S T A T O D E L L E A C Q U E S O T T E R R A N E E a r p a v e n e t o

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1 S TAT O D E L L E A C Q U E S O T T E R R A N E E arpa veneto

2 ARPAV Direttore Generale: Carlo Emanuele Pepe Direttore Area Tecnico-Scientifica: Paolo Rocca Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio: Alberto Luchetta Progetto e realizzazione: Servizio Osservatorio Acque Interne Italo Saccardo Autori: Cinzia Boscolo e Filippo Mion Monitoraggio: Servizi Controllo ambientale dei Dipartimenti ARPAV Provinciali Servizi Stato dell ambiente dei Dipartimenti ARPAV Provinciali Dipartimento Regionale Laboratori

3 A B S T R A C T Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio regionale delle acque sotterranee del Veneto svolto nel 2013 riprendendo la struttura dei quattro precedenti. Nel 2013 il monitoraggio quantitativo ha interessato 226 punti, quello qualitativo 283. Per 240 punti (pari al 85%) lo stato chimico è buono, per 43 (pari al 15%) scadente. Anche per il 2013 le contaminazioni riscontrate più frequentemente e diffusamente sono quelle dovute a composti organo-alogenati (30 superamenti) e nitrati (10). Le altre categorie di sostanze che hanno portato ad una classificazione di stato non buono sono: metalli imputabili all attività umana (5), inquinanti inorganici (3) e pesticidi (3). Considerando le 225 stazioni monitorate nel periodo e classificate in base al Dlgs 30/2009, non si evidenziano variazioni dello stato chimico significative. iii

4 I N D I C E 1 monitoraggio dei corpi idrici sotterranei Le reti di monitoraggio Parametri e frequenze: monitoraggio qualitativo corpi idrici sotterranei 4 3 stato chimico Sostanze naturali Stato chimico puntuale presentazione dei dati chimici Nitrati Pesticidi Composti organici volatili Metalli pesanti Arsenico Ammoniaca Conducibilità elettrica Cloruri Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) diagrammi piezometrici 23 I Appendici 43 a punti monitorati 44 b dlgs 30/2009, allegato 3 50 b.1 Standard di qualità comunitari b.2 Valori soglia individuati dall Italia c stato chimico puntuale 54 d nitrati: test di mann-kendall 60 e pesticidi: riepilogo 64 f composti organici volatili: riepilogo 68 g metodi statistici 71 g.1 Test di Mann-Kendall (MKT) g.2 Linea robusta di Kendall-Theil g.3 Test stagionale di Kendall g.4 Test Q di Cochran iv

5 bibliografia 75 E L E N C O D E L L E F I G U R E Figura 1 Punti monitorati Figura 2 Punti monitorati per tipologia Figura 3 Corpi idrici sotterranei del Veneto Figura 4 La valutazione dello stato chimico Figura 5 Stato chimico puntuale Figura 6 Numero di superamenti dei valori limite Figura 7 Tendenze dello stato chimico puntuale Figura 8 Concentrazione media annua di nitrati Figura 9 Risultati del test di Mann-Kendall Figura 10 Contaminazioni da pesticidi Figura 11 Tendenze della contaminazione da pesticidi Figura 12 Contaminazioni da VOC Figura 13 Tendenze della contaminazione da VOC Figura 14 Concentrazione media annua di ammoniaca, arsenico, cloruri e conduttività elettrica Figura 15 Distribuzione sostanze perfluoroalchiliche Figura 16 Misura del livello piezometrico Figura 17 Tendenze dello stato chimico per le stazioni in stato scadente. 59 Figura 18 Principi attivi ricercati Figura 19 Composti organici volatili ricercati Figura 20 Determinazione della pendenza mediana Figura 21 Determinazione della pendenza mediana in caso di stagionalità E L E N C O D E L L E TA B E L L E Tabella 1 Programmi di monitoraggio quantitativo Tabella 2 Parametri da analizzare in tutte le stazioni Tabella 3 Valutazione dello stato chimico puntuale per GWB Tabella 4 Pesticidi: elenco delle sostanze rilevate Tabella 5 PFAS: elenco dei composti perfluoroalchilici analizzati Tabella 6 PFAS: sintesi composti perfluoroalchilici analizzati Tabella 7 Elenco dei punti monitorati Tabella 8 Standard di qualità Tabella 9 Valori soglia Tabella 10 Stato chimico puntuale Tabella 11 Nitrati: risultati test Mann-Kendall Tabella 12 Pesticidi: sintesi del monitoraggio Tabella 13 Composti organici volatili: sintesi del monitoraggio v

6 A C R O N I M I, A B B R E V I A Z I O N I E S I G L E α livello di significatività As arsenico DLgs decreto legislativo GWB Groundwater Body CE conducibilità elettrica Cl cloruri Cr VI cromo esavalente CVM cloruro di vinile DBCM dibromoclorometano DCBM diclorobromometano NH 4 ione ammonio H 0 H A ipotesi nulla ipotesi alternativa LQ limite di quantificazione MKT Mann-Kendall test Ni nichel NO 3 NO 2 nitrati nitriti Pb piombo PCE tetracloroetilene PFAA acidi perfluoroalchilici PFAS sostanze perfluoroalchiliche PFBA acido perfluorobutanoico PFBS acido perfluorobutansolfonico PFCA acidi perfluoroalchilcarbossilici PFDeA acido perfluorodecanoico PFDoA acido perfluorododecanoico PFHpA acido perfluoroeptanoico PFHxA acido perfluoroesanoico PFHxS acido perfluoroesansolfonico vi

7 acronimi vii PFNA acido perfluorononanoico PFOA acido perfluoroottanoico PFOS acido perfluoroottansolfonico PFPeA acido perfluoropentanoico PFSA acidi perfluoroalchilsolfonici PFUnA acido perfluoroundecanoico p - value livello di significatività osservato SQ standard di qualità TCE tricloroetilene TCM triclorometano VOC composti organici volatili VL valore limite VS valore soglia

