscita su inverter-rete C02 Verifica batterie Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza delle batterie del gruppo di continuità mediante misura della tensione con la batteria quasi scarica; verificare i livelli del liquido e lo stato dei morsetti. I gruppi elettrogeni devono funzionare in modo da mantenere il livello di rumore ambiente La e quello residuo Lr nei limiti indicati dalla normativa I valori di emissione acustica possono essere verificati in situ, procedendo alle verifiche previste dalle norme UNI, oppure verificando che i valori dichiarati dal produttore di elementi facenti parte dell'impianto siano conformi alla normativa R02 Assenza della emissione di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici I gruppi elettrogeni degli impianti elettrici devono limitare la emissione di sostanze inquinanti, tossiche, corrosive o comunque nocive alla salute degli utenti. Deve essere garantita la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell installazione dei materiali e componenti nel rispetto delle disposizioni normative. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto I01 Ricarica batteria Ricarica del livello del liquido dell'elettrolita, quando necessario, nelle batterie del gruppo di continuità. Ditte specializzate: Meccanico._ Elemento Manutenibile: Gruppi elettrogeni R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere Unità Tecnologica: Impianto elettrico Si utilizzano per produrre energia elettrica necessaria ad alimentare servizi di produzione e/o di sicurezza; il loro funzionamento è basato su un sistema abbinato motore diesel-generatore elettrico. All accrescere della potenza il gruppo elettrogeno si può raffreddare ad aria o ad acqua. I gruppi elettrogeni degli impianti elettrici devono garantire un livello di rumore nell ambiente esterno e in quelli abitativi entro i limiti prescritti dalla normativa vigente A01 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A04 Rumorosità Eccessivo livello del rumore prodotto durante il funzionamento A05 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 mesi Controllo dello stato generale e dell'integrità dei gruppi elettrogeni, con particolare attenzione al livello dell'acqua, alla tensione delle cinghie, al sistema automatico di rabbocco dell'olio. Controllo della tensione della batteria di avviamento. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del rumore prodotto; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Attitudine a limitare i rischi di incendio; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica._ Pagina 209 Pagina 210

54 Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Surriscaldamento. Ditte specializzate: Elettricista, Meccanico._ C02 Controllo generale alternatore Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. Ditte specializzate: Meccanico._ Ditte specializzate: Meccanico._ Simulare una mancanza di rete per verificare l'avviamento automatico dell'alternatore; durante questa operazione rilevare una serie di dati (tensione di uscita, corrente di uscita ecc.) e confrontarli con quelli prescritti dal costruttore C03 Verifica apparecchiature ausiliare del gruppo Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza delle lampade di segnalazione, delle spie di segnalazione, dello stato dei contatti fissi. Verificare il corretto funzionamento della pompa di alimentazione del combustibile I01 Sostituzione dell'olio motore Sostituire quando necessario l'olio del motore del gruppo elettrogeno I02 Sostituzione filtri Sostituzione dei filtri del combustibile, dei filtri dell'olio, dei filtri dell'aria. Elemento Manutenibile: Interruttori Unità Tecnologica: Impianto elettrico Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo riempimento a 20 C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori: - comando a motore carica molle; - sganciatore di apertura; - sganciatore di chiusura; - contamanovre meccanico; - contatti ausiliari per la segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore R01 Comodità di uso e manovra Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Gli interruttori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria. In particolare l altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad esempio il telecomando a raggi infrarossi) A01 Anomalie dei contatti ausiliari Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari A02 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento delle molle A03 Anomalie degli sganciatori Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura A04 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A05 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A06 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A07 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto A08 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. Pagina 211 Pagina C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5) Surriscaldamento; 6) Anomalie degli sganciatori. Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti I01 Sostituzioni Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti degli interruttori quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. Elemento Manutenibile: Motori Unità Tecnologica: Impianto elettrico Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto). Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di varie bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione. Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti. A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una gabbia di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche le alette di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi motori è bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale. A doppia gabbia.» il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna perchè questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto. A fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso attraverso la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito la velocità è inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox resistente. Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può ottenere soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento. Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore che, di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità libere o si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle spazzole in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito rotorico, questo tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale. Il picco di corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia. I motori devono essere realizzati con materiali e componenti tali da garantire un livello di rumore nell ambiente esterno entro i limiti prescritti dalla norma tecnica. Il livello di rumore può essere oggetto di verifiche sia con gli impianti funzionanti che con gli impianti fermi. Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma A01 Anomalie del rotore Difetti di funzionamento del rotore A02 Aumento della temperatura Valori eccessivi della temperatura ambiente che causano malfunzionamenti A03 Difetti del circuito di ventilazione Anomalie nel funzionamento del circuito di ventilazione A04 Difetti delle guarnizioni Difetti di tenuta delle guarnizioni A05 Difetti di marcia Difetti nella marcia del motore per cui si verificano continui arresti e ripartenze A06 Difetti di serraggio Difetti di tenuta dei serraggi dei vari bulloni A07 Difetti dello statore Difetti di funzionamento dello statore A08 Rumorosità Eccessivo livello del rumore prodotto durante il funzionamento. Pagina 213 Pagina 214

55 A09 Sovraccarico Eccessivo valore della tensione utilizzata per singolo apparecchio. Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette) C01 Controllo della tensione Tipologia: Ispezione strumentale Effettuare una verifica dei valori della tensione di alimentazione per evitare sovraccarichi. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Aumento della temperatura; 2) Sovraccarico C02 Controllo generale Verificare che il motore giri correttamente e che il livello del rumore prodotto non sia eccessivo. Controllare che non si verifichino giochi o cigolii. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del rumore prodotto. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del rotore; 2) Difetti di marcia; 3) Difetti di serraggio; 4) Difetti dello statore; 5) Rumorosità I01 Revisione Eseguire lo smontaggio completo del motore per eseguirne la revisione I02 Serraggio bulloni Eseguire il serraggio di tutti i bulloni per evitare giochi e malfunzionamenti. Elemento Manutenibile: Prese e spine Unità Tecnologica: Impianto elettrico R01 Comodità di uso e manovra Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Le prese e spine devono essere disposte in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria. In particolare l altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi) A01 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto A05 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni_ Pagina 215 Pagina 216 elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5) Surriscaldamento. E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto I01 Sostituzioni Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti di prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. Elemento Manutenibile: Quadri di bassa tensione R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Unità Tecnologica: Impianto elettrico Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie. I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonchè le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione A01 Anomalie dei contattori Difetti di funzionamento dei contattori A02 Anomalie dei fusibili Difetti di funzionamento dei fusibili A03 Anomalie dell'impianto di rifasamento Difetti di funzionamento della centralina che gestisce l'impianto di rifasamento A04 Anomalie dei magnetotermici Difetti di funzionamento degli interruttori magnetotermici A05 Anomalie dei relè Difetti di funzionamento dei relè termici A06 Anomalie della resistenza Difetti di funzionamento della resistenza anticondensa A07 Anomalie delle spie di segnalazione Difetti di funzionamento delle spie e delle lampade di segnalazione A08 Anomalie dei termostati Difetti di funzionamento dei termostati A09 Depositi di materiale Accumulo di polvere sui contatti che provoca malfunzionamenti A10 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa C01 Controllo centralina di rifasamento Cadenza: ogni 2 mesi Verificare il corretto funzionamento della centralina di rifasamento. _ Pagina 217 Pagina 218

