Rassegna stampa 18 dicembre

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1 Rassegna stampa 18 dicembre

2 INDICE TITOLO TESTATA PAGINA In piazza per l acqua di tutti Il Gazzettino 3 Celebrato il funerale del Piave Il Gazzettino 4 Il Natale rivive grazie agli scultori Il Gazzettino 5 Prefettura, si risparmia Il Gazzettino 6 Fondi per l agricoltura Il Gazzettino 7 2

3 In piazza per l acqua di tutti di Giovanni Santin Domenica 18 Dicembre 2011, Sono tanti i volti che sfilano dal piazzale della stazione sino a piazza dei Martiri. Molte le voci che vogliono raccontare, molte le idee e le ragioni di chi ieri, in una bellissima giornata di sole, canta e balla, parla e si confronta. Per tutti l'obiettivo è lo stesso: difendere l'acqua. Stefania Garna, presidente di "Confini comuni" di Santa Giustina, dice: «Il Comitato è qui oggi dopo un lungo lavoro di sensibilizzazione che, fra l'altro, ultimamente è sfociato in una raccolta firme: ben 951 i cittadini che hanno sottoscritto un modulo in cui vengono fatte delle osservazioni tecniche sulla costruzione della centrale a Santa Giustina. Un progetto redatto con un linguaggio vecchio e arcaico. È come se cinquant'anni di storia e battaglie fossero passati invano e la gente fosse senza consapevolezza e coscienza». Lucia Ruffato arriva da Forno di Zoldo e rappresenta il locale comitato "Acqua bene comune". In mano ha uno dei cartelli che denuncia uno dei nuovi progetti di captazione sulle acque dei nostri torrenti: «Perché qui? Perché il rischio che corriamo è molto grave. Con le nuove domande di captazione, ben 125, vengono toccati anche corsi d'acqua prima mai violate e che rovineranno torrenti prima incontaminati. Due sul Ru Torto, fra Zoldo e Zoppé, altri due, molto impattanti, sul Mareson con pochissima acqua lasciata in alveo come minimo flusso vitale. Ecco perché sono qui». Emiliano Oddone, anche lui di Santa Giustina, fa parte anche del Comitato interdiocesano che finora ha coinvolto 60 diocesi e che a Belluno prende il nome di "Ufficio diocesano per gli stili di vita e la cultura di montagna". Dice: «Sono qui per ricordare a tutti che la natura ci impone dei limiti che dobbiamo rispettare. Ed è importante avere questa consapevolezza sia per la vecchie captazioni storiche sia per quelle nuove. Lo sfruttamento attuale delle risorse idriche ha raggiunto un punto critico. Bisogna che questa riflessione sullo sfruttamento delle risorse coinvolga tutta la provincia e che si ponga anche il problema del bene da tutelare, del bene comune da salvare. E che, come ci chiede l'unesco, la riflessione sia partecipata. Proprio come oggi». In corteo sfila anche Fabio Gasperini di Pieve d'alpago: «È un momento in cui bisogna essere presenti e io sono qui sia a titolo personale sia per essermi impegnato al momento della campagna referendaria. E dire, quindi, che non c'è nessun rispetto per l'esito del referendum e per la democrazia». Sono molti anche i non bellunesi. Fra questi il cantautore vicentino Luca Bassanese, autore del brano «L'acqua in bottiglia» diventato un pò il biglietto da visita del movimento Acqua bene comune. «Che meraviglia che meraviglia - canta - l'acqua non nasce in bottiglia» E dice: «I beni comuni vanno difesi e io sento la responsabilità di un artista che deve raccontare quello che la gente sente e quello che fra la gente accade». Da Mossano (Vicenza) arriva Davide «Tatanka» Sandini: «Sono un canoista e oggi non sfilo a Belluno solo per difendere la possibilità di continuare a praticare il mio sport, ma per dire che l'acqua è un bene comune e va tutelato. Nessuno immaginerebbe di poter spianare le Tre Cime di Lavaredo per fare cemento, ma c'è chi pensa invece che violentare l'acqua e i corsi d'acqua sia lecito». 3