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9 1 M O N I T O R A G G I O D E I C O R P I I D R I C I S O T T E R R A N E I Il 19 aprile 2009 è entrato in vigore il decreto legislativo 16 marzo 2009, n. 30 Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall inquinamento e dal deterioramento (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 4 aprile 2009 n. 79). Rispetto alla preesistente normativa (Dlgs 152/1999), restano sostanzialmente invariati i criteri di effettuazione del monitoraggio (qualitativo e quantitativo); cambiano invece i metodi e i livelli di classificazione dello stato delle acque sotterranee, che si riducono a due (buono o scadente) invece dei cinque (elevato, buono, sufficiente, scadente e naturale particolare). 1.1 le reti di monitoraggio Lo stato quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei regionali è controllato attraverso due specifiche reti di monitoraggio: Le tipologie di reti di monitoraggio. una rete per il monitoraggio quantitativo; una rete per il monitoraggio qualitativo. Per ottimizzare i monitoraggi, ove possibile, sono stati individuati siti idonei ad entrambi i tipi di controlli. I punti di monitoraggio possono pertanto essere suddivisi in tre tipologie: pozzi destinati a misure quantitative, qualitative e qualiquantitative, in funzione della possibilità di poter eseguire misure o prelievi o entrambi. É comunque innegabile che utilizzare un punto di controllo sia per le misure di livello che per i prelievi d acqua può creare delle difficoltà legate soprattutto ai seguenti fattori: Le tipologie di punti di monitoraggio. per il monitoraggio qualitativo, è preferibile scegliere pozzi in produzione, evitando così i problemi legati allo spurgo; per il monitoraggio quantitativo, è preferibile scegliere pozzi (quotati o quotabili con facilità) non in produzione, evitando così di interrompere l emungimento per effettuare misure del livello statico. La rete di monitoraggio quantitativo è composta da più sottoreti a cui si applicano i programmi riportati in tabella 1. Nella presente relazione vengono riportati i risultati dei programmi A e B di tabella 1. Consultare il sito internet di ARPAV sezione dati freatimetrici per i programmi C e D e sezione documenti acque interne rapporti Monitoraggio Sorgenti per il programma E. Tabella 1: Programmi di monitoraggio quantitativo. Cod Nome monitoraggio Parametro Frequenza Punti A pozzi artesiani livello e portata pozzi artesiani 4 volte all anno 51 B livello manuale livello della falda 4 volte all anno 175 C livello manuale rete idrografica livello della falda ogni 3 giorni 18 D livello in continuo livello della falda in continuo 50 E sorgenti portata sorgenti 2 volte all anno 43 1

10 2 monitoraggio dei corpi idrici sotterranei monitoraggio qualitativo monitoraggio quantitativo Figura 1: Punti monitorati per la valutazione dello stato chimico e quantitativo delle risorse idriche sotterranee. monitoraggio qualitativo monitoraggio quantitativo falda libera falda confinata sorgente 46 falda semiconfinata 6 Figura 2: Punti monitorati per la valutazione dello stato chimico e quantitativo delle risorse idriche sotterranee suddivisi per tipologia. Vedi l appendice A per l elenco dei punti monitorati. Nel 2013 il monitoraggio ha riguardato (figure 1 e 2): 283 punti di campionamento: 46 sorgenti, 168 pozzi/piezometri con captazione da falda libera, 6 pozzi con captazione da falda semi-confinata e 63 pozzi con captazione da falda confinata; 226 punti di misura del livello piezometrico: 175 pozzi/piezometri con captazione da falda libera, 51 pozzi con captazione da falda confinata.

11 1.2 parametri e frequenze: monitoraggio qualitativo 3 Tabella 2: Parametri da analizzare in tutte le stazioni. Conduttività Alluminio ph Arsenico Temperatura acqua Cadmio Bicarbonati Cromo totale Boro Cromo VI Calcio Ferro Cloruri Manganese Durezza Totale Mercurio Ione ammonio Nichel Magnesio Piombo Nitrati Rame Nitriti Zinco Ossigeno disciolto Tetracloroetilene ( 1 ) Potassio Triclorometano ( 1 ) Sodio Tricloroetilene ( 1 ) Solfati 1 parametri facoltativi in falde artesiane profonde, in acquiferi protetti della bassa pianura 1.2 parametri e frequenze: monitoraggio qualitativo I campionamenti avvengono due volte l anno, con cadenza semestrale, in primavera (aprile-maggio) ed autunno (ottobre-novembre), in corrispondenza dei periodi di massimo deflusso delle acque sotterranee per i bacini idrogeologici caratterizzati dal regime prealpino. Il piano di monitoraggio 2013 prevedeva che i parametri riportati in tabella 2 fossero ricercati su tutti i punti di monitoraggio.

12 2 C O R P I I D R I C I S O T T E R R A N E I I corpi idrici sotterranei di pianura. Il Dlgs 30/2009 definisce i criteri per l identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei (GWB dall inglese Groundwater Body). Il corpo idrico è l unità base di gestione prevista dalla direttiva 2000/60/CE, essi rappresentano infatti l unità di riferimento per l analisi del rischio, la realizzazione delle attività di monitoraggio, la classificazione dello stato quali-quantitativo e l applicazione delle misure di tutela. In Veneto, nell ambito della redazione del primo piano di gestione del distretto Alpi Orientali, sono stati individuati 33 GWB. Per la definizione dei corpi idrici sotterranei di pianura è stato utilizzato un criterio idrogeologico che ha portato prima alla identificazione di due grandi bacini sotterranei divisi dalla dorsale Lessini-Berici-Euganei, poi nella zonizzazione da monte a valle in: alta, media e bassa pianura. alta pianura: limite nord costituito dai rilievi montuosi, limite sud costituito dal limite superiore della fascia delle risorgive, i limiti laterali tra diversi corpi idrici sono costituiti da assi di drenaggio (direttrici sotterranee determinate da paleolvaei o da forme sepolte, e tratti d alveo drenanti la falda), ad andamento prevalentemente N-S, tali da isolare porzioni di acquifero indifferenziato il più possibile omogeneo, contenente una falda freatica libera di scorrere verso i limiti scelti. media pianura: limite nord costituito dal limite superiore della fascia delle risorgive, limite sud costituito dal passaggio da acquiferi a prevalente componente ghiaiosa ad acquiferi a prevalente componente sabbiosa, i limiti laterali tra diversi corpi idrici sono costituiti dai tratti drenanti dei corsi d acqua superficiale. L unica eccezione riguarda il bacino idrogeologico denominato Media Pianura Veronese, il cui limite occidentale è obbligatoriamente il confine regionale con la Lombardia, mentre il limite orientale è stato individuato nel Torrente Tramigna, il quale costituisce un asse di drenaggio idrico sotterraneo, che separa l area Veronese dal sistema acquifero delle Valli dell Alpone, del Chiampo e dell Agno-Guà. bassa pianura: limite nord costituito dal passaggio da acquiferi a prevalente componente ghiaiosa ad acquiferi a prevalente componente sabbiosa. La bassa pianura è caratterizzata da un sistema di acquiferi confinati sovrapposti, alla cui sommità esiste localmente un acquifero libero. Considerando che i corpi idrici sotterranei devono essere unità con uno stato chimico e uno quantitativo ben definiti, la falda superficiale è stata distinta rispetto alle falde confinate che sono state raggruppate in un unico GWB. Il sistema di falde superficiali locali è stato ulteriormente suddiviso in 4 GWB sulla base dei sistemi deposizionali dei fiumi Adige, Brenta, Piave e Tagliamento. Il limite settentrionale della fascia dei fontanili e il limite di separazione tra acquiferi a componente prevalentemente ghiaiosa ed acquiferi a componente prevalentemente sabbiosa sono stati ricavati dalla carta geologica del Veneto alla scala 1: , mentre il limite dei rilievi prealpini è stato tracciato utilizzando la base DEM del Veneto. Complessivamente per l area di pianura sono stati individuati 23 GWB così suddivisi: 4