56 Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento C02 Verifica dei condensatori Verificare l'integrità dei condensatori di rifasamento e dei contattori. Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento; 2) Anomalie dei contattori C03 Verifica messa a terra Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza dell'impianto di messa a terra dei quadri. Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei contattori; 2) Anomalie dei magnetotermici C04 Verifica protezioni Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei fusibili; 2) Anomalie dei magnetotermici; 3) Anomalie dei relè I01 Pulizia generale Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione I02 Serraggio Cadenza: ogni anno Eseguire il serraggio di tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori I03 Sostituzione centralina rifasamento Eseguire la sostituzione della centralina elettronica di rifasamento con altra dello stesso tipo I04 Sostituzione quadro Cadenza: ogni 20 anni Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa. Elemento Manutenibile: Quadri di media tensione R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Unità Tecnologica: Impianto elettrico I quadri elettrici hanno il compito di distribuire ai vari livelli dove sono installati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono supporti o carpenterie che servono a racchiudere le apparecchiature elettriche di comando e/o a preservare i circuiti elettrici. I quadri del tipo a media tensione MT sono anche definite cabine elettriche per il contenimento delle apparecchiature di MT. I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonchè le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Pagina 219 Pagina A01 Anomalie delle batterie Difetti di funzionamento delle batterie di accumulo A02 Anomalie della resistenza Difetti di funzionamento della resistenza anticondensa A03 Anomalie delle spie di segnalazione Difetti di funzionamento delle spie e delle lampade di segnalazione A04 Anomalie dei termostati Difetti di funzionamento dei termostati. Anomalie delle batterie; 6) Surriscaldamento C02 Verifica apparecchiature di taratura e controllo Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza delle lampade di segnalazione, delle spie di segnalazione dei sezionatori di linea. Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura; 2) Surriscaldamento A05 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A06 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A07 Difetti degli organi di manovra Difetti di funzionamento degli organi di manovra, ingranaggi e manovellismi A08 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A09 Difetti di tenuta serraggi Difetti di tenuta dei bulloni e dei morsetti A10 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto A11 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità con particolare attenzione allo stato degli interblocchi elettrici con prova delle manovre di apertura e chiusura. Verificare la corretta pressione di serraggio delle lame dei sezionatori e delle bobine dei circuiti di sgancio degli interruttori di manovra sezionatori. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Attitudine a limitare i rischi di incendio; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5)_ C03 Verifica batterie Cadenza: ogni settimana Verificare il corretto funzionamento del carica batteria di alimentazione secondaria. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie delle batterie C04 Verifica delle bobine Cadenza: ogni anno Verificare l'integrità delle bobine dei circuiti di sgancio. Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti degli organi di manovra; 2) Difetti agli interruttori C05 Verifica interruttori Verificare l'efficienza degli isolatori di poli degli interruttori a volume d'olio ridotto. Verificare il regolare funzionamento dei motori, dei relè, dei blocchi a chiave, dei circuiti ausiliari; controllare il livello dell'olio degli interruttori a volume d'olio ridotto e la pressione del gas ad interruttore a freddo. Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Difetti di taratura I01 Lubrificazione ingranaggi e contatti Cadenza: ogni anno Lubrificare utilizzando vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa a terra. Lubrificare con olio grafitato tutti gli ingranaggi e gli apparecchi di manovra. Pagina 221 Pagina 222

57 I02 Pulizia generale Cadenza: ogni anno Pulizia generale degli interruttori di manovra, dei sezionatori di messa a terra, delle lame e delle pinze dei sezionatori di linea I03 Serraggio Cadenza: ogni anno Eseguire il serraggio di tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori I04 Sostituzione fusibili Eseguire la sostituzione dei fusibili con altri dello stesso tipo I05 Sostituzione quadro Cadenza: ogni 20 anni Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa A02 Anomalie delle sonde Difetti di funzionamento delle sonde dei relè A03 Anomalie dei dispositivi di comando Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando A04 Corto circuito Corto-circuito sulle sonde o sulla linea sonde-relè A05 Difetti di regolazione Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè A06 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo A07 Mancanza dell'alimentazione Mancanza dell'alimentazione del relè A08 Sbalzi della temperatura Aumento improvviso della temperatura e superiore a quella di funzionamento delle sonde. Elemento Manutenibile: Relè a sonde A01 Anomalie del collegamento Difetti di funzionamento del collegamento relè-sonda. Unità Tecnologica: Impianto elettrico Accertano la reale temperatura dell'elemento da proteggere. Questo sistema di protezione è formato da: - una o più sonde a termistori con coefficiente di temperatura positivo (PTC), la resistenza delle sonde (componenti statici) aumenta repentinamente quando la temperatura raggiunge una soglia definita Temperatura Nominale di Funzionamento (TNF); - un dispositivo elettronico alimentato a corrente alternata o continua che misura le resistenze delle sonde a lui connesse; un circuito a soglia rileva il brusco aumento del valore della resistenza se si raggiunge la TNF e comanda il mutamento di stati dei contatti in uscita. Scegliendo differenti tipi di sonde si può adoperare questo ultimo sistema di protezione sia per fornire un allarme senza arresto della macchina, sia per comandare l'arresto; le versioni di relè a sonde sono due: - a riarmo automatico se la temperatura delle sonde arriva ad un valore inferiore alla TNF; - a riarmo manuale locale o a distanza con interruttore di riarmo attivo fino a quando la temperatura rimane maggiore rispetto alla TNF C01 Controllo generale Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili e la corretta posizione della sonda. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del collegamento; 2) Anomalie delle sonde; 3) Anomalie dei dispositivi di comando; 4) Corto circuito; 5) Difetti di regolazione; 6) Difetti di serraggio; 7) Mancanza dell'alimentazione; 8) Sbalzi della temperatura I01 Serraggio fili Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè I02 Sostituzione Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario con altri dello stesso tipo e numero. Pagina 223 Pagina I03 Taratura sonda Eseguire la taratura della sonda del relè. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei dispositivi di comando; 2) Difetti di regolazione; 3) Difetti di serraggio. Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. Elemento Manutenibile: Relè termici Unità Tecnologica: Impianto elettrico I01 Serraggio fili Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè. Sono i dispositivi più adoperati per la protezione dei motori contro i sovraccarichi deboli e prolungati. Possono essere utilizzati a corrente alternata e continua e possono essere: tripolari, compensati (non sensibili alle modificazioni della temperatura ambiente), sensibili ad una mancanza di fase, evitando la marcia del motore in monofase, a riarmo manuale o automatico e graduati in "Ampere motore": impostazione sul relè della corrente segnata sulla piastra segnaletica del motore. Un relè termico tripolare è formato da tre lamine bimetalliche fatte da due metalli uniti da una laminazione e con coefficienti di dilatazione molto diversi. Ogni lamina è dotata di un avvolgimento riscaldante ed ogni avvolgimento è collegato in serie ad una fase del motore. La deformazione delle lamine è causata dal riscaldamento delle lamine a causa della corrente assorbita dal motore; a seconda dell'intensità della corrente la deformazione è più o meno accentuata A01 Anomalie dei dispositivi di comando Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando A02 Anomalie della lamina Difetti di funzionamento della lamina di compensazione A03 Difetti di regolazione Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè A04 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo A05 Difetti dell'oscillatore Difetti di funzionamento dell'oscillatore C01 Controllo generale I02 Sostituzione Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario. Elemento Manutenibile: Sezionatore R01 Comodità di uso e manovra Unità Tecnologica: Impianto elettrico Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la funzione di sezionamento.» formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli. I sezionatori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. I sezionatori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro sia in condizioni di normale utilizzo sia in caso di emergenza. In particolare l altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m. Pagina 225 Pagina 226

