Escursione 44 Ostafa - M. Rothorn

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1 Escursione 44 Ostafa - M. Rothorn F Il Rothorn visto da sud Il Rothorn è una cima interamente rocciosa facente parte della cresta che separa la Val d'ayas da quella di Gressoney, nel tratto che dal Testa Grigia (il rilievo più elevato) porta verso il Rosa. Questa vetta è caratterizzata da una parete ovest che precipita pressochè verticalmente sulla Val d'ayas, e da un versante est anch'esso ripido ma più facilmente accessibile. La sommità è una cresta orientata in direzione nord-sud, della lunghezza di alcune decine di metri. L'itinerario qui descritto è da considerarsi l'unico accesso possibile in condizioni escursionistiche, seppur comprenda, nel tratto finale, alcuni passaggi su roccia classificabili come I grado, e gli ultimissimi due metri di II. L'intero cammino è segnalato con ometti di pietre, e al massimo con alcuni segnavia (n. 10) sul versante di Gressoney. Salita: Ostafa m Rothorn m Sentiero: 12, non segnato, 10. Tempo di percorrenza: 3h30' - 4h30'. Difficoltà: pendio ripido fino al colle. Qualche passaggio di I e II sulla parete est. 1. Il primo tratto di cammino sul sentiero 12. Il cammino inizia all'arrivo dell'ovovia di Ostafa, raggiungibile anche a piedi dal Crest seguendo la strada sterrata. Il primissimo tratto è sul sentiero 12 (foto 1), lo stesso che conduce ai Laghi Pinter; si passa sotto la seggiovia del Colle Sarezza e si prosegue verso est Dopo 10-15' si raggiunge una zona caratterizzata da grandi massi affioranti (foto 2) in corrispondenza di un canalone. Qui ci si separa dal frequentato e ben tracciato sentiero 12, che prosegue in direzione del Colle Pinter, svoltando a sinistra tra i massi come mostrato nella foto 3; il percorso da seguire è tracciato in verde. 2. Ultimo tratto sul sentiero Deviazione dal 12. In rosso il sentiero che prosegue verso i Pinter, nel cerchio un segnavia. Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 1

2 Un sentiero vero e proprio non esiste; si potrebbero incontrare tracce di passaggio ma il percorso non è chiaramente evidente sul terreno così come non è riportato su molte carte. In ogni caso comunque si procede risalendo il pendio tra i macigni (foto 4) puntando grossomodo verso la sovrastante vetta del Testa Grigia; in assenza di visibilità utilizzare la bussola e puntare ad est. Presto si esce dalla zona dei massi, facenti parte di un antica frana proveniente dal Testa Grigia, e appare subito evidente il valico senza nome (foto 5) che successivamente permetterà di scavalcare lo spartiacque e portarsi nella Valle di Gressoney per la seconda parte della salita. Da qui il percorso è abbastanza libero; sebbene esistano alcuni ometti di pietre è possibile seguire altri percorsi senza necessariamente incontrare difficoltà maggiori. Si attraversa l'altopiano che separa la sottostante zona dei 4. Salita tra i macigni S 5. La freccia indica il valico verso la Valle di Gressoney. La traccia verde è un possibile percorso. 6. L'altopiano alla base del valico. massi dal pendio sotto il valico; questo pianoro è erboso e solcato da residui di frana (foto 6). Si inizia poi a risalire il pendio in direzione nord-est. L'iniziale manto erboso, con pendenza decisamente pronunciata (foto 7), che comunque non crea particolari problemi nell avanzamento, lascia successivamente il posto alla pietraia superiore (foto 8). Si procede comunque puntando verso il sovrastante valico, che è sempre riconoscibile essendo il punto più basso tra gli speroni rocciosi sulla cresta; questi sono ben visibili sempre nella foto 8, e il colletto è alla loro immediata sinistra. 7. Primo tratto di salita verso il colle. S 8. La parte superiore del pendio è una pietraia. La freccia indica sempre il valico di quota Come tutte le pietraie, anche questa richiede un po di attenzione nel procedere sebbene non sia estremamente instabile: essendo composta da materiale roccioso proveniente da una frana, non si può dare per scontato che ogni singolo masso su cui si appoggiano i piedi sia immobile. In questi casi è consigliabile appoggiare gradualmente il peso, evitando naturalmente di saltare da una roccia all altra. Se il pendio si fa troppo ripido si può procedere descrivendo un percorso a tornantini per diluire il dislivello. Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 2