13 corpi idrici sotterranei 5 10 per l alta pianura; 8 per la media pianura; 5 per la bassa pianura (4 superficiali e 1 che raggruppa le falde confinate). La caratterizzazione geologica ed idrogeologica della pianura veneta e la descrizione nel dettaglio degli acquiferi e dei bacini idrogeologici sono state affrontate in Le acque sotterranee della pianura veneta - I risultati del progetto SAMPAS [2]. Il territorio montano veneto invece, è stato suddiviso in aree omogenee, dette province idrogeologiche, sulla base delle caratteristiche geologiche, in particolare tenendo conto dell uniformità litostratigrafica (formazioni) e strutturale (faglie, pieghe, giaciture). Come supporto di riferimento per l individuazione di queste unità è stata utilizzata la carta digitale litostratigrafica del Veneto alla scala 1: (Carta Litostratigrafica del Veneto, Regione Veneto), che riporta le formazioni affioranti. Sovrapponendo alle informazioni litostratigrafiche quelle relative alla permeabilità (Carta della permeabilità dei litotipi in scala 1: , Regione Veneto) è stato possibile accorpare le formazioni stratigraficamente adiacenti e con ugual permeabilità in unità idrogeologiche/acquifero a cui si sono associate le formazioni impermeabili sottostanti (complesso idrogeologico). Le province idrogeologiche individuate sono: Provincia di Basamento, Provincia Dolomitica, Provincia Prealpina, Provincia Pedemontana, Baldo-Lessinia, Lessineo-Berico-Euganea e Valliva. All interno di ciascuna provincia idrogeologica sono stati delimitati una serie di gruppi montuosi (per un totale di 69) che costituiscono le unità elementari di riferimento; i gruppi, infatti, sono stati individuati come blocchi rocciosi separati da profonde valli, selle e passi principali (per maggiori informazioni vedi [1]). Al fine di ridurre i costi di monitoraggio e di gestione, si sono aggregati i GWB montani, così come previsto dalla direttiva 2000/60/CE, in quanto nelle aree montane le pressioni antropiche sono limitate, la qualità dell acqua è buona e il monitoraggio più complesso per la maggior difficoltà a raggiungere i siti di campionamento. I 33 GWB individuati (23 di pianura e 10 montani) sono il risultato di un compromesso tra la necessità di descrivere in modo appropriato lo stato e l esigenza di evitare un grado di disaggregazione non efficientemente gestibile. Tutti e 33 (figura 3) sono stati attribuiti al distretto Alpi Orientali 1. Gli elaborati relativi al piano di gestione sono consultabili on line sul sito dei Bacini Idrografici delle Alpi Orientali. I corpi idrici sotterranei di montagna. I 33 corpi idrici sotterranei del Veneto. 1 in base all art.3, direttiva 2006/118/CE. «... Qualora le acque sotterranee non rientrino interamente in un bacino idrografico preciso, esse vengono individuate ed assegnate al distretto idrografico più vicino e più consono...»

14 6 corpi idrici sotterranei num sigla nome num Dol PrOc VB PrOr AdG BL LBE CM CTV Mon VRA ACA APVO APVE APB TVA PsM Dolomiti Prealpi occidentali Val Beluna Prealpi orientali Anfiteatro del Garda Baldo-Lessinia Lessineo-Berico-Euganeo Colli di Marostica Colline trevigiane Montello Alta Pianura Veronese Alpone - Chiampo - Agno Alta Pianura Vicentina Ovest Alta Pianura Vicentina Est Alta Pianura del Brenta Alta Pianura Trevigiana Piave sud Montello sigla nome APP QdP POM MPVR MPRT MPTB MPBM MPMS MPSP MPPM MPML BPSA BPSB BPSP BPST BPV Alta Pianura del Piave Quartiere del Piave Piave Orientale e Monticano Media Pianura Veronese Media Pianura tra Retrone e Tesina Media Pianura tra Tesina e Brenta Media Pianura tra Brenta e Muson dei Sassi Media Pianura tra Muson dei Sassi e Sile Media Pianura tra Sile e Piave Media Pianura tra Piave e Monticano Media Pianura Monticano e Livenza Bassa Pianura Settore Adige Bassa Pianura Settore Brenta Bassa Pianura Settore Piave Bassa Pianura Settore Tagliamento Acquiferi Confinati Bassa Pianura Figura 3: Corpi idrici sotterranei del Veneto.