58 A01 Anomalie dei contatti ausiliari Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari A02 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento delle molle A03 Anomalie degli sganciatori Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura A04 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro A05 Difetti delle connessioni Difetti di serraggio delle connessioni in entrata ed in uscita dai sezionatori A06 Difetti ai dispositivi di manovra Difetti agli interruttori dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa A07 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione A08 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti ai dispositivi di manovra; 3) Difetti di taratura; 4) Surriscaldamento; 5) Anomalie degli sganciatori I01 Sostituzioni Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, le parti dei sezionatori quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. Elemento Manutenibile: Trasformatori in liquido isolante R01 (Attitudine al) controllo delle scariche I trasformatori dell'impianto elettrico devono funzionare in modo da non emettere scariche. Unità Tecnologica: Impianto elettrico Questo tipo di trasformatore consente di raggiungere le potenze e le tensioni maggiori; il liquido, favorendo la dispersione nell'ambiente del calore dovuto alle perdite negli avvolgimenti e nel nucleo, svolge anche una funzione di raffreddamento. Il liquido isolante più usato è l'olio minerale che ha una temperatura di infiammabilità di circa 150 C e, quindi, il suo uso a volte è limitato per il timore di incendi anche se durante il funzionamento a pieno carico l'olio nei trasformatori raggiunge una temperatura massima compresa tra 90 C e 100 C. Possono essere realizzati i tipi di trasformatore di seguito descritti. Trasformatori con conservatore di tipo tradizionale. Si installa, immediatamente sopra il cassone del trasformatore, un vaso di espansione di forma cilindrica (conservatore) che comunica attraverso un tubo con il trasformatore e l'atmosfera. PoichÈ il conservatore consente all'umidità dell'aria di mescolarsi con l'olio e di diminuirne le qualità dielettriche, l'aria deve entrare nel conservatore passando attraverso un filtro contenente una sostanza (silica-gel) che sia in grado di assorbire l'umidità. Questa sostanza va però sostituita prima che si saturi di umidità. Trasformatori sigillati. Questi trasformatori hanno nella parte alta del cassone un cuscino d'aria secca o d'azoto che, comprimendosi o dilatandosi, assorbe le variazioni del livello dell'olio. Per questa funzione alcuni costruttori utilizzano il conservatore sigillato; in altri casi si è preferito riempire totalmente il cassone con olio ad una certa temperatura facendo affidamento sulle deformazioni della cassa che essendo di tipo ondulato rende la struttura elastica soprattutto nelle parti destinate allo scambio termico con l'ambiente. Trasformatori a diaframma. Il conservatore ha nella parte superiore una pesante membrana deformabile che isola l'olio dall'atmosfera. La parte superiore del conservatore (dotata di filtro a silica-gel per evitare l'accumulo di condensa nella membrana) è in contatto con l'atmosfera e le variazioni di volume dell'olio sono assimilate dalle deformazioni della membrana. E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. La misura delle scariche parziali dovrà essere condotta secondo quanto riportato dalla norma tecnica. In particolare dovrà verificarsi che le scariche parziali siano inferiori o uguali a 10 pc a 1,1 Um R02 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere I trasformatori dell'impianto elettrico devono garantire un livello di rumore nell ambiente misurato in db(a) in accordo a quanto stabilito dalla norma tecnica. Pagina 227 Pagina 228 I trasformatori devono funzionare in modo da mantenere il livello di rumore ambiente La e quello residuo Lr nei limiti indicati dalla normativa. Tali valori possono essere oggetto di verifiche che vanno eseguite sia con gli impianti funzionanti che con gli impianti fermi. I valori di emissione acustica possono essere verificati in situ, procedendo alle verifiche previste dalle norme, oppure verificando che i valori dichiarati dal produttore di elementi facenti parte dell'impianto siano conformi alla normativa R03 Protezione termica Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Il trasformatore dell'impianto elettrico dovrà essere equipaggiato con un sistema di protezione termica. La protezione termica del trasformatore avviene utilizzando apposite termoresistenze e centralina termometrica. Dovranno essere garantiti i livelli di legge della temperatura delle tre fasi e del neutro e l'efficienza dei ventilatori di raffreddamento. Verificare l'isolamento degli avvolgimenti tra di loro e contro massa misurando i valori caratteristici. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle scariche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie degli isolatori C02 Controllo generale Cadenza: ogni anno Verificare lo stato generale del trasformatore ed in particolare: -gli isolatori; -le sonde termiche; -i termoregolatori. Verificare inoltre lo stato della vernice di protezione e che non ci siano perdite di olio. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle scariche; 2) (Attitudine al) controllo del rumore prodotto; 3) Protezione termica. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie degli isolatori; 2) Anomalie delle sonde termiche; 3) Anomalie dello strato protettivo; 4) Anomalie dei termoregolatori; 5) Difetti delle connessioni; 6) Vibrazioni; 7) Perdite di olio A01 Anomalie degli isolatori Difetti di tenuta degli isolatori A02 Anomalie delle sonde termiche Difetti di funzionamento delle sonde termiche A03 Anomalie dello strato protettivo Difetti di tenuta dello strato di vernice protettiva A04 Anomalie dei termoregolatori Difetti di funzionamento dei termoregolatori A05 Difetti delle connessioni Difetti di funzionamento delle connessioni dovuti ad ossidazioni, scariche, deformazioni, surriscaldamenti A06 Perdite di olio Perdite di olio evidenziate da tracce sul pavimento A07 Vibrazioni Difetti di tenuta dei vari componenti per cui si verificano vibrazioni durante il funzionamento C01 Controllo avvolgimenti Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione C03 Controllo vasca olio Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione Verificare che la vasca di raccolta dell'olio sia efficiente e controllare che il tubo di collegamento tra la vasca e il pozzetto non sia intasato. Requisiti da verificare: 1) Protezione termica. Anomalie riscontrabili: 1) Perdite di olio I01 Pulizia Cadenza: ogni anno Eseguire la pulizia delle macchine e dei cavi in arrivo e in partenza. Eliminare l'acqua eventualmente presente nella vasca di raccolta olio I02 Serraggio bulloni Eseguire il serraggio di tutti i bulloni I03 Sostituzione olio Eseguire la sostituzione dell'olio di raffreddamento I04 Sostituzione trasformatore Pagina 229 Pagina 230