3 A circa 2 ore dalla partenza da Ostafa si raggiunge così il colle di quota 3011 (foto 9), affacciandosi così finalmente sulla Valle di Gressoney. Il versante orientale del valico presenta una pendenza molto più limitata, e poco sotto si trova un grande altopiano sabbioso. Dal colle è anche possibile vedere (foto 10) il Rothorn e il Blach (Piccolo Rothorn), facilissima meta da prendere sicuramente in considerazione (a tal proposito consultare la pagina relativa alla variante 44b nella sezione itinerari escursionistici di Ayastrekking.it). L'altopiano viene attraversato in direzione nord-nord-est (foto 11); essendo questo lievemente digradante in direzione est, conviene mantenersi sulla sinistra in modo da perdere poca quota. 9. Arrivo al colle. ROTHORN BLACH (PICCOLO ROTHORN) 10. L'altopiano e il Rothorn dal colle. 11. Attraversamento dell'altopiano. In questa zona esistono diversi evidenti ometti di pietre e segnavia n. 10 secondo la numerazione di Gressoney (cerchio bianco con contorno e numero rossi) che portano al Rothorn (foto 12). A meno di non voler affrontare una via di arrampicata (che richiederebbe ovviamente una preparazione superiore e le necessarie attrezzature di assicurazione), il punto in cui attaccare la cima del Rothorn è uno solo, e va cercato subito a sud del costone che dalla sommità del Rothorn scende verso il Piccolo Rothorn. Ci sono degli ometti di pietre per segnalare il punto esatto, ma non sono perfettamente riconoscibili in mezzo al pietrame dello stesso colore; il più evidente è posto su una roccia 12. Un ometto con segnavia n. 10. sporgente, ed è visibile nella foto 13. L'ultima parte di salita, che conduce alla vetta vera e propria, può essere divisa in due parti, corrispondenti ad altrettanti salti di roccia. Si tratta in realtà di brevi serie di facili passaggi di I grado, poco esposti, superabili senza particolari problemi facendo la necessaria attenzione. È necessario l uso delle mani per mantenere l equilibrio, ma l individuazione di appigli ed appoggi per i piedi è facile. 13. Inizio della salita al Rothorn. In evidenza l'ometto sulla roccia sporgente. Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 3

4 Tra i due salti si trova un breve tratto più pianeggiante che ospita altri ometti di pietre (foto 14). Anche la seconda parte di questa salita (foto 15), presenta le stesse difficoltà tecniche (foto 16); superata in pochi minuti la paretina ci si ritrova finalmente sulla cresta sommitale. 14. Seconda metà di salita vista dal balcone intermedio. 15. La partenza dell'ultima parte di salita. 16. Ultimo salto di roccia prima della cresta sommitale. Questa si presenta completamente rocciosa e piuttosto frastagliata (foto 17); la si percorre in direzione sud-ovest per poche decine di metri, fino a trovarsi di fronte all'ultimissima piccola difficoltà, consistente in circa 3 metri di salita su roccia di II grado massimo (foto 18), quasi verticale ma comunque facile da superare con un minimo di coordinazione tra l uso delle gambe e delle mani. Al di sopra di questa si trova finalmente l'ometto di vetta, a quota Il panorama dal Rothorn è aperto in tutte le direzioni, ed è limitato solo a sud dalla sagoma appuntita del Testa Grigia, più alto di 161 metri. A nord la visuale è aperta sul Cervino e su pressochè tutto il Rosa (foto in basso a destra). 17. Ultimi metri di cresta. 18. La vetta del Rothorn. Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 4

5 Discesa: Rothorn m Ostafa m Sentiero: 10, non segnato, 12. Tempo di percorrenza: 2h - 2h30'. Difficoltà: come per la salita. La discesa avviene ripercorrendo lo stesso itinerario utilizzato per salire. Lasciata la vetta ci si porta in direzione nord-est fino al punto in cui inizia la traccia che scende (foto 19); si superano i due salti di roccia disarrampicando con la necessaria attenzione (foto 20) raggiungendo la base est del Rothorn. Da qui si riattraversa l'altopiano (foto 21) in direzione del colle di quota Riaffacciandosi sulla Val d'ayas e sulla conca sotto il valico (foto 22) si può - ma non è indispensabile - iniziare a seguire la vaga traccia di ometti. Raggiunto il sottostante altopiano si torna infine sull'evidente traccia del sentiero 12, e seguendolo verso ovest si torna ad Ostafa, al punto di partenza. 19. Ritorno verso l'inizio della cresta. 21. Attraversamento dell'altopiano e ritorno al colle. 20. Veloce discesa su roccia. Note meteorologiche: Attenzione alle condizioni del tempo nella Valle di Gressoney perchè parte dell'itinerario si svolge fuori da Ayas; in particolare si possono verificare annuvolamenti in presenza di vento umido da sud. Sconsigliata la salita con terreno bagnato o tempo incerto. Periodo consigliato: La salita è consigliata in assenza di neve. Per affrontare il percorso in assetto estivo, a meno di nevicate fuori stagione il periodo buono va da giugno a settembre, benché le foto di queste pagine siano state scattate nella seconda metà di ottobre. Attrezzatura: Nessuna attrezzatura particolare è richiesta, se non un paio di scarpe con suola ben scolpita che assicuri la necessaria aderenza soprattutto sulla pietraia che precede il colle e sui tratti di roccia sotto la vetta. 22. Discesa dal colle. Il profilo altimetrico del percorso. È evidente come quasi tutto il dislivello sia concentrato nei primi 2/3 di percorso, ed in particolare nel tratto tra il bivio in corrispondenza del quale si lascia il sentiero 12 e il colle di quota Dopo il valico c'è una piccola discesa, seguita dall'ultima salita che culmina in vetta. Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 5

6 Altopiano ) ( ) ( 2820 M. Sarezza 2410 Ostafa Bivio per Rothorn Colle Sarezza 3152 Rothorn 3011 Colle nord 3043 Blach - Piccolo Rothorn 3314 Testa Grigia \ Ayastrekking.it SO stafa - M. Rothorn p. 6