15 3 S TAT O C H I M I C O La definizione dello stato chimico delle acque sotterranee, secondo le direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE, si basa sul rispetto di norme di qualità, espresse attraverso concentrazioni limite, che vengono definite a livello europeo per nitrati e pesticidi (standard di qualità), mentre per altri inquinanti, di cui è fornita una lista minima all Allegato 2 parte B della direttiva 2006/118/CE, spetta agli Stati membri la definizione dei valori soglia, oltre all onere di individuare altri elementi da monitorare, sulla base dell analisi delle pressioni. I valori soglia (VS) adottati dall Italia sono quelli definiti all Allegato 3, tabella 3, Dlgs 30/2009 e riportati in appendice B. Per quanto riguarda la conformità, la valutazione si basa sulla comparazione dei dati di monitoraggio (in termini di concentrazione media annua) con gli standard numerici (tabella 2 e tabella 3, Allegato 3, Dlgs 30/2009). In linea di principio, a nessun corpo idrico sotterraneo è permesso di eccedere questi valori. Si riconosce tuttavia che il superamento dei valori standard può essere causato da una pressione locale (ad esempio inquinamento da fonte puntuale) che non altera lo stato di tutto il corpo idrico sotterraneo in questione. Pertanto c è la possibilità di investigare le ragioni per le quali i valori sono superati e decidere sulla classificazione dello stato chimico sulla base dei rischi effettivi per l intero corpo idrico sotterraneo (ad esempio i rischi per la salute umana, per gli ecosistemi acquatici associati o i relativi ecosistemi terrestri, per gli usi legittimi e le funzioni dell acqua sotterranea)[5]. Schematizzando, un corpo idrico sotterraneo è considerato in buono stato chimico se (figura 4): Gli standard di qualità definiti a livello europeo. I valori soglia adottati dall Italia. i valori standard (SQ o VS) delle acque sotterranee non sono superati in nessun punto di monitoraggio o il valore per una norma di qualità (SQ o VS) delle acque sotterranee è superato in uno o più punti di monitoraggio che comunque non devono rappresentare più del 20% dell area totale o del volume del corpo idrico ma un appropriata indagine dimostra che la capacità del corpo idrico sotterraneo di sostenere gli usi umani non è stata danneggiata in maniera significativa dall inquinamento. Per stabilire lo stato, i risultati ottenuti nei singoli punti di monitoraggio all interno di un corpo idrico sotterraneo devono essere aggregati per il corpo nel suo complesso (direttiva 2000/60/CE, allegato V, sezione 2.4.5), e la base per l aggregazione è la concentrazione aritmetica media su base annua dei pertinenti inquinanti in ciascun punto di monitoraggio (direttiva 2006/118/CE, allegato III, 2 (c)). La procedura di valutazione dello stato chimico deve essere espletata per tutti i corpi idrici sotterranei caratterizzati come a rischio e per ciascuno degli inquinanti che contribuiscono a tale caratterizzazione; è condotta alla fine del ciclo di un piano di gestione, utilizzando i dati raccolti con il monitoraggio operativo e di sorveglianza, per verificare l efficacia dei programmi di misura adottati [30]. Lo stato dei corpi idrici sotterranei va riportato all interno dei piani di gestione. Per la predisposizione del primo piano di gestione, nel 2009, sono stati utilizzati i dati relativi al periodo ottenuti dal monitoraggio ai sensi del Dlgs 152/1999. Gli elaborati che interessano i corpi idrici sotterranei del Veneto sono consultabili on line sul sito dei Bacini Idrografici delle Alpi Orientali. I dati utilizzati per il primo piano di gestione. 7

16 8 stato chimico Calcolare la concentrazione media per ogni parametro rilevante e per ogni punto di monitoraggio nel corpo idrico sì C è almeno un punto di monitoraggio con concentrazione media superiore ad uno standard di qualità o ad un valore soglia no Lo standard di qualità delle acque sotterranee o il valore soglia è superato in uno o più siti di monitoraggio, che rappresentano oltre il 20 % dell area totale o del volume del corpo idrico no Svolgere un indagine specifica per valutare: sì gli effetti dell inquinamento nel GWB; la quantità e le concentrazioni degli inquinanti che sono o che è probabile siano trasferiti dal corpo idrico sotterraneo alle acque superficiali connesse o agli ecosistemi terrestri che ne dipendono direttamente; stato non buono no l impatto probabile delle quantità e concentrazioni degli inquinanti trasferiti alle acque superficiali connesse e agli ecosistemi terrestri che ne dipendono direttamente; sì stato buono l entità delle eventuali intrusioni saline o di altro tipo nel corpo idrico sotterraneo; il rischio che la presenza di inquinanti nel corpo idrico sotterraneo rappresenta per la qualità delle acque captate o che si intende captare dal corpo idrico sotterraneo per il consumo umano. L indagine conferma il buono stato chimico del GWB? Figura 4: Procedura per la valutazione dello stato chimico di un corpo idrico sotterraneo. 3.1 sostanze naturali Cosa prevede il Dlgs Nei corpi idrici sotterranei in cui è dimostrata scientificamente la presenza di 30/2009. metalli e altri parametri di origine naturale in concentrazioni di fondo 1 naturale superiori ai limiti fissati a livello nazionale, tali livelli di fondo costituiscono i valori soglia per la definizione del buono stato chimico. Il compito della definizione di questi valori è affidato alle regioni (art.2, comma c), Dlgs 30/2009). La determinazione dei livelli di fondo assume pertanto una rilevanza prioritaria al fine di non classificare le acque di scarsa qualità come in cattivo stato; nel Veneto è il caso dei corpi idrici di bassa pianura. La presenza in concentrazioni elevate di ammoniaca, ferro, manganese ed arsenico deriva, infatti, da litotipi caratteristici e/o da particolari condizioni redox. Cosa prevedeva il Anche il Dlgs 152/1999 prevedeva un apposita classe di stato (classe 0) per le ac- Dlgs 152/ Concentrazione di fondo: la concentrazione di una sostanza o il valore di un indicatore in un corpo idrico sotterraneo corrispondente all assenza di alterazioni antropogeniche o alla presenza di alterazioni estremamente limitate rispetto a condizioni inalterate. (art. 2, comma h), Dlgs 30/2009).

17 3.2 stato chimico puntuale 9 buono scadente Figura 5: Stato chimico puntuale. que caratterizzate da presenza naturale di sostanze con concentrazioni superiori ai valori soglia fissati per quelle sostanze a livello nazionale. In attesa della definizione di questi valori di fondo, sono stati considerati in stato buono, ma con qualità scadente, i punti ai quali secondo la precedente classificazione veniva attribuita la classe stato chimico puntuale La valutazione dello stato chimico puntuale ha interessato 283 punti di monitoraggio, 240 dei quali (pari al 85%) sono stati classificati in stato buono, 43 (pari al 15%) in stato scadente. In figura 5 viene presentata la distribuzione territoriale dei punti con stato chimico buono e scadente. Il maggiore addensamento di punti di prelievo caratterizzati da acque con superamento dei valore limite (VL) fissati dal Dlgs 30/2009 si riscontra nell area dell alta pianura, particolarmente nella sua porzione orientale. I rimanenti superamenti si hanno nella falda freatica superficiale dell acquifero differenziato della bassa pianura. In tabella 3 è riportata la sintesi dello stato chimico puntuale per corpo idrico sotterraneo. Anche per il 2013 le contaminazioni riscontrate più frequentemente e diffusamente (figura 6) sono quelle dovute a composti organo-alogenati (30) e nitrati (10). Le altre categorie di sostanze che hanno portato ad una classificazione di stato non buono sono: metalli imputabili all attività umana (5), inquinanti inorganici (3) e pesticidi (3). Vedi l appendice C per i dettagli sul singolo punto Tendenza La valutazione dell evoluzione della qualità può essere effettuata solo se per la classificazione si utilizzano le stesse stazioni di monitoraggio, in questo modo si garantisce che le eventuali modifiche siano effettivamente dovute a variazioni nella qualità e non al numero o al tipo di stazioni considerate [10]. Tuttavia, anche considerando le stesse stazioni, nell analisi dei trend, rimane una certa variabilità legata alle diverse sostanze ricercate e ai limiti di quantificazione utilizzati nei diversi campioni e nei vari anni. Non si notano cambiamenti statisticamente significativi nel periodo