59 Cadenza: ogni 30 anni Sostituire il trasformatore quando usurato I05 Verniciatura Eseguire la pitturazione delle superfici del trasformatore. Ditte specializzate: Pittore._ Elemento Manutenibile: Trasformatori a secco Unità Tecnologica: Impianto elettrico Classe di Esigenza: Benessere I trasformatori dell'impianto elettrico devono garantire un livello di rumore nell ambiente misurato in db(a) in accordo a quanto stabilito dalla norma tecnica. I trasformatori devono funzionare in modo da mantenere il livello di rumore ambiente La e quello residuo Lr nei limiti indicati dalla normativa. Tali valori possono essere oggetto di verifiche che vanno eseguite sia con gli impianti funzionanti che con gli impianti fermi. I valori di emissione acustica possono essere verificati in situ, procedendo alle verifiche previste dalle norme oppure verificando che i valori dichiarati dal produttore di elementi facenti parte dell'impianto siano conformi alla normativa R03 Protezione termica Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Il trasformatore dell'impianto elettrico dovrà essere equipaggiato con un sistema di protezione termica. La protezione termica del trasformatore avviene utilizzando apposite termoresistenze e centralina termometrica. Dovranno essere garantiti i livelli di legge della temperatura delle tre fasi e del neutro e l'efficienza dei ventilatori di raffreddamento. Un trasformatore è definito a secco quando il circuito magnetico e gli avvolgimenti non sono immersi in un liquido isolante. Questi trasformatori si adoperano in alternativa a quelli immersi in un liquido isolante quando il rischio di incendio è elevato. I trasformatori a secco sono dei due tipi di seguito descritti. Trasformatori a secco di tipo aperto. Gli avvolgimenti non sono inglobati in isolante solido. L'umidità e la polvere ne possono ridurre la tenuta dielettrica per cui è opportuno prendere idonee precauzioni. Durante il funzionamento il movimento ascensionale dell'aria calda all'interno delle colonne impedisce il deposito della polvere e l'assorbimento di umidità; quando però non è in funzione, con il raffreddamento degli avvolgimenti, i trasformatori aperti potrebbero avere dei problemi. Nuovi materiali isolanti ne hanno, tuttavia, aumentato la resistenza all'umidità anche se è buona norma riscaldare il trasformatore dopo una lunga sosta prima di riattivarlo. Questi trasformatori sono isolati in classe H e ammettono, quindi, una sovratemperatura di 125 K. Trasformatori a secco inglobati in resina. Questi trasformatori hanno le bobine, con le spire adeguatamente isolate, posizionate in uno stampo in cui viene fatta la colata a caldo sottovuoto della resina epossidica. Il trasformatore ha quindi a vista delle superfici cilindriche lisce e non gli avvolgimenti isolanti su cui si possono depositare polvere ed umidità. Questi trasformatori sono isolati in classe F e ammettono, quindi, una sovratemperatura di 100 K. Di solito l'avvolgimento di bassa tensione non è incapsulato perchè non presenta problemi anche in caso di lunghe fermate R01 (Attitudine al) controllo delle scariche I trasformatori dell'impianto elettrico devono funzionare in modo da non emettere scariche. E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. La misura delle scariche parziali dovrà essere condotta secondo quanto riportato dalla norma tecnica. In particolare dovrà verificarsi che le scariche parziali siano inferiori o uguali a 10 pc a 1,1 Um R02 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici A01 Anomalie degli isolatori Difetti di tenuta degli isolatori A02 Anomalie delle sonde termiche Difetti di funzionamento delle sonde termiche A03 Anomalie dello strato protettivo Difetti di tenuta dello strato di vernice protettiva A04 Anomalie dei termoregolatori Difetti di funzionamento dei termoregolatori A05 Depositi di polvere Accumuli di materiale polveroso sui trasformatori quando questi sono fermi A06 Difetti delle connessioni Difetti di funzionamento delle connessioni dovuti ad ossidazioni, scariche, deformazioni, surriscaldamenti A07 Umidità Penetrazione di umidità nei trasformatori quando questi sono fermi A08 Vibrazioni Difetti di tenuta dei vari componenti per cui si verificano vibrazioni durante il funzionamento. Pagina 231 Pagina C01 Controllo avvolgimenti Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione Verificare l'isolamento degli avvolgimenti tra di loro e contro massa misurando i valori caratteristici. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie degli isolatori C02 Controllo generale Cadenza: ogni anno Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie degli isolatori; 2) Anomalie delle sonde termiche; 3) Anomalie dello strato protettivo; 4) Anomalie dei termoregolatori; 5) Difetti delle connessioni; 6) Vibrazioni; 7) Depositi di polvere; 8) Umidità. Verificare lo stato generale del trasformatore ed in particolare: -gli isolatori; -le sonde termiche; -i termoregolatori. Verificare inoltre lo stato della vernice di protezione e che non ci siano depositi di polvere e di umidità I01 Pulizia Cadenza: ogni anno Eseguire la pulizia delle macchine e dei cavi in arrivo e in partenza I02 Serraggio bulloni Eseguire il serraggio di tutti i bulloni I03 Sostituzione trasformatore Cadenza: ogni 30 anni Sostituire il trasformatore quando usurato. Unità Tecnologica: Impianto di messa a terra L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti, elettricamente definiti, con un conduttore a potenziale nullo. E il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) R01 Resistenza meccanica Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture. I dispersori per la presa di terra devono essere realizzati con materiale idoneo ed appropriato alla natura e alla condizione del terreno. I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: Conduttori di protezione Sistema di dispersione Sistema di equipotenzializzazione I04 Verniciatura Eseguire la pitturazione delle superfici del trasformatore. Ditte specializzate: Pittore._ Pagina 233 Pagina 234

60 Elemento Manutenibile: Conduttori di protezione Unità Tecnologica: Impianto di messa a terra I01 Sostituzione conduttori di protezione Sostituire i conduttori di protezione danneggiati o deteriorati. I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell edificio R01 Resistenza alla corrosione Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. La resistenza alla corrosione degli elementi e dei conduttori di protezione viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma tecnica di settore. La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina per un determinato periodo. Al termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova, tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo quanto stabilito dalla norma tecnica di settore. Elemento Manutenibile: Sistema di dispersione Unità Tecnologica: Impianto di messa a terra Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che cosï realizza un anello di dispersione. Rappresentazione grafica e descrizione Dispersore A01 Difetti di connessione Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Ispezione strumentale Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale. Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di connessione R01 Resistenza alla corrosione Pagina 235 Pagina 236 Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosioni. Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. La resistenza alla corrosione degli elementi e dei materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma tecnica di settore Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di terra rispettino i valori di Vs indicati dalla norma tecnica di settore A01 Corrosioni Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni C01 Controllo generale Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici I01 Misura della resistività del terreno Effettuare una misurazione del valore della resistenza di terra I02 Sostituzione dispersori Sostituire i dispersori danneggiati o deteriorati. Sistema di equipotenzializzazione R01 Resistenza alla corrosione Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio. Unità Tecnologica: Impianto di messa a terra I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici. Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. La resistenza alla corrosione dei conduttori equipotenziali principali e supplementari dell'impianto di messa a terra viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma di settore. Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore A01 Corrosione Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni A02 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei bulloni del sistema di equipotenzializzazione C01 Controllo generale Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni. Elemento Manutenibile: Pagina 237 Pagina 238

Elenco dei Corpi d'opera:

Elenco dei Corpi d'opera: Manuale d'uso Comune di: Provincia di: ROMA ROMA Oggetto: Elenco dei Corpi d'opera: 01 Muratura Pagina 2 Corpo d'opera: 01 Muratura Manuale d'uso Unità Tecnologiche: 01.01 Strutture in elevazione in muratura

Dettagli

Elenco dei Corpi d'opera:

Elenco dei Corpi d'opera: Manuale d'uso Comune di: Provincia di: Oggetto: TORINO TORINO MANUTENZIONE STRAORDINARIA EDIFICI SCOLASTICI DELLA CITTA' Bilancio 2018 - LOTTO 4 - AREA SUD - Codice Opera 4625 Piazzetta Jona 5 Per l'edificio

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE PARTI STRUTTURALI DELL OPERA

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE PARTI STRUTTURALI DELL OPERA PIANO DI MANUTENZIONE DELLE PARTI STRUTTURALI DELL OPERA Il progettista Ing. Onofrio SARDONE Il Direttore dei Lavori Unità Tecnologiche: 01.01 Opere di fondazioni superficiali 01.02 Strutture in elevazione

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Poggio Imperiale Provincia di Foggia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Piano Integrato di sviluppo territoriale (P.I.S.T.)

Dettagli

Piano di Manutenzione

Piano di Manutenzione - 1 - Il presente prevede, pianifica e programma l'attività di manutenzione delle parti strutturali, al fine di mantenere nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l'efficienza ed il valore

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Trieste Provincia di Trieste PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Lavori di ristrutturazione riqualificazione funzionale degli edifici F1 ed F2 presso

Dettagli

Comune di VALDERICE. Piano di manutenzione delle strutture. Provincia di TRAPANI. Oggetto: Committente: COMUNE DI VALDERICIE Data: 01/03/2016

Comune di VALDERICE. Piano di manutenzione delle strutture. Provincia di TRAPANI. Oggetto: Committente: COMUNE DI VALDERICIE Data: 01/03/2016 Comune di VALDERICE Provincia di TRAPANI Piano di manutenzione delle strutture Oggetto: REALIZZAZIONE DEL XIX PADIGLIONE LOCULI NEL CIMITERO COMUNALE DI C/DA RAGOSIA CORPO A - B Committente: COMUNE DI

Dettagli

PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO

PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO Regione Veneto COMUNE DI TRECENTA INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA ED ADEGUAMENTO ALLE NORMATIVE VIGENTI IN MATERIA DI SICUREZZA, IGIENE, MIGLIORAMENTO SISMICO ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DELLA

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE MANUALE D USO (Articolo 38 D.P.R. 207/2010) Oggetto: Pozzetti di acquedotto in c.a. gettati in opera 1 Premessa Il Piano di Manutenzione è il documento complementare

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99)

MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) Comune di Cassano delle Murge Provincia di Bari PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Efficientamento energetico edifici comunali COMMITTENTE: Amministarzione Comunale

Dettagli

Comune di ARCIDOSSO. Provincia di GROSSETO. Piano di manutenzione delle strutture