4 IN PIAZZA Tante le anime unite nella protesta per i rischi di speculazione Celebrato il funerale del Piave Domenica 18 Dicembre 2011, Una grande bara, con una croce e la scritta «La Piave». E poi un cartellone: «Quando parli dell'acqua... lavati la bocca!». Grande, enorme lo striscione che apriva il corteo con il «no alla Camolino Busche» scritto a caratteri cubitali. Musica e colore. Danze e balli, teatro e maschere. E tanti slogan. La manifestazione di ieri è stata anche questo: una bella festa e tanta fantasia sprigionata in nome e in difesa dell'acqua. Ancor prima della partenza, nel piazzale della stazione, Anna Tollot ha messo in scena i «Piccoli atti poetici rivoluzionari» raccontando la vita scandita di tal Adelina Barazza, un personaggio inventato che conduce un'esistenza normale, quasi banale, ma che quando beve un bicchiere d'acqua diventa rivoluzionaria «come il sub-comandante Marcos, perché non beve l'acqua delle multinazionali, ma del rubinetto». Ma il colore ha accompagnato tutta la manifestazione. Un nutrito gruppo di donne indossava guanti con sul palmo la scritta «Ci siamo per l'acqua», sul dorso «Ci siamo per la rappresentanza». Moltissimi i lunghi cappelli rossi indossati dai manifestanti insieme a delle maschere; gli uni e le altre a rappresentare il personaggio del Mazzarol, invocato ed evocato come grande consigliere che risiede nelle selve e richiesto di intervenire con la su saggezza ad illuminare le scelte dei giorni nostri; mentre alcune ragazze erano vestite da anguane, mitica figura dei boschi che hanno sfilato fra i mille manifestanti per ricordare la sacralità della natura e la sua inviolabilità. Un corteo allegro, nonostante la drammaticità dei problemi messi in campo, e che non ha rinunciato a saltare e danzare non solo una volta giunto in piazza, non solo alla canzone «L'acqua in bottiglia» ormai simbolo del movimento, ma anche lungo l'intero percorso che si è snodato per le vie citatdine. E poco importava quale fosse il tipo di musica, quale fosse il ritmo: giovani - moltissimi gli studenti delle scuole superiori - e meno giovani, bellunesi e persone provenienti da fuori hanno ritmato l'intera manifestazione. 4

5 IN CENTRO Angeli, Babbi, stelle e sagome rigorosamente in legno abbelliscono vie e piazze Il Natale rivive grazie agli scultori L iniziativa è organizzata dal gruppo che anima il Consorzio dei commercianti di Roberta De Salvador Domenica 18 Dicembre 2011, Stelle, angeli e sagome di babbo natale, tutti rigorosamente in legno hanno fatto ieri mattina la loro comparsa nel centro storico di Belluno, per iniziativa del Consorzio dei commercianti, con la collaborazione delle Segherie Bellunesi e del servizio Forestale regionale. Sette scultori in vari luoghi della città hanno lavorato all'aria aperta come in una sorta di mini ex tempore per creare un circuito artistico in grado non solo di abbellire la città, ma anche, ovviamente, di suscitare l'interesse di potenziali acquirenti, in un periodo non certo roseo per le finanze. Così passando all'incrocio tra via Tasso e via Carrera, si poteva scrivere una lettera a babbo natale mentre Moreno De Biasi, scalpello alla mano, iniziava a far emergere dal legno un paffuto e barbuto babbo intento nella lettura. Un altro Santa Klaus l'ha scolpito, invece, Mario Scalco di fronte all'enoteca Mazzini con in mano una pallina dell'albero di Natale. Altro tema ricorrente sono state le stelle comete: stilizzata dalle forme morbide dietro i giardini comunali, creata da Albino Mezzacasa, ricca di punte, con la natività incorporata su via Psaro, per opera di Luciano De Barba, mentre Arrigo De Rozzo su via Roma ne ha realizzata una simile alla stella alpina. Ad incantare la maggior parte dei passanti è stato senza dubbio il presepe in legno costruito, con tanto di fieno, sotto il portico di palazzo Minerva di Via Rialto con un'inedita collaborazione tra Mauro Lampo Olivotto e le classi seconda, terza e quarta dell'istituto Leonardo Da Vinci. L'opera resterà esposta fino ai primi giorni di gennaio del prossimo anno. Per tutto il pomeriggio ieri era presente in centro babbo natale per salutare i bambini e distribuire piccoli doni e lo sarà anche oggi, accompagnato in aggiunta, dal suono di un corno delle alpi itinerante che renderà l'atmosfera ancor più natalizia. 5