18 10 stato chimico nitrati nicosulfuron metolachlor iprodione nitrati e pesticidi piombo nichel cromo VI arsenico metalli nitriti ione ammonio cloruri inorganici tetracloroetilene triclorometano bromodiclorometano dibromoclorometano tricloroetilene cloruro di vinile alifatici alogenati Figura 6: Numero di superamenti dei valori limite per le diverse sostanze. Perché non è possibile il confronto con lo SCAS: un diverso modo di interpretare i valori limite... una diversa lista di inquinanti e un diverso modo di considerare la sommatoria degli organoalogenati. Considerando le 225 stazioni monitorate nel periodo non c è differenza tra la proporzione di punti in stato scadente per ciascun anno (Q=3.39 e p- value=0.4951). La significatività delle differenze tra le proporzioni è stata valutata con il test Q di Cochran (appendice G). Il confronto con lo stato chimico valutato fino al 2008 mediante l indice SCAS non viene presentato in quanto, la semplice assimilazione dello stato scarso con la classe 4 del vecchio sistema di classificazione, e dello stato buono con il raggruppamento delle classi 1, 2, 3 e 0 non è possibile per l inserimento di cambiamenti sostanziali nel processo di valutazione; in particolare quelli che incidono in maniera più significativa sono: un diverso modo di interpretare i valori limite: il valore medio deve essere espresso con il numero di decimali riportato per SQ/VS. L applicazione di questa regola può portare a valutazioni discordanti anche per quei parametri rimasti invariati rispetto al Dlgs 152/1999, e incide in modo significativo sopratutto nei superamenti dei singoli pesticidi (valore limite: 0.1 µg/l). Secondo la nuova metodologia valori medi fino a 0.14 µg/l sono ritenuti conformi (il valore arrotondato a un decimale è 0.1), mentre nel calcolo dello SCAS portavano all attribuzione della classe 4. L estensione della lista di inquinanti con valori soglia e il diverso modo di considerare la sommatoria degli organoalogenati. In particolare, come verrà meglio chiarito nel paragrafo 4.3, l introduzione di concentrazioni limite per i singoli composti organici volatili (VOC) può determinare uno stato chimico diverso rispetto allo scenario precedente anche in presenza della stessa tipologia ed entità di contaminazione.

19 3.2 stato chimico puntuale 11 Tabella 3: Sintesi della valutazione dello stato chimico puntuale per corpo idrico sotterraneo. Numero di punti in stato buono (B) e scadente (S) per GWB. GWB Nome GWB B S Tot. Dol Dolomiti PrOc Prealpi occidentali VB Val Beluna PrOr Prealpi orientali AdG Anfiteatro del Garda BL Baldo-Lessinia LBE Lessineo-Berico-Euganeo CM Colli di Marostica CTV Colline trevigiane Mon Montello VRA Alta Pianura Veronese ACA Alpone - Chiampo - Agno APVO Alta Pianura Vicentina Ovest APVE Alta Pianura Vicentina Est APB Alta Pianura del Brenta TVA Alta Pianura Trevigiana PsM Piave sud Montello APP Alta Pianura del Piave QdP Quartiere del Piave POM Piave Orientale e Monticano MPVR Media Pianura Veronese MPRT Media Pianura tra Retrone e Tesina MPTB Media Pianura tra Tesina e Brenta MPBM Media Pianura tra Brenta e Muson dei Sassi MPMS Media Pianura tra Muson dei Sassi e Sile MPSP Media Pianura tra Sile e Piave MPPM Media Pianura tra Piave e Monticano MPML Media Pianura Monticano e Livenza BPSA Bassa Pianura Settore Adige BPSB Bassa Pianura Settore Brenta BPSP Bassa Pianura Settore Piave BPST Bassa Pianura Settore Tagliamento BPV Acquiferi Confinati Bassa Pianura Totale complessivo numero punti stato chimico buono stato chimico scadente Figura 7: Tendenze dello stato chimico puntuale. Anni: Numero di punti in stato buono e scadente considerando il sottoinsieme di punti con serie completa.

20 4 P R E S E N TA Z I O N E D E I D AT I C H I M I C I Nei paragrafi successivi verranno presentate le concentrazioni medie annue dei parametri maggiormente significativi per le acque sotterranee del Veneto e le tendenze dei principali indicatori di contaminazione antropica: nitrati (NO 3 ), pesticidi e VOC. Come per lo stato chimico, l analisi dei trend può essere effettuata solo considerando le stesse stazioni di monitoraggio, in questo modo si garantisce che le eventuali modifiche siano effettivamente dovute a variazioni nella qualità e non al numero o al tipo di stazioni considerate. Tuttavia per pesticidi e VOC, anche considerando le stesse stazioni, nell analisi dell evoluzione della contaminazione rimane una certa variabilità legata alle diverse sostanze ricercate e ai limiti di quantificazione utilizzati nei diversi campioni e nei vari anni. 4.1 nitrati Lo standard di qualità ambientale per i nitrati nelle acque sotterranee, individuato nella direttiva acque sotterranee (2006/118/CE), è di 50 mg/l e coincide con il valore limite fissato anche dalle direttive nitrati (91/676/CEE) e acque potabili (98/83/CE). I valori medi di concentrazione dei nitrati nei siti di monitoraggio delle acque sotterranee sono stati aggregati ed elaborati in classi di concentrazione corrispondenti a differenti livelli di contaminazione (0-24 mg/l; mg/l; mg/l; >50 mg/l). Dai dati elaborati a scala regionale, emerge che, nel 2013: la classe più numerosa è quella relativa a valori inferiori a 25 mg/l (224 punti su 283 pari al 79.2%); i punti con concentrazioni comprese tra i 25 e i 39 mg/l di NO 3 sono 39 su 283 pari al 13.8%; i punti con concentrazioni considerate a rischio, comprese tra i 40 e i 50 mg/l di NO 3, sono 10 su 283 pari al 3.5%; i punti con superamento del limite della concentrazione massima ammissibile pari a 50 mg/l di NO 3 sono 10 su 283 pari al 3.5%. Analogamente agli anni precedenti, la distribuzione spaziale delle concentrazioni medie annue (figura 8) evidenzia che i valori più elevati sono localizzati soprattutto nell acquifero indifferenziato di alta pianura (maggiormente vulnerabile) e in particolare nell area trevigiana. Nel sistema differenziato di bassa pianura, i nitrati risultano praticamente assenti nelle falde confinate (meno vulnerabili all inquinamento, caratterizzate da acque più antiche e da condizioni chimico-fisiche prevalentemente riducenti, dove i composti di azoto si ritrovano naturalmente nella forma di ione ammonio), mentre possono presentare concentrazioni elevate nella falda freatica superficiale, posta a pochi metri dal piano campagna e quindi altamente vulnerabile Tendenze L analisi delle serie storiche, relative al periodo , è stata condotta su 154 punti di monitoraggio: per 121 (79%) il trend è stazionario, per 22 (14%) è in 12