Comune di ARCIDOSSO. Provincia di GROSSETO. Piano di manutenzione delle strutture Comune di ARCIDOSSO Provincia di GROSSETO Piano di manutenzione delle strutture Oggetto: Adeguamento sismico della Scuola di Istruzione Primaria del Comune di Arcidosso Corp o i in muratura plesso A Committente:

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE di cui al punto 10.1 del D.M. Infrastrutture del 14.01.2008 di cui al punto C10.1-4.1 della circolare del 02.02.2009 n 617 C.S.LL.PP. Il presente piano di manutenzione

Dettagli

IL R.U.P.: Geom. Paolo Paucera. Ottobre Dicembre 2017 TAVOLA ELABORATO. data. emissione. Tel:

IL R.U.P.: Geom. Paolo Paucera. Ottobre Dicembre 2017 TAVOLA ELABORATO. data. emissione. Tel: COMUNE DI MONTANO ANTILIA PROVINCIA DI SALERNO OGGETTO: LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE,ADEGUAMENTO FUNZIONALE E NORMATIVO EFFICIENTAMENTO ENERGETICO SCUOLA ELEMENTARE-MEDIA MONTANO ANTILIA CAPOLUOGO COMMITTENTE:

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE Comune di Sava Provincia di Taranto pag. 1 PIANO DI MANUTENZIONE OGGETTO: Costruzione colombario ed ossario comunale blocco B" COMMITTENTE: Amministrazione Comunale Data, IL TECNICO arch. Alessandro Fischetti

Dettagli

Piano di Manutenzione

Piano di Manutenzione FINANZIAMENTO: LOTTI 1485/PZ 1486/P Progetto di Restauro Conservativo Manutenzione Straordinaria del complesso architettonico denominato: Convento di S. Giovanni Battista Ex Ospedale Roncati, Bologna via

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Farra d'alpago Provincia di Belluno PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Pagina 1 Comune di: Provincia di: Farra d'alpago Belluno Oggetto:

Dettagli

REGIONE PIEMONTE COMUNE DI GUARENE PROVINCIA DI CUNEO PRIMO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA AREA CENTRALE DELLA FRAZIONE VACCHERIA

REGIONE PIEMONTE COMUNE DI GUARENE PROVINCIA DI CUNEO PRIMO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA AREA CENTRALE DELLA FRAZIONE VACCHERIA Allegato n 18 REGIONE PIEMONTE COMUNE DI GUARENE PROVINCIA DI CUNEO PRIMO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA AREA CENTRALE DELLA FRAZIONE VACCHERIA PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO PROGETTO STRUTTURALE

Dettagli

Premesse. Strutture di fondazione

Premesse. Strutture di fondazione Indice Premesse... 2 Strutture di fondazione... 2 Strutture in elevazione in calcestruzzo armato... 3 Murature portanti in laterizio... 5 Strutture in acciaio... 7 Solai in latero-cemento... 8 Eventi straordinari...

Dettagli

Comune di CASERTA. Provincia di CASERTA VARIANTE STRADALE DI PIAZZA DELLA SETA-SAN LEUCIO. -- CALCOLO SCATOLARE INTERRATO --

Comune di CASERTA. Provincia di CASERTA VARIANTE STRADALE DI PIAZZA DELLA SETA-SAN LEUCIO. -- CALCOLO SCATOLARE INTERRATO -- Comune di CASERTA Provincia di CASERTA Piano di manutenzione delle strutture Oggetto: VARIANTE STRADALE DI PIAZZA DELLA SETA-SAN LEUCIO. -- CALCOLO SCATOLARE INTERRATO -- Committente: Amministrazione Comunale

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Barletta Provincia di Barletta-Andria-Trani PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: COMMITTENTE: Data, 26/05/2017 IL TECNICO Pagina 1 Comune

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE di cui al punto 10.1 del D.M. Infrastrutture del 14.01.2008 di cui al punto C10.1-4.1 della circolare del 02.02.2009 n 617 C.S.LL.PP. Il presente piano di manutenzione

Dettagli

Elenco dei Corpi d'opera:

Elenco dei Corpi d'opera: Manuale di Manutenzione Comune di: Provincia di: Barletta Barletta-Andria-Trani Oggetto: Elenco dei Corpi d'opera: 01 Cemento Armato Pagina 2 Corpo d'opera: 01 Cemento Armato Manuale di Manutenzione Unità

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE Normativa rispettata. PIANO DI MANUTENZIONE Il seguente "Piano di Manutenzione", riguardante le strutture, è stato redatto in conformità alla normativa vigente in materia e riportata di seguito: 1. D.Lgs

Dettagli

Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa Piano di manutenzione

Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa Piano di manutenzione Responsabile Unico del Procedimento Arch. Armandina Antobenedetto Progettazione Arch. Elisabetta Ricci Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione Arch. Pasquale Loffarelli Indagine

Dettagli

REGIONE PUGLIA. COMUNE di MONTESANO SALENTINO

REGIONE PUGLIA. COMUNE di MONTESANO SALENTINO REGIONE PUGLIA COMUNE di MONTESANO SALENTINO Provincia di Lecce PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA LUDOTECA E CENTRO POLIFUNZIONALE PER BAMBINI ai sensi dell'art. 89 del Regolamento Regionale

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Noto Provincia di Siracusa PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) Pagina 1 Manuale di Manutenzione Comune di: Provincia di: Noto Siracusa Oggetto: Elenco dei Corpi d'opera:

Dettagli

Progetto esecutivo. 3.2a PDM Paratie. Calcoli strutturali

Progetto esecutivo. 3.2a PDM Paratie. Calcoli strutturali Lavori di protezione del corpo stradale e miglioramento delle condizioni di sicurezza del 1 e 2 lotto della strada di collegamento tra la S.S. Melfi-Potenza e l'abitato di Venosa - Lavori di completamento

Dettagli

Comune di Bonate Sopra. Provincia di Bergamo PIANO DI MANUTENZIONE SISTEMAZIONE EDIFICIO E AREE ESTERNE EX SCUOLA ELEMENTARE FRAZIONE GHIAIE

Comune di Bonate Sopra. Provincia di Bergamo PIANO DI MANUTENZIONE SISTEMAZIONE EDIFICIO E AREE ESTERNE EX SCUOLA ELEMENTARE FRAZIONE GHIAIE Comune di Bonate sopra Provincia di Bergamo PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207) OGGETTO: COMMITTENTE: SISTEMAZIONE EDIFICIO E AREE ESTERNE EX SCUOLA ELEMENTARE

Dettagli

Comune di San Lazzaro di Savena Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 40 D.P.R. 554/99)

Comune di San Lazzaro di Savena Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 40 D.P.R. 554/99) Comune di San Lazzaro di Savena Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: INTERVENTO DI NUOVA COSTRUZIONE IN VIA DEL SEMINARIO LOTTI 1334/I-1540/I PROGETTO

Dettagli

Elab: Fase: PROGETTO ESECUTIVO ARCHITETTONICO. data: Nuova scuola materna di n 6 sezioni in via Cantagallo Loc. Pacciana. Progetto: Progettisti

Elab: Fase: PROGETTO ESECUTIVO ARCHITETTONICO. data: Nuova scuola materna di n 6 sezioni in via Cantagallo Loc. Pacciana. Progetto: Progettisti Codice Fiscale: 84006890481 Progetto: Nuova scuola materna di n 6 sezioni in via Cantagallo Loc. Pacciana Elab: ST RE 9.0 - Piano di manutenzione Fase: PROGETTO ESECUTIVO ARCHITETTONICO Assessore ai Lavori

Dettagli

COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA

COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA PROLUNGAMENTO, AGGIORNAMENTO E COMPLETAMENTO DELLO STAND DI TIRO DA 50 mt. A 100 mt.