6 PALAZZO DEI RETTORI Consegnate ieri le onorificenze dello Stato Prefettura, si risparmia I tagli colpiscono il tradizionale ricevimento organizzato per il Natale Domenica 18 Dicembre 2011, Niente ricevimento in Prefettura per il tradizionale scambio di auguri in occasione del Natale. Bando agli sfarzi per il 2011 nei festeggiamenti a palazzo dei Rettori: il tradizionale appuntamento di fine anno è stato accorpato alla cerimonia conclusiva delle manifestazioni per i 150 anni dell'unità d'italia e alla consegna dei diplomi per le onorificenze al merito della Repubblica Italiana. Anche Belluno annulla il ricevimento augurale, come già accaduto in Liguria, terra devastata dal recente alluvione. Così ieri in una sala gremita, ma non stracolma, di sindaci, parlamentari, comandanti, colonnelli e rappresentanti istituzionali il prefetto, Maria Laura Simonetti, ha accolto i presenti ricordando come la cerimonia fosse «semplice ma solenne». Nell'insignire gli otto bellunesi del diploma per onore al merito la rappresentante del Governo ha ricordato come «l'attenzione all'eccellenza sia uno sprone per migliorare la società civile». Il commissario in Provincia, Vittorio Capocelli, nel suo saluto ha augurato ai bellunesi «che gli organi elettivi vengano ripristinati, anche secondo nuove formule». Sulla falsariga del prefetto anche il primo cittadino di Belluno, Antonio Prade, che ha esortato al «contrattacco» alla crisi facendo leva sul «capitale umano e la collaborazione fra tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio». Tra i premiati c'era anche il vicepresidente del consiglio comunale bellunese, Francesco Pingitore, maresciallo capo del settimo reggimento. Cavaliere sono diventati anche Giuseppe Sbardella, ex questore di Belluno e Renato Alfaré Lovo, capo distaccamento dei Vigili del Fuoco di Cortina, mentre è passato a gran ufficiale Paolo Doglioni, presidente della Camera di commercio di Belluno, del Centro estero del Veneto e ad in Veneto promozione. Tutti gli altri erano imprenditori, come Livio Dall'Agnola o Eddy Dalla Rosa nel settore dei metalli o Failli Arnaldo Tremea nelle attrezzature agricole, fatta eccezione per lo sportivo Eliseo Sartor, figura di primo piano nella Fisi. 6

7 SVILUPPO RURALE Sotto accusa la burocrazia. Capelli: «Costano di più le carte del contributo» Fondi per l agricoltura «Serve una regia locale» di Alessia Trentin Domenica 18 Dicembre 2011, Una gestione interna è la chiave di volta, auspicata a gran voce, per la programmazione futura di politiche e fondi agricoli nel territorio. È quanto emerso nel seminario tenutosi ieri sullo stato di avanzamento del Piano di sviluppo rurale del Veneto e gli scenari per il Va da sè che il Gruppo di azione locale, noto come Gal, ce la può fare ad autogestirsi come ha dimostrato più volte, assumendo un ruolo centrale in un momento in cui il settore primario è ormai incapace di offrire grandi prospettive occupazionali così come di garantire reddito agli occupati. La prospettiva ha messo d'accordo tutti i presenti alla tavola rotonda, rappresentanti di categoria e associazioni. «Seguo entrambi i Gal, Prealpi e Dolomiti, e rimarco l'esigenza di una programmazione fatta nel territorio, non a Venezia» dichiara Claudio Capelli. «Siamo inseriti all'interno di un sistema - commenta Edoardo Comiotto (foto)- ma questo sistema non funziona. I Gal rappresentano un sistema attivo e positivo, ma che non riesce a dialogare e a influenzare davvero. Ci auguriamo che in futuro i Gal possano entrare nel gioco decisionale». E poi c'è la burocrazia, lenta, macchinosa, la palla al piede di un ingranaggio che eroga fondi ma richiede tempi di attesa lunghi e troppe carte da compilare; gestire il territorio dal territorio significherebbe innanzitutto semplificare. «Costa di più produrre le carte che il contributo che ne viene - spiega Capelli -. In periodo di crisi bisogna dare risposte immediate alle imprese: attendere per 300 giorni una risposta può significare la morte per le piccole aziende». Quindi l'invito, poche parole che danno voce a molti: «Siamo in crisi, lasciate fare a noi la programmazione, lasciateci gestire il territorio e i fondi: noi conosciamo la nostra terra e possiamo andare incontro alle esigenze delle imprese». La rassegna de ll Corriere delle Alpi è assente per uno sciopero indetto dai giornalisti della testata 7