21 4.2 pesticidi <25 mg/l NO mg/l NO mg/l NO3 >50 mg/l NO3 13 Figura 8: Concentrazione media annua di nitrati nelle diverse classi. diminuzione e per 11 (7%) in aumento. Complessivamente l andamento nel tempo è costante. Per l analisi dei trend è stato utilizzato il test non parametrico di MannKendall (MKT) con livello di confidenza del 95%. L analisi è stata limitata ai punti con almeno 8 anni di monitoraggio nel periodo La figura 9 mostra l ubicazione delle stazioni con trend costante, crescente e decrescente. I punti particolarmente critici, caratterizzati da concentrazioni elevate e tendenze all aumento significative sono il: 716 (TV-Caerano San Marco) e il 735 (TV- Volpago del Montello). 4.2 Vedi l appendice D per i risultati del test sul singolo punto e l appendice G per maggiori informazioni sul test. pesticidi Nel 2013 la ricerca di pesticidi ha riguardato 235 punti di campionamento e 451 campioni, per un totale di determinazioni analitiche. Complessivamente sono state ricercate 113 sostanze attive diverse, quelle rilevate in concentrazione maggiore al limite di quantificazione sono (tabella 4): atrazina, atrazina-desetil, bentazone, iprodione, malathion, metolachlor, metribuzina, nicosulfuron, simazina, terbutilazina, terbutilazina-desetil. Si tratta prevalentemente di erbicidi, e come negli anni precedenti, quelli rilevati con maggior frequenza, sono gli erbicidi triazinici e alcuni Vedi l appendice E per il riepilogo delle misure per sostanza.

22 14 presentazione dei dati chimici costante decrescente crescente Figura 9: Risultati del test di Mann-Kendall applicato alle serie di concentrazione media annua di nitrati per il periodo loro metaboliti 1. In 3 punti la concentrazione media annua di una sostanza è risultata superiore allo standard di qualità di 0,1 µg/l (figura 10). Un superamento è dovuto al metolachlor, uno al nicosulfuron e uno all iprodione Negli ultimi 5 anni il trend del numero di stazioni con superi annuali è stazionario. Tendenze Considerando i 154 punti di monitoraggio con serie completa per il periodo (figura 11), il trend del numero di stazioni con superi annuali è stazionario (test di Mann-Kendall: S = 3 e n = 5). 4.3 composti organici volatili I VOC sono composti organici che evaporano con facilità a temperatura ambiente. Comprendono un gran numero di sostanze eterogenee come gli idrocarburi alifati1 Col termine metaboliti si intendono comunemente l insieme dei prodotti di trasformazione biologica e chimica dei prodotti fitosanitari, che possono ritrovarsi, in particolare, nei comparti suolo e acqua.

23 4.3 composti organici volatili 15 Tabella 4: Elenco delle sostanze rilevate. Le sostanze con almeno un campione con concentrazione superiore a 0,10 µg/l sono evidenziate in rosso. Denominazione CAS Classe chimica Revocata atrazina erbicidi triazinici sì atrazina-desetil metabolita - bentazone erbicidi tiadiazinici no iprodione fungicidi dicarbossimidici no malathion insetticidi fosforganici no metolachlor erbicidi cloroacetanilidici sì metribuzina erbicidi triazinonici no nicosulfuron erbicidi sulfonilureici no simazina erbicidi triazinici sì terbutilazina erbicidi triazinici no terbutilazina-desetil metabolita - concentrazione media annua >0.1 µg/l concentrazione media annua<=0.1 µg/l Figura 10: Livelli di contaminazione da pesticidi in termini di concentrazione media annua rispetto allo standard di qualità di 0,1 µg/l per la singola sostanza. ci (dal n-esano, al n-esadecano e i metilesani), gli idrocarburi aromatici, (benzene e derivati, toluene, o-xilene, stirene), gli idrocarburi clorinati (cloroformio, diclorometano, clorobenzeni), gli alcoli (etanolo, propanolo, butanolo e derivati), gli esteri, i chetoni, e le aldeidi (formaldeide). Nel Dlgs 152/1999 si faceva riferimento solo ai composti alifatici alogenati e al benzene (composto aromatico), con il Dlgs 30/2009 vengono introdotti valori soglia per: composti organici aromatici, composti alifatici alogenati, clorobenzeni e nitrobenzeni. Il valore di riferimento per i composti alifatici alogenati definito dal Dlgs 152/1999 Il Dlgs 152/ era di 10 µg/l come sommatoria; erano indicati limiti specifici solo per 1,2-dicloroetano e cloruro di vinile. La direttiva 2006/118/CE non indica norme di qualità per questa categoria di composti, ma prevede che siano definiti, a livello nazionale, valori... il Dlgs 30/2009 soglia almeno per tricloroetilene (TCE) e tetracloroetilene (PCE). I valori soglia adottati dall Italia per alcuni composti alifatici alogenati sono specificati in tabella 3 dell allegato 3 al Dlgs 30/2009 (vedi appendice B). L introduzione di valori soglia per le singole sostanze in alcuni casi anche molto bassi e il diverso modo di aggregazione può determinare uno stato chimico diverso rispetto allo scenario precedente anche in presenza della stessa tipologia ed entità di contaminazione.