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Copertino Provincia di Lecce PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Interventi infrastrutturali per la riduzione del rischio idrogeologico

Dettagli

PIANO D USO E MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

PIANO D USO E MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE PIANO D USO E MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE Consolidamento sede ferroviaria a seguito del dissesto idrogeologico dell area Vallombrosa attraversata dalla Premessa Il presente elaborato rappresenta, per

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO Comune di Stroncone Provincia di Terni PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Recupero e rifunzionalizzazione del lavatoio in Via dell'orno. COMMITTENTE:

Dettagli

COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA

COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA COMUNE DI ASCOLI PICENO PROVINCIA DI ASCOLI PICENO PROGETTO ESECUTIVO POLIGONO DI TIRO IN LOCALITA' FOSSO SANGUINETOLA PROLUNGAMENTO, AGGIORNAMENTO E COMPLETAMENTO DELLO STAND DI TIRO DA 50 mt. A 100 mt.

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Oristano Provincia di Oristano PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Lavori di adeguamento, ai fini del rilascio del certificato

Dettagli

COMMITTENTE: AZIENDA UNITA' LOCALE SOCIO SANITARIA OVEST VICENTINO ULSS 5. Direttore Generale: Dott. Giuseppe Cenci. RUP: Ing.

COMMITTENTE: AZIENDA UNITA' LOCALE SOCIO SANITARIA OVEST VICENTINO ULSS 5. Direttore Generale: Dott. Giuseppe Cenci. RUP: Ing. COMMITTENTE: AZIENDA UNITA' LOCALE SOCIO SANITARIA OVEST VICENTINO ULSS 5 Direttore Generale: Dott. Giuseppe Cenci RUP: Ing. Filippo Paccanaro REALIZZAZIONE DELLA NUOVA STRUTTURA OSPEDALIERA ARZIGNANO

Dettagli

Corpo d opera unico - Tensostruttura

Corpo d opera unico - Tensostruttura Corpo d opera 01 Corpo d opera unico - Tensostruttura Gli elementi con cui viene realizzato l intervento sono sinteticamente riassunti: a) Pavimentazione interna b) Infissi esterni c) Murature di tamponamento

Dettagli

PE.S.18. Comune di LAURIA - Provincia di POTENZA - Ufficio Tecnico PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO. Spogliatoi Piano di manutenzione delle strutture

PE.S.18. Comune di LAURIA - Provincia di POTENZA - Ufficio Tecnico PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO. Spogliatoi Piano di manutenzione delle strutture Comune di LAURIA - Provincia di POTENZA - Ufficio Tecnico Piano Regionale annuale per lo sviluppo dello Sport - Interventi di promozione e sviluppo dell'impiantistica sportiva - INTERVENTO DI COMPLETAMENTO

Dettagli

PIANO DI MANUTEZIONE OPERE STRUTTURALI

PIANO DI MANUTEZIONE OPERE STRUTTURALI PIANO DI MANUTEZIONE OPERE STRUTTURALI 1 -Fondazioni dirette Insieme di elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio aventi funzione di trasmettere al terreno il peso delle strutture ed in generale

Dettagli

REALIZZAZIONE DI UNA SCUOLA MATERNA PIANO REGIONALE TRIENNALE INTERVENTI DI EDILIZIA SCOLASTICA 2015/2017 LOCALITÀ RONCO DELLE STRUTTURE.

REALIZZAZIONE DI UNA SCUOLA MATERNA PIANO REGIONALE TRIENNALE INTERVENTI DI EDILIZIA SCOLASTICA 2015/2017 LOCALITÀ RONCO DELLE STRUTTURE. COMUNE DI MASONE CITTÀ METROPOLITANA DI GENOVA REALIZZAZIONE DI UNA SCUOLA MATERNA PIANO REGIONALE TRIENNALE INTERVENTI DI EDILIZIA SCOLASTICA 2015/2017 LOCALITÀ RONCO PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

Dettagli

COMUNE DI PROVINCIA DI

COMUNE DI PROVINCIA DI COMUNE DI PROVINCIA DI PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA punto 4.1 del paragrafo C10.1 Circolare del C.S.LL.PP. n. 617 del 02.02.2009 MANUALE D USO DESCRIZIONE: COMMITTENTE: Arcidiocesi

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Cagliari Provincia di Cagliari PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Lavori di ristrutturazione e riqualificazione del Complesso

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Stroncone Provincia di Terni PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Recupero e rifunzionalizzazione del lavatoio in Via dell'orno.

Dettagli

Strada a scorrimento veloce Patti (A20)-S. Piero Patti completamento 2 lotto comprendente i lavori per la sicurezza a completamento del 1 e 2 lotto

Strada a scorrimento veloce Patti (A20)-S. Piero Patti completamento 2 lotto comprendente i lavori per la sicurezza a completamento del 1 e 2 lotto Strada a scorrimento veloce Patti (A20)-S. Piero Patti completamento 2 lotto comprendente i lavori per la sicurezza a completamento del 1 e 2 lotto TAV. ALL. n : OGGETTO : 13 PIANO DI MANUTENZIONE SCALA

Dettagli

FASCICOLO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE STRUTTURALI

FASCICOLO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE STRUTTURALI FASCICOLO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE STRUTTURALI [MANUALE DI MANUTENZIONE E D USO E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE] Nel presente documento vengono pianificate e programmate le attività di controllo e di manutenzione

Dettagli

COMUNE DI FAENZA. Settore Lavori Pubblici - Servizio Progettazione Edifici dell'unione della Romagna Faentina

COMUNE DI FAENZA. Settore Lavori Pubblici - Servizio Progettazione Edifici dell'unione della Romagna Faentina COMUNE DI FAENZA Settore Lavori Pubblici - Servizio Progettazione Edifici dell'unione della Romagna Faentina CUP J21B15000100004 PROGETTO ESECUTIVO Servizio Progettazione Edifici URF in nome e per conto

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE - OPERE EDILI

PIANO DI MANUTENZIONE - OPERE EDILI Oggetto: PIANO DI MANUTENZIONE - OPERE EDILI R.18.a 02 Revisione 01 Revisione 00 Emissione Progetto: Dicembre 2013 Giugno 2012 Marzo 2012 Binini Partners S.r.l. via Gazzata, 4 42121 Reggio Emilia tel.

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Villa Castelli Provincia di Brindisi PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Lavori di adeguamento della scuola media statale Dante Alighieri

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE Comune di Montecatini Val di Cecina PROVINCIA DI PISA OGGETTO: LAVORI DI AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE CON LA REALIZZAZIONE DI N 48 SEPOLTURE A COLOMBARI E N 12 OSSARI NEL CAPOLUOGO. MONTECATINI VAL

Dettagli

Piano di manutenzione dell'opera

Piano di manutenzione dell'opera COMUNE DI LEVERANO PROVINCIA DI LECCE PROGRAMMA INTEGRATO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE FSC - FONDO PER LO SVILUPPO E COESIONE 2007-2014 INTERVENTI PER LA REALIZZAZIONE DI CELLULE ABITATIVE DI

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Selargius Provincia di Cagliari PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Progetto esecutivo - "Realizzazione di un corpo di fabbrica

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO Comune di Messina Provincia di Messina PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Lavori di consolidamento dei piazzali della banchina Rizzo nel porto di Messina COMMITTENTE:

Dettagli

Il presente Piano di Manutenzione e delle sue parti è redatto in conformità dell art. 40 del D.P.R. 21/12/1999 n. 554 ed è un elaborato progettuale

Il presente Piano di Manutenzione e delle sue parti è redatto in conformità dell art. 40 del D.P.R. 21/12/1999 n. 554 ed è un elaborato progettuale Il presente Piano di Manutenzione e delle sue parti è redatto in conformità dell art. 40 del D.P.R. 21/12/1999 n. 554 ed è un elaborato progettuale obbligatorio ai sensi dell art. 55 del succitato D.P.R.

Dettagli

COMUNE DI VANZAGO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE CAMPO GIOCHI VIA DEL LAZZARETTO PIANO DI MANUTENZIONE DELL OPERA

COMUNE DI VANZAGO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE CAMPO GIOCHI VIA DEL LAZZARETTO PIANO DI MANUTENZIONE DELL OPERA COMUNE DI VANZAGO CITTA METROPOLITANA DI MILANO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE CAMPO GIOCHI VIA DEL LAZZARETTO PIANO DI MANUTENZIONE DELL OPERA Il Progettista Vanzago lì 13/12/2017 1 SOMMARIO PIANO DI

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE COMUNE DI AGRIGENTO PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA punto 4.1 del paragrafo C10.1 Circolare del C.S.LL.PP. n. 617 del 02.02.2009 MANUALE DI MANUTENZIONE DESCRIZIONE: Progetto per

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Nole Provincia di Torino PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Manutenzione straordinaria e Consolidamento Cappella San Grato COMMITTENTE: Comune

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE PIANO DI MANUTENZIONE Comune di: Provincia di: OGGETTO: Comune di Rogeno Provincia di Lecco realizzazione edificio scolastico in Rogeno CORPI D'OPERA: 01 Edificio scolastico in ROGENO Manuale di Manutenzione

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Chieti Provincia di Chieti PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: AMPLIAMENTO E RISTRUTTURAZIONE BIBLIOTECA PROVINCIALE A.C. DE

Dettagli

Fascicolo con le Caratteristiche dell Opera

Fascicolo con le Caratteristiche dell Opera 1 Scheda I: Descrizione sintetica dell'opera ed individuazione dei soggetti interessati Descrizione sintetica dell'opera L'opera prevista dal progetto consiste nella realizzazione di una passerella metallica

Dettagli

Elenco dei Corpi d'opera:

Elenco dei Corpi d'opera: Comune di: Provincia di: Oggetto: Venezia Venezia ISTALLAZIONE DI ATTENUATORI D'URTO IN CORRISPONDENZA DEGLI SVINCOLI DELLA A57 - TANGENZIALE DI MESTRE, RACCORDO MARCO POLO E A4 Elenco dei Corpi d'opera:

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Trecastelli Provincia di Ancona PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: REALIZZAZIONE DI UNA PARATIA E DI UN MURO CONTROTERRA ALL INTERNO

Dettagli

PROGETTO ESECUTIVO PIANO DI MANUTENZIONE

PROGETTO ESECUTIVO PIANO DI MANUTENZIONE PROGETTO Interventi urgenti di sistemazione frana al Km 5+000 della S.P. n. 152 Castiglione M. M. - Crocetta di Colledimezzo Codice: ABMS-01 Deliberazione CIPE N.41/2012 ICV Atto Integrativo all'apo "Mobilità"

Dettagli

1. MANUALE D'USO MANUALE DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 7

1. MANUALE D'USO MANUALE DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 7 SOMMARIO 1. MANUALE D'USO... 2 Strutture in fondazione... 2 Platee... 2 Strutture di elevazione... 2 Pareti sismiche in c.a.... 2 2. MANUALE DI MANUTENZIONE... 3 Strutture in fondazione... 3 Platee...

Dettagli

PROGETTISTI. Arch. Corrado NATALE. Arch. Corrado NATALE. Geom. Lidiano BIGIARINI. Ing. Michele Migliorini. Ing. Michele Migliorini

PROGETTISTI. Arch. Corrado NATALE. Arch. Corrado NATALE. Geom. Lidiano BIGIARINI. Ing. Michele Migliorini. Ing. Michele Migliorini EPG spa AREA TECNICA SETTORE PROGETTAZIONE STAZIONE APPALTANTE COMMITTENTE EDILIZIA PROVINCIALE GROSSETANA SPA SEDE LEGALE: Via Arno, n. 2-58100 GROSSETO CAPITALE SOCIALE: 4.000.000,00 interamente versato

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Torino Provincia di Torino PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: MANUTENZIONE PER RECUPERO FUNZIONALE ED ADEGUAMENTO NORMATIVO PER LA SICUREZZA

Dettagli

Comune di S. Maria a Monte Provincia di Pisa PIANO DI MANUTENZIONE

Comune di S. Maria a Monte Provincia di Pisa PIANO DI MANUTENZIONE Comune di S. Maria a Monte Provincia di Pisa PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207) OGGETTO: COMMITTENTE: Piano di manutenzione delle opere strutturali in riferimento

Dettagli

MANUALE D'USO. Strutture in fondazione. Strutture di elevazione. Platee. Travi in c.a. Pareti sismiche in c.a.

MANUALE D'USO. Strutture in fondazione. Strutture di elevazione. Platee. Travi in c.a. Pareti sismiche in c.a. SOMMARIO MANUALE D'USO... 2 Strutture in fondazione... 2 Platee... 2 Strutture di elevazione... 2 Travi in c.a.... 2 Pareti sismiche in c.a.... 2 MANUALE DI MANUTENZIONE... 4 Strutture in fondazione...

Dettagli

Servizio Facility e Energy Management U.O. PATRIMONIO PROGETTAZIONE ESECUTIVA PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

Servizio Facility e Energy Management U.O. PATRIMONIO PROGETTAZIONE ESECUTIVA PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE Servizio Facility e Energy Management U.O. PATRIMONIO PROGETTAZIONE ESECUTIVA PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE Oggetto: lavori di ampliamento deposito automezzi COTRAL di Blera (VT) Responsabile S.F.E.

Dettagli

COMUNE DI PIETRACAMELA PROVINCIA DI TERAMO

COMUNE DI PIETRACAMELA PROVINCIA DI TERAMO COMUNE DI PIETRACAMELA PROVINCIA DI TERAMO UFFICI REGIONALI DEL GENIO CIVILE SEDE DI TERAMO OGGETTO: AMPLIAMENTO CIMITERO DI INTERMESOLI ALL INTERNO DEL PERIMETRO ESISTENTE Loc. Intermesoli del comune

Dettagli

COMUNE DI SARACENA. Provincia di Cosenza. Lavori di Miglioramento sismico edificio strategico - OCDPC 171 del 19/06/2014 -

COMUNE DI SARACENA. Provincia di Cosenza. Lavori di Miglioramento sismico edificio strategico - OCDPC 171 del 19/06/2014 - COMUNE DI SARACENA Provincia di Cosenza Lavori di Miglioramento sismico edificio strategico - OCDPC 171 del 19/06/2014 - Municipio e sede C.O.C. Comune di Saracena Progetto Esecutivo Z03 PIANO DI MANUTENZIONE

Dettagli

COMUNE DI CARPI PROVINCIA DI MODENA

COMUNE DI CARPI PROVINCIA DI MODENA COMUNE DI CARPI PROVINCIA DI MODENA PROGETTO: AMPLIAMENTO MEUCCI via dello Sport, 3 - Carpi (MO) OGGETTO: PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE COMMITTENTE: PROVINCIA DI MODENA IMPRESA COSTRUTTRICE:

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Maiolati Spontini Provincia di Ancona PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: COSTRUZIONE NUOVO POLO SCOLASTICO - 3 STRALCIO (ex 2 lotto -

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Belluno Provincia di Belluno PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Pagina 1 Comune di: Provincia di: Belluno Belluno Oggetto: Elenco dei

Dettagli

Alessandro Parrettini Architetto OGGETTO: COMMITTENTE: Progetto strutturale pag. 1

Alessandro Parrettini Architetto OGGETTO: COMMITTENTE: Progetto strutturale pag. 1 Alessandro Parrettini Architetto Progetto strutturale pag. 1 OGGETTO: COMMITTENTE: Comune di Castiglione del Lago Provincia di Perugia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R.