24 16 presentazione dei dati chimici numero punti entro valore limite oltre valore limite Figura 11: Tendenze della contaminazione da pesticidi. Anni: Numero di punti con concentrazione media annua entro e oltre il valore limite per almeno un pesticida considerando il sottoinsieme di punti con serie completa. entro VL oltre VL Figura 12: Livelli di contaminazione da composti organici alogenati. Vedi appendice F per una sintesi dei risultati per i composti ricercati. Nel 2013 la ricerca di VOC ha riguardato 255 punti di campionamento e 490 campioni. In 23 punti la concentrazione media annua di almeno un VOC è risultata superiore al rispettivo valore soglia stabilito dal Dlgs 30/2009 (figura 12). La categoria di composti più problematica si conferma essere quella dei solventi clorurati, in particolare tetracloroetilene e triclorometano Tendenze Negli ultimi 6 anni il trend del numero di stazioni con superi annuali è stazionario. Considerando i 196 punti di monitoraggio con serie completa per il periodo (figura 13), il trend del numero di stazioni con superi annuali è stazionario (test di Mann-Kendall: S = 1 e n = 5).

25 4.4 metalli pesanti numero punti entro valore limite oltre valore limite Figura 13: Tendenze della contaminazione da VOC. Anni: Numero di punti con concentrazione media annua entro e oltre il valore limite per almeno un VOC considerando il sottoinsieme di punti con serie completa. 4.4 metalli pesanti Il movimento dei metalli nel suolo è, in genere, molto ridotto e per questo motivo è difficile che contaminino le acque sotterranee. Le principali ragioni di questa scarsa mobilità sono: le reazioni di precipitazione e il forte adsorbimento alla materia organica e all argilla; tuttavia particolari condizioni acide o riducenti possono favorire la lisciviazione dei metalli in fase liquida incrementandone notevolmente la mobilità. Il piombo, ad esempio, è più mobile in un ambiente acido che in un ambiente neutro o alcalino. I superamenti dei valori soglia di tabella 3 allegato 3 al Dlgs 30/2009 sono piuttosto occasionali e limitati a pochi punti di monitoraggio. I rari casi in cui i superamenti risultano ripetuti nel tempo sono riconducibili a episodi di contaminazione noti e per i quali sono in corso misure di messa in sicurezza e/o di bonifica ambientale. I superamenti dei valori soglia sono piuttosto occasionali e limitati a pochi punti di monitoraggio. 4.5 arsenico La presenza dell arsenico (As) nelle acque sotterranee di alcune aree della pianura veneta (figura 14) è legata all esistenza di falde dalle condizioni tipicamente riducenti, confinate in particolari strati di terreno torboso-argillosi ricchi di materiale organico, particolarmente diffuse nel sottosuolo della bassa pianura, a valle della fascia delle risorgive. Per maggiori approfondimenti sull argomento consultare [3]. Valori di arsenico oltre i 10 µg/l si riscontrano nella bassa pianura. 4.6 ammoniaca L ammoniaca (ione ammonio, NH + 4 ) è praticamente assente nelle aree di alta pianura, nelle quali si riscontrano le maggiori concentrazioni di nitrati, mentre è presente in elevate concentrazioni nella medio-bassa pianura, dove si hanno le acque sotterranee più antiche e più protette dagli inquinamenti superficiali (figura 14). Nelle zone caratterizzate dalla presenza nel sottosuolo di materiali torbosi ed umici che cedono sostanza organica all acqua, l ammoniaca è da considerarsi di origine geologica. Inoltre, l assenza in queste acque di altri indicatori di contaminazione L ammoniaca è presente in elevate concentrazioni nella medio-bassa pianura.

26 18 presentazione dei dati chimici e la presenza di ferro e manganese normalmente associati a valori del potenziale redox negativi indicano un origine naturale. 4.7 conducibilità elettrica Il valore soglia di µs/cm è superato in 3 punti. La conducibilità elettrica (CE) è data dal contenuto di sali minerali disciolti, indica pertanto il grado di mineralizzazione dell acqua. Il grado di mineralizzazione, e quindi la conducibilità, generalmente aumenta col permanere delle acque a contatto con i sedimenti dell acquifero; per questo motivo è normale avere minori conducibilità nelle acque di infiltrazione più recente e maggiore mineralizzazione nelle aree a minor circolazione e più lontane dalle zone di infiltrazione. In figura 14 è possibile vedere la distribuzione spaziale dei valori medi annui. Il valore soglia di µs/cm è superato in 3 punti. 4.8 cloruri Il valore soglia di 250 mg/l è superato in 5 punti. I cloruri (Cl) nelle acque sotterranee sono il tipico indicatore di circolazioni idriche lente e percorsi lunghi, oltre che della presenza di ampie superfici di dissoluzione. Generalmente provengono dal contatto con sali sodici o potassici (NaCl e KCl), ma possono anche avere origine endogena o magmatica. I cloruri sono talvolta anche un sintomo di inquinamento delle falde: essi sono infatti presenti nelle urine e di conseguenza negli scarichi. Dei punti in cui la concentrazione è superiore al valore soglia di 250 mg/l (figura 14), quattro sono localizzati in falde acquifere che possono risentire della vicinanza alla costa o alla laguna (Venezia); per il quinto il superamento è probabilmente imputabile a cause antropiche.

27 4.8 cloruri EVL OVL arsenico cloruri conduttività (a 20 C) ione ammonio Figura 14: Distribuzione delle concentrazioni media annue per ammoniaca, arsenico, cloruri e conduttività elettrica a 20. Legenda: EVL entro valore limite, OVL oltre valore limite di tabella 3 dell allegato 3 al Dlgs 30/

28 20 presentazione dei dati chimici Tabella 5: Elenco dei composti perfluoroalchilici analizzati. classe sigla nome formula catena acidi perfluoroalchilsolfonici PFBS acido perfluorobutansolfonico C 4 HF 9 O 3 S corta PFSA PFHxS acido perfluoroesansolfonico C 6 HF 13 O 3 S lunga C n F 2n+1 SO 3 H PFOS acido perfluoroottansolfonico C 8 HF 17 O 3 S lunga PFBA acido perfluorobutanoico C 4 HF 7 O 2 corta PFPeA acido perfluoropentanoico C 5 HF 9 O 2 corta PFHxA acido perfluoroesanoico C 6 HF 11 O 2 corta acidi perfluoroalchilcarbossilici PFHpA acido perfluoroeptanoico C 7 HF 13 O 2 corta PFCA PFOA acido perfluoroottanoico C 8 HF 15 O 2 lunga C n F 2n+1 COOH PFNA acido perfluorononanoico C 9 HF 17 O 2 lunga PFDeA acido perfluorodecanoico C 10 HF 19 O 2 lunga PFUnA acido perfluoroundecanoico C 11 HF 21 O 2 lunga PFDoA acido perfluorododecanoico C 12 HF 23 O 2 lunga 4.9 sostanze perfluoroalchiliche (pfas) Cosa sono Utilizzi Le sostanze ricercate A seguito del ritrovamento di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque superficiali, sotterranee e potabili della provincia di Vicenza e comuni limitrofi 2, AR- PAV ha inserito le sostanze perfluoroalchiliche all interno del pannello analitico dei parametri da ricercare anche nei punti di monitoraggio della rete regionale delle acque sotterranee. I campionamenti si sono svolti in corrispondenza della campagna autunnale Le sostanze perfluoroalchiliche, comunemente indicate con l acronimo PFAS, sono costituite da catene di atomi di carbonio a lunghezza variabile (in genere da C4 a C14) lineari o ramificate. Il legame carbonio-fluoro (C-F) rende queste molecole particolarmente resistenti all idrolisi, alla fotolisi e alla degradazione microbica, facendole diventare così molto utili in un ampio campo di applicazioni industriali e prodotti di largo consumo, ma anche particolarmente persistenti nell ambiente. I PFAS sono utilizzati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all acqua materiali quali tessuti (per es. Goretex ), tappeti, carta, rivestimenti per contenitori per alimenti (es. Teflon nelle pentole anti-aderenti, sacchetti per popcorn da microonde) [20]. La ricerca ha riguardato 12 acidi perfluoroalchilici (PFAA): gli acidi perfluoroalchilsolfonici (PFSA) con 4, 6 e 8 atomi di carbonio e gli acidi perfluoroalchilcarbossilici (PFCA) da 4 a 12 atomi di carbonio (tabella 5). In base al numero di atomi di carbonio presenti i composti perfluoroalchilici si distinguono in composti a catena lunga (long-chain perfluorinated compounds LC PFC) o a catena corta (short-chain perfluorinated compounds SC PFC). Il termine composti perfluoroalchilici a catena lunga è riferito [21]: acidi perfluoroalchilcarbossilici con 8 o più atomi di carbonio (oppure con 7 o più catene perfluoroalchiliche C n F 2n+1 COOH, n 7); acidi perfluoroalchilsolfonici con 6 o più atomi di carbonio (oppure con 6 o più catene perfluoroalchiliche C n F 2n+1 SO 3 H, n 6). Di particolare interesse, nell ottica della protezione della salute e dell ambiente, sono i composti a catena lunga in quanto si sono dismostrati essere maggiormente bioaccumulabili rispetto agli omologhi a catena corta [7]. L acido perfluoroottansolfonico (PFOS) e l acido perfluoroottanoico (PFOA) sono i due acidi perfluoroalchilici a catena lunga maggiormente riportati e discussi nella letteratura scientifica [4]. 2 Nota Ministero dell Ambiente e dellla Tutela del Territorio e del Mare del prot. n /TRI.

29 4.9 sostanze perfluoroalchiliche (pfas) 21 Tabella 6: Sintesi del numero di campioni per classe di concentrazione. Legenda: LOQ=limite di quantificazione, c min =concentrazione minima misurata, c max =concentrazione massima misurata. parametro LOQ campioni campioni per classe di concentrazione (ng/l) c min c max ng/l totale < >500 ng/l ng/l PFBS PFHxS PFOS PFBA PFPeA PFHxA PFHpA PFOA PFNA PFDeA PFUnA PFDoA somma Allo stato attuale, per queste sostanze, non sono ancora definiti limiti di concentrazione né nella nostra normativa nazionale, né in quella europea e nemmeno negli standard internazionali fissati dall Organizzazione Mondiale della Sanità. La ricerca di PFAS ha riguardato 205 punti di campionamento per un totale di 2460 determinazioni (tabella 6). Complessivamente le determinazioni superiori al limite di quantificazione di 10 ng/litro sono state 177 su 2460, pari al 7%. I campioni con presenza di almeno un composto in concentrazione superiore a 10 ng/litro sono 71 su 205, pari al 35%; di questi 9 contengono anche acidi perfluorosolfonici oltre a quelli perfluorocarbossilici. Il PFHxA è risultato essere il congenere 3 ritrovato più frequentemente (con 62 misure positive su 205 pari al 30%), seguito da PFOA (con 54 su 205 pari a 26%) e PFPeA (28 su 205 pari al 14%). Il PFOS è stato ritrovato solo in due campioni su 205 (pari al 1%). Le concentrazioni di PFDoA sono risultate inferiori al limite di quantificazione in tutti i campioni. Il range di concentrazione misurato per i singoli congeneri è risultato piuttosto ampio; le sostanze con i valori più elevati sono state PFOA (1173 ng/l) e PFUnA (640 ng/l). Per illustrare i risultati i valori misurati sono stati suddivisi in 5 classi di concentrazione: <10, 10 30, , , >500 ng/l. Le sostanze con concentrazione superiore a 500 ng/l sono: I valori limite Sintesi dei risultati PFOA in due campioni prelevati nel pozzo 153 a Lonigo (VI) e 117 a Casale sul Sile (TV); PFUnA in un solo campione prelevato nel pozzo 501 a Cartigliano (VI). In figura 15 è illustrata la distribuzione della somma delle concentrazioni di tutti i singoli PFAS rilevati e quantificati per punto di controllo. Come prevedibile, le province con maggior numero di misure positive sono Vicenza e Verona, seguite da Padova e Rovigo. Nei venti campioni della provincia di Belluno non è stato misurato nessun composto perfluoroalchilico. I dati sono consultabili nel dettaglio nel rapporto Campagna di misura delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei punti di monitoraggio della rete regionale acque sotterranee, autunno 2013 [27], disponibile sul sito internet dell Agenzia. Dove trovare i dati 3 Congenere: membro di una famiglia di sostanze chimiche che differiscono fra loro solo per il numero e la posizione del medesimo sostituente.

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