Dettagli

G 03 d. OPERE STRUTTURALI Relazione Specialistica. Via Etruria, 23 Roma

G 03 d. OPERE STRUTTURALI Relazione Specialistica. Via Etruria, 23 Roma Progettista: Arch. Paolo Mori Via Bruno Barilli, 62 00137 - Roma tel. 393.965.2437 Email: paolomori.pol@gmail.com Via Etruria, 23 Roma Lavori di demolizione dei Fabbricati n. 5-6 - 8 e 9 e realizzazione

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Camposano Provincia di Napoli PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Adeguamento sismico della scuola media "Virgilio" di Camposano (NA)

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Villa Castelli Provincia di BRINDISI PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: PROGETTO ESECUTIVO INTERVENTO DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO

Dettagli

COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO)

COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO) COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO) PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RISTRUTTURAZIONE DEL FABBRICATO INDUSTRIALE BONFIGLIOLI RIDUTTORI S.p.A. SITO IN VIA BAZZANESE RICERCA E PROGETTO GALASSI, MINGOZZI E ASSOCIATI

Dettagli

VARIANTE n. 1 AL PROGETTO n /2017 COSTRUZIONE DELLA PALESTRA A SERVIZIO DEL NUOVO PLESSO SCOLASTICO DI GHIVIZZANO

VARIANTE n. 1 AL PROGETTO n /2017 COSTRUZIONE DELLA PALESTRA A SERVIZIO DEL NUOVO PLESSO SCOLASTICO DI GHIVIZZANO PREMESSA: Il piano di manutenzione è il documento complementare al progetto esecutivo che prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaboratori progettuali esecutivi effettivamente realizzati,

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO

PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO Comune di CASALETTO LODIGIANO Provincia di LODI PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: REALIZZAZIONE DI COPERTURA POLIVALENTE COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE COMUNALE LODI,

Dettagli

Comune di S.Agata Bolognese Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.

Comune di S.Agata Bolognese Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. Comune di S.Agata Bolognese Provincia di Bologna PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Manutenzione straordinaria e miglioramento sismico della scuola

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE Comune di Villa d Ogna Provincia di Bergamo PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: MANUTENZIONE STRAORDINARIA

Dettagli

COMUNE DI FERMIGNANO

COMUNE DI FERMIGNANO COMUNE DI FERMIGNANO Provincia di Pesaro e Urbino PROGETTO DI MIGLIORAMENTO SISMICO DEL COMPLESSO SCOLASTICO DONATO BRAMANTE Via Giosuè Carducci n.2 Piazza Don Minzoni (Primo stralcio Blocco A) Committente:

Dettagli

Comune di ISOLA DEL LIRI (Provincia di FROSINONE)

Comune di ISOLA DEL LIRI (Provincia di FROSINONE) Comune di ISOLA DEL LIRI (Provincia di FROSINONE) MESSA IN SICUREZZA DELLA SCUOLA GARIBALDI DI VIA VALCATOIO. DM 23/01/2015 PROGETTO ESECUTIVO ALL_S_19 MANUTENZIONE ELEMENTI STRUTTURALI Data Scala_ VARIE

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207) Comune di BORGATA DI COIMO (DRUOGNO) Provincia di VERBANO CUSIO OSSOLA PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207) OGGETTO: COLLEGAMENTO PEDONALE, PIAZZETTA E ANNESSO

Dettagli

I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE

I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE Argomenti Funzioni del solaio Tipologie di materiali Tipologie realizzative dei solai latero-cementizi I solai latero-cementizi gettati in opera FUNZIONE STRUTTURALE

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Portoferraio Provincia di Livorno PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Recupero castello del Volterraio 2 lotto COMMITTENTE: Parco Nazionale

Dettagli

Comune di CORIGLIANO-ROSSANO Provincia di COSENZA PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n.

Comune di CORIGLIANO-ROSSANO Provincia di COSENZA PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. Comune di CORIGLIANO-ROSSANO Provincia di COSENZA PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Completamento del Centro Parrocchiale San Giuseppe in Cantinella

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Mirano Provincia di Venezia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: Lavori di realizzazione nuovi spogliatoi della palestra del L.S.Majorana di Mirano

Dettagli

COMUNE DI BOLOGNA Dipartimento Cura e Qualità del territorio Settore Edilizia e Patrimonio

COMUNE DI BOLOGNA Dipartimento Cura e Qualità del territorio Settore Edilizia e Patrimonio COMUNE DI BOLOGNA Dipartimento Cura e Qualità del territorio Settore Edilizia e Patrimonio CENTRO PASTI LAZZARETTO VIA TERRACINI - VIA ALBERTO MANZI Dati Catastali: FOGLIO 41 - MAPPALI VARI Codice Intervento:

Dettagli

COMUNE DI MONOPOLI PROVINCIA DI BARI

COMUNE DI MONOPOLI PROVINCIA DI BARI COMUNE DI MONOPOLI PROVINCIA DI BARI PROGETTO: REALIZZAZIONE DI EDIFICIO PER EDILIZIA RESIDENZIALE SOCIALE CON SPAZI ASSOCIATIVI IN VIA MELVIN JONES OGGETTO: PIANO DI MANUTENZIONE COMMITTENTE: Comune di

Dettagli

Piano manutenzione delle strutture con particolare riferimento alle specifiche sugli elementi strutturali in legno (pareti e copertura)

Piano manutenzione delle strutture con particolare riferimento alle specifiche sugli elementi strutturali in legno (pareti e copertura) Piano manutenzione delle strutture con particolare riferimento alle specifiche sugli elementi strutturali in legno (pareti e copertura) Descrizione della struttura in legno Si tratta di una struttura in

Dettagli

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Arezzo Provincia di Arezzo PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Ampliamento cimitero di San Leo COMMITTENTE: Arezzo Multiservizi s.r.l.

Dettagli

Comune di Cerignola Provincia di Foggia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

Comune di Cerignola Provincia di Foggia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO. (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) Comune di Cerignola Provincia di Foggia PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Lavori di ristrutturazione (ricostruzione) dell'edificio "A" del plesso

Dettagli

Servizio Lavori Pubblici progettista e direttore dei lavori strutture: Ing. Stefano Bandieri. Città di Fabriano PROGETTO ESECUTIVO

Servizio Lavori Pubblici progettista e direttore dei lavori strutture: Ing. Stefano Bandieri. Città di Fabriano PROGETTO ESECUTIVO RECUPERO DEL COMPLESSO DI SANTA CATERINA E REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA DA DESTINARE A CENTRO DIURNO PER ANZIANI AFFETTI DA DEMENZA progettista e direttore dei lavori architettonico: Arch. Roberto Evangelisti

Dettagli

A13 PIANO DI MANUTENZIONE

A13 PIANO DI MANUTENZIONE PIU PROGETTO INNOVAZIONE URBANA OPERAZIONE COWORKING, MEDIALIBRARY A13 PIANO DI MANUTENZIONE (OTTOBRE 2017) SOMMARIO MANUALE D'USO...4 Strutture di elevazione...4 Pareti in muratura e consolidamenti su

Dettagli

Provincia di L'AQUILA. COMUNE di CARAPELLE CALVISIO PROGETTO ESECUTIVO PROGETTO PER LA MESSA IN SICUREZZA POST-SISMA DEI MURI IN CARAPELLE CALVISIO

Provincia di L'AQUILA. COMUNE di CARAPELLE CALVISIO PROGETTO ESECUTIVO PROGETTO PER LA MESSA IN SICUREZZA POST-SISMA DEI MURI IN CARAPELLE CALVISIO Provincia di L'AQUILA COMUNE di CARAPELLE CALVISIO PROGETTO ESECUTIVO PROGETTO PER LA MESSA IN SICUREZZA POST-SISMA DEI MURI IN CARAPELLE CALVISIO INTERVENTO "C" Comune di Carapelle Calvisio Geom. Giampiero

Dettagli

Piano di manutenzione denitrificazione-ossidazione e locale soffianti SOMMARIO

Piano di manutenzione denitrificazione-ossidazione e locale soffianti SOMMARIO SOMMARIO MANUALE D'USO... 3 Strutture in fondazione... 3 Platee... 3 Strutture di elevazione... 3 Pareti sismiche in c.a... 3 Strutture secondarie... 3 Scale - Rampe in c.a... 3 Solai in latero-cemento...

Dettagli